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JURNISTA COMPRESSE
Ogni compressa a rilascio prolungato di JURNISTA 4 mg contiene 4,36 mg di idromorfone cloridrato e ne rilascia 4 mg equivalente a 3,56 mg di idromorfone.
Ogni compressa a rilascio prolungato di JURNISTA 8 mg contiene 8,72 mg di idromorfone cloridrato e ne rilascia 8 mg equivalente a 7,12 mg di idromorfone.
Ogni compressa a rilascio prolungato di JURNISTA 16 mg contiene 16,35 mg di idromorfone cloridrato e ne rilascia 16 mg equivalente a 14,24 mg di idromorfone.
Ogni compressa a rilascio prolungato di JURNISTA 32 mg contiene e rilascia 32,00 mg di idromorfone cloridrato, equivalente a 28,48 mg di idromorfone.
Ogni compressa a rilascio prolungato di JURNISTA 64 mg contiene e rilascia 64,00 mg di idromorfone cloridrato, equivalente a 56,96 mg di idromorfone.
Eccipienti: ogni compressa contiene la seguente quantità di lattosio: compresse 4 mg: 0,01 mg; compresse 8 mg: 4,37 mg; compresse 16 mg: 6,81 mg; compresse 32 mg: 10,02 mg; compresse 64 mg: 8,03 mg.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse a rilascio prolungato
JURNISTA 4 mg compresse a rilascio prolungato: compressa beige chiaro, rotonda, biconvessa, con "HM 4" stampato su un lato con inchiostro nero.
JURNISTA 8 mg compresse a rilascio prolungato: compressa rossa, rotonda, biconvessa, con "HM 8" stampato su un lato con inchiostro nero.
JURNISTA 16 mg compresse a rilascio prolungato: compressa gialla, rotonda, biconvessa, con "HM 16" stampato su un lato con inchiostro nero.
JURNISTA 32 mg compresse a rilascio prolungato: compressa bianca, rotonda, biconvessa, con "HM 32" stampato su un lato con inchiostro nero.
JURNISTA 64 mg compresse a rilascio prolungato: compressa blu, rotonda, biconvessa, con "HM 64" stampato su un lato con inchiostro nero.
Trattamento del dolore intenso.
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Analogamente agli altri analgesici oppiacei, una somministrazione sicura ed efficace di JURNISTA ai pazienti che lamentano dolore dipende dalla valutazione complessiva del paziente. La natura del dolore, nonché la condizione clinica concomitante del paziente incideranno sulla scelta della dose. A causa delle differenti risposte agli oppiacei osservate fra i diversi individui, si raccomanda che a tutti i pazienti venga somministrata una dose conservativa della terapia con oppiacei, successivamente incrementata fino al raggiungimento di un adeguato livello di analgesia, bilanciato da un grado accettabile di reazioni avverse.
Come con qualsiasi altro oppiaceo forte, deve essere considerata un’appropriata profilassi per le reazioni avverse note (ad esempio la stipsi).
È necessario avvertire i pazienti che devono inghiottire la compressa di JURNISTA intera, accompagnata da un bicchiere d’acqua, ogni giorno all’incirca alla stessa ora senza mai masticarla, dividerla o frantumarla.
JURNISTA non deve essere assunto più di una volta ogni 24 ore.
Se il paziente non ha preso la dose regolarmente programmata di JURNISTA, deve essere informato di assumere immediatamente la dose successiva ed iniziare un nuovo schema terapeutico di 24 ore.
Pazienti attualmente in terapia non sistematica con oppiacei:
Inizio della terapia - Nella maggior parte dei pazienti la dose iniziale di JURNISTA deve essere 8 mg assunti 1 volta ogni 24 ore e non deve eccedere gli 8 mg. Alcuni pazienti possono beneficiare di una dose iniziale di 4 mg assunti 1 volta ogni 24 ore per aumentarne la tollerabilità.
Titolazione e mantenimento- Dopo l’inizio della terapia, possono essere necessari aggiustamenti della dose per ottenere il miglior equilibrio per il paziente tra sollievo dal dolore ed effetti indesiderati. Dopo 3 giorni, se richiesto, la dose deve essere aggiustata in aumento con variazioni di 4 o 8 mg a seconda della risposta e della richiesta di analgesici supplementari. Nota: La dose non deve essere titolata più frequentemente di una volta ogni 3 giorni (per ulteriori informazioni vedi il paragrafo Personalizzazione della dose e mantenimento della terapia).
Poiché è possibile che con una preparazione a rilascio controllato di oppiacei occorra far passare più tempo prima di individuare per un paziente la dose che consente di ottenere un’adeguata analgesia, è consigliabile iniziare il trattamento con preparazioni convenzionali a rilascio immediato (ad esempio, idromorfone a rilascio immediato, o morfina a rilascio immediato), per poi passare ad una appropriata dose giornaliera totale di JURNISTA. Per la conversione delle dosi, utilizzare la relativa tabella di conversione.
Pazienti che ricevono già oppiacei regolarmente:
Nei pazienti attualmente in terapia con analgesici oppiacei, la dose iniziale di JURNISTA deve basarsi sulla dose giornaliera di oppiacei, adottando dosi equianalgesiche standard. Per quanto concerne gli oppiacei diversi dalla morfina, deve essere valutata in primo luogo la dose totale giornaliera equivalente di morfina, quindi deve essere usata la tabella di seguito riportata per determinare la dose totale giornaliera di JURNISTA.
Tabella di conversione: fattori di moltiplicazione per la conversione della dose giornaliera di oppiacei somministrati in precedenza, nella dose giornaliera di JURNISTA (mg/die di oppiacei precedenti x fattore = mg/die di JURNISTA) |
Oppiacei precedenti | Oppiacei precedenti per via orale (fattore) | Oppiacei precedenti per via parenterale (fattore) |
Morfina | 0,2 | 0,6 |
Idromorfone | 1 | 4 |
Non vi sono fattori di conversione fissi che possano essere soddisfacenti in tutti i pazienti, a causa delle caratteristiche individuali dei pazienti e delle differenze nelle formulazioni. Quindi, deve essere fatta la conversione alle dosi iniziali raccomandate di JURNISTA, seguita da un attento monitoraggio del paziente e dalla titolazione.
Le dosi devono essere arrotondate per difetto alla dose più vicina di JURNISTA, disponibile a incrementi di 4 mg (compresse da 4, 8, 16, 32, 64 mg), come indicato dal punto di vista clinico.
Quando si inizia la terapia con JURNISTA, devono essere sospesi tutti gli altri farmaci analgesici oppiacei assunti durante il giorno.
JURNISTA può inoltre essere impiegato in modo sicuro con le dosi convenzionali di analgesici non oppiacei e di adiuvanti analgesici.
Analgesia supplementare:
Oltre alla somministrazione giornaliera di un’unica dose di JURNISTA, è possibile mettere a disposizione di tutti i pazienti affetti da dolore cronico, un farmaco antidolorifico supplementare per il dolore episodico, sotto forma di preparazione a rilascio immediato (ad esempio, idromorfone a rilascio immediato o morfina a rilascio immediato). Per la fase di conversione, deve essere utilizzata la tabella di conversione. Le dosi supplementari individuali di idromorfone a rilascio immediato o della morfina a rilascio immediato non devono superare, in linea di massima, il 10% - 25% della dose di JURNISTA somministrata nelle 24 ore (vedi la tabella di seguito riportata).
Dose iniziale raccomandata per terapia analgesica supplementare |
Dose giornaliera di JURNISTA (mg) | Idromorfone a rilascio immediato. Dosaggio della compressa (mg) per dose | Morfina a rilascio immediato (mg) |
4 | - - | 5 |
8 | 2 | 10 |
16 | 2 | 10-15 |
32 | 4 | 20-30 |
64 | 8 | 40-60 |
Personalizzazione della dose e mantenimento della terapia:
Dopo l’inizio della terapia con JURNISTA, è possibile che occorra aggiustare la dose per ottenere il migliore equilibrio per il paziente, fra attenuazione del dolore ed effetti indesiderati associati all’assunzione degli oppiacei.
Se il dolore aumenta di intensità o l’analgesia risulta inadeguata, è possibile che occorra aumentare gradualmente la dose. Per consentire la stabilizzazione degli effetti relativi alla modifica della dose, occorre aumentare la dose con una frequenza che non sia inferiore a tre giorni d’intervallo. Di norma, per ogni fase di aggiustamento della dose devono essere presi in considerazione aumenti compresi fra il 25% e il 100% dell’attuale dose giornaliera di JURNISTA.
Una volta che il paziente si è stabilizzato con una terapia giornaliera di JURNISTA assunto in un’unica somministrazione, è possibile continuare con quella dose fino a che non si renda necessaria un’ulteriore attenuazione del dolore. La necessità di una terapia continuativa a base di oppiacei per tutto il giorno e gli aggiustamenti della dose, devono essere rivalutati periodicamente, secondo le necessità.
Impiego nei bambini e adolescenti: l’uso di JURNISTA non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni a causa della insufficienza di dati sulla sicurezza ed efficacia.
Impiego nei pazienti anziani: il quadro clinico del paziente anziano è spesso complesso. Il trattamento con idromorfone deve essere quindi iniziato con cautela e la dose iniziale deve essere ridotta.
Compromissione renale ed epatica:
Negli studi clinici, dopo la somministrazione di una singola dose di idromorfone compresse a rilascio immediato, sono stati osservati i seguenti risultati:
• nei pazienti con insufficienza epatica di grado moderato (punteggi 7-9 della scala Child-Pugh), sia la concentrazione media (AUC plasmatica) che le concentrazioni plasmatiche massime dell’idromorfone erano approssimativamente 4 volte più elevate rispetto a quelli dei controlli sani, mentre l’emivita di eliminazione è rimasta invariata.
• nei pazienti con insufficienza renale moderata (clearance della creatinina 40-60 ml/min), la concentrazione media (AUC plasmatica) dell’idromorfone è stata approssimativamente 2 volte più elevata rispetto a quella dei soggetti con funzionalità renale nella norma, mentre l’emivita di eliminazione è rimasta invariata.
• nei pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 30 ml/min), la concentrazione media (AUC plasmatica) dell’idromorfone è stata approssimativamente 4 volte più elevata di quella registrata nei soggetti con funzionalità renale nella norma, mentre l’emivita di eliminazione è stata 3 volte più lunga.
Quindi, i pazienti affetti da insufficienza renale o epatica di grado moderato devono iniziare ad assumere una dose ridotta ed essere attentamente monitorati durante la fase di aggiustamento della dose. Per quanto riguarda i pazienti con grave insufficienza renale, è necessario prendere in considerazione un maggiore intervallo tra le dosi, oltre a un monitoraggio attento durante la terapia di mantenimento.
Interruzione della terapia:
Nei pazienti fisicamente dipendenti dagli oppiacei e in terapia con una somministrazione giornaliera di idromorfone, l’interruzione improvvisa del trattamento con JURNISTA provoca la sindrome da astinenza. Nel caso in cui sia indicata l’interruzione della terapia con JURNISTA, è necessario somministrare ai pazienti una dose di JURNISTA ridotta del 50% ogni 2 giorni, fino a raggiungere la dose più bassa possibile a cui la terapia può essere sospesa in modo sicuro. In caso d’insorgenza dei sintomi da astinenza, è necessario interrompere la riduzione graduale della dose. La dose deve essere aumentata lentamente fino alla scomparsa dei sintomi dell’astinenza da oppiacei. Successivamente, occorre iniziare di nuovo a ridurre gradualmente la dose, ma con intervalli più lunghi fra una diminuzione della dose di idromorfone e quella successiva, oppure convertendolo in una dose equianalgesica di un altro oppiaceo, per poi proseguire con la riduzione graduale.
Ipersensibilità all’idromorfone o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Pazienti che sono stati sottoposti a un intervento chirurgico e/o con patologia di base che porta a stenosi del tratto gastrointestinale, o hanno "anse cieche" nel tratto gastrointestinale o ostruzione gastrointestinale.
Trattamento del dolore acuto o post-operatorio.
Pazienti con funzionalità epatica gravemente ridotta.
Pazienti con insufficienza respiratoria.
Pazienti con dolore addominale acuto di origine sconosciuta.
Pazienti con stato asmatico.
Trattamento concomitante con inibitori della monoaminossidasi (MAO) o entro 14 giorni dall’interruzione di tale terapia (vedere paragrafo 4.5).
Trattamento concomitante con buprenorfina, nalbufina o pentazocina (vedere paragrafo 4.5).
Pazienti in stato di coma.
Pazienti pediatrici.
Durante il travaglio e il parto.
Gli analgesici oppiacei, compreso l’idromorfone, possono causare una grave ipotensione nei pazienti la cui capacità di mantenimento della pressione sanguigna sia compromessa a causa della deplezione del volume ematico o della concomitante somministrazione di farmaci come le fenotiazine o gli anestetici generali.
JURNISTA non deve essere somministrato nei casi in cui sussista il rischio di ileo paralitico. Se, durante il trattamento, si sospetta un ileo paralitico, è necessario interrompere la terapia.
Nel caso in cui siano programmati una cordotomia o altri interventi di attenuazione del dolore, i pazienti non devono essere trattati con JURNISTA nelle 24 ore successive a tali operazioni. Quindi, deve essere somministrata una nuova dose, in base alla variazione delle necessità di attenuazione del dolore, se esistente.
Compromissione della respirazione
La depressione respiratoria è il rischio più importante delle preparazioni a base di oppiacei, anche se è più frequente nei casi di sovradosaggio, nei pazienti anziani, nei pazienti debilitati e in quelli affetti da condizioni cliniche accompagnate da ipossia o ipercapnia, quando dosi anche moderate possono ridurre pericolosamente la respirazione. JURNISTA, analogamente agli altri oppiacei, deve essere impiegato con estrema cautela nei pazienti con una riserva respiratoria considerevolmente ridotta o una depressione respiratoria preesistente, nonché in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva. Il dolore severo antagonizza gli effetti depressivi degli oppiacei a carico della respirazione. Tuttavia, se il dolore dovesse improvvisamente attenuarsi, tali effetti potrebbero manifestarsi rapidamente. I pazienti per i quali sono state programmate procedure di anestesia locale o un altro genere di interruzione delle vie di trasmissione del dolore, non devono essere trattati con JURNISTA dalle 24 ore precedenti la procedura. La somministrazione concomitante di idromorfone con altri analgesici oppiacei è associata a un incremento del rischio di insufficienza respiratoria. È quindi importante ridurre la dose di idromorfone, in caso di co-somministrazione con altri analgesici.
Trauma cranico e aumento della pressione intracranica
Gli effetti depressivi degli oppiacei a carico della respirazione, con ritenzione di anidride carbonica e aumento secondario della pressione del liquido cerebrospinale, possono essere marcatamente esacerbati in presenza di trauma cranico o di aumento della pressione intracranica. Gli oppiacei producono effetti che possono nascondere i segni neurologici di ulteriori aumenti di pressione intracranica in pazienti con trauma cranico. JURNISTA deve essere somministrato solo in circostanze in cui è ritenuto essenziale, ma sempre con estrema cautela.
Tratto gastrointestinale e muscolatura liscia:
Analogamente agli altri oppiacei, l’idromorfone provoca una riduzione della motilità gastrointestinale associata a un aumento del tono della muscolatura liscia. La stipsi è un effetto indesiderato frequentemente segnalato in presenza di trattamento con gli oppiacei. È necessario raccomandare ai pazienti le misure da adottare per impedire la stipsi, oltre a considerare l’impiego di lassativi a scopo profilattico. Occorre porre estrema cautela nei pazienti con stipsi cronica.
Condizioni cliniche o medicinali che causano un’improvvisa e apprezzabile diminuzione del tempo di transito gastrointestinale, possono causare una diminuzione dell’assorbimento dell’idromorfone contenuto in JURNISTA e possono potenzialmente condurre a sintomi di astinenza in pazienti con dipendenza fisica dagli oppioidi.
La somministrazione di oppiacei può oscurare la diagnosi o il decorso clinico di condizioni acute addominali. Perciò è importante assicurarsi che il paziente non sia affetto da occlusione intestinale, in particolare da ileo, prima di iniziare il trattamento. L’idromorfone può inoltre provocare un aumento della pressione nelle vie biliari, a seguito dello spasmo dello sfintere di Oddi. Prestare quindi attenzione durante la somministrazione di JURNISTA a pazienti affetti da disturbi infiammatori od ostruttivi dell’intestino, da pancreatite acuta secondaria a patologia delle vie biliari e nei pazienti che si apprestano ad affrontare un intervento di chirurgia biliare.
La compressa di JURNISTA è indeformabile e la sua forma non cambia in modo apprezzabile nel tratto gastrointestinale. Si sono verificati rari casi di sintomi ostruttivi in pazienti con stenosi note, in seguito all’ingestione di farmaci in formulazioni a rilascio controllato indeformabili (vedere paragrafo 4.3).
È necessario avvisare i pazienti di non allarmarsi nel caso in cui dovessero notare nelle feci la compressa di JURNISTA, poiché si tratta solo dell’involucro indissolubile.
Pazienti con rischi particolari:
JURNISTA, analogamente agli altri analgesici oppiacei, deve essere somministrato con cautela e a dosaggi ridotti nei pazienti affetti da insufficienza renale o insufficienza epatica da lieve a moderata, insufficienza corticosurrenale, mixedema, ipotiroidismo, ipertrofia prostatica o stenosi uretrale. Deve essere inoltre prestata molta attenzione nella somministrazione di JURNISTA nei pazienti affetti da depressione del SNC, cifoscoliosi, psicosi tossica, alcolismo acuto, delirium tremens o disturbi convulsivi.
Impiego nei pazienti anziani:
I pazienti anziani sono maggiormente predisposti a manifestare reazioni avverse a carico del sistema nervoso centrale (SNC) (confusione) e disturbi gastrointestinali, nonché riduzione fisiologica della funzionalità renale. Occorre quindi prestare molta attenzione, oltre a somministrare una dose iniziale ridotta. L’uso concomitante di altri farmaci, in particolare di antidepressivi triciclici, aumenta il rischio di confusione e stipsi. Nei pazienti anziani sono spesso presenti patologie a carico della ghiandola prostatica e delle vie urinarie, il che contribuisce ad aumentare il rischio di ritenzione urinaria. Le considerazioni sopra citate servono a sottolineare l’importanza di usare cautela nell’uso, piuttosto che implicare una limitazione d’uso degli oppiacei nei pazienti anziani.
Anche se la dose è elevata, un aumento della dose non corrisponde a uno sviluppo di tolleranza.
Dipendenza farmacologica:
JURNISTA deve essere somministrato con cautela nei pazienti alcolizzati o con dipendenza farmacologica di altro genere, a causa dell’aumento della frequenza a sviluppare tolleranza agli oppiacei e dipendenza psicologica riscontrata in questa popolazione di pazienti. Con l’abuso per via parenterale, gli eccipienti della compressa potrebbero causare complicazioni letali.
L’uso continuato di oppiacei, JURNISTA compreso, può generare lo sviluppo di tolleranza e di dipendenza fisica.
È possibile che si verifichi un abuso volontario di JURNISTA, come accade con gli altri oppiacei, caratterizzato da modifiche comportamentali, non riscontrate nei pazienti il cui dolore viene opportunamente trattato con JURNISTA. Si ritiene che solo nei pazienti in un certo qual modo predisposti possa svilupparsi una dipendenza psicologica o un effetto che determina assuefazione, pur non essendo una risposta normale o prevista durante l’uso appropriato degli oppiacei per il trattamento del dolore. Tuttavia, anche se un paziente ha abusato di oppiacei in passato, l’idromorfone o gli altri oppiacei possono essere ancora indicati nel trattamento del dolore severo del paziente. La necessità di aumentare la dose può essere dovuta a una patologia sottostante e deve quindi essere rivalutata. Nella maggior parte dei casi, la richiesta riflette l’esigenza reale di attenuazione del dolore e non deve essere confusa con un uso inappropriato del farmaco.
L’impiego di idromorfone da parte di chi svolge attività sportiva a livello agonistico comporta la squalifica. Idromorfone può determinare positività ai test antidoping.
Il farmaco contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, come il deficit di Lapp-lattasi o la sindrome da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo farmaco.
L’uso concomitante di JURNISTA con alcool o con altri farmaci che lo contengono, deve essere evitato in quanto l’alcool aumenta l’effetto sedativo dell’idromorfone.
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Gli inibitori delle monoaminossidasi (IMAO), se vengono somministrati insieme agli oppiacei, possono provocare eccitazione o depressione del SNC, ipotensione o ipertensione,. JURNISTA è controindicato nei pazienti in terapia con gli IMAO (vedere paragrafo 4.3).
La somministrazione concomitante di idromorfone con gli agonisti/antagonisti della morfina (buprenorfina, nalbufina, pentazocina) può comportare una riduzione dell’effetto analgesico mediante il blocco competitivo dei recettori, con il rischio d’insorgenza dei sintomi da astinenza. Questa associazione è pertanto controindicata (vedere paragrafo 4.3).
La somministrazione concomitante di depressori del sistema nervoso centrale come ipnotici, sedativi, anestetici generali, antipsicotici e alcool, può causare effetti depressivi additivi che possono provocare l’insorgenza di depressione respiratoria, ipotensione, sedazione profonda o coma. Nel caso in cui sia indicata questa associazione, è necessario ridurre la dose di uno o di entrambi gli agenti.
JURNISTA, analogamente agli altri oppiacei, può potenziare l’azione di blocco neuromuscolare dei miorilassanti e provocare un aumento del grado di depressione respiratoria.
Occorre evitare l’uso concomitante di alcool; quest’ultimo infatti aumenta l’effetto sedativo dell’idromorfone.
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso dell’idromorfone in donne in gravidanza. Mentre gli studi nell’animale (vedere paragrafo 5.3) non hanno rivelato effetti teratogeni, è stata osservata tossicità riproduttiva. Nelle sperimentazioni condotte sull’animale, l’idromorfone ha dimostrato di attraversare la barriera placentare. Non è noto il rischio potenziale per l’uomo derivante dall’uso di oppiacei durante la gravidanza.
JURNISTA non deve essere somministrato in gravidanza e durante il travaglio a causa di un indebolimento della contrattilità uterina e del rischio di depressione respiratoria nel neonato. Sintomi da astinenza potrebbero essere osservati nei neonati di madri sottoposte a trattamento cronico.
Allattamento
Negli studi clinici, basse concentrazioni di idromorfone e altri oppiacei sono state riscontrate nel latte materno. Studi preclinici hanno dimostrato che l’idromorfone può essere trovato nel latte dei ratti che allattano. JURNISTA non deve essere usato durante l’allattamento.
JURNISTA può compromettere in misura rilevante la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Questo fenomeno è più probabile all’inizio della terapia, a seguito di un incremento della dose o cambiamento della preparazione.
Negli studi clinici con JURNISTA (n=1684), le reazioni avverse più comunemente riportate sono state stipsi, nausea e vomito. Di solito possono essere gestite con riduzione della dose, lassativi (vedere paragrafo 4.2) o antiemetici, come più appropriato.
La tabella riportata di seguito mostra le reazioni avverse (ADR) osservate durante gli studi clinici con JURNISTA e quelle che sono state segnalate con altre formulazioni di idromorfone cloridrato. Se le frequenze osservate con JURNISTA e con altre formulazioni a base di idromorfone cloridrato erano diverse, venivano utilizzate quelle a più alta incidenza di entrambi i database.
Classificazione sistemica organica | Reazioni avverse |
| Frequenza |
| Molto comune (≥ 1/10) | Comune (≥ 1/100; <1/10) | Non comuni (≥ 1/1000; < 1/100) | Raro (≥ 1/10.000; < 1/1000) | Molto raro (< 1/10.000) |
Esami diagnostici | | Calo ponderale | Ridotta saturazione dell’ossigeno, diminuzione potassio plasmatico, aumento enzimi epatici, aumento amilasi plasmatica | Diminuzione testosterone plasmatico | |
Patologie cardiache | | Tachicardia | Palpitazioni, extrasistoli | Bradicardia | |
Patologie del sistema nervoso | Sonnolenza, cefalea, vertigini | Problemi della memoria, ipoestesia, parestesia, tremore o contrazioni muscolari involontarie, sedazione, disturbi dell’attenzione, disgeusia | Mioclono, coordinazione anomala, discinesia, sincope, disartria, disturbi dell’equilibrio, depressione dei livelli di coscienza, iperestesia, encefalopatia, disturbi cognitivi, iperattività psicomotoria, crisi epilettiche, convulsioni | Iperreflessia | |
Patologie dell’occhio | | Disturbi della vista come offuscamento della visione | Miosi, diplopia, secchezza dell’occhio | | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | | Vertigini | Tinnito | | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | | Dispnea | Sofferenza respiratoria, rinorrea, ipossia, broncospasmo, iperventilazione, starnuti | Depressione respiratoria | |
Patologie gastrointestinali | Stipsi, nausea, vomito | Secchezza delle fauci, diarrea, dolore addominale, dispepsia, disfagia, flatulenza | Distensione addominale, emorroidi, ematochezia, feci anormali, ostruzione intestinale, diverticoli, eruttazione, disturbi della motilità gastrointestinale, perforazione dell’intestino crasso | Aumento degli enzimi pancreatici*, ragadi anali, bezoario, duodenite, ileo paralitico, alterazioni dello svuotamento gastrico, defecazione dolorosa | |
Patologie renali e urinarie | | Ritenzione urinaria, disuria, disturbi urinari | Esitazione nell’urinare, pollachiuria | | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | | Iperidrosi, prurito, eruzione cutanea | Eczema* | Rossore al volto/ eritema | |
Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo | | Spasmi muscolari, dolore di schiena, artralgia, dolore delle estremità | Mialgia | | |
Patologie endocrine | | | | Ipogonadismo | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | | Anoressia, disidratazione | Aumento dell’appetito, ritenzione di liquidi, iperuricemia | | |
Infezioni e infestazioni | | | Gastroenterite, diverticolite | | |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | | Cadute, contusioni | Sovradosaggio | | |
Patologie vascolari | | Ipotensione, rossore, ipertensione | | | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Astenia | Edema, sindrome da astinenza dal farmaco, piressia, dolore, oppressione toracica, brividi | Sensazione anomala, malessere, difficoltà a camminare, agitazione, stato di confusione come dopo sbornia | Sensazione di ubriacatura, sensazione di caldo e freddo, ipotermia | |
Patologie epatobiliari | | | | Coliche biliari* | |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | | | Disfunzione erettile/ impotenza, disfunzioni sessuali | | |
Disturbi psichiatrici | | Insonnia, ansia, stato confusionale, nervosismo, sogni anomali, depressione, alterazioni dell’umore, irrequietezza, allucinazioni | Diminuzione della libido, attacchi di panico, paranoia, aggressività, crisi di pianto, apatia, tolleranza al farmaco*, disforia, euforia | Dipendenza* | |
* Reazioni avverse (ADR) riportate con altre formulazioni a base di idromorfone cloridrato
In letteratura sono stati segnalati i seguenti eventi di cui non si conosce la frequenza: insufficienza respiratoria, delirio e amenorrea.
La depressione respiratoria può essere più probabile in alcuni sottogruppi di pazienti (vedere paragrafo 4.4).
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Il sovradosaggio con idromorfone è caratterizzato da depressione respiratoria, sonnolenza che evolve fino a stupore e coma, flaccidità muscolo-scheletrica, cute fredda, contrazione delle pupille e a volte, tachicardia e ipotensione. In caso di grave sovradosaggio possono insorgere apnea, collasso circolatorio, arresto cardiaco e morte.
Nel trattamento del sovradosaggio, è necessario prestare attenzione innanzitutto a ristabilire un’adeguata funzione respiratoria, mantenendo le vie respiratorie pervie ed istituendo una ventilazione assistita e controllata. Se l’ingestione orale è recente, è possibile effettuare una lavanda gastrica, sotto il controllo di un medico.
Per gestire lo shock e l’edema polmonare, che può seguire al sovradosaggio, è necessario adottare misure di supporto (ossigeno, vasopressori). L’arresto cardiaco e le aritmie possono richiedere un massaggio cardiaco o la defibrillazione.
Nei casi di grave sovradosaggio, devono essere utilizzati antidoti specifici come naloxone e nalmefene per gestire la depressione respiratoria (si vedano le informazioni di prescrizione per lo specifico antagonista degli oppiacei per i dettagli di un uso corretto). L’effetto del naloxone è relativamente breve, perciò il paziente deve essere attentamente monitorato fino alla stabilizzazione della respirazione. JURNISTA rilascia idromorfone per circa 24 ore. È necessario tenerne conto nella pianificazione del trattamento. Il naloxone non deve essere somministrato in assenza di depressione respiratoria clinicamente significativa o depressione circolatoria dovuta all’assunzione di oppiacei. Il naloxone deve essere somministrato con cautela nei pazienti in cui è presente una sospetta dipendenza fisica da idromorfone, poiché il rapido antagonismo di un oppiaceo, idromorfone compreso, può far precipitare i sintomi da astinenza.
Categoria farmacoterapeutica: analgesici; alcaloidi naturali dell’oppio, codice ATC: N02AA03.
L’idromorfone è un derivato semisintetico della morfina.
Analogamente agli altri oppiacei, l’idromorfone esercita i suoi effetti farmacologici principali sul SNC e sulla muscolatura liscia. Tali effetti sono espressi e modulati dal legame con specifici recettori per gli oppiacei. L’idromorfone è principalmente un agonista dei recettori mc, con una debole affinità per i recettori κ. L’analgesia si verifica come conseguenza del legame dell’idromorfone ai recettori mc del SNC. Benché le stime varino (da 2 a 10 volte), sembra che l’idromorfone assunto per via orale sia circa 5 volte più potente (in peso) della morfina e abbia una durata d’azione inferiore. La depressione respiratoria insorge principalmente per azione diretta sui centri di controllo cerebrali della respirazione. Gli oppiacei possono provocare nausea e vomito, a causa della stimolazione diretta dei chemiorecettori per l’emesi, nella regione posteriore del midollo.
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Dopo una singola somministrazione orale di JURNISTA compresse a rilascio prolungato, le concentrazioni plasmatiche aumentano gradatamente in 6-8 ore e successivamente rimangono costanti per approssimativamente 18-24 ore; i valori medi di Tmax sono stati approssimativamente tra 13 e 16 ore. Ciò dimostra che, come desiderato, l’idromorfone viene rilasciato in modo costante dalla formulazione del farmaco, con un assorbimento continuato attraverso tutto il tratto intestinale per circa 24 ore, compatibile con la monosomministrazione giornaliera. La biodisponibilità media assoluta dell’idromorfone dopo una singola dose di 8, 16 o 32 mg di JURNISTA è compresa fra il 22% e il 26%. La somministrazione concomitante di JURNISTA con un pasto ricco di grassi non ha alcun effetto sull’assorbimento di idromorfone.
Le concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario sono approssimativamente il doppio rispetto a quelle osservate dopo la somministrazione della prima dose, e lo stato stazionario è raggiunto alla quarta dose di JURNISTA. Non sono state osservate variazioni della farmacocinetica tempo- dipendenti con somministrazione di dosi multiple. Allo stato stazionario JURNISTA, somministrato una volta al giorno, ha mantenuto le concentrazioni plasmatiche di idromorfone entro lo stesso intervallo di concentrazione di una compressa a rilascio immediato somministrata 4 volte al giorno alla stessa dose giornaliera complessiva e ha diminuito le fluttuazioni periodiche delle concentrazioni plasmatiche delle compresse a rilascio immediato. Il grado di fluttuazioni nelle concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario durante un periodo di 24 ore (calcolato come (Cmax(ss) âE.“ Cmin(ss))/Cavg(ss) x 100%) è stato inferiore con JURNISTA (83%) in confronto con le fluttuazioni totali delle compresse a rilascio immediato (147%). Allo stato stazionario, l’AUC dell’idromorfone contenuto in JURNISTA è equivalente a quella osservata per le compresse a rilascio immediato.
Il legame alle proteine plasmatiche è basso (< 30%). La glucoronidazione è il percorso metabolico principale e il metabolita primario è l’idromorfone-3-glucoronide, che ha un tempo di rilascio nel plasma analogo a quello dell’idromorfone. Diversamente da quanto accade per la morfina, non viene prodotto il 6-glucoronide. Per la compressa a rilascio controllato è stata dimostrata una farmacocinetica lineare nell’intervallo di dosaggio 4-64 mg, con un aumento proporzionale della dose nelle concentrazioni plasmatiche (Cmax) e della concentrazione complessiva (AUC).
L’effetto esercitato dall’età sul profilo farmacocinetico dopo singola dose dell’idromorfone a rilascio immediato mostra una riduzione del 14% della Cmax e un modesto aumento (11%) dell’AUC nei pazienti anziani, rispetto a quelli giovani. Non è stata riscontrata alcuna differenza del Tmax. Non può essere esclusa una maggiore sensibilità dei soggetti anziani. In generale, la selezione della dose per un paziente anziano deve essere fatta con cautela, iniziando solitamente dal livello più basso dell’intervallo di dosi, in quanto in questa popolazione di pazienti possono manifestarsi con frequenza maggiore una diminuzione della funzionalità epatica, renale o cardiaca, patologie concomitanti o l’uso di altri farmaci.
Le concentrazioni plasmatiche e i parametri farmacocinetici dell’idromorfone dopo la somministrazione di JURNISTA sono comparabili in soggetti maschi e femmine.
Negli studi che hanno impiegato somministrazioni orali singole di compresse convenzionali (a rilascio immediato), la compromissione epatica ha ridotto il metabolismo di primo passaggio dell’idromorfone, comportando un aumento dei livelli plasmatici di idromorfone quattro volte superiori nei soggetti con disfunzione epatica di grado moderato. La compromissione renale ha inciso sul profilo farmacocinetico dell’idromorfone e dei suoi metaboliti, l’idromorfone-3-glucoronide e il 3-solfato. Gli effetti della compromissione renale sulla farmacocinetica dell’idromorfone erano rappresentati da incrementi di due e quattro volte della biodisponibilità dell’idromorfone, rispettivamente con compromissione di grado moderato e grave. Sono stati osservati anche cambiamenti sostanziali della cinetica di eliminazione dell’idromorfone-3-glucoronide, nel gruppo con compromissione grave, anche se l’emodialisi è stata efficace nel ridurre i livelli plasmatici sia dell’idromorfone che dei suoi metaboliti. Per le raccomandazioni sulle dosi fare riferimento al paragrafo 4.2.
In uno studio in cui è stato confrontato l’assorbimento dell’idromorfone dopo somministrazione di JURNISTA in associazione con 240 ml di alcool al 4, 20 e 40%, la Cmax è aumentata mediamente del 17, 31 e 28% rispettivamente in condizioni di digiuno mentre tale assorbimento è stato meno condizionato dopo il pasto con aumenti rispettivamente del 14, 14 e 10%. Il Tmax medio (a stomaco pieno e a digiuno) dopo assunzione di alcool al 4, 20 e 40% è stato di 12-16 ore e con lo 0% di alcool è stato di 16 ore. Non si sono visti effetti sui valori dell’AUC in entrambi i casi a digiuno e dopo il pasto. Grazie alla tecnologia OROS delle compresse di JURNISTA, le proprietà di rilascio prolungato sono mantenute in presenza di alcool. Per le interazioni farmacodinamiche vedere paragrafo 4.4.
I dati non clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di farmacologia per la sicurezza, tossicità a dosi ripetute, genotossicità e fertilità. Nei ratti è stata osservata una lieve ma significativa riduzione nell’impianto ad una dose di 6,25 mg/kg/die, una dose che produce tossicità nella madre durante il periodo dell’accoppiamento. L’esposizione plasmatica (AUC) all’idromorfone a questo dosaggio è stata di 135 ng/ora/ml, fornendo un fattore di sicurezza 1,5 volte superiore rispetto all’esposizione nell’uomo (AUC) basato sulla dose media giornaliera. La vitalità e la sopravvivenza neonatale si sono ridotte nei ratti in pre-svezzamento, alla dose orale giornaliera per la madre di 6,25 mg/kg. Quest’ultimo sembra essere un effetto di classe degli analgesici oppiacei. Non sono stati eseguiti studi di carcinogenesi a lungo termine.
Nucleo della compressa rivestita:
Polietilene ossido 200K
Povidone K29-32
Magnesio stearato
Ferro ossido giallo E172 (solo per le compresse da 4 e 32 mg)
Butilidrossitoluene E321
Polietilene ossido 2000K
Sodio cloruro
Ipromellosa
Ferro ossido nero E172
Lattosio anidro
Cellulosa acetato
Macrogol 3350
Rivestimento colorato:
8 mg, 16 mg, 32 mg e 64 mg: Lattosio monoidrato, ipromellosa, titanio diossido E171, glicerolo triacetato, ferro ossido rosso E172 (8 mg) / ferro ossido giallo E172 (16 mg)/indigotina E132 (64 mg).
4 mg: ipromellosa, titanio diossido E171, macrogol 400, ferro ossido giallo E172, ferro ossido rosso E172 e ferro ossido nero E172.
Rivestimento trasparente:
Ipromellosa
Macrogol 400
Inchiostro di stampa:
Ferro ossido nero E172
Glicole propilenico
Ipromellosa
Non pertinente.
2 anni.
Non conservare a temperatura superiore a 25° C.
Blister di PVC/Aclar con pellicola di alluminio.
Confezioni da 7, 10, 14, 20, 28, 30, 35, 40, 50, 56, 60, 100 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
JANSSEN-CILAG SpA
Via M. Buonarroti, 23
20093 COLOGNO MONZESE (MI)
Italia
JURNISTA® 4 mg compresse a rilascio prolungato 14 compresse A.I.C. n. 037396518/M
JURNISTA® 4 mg compresse a rilascio prolungato 28 compresse A.I.C. n. 037396532/M
JURNISTA® 8 mg compresse a rilascio prolungato 14 compresse A.I.C. n. 037396037/M
JURNISTA® 8 mg compresse a rilascio prolungato 28 compresse A.I.C. n. 037396052/M
JURNISTA® 16 mg compresse a rilascio prolungato 14 compresse A.I.C. n. 037396153/M
JURNISTA® 16 mg compresse a rilascio prolungato 28 compresse A.I.C. n. 037396177/M
JURNISTA® 32 mg compresse a rilascio prolungato 14 compresse A.I.C. n. 037396278/M
JURNISTA® 32 mg compresse a rilascio prolungato 28 compresse A.I.C. n. 037396292/M
JURNISTA® 64 mg compresse a rilascio prolungato 14 compresse A.I.C. n. 037396393/M
JURNISTA® 64 mg compresse a rilascio prolungato 28 compresse A.I.C. n. 037396417/M
Prima AIC: 23 Luglio 2007
Rinnovo dell’AIC: 22 Dicembre 2009
04/2011