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LUCENTIS
Un ml contiene 10 mg di ranibizumab. Ogni flaconcino contiene 2,3 mg di ranibizumab in 0,23 ml di soluzione.
Ranibizumab è un frammento di un anticorpo monoclonale umanizzato prodotto nelle cellule di Escherichia coli mediante tecnologia da DNA ricombinante.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Soluzione iniettabile.
Soluzione acquosa sterile, limpida, da incolore a giallo pallido.
Lucentis è indicato per il trattamento della degenerazione maculare neovascolare (essudativa) correlata all’età (AMD) (vedere paragrafo 5.1).
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Flaconcini da usare una sola volta, solo per uso intravitreo.
Lucentis deve essere somministrato da un oculista qualificato, esperto in iniezioni intravitreali.
La dose raccomandata per Lucentis è 0,5 mg (0,05 ml).
Il trattamento con Lucentis viene iniziato con una fase di attacco di una iniezione al mese per tre mesi consecutivi, seguita da una fase di mantenimento in cui i pazienti devono essere controllati mensilmente per l’acuità visiva. Se il paziente manifesta una perdita dell’acuità visiva superiore a 5 lettere (ETDRS o l’equivalente di una linea di Snellen), si deve somministrare Lucentis. L’intervallo tra due dosi non deve essere inferiore a 1 mese.
Come per tutti i medicinali per uso parenterale, prima della somministrazione Lucentis deve essere controllato visivamente per evidenziare la presenza di particelle e alterazioni cromatiche. Prima del trattamento, il paziente deve essere istruito ad instillarsi gocce antibiotiche (quattro volte al giorno nei 3 giorni precedenti e successivi ad ogni iniezione). La procedura per l’iniezione deve essere effettuata in condizioni asettiche, che includono la disinfezione delle mani come per ogni procedura chirurgica, guanti sterili, un telino sterile e un blefarostato sterile (o equivalente) e la possibilità di effettuare una paracentesi sterile (se necessaria). Prima di effettuare la procedura intravitreale si deve valutare attentamente l’anamnesi del paziente per quanto riguarda le reazioni di ipersensibilità (vedere paragrafo 4.4). Prima dell’iniezione si devono disinfettare le superfici perioculare, oculare e palpebrale e devono essere somministrati un’anestesia adeguata ed un antimicrobico topico ad ampio spettro.
Per informazioni sulla preparazione del Lucentis, vedere paragrafo 6.6. Inserire l’ago per iniezione 3,5-4,0 mm posteriormente al limbus, in camera vitreale, evitando il meridiano orizzontale e dirigendo l’ago verso il centro del globo oculare. Iniettare il volume d’iniezione di 0,05 ml; cambiare la sede sclerale per le iniezioni successive.
Informazioni aggiuntive su popolazioni speciali:
Insufficienza epatica:
Lucentis non è stato studiato in pazienti con insufficienza epatica. Comunque, non sono necessarie speciali considerazioni in questa popolazione.
Insufficienza renale:
Non è necessario un aggiustamento della dose in pazienti con insufficienza renale (vedere paragrafo 5.2).
Bambini e adolescenti:
L’uso di Lucentis non è raccomandato nei bambini e adolescenti a causa della mancanza di dati sulla sicurezza ed efficacia in queste sottopopolazioni.
Anziani:
Non è necessario un aggiustamento della dose negli anziani.
Etnicità:
L’esperienza con il trattamento è limitata in gruppi diversi dai Caucasici.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Pazienti con infezioni oculari o perioculari in atto o sospette.
Pazienti con gravi infiammazioni intraoculari in atto.
Il trattamento con Lucentis è solo per iniezione intravitreale.
Le iniezioni intravitreali, comprese quelle con Lucentis, sono state associate ad endoftalmite, infiammazione intraoculare, distacco retinico regmatogeno, rottura retinica e cataratta traumatica iatrogena (vedere paragrafo 4.8). Per la somministrazione di Lucentis devono sempre essere usate idonee tecniche di iniezione in asepsi. Inoltre, i pazienti devono essere controllati nella settimana successiva all’iniezione per consentire un rapido trattamento nel caso si verifichi un’infezione. I pazienti devono essere istruiti sul modo in cui riportare senza indugio ogni sintomo indicativo di endoftalmite o uno qualsiasi degli eventi sopra riportati.
Entro 60 minuti dall’iniezione di Lucentis sono stati osservati aumenti della pressione intraoculare (vedere paragrafo 4.8). La pressione intraoculare e la perfusione della testa del nervo ottico devono pertanto essere controllate e trattate in modo appropriato.
Non sono state studiate la sicurezza e l’efficacia della terapia con Lucentis somministrato in entrambi gli occhi contemporaneamente. Se viene effettuato il trattamento bilaterale contemporaneo potrebbe aumentare l’esposizione sistemica con un possibile aumento del rischio di eventi avversi sistemici. Come con tutte le proteine terapeutiche, con Lucentis esiste un potenziale di immunogenicità. I pazienti devono essere istruiti sul modo in cui riportare se un’infiammazione intraoculare si aggrava perché potrebbe essere un sintomo clinico attribuibile alla formazione di anticorpi intraoculari. Lucentis non è stato studiato in pazienti che avevano precedentemente subito iniezioni intravitreali. Lucentis non deve essere somministrato contemporaneamente ad altri agenti anti-VEGF (sistemici o oculari).
La dose non deve essere somministrata e il trattamento non deve essere ripreso prima del successivo trattamento programmato nel caso di:
una diminuzione della migliore acuità visiva corretta (BCVA) >=30 lettere rispetto all’ultima valutazione;
una pressione intraoculare >=30 mmHg;
una rottura retinica;
un’emorragia sottoretinica estesa al centro della fovea, o se l’estensione dell’emorragia è >=50% dell’area totale della lesione;
intervento chirurgico intraoculare effettuato o pianificato entro i precedenti o i successivi 28 giorni.
Il trattamento deve essere interrotto nei soggetti con distacco retinico regmatogeno o fori maculari allo stadio 3 o 4.
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Non sono stati effettuati studi convenzionali di interazione.
Per l’uso combinato della terapia fotodinamica (PDT) con verteporfina e Lucentis, vedere paragrafo 5.1.
Gravidanza:
Non vi sono dati riguardanti l’uso del ranibizumab in donne in gravidanza. Non vi sono studi su animali. Dopo somministrazione oculare si presume che l’esposizione sistemica al ranibizumab sia molto bassa, ma, a causa del meccanismo d’azione, ranibizumab deve essere considerato come potenzialmente teratogeno e embrio-/fetotossico. Pertanto, ranibizumab non deve essere usato durante la gravidanza a meno che i benefici attesi non superino i potenziali rischi per il feto.
Donne in età fertile:
Le donne in età fertile devono fare uso di un contraccettivo efficace durante il trattamento.
Allattamento:
Non è noto se Lucentis venga escreto nel latte umano. Durante l’uso di Lucentis si raccomanda di non allattare.
La procedura di trattamento con Lucentis può indurre transitori disturbi visivi che possono influenzare la capacità di guidare o usare macchinari (vedere paragrafo 4.8). I pazienti che manifestano questi sintomi non devono guidare o usare macchinari fino a quando non cessano questi transitori disturbi visivi.
Nei tre studi di fase III sono stati arruolati un totale di 1.323 pazienti. Un totale di 859 pazienti sono stati esposti per almeno 12 mesi e 452 per 24 mesi a Lucentis. Durante il primo anno di trattamento sono state somministrate 9.200 iniezioni di Lucentis e più di 13.000 iniezioni quando è stato incluso il secondo anno dello studio FVF2598g (MARINA). 440 pazienti sono stati trattati con la dose raccomandata di 0,5 mg.
Gli eventi avversi gravi correlati alla procedura d’iniezione e verificatisi in <0,1% delle iniezioni intravitreali comprendevano endoftalmiti, distacco retinico regmatogeno, rottura retinica e cataratta traumatica iatrogena (vedere paragrafo 4.4).
Altri eventi oculari gravi osservati tra i pazienti trattati con Lucentis e verificatisi in <1% dei pazienti comprendevano infiammazione intraoculare e aumento della pressione intraoculare (vedere paragrafo 4.4).
Gli eventi avversi sotto riportati si sono verificati a percentuali superiori (almeno 3 punti percentuali) in pazienti che ricevevano il trattamento con Lucentis 0,5 mg rispetto a quelli che ricevevano il trattamento di controllo (sham o PDT con verteporfina) nei tre studi. Queste pertanto sono state considerate come potenziali reazioni avverse al farmaco (ADR). I dati di sicurezza sotto descritti comprendono anche tutti gli eventi avversi sospettati di essere almeno potenzialmente correlati alla procedura di iniezione o al medicinale nei 440 pazienti totali dei gruppi di trattamento con 0,5 mg. Gli eventi avversi sono elencati secondo classificazione sistemica organica e per frequenza usando la seguente convenzione: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non puo essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Patologie cardiache:
Non comune: Fibrillazione atriale.
Patologie del sistema nervoso:
Molto comune Mal di testa.
Patologie oculari:
Molto comune: Emorragia congiuntivale, dolore oculare, corpi mobili vitreali, emorragia retinica, aumento della pressione intraoculare, distacco del vitreo, infiammazione intraoculare, irritazione dell’occhio, cataratta, sensazione di corpo estraneo negli occhi, disturbi visivi, blefarite, fibrosi sottoretinica, iperemia oculare, offuscamento o calo dell’acuità visiva, secchezza oculare, vitreite.
Comune: Discomfort oculare, iperemia congiuntivale, opacizzazione della capsula posteriore, essudati retinici, reazioni nella sede di iniezione, aumento della lacrimazione, prurito all’occhio, congiuntivite, maculopatia, distacco dell’epitelio pigmentato retinico.
Non comune: Degenerazione retinica, irite, iridociclite, cheratite puntata, cheratopatia, dellen, strie corneali, disturbi retinici, disturbi del vitreo, fotofobia, cataratta nucleare, reazione nella camera anteriore, abrasione corneale, glaucoma ad angolo chiuso, emorragia del vitreo, uveite, endoftalmite, distacco retinico, lacerazione retinica, emorragia oculare, edema palpebrale, irritazione palpebrale, cecità, edema corneale, hypopyon.
Patologie respiratorie, toraciche, e mediastiniche:
Non comune: Tosse, dispnea, aumento della secrezione delle vie respiratorie superiori.
Patologie gastrointestinali:
Comune: Nausea.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Non comune: Cheratosi lichenoide.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Comune: Artralgia, dolore alla schiena.
Infezioni ed infestazioni:
Comune: Bronchite, anemia.
Patologie vascolari:
Molto comune: Ipertensione/pressione arteriosa elevata.
Eventi tromboembolici arteriosi, come definiti dall’Antiplatelet Trialists’ Collaboration, incluse le morti per cause vascolari, infarti miocardici non fatali, attacchi ischemici non fatali e attacchi emorragici non fatali sono stati collegati alla disponibilità sistemica degli inibitori VEGF (vascular endotelial growth factor) molto potenti. Nei dati combinati del primo anno dei tre studi di fase III (MARINA, ANCHOR e PIER), l’incidenza globale degli eventi tromboembolici arteriosi era superiore per i pazienti trattati con Lucentis 0,5 mg (2,5%) rispetto al braccio di controllo (1,1%). Tuttavia, nel secondo anno dello studio MARINA, la frequenza degli eventi tromboembolici arteriosi era simile nei pazienti trattati con Lucentis 0,5 mg (2,6%) rispetto ai pazienti del braccio di controllo (3,2%).
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Poiché Lucentis viene somministrato da un oculista qualificato, esperto di iniezioni intravitreali, la possibilità di un sovradosaggio è molto bassa. Dagli studi clinici sono stati riportati solo due casi di sovradosaggio accidentale. Un paziente aveva ricevuto 1,2 mg di Lucentis invece della dose randomizzata (0,3 mg), mentre il secondo paziente era stato trattato con 2,0 mg invece di 0,5 mg. Nessun evento avverso è stato associato con questi sovradosaggi, ad eccezione di lievi e transitori aumenti della pressione intraoculare. Se si verifica un sovradosaggio, si deve controllare e trattare la pressione intraoculare, se ritenuto necessario dal medico.
Categoria farmacoterapeutica: agenti anti-neovascolarizzazione, codice ATC: S01LA04 Ranibizumab è un frammento di un anticorpo monoclonale ricombinante umanizzato diretto contro il fattore di crescita endoteliale vascolare umano A (VEGF-A). Esso si lega con un’elevata affinità alle isoforme del VEGF-A (per es. VEGF110, VEGF121 e VEGF165), prevenendo così il legame del VEGF-A ai suoi recettori VEGFR-1 e VEGFR-2. Il legame del VEGF-A ai suoi recettori porta ad una proliferazione delle cellule endoteliali ad una neovascolarizzazione, e ad un aumento della permeabilità vasale, che si ritiene contribuiscano alla progressione della forma neovascolare della degenerazione maculare senile.
La sicurezza e l’efficacia clinica di Lucentis sono state valutate in tre studi randomizzati, in doppio cieco, verso sham- o controllo attivo in pazienti con AMD neovascolare. In questi studi è stato arruolato un totale di 1.323 pazienti (879 trattati e 444 controlli).
Nello studio FVF2598g (MARINA), pazienti con lesioni da neovascolarizzazione coroideale (CNV) minimamente classica o occulta senza componente classica hanno ricevuto mensilmente iniezioni intravitreali di Lucentis 0,3 mg o 0,5 mg o iniezioni sham. In questo studio è stato arruolato un totale di 716 pazienti (sham, 238; Lucentis 0,3 mg, 238; Lucentis 0,5 mg, 240). Sono disponibili dati fino alla fine del mese 24.
Nello studio FVF2587g (ANCHOR), pazienti con CNV prevalentemente classica hanno ricevuto uno dei seguenti trattamenti: 1) iniezioni intravitreali mensili di Lucentis 0,3 mg e PDT sham; 2) iniezioni intravitreali mensili di Lucentis 0,5 mg e PDT sham; o 3) iniezioni intravitreali sham e PDT con verteporfina. La PDT con verteporfina o sham veniva somministrata insieme all’iniezione iniziale di Lucentis e successivamente ogni 3 mesi se la fluorangiografia evidenziava una persistenza o ripresa del leakage vascolare. In questo studio è stato arruolato un totale di 423 pazienti (sham, 143; Lucentis 0,3 mg, 140; Lucentis 0,5 mg, 140). Sono disponibili dati fino alla fine del mese 12. In entrambi gli studi l’endpoint primario di efficacia era la proporzione di pazienti che mantenevano la visione, definita come riduzione inferiore a 15 lettere di acuità visiva rispetto ai valori iniziali, a 12 mesi. Quasi tutti i pazienti trattati con Lucentis (circa il 95%) hanno mantenuto la loro acuità visiva. Il 34% - 40% dei pazienti trattati con Lucentis hanno manifestato un miglioramento clinicamente significativo della visione, definita come aumento di 15 o più lettere a 12 mesi. La dimensione della lesione non ha influenzato significativamente i risultati. In generale, i pazienti con un’acuità visiva minima (<20/200) all’inizio del trattamento hanno tratto beneficio dal trattamento stesso. Comunque l’AMD neovascolare che era evoluta in lesioni caratterizzate da fibrosi sottoretinica e atrofia geografica avanzata probabilmente non risponde al Lucentis. I risultati in dettaglio sono riportati nelle tabelle sottostanti.
Tabella 1 Risultati al mese 12 e mese 24 nello studio FVF2598g (MARINA):
Misura del risultato | Mese | Sham (n=238) | Lucentis 0,5 mg (n=240) |
Perdita di <15 lettere nell’acuità visiva (%)a | Mese 12 | 62% | 95% |
Mese 24 | 53% | 90% |
Aumento di >=15 lettere nell’acuità visiva (%)a | Mese 12 | 5% | 34% |
Mese 24 | 4% | 33% |
Variazione media nell’acuità visiva (lettere) (SD)a | Mese 12 | -10,5 (16,6) | +7,2 (14,4) |
Mese 24 | -14,9 (18,7) | +6,6 (16,5) |
a p<0,01
Tabella 2 Risultati al mese 12 nello studio FVF2587g (ANCHOR):
Misura del risultato | PDT con verteporfina (n=143) | Lucentis 0,5 mg (n=140) |
Perdita di <15 lettere nell’acuità visiva (%)a | 64% | 96% |
Aumento di >=15 lettere nell’acuità visiva (%)a | 6% | 40% |
Variazione media nell’acuità visiva (lettere) (SD)a | -9,5 (16,4) | +11,3 (14,6) |
a p<0,01
Nel gruppo di pazienti trattato con Lucentis, in media, si è osservata una crescita della CNV minima. Al mese 12, la variazione media dell’area totale della CNV era 0,1-0,3 DA, per Lucentis rispetto a 2,3-2,6 DA per il braccio di controllo.
Non è stato studiato l’uso di Lucentis oltre i 24 mesi.
Lo studio FVF3192g (PIER) era uno studio randomizzato, doppio-cieco, controllato verso sham, della durata di due anni, progettato per valutare la sicurezza e l’efficacia di Lucentis nei pazienti con AMD neovascolare (79% dei pazienti avevano AMD minimamente classica o occulta, 21% avevano una CNV con componente prevalentemente classica). Sono disponibili dati fino alla fine del mese 12. I pazienti hanno ricevuto iniezioni intravitreali di Lucentis 0,3 mg o 0,5 mg o iniezioni sham una volta al mese per 3 dosi consecutive, seguite da una dose somministrata una volta ogni 3 mesi. In questo studio è stato arruolato un totale di 184 pazienti (Lucentis 0,3 mg, 60; Lucentis 0,5 mg, 61; sham, 63); 171 (93%) hanno completato 12 mesi di questo studio. I pazienti trattati con Lucentis nello studio PIER hanno ricevuto una media di 6 trattamenti in totale, sui 6 possibili dal giorno 0 al mese 12. Nello studio PIER l’endpoint primario di efficacia era la variazione media nell’acuità visiva a 12 mesi, in confronto ai valori iniziali. Dopo un iniziale aumento nell’acuità visiva (conseguente alla dose mensile), in media, i pazienti a cui veniva somministrato Lucentis una volta ogni tre mesi hanno perso acuità visiva, ritornando ai valori iniziali al mese 12. Nello studio PIER, quasi tutti i pazienti trattati con Lucentis (90%) hanno mantenuto la loro acuità visiva al mese 12. I dati preliminari dello studio in aperto (PROTECT), in cui è stata valutata la sicurezza di una somministrazione con Lucentis 0,5 mg e PDT con verteporfina nello stesso giorno dimostrano che l’incidenza dell’infiammazione oculare seguente al trattamento combinato iniziale è stata bassa (due su 32 pazienti, 6,3%).
Sia nello studio MARINA che in ANCHOR, il miglioramento nell’acuità visiva osservato con Lucentis 0,5 mg a 12 mesi è stato tradotto in benefici riportati dai pazienti misurati su tre sottoscale del National Eye Institute Visual Function Questionnaire (VFQ-25) dove erano specificati gli endpoints secondari di efficacia (attività collegate ad una visione da vicino, attività collegate ad una visione da lontano e attività specificatamente dipendenti dalla visione). Nello studio MARINA tutti e tre i punteggi erano migliorati, in media, nei pazienti trattati con Lucentis e peggiorati nel gruppo di controllo sham. Nello studio ANCHOR nei pazienti trattati con PDT con verteporfina, i punteggi medi per le attività collegate alla visione da vicino e da lontano erano migliorati in piccola misura, mentre quelli per le attività specificatamente dipendenti dalla visione erano aumentati. Tutte le differenze tra Lucentis 0,5 mg e i due gruppi di controllo erano statisticamente e clinicamente significative con valori di p compresi tra 0,009 e <0,0001. Nello studio MARINA, le differenze verso il trattamento sham avevano un ulteriore aumento al mese 24 (p<0,0001 per tutte e tre le sottoscale).
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In seguito a somministrazione intravitreale mensile di Lucentis a pazienti con AMD neovascolare, le concentrazioni seriche di ranibizumab erano generalmente basse, con livelli massimi (Cmax) generalmente inferiori alla concentrazione di ranibizumab necessaria a inibire del 50% l’attività Variazione media nell’acuità visiva ±SE biologica del VEGF (11-27 ng/ml, valutata in un test in vitro di proliferazione cellulare). La Cmax era proporzionale alla dose per tutto l’intervallo di dosi da 0,05 a 1,0 mg/occhio. In base all’analisi della farmacocinetica nella popolazione studiata ed alla scomparsa di ranibizumab dal siero per pazienti trattati con la dose 0,5 mg, l’emivita media di eliminazione dal vitreo di ranibizumab è di circa 10 giorni. Si prevede che, al momento della somministrazione intravitreale mensile di Lucentis 0,5 mg/occhio, la Cmax sierica di ranibizumab, raggiunta 1 giorno circa dopo la dose, oscilli generalmente tra 0,79 e 2,90 ng/ml, mentre si prevede che la Cmin oscilli generalmente tra 0,07 e 0,49 ng/ml. Si stima che le concentrazioni seriche di ranibizumab siano circa 90.000 volte inferiori rispetto a quelle vitreali.
Pazienti con insufficienza renale: Non sono stati effettuati studi convenzionali per esaminare la farmacocinetica di Lucentis nei pazienti con insufficienza renale. Il sessantotto percento (136 su 200) dei pazienti nell’analisi della farmacocinetica nelle popolazioni avevano un’insufficienza renale (46,5% lieve [50-80 ml/min], 20% moderata [30-50 ml/min] e 15% grave [<30 ml/min]). La clearance sistemica era leggermente inferiore, ma ciò non era clinicamente significativo. Pazienti con insufficienza epatica: Non sono stati effettuati studi convenzionali per esaminare la farmacocinetica di Lucentis nei pazienti con insufficienza epatica.
La somministrazione intravitreale bilaterale di ranibizumab a scimmie cynomolgus a dosi tra 0,25 mg/occhio e 2,0 mg/occhio una volta ogni 2 settimane per periodi fino a 26 settimane ha prodotto effetti oculari dose-dipendenti.
A livello intraoculare, si sono verificati aumenti dose-dipendenti di flare e cellule nella camera anteriore, con un picco 2 giorni dopo l’iniezione. La gravità della risposta infiammatoria diminuisce generalmente con le iniezioni seguenti o durante il periodo di recupero. Nel segmento posteriore si sono verificati infiltrazioni cellulari e corpi mobili vitreali, che pure tendevano ad essere dosedipendenti e generalmente persistevano fino alla fine del periodo di trattamento. Nello studio di 26 settimane, la gravità dell’infiammazione del vitreo aumentava con il numero delle iniezioni. Comunque, è stata osservata una reversibilità dopo il periodo di recupero. La natura e la durata dell’infiammazione del segmento posteriore è indicativa di una risposta anticorpale immuno-mediata, che può essere clinicamente irrilevante. In alcuni animali si è osservata la formazione di cataratta dopo un periodo relativamente lungo di intensa infiammazione, suggerendo che le modificazioni del cristallino erano secondarie ad una grave infiammazione. In seguito ad iniezioni intravitreali è stato osservato un aumento transitorio della pressione intraoculare dopo la somministrazione, indipendentemente dalla dose.
Modificazioni oculari microscopiche sono state correlate all’infiammazione e non hanno indicato processi degenerativi. Modificazioni infiammatorie granulomatose sono state notate nel disco ottico di alcuni occhi. Queste modificazioni del segmento posteriore diminuivano, ed in alcuni casi si risolvevano, durante il periodo di recupero.
Non si sono rilevati segni di tossicità sistemica in seguito a somministrazione intravitreale. In un sottoinsieme di animali trattati sono stati trovati anticorpi al ranibizumab serici e vitrei. Non sono disponibili dati di carcinogenicità, mutagenicità o tossicità riproduttiva e dello sviluppo.
Alfa,alfa-trealosio diidrato;
istidina cloridrato, monoidrato;
istidina;
polisorbato 20;
acqua per preparazioni iniettabili.
In assenza di studi di compatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti.
18 mesi.
Conservare in frigorifero (2°C – 8°C).
Non congelare.
Conservare il flaconcino nell’imballaggio esterno per tenerlo al riparo dalla luce.
0,23 ml di soluzione in un flaconcino (vetro di tipo I) con tappo (gomma clorobutilica), con 1 ago filtro, 1 ago per iniezione ed 1 siringa (polypropylene). La confezione contiene 1 flaconcino.
I flaconcini sono da usare una sola volta.
Per preparare Lucentis per l’iniezione intravitreale, si prega di seguire le seguenti istruzioni:
Disinfettare la parte esterna del tappo di gomma del flaconcino prima del prelievo.
Montare su una siringa da 1 ml (fornita) l’ago filtro da 5 mcm (fornito) in asepsi. Inserire l’ago filtro spuntato al centro del tappo fino a che non tocchi il fondo del flaconcino.
Prelevare tutto il liquido dal flaconcino tenendolo in posizione verticale, leggermente inclinato per facilitare il completo prelievo.
Assicurarsi che lo stantuffo della siringa sia tirato sufficientemente indietro quando si svuota il flaconcino in modo da svuotare completamente l’ago filtro.
Lasciare l’ago filtro spuntato nel flaconcino e staccare la siringa da questo.Eliminare l’ago filtro dopo aver prelevato il contenuto del flaconcino e non utilizzarlo per l’iniezione intravitreale.
Montare saldamente ed in asepsi l’ago da iniezione (fornito) sulla siringa.
Rimuovere attentamente il cappuccio dall’ago da iniezione senza disconnettere l’ago da iniezione dalla siringa.
Nota: Tenere la base gialla dell’ago da iniezione mentre si rimuove il cappuccio.
Espellere attentamente l’aria dalla siringa e aggiustare la dose a 0,05 ml contrassegnati sulla siringa. La siringa è pronta per l’iniezione.
Nota: Non pulire l’ago da iniezione. Non tirare indietro lo stantuffo. Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Novartis Europharm Limited
Wimblehurst Road
Horsham
West Sussex, RH12 5AB
Regno Unito
EU/1/06/374/001
A.I.C. N. 037608015
22/01/2007
Conforme alla decisione EMEA 19/12/2007