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KENTERA
Ogni cerotto transdermico contiene 36 mg di ossibutinina. La superficie del cerotto è di 39 cm² con un rilascio nominale di 3,9 mg di ossibutinina nell’arco di 24 ore.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Cerotto transdermico. Il cerotto è in plastica trasparente ed è dotato di un supporto adesivo, protetto da uno strato staccabile che deve essere rimosso prima dell'applicazione.
Trattamento sintomatico dell’incontinenza urinaria da urgenza e/o dell’aumentata frequenza e urgenza urinaria in pazienti adulti affetti da vescica instabile (tenesmo vescicale).
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Il cerotto deve essere applicato sulla cute asciutta e intatta dell’addome, del fianco o dei glutei, immediatamente dopo averlo estratto dalla bustina protettiva. Ad ogni nuovo cerotto si deve scegliere una nuova zona di applicazione, per evitare di applicarlo il sulla stessa sede entro 7 giorni dall’applicazione precedente.
La dose raccomandata è un cerotto transdermico da 3,9 mg applicato due volte a settimana (ogni 3 – 4 giorni).
Non c'è esperienza sull'uso nei bambini.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Kentera è controindicato in pazienti con ritenzione urinaria, gravi disturbi gastrointestinali, miastenia grave o glaucoma ad angolo chiuso, nonché in pazienti a rischio di queste condizioni.
Kentera deve essere somministrato con prudenza a pazienti con compromissione epatica o renale. L’uso di Kentera in pazienti con compromissione epatica deve essere monitorato attentamente. Altre cause di minzione frequente (scompenso cardiaco o patologia renale) devono essere valutate prima del trattamento con Kentera. In caso di infezione delle vie urinarie si deve avviare un’adeguata terapia antibatterica.
Ritenzione urinaria: i prodotti anticolinergici devono essere somministrati con prudenza a pazienti affetti da un’ostruzione del flusso vescicale clinicamente significativa, per il rischio di ritenzione urinaria.
Kentera deve essere somministrato con prudenza a pazienti anziani, che possono essere più sensibili agli effetti degli anticolinergici ad azione centrale e che presentano delle differenze nella farmacocinetica.
La somministrazione orale di ossibutinina può giustificare le seguenti avvertenze, sebbene questi eventi non siano stati osservati durante gli studi clinici realizzati con Kentera:
Disturbi gastrointestinali: i medicinali anticolinergici possono ridurre la motilità gastrointestinale e devono essere somministrati con prudenza a pazienti affetti da disturbi ostruttivi gastrointestinali, per il rischio di ritenzione gastrica. Lo stesso vale per la colite ulcerosa e l’atonia intestinale. I medicinali anticolinergici devono essere somministrati con prudenza a pazienti affetti da ernia iatale / riflusso gastroesofageo e/o che stanno assumendo contemporaneamente medicinali (ad es. bisfosfonati) che possono provocare o aggravare l’esofagite.
Gli anticolinergici devono essere somministrati con prudenza a pazienti affetti da neuropatia autonomica, deficit cognitivo o morbo di Parkinson
I pazienti devono essere informati che lo stato di prostrazione da calore (febbre e colpo di calore dovuti ad una ridotta sudorazione) può verificarsi quando gli anticolinergici come l’ossibutinina vengono impiegati in un ambiente caldo. L’ossibutinina può aggravare i sintomi di ipertiroidismo, cardiopatia coronarica, scompenso cardiaco congestizio, aritmie cardiache, tachicardia, ipertensione ed ipertrofia prostatica
L’ossibutinina può inibire le secrezioni salivari inducendo così carie, parodontosi o candidosi orale.
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L’uso concomitante di ossibutinina con altri medicinali anticolinergici o con altri agenti che competono per il metabolismo dell’enzima CYP3A4, può aumentare la frequenza o la gravità della secchezza delle fauci, della stitichezza e della sonnolenza.
Gli agenti anticolinergici potrebbero alterare l’assorbimento di alcuni medicinali somministrati in concomitanza, per gli effetti anticolinergici sulla motilità gastrointestinale. Poiché l’ossibutinina viene metabolizzata dall’isoenzima CYP 3A4 del citrocromo P 450, non si possono escludere interazioni con i medicinali che inibiscono questo isoenzima. Ciò è da tenere presente in caso di somministrazione di azoli antifungini (ad es. ketoconazolo) o antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina) in concomitanza con l’ossibutinina.
L’attività anticolinergica dell’ossibutinina viene aumentata dalla somministrazione concomitante di altri anticolinergici o di medicinali con attività anticolinergica, come ad esempio l’amantadina ed altri medicinali anticolinergici antiparkinsoniani (ad es. biperiden, levodopa), gli antistaminici, gli antipsicotici (ad es. fenotiazine, butirrofenoni, clozapina), la chinidina, gli antidepressivi triciclici, l’atropina e i composti ad essa correlati come gli antispastici atropinici, il dipiridamolo.
I pazienti devono essere informati della possibilità che l'alcol aumenti il torpore provocato da agenti anticolinergici come l'ossibutinina (vedere paragrafo 4.7).
L’ossibutinina può avere un effetto antagonista alle terapie procinetiche.
Non vi sono dati adeguati provenienti dall’uso del cerotto transdermico di ossibutinina in donne in gravidanza.
Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva di lieve entità (vedere paragrafo 5.3). Kentera non deve essere usato durante la gravidanza se non in caso di assoluta necessità.
Quando l’ossibutinina viene somministrata durante l’allattamento, una piccola quantità viene escreta nel latte materno. Si sconsiglia pertanto l'uso dell'ossibutinina durante l'allattamento.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari.
Poiché Kentera può provocare sonnolenza, torpore o vista offuscata, si deve raccomandare cautela ai pazienti durante la guida di veicoli o l’uso di macchinari (vedere paragrafo 4.5).
Le reazioni avverse al farmaco riferite più comunemente sono state le reazioni nella sede di applicazione, verificatesi nel 23,1% dei pazienti. Altre reazioni avverse al farmaco riferite comunemente sono state secchezza delle fauci (8,6%), stipsi (3,9%), diarrea (3,2%), cefalea (3,0%), vertigini (2,3%) e vista offuscata (2,3%).
Reazioni avverse note per essere associate alla terapia anticolinergica, ma non osservate con Kentera durante gli studi clinici, sono: anoressia, vomito, esofagite da reflusso, ridotta sudorazione, colpo di calore, ridotta lacrimazione, midriasi, tachicardia, aritmia, disorientamento, scarsa capacità di concentrazione, affaticamento, incubi, irrequietezza, convulsioni, ipertensione intraoculare e induzione del glaucoma, confusione, ansia, paranoia, allucinazioni, fotosensibilità, disfunzione erettile.
Le reazioni avverse riportate qui sotto sono elencate in ordine di frequenza come segue:
molto comune (≥ 1/10)
comune (≥ 1/100, < 1/10)
non comune (≥ 1/1.000, < 1/100)
Infezioni ed infestazioni
Comuni:
- infezione delle vie urinarie
Non comuni:
- infezione delle alte vie respiratorie, infezione fungina
Patologie dell’occhio
Comuni:
- vista offuscata
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Comuni:
- vertigini
Patologie cardiache
Non comuni:
- palpitazioni
Patologie vascolari
Non comuni:
- orticaria, vampate di calore
Patologie gastrointestinali
Comuni:
- secchezza delle fauci, stipsi, diarrea, nausea, dolore addominale
Non comuni:
- disturbi addominali, dispepsia
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Non comuni:
- dolore lombare
Patologie renali e urinarie
Non comuni:
- ritenzione urinaria, disuria
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comuni:
- prurito nella sede di applicazione
Comuni:
- eritema nella sede di applicazione, reazione nella sede di applicazione, eruzione nella sede di applicazione, cefalea, sonnolenza
Non comuni:
- rinite
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura
Non comuni:
- lesione inflitta
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La concentrazione di ossibutinina nel plasma diminuisce entro 1 - 2 ore dopo aver rimosso il(i) sistema(i) transdermico(i). I pazienti devono essere monitorati fino alla scomparsa dei sintomi. Il sovradosaggio con ossibutinina è stato associato agli effetti anticolinergici fra cui eccitazione a livello del sistema nervoso centrale (SNC), vampate di calore, febbre, disidratazione, aritmia cardiaca, vomito e ritenzione urinaria. é stato riferito il caso di un ragazzo di 13 anni che ha assunto100 mg di cloruro di ossibutinina per via orale, in associazione con alcool e ha manifestato perdita di memoria e il caso di una donna di 34 anni che ha manifestato stupor, seguito da disorientamento ed agitazione al risveglio, pupille dilatate, cute secca, aritmia cardiaca e ritenzione urinaria. Entrambi i pazienti si sono ripresi completamente dopo un trattamento sintomatico.
Non sono stati riportati casi di sovradosaggio con Kentera.
Categoria farmacoterapeutica: antispastici delle vie urinarie, codice ATC: G04B D04.
Meccanismo di azione: l’ossibutinina agisce da antagonista competitivo dell’acetilcolina sui recettori muscarinici postgangliari, rilasciando la muscolatura liscia della vescica.
Effetti farmacodinamici:
In pazienti con vescica iperattiva, caratterizzata da instabilità o iperreflessia del muscolo detrusore, studi cistometrici hanno dimostrato che l’ossibutinina aumenta la capacità vescicale massima ed aumenta il volume alla prima contrazione del muscolo detrusore. L'ossibutinina, quindi, riduce il tenesmo vescicale e la frequenza sia degli episodi di incontinenza sia della minzione volontaria.
L’ossibutinina è una miscela racemica (50:50) degli isomeri R ed S. L’attività antimuscarinica risiede prevalentemente nell’isomero R. L’isomero R dell’ossibutinina mostra una maggiore selettività per i sottotipi muscarinici M1 ed M3 (prevalenti nel muscolo detrusore vescicale e nella ghiandola parotidea) rispetto al sottotipo M2 (prevalente nel tessuto cardiaco). Il metabolito attivo, la N-desetilossibutinina, ha un’attività farmacologica sul muscolo detrusore umano simile a quella degli studi in vitro con l’ossibutinina, ma ha un’affinità di legame al tessuto parotideo maggiore dell’ossibutinina. La forma libera base dell’ossibutinina è farmacologicamente equivalente all’ossibutinina cloridrato.
Efficacia clinica:
Un totale di 957 pazienti affetti da incontinenza urinaria da urgenza sono stati valutati in tre studi controllati in cui si confrontava Kentera con placebo, ossibutinina orale e/o tolterodina in capsule ad azione prolungata. Sono state valutate le riduzioni degli episodi settimanali di incontinenza, della frequenza urinaria e del volume di svuotamento vescicale. Kentera ha portato sensibili miglioramenti ai sintomi della vescica iperattiva rispetto al placebo.
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Assorbimento
Kentera ha una concentrazione di ossibutinina sufficiente a mantenerne il trasporto continuo nell’arco dei 3 – 4 giorni dell’intervallo di somministrazione. L’ossibutinina viene trasportata attraverso la cute intatta e passa nella circolazione sistemica mediante diffusione passiva attraverso lo strato corneo dell’epidermide. Dopo l’applicazione di Kentera, la concentrazione di ossibutinina nel plasma aumenta per circa 24 – 48 ore, raggiungendo le concentrazioni massime medie di 3 – 4 ng/ml. Le condizioni di stato stazionario vengono raggiunte durante la seconda applicazione del cerotto transdermico. Successivamente, le concentrazioni si mantengono stazionarie per un periodo massimo di 96 ore. La differenza dell’AUC e della Cmax dell’ossibutinina e del metabolito attivo, la N-desetilossibutinina, a seguito della somministrazione transdermica di Kentera sull’addome, sui glutei o sul fianco, non ha rilevanza clinica.
Distribuzione
L’ossibutinina viene distribuita ampiamente nei tessuti a seguito dell’assorbimento sistemico. é stato calcolato che il volume di distribuzione è di 193 l a seguito di somministrazione endovenosa di 5 mg di ossibutinina cloridrato.
Metabolismo
L’ossibutinina somministrata per via orale viene metabolizzata principalmente dai sistemi enzimatici del citocromo P450, in particolare dal CYP3A4, presente in prevalenza nel fegato e nella parete intestinale. I metaboliti comprendono l’acido fenilcicloesil glicolico, farmacologicamente inattivo, e la N-desetil-ossibutinina, che è farmacologicamente attiva. La somministrazione transdermica dell’ossibutinina evita il metabolismo gastrointestinale ed epatico di primo passaggio, riducendo la formazione del metabolito N-desetil.
Escrezione
L’ossibutinina viene ampiamente metabolizzata dal fegato, vedi sopra, con meno dello 0,1% della dose somministrata escreta invariata nelle urine. Inoltre, meno dello 0,1% della dose somministrata viene escreta sotto forma del metabolito N-desetil-ossibutinina.
I dati preclinici ottenuti da studi di tossicologia acuta, tossicità per somministrazioni ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno e tossicità locale non evidenziano particolari rischi per l’uomo.
Ad una concentrazione di 0,4 mg/kg/die di ossibutinina somministrata per via sottocutanea, la frequenza di anomalie organiche è aumentata significativamente, ma è stata osservata solo in presenza di tossicità materna. Kentera rilascia circa 0,08 mg/kg/die. Ad ogni modo, non essendo chiara l’associazione fra la tossicità materna e l’effetto sullo sviluppo, la rilevanza per la sicurezza dell’uomo non può essere definita. Nello studio sulla fertilità condotto sui ratti con somministrazione sottocutanea, se per i maschi non è stato riscontrato alcun effetto, nelle femmine la fertilità veniva compromessa ed è stato identificato un livello NOAEL (no observed adverse effect level = livello più alto di dose che non produce effetto tossico) di 5 mg/kg.
Poliestere/etilenvinil acetato (PET/EVA) trasparente
Strato centrale
Triacetina
Soluzione adesiva a base di copolimeri acrilici, contenente domini di 2-etilesil acrilato, N-vinilpirrolidone e polimero esametilen glicole dimetacrilato.
Pellicola da staccare
Poliestere siliconato
Non pertinente.
2 anni.
Non refrigerare o congelare.
I cerotti transdermici sono contenuti singolarmente in bustine in laminato di LDPE/carta e forniti in scatole da 2, 8 o 24 con calendario per il paziente.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Applicare immediatamente dopo l’estrazione dalla bustina protettiva. Dopo l’uso, il cerotto contiene ancora significative quantità di principi attivi. I principi attivi residui del cerotto possono avere effetti dannosi se raggiungono l’ambiente acquoso. Di conseguenza, dopo aver rimosso il cerotto usato, questo deve essere piegato a metà, con il lato adesivo rivolto verso l’interno in modo che la membrana di rilascio non sia esposta, inserito nella bustina originale e smaltito in condizioni di sicurezza lontano dalla portata dei bambini. Sia i cerotti usati che quelli nuovi devono essere smaltiti in conformità ai requisiti di legge locali o resi in farmacia. I cerotti usati non devono essere gettati nel water né smaltiti utilizzando sistemi di eliminazione dei residui liquidi.
Le attività che comportano un’eccessiva sudorazione o l’esposizione all’acqua o a temperature estreme possono causare problemi di aderenza del cerotto. Non si deve esporre il cerotto al sole.
Nicobrand Limited 189 Castleroe Road Coleraine Irlanda del Nord BT51 3RP
EU/1/03/270/001 8 cerotti transdermici
038812018
EU/1/03/270/002 24 cerotti transdermici
038812020
EU/1/03/270/003 2 cerotti transdermici
038812032
Data della prima autorizzazione: 15/06/2004
Data dell'ultimo rinnovo: 15/06/2009