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LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE WINTHROP
LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop 20 mg + 12,5 mg compresse:
Ogni compressa contiene lisinopril diidrato corrispondente a 20 mg di lisinopril e 12,5 mg di idroclorotiazide.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa
LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop 20 mg + 12,5 mg compresse: compressa di colore bianco, rotonda, biconvessa, incisa (diametro di 8 mm). Con impresso LH da un lato.
La linea di incisione sulla compressa serve per agevolarne la rottura al fine di ingerire la compressa più facilmente e non per dividerla in dosi uguali.
Trattamento dell’ipertensione essenziale.
LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop è indicato in pazienti per i quali la pressione sanguigna non è adeguatamente controllata dal lisinopril da solo.
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Uso Orale.
Le compresse devono essere assunte con una sufficiente quantità di liquido (ad es. un bicchiere d’acqua)
L’associazione a dose fissa non è adatta all’inizio della terapia.
È raccomandata una titolazione individuale della dose dei componenti. Quando clinicamente appropriato, può essere considerato un passaggio diretto dalla monoterapia alla associazione fissa.
Adulti:
La dose abituale di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop 20 mg + 12,5 mg compresse è di 1 compressa una volta al giorno.
Come per tutti gli altri medicinali assunti una volta al giorno, LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop deve essere assunto approssimativamente alla stessa ora ogni giorno.
Dose nella compromissione renale
L’ associazione di lisinopril/idroclorotiazide è controindicata nei pazienti con compromissione renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min).
Nei pazienti con clearance della creatinina tra 30 e 80 ml/min LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop può essere usato solo dopo titolazione dei singoli componenti.
La dose iniziale di lisinopril raccomandata in monoterapia è 5-10 mg.
Terapia diuretica precedente:
Dopo la dose iniziale di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop può verificarsi ipotensione sintomatica; ciò è più probabile che accada nei pazienti che hanno subito una perdita di volume e/o sale in conseguenza di una precedente terapia diuretica. La terapia diuretica deve essere interrotta 2 o 3 giorni prima dell’inizio della terapia con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop . Se ciò non fosse possibile, il trattamento deve essere iniziato con una dose di 5 mg di lisinopril da solo.
Uso in bambini e adolescenti:
L’uso di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop non è raccomandato nei bambini o adolescenti a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia.
Uso negli anziani:
Negli studi clinici l’efficacia e la tollerabilità di lisinopril e idroclorotiazide (somministrati in concomitanza) sono identiche nei pazienti ipertesi anziani e nei più giovani.
- Ipersensibilità al lisinopril o agli altri ACE-inibitori
- Ipersensibilità all’idroclorotiazide o alle altre sulfonamidi o a uno qualsiasi degli eccipienti.
- Edema angioneurotico correlato ad un trattamento precedente con un ACE-inibitore.
- Edema angioneurotico ereditario o idiopatico.
- Anuria
- Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6)
- Insufficienza renale o epatica grave.
Lisinopril
Ipotensione sintomatica
Nei pazienti con ipertensione non complicata si osserva raramente ipotensione sintomatica. Nei pazienti ipertesi che ricevono LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop , è più probabile che si verifichi ipotensione in pazienti che hanno subito una perdita di volume per es. attraverso una terapia diuretica, per restrizione di sali nella dieta, per dialisi, per diarrea o vomito, o con una grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafo 4.5 e paragrafo 4.8). Nei pazienti con insufficienza cardiaca, con o senza insufficienza renale associata, è stata osservata ipotensione sintomatica. Ciò è più probabile che si verifichi in quei pazienti con insufficienza cardiaca di grado più grave, come mostrato dall’uso di alte dosi di diuretici dell’ansa, iponatriemia o compromissione della funzionalità renale. Nei pazienti ad aumentato rischio di ipotensione sintomatica, devono essere strettamente monitorati l’inizio della terapia e l’aggiustamento della dose. Si applicano considerazioni simili a pazienti con cardiopatia ischemica o patologia cerebrovascolare nei quali una eccessiva caduta della pressione sanguigna può causare un infarto del miocardio o in un accidente cerebrovascolare.
Se si verifica ipotensione il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, deve ricevere una infusione endovenosa di soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva transitoria non costituisce una controindicazione a dosi ulteriori, che possono essere somministrate solitamente senza difficoltà una volta che la pressione sanguigna è aumentata dopo l’espansione del volume ematico.
Stenosi della valvola aortica e mitralica/cardiomiopatia ipertrofica
LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop deve essere somministrato con cautela in pazienti con stenosi della valvola mitralica e ostruzione del flusso in uscita dal ventricolo sinistro come stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica.
Compromissione della funzionalità renale
Nei casi di compromissione renale (clearance della creatinina < 80 ml/min), la dose iniziale di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop deve essere aggiustata in accordo con la clearance della creatinina del paziente e in seguito in funzione della risposta del paziente al trattamento.
Il monitoraggio di routine del potassio e della creatinina è parte di una normale pratica medica per questi pazienti.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’ipotensione che segue l’inizio della terapia con ACE-inibitori può causare una compromissione aggiuntiva della funzionalità renale. In questa situazione è stata segnalata insufficienza renale acuta, di solito reversibile.
In alcuni pazienti con stenosi dell’arteria renale bilaterale o con stenosi dell’arteria renale di un rene solitario, che sono stati trattati con gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, sono stati osservati incrementi dell’azotemia e della creatinina sierica di solito reversibili dopo la sospensione della terapia. Ciò è particolarmente probabile nei pazienti con insufficienza renale. Se è presente anche ipertensione renovascolare si ha un aumentato rischio di ipotensione grave e insufficienza renale. In questi pazienti, il trattamento deve essere iniziato sotto stretta supervisione medica con basse dosi e un’attenta titolazione della dose. Siccome il trattamento con diuretici può essere un fattore che contribuisce agli effetti sopraindicati, essi devono sospenderlo e la funzionalità renale deve essere monitorata durante la prima settimana della terapia con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop.
Alcuni pazienti ipertesi senza un’apparente patologia vascolare renale preesistente hanno sviluppato aumenti dell’azotemia e della creatinina sierica, di solito modesti e transitori, specialmente quando LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop è stato somministrato in associazione con un diuretico. Ciò è più probabile che si verifichi in pazienti con compromissione renale preesistente. Può essere richiesta una riduzione della dose e/o sospensione del diuretico e/o di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop.
Ipersensibilità/Angioedema
Raramente nei pazienti trattati con gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, incluso LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop sono stati segnalati angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe. Ciò può verificarsi in qualsiasi momento nel corso della terapia. In tali casi, LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop deve essere interrotto prontamente e devono essere istituiti un trattamento e un monitoraggio appropriati per assicurare una completa remissione dei sintomi prima della dimissione dei pazienti. Anche nei casi in cui è coinvolto il gonfiore della sola lingua, senza disturbi respiratori, i pazienti possono richiedere un’osservazione prolungata perché il trattamento con antistaminici e corticosteroidi può non essere sufficiente.
Molto raramente, sono stati riportati casi fatali a causa di angioedema associato all’edema laringeo o edema della lingua. I pazienti con coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe, possono avere esperienza di ostruzione alle vie aeree, specialmente in quelli con un’anamnesi di operazioni chirurgiche alle vie aeree.
In questi casi deve essere subito somministrata una terapia d’emergenza. Ciò può includere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervietà delle vie aeree.
Il paziente deve essere tenuto sotto stretta supervisione medica fino a che si sia verificata la completa e prolungata guarigione dai sintomi.
Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina causano una frequenza più alta di angioedema nei pazienti neri rispetto ai pazienti di altre razze.
Pazienti con un’anamnesi di angioedema non correlata alla terapia con un ACE-inibitore possono essere ad aumentato rischio di angioedema per tutto il tempo che ricevono un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.3).
Reazioni anafilattoidi nei pazienti in emodialisi.
Sono state riportate reazioni anafilattoidi nei pazienti dializzati con membrane ad alto flusso (ad es. AN69) e trattati contemporaneamente con un ACE-inibitore. In questi pazienti deve essere preso in considerazione l’uso di un diverso tipo di membrane da dialisi o di una classe differente di agenti antiipertensivi.
Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL).
Raramente, i pazienti che assumono gli ACE-inibitori durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato hanno avuto reazioni anafilattoidi a rischio per la vita. Queste reazioni sono state evitate attraverso la sospensione temporanea della terapia con ACE-inibitori prima di ogni aferesi.
I pazienti che assumono gli ACE-inibitori durante il trattamento di desensibilizzazione (ad es. veleno degli imenotteri) hanno presentato reazioni anafilattoidi. Negli stessi pazienti, tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente gli ACE-inibitori ma sono ricomparse dopo aver usato involontariamente l’ACE-inibitore.
Insufficienza epatica
Molto raramente, gli ACE-inibitori sono stati associati ad una sindrome che esordisce con ittero colestatico e progredisce verso una necrosi fulminante e (talora) alla morte. Il meccanismo di tale sindrome non è noto. I pazienti in trattamento con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop che sviluppano ittero o marcati incrementi degli enzimi epatici devono interrompere LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop e ricevere una appropriato controllo medico.
Neutropenia/Agranulocitosi
In pazienti trattati con ACE-inibitori sono state segnalate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti con normale funzionalità renale e senza altri fattori complicanti, raramente si verifica neutropenia. Neutropenia e agranulocitosi sono reversibili dopo interruzione degli ACE-inibitori. LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop deve essere usato con estrema cautela nei pazienti con malattia vascolare del collagene, terapia immunosoppressiva, trattamento con allopurinolo o procainamide, o una combinazione di questi fattori di complicazione, in particolar modo se c’è una preesistente compromissione della funzionalità renale. Alcuni di questi pazienti sviluppano gravi infezioni, che in pochi casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva. Se LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop è usato in questi pazienti, è raccomandato un monitoraggio periodico della conta dei globuli bianchi e i pazienti devono essere avvertiti di segnalare qualsiasi indicazione di infezione.
Razza
Gli inibitori degli enzimi di conversione dell’angiotensina causano una frequenza più elevata di angioedema in pazienti di razza nera rispetto a quelli di altre razze.
Come con altri ACE-inibitori, LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop può essere meno efficace nel diminuire la pressione sanguigna nei pazienti di razza nera rispetto a quelli di altre razze, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di stati con ridotti livelli di renina nella popolazione nera ipertesa.
Tosse
Con l’uso di ACE-inibitori è stata segnalata tosse. Tipicamente la tosse è non produttiva, persistente e si risolve dopo l’interruzione della terapia. La tosse indotta da ACE-inibitori deve essere considerata come parte della diagnosi differenziale di tosse.
Chirurgia/Anestesia
In pazienti sottoposti a chirurgia maggiore o durante l’anestesia con agenti che causano ipotensione, LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop può bloccare la formazione di angiotensina II secondaria alla secrezione compensatoria di renina. Se si verifica ipotensione ed è attribuibile a questo meccanismo, può essere corretta mediante espansione della volemia.
Iperkaliemia
In alcuni pazienti trattati con ACE-inibitori, incluso LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop, sono stati osservati aumenti del potassio sierico. Tra i pazienti a rischio di sviluppare iperkaliemia ci sono quelli con insufficienza renale, diabete mellito o quelli che usano contemporaneamente diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio o quei pazienti che assumono altri farmaci associati ad aumenti del potassio sierico (es. eparina). Se l’uso concomitante dei summenzionati agenti è considerato appropriato, si raccomanda un regolare monitoraggio del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).
Pazienti diabetici
Nei pazienti diabetici trattati con agenti orali antidiabetici o con insulina, i livelli di glicemia devono essere attentamente monitorati durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
Litio
Generalmente non è raccomandata l’associazione del litio con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop (vedere paragrafo 4.5)
Idroclorotiazide
Insufficienza renale
Nei pazienti con patologia renale, le tiazidi possono precipitare l’azotemia. Nei pazienti con compromissione della funzionalità renale possono svilupparsi effetti cumulativi del principio attivo. Qualora si evidenzi una progressiva compromissione renale, come indicato dall’innalzamento dell’azoto non proteico, è necessaria un’attenta rivalutazione della terapia, tenendo in considerazione l’interruzione della terapia diuretica (vedere paragrafo 4.3)
Compromissione epatica
Le tiazidi devono essere utilizzate con cautela nei pazienti con funzionalità epatica compromessa o malattia epatica progressiva, poiché modeste alterazioni dell’equilibrio idrico e dell’equilibrio elettrolitico possono degenerare in coma epatico (vedere paragrafo 4.3).
Effetti metabolici ed endocrini
La terapia con tiazidi può compromettere la tolleranza al glucosio. Nei pazienti diabetici può essere richiesto un aggiustamento della dose di insulina o di agenti ipoglicemici orali. Il diabete mellito latente può diventare evidente durante la terapia con tiazidi.
Aumenti dei livelli di colesterolo e dei trigliceridi sono stati associati a una terapia diuretica con tiazidi. In alcuni pazienti in trattamento con tiazidi può verificarsi iperuricemia o può scatenarsi la gotta.
Effetti sull’equilibrio elettrolitico
In merito a ogni paziente che riceve una terapia diuretica, deve essere eseguito un controllo periodico degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati.
Le tiazidi, inclusa l’idroclorotiazide, possono causare uno squilibrio idrico o elettrolitico (ipokaliemia, iponatriemia, alcalosi ipocloremica). Segni di avvertimento dello squilibrio idrico o elettrolitico sono secchezza delle fauci, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, irrequietezza, dolore muscolare o crampi, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia, e disturbi gastrointestinali come nausea o vomito.
Sebbene con l'utilizzo di diuretici tiazidici si possa sviluppare ipokaliemia, la terapia concomitante con lisinopril può ridurre l'ipokaliemia indotta da diuretici. Il rischio di ipokaliemia è maggiore nei pazienti con cirrosi epatica, nei pazienti con diuresi rapida, in coloro che stanno assumendo una quantità inadeguata di elettroliti per via orale e nei pazienti che stanno assumendo una terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH (vedere paragrafo 4.5).
Con climi caldi, i pazienti edematosi possono sviluppare iponatriemia da diluizione. Il deficit di cloro è generalmente lieve e solitamente non necessita di terapia.
Le tiazidi possono diminuire l'escrezione urinaria di calcio e possono causare un innalzamento intermittente e lieve dei livelli sierici di calcio in assenza di disturbi noti del metabolismo del calcio. Un'ipercalcemia marcata può essere una prova di un iperparatiroidismo nascosto. Le tiazidi devono essere sospese prima di effettuare gli esami di funzionalità paratiroidea.
È stato dimostrato che le tiazidi causano un innalzamento dell'escrezione urinaria di magnesio, che potrebbe causare ipomagnesiemia.
Test antidoping
L'idroclorotiazide contenuta in questo medicinale può causare un risultato positivo alle analisi dei test antidoping.
Altro
Possono verificarsi reazioni di ipersensibilità nei pazienti con o senza un’anamnesi di allergia o asma bronchiale.
È stata segnalata la possibilità di esacerbazione o attivazione del lupus eritematoso sistemico.
Associazione Lisinopril /Idroclorotiazide
Rischio di ipokaliemia
L'associazione di un ACE-inibitore e di un diuretico tiazidico non esclude che si possa verificare ipokaliemia. È necessario effettuare un controllo regolare dei livelli di potassio sierico.
Litio
LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop non è raccomandato in associazione con litio a causa del potenziamento della tossicità del litio (vedere paragrafo 4.5).
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Diuretici
Quando si aggiunge un diuretico alla terapia di un paziente che riceve LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop l’effetto antiipertensivo è di solito additivo.
I pazienti che sono già in terapia con diuretici e specialmente quelli con terapia diuretica iniziata recentemente, possono occasionalmente essere soggetti ad un’eccessiva riduzione della pressione sanguigna quando si aggiunge LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop . La possibilità di ipotensione sintomatica con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop può essere minimizzata dalla interruzione del diuretico prima dell’inizio del trattamento con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop . (vedere paragrafo 4.4 e paragrafo 4.2).
Integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio
Sebbene negli studi clinici, il potassio sierico di solito sia restato entro i normali limiti, in alcuni pazienti può verificarsi iperkaliemia. I fattori di rischio per lo sviluppo di iperkaliemia includono insufficienza renale, diabete mellito, e uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (ad es. spironolattone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio.
Se LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop è somministrato con un diuretico che previene la perdita di potassio, l’ipokaliemia indotta da diuretici può essere migliorata.
Altri agenti antiipertensivi
L’uso concomitante di questi agenti può incrementare gli effetti ipotensivi di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop . L’uso concomitante con gliceril trinitrato e altri nitrati, o altri vasodilatatori, può ridurre ulteriormente la pressione sanguigna.
Antidepressivi triciclici/Antipsicotici/Anestetici
L’uso concomitante di alcuni medicinali anestetici, antidepressivi triciclici e antipsicotici con gli ACE-inibitori può causare una ulteriore riduzione della pressione sanguigna (vedere paragrafo 4.4).
Simpaticomimetici
I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE-inibitori.
Antidiabetici
Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e medicinali antidiabetici (insuline, ipoglicemizzzanti orali) può causare un aumentato effetto di diminuzione di glucosio nel sangue con rischio di ipoglicemia. Sembra che questo fenomeno si verifichi più probabilmente durante le prime settimane di trattamento combinato e in pazienti con compromissione renale.
Allopurinolo
La somministrazione concomitante di ACE-inibitori con allopurinolo aumenta il rischio di danni ai reni e può causare un aumentato rischio di leucopenia.
Ciclosporina
La somministrazione concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina aumenta il rischio dell’insufficienza renale e iperkaliemia.
Lovastatina
La somministrazione concomitante di ACE-inibitori con lovastatina aumenta il rischio di iperkaliemia.
Citostatici, immunosoppressori, procainammide
La somministrazione concomitante di ACE-inibitori può causare un aumentato rischio di leucopenia.
Idroclorotiazide
Amfotericina B (per via parenterale), carbenoxolone, corticosteroidi, corticotropina (ACTH) o lassativi stimolanti
L'idroclorotiazide può intensificare lo squilibrio elettrolitico, in particolar modo l'ipokaliemia.
Sali di calcio
Se somministrati in associazione a diuretici tiazidici, possono verificarsi aumenti nei livelli sierici di calcio a causa della diminuzione nella loro escrezione.
Glicosidi cardiaci
Rischio aumentato di tossicità da digitalici è associata a ipokaliemia indotta da tiazidi.
Colestiramina e colestipolo
Possono ridurre o ritardare l’assorbimento di idroclorotiazide. Perciò, i diuretici sulfonamidici devono essere assunti almeno 1 ora prima o da 4 a 6 ore dopo questi medicinali.
Rilassanti muscolari non depolarizzanti (ad es. tubocurarina cloruro)
Gli effetti di questi agenti possono essere potenziati dall’idroclorotiazide.
Medicinali associati a torsioni di punta
A causa del rischio di ipokaliemia, deve essere usata cautela quando vi è una somministrazione concomitante di idroclorotiazide e medicinali associati a torsioni di punta, per es. alcuni antiaritmici, alcuni antipsicotici e altri medicinali noti per indurre torsioni di punta.
Sotalolo
L’ipokaliemia indotta da tiazidici può aumentare il rischio di aritmia indotta da sotalolo.
Associazione lisinopril/idroclorotiazide
Litio
I diuretici possono aumentare il rischio della tossicità del litio e accrescere il già aumentato rischio della tossicità del litio in associazione con gli ACE-inibitori. L’associazione di lisinopril e idroclorotiazide con litio non è perciò raccomandata e si deve eseguire un attento monitoraggio dei livelli sierici del litio se l’associazione si dimostra necessaria.
Medicinali antinfiammatori non steroidei
È stato descritto che la somministrazione concomitante dei medicinali antinfiammatori non steroidei (FANS) con gli ACE-inibitori esercita un effetto additivo sull’aumento del potassio sierico, mentre la funzionalità renale può diminuire. Questi effetti sono all’inizio reversibili. Raramente, può verificarsi una insufficienza renale acuta, particolarmente in pazienti con funzionalità renale compromessa come negli anziani o nei pazienti disidratati. La somministrazione cronica di FANS può ridurre gli effetti antiipertensivi di un ACE-inibitore. La somministrazione di FANS può ridurre gli effetti diuretici, natriuretici e antiipertensivi dei diuretici tiazidici.
Trimetoprim
La somministrazione concomitante di ACE-inibitori e tiazidi con trimetoprim aumenta il rischio di iperkaliemia.
Gravidanza
LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
L’uso di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop non è raccomandato nel primo trimestre di
gravidanza.
Il trattamento con ACE-inibitori non deve essere iniziato durante la gravidanza. A meno che non sia considerata essenziale una terapia continuativa con gli ACE-inibitori, quando le pazienti pianificano una gravidanza deve essere usato un trattamento antiipertensivo alternativo che abbia un profilo di sicurezza affermato per l’uso in gravidanza. Quando è diagnosticata una gravidanza, il trattamento con gli ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente, e, se appropriata, deve essere iniziata una terapia alternativa. (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Non sono stati eseguiti studi controllati con ACE-inibitori nella specie umana, ma l’esposizione di un numero limitato di casi al primo trimestre di gravidanza, non ha mostrato malformazioni come la fetotossicità come descritto sotto.
Se vengono somministrati a donne durante il secondo o terzo trimestre, gli ACE-inibitori possono causare morbilità e mortalità fetale e neonatale. L’uso degli ACE-inibitori durante questo periodo è stato associato a danni fetali e neonatali, incluse ipotensione, insufficienza renale, iperkaliemia e/o ipoplasia del cranio del neonato. E’ stato osservato oligoidramnios materno, presumibilmente a causa della diminuita funzionalità renale fetale, e può risultare nell’accorciamento degli arti, deformazioni del cranio e sviluppo di polmoni ipoplastici. Questi effetti indesiderati sugli embrioni e sui feti sembrano non risultare dall’esposizione intrauterina agli ACE-inibitori limitata al primo trimestre.
L’uso abituale di diuretici nelle donne in gravidanza per il resto sane non è raccomandato, poiché la madre e il feto sarebbero inutilmente esposti ai pericoli che includono ittero fetale neonatale, trombocitopenia e probabilmente altri effetti indesiderati visti negli adulti.
Se il lisinopril è usato durante il primo trimestre di gravidanza, la paziente deve essere informata del potenziale rischio di danni al feto. Quando viene usato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza, deve essere eseguita ripetutamente una ecografia per valutare le condizioni del liquido amniotico. Se si osserva oligoidramnios, la terapia con lisinopril deve essere interrotta a meno che essa non sia di vitale importanza per la madre. Il paziente e il medico devono comunque tener presente che l’oligoidrammios può verificarsi dopo che il feto è stato irreversibilmente danneggiato. I neonati la cui madre ha assunto lisinopril devono essere strettamente monitorati per l’ipotensione, oliguria e iperkaliemia. Il lisinopril che attraversa la placenta, è stato rimosso dalla circolazione del neonato mediante dialisi peritoneale con qualche beneficio clinico, ma può teoricamente essere rimosso da trasfusione. Non c’è esperienza sulla eliminazione dell’idroclorotiazide, che passa anch’essa attraverso la placenta, dalla circolazione del neonato.
Allattamento
Non è noto se il lisinopril sia escreto nel latte materno; tuttavia, le tiazidi sono escrete nel latte materno. Il lisinopril è escreto nel latte materno dei ratti che allattano. L’assunzione del lisinopril non è raccomandata nelle donne che stanno allattando.
L’idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in quantità tali che si suppone possano riguardare i bambini, anche con dosi terapeutiche. A causa della possibilità di reazioni gravi da idroclorotiazide nei bambini allattati al seno, deve essere presa una decisione se interrompere l’allattamento al seno o interrompere il trattamento con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop , tenendo conto dell’importanza del medicinale per la madre.
A causa delle reazioni avverse LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop può avere un’influenza da scarsa a moderata sulla capacità di guidare veicoli o usare macchinari particolarmente all’inizio del trattamento. L’effetto è aumentato dall’uso concomitante di alcool.
I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati e segnalati durante il trattamento con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop e altri ACE-inibitori con le seguenti frequenze: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100 e < 1/10), non comune (≥ 1/1.000 e < 1/100), raro (≥ 1/10.000 e <1/1.000), molto raro (< 10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Lisinopril
Esami diagnostici
Non comune: aumento dell’azotemia, aumento della creatinina sierica, aumento degli enzimi epatici, iperkaliemia.
Raro: aumento della bilirubina sierica, iponatriemia.
Patologie cardiache e vascolari
Comune: effetti ortostatici (inclusa ipotensione).
Non comune: infarto del miocardio o ictus, probabilmente secondari ad eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4), palpitazioni, tachicardia, fenomeno di Reynaud.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Raro: diminuzione dell’emoglobina e diminuzione dell’ematocrito.
Molto raro: depressione midollare, anemia, trombocitopenia, leucopenia, neutropenia, agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4), anemia emolitica, linfoadenopatia, malattie autoimmuni.
Patologie del sistema nervoso e disturbi psichiatrici
Comune: capogiri, cefalea.
Non comune: alterazioni dell’umore, parestesia, vertigini, alterazione del gusto, disturbi del sonno.
Raro: confusione mentale.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comune: tosse.
Non comune: rinite.
Molto raro: broncospasmo, sinusite, polmonite alveolite allergica/eosinofila.
Patologie gastrointestinali
Comune: diarrea, vomito.
Non comune: nausea, dolore addominale e indigestione.
Raro: secchezza delle fauci.
Molto raro: pancreatite, angioedema intestinale, epatite sia epatocellulare che colestatica, ittero e insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4).
Patologie renali e urinarie
Comune: disfunzione renale.
Raro: uremia, insufficienza renale acuta.
Molto raro: oliguria/anuria.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comune: eruzione cutanea, prurito.
Raro: ipersensibilità/angioedema:angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide, e/o della laringe (vedere paragrafo 4.4), orticaria, alopecia, psoriasi.
Molto raro: diaforesi, pemfigo, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme.
È stato segnalato un complesso di sintomi che possono includere uno o più dei seguenti: febbre, vasculite, mialgia, artalgia/artrite, anticorpi anti-nucleo positivi (ANA), innalzamento dei livelli di eritrosedimentazione VES, eosinofilia e leucocitosi, eruzione cutanea, fotosensibilità o altre manifestazioni dermatologiche.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto raro: ipoglicemia.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Non comune: affaticamento, astenia.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Non comune: impotenza.
Raro: ginecomastia.
Idroclorotiazide
Patologie cardiache
Non comune: ipotensione posturale, aritmia cardiaca.
Patologia del sistema emolinfopoietico
Non comune: trombocitopenia.
Raro: leucopenia, depressione del midollo osseo.
Molto raro: neutropenia/agranulocitosi, anemia aplastica, anemia emolitica.
Patologia del sistema nervoso
Non comune: parestesia, perdita di appetito.
Raro: stordimento.
Patologie dell’occhio
Raro: xantopsia, offuscamento transitorio della vista.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Non comune: vertigini.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comune: sofferenza respiratoria (comprese polmonite ed edema polmonare).
Patologie gastrointestinali
Non comune: irritazione gastrica, diarrea, stipsi.
Raro: pancreatine.
Patologie renali ed urinarie
Raro: nefrite interstiziale, disfunzioni renali.
Patologia della cute e del tessuto sottocutaneo
Raro: reazioni di fotosensibilità, eruzione cutanea, orticaria, reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica.
Molto raro: reazioni simili a lupus eritematoso cutaneo, riattivazione di lupus eritematoso cutaneo.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Non comune: spasmi muscolari.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comune: squilibrio elettrolitico (comprese iponatriemia e ipokaliemia), iperuricemia, iperglicemia, glicosuria, innalzamento dei livelli di colesterolo e trigliceridi.
Non comune: anoressia.
Infezioni e infestazioni
Non comune: sialadenite.
Patologie vascolari
Raro: angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Non comune: debolezza.
Raro: febbre.
Patologie epatobiliari
Raro: ittero (ittero colestatico intraepatico).
Disturbi psichiatrici
Non comune: disturbi del sonno, depressione.
Raro: irrequietezza.
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Non sono disponibili informazioni specifiche riguardo il trattamento di un sovradosaggio di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop.
Sintomi
I sintomi tipici del sovradosaggio sono la diuresi aumentata, ipotensione grave, disturbi elettrolitici, depressione dello stato di coscienza (incluso coma), convulsioni, paresi, aritmia cardiaca, bradicardia e insufficienza renale.
Trattamento:
Il trattamento è sintomatico e di supporto. Il trattamento con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop deve essere interrotto e il paziente deve essere tenuto sotto stretta supervisione. Le misure terapeutiche dipendono dalla natura e dalla gravità dei sintomi. Devono essere iniziate le misure per prevenire l’assorbimento e accelerare l’eliminazione. Se si verifica ipotensione grave, il paziente deve essere posizionato con gambe alzate (in modo da prevenire uno shock) e deve essere somministrata rapidamente una infusione di soluzione isotonica di sodio cloruro per via endovenosa. Può essere preso in considerazione un trattamento con angiotensina II (se disponibile).
Gli ACE-inibitori possono essere rimossi dalla circolazione mediante emodialisi. Deve essere evitato l’uso di membrane da dialisi ad alto flusso di poliacrilonitrile.
Nel caso di una bradicardia non trattabile è indicato un trattamento con pacemaker. Devono essere monitorati regolarmente i parametri vitali, gli elettroliti sierici e la creatinina sierica.
I segni e i sintomi più comuni sono quelli dovuti a una riduzione elettrolitica (ipokaliemia, ipocloremia, iponatriemia) e disidratazione che risulta da un’eccessiva diuresi. Se è stata anche assunta digitale, l’ipokaliemia può essere accompagnata dall’aritmia cardiaca.
Categoria farmacoterapeutica: ACE-inibitori e diuretici, codice ATC: C 09 BA 03
LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE Winthrop è una associazione di lisinopril, un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina, e idroclorotiazide, un diuretico tiazidico. Entrambi i componenti hanno una modalità d’azione complementare, ed esercitano un effetto antiipertensivo additivo.
Lisinopril
Lisinopril è un inibitore della peptidil dipeptidasi. Esso inibisce l’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), che catalizza la conversione dell’angiotensina I al peptide vasocostrittore, angiotensina II. L’angiotensina II stimola anche la secrezione dell’aldosterone nella corteccia surrenale. L’inibizione dell’ACE causa diminuzione delle concentrazioni di angiotensina II nel plasma la quale porta a minore attività vasocostrittrice e in una ridotta secrezione di aldosterone. Quest’ultimo può portare ad aumento della concentrazione del potassio sierico.
Sebbene si pensi che il meccanismo attraverso il quale il lisinopril abbassi la pressione sanguigna sia principalmente la soppressione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, si è dimostrato che il lisinopril ha anche un effetto antiipertensivo nei pazienti con ipertensione da bassa renina. L’ACE è identico alla chininasi II, un enzima che degrada la bradichinina. La bradichinina è un potenziale peptide vasodilatatore, e non è stato ancora spiegato fino a che punto il livello aumentato giochi un ruolo negli effetti terapeutici del lisinopril.
Idroclorotiazide
L’idroclorotiazide è un diuretico tiazidico che agisce attraverso l’inibizione del riassorbimento di sodio nel segmento diluente corticale dei tubuli renali. Ciò aumenta l’escrezione di sodio e di cloruri nelle urine e, in misura minore, l’escrezione del potassio e del magnesio aumentando così la diuresi ed esercitando un effetto antiipertensivo.
Quando viene associata ad altri antiipertensivi, può verificarsi una riduzione additiva della pressione sanguigna.
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Lisinopril
Assorbimento
A seguito della somministrazione orale di lisinopril, si ottengono le concentrazioni sieriche massime entro circa 7 ore, sebbene nei pazienti con infarto del miocardio acuto ci sia stata una tendenza ad un piccolo ritardo del tempo necessario a raggiungere le concentrazioni sieriche massime. In base al recupero urinario, l’assorbimento medio del lisinopril è approssimativamente del 25% con una variabilità tra i pazienti del 6-60% nell’intervallo di dosi studiato (5-80 mg). Nei pazienti con insufficienza cardiaca la biodisponibilità assoluta è ridotta approssimativamente del 16%. L’assorbimento del lisinopril non è influenzato dalla presenza di cibo.
Distribuzione
Il lisinopril sembra non essere legato alle proteine sieriche tranne che all’enzima di conversione dell’angiotensina circolante (ACE). Studi nei ratti indicano che il lisinopril passa scarsamente attraverso la barriera ematoencefalica.
Eliminazione
Lisinopril non è sottoposto al metabolismo ed è escreto interamente immodificato nelle urine. A dosi multiple, lisinopril mostra un’emivita effettiva di accumulo di 12,6 ore. La clearance del lisinopril nei soggetti sani è approssimativamente di 50 ml/min. La diminuzione delle concentrazioni sieriche mostra una fase terminale prolungata, che non contribuisce all’accumulo di principio attivo. Questa fase terminale probabilmente rappresenta un legame saturabile con gli ACE e non è proporzionale alla dose.
Compromissione epatica
La compromissione della funzionalità epatica in pazienti con cirrosi ha causato una diminuzione nell’assorbimento del lisinopril (circa del 30% come determinato dal recupero urinario) ma in un aumento nella esposizione (approssimativamente del 50%) rispetto a soggetti sani dovuta ad una diminuzione della clearance.
Compromissione renale
Una funzionalità renale compromessa diminuisce l’eliminazione del lisinopril, che è escreto attraverso i reni, ma questa diminuzione diventa clinicamente importante solo quando la velocità di filtrazione glomerulare è al di sotto dei 30 ml/min. Nella compromissione renale da media a moderata (clearance della creatinina 30-80 ml/min) l’AUC media è aumentata solo del 13% mentre è stato osservato un aumento di 4,5 volte dell’AUC media nel caso di grave compromissione renale (clearance della creatinina 5-30 ml/min).
Il lisinopril può essere rimosso attraverso la dialisi. Durante 4 ore di emodialisi, le concentrazioni di lisinopril nel plasma diminuiscono in media del 60% con una clearance dialitica tra 40 e 55 ml/min.
Insufficienza cardiaca
Rispetto ai soggetti sani, i pazienti con insufficienza cardiaca hanno una esposizione maggiore al lisinopril (un aumento dell’AUC in media del 125%), ma sulla base del recupero urinario del lisinopril, c’è un assorbimento ridotto approssimativamente del 16% rispetto ai pazienti sani.
Anziani
Rispetto ai soggetti giovani, i pazienti anziani mostrano concentrazioni più alte nel plasma e valori più alti dell’AUC (aumentati di circa il 60%).
Idroclorotiazide
Se si monitorano i livelli del plasma per almeno 24 ore, si osserva la variazione dell’emivita tra 5,6 e 14,8 ore. Almeno il 61% della dose somministrata è eliminata immodificata entro 24 ore. Gli effetti diuretici cominciano entro le 2 ore seguenti la somministrazione orale, la concentrazione plasmatica massima è raggiunta dopo 4 ore. La durata dell’effetto è di 6-12 ore. L’idroclorotiazide passa la placenta ma non la barriera ematoencefalica.
I dati pre-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di farmacologia generale, tossicità per dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno.
In studi sugli animali gli ACE-inibitori influiscono sull’ultima fase dello sviluppo fetale, causando morte fetale e difetti congeniti, interessando in particolare il cranio. Sono state segnalate anche fetotossicità, ritardo della crescita intrauterina e pervietà del dotto arterioso.
Queste anomalie dello sviluppo si pensa possano essere in parte dovute all’azione diretta degli ACE-inibitori sul sistema renina-angiotensina fetale e in parte dovute a ischemia derivante dall’ipotensione materna e dalla diminuzione del flusso sanguigno nella placenta fetale e apporto di ossigeno e nutrienti al fegato.
Mannitolo
Calcio idrogeno fosfato diidrato
Amido di mais pregelatinizzato
Croscarmellosa sodica
Magnesio stearato
Non pertinente.
3 anni.
Non conservare a temperatura superiore a 30 °C
Blister (PVC/PVDC-Alluminio). I blister sono trasparenti.
Contenitore per compresse (PP) con essiccante e chiusura a scatto (LDPE).
Confezioni:
Blister in PVC/PVDC/Al: 14 compresse
Contenitore in PP: 30 e 100 compresse
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Winthrop Pharmaceuticals Italia Srl
Viale Bodio 37/B
20158 Milano
Italia
14 compresse AIC n. 038590016/M
30 compresse AIC n. 038590028/M
100 compresse AIC n. 038590030/M
Determinazione n. 1117 del 15.04.2009 – Gazzetta Ufficiale n. 104 del 07.05.2009
Febbraio 2009