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LOPRESOR
Lopresor 100 mg compresse rivestite con film
Ogni compressa rivestita con film contiene
principio attivo: metoprololo tartrato 100 mg.
Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato
Ogni compressa a rilascio prolungato contiene
principio attivo: metoprololo tartrato 200 mg.
Per l’elenco completo degli eccipienti vedere sezione 6.1.
Compresse rivestite con film.
Compresse a rilascio prolungato.
Ipertensione arteriosa: sia in monoterapia che associato ad altri farmaci antipertensivi, per esempio diuretici, vasodilatatori periferici o ACE inibitori.
Angina pectoris: profilassi a lungo termine. Per alleviare le crisi acute, si dovrà usare, se necessario, la nitroglicerina.
Infarto miocardico conclamato o sospetto, come prevenzione secondaria dopo l’infarto miocardico.
Turbe cardiache funzionali con palpitazioni.
Prevenzione dell’emicrania.
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Le compresse non devono essere masticate. Si consiglia di individualizzare la posologia e di seguire il seguente schema posologico.
Ipertensione
Lopresor100 mg compresse rivestite con film: 100-200 mg al giorno, sia come somministrazione singola, al mattino, che in 2 dosi frazionate (mattina e sera). Se necessario, può essere prescritto in aggiunta un ulteriore antipertensivo.
Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato: 1 compressa al mattino presto. Se necessario, può essere prescritto in aggiunta un ulteriore antipertensivo. Nelle forme leggere di ipertensione può essere sufficiente mezza compressa al mattino presto.
Angina pectoris
Lopresor 100 mg compresse rivestite con film: 100-200 mg al giorno, in 2 dosi frazionate. Se necessario, il dosaggio può essere elevato a 400 mg.
Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato: ½ - 1 compressa al mattino presto; se necessario, la somministrazione può essere ripetuta la sera.
Turbe del ritmo cardiaco
Lopresor 100 mg compresse rivestite con film: 100-150 mg al giorno, in 2-3 somministrazioni; se necessario, il dosaggio giornaliero può essere elevato a 300 mg.
Infarto miocardico
Il dosaggio raccomandato può essere adattato sulla base dello stato emodinamico del paziente.
Terapia di mantenimento
La dose orale di mantenimento è 200 mg al giorno, in due dosi frazionate. Il trattamento va continuato per almeno 3 mesi.
Turbe cardiache funzionali con palpitazioni e prevenzione dell’emicrania
Lopresor 100 mg compresse rivestite con film: 100 mg al giorno, in somministrazione unica al mattino; se necessario, il dosaggio giornaliero può essere elevato a 200 mg, somministrati in due dosi frazionate (mattino e sera).
Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato: mezza compressa al giorno, al mattino; se necessario, il dosaggio giornaliero può essere elevato a 1 compressa, in somministrazione unica al mattino.
BAMBINI
Non sono state stabilite la sicurezza e l’efficacia di Lopresor 100 mg compresse rivestite con film e Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato nei bambini.
Ipersensibilità nota al principio attivo, ai farmaci ad esso correlati, o ad uno qualsiasi degli eccipienti; ipersensibilità ad altri betabloccanti (può verificarsi sensibilità crociata tra betabloccanti); blocco atrioventricolare di secondo o terzo grado, insufficienza cardiaca scompensata, bradicardia sinusale clinicamente rilevante (frequenza cardiaca inferiore a 45-50 battiti/minuto); sindrome del nodo del seno, gravi disturbi del circolo periferico arterioso, shock cardiogeno; feocromocitoma non trattato (vedere sezione 4.4); ipotensione; grave asma bronchiale o storia di grave broncospasmo.
L’uso di Lopresor è controindicato in pazienti infartuati con frequenza cardiaca inferiore a 45-50 battiti/minuto, intervallo P-R superiore a 0,24 secondi, pressione sistolica inferiore a 100 mmHg e/o grave insufficienza cardiaca.
Generalmente non si dovrebbero somministrare betabloccanti, incluso Lopresor, a pazienti con affezioni broncospastiche. Tuttavia, grazie alla sua relativa cardioselettività, Lopresor può essere somministrato con cautela a pazienti con malattie broncospastiche lievi o moderate nei casi in cui altri farmaci adatti non sono tollerati o si sono dimostrati inefficaci.
Poiché la β1-selettività non è assoluta, si dovrebbe somministrare contemporaneamente un β2-agonista ed usare la minima dose possibile di Lopresor.
Lopresor deve essere usato con cautela in pazienti con diabete mellito, specialmente in quelli trattati con insulina o con ipoglicemizzanti orali (vedere sezione 4.5). I pazienti diabetici devono essere avvisati del fatto che i betabloccanti, incluso Lopresor, possono mascherare la tachicardia da ipoglicemia; comunque, altre manifestazioni dell’ipoglicemia, quali capogiri e sudorazione, possono non essere eliminati significativamente e la sudorazione può essere aumentata.
Nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia non trattata (vedere sezione 4.3) non dovrebbero essere usati i betabloccanti, incluso Lopresor; si dovrebbe stabilizzare prima lo scompenso.
A causa del loro effetto negativo sulla conduzione atrioventricolare i betabloccanti, incluso Lopresor, dovrebbero essere usati solo, con cautela, nei pazienti con blocco atrioventricolare di primo grado (vedere sezione 4.3). Se il paziente manifesta bradicardia progressiva (frequenza cardiaca inferiore a 50-55 battiti/minuto), il dosaggio dovrebbe essere ridotto gradualmente od il trattamento sospeso (vedere sezione 4.3).
Lopresor deve essere usato con cautela in pazienti con disturbi circolatori periferici arteriosi (per es., malattia o fenomeno di Raynaud, claudicatio intermittente), in quanto il trattamento con betabloccanti può aggravare tali condizioni (vedere sezione 4.3).
Quando Lopresor viene prescritto ad un paziente con feocromocitoma noto o sospetto, si dovrebbe sempre somministrare contemporaneamente un alfabloccante (vedere sezione 4.3).
Il metoprololo subisce un significativo metabolismo epatico di primo passaggio, e viene eliminato principalmente tramite il metabolismo epatico (vedere sezione 5.2). Pertanto, in presenza di cirrosi epatica può aumentare la biodisponibilità sistemica del metoprololo e si può ridurre la sua clearance totale, determinando un aumento delle concentrazioni plasmatiche.
Nel trattamento di pazienti anziani è opportuna una certa cautela. Una eccessiva diminuzione della pressione arteriosa o della frequenza del polso può determinare una inadeguata irrorazione degli organi vitali.
La necessità o l’opportunità della sospensione di un betabloccante, incluso Lopresor, prima di interventi chirurgici maggiori, è controversa. La ridotta capacità del cuore di rispondere ad una stimolazione adrenergica può aumentare i rischi dell’anestesia generale e delle procedure chirurgiche. I benefici di proseguire il trattamento con un betabloccante, incluso Lopresor, dovrebbero essere valutati contro i rischi della sua sospensione in ogni paziente. Prima di eventuali operazioni chirurgiche che richiedano anestesia generale, l’anestesista deve essere informato che il paziente è in trattamento con un betabloccante. Deve essere utilizzato un anestetico con il minor effetto cardiodepressivo possibile (vedere sezione 4.5). Se si pensa sia necessaria la sospensione del betabloccante, incluso Lopresor, prima dell’intervento chirurgico, la sospensione deve avvenire gradualmente e completarsi circa 48 ore prima dell’anestesia generale.
È da evitare la brusca interruzione del trattamento con Lopresor, specialmente nei pazienti con malattie cardiache ischemiche. Per prevenire una esacerbazione dell’angina pectoris, il dosaggio deve essere ridotto gradualmente in un periodo di 1-3 settimane e, se necessario, deve essere contemporaneamente iniziata una terapia di sostituzione. Durante la sospensione il paziente va mantenuto sotto stretta sorveglianza medica.
Nei pazienti che assumono betabloccanti le reazioni anafilattiche causate da altri agenti possono essere particolarmente severe e resistere alle normali dosi di adrenalina. Quando possibile, si deve evitare l’uso di betabloccanti, incluso Lopresor, nei pazienti ad aumentato rischio di anafilassi.
I betabloccanti possono aumentare il numero e la durata degli attacchi di angina nei pazienti con angina di Prinzmetal (una variante dell’angina pectoris). Betabloccanti relativamente selettivi, come Lopresor, possono essere utilizzati in tali pazienti, ma solo con estrema cautela.
I betabloccanti mascherano alcuni dei sintomi clinici della tireotossicosi. Pertanto, quando Lopresor venga somministrato a pazienti con tireotossicosi accertata o sospetta, si deve monitorare attentamente sia la funzionalità tiroidea sia quella cardiaca.
La sindrome oculomucocutanea nella sua variante completa, descritta col practololo, non è stata segnalata con Lopresor. Comunque, manifestazioni parziali di tale sindrome (occhi secchi e/o, occasionalmente, rash cutaneo) sono state descritte anche con Lopresor. Nella maggior parte dei casi i sintomi scomparivano con la sospensione del trattamento con Lopresor. I pazienti devono essere osservati attentamente per potenziali effetti a livello oculare. Se si verificano tali effetti, si deve considerare l’opportunità di sospendere Lopresor.
Tenere il medicinale fuori dalla portata dei bambini.
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Effetti degli altri farmaci su metoprololo
L’effetto di Lopresor e degli altri farmaci antipertensivi sulla pressione arteriosa è generalmente additivo. I pazienti in trattamento contemporaneo con farmaci che provocano una deplezione delle catecolamine, altri betabloccanti (anche in forma di gocce oftalmiche), o inibitori delle monoaminossidasi (MAO) devono essere mantenuti sotto sorveglianza.
– I seguenti farmaci possono aumentare gli effetti o le concentrazioni plasmatiche di metoprololo
Calcio antagonisti
I calcio antagonisti del tipo verapamil e diltiazem possono potenziare gli effetti depressivi dei betabloccanti sulla pressione arteriosa, la frequenza e la contrattilità cardiaca e la conduzione atrioventricolare. Un calcio antagonista del tipo verapamil (fenilalchilamina) non deve essere somministrato per via endovenosa a pazienti in terapia con Lopresor, in quanto esiste il rischio di arresto cardiaco. I pazienti in terapia orale con un calcio antagonista del tipo verapamil in associazione con Lopresor devono essere attentamente sorvegliati.
Antiaritmici di classe I e amiodarone
Amiodarone, propafenone e altri antiaritmici di classe I, come chinidina e disopiramide possono potenziare l’effetto dei betabloccanti sulla frequenza cardiaca e la conduzione atrioventricolare.
Nitroglicerina
La nitroglicerina può aumentare l’effetto ipotensivo di Lopresor.
Anestetici generali
Alcuni anestetici per inalazione possono aumentare l’effetto cardiodepressivo dei betabloccanti (vedere sezione 4.4).
Inibitori del CYP2D6
I forti inibitori di questo enzima possono aumentare la concentrazione plasmatica del metoprololo. La forte inibizione del CYP2D6 determinerebbe una variazione del fenotipo in scarso metabolizzatore (vedere sezione 5.2.). Si deve impiegare prudenza quando il metoprololo sia somministrato in concomitanza ad inibitori potenti del CYP2D6. Potenti inibitori conosciuti del CYP2D6, clinicamente significativi, sono gli antidepressivi come fluoxetina, paroxetina o bupropione; antipsicotici come tioridazina; antiaritmici come chinidina o propafenone; antiretrovirali come ritonavir; antiistaminici come difenidramina; antimalarici come idrossiclorochina o chinidina; antimicotici come terbinafina e antiulcera come cimetidina.
– I seguenti farmaci possono diminuire gli effetti o le concentrazioni plasmatiche di metoprololo
Prazosin
L’ipotensione posturale acuta che può far seguito alla prima dose di prazosin può essere accentuata nei pazienti già trattati con un betabloccante.
Glicosidi digitalici
L’uso contemporaneo di glicosidi digitalici può provocare una eccessiva bradicardia e/o un prolungamento del tempo di conduzione atrioventricolare.
Simpaticomimetici
L’adrenalina o altre sostanze ad attività simpaticomimetica (p. es. quelle contenute negli antitosse o nelle gocce nasali e oftalmiche) possono provocare reazioni ipertensive se somministrate contemporaneamente a betabloccanti; ciò è meno probabile con dosi terapeutiche di farmaci β1-selettivi che con betabloccanti non cardioselettivi.
Antiinfiammatori non steroidei
Il trattamento concomitante con farmaci antiinfiammatori non steroidei, quali l’indometacina può diminuire l’effetto antipertensivo del metoprololo.
Induttori degli enzimi epatici
Gli induttori enzimatici possono influire sui livelli plasmatici del metoprololo. Per esempio, la concentrazione plasmatica del metoprololo viene abbassata dalla rifampicina.
Effetti del metoprololo su altri farmaci
Clonidina
Se un paziente è trattato contemporaneamente con clonidina e Lopresor ed il trattamento con clonidina deve essere interrotto, la terapia con Lopresor va sospesa parecchi giorni prima della clonidina. Ciò perché l’ipertensione che può far seguito alla sospensione della clonidina può essere aumentata nei pazienti trattati contemporaneamente con betabloccanti.
Insulina ed ipoglicemizzanti orali
Nei pazienti diabetici che usano insulina il trattamento con betabloccanti può essere associato ad episodi di ipoglicemia più pronunciata o prolungata. I betabloccanti possono anche antagonizzare l’effetto ipoglicemizzante delle sulfaniluree. Il rischio di questi effetti è minore con un farmaco β1-selettivo come Lopresor che con betabloccanti non cardioselettivi. Comunque, i pazienti diabetici in trattamento con Lopresor devono essere attentamente sorvegliati per assicurare il controllo del diabete (vedere sezione 4.4).
Lidocaina (xilocaina)
Il metoprololo può ridurre la clearance della lidocaina, causando un aumento degli effetti della lidocaina.
Alcool
Il metoprololo può modificare i parametri farmacocinetici dell’alcool.
Come regola generale, nessun farmaco dovrebbe essere assunto durante i primi tre mesi di gravidanza, ed i rischi e i benefici dell’assunzione dovrebbero essere attentamente considerati durante l’intero periodo.
L’esperienza con metoprololo nel primo trimestre di gravidanza è limitata, ma non sono state segnalate malformazioni attribuibili al metoprololo. Comunque, i betabloccanti possono ridurre la perfusione placentare. Deve essere utilizzata la minor dose possibile e la terapia deve essere sospesa almeno 2 o 3 giorni prima del parto, per evitare un aumento della contrattilità uterina e gli effetti del betablocco nel nascituro (per es. bradicardia, ipoglicemia).
Piccole quantità di metoprololo vengono escrete nel latte materno: a dosi terapeutiche un lattante che assuma 1 l di latte materno al giorno riceverebbe una dose di meno di 1 mg di metoprololo. Tuttavia durante l’allattamento è opportuno tenere sotto stretto controllo il neonato per manifestazioni e sintomi di betablocco.
Lopresor può provocare capogiri, affaticamento o disturbi visivi (vedere sezione 4.8) e può quindi interferire negativamente sulla capacità di guidare e sull’uso di macchinari.
Interpretazione delle frequenze: molto comune: ≥ 10%; comune: da ≥ 1% a < 10%; non comune: da ≥ 0,1% a < 1%; raro: da ≥ 0,01% a < 0,1%; molto raro: <0,01%.
Disturbi del sistema nervoso
Comuni: capogiri, cefalea.
Rari: diminuzione della vivacità mentale, sonnolenza o insonnia, parestesie.
Disturbi cardiaci
Comuni: bradicardia.
Rari: insufficienza cardiaca, aritmie cardiache, palpitazioni.
Molto rari: turbe della conduzione cardiaca, dolore precordiale.
Disturbi vascolari
Comuni: ipotensione ortostatica (occasionalmente con sincope).
Rari: edema, fenomeno di Raynaud.
Molto rari: cancrena in pazienti con gravi disturbi circolatori periferici pregressi.
Disturbi psichiatrici
Rari: depressione, incubi.
Molto rari: disturbi della personalità, allucinazioni.
Disturbi gastrointestinali
Comuni: nausea, vomito, dolore addominale.
Rari: diarrea, stipsi.
Molto rari: secchezza della mucosa orale, fibrosi retroperitoneale (non è stata definitivamente stabilita la relazione con Lopresor).
Disturbi epatobiliari
Molto rari: epatite.
Disturbi della cute e del tessuto sottocutaneo
Rari: rash cutaneo (in forma di orticaria, lesioni cutanee psoriasiformi e distrofiche).
Molto rari: fotosensibilità, iperidrosi, alopecia, peggioramento della psoriasi.
Disturbi respiratori, toracici e mediastinici
Comuni: dispnea da sforzo.
Rari: broncospasmo (anche in pazienti senza anamnesi di affezioni ostruttive polmonari).
Molto rari: rinite.
Disturbi del sistema riproduttivo e della mammella
Molto rari: turbe della libido e della potenza sessuale, malattia di Peyronie (non è stata definitivamente stabilita la relazione con Lopresor).
Disturbi oculari
Molto rari: turbe visive (es. visione offuscata), irritazione e/o secchezza oculare.
Disturbi dell’orecchio e del labirinto
Molto rari: tinnito, disturbi uditivi in caso di superamento delle dosi consigliate (es. ipoacusia o sordità)
Disturbi del sangue e del sistema linfatico
Molto rari: trombocitopenia.
Disturbi del tessuto connettivo e muscoloscheletrico
Rari: crampi muscolari
Molto rari: artrite.
Disturbi generali e a livello del sito di somministrazione
Comuni: stancabilità
Esami diagnostici
Molto rari: aumento ponderale, anomalie nei test di funzionalità epatica.
Esperienza Post Marketing
Le seguenti reazioni avverse sono state osservate nel corso dell’uso post-approvazione di Lopresor: stato confusionale, aumento dei trigliceridi plasmatici, riduzione delle HDL. Poiché queste osservazioni derivano da una popolazione di dimensioni non conosciute e sono soggette a fattori di confusione, non è possibile stimare in maniera attendibile la loro frequenza.
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Segni e sintomi
Un sovradosaggio del farmaco può determinare l’insorgenza di una spiccata ipotensione, bradicardia sinusale, blocco atrioventricolare, insufficienza cardiaca, shock cardiogeno, arresto cardiaco, broncospasmo, deterioramento dello stato di coscienza (o anche coma), convulsioni, nausea, vomito, cianosi.
L’assunzione contemporanea di alcool, antipertensivi, chinidina, barbiturici aggrava i segni e i sintomi. Le prime manifestazioni di sovradosaggio insorgono 20 minuti - 2 ore dopo la somministrazione del farmaco. Gli effetti di un massiccio sovradosaggio possono persistere per parecchi giorni, nonostante il declino delle concentrazioni plasmatiche.
Trattamento
I pazienti con sovradosaggio di betabloccanti dovrebbero essere sempre ospedalizzati in modo da monitorare le funzioni vitali (funzionalità cardiaca, emogasanalisi, parametri biochimici). Se opportuno, dovrebbero essere istituite misure di supporto d’emergenza, quali ventilazione artificiale o regolazione della frequenza cardiaca. Anche se apparentemente in buone condizioni, i pazienti che abbiano assunto dosi che provochino un modesto sovradosaggio dovrebbero essere osservati attentamente per almeno 4 ore per evidenziare sintomi di avvelenamento.
In caso di sovradosaggio orale potenzialmente pericoloso per la vita, induzione di vomito o lavanda gastrica (entro 4 ore dall’ingestione di Lopresor) e/o somministrazione di carbone attivo per rimuovere il farmaco dal tratto gastrointestinale. Difficilmente l’emodialisi apporta un utile contributo all’eliminazione del metoprololo.
Per controllare una grave bradicardia si può somministrare atropina per via endovenosa. In presenza di ipotensione e bradicardia somministrare un β-agonista (p. es. prenalterolo, isoprenalina) per via endovenosa; possono essere necessarie dosi molto elevate per superare il betablocco. Per mantenere la pressione arteriosa si possono somministrare farmaci quali dopamina, dobutamina o noradrenalina. Il glucagone ha effetti inotropi e cronotropi positivi sul cuore, indipendenti dai recettori β-adrenergici e si è dimostrato efficace nel trattamento dell’ipotensione resistente e dell’insufficienza cardiaca associata con sovradosaggio da betabloccanti.
Il diazepam è il farmaco d’elezione per controllare gli attacchi epilettici. Per contrastare il broncospasmo si può somministrare un β2-agonista o aminofillina; durante e dopo la somministrazione del broncodilatatore i pazienti devono essere sorvegliati per monitorare l’eventuale insorgenza di aritmie cardiache.
Dopo un episodio di sovradosaggio può verificarsi il fenomeno da sospensione di betabloccanti (vedere sezione 4.4).
Categoria farmacoterapeutica: betabloccanti cardioselettivi, non associati
Codice ATC C07AB02
Effetti farmacodinamici e meccanismo d’azione
Il metoprololo è un betabloccante cardioselettivo che agisce sui β1-recettori adrenergici, prevalentemente localizzati a livello cardiaco, a dosi più basse di quelle che stimolano i β2-recettori, situati prevalentemente nei bronchi e nei vasi periferici. Il metoprololo non ha effetto stabilizzante di membrana, nè esplica attività agonista parziale (ISA).
L’effetto stimolante delle catecolamine sul cuore viene ridotto o inibito dal metoprololo. Questo determina una diminuzione della frequenza, della contrattilità e della gittata cardiache.
Il metoprololo abbassa l’elevata pressione arteriosa sia in orto- che in clinostatismo. Inoltre riduce l’entità degli innalzamenti pressori che si manifestano in risposta all’esercizio fisico. Il trattamento con metoprololo determina un iniziale aumento delle resistenze vascolari periferiche, che nel corso delle terapie a lungo termine si normalizza o anche diminuisce. Come per tutti i betabloccanti, non è completamente noto il meccanismo preciso dell’effetto antipertensivo del metoprololo. Comunque, la riduzione a lungo termine della pressione arteriosa osservata con metoprololo sembra direttamente proporzionale alla graduale riduzione delle resistenze periferiche totali.
Nell’angina pectoris il metoprololo riduce frequenza e gravità degli attacchi ischemici ed aumenta la tolleranza allo sforzo. Questi effetti benefici possono essere dovuti ad una ridotta domanda di ossigeno da parte del miocardio, come risultato della ridotta frequenza cardiaca e contrattilità miocardica.
In caso di tachicardia sopraventricolare, fibrillazione atriale o extrasistoli ventricolari o altre aritmie ventricolari, il metoprololo ha un effetto regolatore sulla frequenza cardiaca. La sua azione antiaritmica è dovuta principalmente all’inibizione dell’automatismo del nodo seno-atriale ed al prolungamento del tempo di conduzione atrioventricolare.
Nei pazienti con infarto miocardico conclamato o sospetto, il metoprololo riduce la mortalità. Questo effetto può essere attribuibile ad una diminuzione della frequenza di gravi aritmie ventricolari, nonché alla limitazione della dimensioni dell’infarto. È stato dimostrato inoltre che il metoprololo riduce l’incidenza di reinfarto miocardico non fatale.
Grazie al suo effetto betabloccante, il metoprololo è indicato per il trattamento di turbe cardiache funzionali con palpitazioni, per la prevenzione dell’emicrania e per l’uso nell’ipertiroidismo come farmaco supplementare.
Il trattamento a lungo termine con metoprololo può ridurre la sensibilità all’insulina. Comunque, l’interferenza del metoprololo con il rilascio di insulina ed il metabolismo dei carboidrati è inferiore rispetto ai betabloccanti non selettivi.
Negli studi a breve termine, è stato dimostrato che il metoprololo può esercitare un’influenza sui lipidi ematici, causando un aumento dei trigliceridi ed una diminuzione degli acidi grassi liberi; in alcuni casi è stata osservata una piccola diminuzione della frazione HDL, sebbene di minore entità rispetto ai betabloccanti non selettivi. In uno studio a lungo termine, durato alcuni anni, i livelli di colesterolo si sono ridotti.
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Assorbimento e concentrazioni plasmatiche
Il metoprololo, somministrato per via orale, viene assorbito rapidamente e completamente lungo tutto il tratto intestinale. Somministrando Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato l’assorbimento è più lento ma la disponibilità del metoprololo è simile a quella ottenuta con le normali compresse. Concentrazioni di picco plasmatiche si raggiungono dopo 1,5-2 ore ca. con Lopresor 100 mg compresse rivestite e dopo 4-5 ore ca. con Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato. Le concentrazioni plasmatiche di metoprololo aumentano in maniera pressoché proporzionale alla dose nel range 50 - 200 mg. A causa di una massiccia eliminazione di primo passaggio epatico, solo il 50% ca. di una dose singola orale di metoprololo raggiunge la circolazione sistemica. L’entità dell’eliminazione presistemica differisce a livello individuale, a causa di differenze genetiche nel metabolismo ossidativo. Sebbene i profili plasmatici abbiano un’ampia variabilità intersoggettiva, sono ben riproducibili in un singolo individuo.
In seguito a somministrazione ripetuta, la percentuale della dose disponibile a livello sistemico è superiore del 40% ca. di quella ottenuta con dose singola (cioè il 70% ca.). Ciò può essere dovuto ad una parziale saturazione del metabolismo di primo passaggio o ad una clearance ridotta, come risultato di un ridotto flusso ematico epatico. L’ingestione contemporanea di cibo può aumentare del 20-40% ca. la biodisponibilità sistemica di una dose singola orale.
Distribuzione e biotrasformazione
Il metoprololo viene rapidamente distribuito, con un volume di distribuzione di 3,2-5,6 l/kg. L’emivita non è dose dipendente e non cambia in caso di somministrazione ripetuta. Il 10% ca. del metoprololo plasmatico è legato alle proteine. Il metoprololo attraversa la placenta e si ritrova nel latte materno (vedere sezione 4.6). Nei pazienti con ipertensione le concentrazioni di metoprololo nel liquido cerebrospinale sono simili a quelle plasmatiche.
Il metoprololo viene largamente metabolizzato dagli enzimi epatici del sistema citocromo P450. Il metabolismo ossidativo del metoprololo è controllato geneticamente con un importante contributo dell’isoforma 2D6 del citocromo polimorfico P450. Esistono notevoli differenze etniche nella prevalenza del fenotipo “scarsi metabolizzatori” (PM). Approssimativamente, il 7% dei caucasici e meno dell’1% degli orientali sono PM. Gli scarsi metabolizzatori CYP2D6 presentano concentrazioni plasmatiche di metoprololo molte volte più alte rispetto ai “buoni metabolizzatori” con normale attività del CYP2D6. Tuttavia, il metabolismo del metoprololo, dipendente dal citocromo P450 2D6, sembra avere un effetto scarso o nullo sulla sicurezza e sulla tollerabilità del farmaco. Nessun metabolita del metoprololo contribuisce significativamente al suo effetto betabloccante.
Eliminazione ed escrezione
L’emivita media di eliminazione del metoprololo è 3-4 ore; nei soggetti con metabolizzazione lenta può essere 7-9 ore. Circa il 95% di una dose orale viene escreta nell’urina La quantità di farmaco eliminata in forma immodificata è, nella maggioranza dei soggetti (ad ampia metabolizzazione), inferiore al 5% ca., ma può arrivare al 30% nei soggetti con metabolizzazione lenta.
Farmacocinetica in speciali gruppi di pazienti
Nei soggetti anziani non si evidenziano significative variazioni delle concentrazioni plasmatiche di metoprololo rispetto ai giovani.
La biodisponibilità o l’eliminazione del metoprololo non vengono influenzate in caso di funzionalità renale ridotta, mentre è minore l’escrezione dei metaboliti. Un’accumulo significativo di metaboliti è stato osservato solo in pazienti con una clearance della creatinina pari o inferiore a 5 ml/min ca., ma questo accumulo non influenza le proprietà betabloccanti del farmaco.
La cirrosi epatica può aumentare la biodisponibilità del metoprololo immodificato e ridurre la sua clearance totale.
Pazienti con anastomosi porta-cava, in caso di somministrazione endovenosa, hanno una clearance sistemica di ca. 0,3 l/min e valori di AUC fino a 6 volte maggiori rispetto ai volontari sani.
Le malattie infiammatorie non influenzano la farmacocinetica del metoprololo, mentre l’ipertiroidismo ne può aumentare la clearance presistemica.
Tossicità riproduttiva
Gli studi di tossicità riproduttiva in topo, ratto e coniglio non hanno evidenziato potenziale teratogeno del metoprololo tartrato. Alte dosi sono state associate con una certa tossicità materna ed un ritardo della crescita della prole, sia in utero che dopo la nascita. Non si sono evidenziati danni sulla fertilità nel ratto a dosi orali fino a 500 mg/kg.
Mutagenicità
Nel test di Ames, con cellule batteriche, e nelle prove in vivo con cellule somatiche di mammifero o cellule germinali di topo maschio, il metoprololo tartrato è risultato privo di potenziale mutageno/genotossico.
Cancerogenicità
Dopo somministrazione orale di dosi fino a 800 mg/kg per 21-24 mesi, il metoprololo tartrato non era cancerogeno nel topo e nel ratto.
Lopresor 100 mg compresse rivestite con film
Carbossimetilamido sodico A, silice colloidale anidra, magnesio stearato, cellulosa microcristallina, ipromellosa, olio di ricino poliossidrilato idrogenato, talco, titanio diossido.
Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato
Silice colloidale anidra, cellulosa microcristallina, calcio fosfato dibasico diidrato, poliacrilato dispersione 30%, magnesio stearato, gliceril-palmitato stearato, ipromellosa, polisorbato 80, talco, titanio diossido, ferro ossido giallo.
Nessuna nota.
5 anni.
Lopresor 100 mg compresse rivestite con film: conservare a temperatura non superiore a 30°C nella confezione originale.
Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato: nessuna
Lopresor 100 mg compresse rivestite con film: blister atossico di ALU/PVC o ALU/PVC/PVDC.
Astuccio da 30 compresse rivestite con film da 100 mg.
Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato: blister atossico di ALU/PVC o ALU/PVC/PVDC.
Astuccio da 28 compresse rivestite con film a rilascio prolungato da 200 mg.
Vedere sezione 4.2.
Daiichi Sankyo Italia S.p.A.
Via Paolo di Dono, 73 - Roma
Lopresor 100 mg compresse rivestite con film - A.I.C. n. 023610013
Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato - A.I.C. n. 023610025
Lopresor 100 mg compresse rivestite con film
Autorizzazione: 23.8.78
Rinnovo: 21.6.2005
Lopresor 200 mg compresse a rilascio prolungato
Autorizzazione: 17.2.82
Rinnovo: 21.6.2005
Determinazione AIFA del 8 Maggio 2008