Pubblicità
LENTARON i.m. depot 250 mg
Un flacone di polvere liofilizzata contiene:
Principio attivo: formestan 4-idrossi-androst-4-ene-3,17-dione sterile, microcristallino 250 mg.
Polvere (liofilizzata) e solvente per soluzione iniettabile.
Uso intramuscolare.
Trattamento del tumore della mammella in stadio avanzato in donne in postmenopausa fisiologica, o indotta artificialmente.
Pubblicità
Dosaggio
La dose raccomandata è di 250 mg per via i.m. ogni due settimane. Lentaron deve essere somministrato per iniezione intramuscolare profonda nel quadrante latero superiore esterno del gluteo. Ad ogni successiva iniezione deve essere alternato il gluteo ove viene effettuata la somministrazione.
Il farmaco dovrà essere somministrato finché la progressione del tumore è di nuovo evidente.
Insufficienza epatica o renale
Non sono stati condotti studi specifici in pazienti con insufficienza epatica e/o renale. Pertanto, l'uso di Lentaron in pazienti con grave insufficienza epatica e/o insufficienza renale da moderata a grave non è raccomandabile.
Lentaron è stato utilizzato senza problemi in pazienti con insufficienza renale lieve (clearance della creatinina inferiore a 20 ml/min) senza richiedere un aggiustamento della posologia.
Anziani
Non esistono riscontri clinici che lascino ritenere che la posologia vada modificata nelle pazienti anziane.
Bambini
Non pertinente.
Pazienti diabetiche
Non sono stati condotti studi specifici nelle pazienti diabetiche. A titolo precauzionale si consiglia di monitorare la glicemia.
Modalità per la somministrazione del farmaco
Ricostituire la sospensione appena prima della somministrazione e riportarla a temperatura ambiente prima dell'iniezione (vedi paragrafo "Istruzioni per l'uso").
Procedimento da seguire per una corretta iniezione
La paziente deve essere preferibilmente distesa.Si raccomanda di alternare il gluteo ove viene somministrato il farmaco ad ogni iniezione di Lentaron.
Prima di effettuare l'iniezione accertarsi che non siano presenti segni di precedenti iniezioni, quali infiammazione, cicatrici o gonfiori sottocutanei. Iniettare nel gluteo ove non siano presenti queste lesioni.Il sito di iniezione deve essere accuratamente disinfettato prima della somministrazione.Iniettare la sospensioneprofondamente nel quadrante latero-superiore esterno del gluteo, ponendo particolare cura nell'evitare di iniettare in prossimità del nervo sciatico o in vasi sanguigni.
Non iniettare in una zona ove si senta resistenza all'iniezione.
Nelle pazienti obese evitare di somministrare il farmaco nel tessuto adiposo sottocutaneo.
Nelle pazienti con scarsa massa muscolare invece, porre particolare attenzione onde evitare l'iniezione nel o in prossimità del nervo sciatico.Prima dell'iniezione aspirare con lo stantuffo per controllare di non aver accidentalmente iniettato il liquido in un vaso sanguigno.
Nel caso, cambiare sede di iniezione.Iniettare lentamente il liquido per evitare danni ai tessuti.Se la paziente lamenta dolore acuto sospendere l'iniezione immediatamente e iniettare in un altra zona del quadrante.Avvisare la paziente che nelle prima ore dopo l'iniezione non è necessario un forzato riposo.
Lentaron i.m. Depot 250 mg è controindicato in donne in pre-menopausa, in gravidanza e durante l'allattamento.
Il prodotto non dovrebbe essere usato in pazienti con ipersensibilità nota alla sostanza attiva o agli eccipienti.
L'iniezione accidentale nel compartimento vascolare dovrà essere accuratamente evitata, perché la rapida captazione in circolo del farmaco può portare a sintomi quali sapore amaro in bocca, sensazione di caldo, tachicardia, affanno o capogiri immediatamente dopo l'iniezione.
Porre attenzione a non iniettare il farmaco nel nervo sciatico o nelle immediate vicinanze.
Il rischio associato ad iniezioni effettuate in sede impropria è quello di provocare oltre che dolore un temporaneo trauma al nervo stesso.
Teoricamente infatti esiste la possibilità di un danno diretto permanente al nervo stesso.
Non dovranno essere fatte iniezioni nella stessa area o là dove sono presenti segni di infiammazione a seguito della precedente iniezione.
Nelle pazienti in trattamento anticoagulante va posta attenzione alla somministrazione di Lentaron i.m. Depot 250 mg, così come per tutte le iniezioni intramuscolari, allo scopo di prevenire la formazione di ematomi o sanguinamento in sede di iniezione.
Per l'uso nelle pazienti con insufficienza epatica o renale o nelle pazienti diabetiche, vedi "Posologia e modo di somministrazione".
Links sponsorizzati
Non sono stati effettuati studi di interazione farmacologica.
Non esistono informazioni a riguardo dell'uso di Lentaron i.m. Depot 250 mg in combinazione con altri farmaci antitumorali.
In una paziente che contemporaneamente assumeva fenitoina si è verificato un caso di ipertricosi facciale.
Lentaron i.m. Depot 250 mg è controindicato nelle donne in gravidanza e che allattano.
Bisogna fare attenzione quando si guida o si usano macchine a causa dei possibili effetti collaterali quali capogiri, sonnolenza o letargia.
Nelle ricerche cliniche gli effetti collaterali sono stati in genere lievi o moderati (classi OMS 1 e 2).
Tutte le reazioni indesiderate si sono risolte senza lasciare postumi.
Le più frequenti reazioni sono state di intolleranza locale. Altri effetti sistemici osservati possono essere attribuiti alla deprivazione di estrogeni (ad es.: vampate di calore).
In particolare sono stati osservati i seguenti effetti collaterali:
Effetti collaterali locali:
Cute e annessi
Frequenti: prurito, irritazione dolorosa, sensazione di bruciore, gonfiore dolente o indolente, granuloma a livello del sito di iniezione.
Occasionali: ascesso sterile, infiammazione a livello del sito di iniezione.
Rari: ematoma a livello del sito di iniezione
Effetti collaterali generali:
Cute e annessi
Occasionali: rash, prurito, esantema
Rari: alopecia, ipertricosi facciale
Sistema nervoso
Rari: letargia, sonnolenza, cefalea, capogiri, labilità emotiva.
Apparato vascolare
Rari: edemi degli arti inferiori, tromboflebiti.
Apparato endocrino
Occasionali: vampate di calore.
Apparato urogenitale
Rari: spotting o sanguinamento vaginale, crampi pelvici, vaginite.
Apparato gastroenterico
Rari: nausea, vomito, costipazione.
Apparato muscolo-scheletrico
Rari: crampi muscolari, artralgie.
Apparato respiratorio
Raro: faringodinia.
Altri
Rari: lipotimia dovuta a reazione vago vagale, vertigini immediatamente dopo l'iniezione, reazione anafilattoide (rash, nausea, vertigini, dolore toracico e tachicardia, fatica).
Links sponsorizzati
Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio.
Negli studi clinici effettuati, dosi fino a 1000 mg alla settimana hanno portato solo ad un aumento delle reazioni locali.
Classe terapeutica
Inibitore steroideo dell'aromatasi (inibitore della sintesi degli estrogeni); agente antitumorale.
Effetti farmacodinamici
Nelle donne in postmenopausa gli estrogeni derivano principalmente dalla trasformazione degli androgeni surrenalici androstenedione e testosterone in estrone (E1 ) ed estradiolo (E2 ).
L'eliminazione degli effetti stimolatori estrogeno-mediati è un prerequisito per la successiva risposta tumorale nei casi in cui la crescita del tessuto tumorale dipenda dalla presenza di estrogeni.
La soppressione della sintesi estrogenica nei tessuti periferici e nel tessuto neoplastico stesso, non può essere ottenuta per via chirurgica ma può essere ottenuta attraverso l'inibizione specifica dell'enzima aromatasi, direttamente responsabile della produzione di estrone ed estradiolo dai precursori androgenici.
Il formestan è un derivato dell'androstenedione, ormone steroideo fisiologico. In condizioni fisiologiche questo inibisce competitivamente l'enzima aromatasi producendo una riduzione clinicamente notevole della sintesi di estrogeni in tutti i tessuti dove sono prodotti. Gli effetti antitumorali sono perciò secondari al loro effetto primario.
Gli studi clinici indicano che il grado di risposta alla terapia, come con altre terapie endocrine, è più alta nelle pazienti nelle quali lo stato recettoriale del tessuto tumorale è positivo che in quelle pazienti in cui questo parametro sia negativo.
Lentaron i.m. Depot 250 mg è altamente specifico nell'inibire l'attività dell'aromatasi.
Il suo impiego non ha determinato alterazioni della steroidogenesi surrenalica e neppure modificazioni, al di fuori del range di normalità, dei livelli plasmatici di cortisolo, 11-desossicortisolo, 17-idrossiprogesterone e deidroepiandrostenedione solfato. Non è perciò necessaria la terapia sostitutiva con cortisolo.
I livelli plasmatici dei precursori androgenici androstenedione, testosterone o diidrotestosterone non sono modificati da Lentaron i.m. Depot 250 mg indicando che il blocco della sintesi estrogenica non porta ad accumulo di precursori androgenici.
I livelli plasmatici delle proteine che legano gli ormoni sessuali (SHBG) risultano leggermente diminuiti anche se non in modo significativo. Questo può essere un indice della presenza di una debole attività androgenica di Lentaron i.m. Depot 250 mg, sebbene non siano stati osservati effetti androgenici di rilevanza clinica.
Links sponsorizzati
La somministrazione i.m. di Lentaron Depot 250 mg dà luogo alla formazione di un deposito caratterizzato da un lento rilascio di formestan nella circolazione sistemica.
Assorbimento
Dopo una dose singola di 250 e 500 mg a pazienti in postmenopausa con cancro della mammella, le massime concentrazioni del farmaco (10-18 ng/ml) sono raggiunte in media tra 30 e 48 ore. Dopo una caduta relativamente rapida, tra 2 e 4 giorni, il formestan è eliminato dal plasma con una apparente emivita di 5-6 giorni.
L'aumento dose-proporzionale dei valori medi della AUC (0-14 giorni) suggerisce una cinetica lineare nel range di dose tra 250 mg e 500 mg, ma entrambe le dosi dimostrano effetti endocrini paragonabili. Dopo una dose singola i.m. di 250 mg e 500 mg, i livelli plasmatici di formestane erano ancora misurabili rispettivamente al giorno 14 e al giorno 28, ma non erano più rilevabili dopo 2 mesi.
Subito dopo somministrazione ripetuta i.m. di 250 mg e 500 mg ogni 2 settimane, le concentrazioni plasmatiche allo "steady state" di formestan sono raggiunte dopo la quarta dose. Con la dose raccomandata di 250 mg i.m. ogni quindici giorni, è possibile un trattamento continuo senza accumulo. Il farmaco non induce né inibisce il suo stesso metabolismo.
Una valutazione dell'entità della captazione sistemica (o della biodisponibilità assoluta) non è stato possibile a causa della scarsa solubilità del formestan nel mezzo acquoso.
Assumendo che il plasma sia l'unico vettore del formestan sistemicamente disponibile, una stima preliminare della captazione sistemica, che è basata sulla clearance epatica, oscilla tra il 20% e il 25% della dose somministrata per via i.m. in 14 giorni.
Distribuzione
Il legame del formestan con le proteine seriche è stato studiato in vitro con la tecnica della dialisi all'equilibrio in un range di concentrazioni (0,4-100 ng/ml) che è relativo ai livelli plasmatici osservati dopo la somministrazione di dosi terapeutiche. Il grado di legame alle proteine oscilla tra 82% e 86% e, nel range di valori esaminati, è indipendente dalla concentrazione del farmaco.
Metabolismo
Sono disponibili informazioni limitate sul metabolismo di Lentaron. La maggiore via di eliminazione di Lentaron e dei suoi metaboliti sembra essere la coniugazione; meno dell'1% della dose viene infatti escreta immodificata nelle urine.
Si è tentata l'identificazione di metaboliti di fase I, sebbene non siano ancora disponibili dati sufficienti.
È noto comunque che la sostanza madre e i metaboliti sono presenti nelle urine quasi esclusivamente come composti glicuronati.
Eliminazione
Come dimostrato da studi in cui il farmaco è stato somministrato per via orale, il maggior metabolita plasmatico e urinario del formestan è il 4-idrossiglicuronide, composto farmacologicamente inattivo.
Tossicità acuta
Gli studi di tossicità dopo somministrazione di una dose singola sono stati effettuati nel topo e nel ratto.
Lentaron è stato somministrato per via intraperitoneale alla più alta dose tecnicamente possibile, corrispondente a 600 volte la dose terapeutica. Lentaron ha mostrato scarsa tossicità negli studi di tossicità acuta (DL50 ).
Negli studi dove Lentaron è stato somministrato per via sottocutanea a topi e ratti, a dosi 600 volte superiori a quelle terapeutiche, i rilievi di tossicità si limitavano a riscontri di intolleranza in sede di iniezione.
Tossicità ripetuta
Sono stati effettuati studi di tossicità ripetuta ad 1 e 6 mesi nel ratto e nel cane.
Gli studi sono stati condotti utilizzando dosi di Lentaron superiori alla dose terapeutica fino a 400 volte nel ratto e fino a 6 volte superiori nel cane; non sono stati osservati rilievi tossicologici significativi, eccetto gli effetti farmacologici sulla funzione riproduttiva ed irritazione locale e infiammazione nel sito di iniezione.
In entrambe le specie, gli effetti osservati erano quelli attesi, vale a dire una riduzione dei livelli degli estrogeni circolanti, con conseguente variazione di peso degli organi riproduttivi sia negli animali maschi sia nelle femmine.
Tossicità riproduttiva
Durante l'organogenensi alle ratte gravide sono state somministrate dosi orali di Lentaron fino a 200 volte superiori alle dosi terapeutiche e fino a 100 volte superiori nei conigli femmine gravidi.
Se si esclude una riduzione del peso corporeo alle più alte dosi impiegate (1000 e 500 mg/kg rispettivamente), non sono stati evidenziati effetti teratogenici, embriotossici o tossicità fetale.
Da notare che la via di somministrazione orale non riflette l'uso clinico di Lentaron; oltre a ciò l'uso di Lentaron è controindicato nelle donne in età fertile.
Mutagenensi
Il potenziale mutageno di Lentaron è stato valutato in 4 test in vitro e in 3 test in vivo.
Non si è evidenziato alcun effetto genotossico.
Carcinogenesi
Non sono stati effettuati studi di carcinogenesi con Lentaron.
Un flacone di polvere liofilizzata contiene:
Eccipienti: polietilenglicole 4000; lecitina di soia; vitamina E; sodio idrossido.
Una fiala solvente contiene:
Eccipienti: cloruro di sodio; acqua per preparazioni iniettabili.
Nessuna nota. Il farmaco non deve essere mescolato con altri farmaci da iniettare.
Due anni.
Conservare a temperatura inferiore a 25 °C. La soluzione ricostituita in condizioni asettiche è stabile fino a 24 ore se conservata in frigorifero (+2 °C a +8 °C).
Polvere liofilizzata
Flacone di vetro incolore tipo I (Ph. Eur.) da 6 ml con tappo in gomma butilica.
Solvente
Fiala in vetro tipo I (Ph.Eur.), incolore da 2 ml.
Confezioni:
- 1 flacone polvere (liofilizzata) 250 mg + 1 fiala solvente 2 ml.
Ricostituire la sospensione appena prima della somministrazione e riportarla a temperatura ambiente prima dell'iniezione.
Per ciascun flacone:
Prelevare con la siringa 2 ml di solvente dalla fiala.Iniettarli nel flacone di Lentaron polvere.Agitare energicamente.Prelevare con la siringa sospensione.Se necessario cambiare l'ago della siringa con uno appropriato per iniezioni intramuscolari.
NOVARTIS FARMA S.p.A.
S.S. 233 (Varesina) km 20,5 - 21040 Origgio (VA)
1 flacone polvere (liofilizzata) 250 mg + 1 fiala solvente 2 ml
AIC n. 029039017
Prima autorizzazione: 15.05.1995/rinnovo: 01.06.2000.
Giugno 2000.