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LAMOTRIGINA HEXAL
LAMOTRIGINA HEXAL 5 mg compresse dispersibili
LAMOTRIGINA HEXAL 25 mg compresse dispersibili
LAMOTRIGINA HEXAL 50 mg compresse dispersibili
LAMOTRIGINA HEXAL 100 mg compresse dispersibili
LAMOTRIGINA HEXAL 200 mg compresse dispersibili
Una compressa contiene, principio attivo: lamotrigina 5 mg, 25 mg, 50 mg, 100 mg, 200 mg.
Per gli eccipienti, vedere 6.1.
Compresse dispersibili/masticabili.
Epilessia (Adulti e ragazzi maggiori di 12 anni)
Monoterapia delle crisi parziali e delle crisi tonico-cloniche generalizzate primarie o secondariamente generalizzate e trattamento aggiuntivo delle crisi parziali e delle crisi tonico-cloniche secondariamente generalizzate, nei casi non sufficientemente controllati da altri farmaci antiepilettici.
Quando è stato ottenuto il controllo dell’epilessia durante la terapia aggiuntiva, i farmaci antiepilettici somministrati in concomitanza possono essere sospesi ed i pazienti possono continuare il trattamento con LAMOTRIGINA HEXAL in monoterapia.
Disturbi bipolari (Adulti da 18 anni di età in su)
Prevenzione degli episodi depressivi nella forma di disturbo bipolare caratterizzato da prevalenza della componente depressiva.
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Somministrazione
Le compresse dispersibili possono essere ingerite intere con un pò d’acqua, masticate o disperse in una piccola quantità di acqua (sufficiente a coprire l’intera compressa).
Se la dose di lamotrigina da fare assumere al paziente non fosse esattamente raggiungibile somministrando più compresse di concentrazione inferiore, allora la dose da somministrare va approssimata per difetto.
Ripresa della terapia dopo sospensione
Il medico deve valutare la necessità di utilizzare la posologia ad incrementi successivi per raggiungere la dose di mantenimento quando viene ripresa la terapia con lamotrigina in pazienti che per qualunque motivo l’avevano interrotta, dal momento che il rischio di rash grave è associato alla somministrazione di elevate dosi iniziali ed al superamento della posologia ad incrementi successivi raccomandata per lamotrigina (vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso"). Più ampio è l’intervallo di tempo dalla dose precedente, maggiormente va considerato l’utilizzo della posologia ad incrementi successivi per raggiungere la dose di mantenimento. Quando l’intervallo dall’interruzione della somministrazione di lamotrigina supera le cinque emivite (vedere "Proprietà farmacocinetiche"), si deve utilizzare la posologia ad incrementi successivi di lamotrigina per raggiungere la dose di mantenimento secondo la tabella posologica appropriata.
Si raccomanda che la somministrazione di lamotrigina non venga ripresa in pazienti che l’avevano interrotta a causa di rash associato ad un precedente trattamento con lamotrigina, a meno che il potenziale beneficio sia chiaramente superiore al rischio.
Epilessia
Monoterapia nell’epilessia
Adulti e ragazzi sopra i 12 anni
In quei pazienti che assumono LAMOTRIGINA HEXAL in monoterapia la dose iniziale è di 25 mg una volta al giorno per le prime due settimane, seguiti da 50 mg una volta al giorno per le due settimane successive. In seguito la dose deve essere aumentata di 50-100 mg ogni 1 -2 settimane fino al raggiungimento di una risposta ottimale.
La dose di mantenimento, con cui si ottiene di solito la risposta ottimale, è compresa fra 100 e 200 mg al giorno somministrati in una o due dosi suddivise. In alcuni pazienti è stato necessario somministrare LAMOTRIGINA HEXAL alla dose di 500 mg al giorno per raggiungere la risposta ottimale.
Tabella 1: posologia ad incrementi successivi di LAMOTRIGINA HEXAL raccomandata negli adulti (età superiore ai 12 anni) in monoterapia
| Prima e seconda settimana | Terza e quarta settimana | Dose di mantenimento |
In monoterapia | 25 mg 1 volta al giorno | 50 mg 1 volta al giorno | 100 - 200 mg |
| 1 volta al giorno o eventualmente suddivisi in due dosi |
Per raggiungere la posologia di mantenimento, le dosi giornaliere possono essere aumentate di 50-100 mg ogni 1-2 settimane |
A causa del rischio di effetti indesiderati a livello della cute e delle mucose la dose iniziale e le dosi seguenti ad incrementi successivi non devono essere superate (vedere anche "Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso").
Terapia aggiuntiva nell’epilessia
Adulti e ragazzi sopra i 12 anni
Nei pazienti che assumono valproato, con o senza altri farmaci antiepilettici, la dose iniziale di LAMOTRIGINA HEXAL è di 25 mg a giorni alterni per le prime due settimane, seguiti da 25 mg una volta al giorno per le due settimane successive. In seguito la dose giornaliera deve essere aumentata per un massimo di 25-50 mg ogni 1 -2 settimane, fino al raggiungimento della risposta ottimale.
La dose di mantenimento, con cui si ottiene di solito la risposta ottimale, è compresa fra 100 e 200 mg somministrati in una o due dosi giornaliere.
In quei pazienti che assumono farmaci antiepilettici che inducono gli enzimi (ad esempio fenitoina, carbamazepina, fenobarbitale e primidone), con o senza altri farmaci antiepilettici (escluso valproato), la dose iniziale di LAMOTRIGINA HEXAL è di 50 mg una volta al giorno per le prime due settimane, seguiti da 100 mg al giorno, suddivisi in due somministrazioni, per le successive due settimane. In seguito la dose giornaliera deve essere aumentata per un massimo di 100 mg ogni 1 -2 settimane, fino al raggiungimento della risposta ottimale.
La dose di mantenimento, con cui si ottiene di solito la risposta ottimale, è compresa fra 200 e 400 mg al giorno, suddivisi in due somministrazioni.
In alcuni pazienti è stato necessario somministrare LAMOTRIGINA HEXAL alla dose di 700 mg al giorno per ottenere la risposta ottimale.
Nei pazienti che assumono farmaci antiepilettici per i quali non siano attualmente note le interazioni farmacocinetiche con lamotrigina (vedi "Interazioni"), deve essere seguita la posologia ad incrementi successivi di lamotrigina raccomandata in concomitanza con valproato.
Tabella 2: posologia ad incrementi successivi di LAMOTRIGINA HEXAL raccomandata negli adulti (età superiore ai 12 anni) nella terapia in associazione
| Prima e seconda settimana | Terza e quarta settimana | Dose abituale di mantenimento |
con valproato con o senza altri farmaci antiepilettici | 12,5 mg/die somministrati come 25 mg a giorni alterni | 25 mg 1 volta al giorno | 100 - 200 mg 1 volta al giorno oppure suddivisi in due dosi |
| Per raggiungere la posologia di mantenimento, le dosi giornaliere possono essere aumentate di 25-50 mg ogni 1 -2 settimane |
con farmaci antiepilettici che inducono gli enzimi (*), con o senza altri farmaci antiepilettici (escluso valproato) | 50 mg 1 volta al giorno | 100 mg suddivisi in due dosi | 200 - 400 mg suddivisi in due dosi |
| Per raggiungere la posologia di mantenimento, le dosi giornaliere possono essere aumentate di 100 mg ogni 1-2 settimane |
(*) ad esempio fenitoina, carbamazepina, fenobarbitale e primidone
Nota: Nei pazienti che assumono farmaci antiepilettici per i quali non siano attualmente note le interazioni farmacocinetiche con lamotrigina, deve essere seguita la posologia ad incrementi successivi di lamotrigina raccomandata in concomitanza con valproato.
A causa del rischio di effetti indesiderati a livello della cute e delle mucose la dose iniziale e le dosi seguenti ad incrementi successivi non devono essere superate (vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso").
Bambini
Non ci sono ancora informazioni sufficienti sull’uso di LAMOTRIGINA HEXAL in bambini d’età inferiore ai 12 anni.
Anziani
Ci sono informazioni limitate sull’uso di LAMOTRIGINA HEXAL nei pazienti anziani.
Fino a che ulteriori informazioni non saranno disponibili, l’uso di LAMOTRIGINA HEXAL in pazienti anziani non è raccomandato.
Raccomandazioni generali per la somministrazione nell’epilessia
Se si eliminano farmaci antiepilettici assunti in concomitanza, per arrivare ad una monoterapia con lamotrigina, o altri farmaci antiepilettici vengono aggiunti ad un regime di trattamento contenente lamotrigina, si deve considerare l’effetto che ciò può avere sulla farmacocinetica della lamotrigina (vedere "Interazioni").
Disturbi bipolari
A causa del rischio di effetti indesiderati a livello della cute e delle mucose, la dose iniziale e le dosi seguenti ad incrementi successivi non devono essere superate (vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso").
La lamotrigina è raccomandata per l’uso in pazienti con disturbi bipolari a rischio di episodi depressivi futuri.
Per prevenire episodi depressivi si deve adottare il seguente regime posologico di transizione. Il regime posologico di transizione comporta l’incremento del dosaggio di lamotrigina fino al livello di mantenimento da raggiungere nell’arco di sei settimane (vedere tabella 3 di seguito), raggiunto il quale, se è clinicamente indicato, altri farmaci psicotropi e/o antiepilettici possono essere eliminati (vedere tabella 4).
La terapia aggiuntiva, se clinicamente indicato, deve essere presa in considerazione nella prevenzione di episodi maniacali, poiché l’efficacia della lamotrigina nel curare la forma maniacale non è stata definitivamente stabilita.
Tabella 3: posologia ad incrementi successivi di LAMOTRIGINA HEXAL raccomandata per il mantenimento della dose totale di stabilizzazione giornaliera negli adulti
Regime posologico | Settimane 1-2 | Settimane 3-4 | Settimana5 | Dose di stabilizzazione da raggiungere (Settimana 6)** |
a) Terapia aggiuntiva a farmaci privi di interazioni farmacocinetiche a livello clinico con lamotrigina, es.(una volta litio, oppure monoterapia con lamotrigine al giorno) | 25 mg (1 volta al giorno) | 50 mg (1 volta al giorno oppure suddivisi in due dosi) | 100 mg (1 volta al giorno oppure suddivisi in due dosi) | 200 mg, range 100-400 mg (1 volta al giorno oppure suddivisi in due dosi) |
b) Terapia aggiuntiva con inibitori degli enzimi, es. valproato | 12.5 mg (25 mg a giorni alterni) | 25 mg (una volta al giorno) | 50 mg (1 volta al giorno oppure suddivisi in due dosi) | 100 mg, dose giornaliera massima di 200 mg (1 volta al giorno oppure suddivisi in due dosi) |
c) Terapia aggiuntiva con induttori degli enzimi, es. carbamazepina e fenobarbitone in pazienti che non assumono valproato | 50 mg (1 volta al giorno oppure suddivisi in due dosi) | 100 mg (suddivisi in due dosi) | 200 mg (suddivisi in due dosi) | 300 mg alla settimana 6, aumentando a 400 mg/die se necessario alla settimana 7 (suddivisi in due dosi) |
(età uguale o superiore a 18 anni) trattati per i disturbi bipolari.
Nota: nei pazienti che assumono farmaci psicotropi per i quali non siano attualmente note le interazioni farmacocinetiche con lamotrigina, deve essere seguita la posologia ad incrementi successivi di lamotrigina raccomandata in concomitanza con valproato
** La dose di stabilizzazione da raggiungere varierà a seconda della risposta clinica.
a) Terapia aggiuntiva a farmaci privi di interazioni farmacocinetiche a livello clinico con lamotrigina es. litio, oppure monoterapia con lamotrigina.
La dose iniziale di lamotrigina in pazienti che assumono in concomitanza farmaci privi di nota/teorica interazione farmacocinetica con lamotrigina o in monoterapia, è di 25 mg una volta al giorno per le prime due settimane, seguiti da 50 mg una volta al giorno (o suddivisi in due dosi) per le due settimane successive. La dose deve essere aumentata a 100 mg/die una volta al giorno (o suddivisi in due dosi) alla quinta settimana. La dose da raggiungere, con cui si ottiene di solito la risposta ottimale, è di 200 mg/die una volta al giorno o suddivisi in due somministrazioni. Comunque negli studi clinici è stata usata una dose di 100-400 mg.
b) Terapia aggiuntiva con inibitori enzimatici es. valproato.
In pazienti che assumono in concomitanza farmaci inibitori enzimatici come il valproato, la dose iniziale di lamotrigina è di 25 mg a giorni alterni per le prime due settimane, seguiti da 25 mg una volta al giorno per le successive due settimane. La dose deve essere aumentata a 50 mg una volta al giorno (o suddivisi in due dosi) alla quinta settimana. La dose da raggiungere, con cui si ottiene di solito la risposta ottimale, è di 100 mg/die una volta al giorno o suddivisi in due somministrazioni. Comunque la dose può essere aumentata fino ad una dose giornaliera massima di 200 mg una volta al giorno (o suddivisi in due somministrazioni), in base alla risposta clinica.
c) Terapia aggiuntiva con induttori enzimatici es. carbamazepina e fenobarbitone in pazienti che non assumono valproato.
In quei pazienti che assumono farmaci induttori enzimatici come carbamazepina o fenobarbital e non prendono valproato, la dose iniziale di lamotrigina è di 50 mg una volta al giorno per le prime due settimane, seguiti da 100 mg/die suddivisi in due somministrazioni per le due settimane successive. La dose deve essere aumentata a 200 mg/die suddivisi in due somministrazioni alla quinta settimana. La dose può essere aumentata alla sesta settimana a 300 mg/die una volta al giorno (o suddivisi in due dosi), tuttavia la dose da raggiungere con cui si ottiene di solito la risposta ottimale, è di 400 mg/die suddivisi in due somministrazioni che possono essere somministrati a partire dalla settima settimana.
Altri trattamenti psicotropi possono essere sospesi gradualmente, se indicato clinicamente. Se la dose di mantenimento giornaliera da raggiungere è stata ottenuta, la tabella di dosaggio sotto riportata può essere usata come guida per sospendere altri trattamenti con farmaci psicotropi (vedere tabella 4).
Tabella 4: posologia per il mantenimento della dose totale giornaliera di stabilizzazione a seguito di sospensione di farmaci psico tropi o anti-epilettici presi in concomitanza nei disturbi bipolari
Regime posologico | Settimana 1 | Settimana 2 | Settimana 3 in poi* |
(a) In seguito a sospensione farmaci psicotropi privi di interazioni farmacocinetiche a livello clinico con lamotrigina, es. litio | Mantenere la dose da raggiungere ottenuta tramite posologia ad incrementi successivi (200 mg/die) (suddivisi in due dosi) (Range 100-400 mg) |
(b) In seguito a sospensione di inibitori degli enzimi, es. valproato | raddoppiare la dose di stabilizzazione, senza superare i 100 mg/settimana es. una dose di stabilizzazione da raggiungere di 100 mg/die sarà aumentata durante la settimana 1 a 200 mg/die | Mantenere questa dose (200 mg/die) (suddivisi in due dosi) |
(c) In seguito a sospensione di induttori degli enzimi, es. carbamazepina, in base alla dose iniziale* | 400 mg | 300 mg | 200 mg |
300 mg | 225 mg | 150 mg |
200 mg | 150 mg | 100 mg |
Nota: nei pazienti che assumono farmaci psicotropi per i quali non siano attualmente note le interazioni farmacocinetiche con lamotrigina, deve essere seguita la posologia ad incrementi successivi di lamotrigina raccomandata in concomitanza con valproato
* La dose può essere aumentata a 400 mg/die se necessario
a) In seguito a sospensione della terapia aggiuntiva con farmaci psicotropi privi di interazioni farmacocinetiche a livello clinico con lamotrigina es. litio.
La dose da raggiungere ottenuta tramite posologia ad incrementi successivi deve essere mantenuta durante tutto il periodo di sospensione dell’altro trattamento.
b) In seguito a sospensione della terapia aggiuntiva con inibitori enzimatici, es. valproato.
Il dosaggio di lamotrigina deve essere incrementato fino a raddoppiare l’originale livello di mantenimento e mantenuto tale una volta che il valproato sia stato interrotto.
c) In seguito a sospensione della terapia aggiuntiva con induttori enzimatici, es. carbamazepina, in base alla dose di mantenimento iniziale.
La dose di lamotrigina deve essere gradualmente ridotta in un periodo di tre settimane quando si sospende l’induttore enzimatico. Aggiustamento della dose giornaliera di lamotrigina in pazienti con disturbi bipolari in seguito ad aggiunta di altri trattamenti.
Non esiste esperienza clinica relativa all’aggiustamento della dose giornaliera di lamotrigina in seguito ad aggiunta di altri trattamenti. Tuttavia, sulla base di studi di interazione farmacologica, si può raccomandare quanto segue (vedere sotto tabella 5):
Tabella 5: aggiustamento della dose giornaliera di lamotrigina in pazienti con disturbi bipolari in seguito ad aggiunta di altri farmaci
Regime posologico | Dose di stabilizzazione attuale di lamotrigina (mg/die) | Settimana 1 | Settimana 2 | Settimana 3 in poi |
(a) Aggiunta di farmaci psicotropi privi di interazioni farmacocinetiche a livello clinico con lamotrigina, es. litio | Mantenere la dose da raggiungere ottenuta tramite posologia ad incrementi successivi (200 mg/die) (Range 100-400 mg) |
(b) Aggiunta di inibitori degli enzimi, es. valproato, in base alla dose iniziale di lamotrigina | 200 mg | 100 mg | Mantenere questa dose (100 mg/die) | |
300 mg | 150 mg | Mantenere questa dose (150 mg/die) | |
400 mg | 200 mg | Mantenere questa dose (200 mg/die) | |
(c) Aggiunta di induttori degli enzimi, es. ccarbamazepin carbamazepina in pazienti che NON assumono valproato e in base alla dose iniziale di lamotrigina | 200 mg | 200 mg | 300 mg | 400 mg |
150 mg | 150 mg | 225 mg | 300 mg |
100 mg | 100 mg | 150 mg | 200 mg |
Nota: nei pazienti che assumono farmaci psicotropi per i quali non siano attualmente note le interazioni farmacocinetiche con lamotrigina, deve essere seguito l’aggiustamento della dose di lamotrigina raccomandata in concomitanza con valproato
Interruzione della lamotrigina in pazienti con disturbi bipolari
Negli studi clinici in confronto con il placebo, non si è verificato un aumento nell’incidenza, gravità o tipologia di eventi indesiderati successivamente a interruzione improvvisa di lamotrigina. Pertanto i pazienti possono sospendere l’assunzione di lamotrigina senza una riduzione progressiva della dose.
Bambini (al di sotto dei 18 anni)
La sicurezza e l’efficacia della lamotrigina nei disturbi bipolari non è stata valutata in questo gruppo di età. Pertanto non esiste un dosaggio raccomandato.
Confezioni starter
Confezione starter per monoterapia da 42 compresse/compresse dispersibili da 25 mg.
Confezione per il primo mese di terapia per pazienti sopra i 12 anni.
Quando assunto da solo nell’epilessia e con litio nel disturbo bipolare, usare LAMOTRIGINA HEXAL come segue:
- prime due settimane (Giorni 1-14): 1 compressa da 25 mg una volta al giorno;
- terza e quarta settimana (Giorni 15-28): 2 compresse da 25 mg (due compresse in una unica somministrazione o una compressa due volte al giorno, secondo il giudizio del medico)
- nelle successive settimane: le dosi giornaliere possono essere aumentate di 50-100 mg ogni 1-2 settimane fino al raggiungimento di un dosaggio di mantenimento di 100-200 mg/die
Confezione starter per terapia aggiuntiva a valproato da 21 compresse/compresse dispersibili da 25 mg
Confezione per il primo mese di terapia aggiuntiva a valproato per pazienti sopra i 12 anni
Quando associato a valproato assumere LAMOTRIGINA HEXAL come segue:
- prime due settimane (Giorni 1-14): 1 compressa da 25 mg a giorni alterni
- terza e quarta settimana (Giorni 15-28): 1 compressa da 25 mg una volta al giorno
- nelle successive settimane: le dosi giornaliere possono essere aumentate di 25-50 mg ogni 1-2 settimane fino al raggiungimento di un dosaggio di mantenimento di 100-200 mg/die
Confezione starter per terapia aggiuntiva senza valproato da 42 compresse/compresse dispersibili da 50 mg Confezione per il primo mese di terapia aggiuntiva escluso valproato per pazienti sopra i 12 anni
Quando associato ad altri antiepilettici (escluso valproato) nell’epilessia ed a carbamazepina nel disturbo bipolare, assumere LAMOTRIGINA HEXAL come segue:
- prime due settimane (Giorni 1 -14): 1 compressa da 50 mg una volta al giorno
- terza e quarta settimana (Giorni 15 - 28): 1 compressa da 50 mg due volte al giorno
- nelle successive settimane: le dosi giornaliere possono essere aumentate di 100 mg ogni 1 -2 settimane fino al raggiungimento di un dosaggio di mantenimento di 200-400 mg/die
Bambini
Non ci sono ancora informazioni sufficienti sull’uso di LAMOTRIGINA HEXAL in bambini d’età inferiore ai 12 anni.
Anziani
Ci sono informazioni limitate sull’uso di LAMOTRIGINA HEXAL nei pazienti anziani.
Fino a che ulteriori informazioni non saranno disponibili, l’uso di LAMOTRIGINA HEXAL in pazienti anziani non è raccomandato.
Generalmente controindicato negli anziani.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
La via di eliminazione principale della lamotrigina è il metabolismo epatico seguito dalla escrezione renale. Sino a quando non verranno eseguiti studi opportuni, l’uso di LAMOTRIGINA HEXAL è controindicato in pazienti con insufficienza epatica o renale.
Generalmente controindicato in gravidanza e nell’allattamento. Bambini di età inferiore ai 12 anni.
Le compresse contengono sorbitolo quindi non sono adatte per i soggetti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza a fruttosio.
Sono state riportate reazioni avverse cutanee, che si sono generalmente verificate entro le prime 8 settimane dall’inizio del trattamento con lamotrigina, anche se sono stati segnalati casi isolati di reazioni dopo un trattamento prolungato.
La maggioranza degli effetti indesiderati a livello della cute sono di lieve entità e auto-limitanti, tuttavia si sono manifestate reazioni cutanee gravi, potenzialmente pericolose per la vita, inclusa la sindrome di Stevens Johnson e la necrolisi epidermica tossica (sindrome di Lyell) (vedere "Effetti indesiderati"), che hanno comportato ospedalizzazione ed interruzione del trattamento con LAMOTRIGINA HEXAL. Pertanto, devono essere immediatamente valutati tutti i pazienti che presentino qualsiasi manifestazione che interessi la cute o le mucose da sola o accompagnata da febbre superiore a 38°, mialgie, artralgie e deve essere presa in considerazione la sospensione del trattamento con lamotrigina.
In pazienti adulti arruolati in studi clinici che impiegavano le raccomandazioni posologiche di LAMOTRIGINA HEXAL attualmente approvate, l’incidenza di rash cutanei gravi è di circa 1 ogni 500 pazienti epilettici. In circa la metà di questi casi la sindrome segnalata è quella di Steven-Johnson (1 su 1000).
In studi clinici in pazienti con disturbi bipolare l’incidenza di rash cutanei gravi è circa di 1 su 1000.
Il rischio di rash cutanei gravi è maggiore nei bambini che negli adulti. I dati disponibili da alcuni studi indicano che l’incidenza di tali reazioni cutanee che richiedono l’ospedalizzazione in bambini va da 1 su 300 a 1 su 100.
Nei bambini la presentazione iniziale di un rash può essere scambiata per un’infezione. Il medico curante deve prendere in considerazione la possibilità di una reazione avversa al farmaco in bambini che sviluppino sintomi di rash e febbre durante le prime 8 settimane di terapia.
Inoltre il rischio complessivo di rash appare essere associato soprattutto con:
• elevate dosi iniziali di lamotrigina che superino la posologia ad incrementi successivi raccomandata nella terapia con lamotrigina stessa (vedere "Posologia e modo di somministrazione");
• uso concomitante di valproato, farmaco che aumenta di circa due volte l’emivita media della lamotrigina (vedere "Posologia e modo di somministrazione").
Tutti i pazienti che manifestino rash devono essere prontamente valutati e la lamotrigina sospesa immediatamente a meno che il rash sia chiaramente non correlato al farmaco. Si raccomanda che la somministrazione di lamotrigina non venga ripresa in pazienti che l’avevano interrotta a causa di rash associato ad un precedente trattamento con lamotrigina, a meno che il potenziale beneficio sia chiaramente superiore al rischio.
Il rash è stato anche segnalato come facente parte di una sindrome di ipersensibilità associata con un insieme variabile di segni/sintomi sistemici, quali febbre, linfoadenopatia, edema facciale, alterazione dei parametri ematologici ed epatici ( vedere "Effetti indesiderati"). La sindrome si presenta entro un’ampia gamma di gravità clinica e può raramente portare a coagulazione intravascolare disseminata e ad insufficienza multiorganica. È importante osservare che manifestazioni precoci di ipersensibilità (ad es. febbre, linfoadenopatia) si possono comunque verificare senza alcuna evidenza di reazione cutanea o delle mucose. Il paziente deve essere pertanto informato che una manifestazione che interessi la cute o le mucose, o altri segni di ipersensibilità, possono precedere una reazione grave e che tali manifestazioni devono quindi essere segnalate immediatamente dal paziente stesso.
Se tali segni dovessero manifestarsi, il paziente deve essere immediatamente valutato sotto il profilo clinico e la lamotrigina sospesa fino a quando non sia possibile stabilire una eziologia alternativa.
Durante le sperimentazioni cliniche su circa 4.000 pazienti trattati con farmaci antiepilettici, inclusa la lamotrigina, si sono verificati raramente decessi a seguito di aggravamento progressivo con stato epilettico, insufficienza multiorganica e coagulazione intravascolare disseminata (CID). Il contributo della lamotrigina a questi eventi rimane da stabilire.
In un caso non si esclude che il danno epatico sia stato l’evento scatenante. Si raccomanda quindi di monitorare attentamente i parametri epatici, renali e quelli della coagulazione nei pazienti che presentino in forma acuta un quadro clinico caratterizzato da qualsiasi combinazione di effetti collaterali quali eruzioni cutanee, febbre, sintomi di tipo influenzale, sonnolenza o un peggioramento del controllo delle convulsioni, soprattutto entro il primo mese dall’inizio della terapia con lamotrigina.
Come per gli altri farmaci antiepilettici l’improvvisa sospensione di LAMOTRIGINA HEXAL può provocare crisi di rimbalzo. Ad esclusione dei casi in cui venga richiesta una immediata sospensione per cause di tollerabilità (ad esempio manifestazioni cutanee), la dose di LAMOTRIGINA HEXAL deve essere ridotta gradualmente nel giro di due settimane.
Quando vengono sospesi i farmaci antiepilettici concomitanti, per somministrare LAMOTRIGINA HEXAL in monoterapia ovvero per aggiungere altri farmaci antiepilettici alla monoterapia con LAMOTRIGINA HEXAL, si deve considerare l’effetto che ciò può avere sulla farmacocinetica della lamotrigina (vedi Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
LAMOTRIGINA HEXAL è un debole inibitore della diidrofolato reduttasi, quindi c’è la possibilità di una interferenza con il metabolismo dei folati durante la terapia a lungo termine.
Tuttavia trattamenti prolungati con lamotrigina non hanno evidenziato nell’uomo significativi cambiamenti della concentrazione di emoglobina, del volume eritrocitario medio e delle concentrazioni seriche ed intraeritrocitarie dei folati (trattamenti fino ad un anno) o intraeritrocitarie dei folati (trattamenti fino 5 anni).
In studi condotti per dose singola in soggetti con insufficienza renale allo stadio terminale, le concentrazioni plasmatiche di lamotrigina non erano alterate in maniera significativa. Tuttavia, ci si deve attendere l’accumulo del metabolita glucuronide e, pertanto, si deve adottare cautela nel trattamento di pazienti con insufficienza renale.
LAMOTRIGINA HEXAL non deve essere somministrato a pazienti in trattamento con qualsiasi preparazione contenente lamotrigina senza prima aver consultato il medico.
Epilessia
Come per altri antiepilettici l’improvvisa sospensione di lamotrigina può provocare crisi da rimbalzo. Ad esclusione dei casi in cui venga richiesta una immediata sospensione per cause di tollerabilità (ad esempio manifestazioni cutanee), la dose di lamotrigina deve essere ridotta gradualmente nel giro di due settimane.
Sono segnalati in letteratura casi nei quali, anche in pazienti trattati con lamotrigina, crisi convulsive gravi, incluso lo stato epilettico, possono portare a rabdomiolisi, insufficienza multiorganica e coagulazione intravascolare disseminata, talvolta con esito fatale.
Disturbi bipolari
La possibilità di tentativi di suicidio è insita nel disturbo bipolare ed un’attenta supervisione dei pazienti deve accompagnare la terapia farmacologica.
Casi di ideazione e comportamento suicidari sono stati riportati nei pazienti in trattamento con farmaci antiepilettici nelle loro diverse indicazioni. Una meta-analisi di trials clinici randomizzati verso placebo ha, inoltre, evidenziato la presenza di un modesto incremento del rischio di ideazione e comportamento suicidario.
Il meccanismo di tale rischio non è stato stabilito e i dati disponibili non escludono la possibilità di un incremento di rischio con Lamotrigina Hexal.
Pertanto, i pazienti dovrebbero essere monitorati per eventuali segni di ideazione e comportamento suicidari ed in tal caso dovrebbe essere preso in considerazione un appropriato trattamento. I pazienti (e chi ne ha cura) dovrebbero essere istruiti ad avvertire il proprio medico curante qualora emergano i segni di ideazione o comportamento suicidari.
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Non ci sono prove che LAMOTRIGINA HEXAL causi induzione o inibizione, clinicamente significativa, degli enzimi epatici che metabolizzano i farmaci. La lamotrigina può causare induzione del suo stesso metabolismo, ma l’effetto è modesto e probabilmente non ha significative conseguenze cliniche.
Sebbene siano state segnalate modifiche nella concentrazione plasmatica di altri farmaci antiepilettici, tuttavia studi controllati non hanno finora evidenziato effetti della lamotrigina sulla concentrazione plasmatica di farmaci antiepilettici concomitanti.
Studi in vitro indicano che la lamotrigina non sposta gli altri farmaci antiepilettici dai siti di legame proteico.
I farmaci antiepilettici che inducono gli enzimi epatici (come la fenitoina, la carbamazepina, il Fenobarbitale ed il primidone) accelerano il metabolismo della lamotrigina.
In uno studio condotto su 12 donne volontarie, la lamotrigina non ha modificato le concentrazioni plasmatiche dell’etinilestradiolo e del levonorgestrel a seguito della somministrazione di farmaci contraccettivi orali.
Comunque, così come dopo l’inizio di una qualsiasi altra terapia cronica in pazienti che assumono contraccettivi orali, anche con LAMOTRIGINA HEXAL ogni modificazione del ciclo mestruale deve essere segnalata al medico curante.
In donne che assumevano lamotrigina, sono stati segnalati casi di diminuzione dei livelli di lamotrigina in seguito all’uso di contraccettivi orali e casi di aumento dei livelli di lamotrigina in seguito alla sospensione di contraccettivi orali. Il medico deve attuare un appropriato controllo clinico delle donne che iniziano o interrompono l’assunzione di contraccettivi orali durante la terapia con lamotrigina.
II valproato di sodio, che compete con la lamotrigina per gli enzimi epatici, rallenta il metabolismo della lamotrigina e ne aumenta l’emivita media di quasi due volte.
Sono stati segnalati effetti indesiderati a carico del SNC tra cui vertigini, atassia, diplopia, visione offuscata e nausea nei pazienti che assumevano carbamazepina dopo somministrazione di lamotrigina. Questi eventi si risolvono di solito con la riduzione della dose di carbamazepina.
La farmacocinetica del litio, dopo somministrazione due volte al giorno di 2 g di gluconato di litio anidro per sei giorni a 20 soggetti sani, non è stata alterata dalla somministrazione contemporanea di basse dosi di lamotrigina.
Dosi orali multiple di bupropione non hanno avuto effetti statisticamente significativi sulla farmacocinetica di una singola dose di lamotrigina in 12 soggetti ed hanno comportato solo un leggero incremento della AUC della lamotrigina glucuronide.
Fertilità
Negli studi sulla riproduzione animale la somministrazione del LAMOTRIGINA HEXAL non ha compromesso la fertilità.
Non vi sono dati circa gli effetti di LAMOTRIGINA HEXAL sulla fertilità umana.
Gravidanza
Rischi associati all’uso di medicinali antiepilettici in generale
Alle pazienti che potrebbero iniziare una gravidanza deve essere fornita una consulenza specialistica. La necessità del trattamento antiepilettico deve essere rivalutata quando la paziente pianifica una gravidanza.
Si deve evitare una brusca interruzione della terapia antiepilettica per il pericolo di una riacutizzazione degli attacchi epilettici che potrebbe avere gravi conseguenze sia per la madre che per il bambino.
Il rischio di difetti congeniti è aumentato di un fattore da 2 a 3 nella prole di madri trattate con un antiepilettico, rispetto alla incidenza attesa di circa il 3% nella popolazione in generale. I difetti più frequentemente riportati sono labbro leporino, malformazioni cardiovascolari e difetti del tubo neurale.
La politerapia con farmaci antiepilettici può essere associata ad un rischio più alto di malformazioni congenite rispetto alla monoterapia. Perciò è importante che si pratichi la monoterapia ogni volta che sia possibile.
Rischi associati all’uso di lamotrigina
Studi epidemiologici che hanno coinvolto in totale circa 2000 pazienti esposte a lamotrigina durante la gravidanza non hanno escluso un aumento del rischio di malformazioni congenite. Un registro pazienti ha evidenziato una aumento dell’incidenza di schisi facciale. Altri dati non hanno confermato questa evidenza. Studi condotti sugli animali hanno dimostrato tossicità nello sviluppo (vedere paragrafo 5.3).
Se la terapia con lamotrigina durante la gravidanza è considerata necessaria, si raccomanda l’uso della dose terapeutica più bassa.
La lamotrigina è un debole inibitore della diidrofolato reduttasi e pertanto potrebbe comportare teoricamente un aumento del rischio di malformazioni fetali dovute ad una riduzione dei livelli di acido folico.
Va considerata l’assunzione di acido folico quando viene pianificata una gravidanza o all’inizio della gravidanza.
Le modifiche fisiologiche durante la gravidanza possono influire sui livelli di lamotrigina e/o sull’effetto terapeutico. Sono stati riportati casi di diminuzione dei livelli di lamotrigina durante la gravidanza. Va assicurato un appropriato controllo clinico delle donne in gravidanza durante la terapia con lamotrigina
Allattamento
Esistono informazioni limitate sull’uso di lamotrigina durante l’allattamento al seno.
Dati preliminari indicano che la lamotrigina passa nel latte materno a concentrazioni pari in genere al 40-60% della concentrazione plasmatica.
In un piccolo numero di neonati allattati al seno, la concentrazione sierica di lamotrigina ha raggiunto livelli ai quali possono comparire effetti farmacologici.
LAMOTRIGINA HEXAL non deve essere somministrato durante l’allattamento a meno che, ad opinione del medico, i potenziali benefici dell’allattamento al seno superino ogni possibile rischio per il bambino.
I farmaci antiepilettici, specie in caso di politerapia, possono rallentare i riflessi. Occorre avvisare di ciò i pazienti che compiono operazioni che richiedono una piena attenzione.
Negli studi clinici condotti con lamotrigina sono stati riscontrati effetti indesiderati di tipo neurologico come vertigini e diplopia.
Poiché la risposta a tutti i farmaci impiegati nella terapia antiepilettica può essere soggetta a variazioni individuali, i pazienti devono consultare il medico in merito alla possibilità di guidare ed alla epilessia.
Gli effetti indesiderati sono stati suddivisi nelle sezioni relative all’epilessia ed ai disturbi bipolari sulla base dei dati attualmente disponibili. Tuttavia, entrambe le sezioni devono essere consultate quando si prende in considerazione il profilo globale di sicurezza della lamotrigina.
Per la classificazione degli effetti indesiderati è stata adottata la seguente convenzione: molto comuni (> 1/10), comuni (> 1/100, < 1/10), non comuni (> 1/1000, < 1/100), rari (> 1/10000, < 1/1000), molto rari (< 1/10000).
Epilessia
Disturbi dermatologici e dei tessuti sottocutanei
Durante gli studi clinici in monoterapia:
- molto comuni: rash cutanei.
Durante altre esperienze cliniche:
- molto comuni: rash cutanei.
- rari: sindrome di Stevens Johnson.
- molto rari: necrolisi epidermica tossica.
In studi clinici condotti in doppio cieco, in cui la lamotrigina è stata somministrata contemporaneamente ad altri farmaci antiepilettici, i rash cutanei si sono verificati in circa il 10% dei pazienti che assumevano lamotrigina e nel 5% dei pazienti che assumevano placebo. I rash cutanei hanno determinato l’interruzione del trattamento con lamotrigina nel 2% dei pazienti. Il rash, che normalmente si presenta come maculopapulare, appare generalmente entro 8 settimane dall’inizio del trattamento, anche se sono stati segnalati casi isolati di reazioni dopo un trattamento prolungato, e si risolve con la sospensione della lamotrigina (vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso").
Sono stati segnalati raramente rash cutanei gravi, potenzialmente pericolosi per la vita, inclusi angioedema, sindrome di Stevens Johnson e necrolisi epidermica tossica ( sindrome di Lyell). Sebbene la maggioranza dei pazienti si ristabilisca con la sospensione della terapia, in alcuni si possono manifestare cicatrici permanenti e vi sono stati rari casi associati ad esito fatale ( vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso").
II rischio complessivo di rash appare associato soprattutto con:
• elevate dosi iniziali di lamotrigina che superino la posologia ad incrementi successivi raccomandata nella terapia con lamotrigina stessa (vedere "Posologia e modo di somministrazione");
• uso concomitante di valproato, farmaco che aumenta di circa due volte l’emivita media della lamotrigina (vedere "Posologia e modo di somministrazione").
Il rash è stato anche segnalato come parte di una sindrome di ipersensibilità associata ad un insieme variabile di segni/sintomi sistemici (vedere disturbi del sistema immunitario).
Disturbi ematologici e del sistema linfatico:
- molto rari: anomalie ematologiche, incluse: neutropenia, leucopenia, anemia, trombocitopenia, pancitopenia, anemia aplastica, agranulocitosi.
Le anomalie ematologiche possono essere associate o meno con la sindrome di ipersensibilità ( vedere disturbi del sistema immunitario).
Disturbi del sistema immunitario:
- molto rari: sindrome di ipersensibilità (inclusi segni/sintomi come: febbre, linfoadenopatia, edema facciale, anomalie ematologiche ed epatiche, coagulazione intravascolare disseminata, insufficienza multiorganica).
Il rash è stato anche segnalato come facente parte di una sindrome di ipersensibilità associata con un insieme variabile di segni/sintomi sistemici, quali febbre, linfoadenopatia, edema facciale, alterazione dei parametri ematologici ed epatici. Durante le sperimentazioni cliniche su circa 4.000 pazienti trattati con farmaci antiepilettici, inclusa la lamotrigina, si sono verificati raramente decessi a seguito di aggravamento progressivo con stato epilettico, insufficienza multiorganica e coagulazione intravascolare disseminata (CID). Il contributo della lamotrigina a questi eventi rimane da stabilire.
In un caso non si esclude che il danno epatico sia stato l’evento scatenante. Si raccomanda quindi di monitorare attentamente i parametri epatici, renali e quelli della coagulazione nei pazienti che presentino in forma acuta un quadro clinico caratterizzato da qualsiasi combinazione di effetti collaterali quali eruzioni cutanee, febbre, sintomi di tipo influenzale, sonnolenza o un peggioramento del controllo delle convulsioni, soprattutto entro il primo mese dall’inizio della terapia con lamotrigina.
È importante osservare che manifestazioni precoci di ipersensibilità (ad es. febbre, linfoadenopatia) si possono comunque verificare senza alcuna evidenza di reazione cutanea o delle mucose. Il paziente deve essere pertanto informato che una manifestazione che interessi la cute o le mucose, o altri segni di ipersensibilità, possono precedere una reazione grave e che tali manifestazioni devono quindi essere segnalate immediatamente dal paziente stesso.
Se tali segni/sintomi dovessero manifestarsi, il paziente deve essere immediatamente valutato sotto il profilo clinico e la lamotrigina sospesa fino a quando non sia possibile stabilire una eziologia alternativa.
Disturbi psichiatrici:
- comuni: irritabilità
- non comuni: aggressività
- molto rari tic, allucinazioni, confusione
Disturbi del istema nervoso
Durante gli studi clinici in monoterapia:
- molto comuni: cefalea
- comuni: sonnolenza, insonnia, vertigini, tremore
- non comuni: atassia
Durante altre esperienze cliniche:
- molto comuni: cefalea, vertigini
- comuni: nistagmo, tremore, atassia, sonnolenza, insonnia
- molto rari: agitazione, instabilità, disturbi della motilità, peggioramento della malattia di Parkinson, effetti extrapiramidali, coreoatetosi, aumento nella frequenza di convulsioni
È stato riportato che LAMOTRIGINA HEXAL può peggiorare i sintomi parkinsoniani in pazienti con preesistente malattia di Parkinson e casi isolati di effetti extrapiramidali e di coreoatetosi in pazienti senza questa patologia di base.
Disturbi oculari:
- molto comuni: diplopia e visione offuscata
- rari: congiuntivite
Disturbi gastrintestinali
Durante gli studi clinici in monoterapia:
- comuni: nausea
Disturbi generali e relativi al sito di somministrazione:
Durante altre esperienze cliniche:
- comuni: stanchezza
Disturbi bipolari
Gli effetti indesiderati sotto riportati devono essere considerati insieme a quelli visti nell’epilessia per un profilo globale di sicurezza della lamotrigina.
Disturbi della cute e dei tessuti sottocutanei
Durante gli studi clinici sui disturbi bipolari:
- molto comuni: rash cutanei
- rari: sindrome di Stevens Johnson
Se si considerano tutti gli studi (controllati e non controllati) condotti con lamotrigina sui disturbi bipolari, i rash cutanei si sono verificati nel 14% dei pazienti trattati con lamotrigina. Invece negli studi clinici controllati in pazienti con disturbi bipolari, i rash cutanei si sono verificati nel 9% dei pazienti che assumevano lamotrigina e nell’8% dei pazienti che hanno ricevuto il placebo.
Disturbi del sistema nervoso
Durante gli studi clinici sui disturbi bipolari:
- molto comuni: cefalea
- comuni: agitazione, sonnolenza, vertigini
Disturbi muscolo scheletrici e del tessuto connettivo
Durante gli studi clinici sui disturbi bipolari:
- comuni: artralgia
Disturbi generali e relativi al sito di somministrazione
Durante gli studi clinici sui disturbi bipolari:
- comuni: dolore, mal di schiena
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Sintomi e segni
È stata riportata l’ingestione acuta di dosi in eccesso di 10-20 volte la dose terapeutica massima. Il sovradosaggio ha dato luogo a sintomi comprendenti nistagmo, atassia, alterazione della coscienza e coma.
Trattamento
In caso di sovradosaggio il paziente deve essere ospedalizzato e sottoposto ad appropriata terapia di sostegno; può essere indicata la lavanda gastrica.
Categoria Farmacoterapeutica: Antiepilettici.
Codice ATC: N03AX09.
Meccanismo d’azione
I risultati di studi farmacologici suggeriscono che la lamotrigina è un bloccante uso-dipendente dei canali del sodio voltaggio- dipendenti. Produce un blocco uso e voltaggio-dipendente del firing ripetuto e sostenuto in culture di neuroni ed inibisce il rilascio patologico di glutammato (l’aminoacido che svolge un ruolo chiave nella genesi delle crisi epilettiche), così come inibisce le scariche di potenziali d’azione evocate dal glutammato stesso.
Farmacodinamica
Negli studi effettuati su volontari sani per valutare gli effetti indesiderati dei farmaci sul Sistema Nervoso Centrale, i risultati ottenuti usando dosi di 240 mg di lamotrigina non differivano da quelli ottenuti con placebo.
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Assorbimento
La lamotrigina è rapidamente e completamente assorbita dall’intestino con un metabolismo di primo passaggio non significativo. Le concentrazioni plasmatiche al picco compaiono approssimativamente 2.5 ore dopo la somministrazione orale. Il tempo per raggiungere la concentrazione massima è leggermente ritardato dopo il cibo, ma l’estensione dell’assorbimento non viene influenzata. La farmacocinetica è lineare fino a 450 mg, la più alta dose singola testata. Esiste una considerevole variabilità inter-individuale nelle concentrazioni massime allo stato stazionario, ma le concentrazioni nel singolo individuo variano molto poco.
Distribuzione
II legame alle proteine plasmatiche è del 55% circa; è molto improbabile che lo spiazzamento dalle proteine plasmatiche causi effetti tossici.
Il volume di distribuzione è di 0,92-1,22 litri/kg.
Metabolismo
Gli enzimi responsabili del metabolismo della lamotrigina sono stati identificati nelle UDP-glucuronil transferasi.
La lamotrigina induce il proprio metabolismo, per una quota modesta dipendente dalla dose. Tuttavia non vi sono evidenze che la lamotrigina influenzi la farmacocinetica di altri farmaci antiepilettici ed i dati suggeriscono che sono improbabili interazioni tra la lamotrigina ed i farmaci metabolizzati dagli enzimi del citocromo P450.
Eliminazione
La clearance media allo stato stazionario negli adulti sani è 39±14 ml/min. La clearance della lamotrigina è principalmente metabolica, con successiva eliminazione del metabolita glucuronide-coniugato nelle urine. Meno del 10% è escreto immodificato nelle urine. Solo il 2% circa del metabolita farmaco-correlato è escreto nelle feci. La clearance e l’emivita sono indipendenti dalla dose. L’emivita di eliminazione media negli adulti sani è da 24 a 35 ore. In uno studio con soggetti con sindrome di Gilbert, la clearance apparente media era ridotta fino al 32% in confronto ai controlli normali, ma i valori erano all’interno del range relativo alla popolazione generale.
L’emivita della lamotrigina è influenzata in maniera significativa dalla terapia concomitante. Quando è somministrata in associazione a farmaci che inducono gli enzimi, come la carbamazepina e la fenitoina, l’emivita media è ridotta approssimativamente a 14 ore, mentre quando è associata al solo valproato di sodio l’emivita è aumentata fino ad un valore medio di circa 70 ore (vedere "Posologia e modo di somministrazione").
Studi clinici
Efficacia clinica nella prevenzione di episodi depressivi in pazienti con disturbi bipolari.
Due studi pilota hanno dimostrato l’efficacia nella prevenzione degli episodi depressivi in pazienti con disturbi bipolari di tipo I.
Lo studio clinico SCAB2003 era uno studio multicentrico, doppio cieco, double-dummy, di confronto con placebo e litio, randomizzato che valutava una dose fissa nella prevenzione a lungo termine della recidiva e della ricorrenza della depressione e/o mania in pazienti con disturbi bipolari di tipo I che avevano avuto recentemente, o soffrivano al momento di un episodio depressivo maggiore. I pazienti, una volta stabilizzati usando lamotrigina in monoterapia o lamotrigina più farmaci psicotropi, erano inclusi a random in uno dei seguenti cinque gruppi di trattamento: lamotrigina (50, 200, 400 mg/die), litio (livelli sierici 0,8-1,1 mEq/l) o placebo per un massimo di 76 settimane (18 mesi). I regimi posologici di trattamento erano mantenuti fino a che la comparsa di un episodio di disturbo dell’umore (depressivo o maniacale) rendeva necessario intervenire con farmacoterapia addizionale o terapia elettroconvulsivante (ECT).
L’endpoint primario era "Time to Intervention for a Mood Episode (TIME)", dove gli interventi erano farmacoterapia addizionale o ECT. Tale endpoint è stato analizzato usando tre metodi di valutazione dei dati da pazienti che erano usciti dallo studio prima di qualsiasi intervento. I valori di p per tali analisi avevano un range da 0,003 a 0,029. A seguito delle analisi che valutavano il tempo di comparsa del primo episodio depressivo e il tempo di comparsa del primo episodio maniacale/ipomaniacale o misto, i pazienti trattati con lamotrigina raggiungevano tempi al primo episodio depressivo più lunghi di quelli dei pazienti trattati con placebo (p = 0,047), e la differenza tra i trattamenti rispetto al tempo di comparsa degli episodi maniacali/ipomaniacali o misti non era statisticamente significativa.
Lo studio clinico SCAB2006 era uno studio multicentrico, doppio cieco, double-dummy, di confronto con placebo e litio, randomizzato che valutava una dose flessibile di lamotrigina nella prevenzione a lungo termine della recidiva e della ricorrenza della mania e/o depressione in pazienti con disturbi bipolari di tipo I che avevano avuto recentemente, o soffrivano al momento di un episodio maniacale o ipomaniacale. I pazienti, una volta stabilizzati usando lamotrigina in monoterapia o lamotrigina più farmaci psicotropi, erano inclusi a random in uno dei seguenti tre gruppi di trattamento: lamotrigina (100-400 mg/die), litio (livelli sierici 0,8-1,1 mEq/l) o placebo per un massimo di 76 settimane (18 mesi). I regimi posologici di trattamento erano mantenuti fino a che la comparsa di un episodio di disturbo dell’umore (depressivo o maniacale) rendeva necessario intervenire con farmacoterapia addizionale o terapia elettroconvulsivante (ECT).
L’endpoint primario era "Time to Intervention for a Mood Episode (TIME)", dove gli interventi erano farmacoterapia addizionale o ECT. Tale endpoint è stato analizzato usando tre metodi di valutazione dei dati da pazienti che erano usciti dallo studio prima di qualsiasi intervento. I valori di p per tali analisi avevano un range da 0,018 a 0,030. A seguito delle analisi che valutavano il tempo di comparsa del primo episodio depressivo e il tempo di comparsa del primo episodio maniacale/ipomaniacale o misto, i pazienti trattati con lamotrigina raggiungevano tempi al primo episodio depressivo più lunghi di quelli dei pazienti trattati con placebo (p = 0,015), e la differenza tra i trattamenti rispetto al tempo di comparsa degli episodi maniacali/ipomaniacali o misti non era statisticamente significativa.
Negli studi clinici, la tendenza ad indurre destabilizzazione, mania o ipomania nel corso del trattamento con lamotrigina non era significativamente differente dal placebo.
In studi di tossicità riproduttiva e dello sviluppo condotti su roditori e ratti non si sono osservati effetti teratogeni, mentre si sono osservati una riduzione del peso fetale e ritardata ossificazione scheletrica ad esposizione a dosaggi inferiori o simili a quelli clinici. Dal momento che, a causa dela tossicità materna, non si sono potute testare su animali esposizioni a dosaggi più alti, il potenziale teratogeno della lamotirigna non si è potuto valutare al di sopra dell’esposizione clinica.
Nei ratti, a seguito somministrazione di lamotrigina durante la gestazione (giorno 15-20) si è osservato un potenziamento della mortalità sia fetale che postnatale. Questi effetti si sono osservati nella prevista esposizione clinica.
Studi sugli animali non hanno rivelato compromissione della fertilità a causa dell’uso di lamotirigna. La lamotrigina ha ridotto i livelli di acido folico fetale nei ratti. Si suppone che la deficienza di acido folico debba essere associata ad un aumento del rischio di malformazioni congenite sia negli animali che nell’uomo.
LAMOTRIGINA HEXAL compresse dispersibili
Calcio carbonato, sorbitolo, cellulosa microcristallina, crospovidone, amido di mais, talco, aroma ribes nero, saccarina sodica, sodio stearil fumarato, silice colloidale.
Non note.
Compresse disperdibili da 5 mg: 12 mesi.
Compresse disperdibili da 25 mg, 50 mg, 100 mg e 200 mg: 24 mesi.
Compresse dispersibili: conservare ad una temperatura non superiore a 25°C.
LAMOTRIGINA HEXAL compresse dispersibili
Blister opaco da 28 compresse dispersibili da 5 mg.
Blister opaco da 21 compresse dispersibili da 25 mg confezione starter per terapia aggiuntiva con valproato
Blister opaco da 28 compresse dispersibili da 25 mg.
Blister opaco da 42 compresse dispersibili da 25 mg confezione starter per monoterapia
Blister opaco da 42 compresse dispersibili da 50 mg confezione starter per terapia aggiuntiva senza valproato
Blister opaco da 56 compresse dispersibili da 50 mg.
Blister opaco da 56 compresse dispersibili da 100 mg.
Blister opaco da 56 compresse dispersibili da 200 mg.
Non necessarie.
HEXAL S.p.A. - Via Parecelso 16, 20041 Agrate Brianza (MI)
LAMOTRIGINA HEXAL 5 mg compresse dispersibili - 28 compresse - AIC n. 036486013
LAMOTRIGINA HEXAL 25 mg compresse dispersibili - 28 compresse - AIC n. 036486025
LAMOTRIGINA HEXAL 50 mg compresse dispersibili - 56 compresse - AIC n. 036486037
LAMOTRIGINA HEXAL 100 mg compresse dispersibili - 56 compresse - AIC n. 036486049
LAMOTRIGINA HEXAL 200 mg compresse dispersibili - 56 compresse - AIC n. 036486052
LAMOTRIGINA HEXAL 25 mg compresse dispersibili - starter 21 compresse - AIC n. 036486064
LAMOTRIGINA HEXAL 25 mg compresse dispersibili - starter 42 compresse - AIC n. 036486076
LAMOTRIGINA HEXAL 50 mg compresse dispersibili - starter 42 compresse - AIC n. 036486088
15 Luglio 2006
Dicembre 2008