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LONGAZEM
Ogni capsula contiene:
Principio attivo:
Diltiazem cloridrato mg 300
Eccipienti:
pellets neutri mg 159 (saccarosio mg. 135.15, amido mg 23.85); talco mg 83.85; gommalacca mg 28.91; polivinilpirrolidone mg 12.41; etilcellulosa mg 8.70.
Costituenti della capsula:
gelatina mg 109.478; biossido di titanio mg 2.240; ossido di ferro giallo mg 0.282.
Capsule contenenti microgranuli a cessione modificata.
Terapia e profilassi dell’insufficienza coronarica: angor da sforzo ed a riposo, angina di Prinzmetal, angor post-infartuale. Ipertensione arteriosa di grado lieve e moderato.
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Una capsula al giorno ingerita con un po’ di liquido e senza masticare, prima o durante i pasti. L’ora dell’assunzione nel corso della giornata è indifferente, ma deve rimanere relativamente costante nel tempo per ogni paziente.
Ipersensibilità individuale al farmaco o ai suoi componenti. L’uso di diltiazem è controindicato nel caso di malattia del nodo del seno e di blocco atrio-ventricolare di II e III grado, eccetto che in presenza di un pace-maker ventricolare funzionante. Esso è pure controindicato in caso di insufficienza ventricolare sinistra con stasi polmonare e di bradicardia accentuata (con frequenza cardiaca inferiore o uguale a 40 battiti/min). L’uso del farmaco è controindicato in gravidanza (accertata o presunta) e nell’allattamento.
Scegliere con oculatezza la posologia iniziale in pazienti anziani bradicardici. Deve essere esercitata una stretta sorveglianza nei pazienti che presentano bradicardia (rischio di peggioramento) o blocco atrio-ventricolare di I grado all’elettrocardiogramma (rischio di peggioramento ed eccezionalmente di blocco completo). Nessuna precauzione particolare è necessaria in caso di blocco di branca isolato.
In caso di insufficienza renale, in caso di insufficienza epatica e nei soggetti anziani, le concentrazioni plasmatiche del diltiazem possono risultare aumentate. All’inizio del trattamento, si raccomandano una attenzione particolare alle controindicazioni ed alle precauzioni d’uso, nonché una attenta sorveglianza della frequenza cardiaca e dell’elettrocardiogramma.
In caso di anestesia generale, informare l’anestesista dell’assunzione del farmaco.
Diltiazempuò essere utilizzato senza rischio in pazienti con malattie respiratorie croniche.
In donne di età fertile una eventuale gravidanza deve essere sempre esclusa prima dell’inizio del trattamento e durante il trattamento stesso deve essere assicurata una efficace copertura anticoncezionale.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
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Associazione controindicata a scopo prudenziale:
Dantrolene(infusione).
Nell’animale, sono stati costantemente osservati casi di fibrillazione ventricolare mortali in caso di somministrazione di verapamil e di dantrolene per via e.v. L’associazione di un antagonista del calcio e di dantrolene è dunque potenzialmente pericolosa.
Associazioni oggetto di precauzioni d’uso:
Alfa-antagonisti: aumento dell’effetto ipotensivo. Crisi di ipotensione possono comparire in caso di associazione con gli alfa-antagonisti. L’associazione di diltiazem con un alfa-antagonista implica una stretta sorveglianza della pressione arteriosa.
Beta-bloccanti: possibilità di disturbi dell’automatismo (bradicardia eccessiva, arresto sinusale), disturbi della conduzione seno-atriale e atrio-ventricolare e collasso cardiaco (sinergismo d’azione).
Una tale associazione non deve essere intrapresa se non sotto stretta sorveglianza clinica ed elettrocardiográfica, in particolare all’inizio del trattamento.
Amiodarone , digossina: aumentato rischio di bradicardia; si impone prudenza in caso di associazione con diltiazem, particolarmente in soggetti anziani o in caso di dosi elevate.
Antiaritmici: poiché il diltiazem ha proprietà antiaritmiche, la co-prescrizione con altri antiaritmici è sconsigliata a causa dell’aumento di effetti indesiderati cardiaci per effetti additivi.
L’associazione è comunque delicata e non può essere intrapresa se non sotto stretta sorveglianza clinica ed elettrocardiografica.
Nitroderivati: aumento dell’effetto ipotensivo e lipotimie (sommazione degli effetti vasodilatatori).
Nei pazienti trattati con gli inibitori del calcio, la prescrizione dei nitroderivati deve essere fatta a dosi progressivamente crescenti.
Ciclosporina: aumento delle concentrazioni plasmatiche di ciclosporina.
È opportuno diminuire la posologia della ciclosporina, controllare la funzionalità renale, dosare i tassi circolanti di ciclosporina e adattare la posologia durante l’associazione e dopo la sua sospensione.
Carbamazepina : aumento delle concentrazioni plasmatiche di carbamazepina.
Teofillina: aumento delle concentrazioni plasmatiche di teofillina.
Antagonisti dei recettori istaminici H2 (cimetidina e ranitidina): aumento delle concentrazioni plasmatiche di diltiazem.
Gravidanza: diltiazem è risultato teratogeno in alcune specie animali ed è pertanto assolutamente controindicato in caso di gravidanza accertata o presunta.
In donne in età fertile una eventuale gravidanza deve essere sempre esclusa prima dell’inizio del trattamento e durante il trattamento stesso deve essere assicurata una efficace copertura anticoncezionale.
Allattamento: poiché questo farmaco viene escreto nel latte materno, il trattamento con diltiazem è controindicato durante l’allattamento.
Non si conoscono effetti negativi sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine: Longazem non altera il normale stato di veglia.
Nell’iperteso gli effetti indesiderati, generalmente lievi e reversibili, sono dovuti nella maggior parte dei casi all’effetto vasodilatatore del farmaco.
In ordine di frequenza decrescente sono da segnalare: edemi degli arti inferiori, cefalea, vampate di calore, astenia, palpitazioni, malessere, disturbi digestivi (dispepsia, dolori addominali, secchezza delle fauci) e rash cutanei.
I fenomeni dovuti a vasodilatazione (in particolare gli edemi) sono dose-dipendenti e risultano più frequenti negli anziani.
Raramente si verificano bradicardia sintomatica, blocco senoatriale, blocco atrio-ventricolare: in questi casi è opportuna la sospensione del trattamento. L’esperienza acquisita in altre indicazioni ha mostrato che le eruzioni cutanee sono per lo più localizzate e consistono in eritemi, orticaria o, eccezionalmente, eritemi desquamativi, eventualmente febbrili, che regrediscono dopo la sospensione del trattamento.
Sono stati osservati nel periodo iniziale del trattamento rari casi di aumento delle transaminasi epatiche. Tali aumenti erano comunque isolati, moderati e transitori.
Eccezionalmente sono stati riportati casi di epatite.
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Il quadro clinico dell’intossicazione acuta da sovradosaggio può comportare ipotensione grave sino al collasso, bradicardia sinusale con o senza dissociazione isoritmica e disturbi della conduzione atrio-ventricolare.
Il trattamento da intraprendere in sede ospedaliera consisterà in lavanda gastrica e diuresi osmotica.
In caso di disturbi della conduzione si può praticare elettrostimolazione temporanea.
Gli antidoti proposti sono: atropina, adrenalina, glucagone, gluconato di calcio.
Antagonista del calcio, antiipertensivo.
Diltiazemriduce selettivamente il flusso del calcio a livello del canale lento, voltaggio dipendente, delle fibre muscolari vasali e miocardiche. In tal modo, diltiazem diminuisce la concentrazione del calcio intracellulare a livello delle proteine contrattili.
Diltiazemè riconosciuto come farmaco di riferimento della classe III dei calcio-antagonisti secondo la classificazione OMS.
Nell’animale: riducendo l’entrata del calcio nelle cellule della muscolatura liscia della parete vascolare, diltiazem diminuisce il tono arterioso e provoca una vasodilatazione, con conseguente diminuzione delle resistenze periferiche.
In diversi modelli animali di ipertensione, in particolare nel ratto geneticamente iperteso, diltiazem riduce la pressione della gettata cardiaca e del flusso renale. Inoltre inibisce preferenzialmente gli effetti vasocostrittori della noradrenalina e dell’angiotensina II. Nel ratto iperteso, diltiazem aumenta la diuresi senza modificare il rapporto sodio/potassio urinario. Diltiazem, riduce l’ipertrofia miocardica in vari modelli di ipertensione nell’animale e, come altri calcio antagonisti, riduce lo sviluppo di calcinosi arteriosa nel ratto trattato con alte dosi di Vit.D3 o diidrotachisterolo.
I due principali metaboliti attivi circolanti (deacetildiltiazem e N-monodemetil-diltiazem) rivelano un’attività farmacologica ridotta di circa il 50% rispetto a quella del diltiazem.
Nell’uomo: a livello vascolare, l’azione calcio antagonista del diltiazem si manifesta con una vasodilatazione arteriosa moderata; oltre all’effetto sulle piccole arterie, evidenziato dalla diminuzione delle resistenze vascolari sistemiche, il diltiazem migliora la “compliance” dei grossi tronchi arteriosi. Questa vasodilatazione provoca, all’iperteso, una diminuzione della pressione arteriosa legata all’abbassamento delle resistenze periferiche, senza provocare tachicardia riflessa. È rilevabile invece una leggera diminuzione della frequenza cardiaca.
I flussi ematici viscerali, in particolare quello renale e quello coronarico, risultano immodificati o aumentati.
Dopo somministrazione acuta si osserva un discreto effetto natriuretico.
Durante trattamento prolungato, diltiazem non stimola il sistema renina-angiotensina-aldosterone e non provoca ritenzione idrosodica, come dimostrato dall’assenza di variazioni del peso corporeo e della composizione idroelettrolitica del plasma.
A livello cardiaco, diltiazem esercita un effetto vasodilatatore coronarico; riduce inoltre, nell’iperteso, l’ipertrofia ventricolare sinistra. La gettata cardiaca non è sensibilmente modificata.
Per la sua azione bradicardizzante moderata e per la diminuzione delle resistenze arteriose sistemiche, diltiazem riduce il lavoro cardiaco.
Non è stato evidenziato un effetto inotropo negativo sul miocardio sano. Diltiazem rallenta moderatamente la frequenza cardiaca e può esercitare un effetto depressivo sul nodo del seno patologico. Esso rallenta la conduzione atrio-ventricolare, con rischio di blocco atrio-ventricolare.
Diltiazemnon ha effetti sulla conduzione a livello del fascio di His e delle strutture infrahisiane.
Diltiazemnon influenza il metabolismo del glucosio né quello lipidico; in particolare, non ha effetti sfavorevoli sulle lipoproteine plasmatiche.
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Diltiazem si lega alle proteine plasmatiche nella proporzione dell’80-85%. Esso subisce una marcata metabolizzazione epatica. Il diltiazem immodificato che si ritrova nelle urine è solo una quota compresa fra lo 0,7 ed il 5% della dose somministrata. Il principale metabolita circolante, N-monodemetil-diltiazem, rappresenta circa il 35% della quantità circolante di diltiazem.
La particolare formulazione di Longazem, in pellets a cessione modificata, permette di mantenere livelli di diltiazem terapeuticamente attivi con una unica somministrazione giornaliera.
Longazem, per somministrazione singola nell’uomo, presenta una emivita di oltre 7 ore.
In corso di trattamento ripetuto, Longazem assicura livelli ematici costanti (steady state) già a partire da 4° giorno dall’inizio della terapia.
Le concentrazioni plasmatiche in caso di insufficienza renale, in caso di insufficienza epatica e nel soggetto anziano sono in media più elevate che nei soggetti giovani.
Gli studi di tossicità acuta e subacuta eseguiti su differenti specie animali, hanno confermato la buona tollerabilità del farmaco in rapporto ai dosaggi preconizzati nell’uomo.
Gli studi di teratogenesi in differenti specie di animali nonché quelli sullo sviluppo peri e post natale hanno dimostrato la necessità di non somministrare il farmaco in gravidanza accertata o presunta.
Saccarosio, amido, talco, gommalacca, polivinilpirrolidone, etilcellulosa, gelatina, biossido di titanio, ossido di ferro giallo.
Non sono note incompatibilità.
36 mesi a confezionamento integro.
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
Astuccio da 14 capsule, in blister alluminio/PVC.
Vedere punto 4.2.
De Salute S.r.l. – Via Antonio Biasini, 26 – 26015 Soresina (CR)
AIC n. 028217014
31 Ottobre 1994 / Novembre 2004
01/10/2006