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Lercaprel 20 mg/10 mg compresse rivestite con film.
Ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di enalapril maleato (pari
a 15.29 mg di enalapril) e 10 mg di lercanidipina cloridrato (pari a 9.44 mg
di lercanidipina).
Eccipienti: una compressa rivestita con film contiene 92.0 mg di lattosio
monoidrato.
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.
Compressa rivestita con film.
Compresse gialle, rotonde, biconvesse.
Trattamento dell'ipertensione essenziale in pazienti con pressione arteriosa
non adeguatamente controllata da una monoterapia con enalapril 20 mg.
L'associazione fissa Lercaprel 20 mg/10 mg non deve essere utilizzata per il
trattamento iniziale dell'ipertensione.
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I pazienti con pressione arteriosa non adeguatamente controllata da una
monoterapia con enalapril 20 mg, hanno la possibilità di assumere una dose
maggiore di enalapril in monoterapia o passare a Lercaprel 20 mg/10 mg.
Si raccomanda la titolazione individuale dei componenti. Se clinicamente
appropriato, può essere considerato il passaggio diretto dalla monoterapia
all'associazione fissa.
La dose raccomandata è di una compressa al giorno almeno 15 minuti prima dei
pasti.
Il trattamento deve essere somministrato preferibilmente al mattino. Questo
prodotto non deve essere assunto con del succo di pompelmo (vedere i
paragrafi 4.3 e 4.5).
Anziani: la dose dipende dalla funzionalità renale del
paziente (vedere "Insufficienza renale").
Bambini e adolescenti sotto i 18 anni: non essendo stati
condotti studi clinici su pazienti di età inferiore a 18 anni, la
somministrazione a bambini e adolescenti non è attualmente raccomandata.
Insufficienza renale: Lercaprel è controindicato in pazienti
affetti da grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30
ml/min) o in pazienti sottoposti a emodialisi (vedere i paragrafi 4.3 e
4.4). Si raccomanda particolare cautela all'inizio del trattamento in
pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata.
Insufficienza epatica: Lercaprel è controindicato in caso di
grave insufficienza epatica. Si raccomanda particolare cautela all'inizio
del trattamento in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata.
Lercaprel non deve essere somministrato nei seguenti casi:
- ipersensibilità ad uno dei principi attivi (enalapril o lercanidipina),
ad un ACE-inibitore o ad un calcio-antagonista diidropiridinico o ad uno
qualsiasi degli eccipienti presenti nel medicinale
- 2° e 3° trimestre di gravidanza (vedere i paragrafi 4.4 e 4.6)
- ostruzione all'eiezione ventricolare sinistra, inclusa la stenosi
aortica
- insufficienza cardiaca congestizia non trattata
- angina pectoris instabile
- infarto miocardico avvenuto da meno di un mese
- grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min),
compresi pazienti sottoposti a emodialisi
- grave insufficienza epatica
- trattamento concomitante con:
- potenti inibitori di CYP3A4 (vedere il paragrafo 4.5)
- ciclosporina (vedere il paragrafo 4.5)
- succo di pompelmo (vedere il paragrafo 4.5)
- anamnesi di angioedema causato da precedente terapia con un
ACE-inibitore
- angioedema ereditario o idiopatico
Ipotensione sintomatica
È richiesto un monitoraggio particolarmente attento per l'enalapril in caso
di:
- grave ipotensione con pressione sistolica inferiore a 90 mmHg
- scompenso cardiaco
L'ipotensione sintomatica è stata raramente osservata in pazienti con
ipertensione non complicata. Nei pazienti ipertesi trattati con l'enalapril,
è più probabile che l'ipotensione sintomatica si verifichi se il paziente è
ipovolemico, ad esempio in caso di terapia con diuretici, limitazione del
sale nella dieta, dialisi, diarrea o vomito (vedere il paragrafo 4.5). È
stata osservata ipotensione sintomatica in pazienti affetti da insufficienza
cardiaca, con o senza insufficienza renale associata. È più probabile che
ciò accada nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca più grave, a
seguito dell'uso di elevate dosi di diuretici dell'ansa, iponatriemia o
insufficienza renale. In questi pazienti, la terapia deve essere iniziata
sotto controllo medico ed i pazienti devono essere seguiti attentamente in
caso di aggiustamento della dose di enalapril e/o del diuretico.
Considerazioni simili si applicano a pazienti con ischemia cardiaca o
patologie cerebrovascolari per i quali un'eccessiva diminuzione della
pressione arteriosa potrebbe dar luogo ad infarto miocardico o ad un
incidente cerebrovascolare.
Qualora dovesse verificarsi ipotensione, il paziente deve essere posto in
posizione supina e, se necessario, sottoposto a infusione endovenosa di
soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva transitoria non rappresenta
una controindicazione a ulteriori dosi, che possono essere somministrate
generalmente senza difficoltà non appena la pressione arteriosa sarà
aumentata dopo l'espansione della volemia.
In alcuni pazienti affetti da insufficienza cardiaca con pressione arteriosa
normale o ridotta, la somministrazione di enalapril può provocare
un'ulteriore riduzione della pressione arteriosa sistemica. Questo effetto è
previsto e generalmente non costituisce un motivo di interruzione del
trattamento. Se l'ipotensione diventa sintomatica, può rendersi necessaria
la riduzione della dose e/o l'interruzione del diuretico e/o dell'enalapril.
Sindromi da disfunzione del nodo del seno
Si raccomanda particolare cautela nell'uso della lercanidipina in pazienti
affetti da sindromi da disfunzione del nodo del seno (se non è impiantato un
pacemaker).
Disfunzione ventricolare sinistra e ischemia cardiaca
Sebbene studi controllati di emodinamica non abbiano dimostrato alcuna
compromissione della funzione ventricolare, è necessario prestare cautela in
pazienti affetti da disfunzione ventricolare sinistra durante il trattamento
con calcio-antagonisti. È stato evidenziato che i pazienti affetti da
ischemia cardiaca hanno un elevato rischio cardiovascolare durante il
trattamento con alcune diidropiridine a breve durata d'azione. Sebbene la
lercanidipina abbia una lunga durata d'azione, in tali pazienti è richiesta
cautela.
In rari casi, alcune diidropiridine possono causare dolore precordiale o
angina pectoris. Molto raramente, nei pazienti con angina pectoris
pre-esistente, questi attacchi possono verificarsi con maggiore frequenza,
durata o gravità. Potrebbero essere osservati isolati casi di infarto
miocardico (vedere il paragrafo 4.8).
Insufficienza renale
È richiesta particolare cautela durante la fase iniziale del trattamento con
l'enalapril in pazienti con insufficienza renale lieve-moderata. Il
monitoraggio di routine di potassio e creatinina nel siero fanno parte della
normale gestione medica di questi pazienti durante il trattamento con
enalapril.
Casi di insufficienza renale associata all'uso dell'enalapril sono stati
riportati soprattutto in pazienti affetti da grave disfunzione cardiaca o
patologia renale latente, compresa la stenosi dell'arteria renale. Se
tempestivamente diagnosticata e adeguatamente trattata, l'insufficienza
renale conseguente al trattamento con l'enalapril risulta generalmente
reversibile.
In alcuni casi di ipertensione senza patologia renale pre-esistente,
l'associazione di enalapril con un diuretico può portare ad un aumento dei
livelli di urea e creatinina nel sangue. Può risultare necessaria una
riduzione della dose dell'enalapril e/o la sospensione del diuretico. In
questi casi, deve essere presa in considerazione la possibilità di stenosi
latente dell'arteria renale (vedere il paragrafo 4.4, Ipertensione
renovascolare).
Ipertensione renovascolare
I pazienti affetti da stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi
dell'arteria di un solo rene funzionante sono particolarmente esposti al
rischio di sviluppare ipotensione o insufficienza renale a seguito di
terapia con gli ACE-inibitori. In questi pazienti, il trattamento deve
essere iniziato sotto stretto controllo medico, con dosi ridotte e accurata
titolazione. La funzione renale deve essere valutata all'inizio della
terapia e attentamente monitorata durante il trattamento.
Trapianto renale
Non esiste esperienza clinica riguardo l'uso della lercanidipina o
dell'enalapril in pazienti recentemente sottoposti a trapianto di rene. Il
trattamento di questi pazienti con Lercaprel non è quindi raccomandato.
Insufficienza epatica
L'effetto antiipertensivo della lercanidipina può risultare potenziato nei
pazienti affetti da insufficienza epatica.
Raramente il trattamento con gli ACE-inibitori è stato associato ad una
sindrome che inizia con ittero colestatico e progredisce a necrosi epatica
fulminante (a volte con esito letale). Il meccanismo di questa sindrome non
è conosciuto. I pazienti che sviluppano ittero o un marcato innalzamento
degli enzimi epatici a seguito del trattamento con gli ACE-inibitori devono
interrompere l'assunzione dell'ACE-inibitore e ricevere un trattamento
adeguato.
Neutropenia/agranulocitosi
Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia sono state riscontrate
in pazienti che assumevano gli ACE-inibitori. Nei pazienti con funzionalità
renale normale e senza particolari fattori di rischio, raramente si verifica
neutropenia. L'enalapril deve essere usato con estrema cautela nei pazienti
affetti da collagenopatie vascolari, sottoposti a terapia con
immunosoppressori, allopurinolo, procainamide o in cui siano presenti
parecchi di questi fattori di rischio, particolarmente in presenza di una
preesistente funzionalità renale compromessa. Alcuni di questi pazienti
hanno sviluppato gravi infezioni che in alcuni casi non hanno risposto a
terapia antibiotica intensiva. Se l'enalapril viene usato in tali pazienti,
si consiglia il monitoraggio periodico della conta leucocitaria ed i
pazienti devono essere informati della necessità di riferire qualsiasi segno
di infezione al proprio medico.
Ipersensibilità/edema angioneurotico
Sono stati riportati casi di angioedema del volto, delle estremità, delle
labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe in pazienti trattati
con gli ACE-inibitori, incluso l'enalapril. Questo può accadere in qualsiasi
momento durante la terapia. In questi casi, l'uso dell'enalapril deve essere
interrotto immediatamente. Il paziente deve essere sottoposto ad un attento
monitoraggio per assicurare la completa risoluzione dei sintomi prima della
dimissione dall'ospedale. Nei casi in cui il gonfiore sia limitato al volto
e alle labbra, i sintomi si risolvono generalmente senza ulteriori
trattamenti. Tuttavia, l'uso di antistaminici si è rivelato utile
nell'attenuazione dei sintomi.
L'edema angioneurotico della laringe può avere esito fatale. In caso di
coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe con conseguente
ostruzione respiratoria, è necessario iniziare immediatamente un adeguato
trattamento (es. somministrazione sottocutanea di adrenalina [diluizione
1:1000]) e/o adottare tutte le misure necessarie a garantire la pervietà
delle vie aeree.
Una maggiore incidenza di angioedema a seguito dell'uso degli ACE-inibitori
è stata riportata in pazienti di colore, rispetto a pazienti non di colore.
I pazienti con anamnesi di angioedema non scatenato dall'uso di
ACE-inibitori possono essere maggiormente esposti al rischio di angioedema
durante la somministrazione di un ACE-inibitore (vedere anche il paragrafo
4.3).
Reazioni anafilattoidi durante la desensibilizzazione con veleni di
insetti
Raramente si sono verificate pericolose reazioni anafilattoidi durante la
terapia di desensibilizzazione contro veleni di insetti e l'uso concomitante
di un ACE-inibitore. È possibile evitare tali reazioni sospendendo
temporaneamente l'ACE-inibitore prima di ogni trattamento di
desensibilizzazione.
Reazioni anafilattoidi durante l'aferesi delle lipoproteine a bassa
densità (LDL)
Raramente si sono verificate reazioni anafilattoidi pericolose durante
l'aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato in
pazienti che ricevevano gli ACE-inibitori. È possibile evitare tali reazioni
sospendendo temporaneamente l'ACE-inibitore prima di ogni aferesi.
Diabete
In pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o insulina,
controllare attentamente la glicemia durante il primo mese di trattamento
con un ACE-inibitore (vedere il paragrafo 4.5).
Tosse
È stata osservata tosse con l'uso degli ACE-inibitori. Normalmente tale
tosse è di tipo non-produttivo, persistente e si risolve dopo l'interruzione
della terapia. La tosse indotta da ACE-inibitori deve essere considerata
nella diagnosi differenziale della tosse.
Chirurgia/Anestesia
Nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico maggiore o durante
l'anestesia con agenti che riducono la pressione arteriosa, l'enalapril
inibisce la formazione di angiotensina II, che altrimenti avverrebbe a
seguito di una secrezione compensatoria di renina. Se si verifica
ipotensione come conseguenza di questo meccanismo, è possibile correggerla
espandendo la volemia.
Iperkaliemia
In alcuni pazienti trattati con gli ACE-inibitori, incluso l'enalapril, è
stato osservato un innalzamento del livello di potassio sierico. I fattori
di rischio dell'iperkaliemia sono: insufficienza renale, diabete mellito,
assunzione concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, integratori
di potassio o sostituti del sale contenenti potassio così come l'assunzione
concomitante di altri farmaci che possono aumentare i livelli sierici di
potassio (ad esempio eparina). Qualora fosse indicato l'uso contemporaneo di
uno degli agenti sopra menzionati, il potassio sierico deve essere
monitorato regolarmente.
Induttori di CYP3A4
Induttori del CYP3A4 come gli anticonvulsivanti (es. fenitoina,
carbamazepina) e la rifampicina possono ridurre i livelli sierici della
lercanidipina e quindi la sua efficacia può risultare inferiore a quella
attesa (vedere il paragrafo 4.5).
Altri farmaci non raccomandati
L'uso di questo farmaco non è generalmente raccomandato in associazione con
il litio, i diuretici risparmiatori di potassio, gli integratori di potassio
e l'estramustina (vedere il paragrafo 4.5).
Differenze etniche
Come per gli altri ACE-inibitori, l'enalapril sembra essere meno efficace
nel ridurre la pressione arteriosa nei pazienti di colore rispetto a quelli
non di colore, probabilmente perchè spesso i livelli di renina nel plasma
sono inferiori nella popolazione ipertesa di colore.
Gravidanza
L'uso di Lercaprel non è raccomandato durante la gravidanza.
Il trattamento con gli ACE-inibitori, come l'enalapril, non deve essere
iniziato durante la gravidanza. Tranne nel caso in cui la somministrazione
di ACE-inibitori sia considerata essenziale, le pazienti che stanno
pianificando una gravidanza devono passare a trattamenti con farmaci
antiipertensivi alternativi, il cui uso risulti sicuro durante la
gravidanza. Non appena la gravidanza viene diagnosticata, il trattamento con
gli ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se necessario, si
deve iniziare una terapia alternativa (vedere i paragrafi 4.3 e 4.6).
Anche l'uso della lercanidipina non è raccomandato durante la gravidanza o
in donne che stiano pianificando una gravidanza (vedere il paragrafo 4.6).
Allattamento
L'uso di Lercaprel non è raccomandato durante l'allattamento (vedere il
paragrafo 4.6).
Uso pediatrico
La sicurezza e l'efficacia di questa associazione non sono state dimostrate
in studi controllati sui bambini.
Alcol
L'assunzione di alcol deve essere evitata in quanto potrebbe potenziare
l'effetto vasodilatatore dei farmaci antiipertensivi (vedere il paragrafo
4.5).
Lattosio
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio,
deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono
assumere Lercaprel.
Links sponsorizzati
L'effetto antiipertensivo di Lercaprel potrebbe essere potenziato da altri
farmaci ipotensivi, quali diuretici, beta-bloccanti, alfa-bloccanti ed altre
sostanze.
Inoltre, sono state osservate le seguenti interazioni con uno o l'altro
componente dell'associazione.
Enalapril maleato
Alcune sostanze attive o classi terapeutiche possono favorire lo sviluppo di
iperkaliemia: sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio,
ACE-inibitori, inibitori dell'angiotensina II, agenti antinfiammatori non
steroidei, eparine (basso peso molecolare o non frazionata), ciclosporina e
tacrolimus, trimetoprim.
L'insorgenza di iperkaliemia può dipendere dall'esistenza di fattori di
rischio associati.
Il rischio aumenta in associazione con i farmaci sopra menzionati.
Associazioni non raccomandate
Diuretici risparmiatori di potassio o integratori di potassio
Gli ACE-inibitori attenuano la perdita di potassio indotta dai diuretici. I
diuretici risparmiatori di potassio (es. spironolattone, triamterene o
amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti
potassio possono portare ad un significativo aumento del livello di potassio
sierico. Se ne è indicato l'uso concomitante a causa di una dimostrata
ipokaliemia, essi devono essere usati con cautela e con monitoraggio
frequente del potassio sierico (vedere il paragrafo 4.4).
Litio
In caso di somministrazione concomitante con gli ACE-inibitori, sono stati
riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche e della
tossicità del litio. L'uso concomitante di diuretici tiazidici può aumentare
la concentrazione di litio nel siero, con conseguente aumento del rischio di
tossicità da litio con ACE-inibitori. L'uso dell'enalapril con il litio non
è quindi raccomandato, ma se l'associazione si dimostrasse necessaria, deve
essere effettuato un accurato monitoraggio dei livelli sierici di litio
(vedere il paragrafo 4.4).
Estramustina
Aumento del rischio di effetti collaterali, quali edema angioneurotico
(angioedema) (vedere il paragrafo 4.4).
Associazioni che richiedono precauzioni per l'uso
Antidiabetici
Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di
ACE-inibitori e farmaci antidiabetici (insulina, ipoglicemizzanti orali) può
provocare un aumento dell'effetto ipoglicemizzante di questi ultimi, con
rischio di ipoglicemia. Sembra che questi casi si verifichino con maggior
probabilità durante le prime settimane di trattamento combinato ed in
pazienti con funzionalità renale compromessa.
Diuretici (tiazidi o diuretici dell'ansa)
Un precedente trattamento con diuretici ad alte dosi può dare luogo a
ipovolemia e a rischio di ipotensione quando si inizia la terapia con
l'enalapril (vedere il paragrafo 4.4). Gli effetti ipotensivi possono essere
ridotti tramite l'interruzione del diuretico, la correzione dell'ipovolemia
o l'assunzione di sali oppure iniziando la terapia con una dose ridotta di
enalapril.
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)
La somministrazione cronica di FANS può ridurre gli effetti antiipertensivi
di un ACE-inibitore. I FANS e gli ACE-inibitori esercitano un effetto
additivo nell'aumento del potassio sierico e possono dare luogo ad un
deterioramento della funzionalità renale. Questo effetto è generalmente
reversibile. In rari casi si può verificare insufficienza renale acuta,
specialmente in pazienti con funzionalità renale compromessa come gli
anziani o le persone disidratate.
Baclofene
Aumento dell'effetto antiipertensivo. Controllare la pressione arteriosa e,
se necessario, adattare la dose dell'antiipertensivo.
Ciclosporina
La ciclosporina aumenta il rischio di iperkaliemia in associazione con gli
ACE-inibitori.
Alcol
L'alcol potenzia l'effetto ipotensivo in associazione con gli ACE-inibitori.
Associazioni da valutare
Amifostina
Aumento dell'effetto antiipertensivo.
Antidepressivi triciclici/antipsicotici/anestetici/narcotici
L'uso concomitante di alcuni medicinali anestetici, antidepressivi
triciclici ed antipsicotici con gli ACE-inibitori può dare luogo ad
un'ulteriore riduzione della pressione arteriosa (vedere il paragrafo 4.4).
Corticosteroidi, tetracosactide (via sistemica) (eccetto idrocortisone
usato come sostituto nel morbo di Addison)
Riduzione dell'effetto antiipertensivo (ritenzione idrosalina indotta da
corticosteroidi).
Altri antiipertensivi
L'uso concomitante con altri antiipertensivi può aumentare gli effetti
ipotensivi dell'enalapril. L'uso concomitante del gliceril trinitrato ed
altri nitrati o vasodilatatori può comportare un'ulteriore riduzione della
pressione arteriosa.
Allopurinolo, citostatici o agenti immunosoppressori, corticosteroidi
sistemici o procainamide
La somministrazione concomitante con gli ACE-inibitori può comportare un
aumento del rischio di leucopenia.
Antiacidi
Gli antiacidi inducono una diminuzione della biodisponibilità degli
ACE-inibitori.
Simpaticomimetici
I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli
ACE-inibitori.
Una riduzione della risposta alle amine vasoattive (es. adrenalina) è
possibile, ma non tale da precluderne l'uso.
Acido acetilsalicilico e trombolitici
L'enalapril può essere somministrato senza problemi insieme all'acido
acetilsalicilico (in dosi adeguate alla profilassi cardiovascolare) e ai
trombolitici.
Oro
Reazioni nitritoidi (i sintomi comprendono vampate di calore, nausea, vomito
e ipotensione) sono state riportate raramente in pazienti sottoposti a
terapia con oro iniettabile (aurotiomalato di sodio) e somministrazione
concomitante di ACE-inibitori, incluso l'enalapril.
Lercanidipina
Associazioni controindicate
Inibitori di CYP3A4
Poiché la lercanidipina viene metabolizzata dall'enzima CYP3A4, la
somministrazione contemporanea di inibitori ed induttori di CYP3A4 può
interagire con il metabolismo e l'eliminazione della lercanidipina.
È controindicata la somministrazione della lercanidipina in concomitanza con
potenti inibitori di CYP3A4 (es. ketoconazolo, itraconazolo, ritonavir,
eritromicina, troleandomicina) (vedere il paragrafo 4.3).
Uno studio di interazione con il ketoconazolo, un potente inibitore di
CYP3A4, ha mostrato un considerevole aumento dei livelli plasmatici della
lercanidipina (un aumento di 15 volte dell'area sotto la curva
tempo/concentrazione del farmaco, AUC, e di 8 volte della Cmax
per l'eutomero S-lercanidipina).
Ciclosporina
La ciclosporina e la lercanidipina non devono essere utilizzate insieme
(vedere il paragrafo 4.3).
In seguito alla contemporanea somministrazione della lercanidipina e della
ciclosporina, è stato osservato un aumento dei livelli plasmatici di
entrambi i principi attivi. Uno studio in giovani volontari sani ha
dimostrato che quando viene somministrata la ciclosporina 3 ore dopo
l'assunzione della lercanidipina, i livelli plasmatici della lercanidipina
non cambiano, mentre l'AUC della ciclosporina aumenta del 27%. La
co-somministrazione della lercanidipina con la ciclosporina ha causato un
aumento di 3 volte dei livelli plasmatici della lercanidipina e un aumento
del 21% dell'AUC della ciclosporina.
Succo di pompelmo
La lercanidipina non deve essere assunta insieme al succo di pompelmo
(vedere il paragrafo 4.3).
Come per le altre diidropiridine, la lercanidipina è sensibile
all'inibizione metabolica causata dal succo di pompelmo, con un conseguente
aumento della sua disponibilità sistemica ed un aumento del suo effetto
ipotensivo.
Associazioni che richiedono precauzioni per l'uso
Alcol
L'assunzione di alcol deve essere evitata in quanto può potenziare l'effetto
vasodilatatore dei farmaci antiipertensivi (vedere il paragrafo 4.4).
Substrati di CYP3A4
Cautela deve essere esercitata quando la lercanidipina viene assunta insieme
ad altri substrati del CYP3A4, come la terfenadina, l'astemizolo, i farmaci
antiaritmici di classe III come l'amiodarone e la chinidina.
Induttori di CYP3A4
La somministrazione concomitante della lercanidipina con induttori del
CYP3A4 come i farmaci anticonvulsivanti (es. fenitoina, carbamazepina) e la
rifampicina deve essere effettuata con cautela poichè l'effetto
antiipertensivo potrebbe essere ridotto e la pressione arteriosa deve essere
controllata più frequentemente del solito.
Digossina
In pazienti sottoposti a trattamento cronico con ß-metildigossina, la
co-somministrazione di 20 mg di lercanidipina non ha evidenziato alcuna
interazione farmacocinetica. Volontari sani trattati con digossina, dopo
somministrazione di 20 mg di lercanidipina, hanno mostrato un incremento
medio del 33% della Cmax della digossina, mentre l'AUC e la
clearance renale non sono state significativamente modificate. È opportuno
monitorare attentamente pazienti in concomitante trattamento con la
digossina per individuare eventuali segni di tossicità da digossina.
Associazioni da valutare
Midazolam
Nei volontari anziani, la concomitante somministrazione orale di midazolam
20 mg ha potenziato l'assorbimento della lercanidipina (circa 40%) e ne ha
diminuito la velocità di assorbimento (tmax ritardato da 1,75 a 3
ore). Non sono state riportate variazioni nelle concentrazioni del
midazolam.
Metoprololo
In caso di co-somministrazione della lercanidipina e del metoprololo - un
ß-bloccante eliminato principalmente dal fegato - la biodisponibilità del
metoprololo è rimasta invariata, mentre quella della lercanidipina si è
ridotta del 50%. Questo effetto potrebbe essere dovuto alla riduzione del
flusso sanguigno epatico causato dai ß-bloccanti, pertanto potrebbe
verificarsi anche con altri farmaci di questa classe. Ciononostante, la
lercanidipina può essere usata in modo sicuro contemporaneamente ai
bloccanti dei recettori ß-adrenergici.
Cimetidina
I livelli plasmatici della lercanidipina non subiscono variazioni
significative nei pazienti in trattamento concomitante con 800 mg di
cimetidina al giorno, tuttavia è necessario prestare attenzione in caso di
dosi superiori, in quanto possono verificarsi aumenti sia della
biodisponibilità della lercanidipina che del suo effetto ipotensivo.
Fluoxetina
Uno studio sull'interazione con fluoxetina (un inibitore di CYP2D6 e
CYP3A4), condotto in volontari sani dell'età di 65 ± 7 anni (media ± d.s.),
non ha mostrato alcuna variazione clinicamente rilevante delle proprietà
farmacocinetiche della lercanidipina.
Simvastatina
Durante la ripetuta co-somministrazione di una dose di 20 mg di
lercanidipina e di 40 mg di simvastatina, la AUC della lercanidipina non ha
riportato variazioni significative, mentre la AUC di simvastatina è
aumentata del 56% e quella del suo principale metabolita attivo, il
ß-idrossiacido, del 28%. È improbabile che tali variazioni comportino una
rilevanza clinica. Non è prevista alcuna interazione in caso di
somministrazione della lercanidipina al mattino e della simvastatina alla
sera, come indicato per questo farmaco.
Warfarin
La co-somministrazione di 20 mg della lercanidipina assunta da volontari
sani a digiuno non altera la farmacocinetica del warfarin.
Gravidanza
Enalapril
L'uso degli ACE-inibitori (enalapril) non è raccomandato durante il primo
trimestre di gravidanza (vedere il paragrafo 4.4). L'uso degli ACE-inibitori
(enalapril) è controindicato durante il 2° e il 3° trimestre di gravidanza
(vedere i paragrafi 4.3 e 4.4).
Non sono disponibili prove epidemiologiche definitive sul rischio di
teratogenesi a seguito dell'esposizione agli ACE-inibitori durante il primo
trimestre di gravidanza; tuttavia, non è possibile escludere un lieve
aumento del rischio. A meno che la somministrazione di ACE-inibitori non sia
considerata essenziale, le pazienti che stanno pianificando una gravidanza
dovrebbero passare ad un trattamento con farmaci antiipertensivi
alternativi, il cui uso risulti sicuro durante la gravidanza. Non appena la
gravidanza viene diagnosticata, interrompere immediatamente il trattamento
con gli ACE-inibitori e, se necessario, iniziare una terapia alternativa.
L'esposizione alla terapia con gli ACE-inibitori durante il secondo e il
terzo trimestre induce fetotossicità umana (diminuzione della funzionalità
renale, oligoidramnios, ritardo dell'ossificazione cranica) e tossicità
neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere anche il
paragrafo 5.3). Qualora si fosse verificata un'esposizione agli
ACE-inibitori dopo il secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un
controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I bambini le
cui madri hanno assunto gli ACE-inibitori devono essere strettamente
monitorati per verificare l'insorgenza di ipotensione (vedere anche i
paragrafi 4.3 e 4.4). L'enalapril attraversa la placenta, tuttavia è stato
possibile rimuoverne con successo quantità clinicamente rilevanti dalla
circolazione neonatale tramite dialisi peritoneale. In teoria può essere
rimosso anche tramite trasfusione a scambio.
Lercanidipina
Studi condotti su animali trattati con la lercanidipina non hanno mostrato
effetti teratogeni, che invece sono stati osservati con l'uso di altri
composti diidropiridinici.
Non sono disponibili dati clinici relativi ad esposizione alla lercanidipina
in gravidanza, pertanto non è raccomandato l'uso in gravidanza o in donne
che stanno pianificando una gravidanza.
Associazione enalapril e lercanidipina
Di conseguenza, l'uso di Lercaprel non è raccomandato durante il primo
trimestre di gravidanza ed è controindicato dal secondo trimestre di
gravidanza in poi.
Allattamento
L'enalapril e l'enalaprilato sono presenti nel latte materno.
L'escrezione della lercanidipina nel latte umano non è nota.
Di conseguenza, l'uso di Lercaprel non è raccomandato durante
l'allattamento.
Fertilità
In alcuni pazienti trattati con calcio-antagonisti sono state riportate
variazioni biochimiche reversibili nella testa degli spermatozoi, che
potrebbero pregiudicare la fecondazione. A fronte di ripetute fecondazioni
in-vitro non riuscite, e in mancanza di altre spiegazioni, è possibile
attribuirne la causa ai calcio-antagonisti.
Sulla base dell'esperienza clinica con Lercaprel ed i suoi componenti, è
improbabile una riduzione della capacità di guidare veicoli o di azionare
macchinari. Tuttavia, è consigliabile cautela in quanto possono verificarsi
sintomi quali capogiri, astenia, stanchezza e in casi rari sonnolenza
(vedere il paragrafo 4.8).
Gli effetti indesiderati dell'associazione sono simili a quelli osservati a
seguito della somministrazione dei singoli componenti.
Sulla base di studi clinici controllati con somministrazione di Lercaprel 20
mg/10 mg su 410 pazienti, sono stati riportati gli effetti indesiderati
mostrati in tabella.
Sono state adottate la classificazione sistemica organica e la convenzione
della frequenza secondo MedDRA: molto comune (> 1/10), comune (da ≥1/100 a
<1/10), non comune (da ≥1/1000 a <1/100), raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1000),
molto raro (<1/10.000), non nota (non può essere definita sulla base dei
dati disponibili).
Frequenza
Classificazione sistemica organica
|
Comune
(da ≥1/100 a <1/10)
|
Non comune
(da ≥1/1000 a <1/100)
|
Disturbi del sistema immunitario
|
|
Angioedema *
|
Patologie del sistema emolinfopoietico
|
|
Trombocitopenia
|
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
|
|
Ipertrigliceridemia*
|
Disturbi psichiatrici
|
|
Ansia*
|
Patologie del sistema nervoso
|
Cefalea,
capogiri (inclusi capogiri posturali)
|
|
Patologie cardiache
|
|
Palpitazioni
|
Patologie vascolari
|
Vampate di calore
|
Ipotensione*
|
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
|
Tosse
|
Dolore faringo-laringeo*
|
Patologie gastrointestinali
|
|
Dolore addominale
Stipsi*
Dispepsia*
Nausea*
Disturbi alla lingua*
|
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
|
|
Eritema*
Eruzioni cutanee*
|
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
|
|
Artralgia*
|
Patologie renali e urinarie
|
|
Nicturia*
|
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di
somministrazione
|
Edema periferico
|
Astenia
Stanchezza
Sensazione di calore*
|
Esami diagnostici
|
|
Aumento di ALT
Aumento di AST
|
Nota: * in 1 solo paziente
|
|
|
Informazioni aggiuntive sui singoli componenti.
Enalapril
Gli effetti indesiderati riportati per l'enalapril sono:
Patologie del sistema emolinfopoietico:
Non comune: anemia (comprese le forme aplastiche ed emolitiche)
Raro: neutropenia, trombocitopenia, agranulocitosi, insufficienza midollare,
pancitopenia, linfoadenopatia
Disturbi del sistema immunitario:
Comune: ipersensibilità, angioedema: sono stati riportati casi di edema
angioneurotico al volto, estremità, labbra, lingua, glottide e/o laringe
(vedere il paragrafo 4.4)
Raro: patologie autoimmuni
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Non comune: ipoglicemia (vedere il paragrafo 4.4), anoressia
Disturbi psichiatrici:
Comune: depressione
Non comune: stato confusionale, sonnolenza, insonnia, nervosismo
Raro: sogni anomali, disturbi del sonno
Patologie del sistema nervoso:
Molto comune: capogiri
Comune: cefalea
Non comune: parestesia
Patologie dell'occhio:
Molto comune: visione offuscata
Patologie dell'orecchio e del labirinto:
Non comune: vertigini, tinnito
Patologie cardiache:
Comune: infarto miocardico, probabilmente a seguito di eccessiva ipotensione
in pazienti ad alto rischio (vedere il paragrafo 4.4), aritmia, angina
pectoris, tachicardia
Non comune: palpitazioni
Patologie vascolari:
Comune: ipotensione, sincope, incidente cerebrovascolare, probabilmente a
seguito di eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere il
paragrafo 4.4)
Non comune: vampate di calore, ipotensione ortostatica
Raro: fenomeno di Raynaud
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
Molto comune: tosse
Comune: dispnea
Non comune: rinorrea, dolore faringolaringeo e disfonia, broncospasmo/asma
Raro: infiltrati polmonari, rinite, alveolite allergica/polmonite eosinofila
Patologie gastrointestinali:
Molto comune: nausea
Comune: diarrea, dolore addominale, disgeusia
Non comune: ileo, pancreatite, vomito, dispepsia, stipsi, disturbi gastrici,
secchezza delle fauci, ulcera peptica
Raro: stomatite, stomatite aftosa, glossite
Molto raro: angioedema intestinale
Patologie epatobiliari:
Raro: insufficienza epatica, epatite, sia essa epatite colestatica o necrosi
epatica, colestasi (compreso ittero)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Comune: eruzioni cutanee
Non comune: iperidrosi, prurito, orticaria, alopecia
Raro: eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, dermatite
esfoliativa, necrolisi epidermica tossica, pemfigo
È stato riportato un complesso sintomatologico che può includere alcune o
tutte le seguenti condizioni: febbre, sierosite, vasculite, mialgia/miosite,
artralgia/artrite, positività per gli anticorpi antinucleo (ANA), elevata
velocità di eritrosedimentazione (VES), eosinofilia e leucocitosi.
Possibilità di comparsa di eruzioni cutanee, fotosensibilità o altre
manifestazioni dermatologiche.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Non comune: spasmi muscolari
Patologie renali e urinarie:
Non comune: compromissione della funzionalità renale, insufficienza renale,
proteinuria
Raro: oliguria
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella:
Non comune: disfunzione erettile
Raro: ginecomastia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Molto comune: astenia
Comune: stanchezza, dolore al petto
Non comune: malessere
Esami diagnostici:
Comune: iperkaliemia, aumento della creatininemia
Non comune: aumento dell'uremia, iponatriemia
Raro: diminuzione dell'emoglobina, diminuzione dell'ematocrito, aumento
degli enzimi epatici, aumento della bilirubinemia.
Lercanidipina
Reazioni avverse si sono osservate in circa 1,8% dei pazienti trattati.
Le reazioni avverse al farmaco più comunemente osservate in studi clinici
controllati comprendono: cefalea, capogiri, edema periferico, tachicardia,
palpitazioni e vampate di calore, ognuna delle quali si è verificata in meno
dell'1% dei pazienti.
Disturbi del sistema immunitario:
Molto raro: ipersensibilità
Disturbi psichiatrici:
Raro: sonnolenza
Patologie del sistema nervoso:
Non comune: cefalea, capogiri
Patologie cardiache:
Non comune: tachicardia, palpitazioni
Raro: angina pectoris
Patologie vascolari:
Non comune: vampate di calore
Molto raro: sincope
Patologie gastrointestinali:
Raro: nausea, dispepsia, diarrea, dolore addominale, vomito
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Raro: eruzioni cutanee
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Raro: mialgia
Patologie renali e urinarie:
Raro: poliuria
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Non comune: edema periferico
Raro: astenia, stanchezza
Segnalazioni spontanee ricevute nel corso dell'esperienza post-marketing
hanno riportato molto raramente (<1/10.000) le seguenti reazioni avverse:
ipertrofia gengivale, aumenti reversibili dei livelli sierici delle
transaminasi epatiche, ipotensione, frequenza urinaria e dolore toracico.
Alcune diidropiridine possono raramente causare dolore precordiale
localizzato o angina pectoris. Molto raramente, in pazienti con angina
pectoris pre-esistente, potrebbe verificarsi un aumento della frequenza,
durata o gravità di questi attacchi. Possono verificarsi casi isolati di
infarto miocardico.
Non risultano effetti negativi della lercanidipina sulla glicemia o sui
livelli dei lipidi sierici.
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Al momento non sono stati riportati casi di sovradosaggio con Lercaprel.
I sintomi più probabili del sovradosaggio sono: grave ipotensione,
bradicardia, tachicardia riflessa, shock, stupore, disturbi elettrolitici e
insufficienza renale.
Trattamento del sovradosaggio:
Il trattamento prevede principalmente l'eliminazione del farmaco ed il
ripristino di condizioni cardiovascolari stabili. A seguito dell'ingestione
orale, è indicata un'abbondante lavanda gastrica, possibilmente associata a
irrigazione intestinale.
Casi di sovradosaggio da enalapril
Sono disponibili dati limitati sul sovradosaggio nell'uomo.
Sintomi:
I sintomi più importanti di sovradosaggio riportati fino ad oggi sono una
marcata ipotensione (circa sei ore dopo l'ingestione delle compresse),
concomitante con un blocco del sistema renina-angiotensina e stupore.
I sintomi associati a sovradosaggio da ACE-inibitori possono comprendere
shock circolatorio, disturbi elettrolitici, insufficienza renale,
iperventilazione, tachicardia, palpitazioni, bradicardia, capogiri, ansia e
tosse. Dopo ingestione di 300 mg e 440 mg di enalapril sono stati riportati
livelli sierici di enalaprilato rispettivamente 100 e 200 volte più elevati
di quelli osservati normalmente in seguito a dosi terapeutiche.
Trattamento:
Il trattamento raccomandato per il sovradosaggio è l'infusione endovenosa di
soluzione salina. In presenza di ipotensione, il paziente deve essere messo
in posizione anti-shock. Se disponibile, si può anche prendere in
considerazione il trattamento con infusione di angiotensina II e/o
catecolamine per via endovenosa. Se l'ingestione delle compresse è recente,
si devono adottare misure adeguate all'eliminazione dell'enalapril maleato
(es. induzione del vomito, lavanda gastrica, somministrazione di assorbenti
o solfato di sodio). L'enalaprilato può essere rimosso dalla circolazione
tramite emodialisi (vedere il paragrafo 4.4). L'applicazione di pacemaker è
indicata in caso di bradicardia resistente alla terapia. Monitorare
continuamente i segni vitali, gli elettroliti sierici e la creatinina.
Casi di sovradosaggio da lercanidipina
Sintomi:
Come per le altre diidropiridine, il sovradosaggio può causare un'eccessiva
vasodilatazione periferica con marcata ipotensione e tachicardia riflessa.
Nell'esperienza post-marketing, sono stati riportati tre casi di
sovradosaggio (150 mg, 280 mg e 800 mg di lercanidipina sono stati
rispettivamente ingeriti a scopo suicida). Il primo paziente ha mostrato
sonnolenza. Il secondo paziente ha sviluppato shock cardiogeno con grave
ischemia miocardica e lieve insufficienza renale. Il terzo paziente ha
sviluppato vomito e ipotensione.
Tutti i casi si sono risolti senza conseguenze.
Trattamento:
Nei casi sopra menzionati, il trattamento è consistito rispettivamente in:
lavanda gastrica; elevate dosi di catecolamine, furosemide, digitale e
plasma expanders per via parenterale; carbone attivo, lassativi e dopamina
per via endovenosa.
In caso di grave ipotensione, bradicardia e perdita di coscienza, può
rendersi necessario il supporto cardiovascolare tramite atropina per via
endovenosa allo scopo di contrastare la bradicardia.
Data la prolungata azione farmacologica della lercanidipina, lo stato
cardiovascolare dei pazienti che hanno assunto un sovradosaggio deve essere
monitorato per almeno 24 ore. Non vi sono informazioni sulla utilità della
dialisi. Poiché il farmaco è altamente lipofilo, è molto improbabile che i
livelli plasmatici siano indicativi della durata della fase di rischio. La
dialisi può non essere efficace.
Categoria farmacoterapeutica: ACE-inibitori e calcio-antagonisti: enalapril
e lercanidipina.
Codice ATC: C09BB02
Lercaprel 20 mg/10 mg è un'associazione fissa di un ACE-inibitore (enalapril
20 mg) ed un calcio-antagonista (lercanidipina 10 mg).
In uno studio clinico di fase III condotto in doppio cieco in 327 pazienti
non adeguatamente controllati da una monoterapia con enalapril 20 mg
(pressione arteriosa diastolica in posizione seduta 95-114 mmHg e pressione
arteriosa sistolica 140-189 mmHg), i pazienti trattati con enalapril 20
mg/lercanidipina 10 mg hanno ottenuto una riduzione della pressione
arteriosa sistolica e diastolica significativamente superiore rispetto a
quella osservata nei pazienti rimasti in monoterapia: i valori misurati a 24
ore dall'ultima somministrazione sono stati rispettivamente -9,8 vs -6,7
mmHg (p=0.013) per la PAS e -9,2 vs -7,5 mmHg (p=0.015) per la PAD. Non è
risultata superiore in misura statisticamente significativa la percentuale
di pazienti che ha risposto al trattamento con la terapia di associazione
rispetto alla monoterapia: 53% vs 43% (p=0.076) per la PAD e 41% vs 33%
(p=0.116) per la PAS, o la percentuale di pazienti con pressione
normalizzata: 48% vs 37% (p=0.055) per la PAD e 33% vs 28% (p=0.325) per la
PAS. Non sono stati effettuati studi di confronto vs enalapril 20
mg/lercanidipina 20 mg.
L'enalapril maleato è il sale maleato dell'enalapril, un derivato di due
aminoacidi, la L-alanina e la L-prolina. L'enzima di conversione
dell'angiotensina (ACE) è una peptidil dipeptidasi che catalizza la
conversione dell'angiotensina I nella sostanza ad azione pressoria,
angiotensina II. Dopo l'assorbimento, l'enalapril viene idrolizzato ad
enalaprilato, che inibisce l'ACE. L'inibizione dell'ACE dà luogo ad una
diminuzione dei livelli plasmatici di angiotensina II, con un aumento
dell'attività reninica plasmatica (dovuto alla rimozione del feedback
negativo esercitato sul rilascio della renina) ed una diminuzione della
secrezione di aldosterone.
Poiché l'ACE è identico alla chininasi II, l'enalapril può anche inibire la
degradazione della bradichinina, un potente peptide vasodilatatore.
Tuttavia, il ruolo di questo meccanismo negli effetti terapeutici
dell'enalapril non è ancora noto.
Sebbene il meccanismo secondo cui l'enalapril abbassa la pressione arteriosa
viene primariamente attribuito alla soppressione del sistema
renina-angiotensina-aldosterone, l'enalapril produce effetti antiipertensivi
anche in pazienti con ridotti livelli di renina.
La somministrazione di enalapril a pazienti ipertesi produce una riduzione
della pressione arteriosa sia in clinostatismo che ortostatismo, senza un
significativo aumento della frequenza cardiaca.
L'ipotensione ortostatica sintomatica è rara. In alcuni pazienti possono
essere necessarie alcune settimane di trattamento prima di ottenere un
controllo ottimale della pressione arteriosa. L'interruzione improvvisa
dell'enalapril non è associata ad un rapido aumento della pressione
arteriosa.
L'efficacia dell'inibizione dell'attività ACE inizia normalmente dalle 2
alle 4 ore dopo somministrazione orale di una singola dose di enalapril.
L'inizio dell'attività antiipertensiva si osserva di solito dopo un'ora e la
massima attività viene raggiunta entro 4 - 6 ore dalla somministrazione. La
durata dell'effetto dipende dalla dose; tuttavia, alla dose raccomandata,
gli effetti emodinamici ed antiipertensivi persistono per almeno 24 ore.
Da studi emodinamici condotti in pazienti con ipertensione essenziale, è
emerso che la riduzione della pressione arteriosa è associata ad una
riduzione delle resistenze arteriose periferiche, con aumento della portata
cardiaca e nessuna o minima variazione della frequenza cardiaca. Dopo la
somministrazione di enalapril si è verificato un aumento del flusso ematico
renale, mentre la velocità di filtrazione glomerulare è rimasta invariata.
Non sono comparsi segni di ritenzione idrica o sodica. Tuttavia, nei
pazienti con ridotta velocità di filtrazione glomerulare prima del
trattamento, tale velocità è generalmente aumentata.
In studi clinici a breve termine condotti in pazienti diabetici e non
diabetici nefropatici, dopo la somministrazione di enalapril sono state
osservate diminuzioni dell'albuminuria, dell'escrezione urinaria di IgG e
della proteinuria totale.
La lercanidipina è un calcio-antagonista del gruppo delle diidropiridine ed
inibisce il flusso del calcio attraverso la membrana cellulare della
muscolatura liscia e cardiaca. Il meccanismo della sua azione
antiipertensiva è dovuto ad un effetto rilassante diretto sulla muscolatura
liscia vascolare, con conseguente riduzione delle resistenze periferiche
totali. Grazie all'elevato coefficiente di ripartizione nella membrana, la
lercanidipina è dotata di un'attività antiipertensiva prolungata e non
provoca effetti inotropi negativi a fronte della sua elevata selettività
vascolare.
Poiché la vasodilatazione indotta dalla lercanidipina avviene in maniera
graduale, soltanto raramente nei pazienti ipertesi si è verificata
ipotensione acuta con tachicardia riflessa.
Come per altre 1,4-diidropiridine asimmetriche, l'attività antiipertensiva
della lercanidipina è dovuta principalmente al suo enantiomero (S).
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Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche durante la
somministrazione concomitante di enalapril e lercanidipina.
Proprietà farmacocinetiche dell'enalapril
Assorbimento
L'enalapril per via orale è assorbito rapidamente ed il picco di
concentrazione sierica viene raggiunto entro un'ora dalla somministrazione.
Sulla base della quantità escreta con le urine, la percentuale di
assorbimento dell'enalapril dall'enalapril maleato orale è
approssimativamente del 60%. L'assorbimento dell'enalapril orale non viene
influenzato dalla presenza di cibo nel tratto gastrointestinale.
Distribuzione
Dopo l'assorbimento, l'enalapril orale viene rapidamente e ampiamente
idrolizzato ad enalaprilato, un potente inibitore dell'enzima di conversione
dell'angiotensina. Il picco di concentrazione sierica dell'enalaprilato si
ha dalle 3 alle 4 ore dopo una dose orale di enalapril maleato. L'emivita
effettiva di accumulo dell'enalapril a seguito di concentrazioni di
enalaprilato è stata raggiunta dopo quattro giorni di trattamento.
Nell'intervallo di concentrazioni rilevanti dal punto di vista terapeutico,
il legame dell'enalapril alle proteine plasmatiche umane non supera il 60%.
Biotrasformazione
Oltre alla conversione in enalaprilato, non vi sono prove significative di
metabolismo dell'enalapril.
Eliminazione
L'enalaprilato viene eliminato principalmente per via renale. I principali
componenti nelle urine sono l'enalaprilato, che rappresenta il 40% della
dose, e l'enalapril immodificato (circa il 20%).
Insufficienza renale
L'esposizione all'enalapril e all'enalaprilato aumenta nei pazienti affetti
da insufficienza renale. Nei pazienti con lieve-moderata insufficienza
renale (clearance della creatinina 40-60 ml/min), l'AUC allo stato
stazionario dell'enalaprilato è risultato circa due volte superiore rispetto
a quella di pazienti con normale funzionalità renale dopo la
somministrazione di 5 mg una volta al giorno. In presenza di grave
insufficienza renale (clearance della creatinina ≤30 ml/min), l'AUC è
aumentata di circa 8 volte. A questi livelli di insufficienza renale,
l'emivita effettiva dell'enalaprilato dopo dosi multiple di enalapril
maleato viene prolungata ed aumenta il tempo di raggiungimento dello stato
stazionario (vedere il paragrafo 4.2).
L'enalaprilato può essere rimosso dal circolo generale mediante emodialisi.
La clearance di dialisi è di 62 ml/min.
Proprietà farmacocinetiche della lercanidipina
Assorbimento
La lercanidipina viene completamente assorbita dopo somministrazione orale e
il picco plasmatico si raggiunge dopo circa 1,5 - 3 ore.
I due enantiomeri della lercanidipina mostrano un profilo dei livelli
plasmatici simile: il tempo necessario per ottenere la massima
concentrazione plasmatica è identico, la concentrazione massima plasmatica e
l'AUC sono, in media, 1.2 volte più elevate per l'enantiomero (S). L'emivita
di eliminazione dei due enantiomeri è essenzialmente la stessa. Non è stata
osservata interconversione "in vivo" degli enantiomeri.
A causa dell'elevato metabolismo di primo passaggio, la biodisponibilità
assoluta della lercanidipina, somministrata per via orale a pazienti a
stomaco pieno è di circa il 10%; si riduce ad un terzo quando somministrata
a volontari sani a digiuno.
La disponibilità orale della lercanidipina aumenta di 4 volte quando assunta
fino a 2 ore dopo un pasto ad elevato contenuto di grassi. Pertanto, il
farmaco va assunto prima dei pasti.
Distribuzione
La distribuzione dal plasma ai tessuti e agli organi è rapida ed ampia.
Il grado di legame della lercanidipina alle proteine plasmatiche supera il
98%. Nei pazienti affetti da gravi disfunzioni renali o epatiche, i livelli
proteici nel plasma sono ridotti e la frazione libera del farmaco potrebbe
aumentare.
Biotrasformazione
La lercanidipina viene largamente metabolizzata da CYP3A4; il farmaco non è
stato riscontrato nelle urine o nelle feci. Esso viene principalmente
convertito in metaboliti inattivi e circa il 50% della dose viene eliminata
nelle urine.
Esperimenti "in vitro" con microsomi di fegato umano hanno dimostrato
che la lercanidipina esercita una modesta inibizione dei due enzimi CYP3A4 e
CYP2D6 a concentrazioni 160 e 40 volte più elevate di quelle raggiunte al
picco nel plasma dopo somministrazione di una dose di 20 mg.
Inoltre, gli studi di interazione nell'uomo hanno mostrato che la
lercanidipina non modifica i livelli plasmatici del midazolam, un tipico
substrato di CYP3A4, o del metoprololo, un tipico substrato di CYP2D6. Per
tale motivo, alle dosi terapeutiche non è previsto che la lercanidipina
inibisca la biotrasformazione di farmaci metabolizzati da CYP3A4 o CYP2D6.
Eliminazione
L'eliminazione avviene essenzialmente mediante biotrasformazione.
È stata calcolata un'emivita di eliminazione terminale media di 8-10 ore e,
a causa dell'elevato legame alle membrane lipidiche, l'attività terapeutica
ha una durata di 24 ore. Non è stato riscontrato accumulo dopo
somministrazioni ripetute.
Linearità/non-linearità
La somministrazione orale di lercanidipina porta a livelli plasmatici non
direttamente proporzionali alla dose (cinetica non lineare). Dopo 10, 20 o
40 mg, sono state osservate concentrazioni plasmatiche di picco in rapporto
di 1:3:8 e AUC in rapporto di 1:4:18, che indicano una saturazione
progressiva del metabolismo di primo passaggio. Conseguentemente, la
disponibilità aumenta con l'aumento della dose.
Informazioni aggiuntive su popolazioni speciali
Nei pazienti anziani e nei pazienti affetti da lieve-moderata insufficienza
renale o epatica, il comportamento farmacocinetico della lercanidipina si è
rivelato simile a quello osservato nella popolazione generale dei pazienti.
Nei pazienti affetti da grave insufficienza renale o in pazienti dializzati
sono stati riscontrati livelli più elevati del farmaco (circa 70%). In
pazienti con insufficienza epatica da moderata a grave, è probabile un
aumento della biodisponibilità sistemica della lercanidipina in quanto il
farmaco viene di norma ampiamente metabolizzato nel fegato.
Associazione enalapril: lercanidipina
La potenziale tossicità dell'associazione fissa enalapril e lercanidipina è
stata studiata nei ratti dopo somministrazione orale per 3 mesi e in due
test di genotossicità. L'associazione non ha modificato il profilo
tossicologico dei singoli componenti.
Per i due componenti (enalapril e lercanidipina), sono disponibili i
seguenti dati.
Enalapril
Dati preclinici non hanno mostrato alcun rischio particolare per l'uomo
sulla base di studi convenzionali su sicurezza farmacologica, tossicità a
dosi ripetute, genotossicità e potenziale cancerogeno.
Studi sulla tossicità riproduttiva indicano che l'enalapril ha dimostrato di
non avere effetti sulla fertilità e sulle funzioni riproduttive nei ratti e
di non sviluppare alcun effetto teratogeno. Uno studio condotto su femmine
di ratti, cui sono state somministrate dosi prima dell'accoppiamento e
durante la gestazione, ha mostrato una maggiore mortalità dei piccoli ratti
durante l'allattamento. Il composto attraversa la placenta e viene escreto
nel latte. La categoria degli ACE-inibitori ha mostrato di indurre effetti
avversi sullo sviluppo fetale finale, con conseguente morte fetale ed
effetti congeniti, in particolare a carico del cranio. Sono stati inoltre
riportati casi di fetotossicità, ritardo della crescita intrauterina e
pervietà del dotto arterioso. Queste anomalie dello sviluppo vengono
parzialmente attribuite ad un'azione diretta degli ACE-inibitori sul sistema
renina-angiotensina del feto e in parte all'ischemia dovuta a ipotensione
materna, nonché a diminuzioni del flusso sanguigno fetale-placentare e del
passaggio di ossigeno/sostanze nutritive al feto.
Lercanidipina
Gli effetti importanti osservati negli studi a lungo termine su ratti e cani
sono stati correlati, direttamente o indirettamente, agli effetti noti di
dosi elevate di Ca-antagonisti, che riflettono principalmente un'esagerata
attività farmacodinamica.
La lercanidipina non è genotossica e ha dimostrato di non possedere alcun
potenziale cancerogeno.
Il trattamento con la lercanidipina non ha prodotto effetti sulla fertilità
o sulle funzioni riproduttive generiche nei ratti, tuttavia, se
somministrata a dosi elevate, ha indotto perdite pre- e post- impianto ed ha
ritardato lo sviluppo fetale. Non sono emerse prove di teratogenesi nei
ratti e nei conigli, ma altre diidropiridine hanno mostrato effetti
teratogeni negli animali. Se somministrata a dosi elevate (12 mg/kg/die)
durante il travaglio, la lercanidipina ha indotto distocia.
La distribuzione della lercanidipina e/o dei suoi metaboliti negli animali
gravidi e la loro escrezione nel latte materno non sono state valutate.
Nucleo:
lattosio monoidrato
cellulosa microcristallina
sodio carbossimetilamido
povidone
sodio idrogeno carbonato
magnesio stearato
Film di rivestimento:
ipromellosa
titanio diossido (E171)
talco
macrogol 6000
giallo chinolina (E104)
ferro ossido giallo (E172)
Non applicabile.
2 anni.
Conservare nella confezione originale per tenerlo al riparo dalla luce e
dall'umidità. Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
Blister in poliammide-alluminio-PVC/alluminio
Confezioni da 7, 14, 28, 30, 35, 42, 50, 56, 90, 98 e 100 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono
essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
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LERCAPREL 20 mg/10 mg compresse rivestite con film - 7 compresse AIC n.
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12.02.2009
Febbraio 2009