Pubblicità
LATANOPROST ZENTIVA 0,005% COLLIRIO, SOLUZIONE
1 ml di collirio, soluzione contiene 50 mcg di latanoprost.
Una goccia contiene circa 1,5 mcg di latanoprost.
Eccipienti: è presente benzalconio cloruro 0,2 mg/ml.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Collirio, soluzione.
La soluzione è un liquido limpido incolore.
Riduzione della pressione intraoculare elevata in pazienti con glaucoma ad angolo aperto ed in pazienti con ipertensione oculare.
Pubblicità
Dose raccomandata per adulti (inclusi pazienti anziani):
La terapia raccomandata consiste in una goccia al giorno nell’occhio(i) da trattare. L’effetto ottimale si ottiene somministrando Latanoprost Zentiva collirio alla sera.
La dose di Latanoprost Zentiva collirio non deve superare una volta al giorno, in quanto è stato dimostrato che somministrazioni più frequenti diminuiscono l’effetto ipotensivo sulla pressione intraoculare.
In caso di mancata somministrazione di una dose, il trattamento deve continuare normalmente con la dose successiva.
Come con altri colliri, al fine di ridurre il possibile assorbimento sistemico, si raccomanda di comprimere il sacco lacrimale a livello del canto mediale (occlusione puntale) per un minuto. Ciò deve essere effettuato subito dopo l’instillazione di ogni singola goccia.
Le lenti a contatto devono essere rimosse prima dell’instillazione del collirio e possono essere riapplicate dopo 15 minuti.
Se si usa più di un farmaco oftalmico ad uso topico, questi devono essere somministrati almeno cinque minuti uno dall’altro.
Bambini:
Non sono disponibili dati di sicurezza ed efficacia in età pediatrica. Pertanto, l’uso di Latanoprost Zentiva collirio nei bambini non è raccomandato.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Latanoprost Zentiva collirio può alterare gradualmente il colore degli occhi, aumentando la quantità di pigmento marrone dell’iride. Prima di iniziare il trattamento, i pazienti devono essere informati circa la possibilità di un cambiamento permanente del colore dell’occhio. Il trattamento unilaterale può causare eterocromia permanente.
Questo cambiamento di colore degli occhi è stato notato soprattutto in pazienti con iridi di colore disomogeneo, per esempio, blu–marrone, grigio–marrone, giallo–marrone e verde–marrone. In studi condotti su latanoprost, l’insorgenza del cambiamento avviene, solitamente, entro i primi 8 mesi di trattamento, raramente durante il secondo o terzo anno e non è stato accertato dopo il quarto anno di trattamento. Il tasso di progressione della pigmentazione dell’iride diminuisce con il tempo e rimane stabile per cinque anni. L’effetto di aumento della pigmentazione, oltre i cinque anni, non è stato valutato. In uno studio in aperto sulla sicurezza di latanoprost, della durata di 5 anni, il 33% dei pazienti ha sviluppato pigmentazione dell’iride (vedere 4.8). Il cambiamento di colore dell’iride risulta lieve nella maggior parte dei casi e, spesso, non rilevante clinicamente. L’incidenza in pazienti con iride di colore disomogeneo oscillava da 7 a 85%, risultando più elevata in pazienti con iride di colore giallo–marrone. Nessuna alterazione è stata riscontrata in pazienti con occhi di colore omogeneo blu e solo raramente in pazienti con occhi di colore omogeneo grigio, verde o marrone.
Il cambiamento di colore è dovuto ad un aumento della melanina nei melanociti dello stroma dell’iride e non ad un aumento del numero di melanociti. Di solito la pigmentazione marrone attorno alla pupilla si diffonde concentricamente verso la zona periferica dell’occhio interessato, ma tutto l’iride o settori di esso possono diventare di colore marrone. Dopo sospensione del trattamento, non è stato osservato alcun ulteriore incremento della pigmentazione marrone dell’iride. Gli studi clinici fino ad oggi disponibili, hanno dimostrato che il cambiamento di colore non è riferibile ad alcun sintomo o alterazione patologica.
Né nevi né areole dell’iride sono stati influenzati dal trattamento. Gli studi clinici non hanno evidenziato accumulo di pigmento nel trabecolato sclero–corneale o in qualsiasi altra parte della camera anteriore. Sulla base di 5 anni di esperienza clinica, l’aumento della pigmentazione dell’iride non ha dimostrato di avere conseguenze negative dal punto di vista clinico e la somministrazione di Latanoprost Zentiva collirio può essere continuata anche se si manifesta pigmentazione dell’iride. Comunque, i pazienti devono essere monitorati regolarmente ed in caso di peggioramento del quadro clinico, il trattamento con Latanoprost Zentiva collirio può essere interrotto.
Vi è un’esperienza limitata sull’uso di latanoprost nel glaucoma cronico ad angolo chiuso, in pazienti pseudofachici con glaucoma ad angolo aperto e nel glaucoma pigmentario. Non c’è esperienza sull’uso di latanoprost nel glaucoma infiammatorio e neovascolare, in condizioni di infiammazione oculare o nel glaucoma congenito. Latanoprost Zentiva collirio non ha alcuno o scarsi effetti sulla pupilla, ma non esiste sufficiente esperienza in merito ad attacchi acuti di glaucoma ad angolo chiuso. Si raccomanda pertanto cautela nell’impiego di Latanoprost Zentiva collirio in queste in queste circostanze, finché la casistica non sarà opportunamente ampliata.
Sono disponili dati limitati circa l’uso di latanoprost durante la fase peri–operatoria nella chirurgia della cataratta. In questi pazienti, Latanoprost Zentiva collirio deve essere usato con cautela.
Casi di edema maculare (vedere paragrafo 4.8) si sono verificati principalmente in pazienti afachici, in pazienti pseudofachici con rottura della capsula posteriore della lente o con lenti in camera anteriore, o in pazienti con fattori di rischio noti per l’edema maculare cistoide (come retinopatia diabetica ed occlusione venosa retinica).
Si raccomanda cautela nell’uso di Latanoprost Zentiva collirio in pazienti afachici, pseudofachici con rottura della capsula posteriore della lente o con lenti in camera anteriore o in pazienti con fattori di rischio noti per l’edema maculare cistoide.
Nei pazienti con fattori di rischio noti per iriti/uveiti, Latanoprost Zentiva collirio può essere usato con cautela.
Esiste una limitata esperienza relativa a pazienti con asma, ma, nell’esperienza post–marketing, sono stati riportati alcuni casi di esacerbazione di asma e/o dispnea. I pazienti asmatici devono quindi essere trattati con prudenza in attesa di sufficiente esperienza (vedi anche 4.8).
È stata osservata una discolorazione della cute periorbitale, riportata nella maggioranza delle segnalazioni in pazienti giapponesi. Ad oggi i dati hanno mostrato che la discolorazione della cute periorbitale non è permanente e in qualche caso è reversibile mentre si continua il trattamento con latanoprost.
Latanoprost può gradualmente modificare le ciglia e la peluria dell’occhio trattato e dell’area circostante; questi cambiamenti includono l’allungamento, l’ispessimento, la pigmentazione e l’infoltimento delle ciglia o della peluria e la crescita di ciglia con orientamento anomalo. I cambiamenti delle ciglia sono reversibili con la sospensione del trattamento.
Latanoprost Zentiva collirio contiene benzalconio cloruro che di solito viene utilizzato come conservante nei medicinali oftalmici. È stato riportato che il benzalconio cloruro è causa di cheratopatia puntata e/o cheratopatia ulcerativa tossica, può causare irritazione oculare ed una alterazione del colore delle lenti a contatto morbide. Si richiede un attento monitoraggio nei pazienti affetti da secchezza oculare che utilizzano Latanoprost Zentiva collirio frequentemente o per periodi prolungati, o nei casi in cui la cornea sia compromessa. Poiché le lenti a contatto possono assorbire il benzalconio cloruro, queste devono essere rimosse prima dell’applicazione di Latanoprost Zentiva collirio ma possono essere riapplicate dopo 15 minuti (vedere paragrafo 4.2 "Posologia e modo di somministrazione").
Links sponsorizzati
Non sono disponibili risultati conclusivi per valutare l’interazione del farmaco.
Sono stati riportati casi di innalzamento paradossale della pressione intraoculare in seguito alla concomitante somministrazione oftalmica di due analoghi delle prostaglandine. Pertanto non è raccomandata la somministrazione di due o più prostaglandine, analoghi delle prostaglandine o derivati delle prostaglandine.
Gravidanza
La sicurezza del farmaco in donne in stato di gravidanza non è stata accertata. Esiste la possibilità di rischio farmacologico in corso di gravidanza, sia per il feto che per il neonato. Pertanto Latanoprost Zentiva collirio non deve essere usato in gravidanza.
Allattamento
Il latanoprost e i suoi metaboliti possono passare nel latte materno e quindi Latanoprost Zentiva collirio non deve essere usato nelle donne che allattano o l’allattamento al seno deve essere interrotto.
Latanoprost Zentiva collirio analogamente agli altri preparati per uso oftalmico, ha un’influenza minima o moderata sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari, l’instillazione di gocce può causare un senso di annebbiamento transitorio della vista.
La maggioranza degli effetti indesiderati riguarda il sistema oculare. In uno studio aperto, della durata di 5 anni, sulla sicurezza di latanoprost, la pigmentazione dell’iride è stata riscontrata nel 33% dei pazienti (vedere paragrafo 4.4). Gli altri eventi avversi oculari sono in genere transitori e si manifestano alla somministrazione della dose.
Gli eventi avversi sono classificati in base alla frequenza come segue: molto comuni (≥1/10), comuni (≥1/100, <1/10), non comuni (≥1/1.000, <1/100), rari (≥1/10.000, <1/1.000) e molto rari (<1/10.000). La frequenza degli eventi segnalati nell’esperienza post–marketing non è nota.
Patologie dell’occhio | Molto comuni: | Aumentata pigmentazione dell’iride, iperemia congiuntivale di grado da lieve a moderato, irritazione oculare (bruciore, sensazione di sabbia, prurito, dolore puntorio e sensazione di corpo estraneo); alterazioni delle ciglia e della peluria (allungamento, ispessimento, aumentata pigmentazione e infoltimento) (la maggior parte dei casi segnalati nella popolazione giapponese) |
Comuni: | Erosione epiteliale puntata transitoria, nella maggior parte dei casi asintomatica; blefarite; dolore oculare. |
Non comuni: | Edema palpebrale: secchezza oculare, cheratite, annebbiamento della vista; congiuntivite. |
Rari: | Iriti/uveiti (la maggior parte dei casi segnalati in pazienti con fattori predisponenti concomitanti), edema maculare, erosione ed edema corneale sintomatico, edema periorbitale, alterato orientamento delle ciglia e conseguente irritazione oculare; ulteriore fila di ciglia all’apertura delle ghiandole di Meibomio (distichiasi). |
Patologie cardiache | Molto rari: | Peggioramento dell’angina in pazienti con patologia preesistente. |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: | Rari: | Asma, esacerbazione dell’asma e dispnea. |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: | Non comuni: | Rash cutaneo. |
Rari: | Reazione cutanea localizzata sulle palpebre; inscurimento della cute palpebrale. |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Molto rari: | Dolore toracico |
Nell’esperienza post–marketing sono pervenute le seguenti segnalazioni spontanee:
Patologie del sistema nervoso: Cefalea, capogiri.
Patologie cardiache: Palpitazioni.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: Mialgia, artralgia.
Links sponsorizzati
A parte irritazione oculare e iperemia congiuntivale non si conoscono altri effetti indesiderati oculari in caso di sovradosaggio di Latanoprost Zentiva collirio.
In caso di ingestione accidentale di Latanoprost Zentiva collirio possono essere utili le seguenti informazioni: un flacone contiene 125 mcg di latanoprost. Più del 90% è metabolizzato durante il primo passaggio nel fegato. L’infusione endovenosa di 3 mcg /kg in volontari sani non ha indotto sintomi, ma un dosaggio di 5,5–10 mcg /kg ha causato nausea, dolori addominali, vertigini, affaticamento, vampate di calore e sudorazione. Latanoprost è stato somministrato per via endovenosa nella scimmia a dosaggi fino a 500 mcg /kg senza causare effetti importanti sul sistema cardiovascolare.
La somministrazione endovenosa di latanoprost nella scimmia è stata associata a broncocostrizione transitoria. Tuttavia, latanoprost, se applicato per via topica nell’occhio ad una dose 7 volte superiore alla dose clinica, non induce broncocostrizione in pazienti affetti da asma bronchiale moderata.
In caso di sovradosaggio di Latanoprost Zentiva collirio il trattamento deve essere sintomatico.
Gruppo farmacoterapeutico: Preparati antiglaucoma e miotici, analoghi delle prostaglandine. Codice ATC: S01EE01.
Il principio attivo latanoprost, un analogo della prostaglandina F2α, è un agonista selettivo del recettore prostanoide FP che riduce la pressione intraoculare aumentando il deflusso dell’umore acqueo. La diminuzione della pressione intraoculare inizia nell’uomo circa tre/quattro ore dopo la somministrazione e raggiunge il massimo effetto dopo 8/12 ore. L’abbassamento della pressione si mantiene per almeno 24 ore.
Studi nell’animale e nell’uomo indicano che il meccanismo d’azione principale consiste in un aumentato deflusso uveo–sclerale, anche se è stato riportato nell’uomo un aumento nella facilità di deflusso (riduzione della resistenza al deflusso).
Studi pilota hanno dimostrato l’efficacia di latanoprost somministrato in monoterapia. Inoltre sono stati effettuati studi clinici in associazione.
Essi includono studi che hanno evidenziato l’efficacia di latanoprost in associazione con antagonisti beta–adrenergici (timololo). Studi a breve termine (1 o 2 settimane) indicano un effetto additivo di latanoprost se usato in associazione con agonisti adrenergici (dipivalil epinefrina), inibitori dell’anidrasi carbonica somministrati per via orale (acetazolamide) e, almeno parzialmente additivo, con agonisti colinergici (pilocarpina).
Studi clinici hanno dimostrato che latanoprost non ha un effetto significativo sulla produzione di umore acqueo. Non è stato riscontrato alcun effetto di latanoprost sulla barriera emato/acquosa.
Studi nella scimmia hanno dimostrato che latanoprost, somministrato a dosi cliniche, non ha nessuno, se non trascurabili effetti, sulla circolazione sanguigna intraoculare.
Può comunque verificarsi lieve o moderata iperemia congiuntivale o episclerale durante il trattamento topico.
Il trattamento cronico con latanoprost nell’occhio della scimmia dopo estrazione extracapsulare del cristallino non ha influenzato il circolo ematico retinico come verificato mediante fluoroangiografia.
Latanoprost, durante trattamenti a breve termine, non ha indotto diffusione di fluoresceina nel segmento posteriore in occhi umani pseudofachici.
Non sono stati riscontrati effetti farmacologici significativi sul sistema cardiovascolare o respiratorio dopo somministrazione di latanoprost a dosi cliniche.
Links sponsorizzati
Latanoprost (p.m. 432,58) è un profarmaco esterificato con un gruppo isopropile, di per sé inattivo, che dopo reazione di idrolisi nella forma acida diventa biologicamente attivo.
Il profarmaco è ben assorbito attraverso la cornea e tutto il farmaco che entra nell’umore acqueo viene interamente idrolizzato durante il passaggio attraverso la cornea.
Studi nell’uomo indicano che il picco di concentrazione nell’umore acqueo viene raggiunto circa due ore dopo la somministrazione topica. Dopo instillazione locale nella scimmia, latanoprost si distribuisce soprattutto nel segmento anteriore, nella congiuntiva e nelle palpebre. Solo piccole quantità di farmaco raggiungono il segmento posteriore.
La forma acida di latanoprost non viene praticamente metabolizzata nell’occhio. Il fegato è la sede principale della metabolizzazione. Nell’uomo, l’emivita plasmatica è di 17 minuti. Studi nell’animale hanno dimostrato che i metaboliti principali, 1,2–dinor e 1,2,3,4–tetranor, non esercitano alcuna o solo una debole attività biologica e sono escreti soprattutto nell’urina.
La tossicità oculare di latanoprost, al pari di quella sistemica, è stata valutata in diverse specie animali. In genere latanoprost è ben tollerato con un margine di sicurezza tra dose clinica e tossicità sistemica di almeno 1.000 volte. Alti dosaggi di latanoprost, circa 100 volte la dose clinica/kg di peso corporeo, somministrati nelle scimmie non anestetizzate per via endovenosa, hanno dimostrato un aumento della frequenza respiratoria probabilmente indotta da broncocostrizione di breve durata. In studi nell’animale, latanoprost non ha evidenziato proprietà sensibilizzanti.
Non sono stati osservati effetti tossici nell’occhio con dosi fino a 100 mcg/occhio/die nel coniglio o nella scimmia (la dose clinica è approssimativamente di 1,5 mcg /occhio/die). Nella scimmia, comunque, latanoprost ha dimostrato di indurre un aumento della pigmentazione dell’iride.
L’iperpigmentazione sembra essere determinata da una stimolazione della produzione di melanina nei melanociti dell’iride; non sono state osservate alterazioni di tipo proliferativo. Il cambiamento del colore dell’iride può essere permanente.
Studi sulla tossicità oculare cronica hanno dimostrato che la somministrazione di 6 mcg/occhio/die di latanoprost può indurre un allargamento della rima palpebrale.
Questo effetto è reversibile e si verifica dopo somministrazione di dosi superiori alla dose clinica. Tale effetto non è stato riscontrato nell’uomo.
Latanoprost è risultato negativo nei test di mutazione inversa nei batteri, di mutazione genica nel linfoma murino e nel test del micronucleo nel topo. Aberrazioni cromosomiche sono state osservate in vitro su linfociti umani. Effetti simili sono stati osservati con la prostaglandina F2α, una prostaglandina di origine naturale; ciò sta ad indicare che tali effetti sono classe correlati.
Ulteriori studi di mutagenesi in vitro/in vivo nel ratto, su sintesi di DNA non programmata, hanno dato risultati negativi ed indicano che latanoprost non ha proprietà mutagene.
Studi di carcinogenesi nel topo e nel ratto sono risultati negativi.
Studi nell’animale hanno dimostrato che latanoprost non ha effetto sulla fertilità maschile o femminile. In studi di tossicità embrionale nel ratto non è stata riscontrata tossicità embrionale con dosi di latanoprost (5, 50 e 250 mcg/kg/die) per via endovenosa. Comunque latanoprost induce effetti letali per l’embrione nel coniglio alla dose di 5 mcg/kg/ die e più.
La dose di 5 mcg/kg/die (circa 100 volte la dose clinica) ha causato tossicità embrionale e fetale significativa caratterizzata da aumentata incidenza di riassorbimento ritardato, aborto e da peso fetale ridotto.
Non è risultato nessun potenziale teratogeno.
Sodio cloruro
Benzalconio cloruro
Sodio fosfato monobasico monoidrato
Sodio fosfato dibasico anidro
Acqua per preparazioni iniettabili
Studi in vitro hanno dimostrato la formazione di un precipitato quando colliri contenenti tiomersal sono mescolati con latanoprost. Se vengono usati questi farmaci, i colliri devono essere somministrati con un intervallo di almeno 5 minuti.
Periodo di validità: 24 mesi
Periodo di validità dopo apertura del contenitore: 4 settimane
Conservare in frigorifero (2–8 °C).
Tenere il flacone nell’imballaggio esterno, per proteggere il medicinale dalla luce.
Dopo la prima apertura del flacone: non conservare a temperatura superiore a 25 °C ed utilizzare entro quattro settimane.
Flacone (5 ml) contagocce di polietilene, tappo a vite, chiusura di sicurezza trasparente in polietilene.
Ogni flacone contagocce contiene 2,5 ml di collirio, corrispondente a circa 80 gocce di soluzione.
Confezioni: 1 x 2,5 ml, 3 x 2,5 ml, 6 x 2,5 ml.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Zentiva Italia S.r.l. – Viale L. Bodio, 37/B – 20158 Milano
1 flacone da 2,5 ml, AIC: 039974011/M
3 flaconi da 2,5 ml, AIC: 039974023/M
6 flaconi da 2,5 ml, AIC: 039974035/M
10 Febbraio 2011
Maggio 2011