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KETARTRIUM
Ogni capsula contiene:
Principio attivo: Ketoprofene 100 mg
Per gli eccipienti vedere par. 6.1
Capsule di gelatina dura per uso orale
Affezioni reumatiche, infiammatorie e dolorose di diversa origine:
osteoartrosi a varia localizzazione;
spondilite anchilosante, gotta acuta, artrite reumatoide;
borsiti, tendinite, tenosinoviti, sinoviti, capsuliti, sciatalgie, radicoliti, mialgie;
contusioni, distorsioni, lussazioni, strappi muscolari;
flebiti, tromboflebiti superficiali, linfangiti.
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1 capsula 2 - 3 volte al giorno, preferibilmente somministrata dopo i pasti principali.
Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovrà valutare una eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.
Ulcera peptica in fase attiva, anamnesi positiva di ulcera peptica ricorrente, dispepsia cronica, gastrite, grave insufficienza renale, leucopenia e piastrinopenia, gravi disturbi all’emocoagulazione.
Ipersensibilità al ketoprofene o ai componenti del prodotto.
Esiste la possibilità di ipersensibilità crociata con acido acetilsalicilico o altri farmaci antinfiammatori non steroidei; pertanto il ketoprofene non deve essere somministrato ai pazienti nei quali acido acetilsalicilico o altri farmaci antinfiammatori non steroidei abbiano provocato sintomi di asma, rinite, orticaria.
KETARTRIUM è inoltre generalmente controindicato in gravidanza, durante l’allattamento (vedere al punto Gravidanza e allattamento) ed inoltre nei neonati e nei bambini fino a 3 anni di età.
L’uso del ketoprofene in pazienti affetti da asma bronchiale o con diatesi allergica può far insorgere una crisi asmatica.
In pazienti on funzionalità renale compromessa la somministrazione del ketoprofene deve essere effettuata con particolare cautela in considerazione all’eliminazione essenzialmente renale del farmaco
L’uso di KETARTRIUM, come di qualsiasi farmaco inibitore della sintesi delle prostaglandine e della cicloossigenasi è sconsigliato nelle donne che intendono iniziare una gravidanza.
La somministrazione di KETARTRIUM dovrebbe essere sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
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Poiché il legame proteico di KETARTRIUM è elevato, può essere necessario ridurre il dosaggio di anticoagulanti, di difenilidantoina o di sulfamidici che dovessero essere somministrati contemporaneamente.
Per evitare eventuali interazioni con altri farmaci non descritti, segnalare sistematicamente al proprio medico curante ogni altra terapia concomitante.
La somministrazione di ketoprofene, anche se sperimentalmente non ha fatto osservare tossicità embrionale per posologie rapportabili a quelle previste per l'uso clinico, non è consigliabile in gravidanza, durante l'allattamento e nell'infanzia.
L'uso del farmaco in prossimità del parto determina un ritardo del parto stesso; inoltre, se somministrato in tale periodo, può provocare alterazioni dell'emodinamica del piccolo circolo con gravi conseguenze per la respirazione.
Se, a seguito di somministrazione di ketoprofene, dovessero insorgere stordimento, sonnolenza o vertigini, il paziente dovrebbe evitare di guidare o di svolgere attività che richiedano particolare vigilanza.
Come per altri antinfiammatori non steroidei si possono riscontrare emorragie gastrointestinali e altri disturbi di solito transitori a carico del tratto gastroenterico, quali gastralgie, nausea e vomito, diarrea e flatulenza.
Solo eccezionalmente sono state segnalate emorragie gastrointestinali, disuria transitoria, astenia, cefalea, sensazione di vertigine ed esantema cutaneo.
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Non sono stati segnalati in letteratura casi di sovradosaggio.
L'attività antinfiammatoria ed analgesica di KETARTIUM è da porre in relazione a quattro ben documentati meccanismi d'azione: stabilizzazione della membrana lisosomiale, inibizione della sintesi delle prostaglandine, attività antibradichininica, attività antiaggregante piastrinica.
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Nell'uomo, l'assorbimento di KETARTRIUM è molto elevato. Somministrato per via intramuscolare raggiunge i massimi livelli ematici in mezz'ora; il valore medio di picco è di 10,4 mcg/ml. Particolarmente interessante appare la farmacocinetica di KETARTRIUM nel liquido sinoviale; in questa sede, infatti, si raggiungono concentrazioni inferiori a quelle ematiche ma di gran lunga più persistenti e questa caratteristica può spiegare l'effetto prolungato del farmaco sulla componente dolorosa articolare.
L'eliminazione di KETARTRIUM avviene essenzialmente attraverso le urine (>50% sotto forma di metaboliti) ed in minima parte attraverso le feci.
Le prove tossicologiche condotte hanno dimostrato la bassa tossicità e l'alto indice terapeutico di KETARTRIUM. La DL50 nel ratto, per os, è di 165 mg/Kg; nel topo, per varie vie di somministrazione, è compresa tra 365 e 662 mg/Kg. Dopo somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei in femmine di ratto gravide è stata osservata restrizione del dotto arterioso fetale.
Lattosio, magnesio stearato, gelatina, titanio biossido, eritrosina, indigotina
Nessuna nota
60 mesi in confezionamento integro e correttamente conservato.
Non previste
Capsule di gelatina dura tipo 3 (bianco/azzurro) in blister al/PVC
Da inghiottire tal quale con l’aiuto di un bicchiere d’acqua
ESSETI FARMACEUTICI S.p.A.
via dei Mille 40 - 80123 Napoli
A.I.C. n. 024494039
Marzo 1983/ Rinnovo 2000
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