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Lisiflen
Principio attivo: Lisiflen 100 MG SUPPOSTE.
Ogni supposta contiene: Diclofenac sodico mg 100.
Lisiflen 100 MG compresse A RILASCIO PROLUNGATO.
Ogni compressa contiene: Diclofenac sodico mg 100
Supposte per uso rettale; compresse per uso orale.
Affezioni reumatiche infiammatorie e degenerative: artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrosi; reumatismo extra-articolare; stati dolorosi da flogosi di origine extra-reumatica o post-traumatica; trattamento sintomatico della dismenorrea primaria.
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Lisiflen compresse a rilascio prolungato: una compressa la giorno.
Qualora i sintomi fossero più marcati durante la notte o al mattino, Lisiflen compressea rilascio prolungato dovrebbe essere assunto preferibilmente la sera.
Le compresse vanno assunte intere, con un pò di liquido, preferibilmente durante i pasti.Lisiflen SUPPOSTE: una supposta al giorno, da somministrare preferibilmente la sera, prima di coricarsi.Non superare le dosi consigliate.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.Il farmaco non deve essere assunto nel caso il paziente soffra di ulcera e/o gravi disturbi dello stomaco o dell'intestino, insufficienza epatica e renale, in corso di terapia intensiva con diuretici, in soggetti con emorragie in atto o con diatesi emorragica, in caso di alterazioni dell´emopoiesi e in corso di trattamenti con anticoagulanti, in quanto ne potenzia l´azione.
Il farmaco è altresì controindicato in gravidanza e durante l´allattamento (cfr.4.6).
Come altri antiinfiammatori non steroidei, il diclofenac è controindicato in quei soggetti nei quali si siano verificati, dopo assunzione di acido acetilsalicilico o di altri farmaci inibitori della prostaglandinsintetasi, accessi asmatici, orticaria, riniti acute.
Le supposte non devono essere somministrate a pazienti con emorroidi o che siano stati recentemente affetti da proctite.Non deve essere somministrato nei bambini con età inferiore ai 14 anni.
Tenere il medicinale fuori della portata dei bambini.
L´uso di Lisiflen, come di qualsiasi farmaco inibitore della sintesi delle prostaglandine e della cicloossigenasi è sconsigliato nelle donne che intendano iniziare una gravidanza.
La somministrazione di Lisiflen dovrebbe essere sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità.Diagnosi accurata e stretta sorveglianza medica sono obbligatorie in pazienti che presentino sintomi indicativi di disturbi gastrointestinali, con anamnesi indicativa di ulcera gastrointestinale, con colite ulcerosa o con malattia di Crohn, nonchè in pazienti affetti da insufficienza epatica.
Nei rari casi in cui in pazienti che assumono il farmaco si verifichino ulcera peptica o emorragia gastrointestinale, il trattamento deve essere sospeso.Nel caso in cui i parametri di funzionalità epatica risultassero persistentemente alterati o peggiorati, il trattamento con Lisiflen deve essere interrotto.
Particolare cautela deve essere posta nei pazienti con porfiria epatica, in quanto Lisiflen potrebbe scatenare un attacco.Per la interazione con il metabolismo dell'acido arachidonico, il farmaco può determinare in asmatici e soggetti predisposti crisi di broncospasmo ed eventualmente shock ed altri fenomeni allergici.Lisiflen deve sempre essere assunto sotto controllo del medico.
Sospendere il trattamento con Lisiflen nel caso si verificasse un'emorragia dello stomaco o dell'intestino.A causa dell'importanza delle prostaglandine per il mantenimento del flusso ematico renale, è richiesta particolare cautela o si impone l'esclusione dall'uso del Lisiflen in caso di ipoperfusione renale, insufficienza cardiaca o renale, cirrosi epatica o epatiti gravi, ipertensione arteriosa, fenomeni tromboembolici all'anamnesi, in pazienti in trattamento con diuretici e in quelli reduci da interventi chirurgici maggiori, nonché in pazienti in età avanzata.In caso di trattamento prolungato con Lisiflen, come con altri antiinfiammatori non steroidei, sono indicati come misura precauzionale controlli della crasi ematica e della funzionalità epatica e renale.
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Se somministrato insieme ad altre preparazioni contenenti digossina, il Diclofenac ne può elevare la concentrazione plasmatica, ma in tali casi non sono stati ancora osservati segni clinici di sovradosaggio.E´ sconsigliabile la contemporanea somministrazione a sali di litio in quanto può dar luogo ad un aumento della litiemia.
Diversi antiinfiammatori non steroidei possono inibire l´attività dei diuretici e potenziare l´effetto dei diuretici potassio-risparmiatori, rendendo necessario il controllo dei livelli sierici di potassio.
La contemporanea somministrazione di antiifiammatori non steroidei sistemici può aumentare la manifestazione di effetti collaterali.
Sebbene gli studi clinici non sembrano indicare che Lisiflen abbia effetti sugli anticoagulanti, sono stati osservati casi isolati di un aumento del rischio di emorragia con l´uso combinato di Diclofenac sodico e di una terapia anticoagulante.
Si raccomanda una stretta sorveglianza di tali pazienti.
Come altri inibitori delle prostaglandinsintetasi (FANS) il Diclofenac ad alte dosi può temporaneamente inibire l´aggregazione piastrinica.
La somministrazione di farmaci antiinfiammatori non steroidei meno di 24 ore prima o dopo il trattamento con metotrexato va fatta con cautela, poichè tali farmaci possono elevarne la concentrazione ematica ed aumentarne la tossicità.
Anche largamente legato alle proteine, Lisiflen non interferisce per esempio con il legame proteico di: salicilati, tolbutamide, prednisolone.
Inoltre, non aumenta l´effetto ipoglicemizzante di: tolbutamide, biguanidi, glibenclamide e non influenza negativamente il metabolismo del glucosio in diabetici e soggetti sani.
Lisiflen può aumentare la nefrotossicità della ciclosporina attraverso il suo effetto inibitorio sulle prostaglandine del rene.
Gravidanza: Sebbene nell'uomo non siano mai stati segnalati casi di malformazioni di alcun tipo, si raccomanda di non somministrare il diclofenac nei primi tre mesi di gravidanza, in ragione di un eventuale rischio teratogeno.
Nel corso del 3° trimestre, tutti gli inibitori delle prostaglandinsintetasi possono esporre il feto ad una tossicità cardiopolmonare (ipertensione polmonare per la chiusura prematura del dotto arterioso) e renale, inoltre possono esporre alla fine della gravidanza sia la madre che il bambino ad un allungamento del tempo di travaglio.
Pertanto tutti gli inibitori della prostaglandinsintetasi (FANS) non devono essere assunti nel 3° trimestre di gravidanza.
Allattamento: sebbene alla dose di 150 mg al giorno il diclofenac passi nel latte materno in quantità trascurabili, si raccomanda di non somministrare il prodotto durante l'allattamento.
I pazienti che manifestassero capogiri o altri disturbi nervosi centrali dovrebbero astenersi dal guidare un veicolo o dall´utilizzare macchinari che richiedano integrità del grado di vigilanza.
Specie all´inizio del trattamento possono verificarsi disturbi gastro-intestinali come nausea, vomito, diarrea, flatulenza.
Qualora dovessero subentrare disturbi più gravi, in particolare dolori epigastrici o emorragie gastrointestinali manifeste od occulte ( feci scure), deve essere consultato il medico.
In casi isolati sono stati osservati ulcera peptica perforata, disturbi del colon.
Raramente possono comparire manifestazioni allergiche come arrossamenti cutanei, prurito, edema, crisi asmatiche e/o reazioni anafilattiche o anafilattoidi, accompagnati o meno da ipotensione.
Di eccezionale evenienza reazioni di fotosensibilità e reazioni cutanee gravi quali eritema essudativo multiforme e dermatosi bollose (sindrome di Stevens-Johnson, Sindrome di Lyell).
Sporadicamente sono state segnalate turbe del SNC come cefalea, eccitazione, irritabilità, insonnia, astenia, capogiri, convulsioni, disturbi del sensorio o della visione, ronzii alle orecchie.Particolarmente in trattamenti protratti possono verificarsi edemi periferici, insufficienza renale, sindrome nefrotica, aumento delle transaminasi, ittero, alterazioni dell´emopoiesi (leucopenia, trombocitopenia, agranulocitosi, anemia aplastica o emolitica), perdita di capelli.In casi isolati: anomalie urinarie, nefrite interstiziale, disturbi della funzionalità epatica compresa epatite con o senza ittero, in alcuni rari casi fulminante.Raramente in qualche soggetto l´uso delle supposte può provocare comparsa di fenomeni collaterali locali e transitori (bruciori, tenesmo).
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Nel caso il paziente abbia assunto una dose eccessiva di farmaco, occorre chiamare immediatamente il medico.Il trattamento dell´avvelenamento acuto con antiifiammatori non steroidei consiste essenzialmente di misure di supporto e sintomatiche.
Nulla si sa ancora riguardo al tipico quadro clinico risultante da un sovradosaggio di Diclofenac.
Le misure terapeutiche da adottare in caso di sovradosaggio sono le seguenti:l´assorbimento deve essere impedito non appena possibile per mezzo di lavanda gastrica e trattamento con carbone attivo;trattamenti di sostegno e sintomatici dovrebbero essere adottati in caso di complicazioni (ipotensione, insufficienza renale, convulsioni, irritazione gastrointestinale e depressione respiratoria);terapie specifiche, come diuresi forzata, dialisi o emoperfusione, non permettono di eliminare gli antiifiammatori non steroidei, a causa del loro elevato legame alle proteine plasmatiche e del loro notevole metabolismo.
Analgesia: allevia il dolore di media e forte entità.
La potenza analgesica di una dose giornaliera da 75 a 150 mg è pari a quella esercitata da indometacina (75-150), acido acetilsalicilico (3-5g).
Flogosi e infiammazione: si è dimostrato almeno pari alla indometacina nel migliorare i parametri di efficacia clinica in corso di artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrosi, reumatismo extrarticolare, stati dolorosi da flogosi di origine extrareumatica e post-traumatica, a dosi da 75 a 150 mg al dì.
Il meccanismo d´azione si esplica, in parte, nell´inibizione di enzimi lisosomiali.
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Assorbimento per os: completo; picco dei livelli sierici: entro due ore: legame proteico: 99,7% (albumine); metabolismo: epatico, 40% biotrasformato nel primo passaggio epatico; eliminazione: 2/3 renale, 1/3 biliare (metaboliti glicurono coniugati).
Dopo circa 20 minuti dall´iniezione intramuscolare di 75 mg di diclofenac sodico, si ottiene il principale picco di concentrazione plasmatica, 2,5 mg/ml (8 mmol/l).La concentrazione plasmatica è dose dipendente.
L´area sotto la curca (AUC), determinata dopo iniezione i.m., è circa due volte più estesa rispetto ad una stessa dose somministrata per via orale o rettale, in quanto, quando somministrata per queste ultime vie, subisce l´effetto di primo passaggio.
Il profilo farmacocinetico rimane immodificato anche dopo somministrazioni ripetute.
Non vi sono fenomeni di accumulo se si osservano gli intervalli raccomandati tra una dose e l´altra.
Il diclofenac penetra nei fluidi sinoviali, dove si misurano i massimi di concentrazione 2-4 ore dopo la comparsa del picco plasmatico.
Il t1/2 apparente per l´eliminazione dai fluidi sinoviali è di 3-6 ore.
Tuttavia, dopo solo 4 o 6 ore le concentrazioni del principio attivo sono già più alte nei fluidi sinoviali che nel plasma e rimangono più alte fino a 12 ore.
La biotrasformazione del diclofenac sodico coinvolge parzialmente il meccanismo di glicuronazione della molecola come tale, ma principalmente si ha un´idrossilazione singola o multipla seguita dalla glicuronazione.
Circa il 60% della dose somministrata viene escreta con le urine sotto forma di metabolita; meno dell´1% viene escreto come sostanza immodificata.
La parte rimanente della dose somministrata viene escreta con la bile e con le feci.
Nei pazienti con insufficienza renale, se viene osservato il normale schema posologico, non si verifica accumulo del principio attivo immodificato dopo somministrazione di una singola dose.
Con valori di clearance della creatinina
< 10 ml/minuto, i livelli plasmatici teorici allo steady-state dei metaboliti sono circa 4 volte più alti rispetto ai soggetti normali.
Tuttavia, i metaboliti sono eliminati attraverso la bile.
In caso di insufficienza epatica (epatiti croniche, cirrosi non scompensate), la cinetica ed il metabolismo del diclofenac sono gli stessi dei pazienti senza disturbi epatici.
Tossicità: DL50 nel topo per os: 1300 mg/kg dopo 48 ore, 231 mg/kg dopo 15 gg; nel ratto per os 1500 mg/kg dopo 48 ore, 233 mg/kg dopo 15 gg, nella cavia per os: 1250 mg/kg.
La tossicità cronica nei trattamenti per os di 90 giorni nel ratto (dosi di 0,5 e 2 mg/kg/die) è risultata praticamente nulla.
Dosi di 5 e 15 mg/kg/die, somministrate per os nella scimmia Rhesus, non hanno indotto segni di tossicità: mutagenesi, carcinogenesi e teratogenesi.
Gli studi effettuati non hanno mostrato alcun effetto mutageno, carcinogenico o teratogenico del diclofenac.
Analgesia: test all´acido acetico nel ratto: DE50 = 2,5 mg/kg p.o.
Antipiressia: test della febbre da lievito nel ratto: 0,5 mg/kg p.o.
Infiammazione: edema da carragenina nel ratto: DE50 = 2,1 mg/kg p.o.
Indice terapeutico analgesia DL50/DE50 :88.
Indice terapeutico infiammazione DL50/DE50 ="5"0.
Lisiflen 100 MG SUPPOSTE.Gliceridi semisintetici solidi.
Lisiflen 100 MG compresse A RILASCIO PROLUNGATO.
Lattosio; Olio di ricino idrogenato; Mannitolo; Polivinilpirrolidone; Silice microcristallina; Copolomeri metacrilici; Magnesio stearato; Polietilenglicole 4000; Talco; Titanio biossido; Ferro ossido giallo.
Nessuna.
Lisiflen 100 MG SUPPOSTE, Lisiflen 100 MG COMPRESSE A RILASCIO PROLUNGATO 36 mesi a confezionamento integro
Conservare le supposte al riparo dal calore.
Lisiflen 100 MG SUPPOSTE.
Scatola di cartone litografato, contenente due strips in PVC con 5 supposte cad.
Lisiflen 100 MG COMPRESSE A RILASCIO PROLUNGATO.
Scatola di cartone litografato, contenente 2 blisters in PVC/AL con 10 compresse cad.
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Non sono necessarie particolari istruzioni per l´uso.
DE SALUTE s.r.l.
- Via Cadore, 7 – 26015 Soresina (CR).
Lisiflen 100 MG SUPPOSTE: AIC: n.
033212022 Lisiflen 100 MG COMPRESSE A RILASCIO PROLUNGATO: AIC: n.
033212010.
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25/11/99 (decreto n° 753) G.U n°298 del 21/12/1999
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Gennaio 2003