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LISINOPRIL SANDOZ®
LISINOPRIL Sandoz® 5 mg compresse
Una compressa contiene:
Principio attivo: 5,44 mg di lisinopril diidrato equivalenti a 5 mg di lisinopril.
LISINOPRIL Sandoz® 10 mg compresse
Una compressa contiene:
Principio attivo: 10,89 mg di lisinopril diidrato equivalenti a 10 mg di lisinopril.
LISINOPRIL Sandoz® 20 mg compresse
Una compressa contiene:
Principio attivo: 21,78 mg di lisinopril diidrato equivalenti a 20 mg di lisinopril.
Per la lista completa degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse
LISINOPRIL Sandoz® 5 mg compresse: compressa rotonda, convessa, di colore rosso chiaro, con linea di incisione su un lato.
Le compresse possono essere divise in due parti uguali.
LISINOPRIL Sandoz® 10 mg compresse: compressa rotonda, convessa, di colore rosso chiaro, con linea di incisione su un lato.
Le compresse possono essere divise in due parti uguali.
LISINOPRIL Sandoz® 20 mg compresse: compressa rotonda, convessa, di colore rosso chiaro, con linea di incisione su un lato.
Le compresse possono essere divise in due parti uguali.
Ipertensione arteriosa
Trattamento dell’ipertensione arteriosa.
Insufficienza Cardiaca
Trattamento dell’insufficienza cardiaca sintomatica.
Infarto miocardico acuto
Trattamento di breve periodo (6 settimane) di pazienti emodimanicamente stabili entro 24 ore da infarto miocardico acuto.
Complicanze renali del Diabete Mellito
Trattamento della malattia renale in pazienti ipertesi con diabete mellito di Tipo 2 e nefropatia incipiente (vedere paragrafo 5.1).
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Lisinopril deve essere assunto per via orale in un’unica dose giornaliera. Come gli altri farmaci da assumersi una volta die, lisinopril va preso ogni giorno approssimativamente alla stessa ora. L’assorbimento delle compresse di lisinopril non risulta essere influenzato dal cibo.
Il dosaggio va individualizzato in base al profilo del paziente ed alla risposta della pressione sanguigna (vedere paragrafo 4.4 ).
Ipertensione arteriosa
Lisinopril può essere utilizzato sia in monoterapia, sia in combinazione con altre classi di farmaci utilizzate nella terapia antiipertensiva.
Dosaggio iniziale
Nei pazienti affetti da ipertensione arteriosa, il dosaggio iniziale solitamente raccomandato risulta pari a 10 mg. I pazienti con un sistema renina-angiotensina-aldosterone fortemente attivato (in particolare, ipertensione nefrovascolare, deplezione di sodio e/o del volume, scompenso cardiaco, o ipertensione grave) possono manifestare un’eccessiva caduta della pressione sanguigna dopo l’assunzione della prima dose. In tali casi, pertanto, si raccomanda un dosaggio iniziale pari a 2.5-5 mg e l’inizio della terapia deve avvenire sotto sorveglianza medica. In presenza di alterazione della funzione renale, si richiede un dosaggio iniziale inferiore (vedere la Tabella 1 in basso).
Dose di mantenimento
L’abituale dose di mantenimento efficace è pari a 20 mg assunti in un singolo dosaggio giornaliero. In generale, se l’effetto terapeutico desiderato non viene raggiunto in un periodo compreso tra le 2 e le 4 settimane ad un certo livello di dosaggio, quest’ultimo può essere ulteriormente incrementato. Il dosaggio massimo somministrato nel corso di sperimentazioni cliniche controllate su lungo periodo è risultato pari a 80 mg/die.
Pazienti in trattamento con diuretici
All’inizio della terapia con lisinopril può verificarsi ipotensione sintomatica. Ciò è più probabile che accada nel caso di pazienti che assumano contemporaneamente diuretici. Pertanto, occorre prestare cautela, in quanto tali pazienti possono manifestare deplezione di elettroliti e/o del volume. Se possibile, il diuretico va sospeso 2 o 3 giorni prima di iniziare la terapia con lisinopril. Nei pazienti ipertesi che non possano interrompere la terapia con diuretici, il trattamento con lisinopril va iniziato ad un dosaggio di 5 mg. Occorre monitorare la funzionalità renale ed il potassio sierico. Le dosi successive di lisinopril devono essere riviste in base alla risposta della pressione sanguigna. Se necessario, la terapia a base di diuretici può essere ripresa (vedere paragrafo 4.4 e paragrafo 4.5).
Aggiustamento del dosaggio in caso di disfunzione renale
Il dosaggio, nei pazienti con alterazioni della funzione renale, dipende dalla clearance della creatinina, come delineato nella Tabella 1 in basso.
Tabella 1 Aggiustamento del dosaggio nei pazienti con disfunzione renale.
Clearance della Creatinina (ml/min) | Dose Iniziale (mg/die) |
Inferiore ai 10 ml/min (inclusi i pazienti in dialisi) | 2,5 mg* |
10-30 ml/min | 2,5-5 mg |
31-80 ml/min | 5-10 mg |
Il dosaggio e/o la frequenza di somministrazione vanno aggiustati secondo la risposta della pressione sanguigna.
Il dosaggio può essere titolato verso l’alto fino al controllo della pressione sanguigna, o fino ad un massimo di 40 mg giornalieri.
Insufficienza Cardiaca
Nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca sintomatica, lisinopril va utilizzato quale terapia aggiuntiva a diuretici e, quando appropriati, digitale o beta-bloccanti. Lisinopril può essere assunto con dose iniziale pari a 2,5 mg una volta die, somministrata sotto sorveglianza medica per determinare l’effetto iniziale sulla pressione sanguigna. Il dosaggio di lisinopril va incrementato:
• ad incrementi non superiori a 10 mg
• ad intervalli non inferiori a 2 settimane
• al più elevato dosaggio tollerato dai pazienti, fino ad un massimo di 35 mg una volta die.
Gli aggiustamenti del dosaggio dipendono dalla risposta clinica individuale dei pazienti. I pazienti ad alto rischio di ipotensione sintomatica, come quelli sodio depleti, con o senza iponatriemia, quelli ipovolemici o che abbiano seguito una forte terapia con diuretici, devono correggere queste condizioni, se possibile, prima di iniziare il trattamento con lisinopril. Occorre monitorare la funzionalità renale ed il potassio sierico (vedere paragrafo 4.4 ).
Infarto miocardico acuto
I pazienti devono ricevere, se indicati, i trattamenti standard raccomandati, come trombolitici, aspirina e beta-bloccanti. In associazione con il dosaggio iniziale (primi 3 giorni dopo l’infarto) può essere utilizzato gliceril trinitato per via endovenosa o transdermica.
Il trattamento con lisinopril può cominciare entro 24 ore dall’inizio dei sintomi. Esso non va iniziato se la pressione sanguigna sistolica è inferiore ai 100 mm Hg. La prima dose di lisinopril è pari a 5 mg somministrati oralmente, seguiti da 5 mg dopo 24 ore, 10 mg dopo 48 ore ed infine 10 mg una volta die. I pazienti la cui pressione sistolica risulti bassa (120 mm Hg o inferiore), all’inizio del trattamento o durante i primi 3 giorni dall’infarto, devono assumere una dose inferiore - 2.5 mg in forma orale (vedere paragrafo 4.4). In caso di alterazioni della funzione renale (clearance della creatinina <80 ml/min), il dosaggio iniziale di lisinopril va aggiustato sulla base della clearance della creatinina del paziente (vedere la Tabella 1).
Dose di mantenimento
La dose di mantenimento risulta pari a 10 mg una volta die. Se si manifesta ipotensione (pressione sanguigna sistolica inferiore o uguale a 100 mm Hg) può essere somministrata una dose di mantenimento giornaliera pari a 5 mg, con temporanee riduzioni a 2.5 mg, se necessario. In caso di prolungata ipotensione (pressione sanguigna sistolica inferiore a 90 mm Hg per più di 1 ora), lisinopril deve essere sospeso.
La terapia si deve protrarre per 6 settimane, quindi il paziente va rivalutato. I pazienti che sviluppino sintomi di insufficienza cardiaca, devono continuare l’assunzione di lisinopril (vedere paragrafo 4.2)
Complicanze renali del Diabete Mellito
Nei pazienti ipertesi affetti da diabete mellito di tipo 2 e da nefropatia incipiente, il dosaggio pari a 10 mg di lisinopril una volta die può essere incrementato fino ad arrivare a 20 mg una volta die, se necessario, fino a raggiungere una pressione sanguigna diastolica in posizione seduta inferiore ai 90 mm Hg.
In caso di alterazione renale (clearance della creatinina <80 ml/min), il dosaggio iniziale di lisinopril va aggiustato in base alla clearance della creatinina del paziente (vedere la Tabella 1).
Uso Pediatrico
Efficacia e sicurezza d’uso nei bambini non sono state pienamente stabilite. Pertanto, l’utilizzo nei bambini non è raccomandato.
Uso nei Pazienti Anziani
Negli studi clinici, non si sono evidenziate modifiche legate all’età nel profilo di efficacia e sicurezza del farmaco. Tuttavia, quando l’età avanzata risulti associata ad una diminuzione della funzione renale, occorre seguire le linee guida delineate nella Tabella 1 per determinare il dosaggio iniziale di lisinopril. Successivamente, il dosaggio va aggiustato in base alla risposta della pressione sanguigna.
Uso nei pazienti con trapianto renale
Non sono disponibili esperienze circa la somministrazione di lisinopril nei pazienti che recentemente abbiano subito un trapianto renale. Pertanto, il trattamento con lisinopril non è raccomandato.
Ipersensibilità a lisinopril, ad uno qualsiasi degli eccipienti o a qualsiasi altro inibitore dell’enzima convertitore dell’angiotensina (ACE).
Storia di angioedema associato a precedente terapia con ACE inibitori
Angioedema idiopatico ereditario.
Secondo o terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Ipotensione Sintomatica
Nei pazienti affetti da ipertensione non complicata raramente è stata osservata ipotensione sintomatica. Tra i pazienti ipertesi che stiano assumendo lisinopril, l’ ipotensione è più probabile in quelli che abbiano manifestato deplezione del volume, come quella conseguente a terapia con diuretici, a restrizione dietetica di sodio , a dialisi, a diarrea o vomito, o che presentino grave ipertensione renino-dipendente (vedere paragrafo 4.5 e paragrafo 4.8). Nei pazienti con insufficienza cardiaca, associata o meno ad insufficienza renale, è stata osservata ipotensione sintomatica. Ciò si verifica più frequentemente nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca di grado più elevato, confermata dall’utilizzo di dosaggi elevati di diuretici dell’ansa e dalla presenza di iponatremia o di alterazione della funzionalità renale. Nei pazienti con aumentato rischio di ipotensione sintomatica, l’inizio della terapia e gli aggiustamenti nel dosaggio vanno strettamente monitorati. Simili considerazioni valgono per i pazienti con cardiopatia o cerebropatia ischemica, nei quali un’eccessiva caduta nella pressione sanguigna può provocare infarto miocardico o ictus cerebrale. Se si verifica ipotensione, il paziente va posto in clinostatismo e, se necessario, infuso con soluzione fisiologica per via endovenosa. Una temporanea risposta ipotensiva non rappresenta una controindicazione per ulteriori dosaggi che, solitamente, possono essere assunti senza difficoltà una volta che la pressione sanguigna sia aumentata dopo ripristino di un volume ematico efficace.
In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca la cui pressione sanguigna risulti normale o bassa, con lisinopril può verificarsi un’ulteriore riduzione della pressione sanguigna sistemica. L’effetto è previsto e di solito non rappresenta motivo per interrompere il trattamento. Se l’ipotensione diventa sintomatica, può rendersi necessaria una riduzione nel dosaggio o l’interruzione di lisinopril.
Ipotensione nell’Infarto miocardico Acuto
Il trattamento con lisinopril non deve essere iniziato in pazienti con infarto miocardico acuto a rischio di ulteriore grave deterioramento emodinamico in seguito a terapia con un vasodilatatore. Si tratta di quei pazienti la cui pressione sanguigna sistolica risulti pari a 100 mm Hg o più bassa e di quelli con shock cardiogeno. Durante i primi 3 giorni successivi all’infarto, occorre ridurre il dosaggio nei casi in cui la pressione sanguigna sistolica sia pari a 120 mm Hg o più bassa. La dose di mantenimento va ridotta a 5 mg o, temporaneamente, a 2.5 mg se la pressione sanguigna sistolica risulta pari a 100 mm Hg o più bassa. In caso di ipotensione persistente (pressione sanguigna sistolica inferiore ai 90 mm Hg per più di 1 ora), lisinopril va sospeso.
Stenosi aortica e della valvola mitrale / cardiomiopatia ipertrofica
Come nel caso di altri ACE inibitori, lisinopril deve essere prescritto con cautela ai pazienti affetti da stenosi della valvola mitrale ed ostruzione nel tratto di deflusso del ventricolo sinistro, come stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica.
Alterazione della Funzionalità Renale
In caso di alterazione renale (clearance della creatinina <80 ml/min), il dosaggio iniziale di lisinopril va aggiustato in base alla clearance della creatinina del paziente (vedere la Tabella 1 nel paragrafo 4.2) e, quindi, in funzione della risposta individuale di quest’ultimo. In questi casi, nella normale prassi medica, si richiede un monitoraggio di routine del potassio e della creatinina.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’ipotensione conseguente l’inizio della terapia con ACE inibitori può comportare ulteriore alterazione della funzionalità renale. In questi casi, è stata riportata insufficienza renale acuta, generalmente reversibile.
In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o con stenosi dell’arteria in monorene, trattati con inibitori dell’enzima convertitore dell’angiotensina, sono stati osservati un incremento dell’urea ematica e della creatinina sierica, solitamente reversibili una volta interrotta la terapia. Ciò è soprattutto probabile nei pazienti con insufficienza renale. Se è presente anche ipertensione nefrovascolare, esiste un rischio potenziato di grave ipotensione ed insufficienza renale. In questi pazienti, il trattamento va iniziato sotto stretto controllo medico a bassi dosaggi ed con attenta titolazione della dose. Dal momento che la terapia con diuretici può contribuire a creare tali condizioni, essi andrebbero sospesi e la funzionalità renale andrebbe monitorata durante le prime settimane di terapia con lisinopril.
Alcuni pazienti ipertesi con malattia nefrovascolare preesistente non apparente, hanno sviluppato incrementi dell’urea ematica e della creatinina sierica, solitamente di carattere minore e transitorio, soprattutto nei casi in cui lisinopril sia stato assunto in associazione ad un diuretico. E’ più probabile che ciò accada nei pazienti con alterazioni renali preesistenti. Possono rendersi necessari una riduzione nel dosaggio e/o la sospensione del diuretico e/o di lisinopril.
In caso di infarto miocardico acuto, il trattamento con lisinopril non deve essere somministrato a pazienti con segni di disfunzione renale, resa manifesta da una concentrazione di creatinina sierica superiore a 177 micromol/l e/o da proteinuria superiore ai 500 mg/24 h. Se in corso di trattamento con lisinopril dovesse svilupparsi disfunzione renale (concentrazioni di creatinina sierica superiori a 265 micromol/l o raddoppiate rispetto ai valori precedenti il trattamento), il medico deve considerare la possibilità di sospendere lisinopril.
Ipersensibilità/Angioedema
Raramente, in pazienti trattati con inibitori dell’enzima convertitore dell’angiotensina, incluso lisinopril è stato riportato angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe. Ciò può verificarsi in qualsiasi momento durante la terapia. In tali casi, prima di dimettere i pazienti, la terapia con lisinopril va prontamente interrotta e vanno istituiti un adeguato trattamento e un attento monitoraggio per assicurare la completa remissione dei sintomi. Analogamente, nei casi in cui ci sia solo gonfiore della lingua, senza presenza di deficit respiratorio, i pazienti possono necessitare di prolungata osservazione, dal momento che il trattamento con antistaminici e corticosteroidi può non risultare sufficiente.
Molto raramente, sono stati riportati esiti fatali dovuti ad angioedema associato ad edema laringeo o edema della lingua. I pazienti con coinvolgimento di lingua, glottide o laringe, manifesteranno probabilmente ostruzione delle vie aeree, soprattutto quelli con storia di intervento chirurgico alle vie aeree. In tali casi va somministrata prontamente una terapia di emergenza. Ciò può includere la somministrazione di adrenalina ed/o il mantenimento della pervietà delle vie aeree. Il paziente va tenuto sotto stretta sorveglianza medica, fino alla completa e stabile scomparsa dei sintomi.
Gli inibitori dell’enzima convertitore dell’angiotensina causano una maggiore percentuale di angioedema nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti bianchi.
I pazienti con storia di angioedema non collegato a terapia con un ACE inibitore possono essere a rischio aumentato di angioedema durante assunzione di un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.3)
Reazioni anafilattoidi nei pazienti in emodialisi
Reazioni anafilattoridi sono state riportate da pazienti in dialisi con membrane ad alto flusso (come AN 69), trattati contemporaneamente con un ACE inibitore. Nel caso di questi pazienti, va presa in considerazione la possibilità di utilizzare membrane dialitiche di diverso tipo o agenti antiipertensivi appartenenti a diversi gruppi.
Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL)
Raramente, i pazienti che avessero assunto ACE inibitori durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato, hanno manifestato reazioni anafilattoidi con pericolo per la vita. Tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia a base di ACE inibitori prima di ogni aferesi.
Desensibilizzazione
I pazienti che ricevono ACE inibitori in corso di trattamento di desensibilizzazione (come con veleno di hymenoptera) hanno reazioni anafilattoidi persistenti, tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente gli ACE inibitori, ma sono comparse nuovamente in caso di involontaria riassunzione del prodotto.
Insufficienza epatica
Molto raramente, gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che ha inizio con ittero colestatico e progredisce fino a necrosi fulminante ed (alcune volte) alla morte. Il meccanismo di questa sindrome non è chiaro. I pazienti in trattamento con lisinopril che sviluppino ittero o una marcata elevazione degli enzimi epatici devono interrompere lisinopril e ricevere un appropriato follow-up medico.
Neutropenia/Agranulocitosi
Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia sono state riportate in pazienti che abbiano assunto ACE inibitori. Nei pazienti la cui funzionalità risulti normale e che non presentino altri fattori di complicazione, la neutropenia si verifica raramente. La neutropenia e l’agranulocitosi una volta interrotto l’ACE inibitore, sono reversibili. Lisinopril va utilizzato con estrema cautela nei pazienti con vasculopatie da collagenopatia, in terapia con immunodepressori, in trattamento con allopurinolo o procainamide, o nei casi di combinazione di questi fattori di complicazione, soprattutto se era già presente un’alterazione della funzionalità renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato gravi infezioni, che in pochi casi non hanno risposto a terapia antibiotica intensiva.
Se lisinopril viene utilizzato da questi pazienti, si consiglia un periodico monitoraggio della conta leucocitaria ed i pazienti vanno informati della necessità di riferire qualsiasi sintomo di infezione.
Razza
Gli inibitori dell’enzima convertitore dell’angiotensina provocano una percentuale più elevata di angioedema nei pazienti di razza nera, rispetto a quelli di razza bianca. Come nel caso di altri ACE inibitori, lisinopril può risultare meno efficace nell’abbassamento della pressione sanguigna tra i pazienti di razza nera, rispetto a quelli bianchi, probabilmente a causa di una più elevata prevalenza di situazioni di bassa renina nei pazienti ipertesi di razza nera.
Tosse
In seguito all’utilizzo di ACE inibitori, è stata riscontrata tosse. Quest’ultima è caratteristicamente non produttiva, persistente e si risolve con l’interruzione della terapia. La tosse indotta dagli ACE inibitori deve essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale di tosse.
Intervento chirurgico/Anestesia
Nei pazienti sottoposti ad interventi di alta chirurgia o durante anestesia con agenti che provocano ipotensione, lisinopril può bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. Se si verifica ipotensione e si ritiene che essa sia dovuta a tale meccanismo, essa può essere corretta attraverso espansione della volemia.
Iperkaliemia
In alcuni pazienti trattati con ACE inibitori, incluso lisinopril, è stata osservata elevazione del potassio sierico. I pazienti a rischio di iperkaliemia comprendono quelli con insufficienza renale, diabete mellito, o quelli che stiano assumendo contemporaneamente diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio o sostituti salini contenenti potassio, o quei pazienti che stiano assumendo altri farmaci associati ad un incremento nel potassio sierico (come eparina). Se l’utilizzo contemporaneo degli agenti sopra menzionati sia ritenuto adeguato, si raccomanda il regolare monitoraggio del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).
Pazienti diabetici
Nei pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o con insulina, occorre effettuare uno stretto monitoraggio del controllo glicemico durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore (vedere 4.5 Interazioni con altri farmaci ed altre forme di interazione.)
Litio
L’associazione tra litio e lisinopril generalmente non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5)
Gravidanza
Gli ACE inibitori non devono essere usati durante la gravidanza. A meno che la terapia con ACE inibitori non sia considerata essenziale, le pazienti che hanno programmato una gravidanza devono passare a trattamenti anti-ipertensivi alternativi che abbiano un profilo di sicurezza comprovato nell’uso in gravidanza. Quando viene rilevata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto, e se necessario deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafo 4.3 e 4.6).
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Diuretici
Nei casi in cui un diuretico sia aggiunto alla terapia con lisinopril, solitamente si verifica un effetto antipertensivo aggiuntivo. I pazienti già in terapia con diuretici e, soprattutto, quelli che abbiano recentemente iniziato una terapia a base di diuretici, una volta aggiunto lisinopril, possono occasionalmente manifestare una eccessiva caduta della pressione sanguigna. La possibilità di ipotensione sintomatica con lisinopril può essere ridotta al minimo sospendendo il diuretico prima di iniziare il trattamento con lisinopril (vedere paragrafo 4.4 e paragrafo 4.2).
Integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o sostituti salini contenenti potassio
Anche se nelle sperimentazioni cliniche il potassio sierico solitamente è rimasto nei limiti della norma, in alcuni pazienti si è verificata iperkaliemia. I fattori di rischio di sviluppo di iperkaliemia includono l’insufficienza renale, il diabete mellito e l’utilizzo contemporaneo di diuretici risparmiatori di potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), di integratori di potassio o di sostituti salini contenenti potassio. L’utilizzo di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o di sostituti salini contenenti potassio, soprattutto in pazienti la cui funzionalità renale sia alterata, può comportare significativi incrementi di potassio sierico.
Se lisinopril viene somministrato in associazione a un diuretico che induce perdite di potassio, può migliorare l’ipokaliemia diuretico-indotta.
Litio
In caso di assunzione contemporanea di litio e di ACE inibitori, è stato riportato un incremento reversibile nelle concentrazioni sieriche di litio, oltre a tossicità. L’utilizzo contemporaneo di diuretici tiazidici può incrementare il rischio di tossicità da litio e può potenziare la già incrementata tossicità da litio derivante dall’assunzione di ACE inibitori. L’utilizzo di lisinopril con il litio non è raccomandata, tuttavia se la combinazione si rende necessaria, va effettuato un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio (vedere paragrafo 4.4).
Farmaci antiinfiammatori non-steroidei (FANS), incluso acido acetilsalicilico = 3g/die
La somministrazione cronica di FANS può ridurre l’efficacia antipertensiva dell’ACE inibitore. I FANS e gli ACE inibitori esercitano un effetto aggiuntivo sull’incremento del potassio sierico e possono portare ad un deterioramento delle funzioni renali. Questi effetti sono di solito reversibili. Raramente, può verificarsi insufficienza renale acuta, soprattutto nei pazienti la cui funzione renale sia compromessa, come quelli anziani o disidratati.
Altri farmaci antiipertensivi
L’utilizzo contemporaneo di questi agenti può incrementare l’effetto ipotensivo di lisinopril. L’associazione con gliceril trinitrato e con altri nitrati, o con altri vasodilatatori, può determinare un’ulteriore riduzione della pressione sanguigna.
Antidepressivi triciclici / Antipsicotici /Anestetici
L’utilizzo concomitante di alcuni farmaci anestetici, di antidepressivi triciclici e di antipsicotici con ACE inibitori può determinare un’ulteriore riduzione della pressione sanguigna (vedere paragrafo 4.4).
Simpaticomimetici
I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE inibitori.
Antidiabetici
Gli studi epidemiologici suggeriscono che la somministrazione contemporanea di ACE inibitori ed antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali) può potenziare l’effetto di riduzione della glicemia , con conseguente rischio di ipoglicemia. Tale fenomeno appare più probabile durante le prime settimane di terapia combinata e nei pazienti con alterazione della funzione renale.
Acido acetilsalicilico, trombolitici, beta-bloccanti, nitrati
Lisinopril può essere utilizzato in associazione ad acido acetilsalicilico (alle dosi cardiologiche), tromboliti, betabloccanti e/o nitrati.
L’uso di ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di ACE inibitori è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3 e 4.4).
Evidenze epidemiologiche riguardanti il rischio di teratogenicità conseguenti all’esposizione a ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non sono state conclusive; comunque un lieve aumento nel rischio non può essere escluso.A meno che la continuazione della terapia con ACE inibitori non sia considerata essenziale, pazienti che hanno programmato una gravidanza devono passare a trattamenti anti-ipertensivi alternativi che hanno un profilo di sicurezza comprovato nell’utilizzo in gravidanza. Quando viene rilevata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto, e se necessario deve essere iniziata una terapia alternativa.
E’ noto che l’esposizione ad una terapia con ACE inibitori durante il secondo e il terzo trimestre può indurre fetotossicità (disfunzione renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (disfunzione renale, ipotensione, ipercaliemia). (Vedere anche il paragrafo 5.3 “Dati preclinici di sicurezza”).
Nel caso in cui l’esposizione ad ACE inibitori avvenisse dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzione renale e del cranio. I lattanti le cui madri hanno assunto ACE inibitori devono essere strettamente monitorati per ipotensione (Vedere paragrafi 4.3 e 4.4)
Allattamento
Dal momento che non ci sono dati disponibili riguardanti l’uso di Lisinopril durante l’allattamento, l’utilizzo di Lisinopril non è raccomandato, sono preferibili trattamenti alternativi che hanno un profilo di sicurezza comprovato nell’utilizzo nell’allattamento, soprattutto durante l’allattamento di un neonato o di un nato prematuro.
Quando si guidano veicoli o si utilizzano macchinari, va preso in considerazione che occasionalmente possono manifestarsi vertigini o stanchezza.
In corso di trattamento con lisinopril e con altri ACE inibitori, sono stati osservati e riportati i seguenti effetti indesiderati, con la seguente frequenza: Molto comune (≥1/10), comune (≥1/100,<1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10.000,<1/1000) molto raro (<1/10.000) inclusi casi isolati.
All’interno di ciascuna classe gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità.
Patologie del sistema emolinfopoietico:
Rari: riduzione dell’emoglobina e dell’ematocrito.
Molto rari: depressione del midollo osseo, anemia, trombocitopenia, leucopenia, neutropenia, agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4), anemia emolitica, linfadenopatia, autoimmunopatia.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Molto rari: ipoglicemia
Disturbi psichiatrici e patologie del sistema nervoso:
Comuni: vertigini, cefalea
Non comuni: alterazioni dell’umore, parestesie, vertigini, disturbi del gusto, turbe del sonno.
Rari: confusione mentale
Patologie cardiache e vascolari:
Comuni: effetti ortostatici (inclusa ipotensione)
Non comuni: infarto miocardico o incidente cerebrovascolare, possibilmente conseguente ad eccessiva ipotensione nei pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4), palpitazioni, tachicardia.
Fenomeno di Raynaud
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
Comuni: tosse
Non comuni: rinite
Molto rari: broncospasmo, sinusite. Alveolite allergica/polmonite eosinofila.
Patologie gastrointestinali:
Comuni: diarrea, vomito
Non comuni: nausea, dolore addominale ed indigestione
Rari: secchezza delle fauci
Molto rari: pancreatite, angioedema intestinale, epatite sia epatocellulare che colestatica, ittero ed insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Non comuni: rash, prurito
Rari: ipersensibilità/edema angioneurotico; edema angioneurotico del volto, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide, e/o della laringe (vedere paragrafo 4.4), orticaria, alopecia, psoriasi.
Molto rari: diaforesi, pemfigo, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme.
È stata riportata una sintomatologia complessa che può includere uno o più dei seguenti sintomi: febbre, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, positività degli anticorpi antinucleari (ANA), aumento della velocità di sedimentazione degli eritrociti (VES), eosinofilia e leucocitosi, rash, fotosensibilità ed altre manifestazioni dermatologiche.
Patologie renali e urinarie:
Comuni: disfunzione renale
Rari: uremia, insufficienza renale acuta
Molto rari: oliguria/anuria
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella:
Non comuni: impotenza
Rari: ginecomastia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Non comuni: affaticamento, astenia
Esami diagnostici:
Non comuni: incremento dell’urea ematica, incremento della creatinina sierica, aumento degli enzimi epatici, iperkaliemia.
Rari: incremento della bilirubina sierica, iponatremia.
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Sono disponibili dati limitati circa il sovradosaggio negli uomini. I sintomi associati ad un sovradosaggio da ACE inibitori possono includere ipotensione, shock circolatorio, disturbi elettrolitici, insufficienza renale, iperventilazione, tachicardia, palpitazioni, bradicardia, vertigini, ansia e tosse. La terapia raccomandata in caso di sovradosaggio consiste nella somministrazione di soluzione fisiologica per infusione endovenosa. Se si verifica ipotensione, il paziente va collocato in posizione da shock. Se disponibile, va considerata la possibilità di trattamento con angiotensina II per infusione e/o catecolamine per via endovenosa. Se l’ingestione è recente, adottare misure mirate ad eliminare lisinopril (come emesi, lavanda gastrica, somministrazione di absorbenti e di sodio solfato). Lisinopril può essere rimosso dalla circolazione attraverso emodialisi (vedere 4.4 speciali avvertenze e speciali precauzioni per l’uso). La terapia con pacemaker risulta indicata in caso di bradicardia terapia-resistente. Vanno monitorati frequentemente i segni vitali, gli elettroliti sierici e le concentrazioni di creatinina.
Categoria farmacoterapeutica: inibitori dell’enzima convertitore dell’angiotensina, codice ATC: C09A A03
Lisinopril è un inibitore della peptidil-dipeptidasi. Esso inibisce l’enzima convertitore dell’angiotensina (ACE) che catalizza la conversione dell’angiotensina I nel peptide vasocostrittore, angiotensina II. L’angiotensina II, inoltre, stimola la secrezione di aldosterone attraverso la corteccia surrenale. L’inibizione dell’ ACE determina una riduzione nelle concentrazioni di angiotensina II, con conseguente diminuzione dell’attività vasopressoria e della secrezione di aldosterone. Quest’ultima riduzione può determinare un incremento nella concentrazione di potassio sierico.
Anche se si ritiene che il meccanismo attraverso il quale il lisinopril abbassa la pressione sanguigna sia principalmente la soppressione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, esso presenta efficacia antiipertensiva anche nei pazienti con ipertensione a bassa renina. L’ACE è identico alla chininasi II, un enzima che degrada la bradichina. Resta da stabilire se l’incremento dei livelli di bradichina, un potente vasodilatatore peptidico, giochi un ruolo negli effetti terapeutici del lisinopril.
L’effetto di lisinopril su mortalità e morbidità dell’insufficienza cardiaca è stato studiato comparando dosi elevate (32.5 mg o 35 mg una volta die) con dosi basse (2.5 mg o 5 mg una volta die). In uno studio condotto su 3164 pazienti, con un periodo medio di follow up pari a 46 mesi per i pazienti sopravvissuti, dosi elevate nel confronto con bassi dosaggi di lisinopril hanno prodotto una diminuzione del rischio pari al 12% nell’endpoint combinato di tutte le cause di mortalità e di tutte le cause di ospedalizzazione (p = 0.002), e pari all’ 8% di tutte le cause di mortalità e di ospedalizzazione per malattia cardiovascolare (p = 0.036),. Sono state osservate riduzioni del rischio di tutte le cause di mortalità (8%; p = 0.128) e di mortalità da malattie cardiovascolari (10%; p = 0.073). In un’analisi post-hoc, il numero di ospedalizzazioni per insufficienza cardiaca è risultato ridotto del 24% (p=0.002) nei pazienti trattati con dosi elevate di lisinopril nel confronto con bassi dosaggi. I benefici sintomatici sono risultati simili nei pazienti trattati con dosaggi elevati e bassi di lisinopril.
I risultati degli studi hanno dimostrato gli eventi avversi complessivi manifestati dai pazienti trattati con elevati o bassi dosaggi di lisinopril sono risultati simili sia per tipologia che per numero. Gli eventi prevedibili conseguenti all’ACE inibizione, come l’ipotensione o l’alterazione della funzionalità renale, sono risolvibili e raramente richiedono l’interruzione del trattamento. La tosse è risultata meno frequente nei pazienti trattati con dosi elevate di lisinopril rispetto ai bassi dosaggi.
Nello studio GISSI-3, che ha utilizzato un disegno fattoriale 2x2 per confrontare gli effetti di lisinopril e glicerl trinitrato in monoterapia o in combinazione per 6 settimane versus controllo, in 19,394 pazienti cui era stato somministrato il trattamento entro 24 ore da un infarto miocardico acuto, lisinopril ha prodotto una riduzione statisticamente significativa del rischio di mortalità pari all’11% versus controllo (2p=0.03). La riduzione del rischio con gliceril trinitrato non è risultata significativa, mentre la combinazione tra lisinopril e gliceril trinitrato ha determinato una significativa riduzione del rischio di mortalità pari al 17% versus controllo (2p=0.02). Nel sotto-gruppo composto da pazienti anziani (età > 70 anni) e donne, pre-definiti quali pazienti ad alto rischio di mortalità, è stato osservato un beneficio significativo in un endpoint combinato mortalità-funzioni cardiache. L’endpoint combinato di tutti i pazienti, così come quello dei sotto-gruppi a rischio elevato, anche a 6 mesi ha mostrato un beneficio significativo sia per i pazienti trattati con lisinopril, sia per quelli trattati con lisinopril più gliceril trinitrato per 6 settimane, indicando un’efficacia di prevenzione di lisinopril. Come ci si poteva aspettare nel caso di trattamento con vasodilatatori, alla terapia a base di lisinopril sono stati associati un’aumentata incidenza dell’ipotensione e disfunzioni renali, senza tuttavia un conseguente incremento della mortalità.
Nel corso di uno studio a doppio-cieco, randomizzado, multicentrico, che ha confrontato lisinopril con un farmaco bloccante dei canali del calcio in 335 soggetti ipertesi con diabete mellito di Tipo 2 con nefropatia incipiente caratterizzata da microalbuminuria, lisinopril in formulazioni da 10 mg a 20 mg, somministrato una volta die per 12 mesi, ha ridotto la pressione sanguigna sistolica/diastolica di 13/10 mmHg ed il tasso di escrezione urinaria di albumina del 40%. Se confrontati con quelli in terapia con il farmaco bloccante del canale del calcio, il quale ha prodotto una simile riduzione della pressione sanguigna, i pazienti trattati con lisinopril hanno mostrato una diminuzione maggiormente significativa del tasso di escrezione urinaria di albumina, prova che l’azione inibitoria dell’ACE di lisinopril ha ridotto la microalbuminuria attraverso un meccanismo diretto sul tessuto renale in aggiunta al suo effetto di abbassamento della pressione. Il trattamento a base di lisinopril non influisce sul controllo glicemico, come confermato dalla mancata produzione di un effetto significativo sui livelli di emoglobina glicata (HbA1c).
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Il lisinopril è un ACE inibitore non contenente sulfidrile attivo in forma orale.
Assorbimento
Dopo somministrazione orale di lisinopril, le concentrazioni di picco nel siero si raggiungono in circa 7 ore, anche se si è manifestata la tendenza ad un leggero ritardo nel tempo richiesto per raggiungere le concentrazioni di picco in caso di pazienti affetti da infarto miocardico acuto. Basandosi sul recupero urinario, il tasso medio di assorbimento di lisinopril è risultato pari a circa il 25% con una variabilità intrapaziente del 6-60% superiore al range di dosaggio esaminato (5-80 mg).
La biodisponibilità assoluta risulta ridotta di circa il 16% nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca. L’assorbimento di Lisinopril non è influenzato dalla presenza di cibo.
Distribuzione
Lisinopril mostra di legarsi soltanto all’enzima convertitore dell’angiotensina (ACE) in circolo e non ad altre proteine plasmatiche. Studi sui ratti indicano che lisinopril attraversa scarsamente la barriera ematoencefalica.
Eliminazione
Lisinopril non viene metabolizzato ed è interamente escreto in forma immodificata nelle urine. Dopo dosi multiple, lisinopril mostra un’emivita efficace di accumulo di 12.6 ore. La clearance di lisinopril nei soggetti sani è di circa 50 ml/min. Il declino delle concentrazioni sieriche mostra una fase terminale prolungata che non contribuisce all’accumulo del farmaco. Tale fase terminale probabilmente rappresenta il legame saturabile a livello dell’ ACE e non è proporzionale alla dose.
Alterazioni epatiche
L’alterazione della funzione epatica nei pazienti cirrotici determina una riduzione dell’assorbimento di lisinopril (circa il 30% così come determinato in base al recupero urinario), ma un incremento nell’esposizione (circa il 50%) rispetto ai soggetti sani, dovuto alla clearance ridotta.
Alterazioni renali
Una funzionalità renale ridotta riduce l’eliminazione di lisinopril, che viene escreto attraverso i reni, ma tale riduzione diventa rilevante dal punto di vista clinico solo quando la velocità di filtrazione glomerulare risulta essere inferiore a 30 ml/min. In caso di alterazione renale da lieve a moderata (clearance della creatinina 30-80 ml/min), l’AUC media è risultata aumentata di solo il 13%, mentre un incremento pari a 4,5 volte dell’ AUC media è stato osservato in caso di grave alterazione renale (clearance della creatinina 5-30 ml/min).
Lisinopril può essere rimosso attraverso dialisi. Nel corso di 4 ore di emodialisi, le concentrazioni plasmatiche di lisinopril sono diminuite del l 60%, con una clearance di dialisi compresa tra i 40 ed i 55 ml/min.
Insufficienza cardiaca
I pazienti con insufficienza cardiaca, nel confronto con soggetti sani, presentano una maggiore esposizione al lisinopril (un incremento medio nell’ AUC pari al 125%), tuttavia basandosi sul recupero urinario di lisinopril, nel confronto con i soggetti sani, l’assorbimento risulta ridotto di circa il 16%.
Pazienti anziani
I pazienti più anziani, se confrontati con quelli più giovani, presentano livelli ematici e valori più elevati dell’area sotto la curva della concentrazione temporale plasmatica (incremento di circa il 60%).
I dati preclinici basati su studi convenzionali di farmacologia generale, tossicità a dosaggi ripetuti, genotossicità e potenziale carcinogenico non hanno mostrato la presenza di rischi particolari per l’uomo. Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, come gruppo, hanno mostrato di indurre effetti avversi sullo sviluppo fetale nello stadio avanzato, con conseguenti morte fetale ed effetti congeniti, in particolare sul cranio. Sono stati riportati anche fetotossicità, ritardo nella crescita intrauterina e dotto arterioso pervio. Tali anomalie nello sviluppo si ritiene siano parzialmente dovute ad un’azione diretta degli ACE inibitori sul sistema fetale renina-angiotensina, oltre che ad ischemia conseguente ad ipotensione della madre ed a riduzione del flusso ematico fetale-placentare e del passaggio di ossigeno/sostanze nutritive al feto.
Calcio fosfato dibasico diidrato –
Croscarmellosa sodica –
Amido di mais –
Mannitolo –
Magnesio stearato –
Ossido di ferro rosso.
Non pertinente.
4 anni
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Lisinopril 5 mg
Le compresse sono confezionate in blister di PVC/Al inseriti in un astuccio di cartone.
Le confezioni originali contengono 10, 14, 28, 30, 30x1, 50, 56, 60, 98 e 100 compresse.
Lisinopril 10 mg
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Le confezioni originali contengono 10, 14, 28, 30, 50, 98 e 100 compresse.
Lisinopril 20 mg
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Le confezioni originali contengono 10, 14, 28, 30, 50, 56, 98, 100. 100X1 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Sandoz S.P.A.
Largo U. Boccioni, 1
21040 Origgio (VA)
5 mg compresse 10 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471012/M
5 mg compresse 14 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471024/M
5 mg compresse 28 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471036/M
5 mg compresse 30 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471048/M
5 mg compresse 50 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471051/M
5 mg compresse 56 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471063/M
5 mg compresse 98 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471075/M
5 mg compresse 100 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471087/M
5 mg compresse 30X1 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471240/M
5 mg compresse 60 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471265/M
10 mg compresse 10 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471099/M
10 mg compresse 14 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471101/M
10 mg compresse 28 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471113/M
10 mg compresse 30 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471125/M
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20 mg compresse 10 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471164/M
20 mg compresse 14 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471176/M
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20 mg compresse 100x1 compresse in blister PVC/AL AIC n. 037471253/M
Agosto 2007
Febbraio 2009