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MADICRAL COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
Ogni compressa di MADICLAR 250 mg compresse rivestite con film contiene 250 mg di claritromicina.
Ogni compressa di MADICLAR 500 mg compresse rivestite con film contiene 500 mg di claritromicina.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse rivestite con film
MADICLAR, 250 mg, compresse rivestite.
Compressa rivestita con film bianca o quasi bianca, tonda e biconvessa
MADICLAR, 500 mg, compresse rivestite.
Compressa rivestita con film bianca o quasi bianca, oblunga e biconvessa
La Claritromicina è indicata negli adulti e nei bambini con età di 12 anni o superiore per il trattamento delle infezioni batteriche acute e croniche, causate da batteri sensibili alla claritromicina. Le indicazioni includono:
Infezioni del tratto respiratorio superiore
Gola (tonsilliti, faringiti, tracheiti), infezioni della cavità sinusale (sinusiti) e dell’orecchio medio (otiti).
Infezioni del tratto respiratorio inferiore
Polmonite contratta in comunità, esacerbazione batterica delle bronchiti acute ed esacerbazione batterica acuta delle bronchiti croniche.
Infezioni della pelle e dei tessuti molli
Impetigo, erisipela, follicoliti, foruncoliti e ferite infette.
Infezioni micobatteriche localizzate o disseminate dovute a Mycobacterium avium o Mycobacterium intracellulare.
Infezioni localizzate dovute a Mycobacterium chelonae, Mycobacterium fortuitum o Mycobacterium kansasii.
Eradicazione dell’ Helicobacter pylori (H. Pylori), se vi è soppressione acida e prevenzione di ulcera duodenale ricorrente.
MADICLAR 250 mg è anche indicata nel trattamento delle infezioni stomatologiche, cioè gengiviti, paradontiti, infezioni dentali acute e ascesso dentale.
È necessario tenere in considerazione le guide ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici.
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Per gli adulti, la dose abituale è di 250 mg due volte al giorno. La durata usuale del trattamento è compresa tra 6-14 giorni.
Nelle infezioni gravi, la dose può essere aumentata fino a 500 mg due volte al giorno per 6-14 giorni.
Per i bambini di età superiore ai 12 anni o con un peso superiore ai 30 Kg e per gli anziani, può essere utilizzata la stessa posologia degli adulti.
Per i bambini di età inferiore ai 12 anni o con un peso inferiore ai 30 Kg, l’uso di claritromicina compresse non è raccomandato. Deve essere usata un’altra forma farmaceutica più adatta per i bambini (ad esempio claritromicina sospensione pediatrica)
Eradicazione dell’H. pylori
Terapia triplice
Claritromicina 500 mg due volte al giorno e amoxicillina 1000 mg due volte al giorno, devono essere somministrati con omeprazolo 20 mg una volta al giorno per 7-10 giorni.
Claritromicina 500 mg due volte al giorno e lansoprazolo 30 mg due volte al giorno devono essere somministrati con 1000 mg di amoxicillina due volte al giorno per 10 giorni.
Terapia doppia
La dose abituale di claritromicina è 500 mg tre volte al giorno per 14 giorni, somministrata con 40 mg di omeprazolo per via orale una volta al giorno, seguita da una somministrazione di 20 mg o 40 mg di omeprazolo una volta al giorno per più di 14 giorni.
Infezioni micobatteriche
Claritromicina 500 mg due volte al giorno (se al termine di 3-4 settimane non vi sono miglioramenti, la dose quotidiana può essere aumentata fino a 1000 mg per due volte al giorno).
Infezioni stomatologiche
Claritromicina 250 mg due volte al giorno per 5 giorni.
Dosaggio nell’insufficienza epatica e renale
In genere la claritromicina può essere usata senza aggiustamenti nel dosaggio in pazienti con insufficienza epatica ed una funzionalità renale normale. Tuttavia, in pazienti con clearance della creatinina inferiore ai 30 ml/minuto con o senza insufficienza epatica, il dosaggio deve essere dimezzato oppure raddoppiato l’intervallo di dosaggio della claritromicina.
MADICLAR può essere somministrata indipendentemente dall’assunzione dei pasti poiché il cibo non ha effetto sulla biodisponibilità.
Claritromicina è controindicata nei pazienti con nota ipersensibilità alla claritromicina, agli altri antibiotici macrolidi od ad uno qualsiasi degli eccipienti di MADICLAR.
Claritromicina è controindicata in gravidanza (vedere paragrafo 4.6).
Claritromicina e i derivati dell’ergot non devono essere somministrati contemporaneamente (vedere paragrafo 4.5).
Claritromicina è controindicata in pazienti con insufficienza epatica grave.
Somministrazione concomitante con cisapride, pimozide, astemizolo e terfenadina.
Livelli elevati di cisapride, pimozide e terfenadina possono portare ad un prolungamento dell’intervallo QT e aritmie cardiache, che includono tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta.
Effetti simili sono stati osservati con la somministrazione concomitante di astemizolo e di altri macrolidi (vedere paragrafo 4.5).
L’ipokaliemia (rischio di prolungamento dell’intervallo QT).
La claritromicina viene escreta principalmente attraverso il fegato e i reni. È necessario porre attenzione durante la somministrazione di questo antibiotico in pazienti con insufficienza epatica o renale.
L’uso prolungato o ripetuto della claritromicina può portare ad una crescita eccessiva di batteri o funghi non sensibili. Se si verifica una super-infezione, la claritromicina deve essere sospesa ed iniziata una terapia appropriata.
H. pylori può sviluppare resistenza alla claritromicina.
I pazienti ipersensibili alla lincomicina o alla clindamicina possono essere ipersensibili anche alla claritromicina. Pertanto, porre attenzione in caso di prescrizione della claritromicina a tali pazienti.
Con l’uso di antibiotici ad ampio spettro sono state osservati casi di coliti pseudomembranose. È importante pertanto effettuare tale diagnosi in pazienti che sviluppano diarrea grave durante o dopo il trattamento con claritromicina.
Come per gli altri macrolidi, la claritromicina può causare inasprimento o peggioramento della miastenia grave e deve essere perciò usata con cautela nei pazienti con miastenia grave.
A causa del rischio di un prolungamento dell’intervallo QT, la claritromicina deve essere usata con cautela nei pazienti con malattie coronariche, storia di aritmia ventricolare, grave insufficienza cardiaca, ipokalemia e/o ipomagnesemia non compensata, bradicardia (<50 bpm), o quando co-somministrata con altri prodotti medicinali con l’effetto di un prolungamento dell’intervallo QT.
La claritromicina non deve essere usata in pazienti con prolungamento del QT congenito o acquisito (vedere paragrafo 4.3 & 4.5).
La claritromicina deve essere usata con cautela quando indicata per l’uso in pazienti che ricevono cure con induttori del citocromo CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5).
La claritromicina è un inibitore del CYP3A e l’uso concomitante di altri prodotti medicinali che subiscono metabolismo esteso da parte di questo enzima deve essere limitato a situazioni dove è chiaramente indicato (vedere paragrafo 4.5).
La claritromicina inibisce il metabolismo di alcuni inibitori dell’HMG-CoA reduttasi, ciò porta ad un aumento delle concentrazioni plasmatiche di queste sostanze. (vedere paragrafo 4.5).
- A causa dell’insorgere della resistenza dello Streptococcus pneumoniae verso i macrolidi la claritromicina non è il farmaco di prima scelta nella polmonite acquisita in comunità. In caso di polmonite acquisita in ospedale la claritromicina deve essere usata solo in associazione con altri antibiotici appropriati.
- Faringiti/ tonsilliti: La claritromicina non è il farmaco di scelta per la cura di faringiti e tonsilliti causate da Streptococcus pyogenes. Per queste e per la profilassi della febbre reumatica acuta la penicillina è il farmaco di scelta.
- Infezioni del tessuto molle
Il principale responsabile delle infezioni del tessuto molle, Staphylococcus aureus, è frequentemente resistente alla claritromicina. Perciò, il test di sensibilità è considerato un presupposto per il trattamento delle infezioni del tessuto molle con claritromicina.
- Sinusiti batteriche acute
La claritromicina non è la sostanza di prima scelta per il trattamento delle sinusiti
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L’effetto di altri medicinali sulla claritromicina:
La claritromicina è metabolizzata dall’enzima CYP3A4. Perciò, potenti inibitori di questo enzima possono inibire il metabolismo della claritromicina, portando ad un aumento delle concentrazioni plasmatiche di claritromicina. In alternativa, gli induttori del CYP3A4 possono ridurre i livelli plasmatici di claritromicina.
Inibitori del CYP3A4:
Ritonavir (200 mg tre volte al giorno) inibisce il metabolismo della claritromicina (500 mg due volte al giorno), con un aumento della Cmax, Cmin e AUC del 31%, 182% e 77%, rispettivamente. La formazione del metabolita attivo 14 – idrossi è quasi completamente inibita. Una riduzione della dose di claritromicina non è probabilmente richiesta in pazienti con funzionalità renale normale, ma la dose giornaliera di claritromicina non deve superare 1 g (500 mg due volte al giorno). Comunque, la dose di claritromicina deve essere ridotta nei pazienti con insufficienza renale. Per i pazienti con una clearance della creatinina da 30 a 60 ml/min, la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50%, e per quelli con clearance della creatinina < 30 ml/min la dose deve essere ridotta del 75%.
Sebbene le concentrazioni plasmatiche di claritromicina e omeprazolo possono aumentare in caso di somministrazione contemporanea, non è necessario un aggiustamento del dosaggio. L’aumento della concentrazione plasmatica di claritromicina può anche verificarsi in caso di co-somministrazione con antiacidi o ranitidina. Non è necessario alcun aggiustamento di dosaggio.
Induttori del CYP3A4:
Gli induttori del CYP3A4 (come rifampicina, rifabutina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbitale, erba di san Giovanni) possono indurre il metabolismo della claritromicina. Questo può portare a livelli sotto – terapeutici di claritromicina, con conseguente diminuzione dell’efficacia.
Sono state osservate la riduzione del 39% dell’AUC della claritromicina ed un aumento del 34% dell’AUC del metabolita attivo 14-idrossi quando la claritromicina viene usata in concomitanza con l’induttore CYP3A4 efavirenz.
In alcune circostanze, può essere necessario aumentare la dose di claritromicina e monitorarne la sicurezza e l’efficacia. Un ulteriore monitoraggio dei livelli plasmatici dell’induttore di CYP3A4 può essere necessario, poiché i livelli possono essere aumentati dall’inibizione del CYP3A4 causata dalla claritromicina (vedere anche le informazioni relative al medicinale per l’induttore di CYP3A4 somministrato).
Trattamento delle infezioni causate dall’H.pylori:
Sebbene le concentrazioni plasmatiche di claritromicina e omeprazolo possono aumentare quando somministrati contemporaneamente, non è necessario un aggiustamento del dosaggio. Al dosaggio raccomandato non ci sono interazioni cliniche significative tra la claritromicina ed il lansoprazolo.
L’effetto della claritromicina su altri prodotti medicinali:
La claritromicina è un inibitore dell'enzima metabolizzante CYP3A4 e della P-glicoproteina di trasporto. La claritromicina non deve essere usata durante il trattamento con altri medicinali che sono substrato del CYP3A4, a meno che i loro livelli plasmatici, gli effetti terapeutici o gli effetti indesiderati possano essere attentamente monitorati (vedere paragrafo 4.3). Medicinali che sono substrato di CYP3A4 e che vengono somministrati in concomitanza con la claritromicina possono richiedere una riduzione della dose. In alternativa, il trattamento con queste sostanze può essere sospeso durante la terapia con la claritromicina.
Co – somministrazione con medicinali che possono prolungare l’intervallo QT:
Torsioni di punta sono state riportate in pazienti che hanno ricevuto claritromicina in concomitanza con chinidina o disopiramide. Inoltre, queste combinazioni devono essere evitate, oppure i livelli plasmatici di chinidina o disopiramide attentamente monitorati per permettere l’aggiustamento della dose.
Porre attenzione in caso di somministrazione della claritromicina a pazienti trattati con altri prodotti che possano prolungare l'intervallo QT (vedere paragrafo 4.4).
La claritromicina è un inibitore del metabolismo di cisapride e terfenadina, con conseguente aumento dei livelli plasmatici di terfenadina da 2 a 3 volte. Ciò è stato associato al prolungamento dell'intervallo QT e alle aritmie cardiache, incluse tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta. Sono stati riportati sintomi simili in pazienti trattati con pimozide in associazione con la claritromicina. La somministrazione concomitante di claritromicina e terfenadina, cisapride o pimozide è controindicata (vedere paragrafo 4.3).
Inibitori dell' HMG-CoA riduttasi
La claritromicina inibisce il metabolismo di alcuni inibitori della HMG-CoA riduttasi, ciò porta ad un aumento delle concentrazioni plasmatiche di questi medicinali. La co–somministrazione di claritromicina e simvastatina è stata raramente associata a rabdomiolisi. La claritromicina può causare interazioni simili con l'atorvastatina e minore interazione con cerivastatina. Quando è indicata la co–somministrazione di claritromicina con simvastatina, atorvastatina, o cerivastatina, i pazienti devono essere attentamente monitorati per valutare eventuali segni e sintomi di miopatie.
Vasocostrittori dell'Ergot (per esempio diidroergotamina, ergotamina)
La claritromicina non deve essere co-somministrata con i derivati dell’ergot (vedere paragrafo 4.3). Sono stati riportati casi di ergotismo dovuti ad aumento dei livelli plasmatici degli alcaloidi dell’ergot.
Benzodiazepine
La somministrazione concomitante con claritromicina (250 mg due volte al giorno) porta all’aumento di 2.7 volte dell'AUC di midazolam dopo somministrazione endovenosa e di 7 volte dopo somministrazione per via orale. La somministrazione concomitante di midazolam per via orale e di claritromicina deve essere evitata. In caso di somministrazione concomitante di midazolam per via endovenosa e claritromicina, il paziente deve essere attentamente monitorato e la dose aggiustata se necessario. Le stesse precauzioni devono essere applicate anche alle altre benzodiazepine metabolizzate dal CYP3A4, inclusi triazolam e alprazolam.
Ciclosporina, tacrolimus e sirolimus
L’uso concomitante della claritromicina in forma orale ha portato ad un aumento di più di due volte dei livelli di C min di ciclosporina e tacrolimus. Ci si possono aspettare effetti simili con sirolimus. I livelli plasmatici di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus devono essere attentamente monitorati quando si inizia il trattamento con la claritromicina nei pazienti già trattati con uno di questi immunosoppressori, e le loro dosi devono essere ridotte se necessario. Quando la claritromicina viene sospesa i livelli plasmatici devono essere monitorati per definire un'aggiustamento della dose di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus
Digossina
La concentrazione di digossina nel plasma può aumentare quando co-somministrata con claritromicina. Il monitoraggio dei livelli plasmatici di digossina deve essere considerato quando il co-trattamento con la claritromicina è iniziato o terminato.
Warfarin:
La claritromicina può potenziare gli effetti del warfarin. Il tempo di protombina deve essere monitorato frequentemente e le dosi di warfarin aggiustate se necessario.
Carbamazepina:
La claritromicina può potenziare gli effetti della carbamazepina a causa di una riduzione nella velocità di escrezione.
Teofillina:
La somministrazione di claritromicina a pazienti trattati con teofillina è stata associata ad un aumento della concentrazione sierica di teofillina e ad una potenziale tossicità della teofillina.
Zidovudina
La somministrazione per via orale di claritromicina in associazione alla zidovudina nei pazienti adulti infettati dal virus HIV può portare ad una riduzione delle concentrazioni allo stato stazionario di zidovudina. Questo può essere generalmente evitato mantenendo un appropriato intervallo tra le somministrazioni di claritromicina e zidovudina di 1-2 ore. Nei bambini, non sono state riportate tali reazioni.
Rifabutina:
La somministrazione concomitante di rifabutina e claritromicina risulta rispettivamente in aumento e in diminuzione, nei livelli plasmatici. Può intervenire un aumento del rischio di uveiti associato all’uso di rifabutina.
Contraccettivi orali:
La claritromicina non ha mostrato interazioni con i contraccettivi orali.
Gravidanza
I dati sull'uso della claritromicina nel primo trimestre in più di 200 gravidanze non hanno dimostrato una chiara evidenza di effetti teratogeni o avversi sulla salute dei neonati. I dati su di un numero limitato di donne in gravidanza che hanno ricevuto la claritromicina nel primo trimestre suggeriscono la possibilità di un aumentato rischio di aborto. Non sono fino ad ora disponibili altri dati epidemiologici rilevanti.
I dati provenienti dagli studi sugli animali hanno dimostrato la presenza di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale nell'uomo non è noto. MADICLAR non deve inoltre essere usata durante la gravidanza a meno che non strettamente necessario.
Allattamento
La claritromicina e i suoi metaboliti attivi sono escreti attraverso il latte materno. Pertanto, diarrea e infezioni fungine delle membrane mucose possono verificarsi nei bambini allattati, così da rendere necessario interrompere l'allattamento. Si deve considerare anche la possibilità di sensibilizzazione. La claritromicina deve inoltre essere usata solo se i benefici per la madre sono superiori ai potenziali rischi per il feto.
MADICLAR non ha effetto sulla capacità di guidare o sull’uso di macchinari.
Gli effetti indesiderati più frequentemente riportati in soggetti adulti che ricevono la claritromicina includono diarrea (3%), nausea (3%), gusto alterato (3%), dispepsia (2%), dolore addominale/disagio (2%) e emicranie (2%).
Gli eventi avversi sono qui di seguito elencati secondo il “System Organ Class”(classificazione per sistemi e organi) e la frequenza. Le frequenze sono definite come:
molto comuni (≥1/10), comuni (da ≥1/100 a <1/10), non comuni (da ≥1/1000 a <1/100), rari (da ≥1/10.000 a <1/1000), molto rari (<1/10.000), incluse manifestazioni isolate.
Classificazione per sistemi e organi | Frequenza | Eventi avversi |
Infezioni ed infestazioni | Comune | Eccessiva crescita di organismi resistenti |
Candidosi orale |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Non comune | Leucopenia |
Molto raro | Trombocitopenia |
Disordini del sistema immunitario | Non comuni | Reazioni allergiche (la gravità di queste variano dall’orticaria, alla lieve eruzione cutanea fino all’anafilassi) |
Disturbi psichiatrici | Molto rari | Ansia |
Insonnia |
Allucinazioni |
Psicosi |
Disorientamento |
Depersonalizzazione |
Incubi |
Confusione |
Patologie del sistema nervoso | Comuni | Mal di testa |
Alterazione dell’olfatto |
Molto rari | Convulsioni |
Capogiri |
Vertigini |
Parestesia |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Rari | Tinnito |
Molto rari | Perdita reversibile dell’udito |
Patologie cardiache | Molto rari | Prolungamento QT |
Torsioni di punta |
Tachicardia ventricolare |
Patologie gastrointestinali | Comuni | Nausea |
Diarrea |
Vomito |
Dolore addominale |
Dispepsia |
Stomatiti |
Glossiti |
Scolorimento reversibile dei denti |
Scolorimento reversibile della lingua |
Alterazione del gusto (come sapore metallico o amaro) |
Molto rari | Pancreatiti |
Colite pseudomembranosa |
Patologie epatobiliari | Non comuni | Disfunzione epatica |
Epatiti |
Colestasi |
Itterizia |
Molto rari | Insufficienza epatica a decorso fatale è stata riportata particolarmente nei pazienti con malattia epatica pre-esistente o nei pazienti che ricevono altri medicinali epatotossici. |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Comuni | Pruriti |
Molto rari | Sindrome di Stevens-Johnson |
Necrolisi epidermica tossica |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Non comuni | Atralgia |
Mialgia |
Patologie renali e urinarie | Molto rari | Nefrite interstiziale |
Insufficienza renale |
Esami diagnostici | Comuni | Alto BUN |
Non comune | Prolungamento del tempo di protombina |
Elevata creatinina sierica |
Alterazioni nei test di funzionalità epatica (elevati livelli di transaminasi) |
Molto rari | È stata riportata ipoglicemia in particolare dopo la somministrazione concomitante con medicinali antidiabetici ed insulina. |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comuni | Astenia |
Pazienti immunocompromessi
Nei pazienti con AIDS e per altri pazienti immunocompromessi trattati con un’elevata dose di claritromicina per un lungo periodo di tempo per le infezioni micobatteriche, è spesso difficile distinguere i potenziali effetti indesiderati associati all’uso di claritromicina dai segni tipici dell’HIV e delle relative condizioni.
In pazienti adulti, gli effetti indesiderati più frequentemente riportati dai pazienti trattati con dosi giornaliere di 1000 mg di claritromicina sono stati: nausea, vomito, alterazione del gusto, dolore addominale, diarrea, rash cutaneo, flautulenza, mal di testa, costipazione, indebolimento dell’udito, aumento di SGOT e SGPT. Altri effetti indesiderati meno comuni sono dispnea, insonnia, e secchezza della bocca.
In questi pazienti immunocompromessi, i parametri di laboratorio sono stati valutati attraverso l’analisi di quei valori che risultavano molto fuori dai non normali livelli (ad es.il limite assoluto più alto e più basso) per il test specifico.Usando questo criterio, circa il 2-3% dei pazienti che ricevono 1000 mg di claritromicina al giorno ha avuto un anormale innalzamento dei livelli di SGOT e SGPT ed un anormale abbassamento di leucociti e piastrine. Una percentuale inferiore di pazienti ha anche avuto un’elevata concentrazione di urea nel sangue.
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L'ingestione di grandi quantità di claritromicina può indurre disturbi gastrointestinali. Le reazioni avverse che accompagnano un sovradosaggio devono essere trattate con lavanda gastrica e misure di supporto.
Un paziente con un’anamnesi di disturbo bipolare prese 8 g di claritromicina e si verificarono alterazioni dello stato mentale, comportamento paranoico, ipopotassiemia e ipossemia.
I livelli sierici di claritromicina non possono essere ridotti con emodialisi o dialisi peritoneale.
Proprietà generali
Categoria farmacoterapeutica: Macrolidi
Codice ATC: J01F A09
Meccanismo d'azione
La claritromicina è un derivato semi-sintetico dell'eritromicina A. Esercita la sua azione antibatterica legando la subunità ribosomiale 50s dei batteri sensibili e inibisce la sintesi proteica. È altamente potente contro un'ampia varietà di organismi aerobi e anaerobi gram-positivi e gram-negativi. Le concentrazioni minime inibitorie (MIC) della claritromicina sono generalmente 2 volte più basse rispetto alle MIC dell'eritromicina.
Il metabolita 14-idrossi claritromicina ha anche attività antimicrobica. Le MIC di questo metabolita sono uguali o 2 volte più alte delle MIC del composto originario, tranne per H. influenzae dove il metabolita 14-idrossi è 2 volte più attivo del composto originario.
Meccanismo di resistenza
La resistenza degli organismi gram-positivi verso i macrolidi comporta generalmente l’alterazione del sito di legame antimicrobico. Il tipo di resistenza MLSB, che può essere nativa o indotta dall’esposizione a certi macrolidi negli stafilococchi e che è inducibile negli streptococchi, è mediata da una varietà di geni acquisiti (famiglia erm), in grado di codificare metilasi marcate al centro del peptidyl transferasi dell’RNA ribosomiale 23S. La metilazione impedisce il legame degli antibatterici al ribosoma e dà inizio alla resistenza crociata verso i macrolidi (tutti i macrolidi quando nativi), i lincosamidi e le streptogramine di tipo B ma non di tipo A. I meccanismi meno frequenti di resistenza includono la degradazione antimicrobica mediante inattivazione degli enzimi quali le esterasi e l’efflusso attivo dell’antimicrobico da batteri. Gli organismi gram negativi possono essere intrinsicamente resistenti ai macrolidi a causa dell’incapacità dei macrolidi di penetrare effettivamente attraverso la membrana cellulare esterna; i macrolidi avendo una migliore penetrazione possono avere attività contro alcuni organismi gram-negativi.
Gli organismi Gram-negativi possono inoltre produrre metilasi ribosomiali.
Intervalli (Breakpoints)
Intervalli di Concentrazioni
In accordo ad EUCAST (Giugno 2008) sono stati definiti per la claritromicina i seguenti intervalli:
Organismo | concentrazione dell’intervallo MIC (mg/L) |
| Sensibilità ≤ | Resistenza > |
Staphylococcus | 1 | 2 |
Streptococcus A,B,C,G | 0,25 | 0,5 |
S.pneumoniae* | 0,25 | 0,5 |
H. influenzae | 1 | 32 |
M. catarrhalis | 0,25 | 0,5 |
*La correlazione tra le MIC dell’H. influenzae e il macrolide e il risultato clinico è debole. Perciò, l’intervallo per i macrolidi e gli antibiotici correlati è stato posto per classificare H. influenzae wild type come intermedio.
La Claritromicina viene usata per l’eradicazione dell’ H. pylori (MIC ≤0.25 mg/L per wild type isolati).
Sensibilità
La prevalenza della resistenza acquisita per le specie selezionate può variare geograficamente e con il tempo ed è auspicabile avere informazioni locali sul tipo di resistenza, particolarmente quando trattasi di infezioni gravi. Se necessario, si deve ricorrere al consiglio di un esperto quando la prevalenza locale di resistenza è tale per cui l’efficacia dell’agente è dubbia, perlomeno in alcuni tipi di infezioni.
Il profilo della sensibilità dei vari micro-organismi alla claritromicina è riportata qui di seguito:
Specie comunemente sensibili
Microorganismi aerobi gram-positivi
Streptococcus pyogenes ¹
Microorganismi aerobi gram-negativi
Haemophilus influenzae
Helicobacter pylori²
Legionella pneumophila°
Moraxella catarrhalis
Microorganismi anaerobi
Bacteroides spp.
Peptococcus/Peptostreptococcus spp.
Clostridium spp. oltre che C. difficile
Fusobacterium spp.
Altri microorganismi
Chlamydophila pneumoniae°
Mycobacterium avium °
Mycobacterium chelonae
Mycobacterium intrazellulare°
Mycoplasma pneumoniae°
Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema
Microorganismi aerobi gram-positivi
Staphylococcus aureus (Meticillina-sensibile)
Staphylococcus aureus (Meticillina-resistente) +
Streptococcus pneumoniae
Organismi intrinsecamente resistenti
Microorganismi aerobi gram-negativi
Escherichia coli
Klebsiella spp.
Pseudomonas aeruginosa
° Non erano disponibili informazioni aggiornate al rilascio delle tabelle. La letteratura di base, la letteratura scientifica standard e le raccomandazioni terapeutiche presumono suscettibilità.
+ Almeno un distretto mostra un rapporto di resistenza maggiore del 50%.
¹I rapporti di resistenza sono in alcuni studi ≥ 10%.
²Il rapporto di resistenza è ≥ 10% per i pazienti pre trattati.
La maggior parte dei ceppi di stafilococco resistenti alla meticillina e all’oxacillina sono resistenti alla claritromicina.
Relazione tra farmacocinetica e farmacodinamica
L’efficacia dipende principalmente dal periodo di tempo in cui la concentrazione della sostanza attiva rimane sopra alla minima concentrazione inibitoria (MIC) del patogeno.
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Assorbimento
La claritromicina viene rapidamente assorbita dal tratto gastrointestinale, ed è soggetta al metabolismo di primo passaggio; la biodisponibilità del pro-farmaco è approssimativamente del 55%. L'inizio dell'assorbimento viene relativamente influenzato dalla presenza di cibo. Il picco della concentrazione plasmatica avviene dopo 2-3 ore dopo una dose orale. Allo stato stazionario, la massima concentrazione plasmatica di claritromicina e del suo metabolita attivo principale 14-idrossiclaritromicina, è di circa 1 e 0,6 mcg/ml, rispettivamente, dopo 250 mg orali ogni 12 ore come compresse. La stessa dose somministrata come sospensione a soggetti a digiuno produce allo stato stazionario una concentrazione nel plasma di claritromicina di circa 2 mcg/ml e circa 0.7 mcg/ml di 14-idrossiclaritromicina. Allo stato stazionario le concentrazioni sono raggiunte in 3 o 4 giorni.
La farmacocinetica della claritromicina non è lineare e dose dipendente; alti dosi possono produrre un aumento sproporzionato delle concentrazioni massime del pro-farmaco, a causa della saturazione della via metabolica. Tuttavia, la non linearità è minima alle dosi raccomandate da 250 a 500 mg ogni 8 o 12 ore.
Distribuzione
La claritromicina e la 14-idrossiclaritromicina sono largamente distribuite, e le concentrazioni tissutali superano quelle nel siero, in parte a causa dell’assorbimento intracellulare. Il legame con le proteine plasmatiche è stato riportato essere circa l’80%. La Claritromicina è stata ritrovata nel latte materno.
Biotrasformazione
La claritromicina viene metabolizzata in grande quantità dal fegato, e viene escreta attraverso la bile nelle feci; il 5% - 10% del pro-farmaco viene ritrovato nelle feci.
Eliminazione
Allo stato stazionario, circa il 20% e il 30% di una dose rispettivamente di 250 mg e 500 mg di compresse, e circa il 40% di una dose di 250 mg di sospensione, viene escreta nelle urine come farmaco immodificato. Anche la 14-idrossiclaritromicina come altri metaboliti sono escreti nelle urine, con un ritrovamento del 10 - 15% della dose. L’emivita di eliminazione della claritromicina e della 14-idrossiclaritromicina è di circa 3 - 4 ore e 5 - 6 ore, rispettivamente nei pazienti che ricevono 250 mg ogni 12 ore, e di circa 5 - 7 ore e 7 - 9 ore, rispettivamente, in quelli che ricevono 500 mg ogni 8 -12 ore. L’emivita è prolungata in caso di insufficienza renale.
Linearità /non-linearità
La farmacocinetica della claritromicina non è lineare e dose dipendente; alti dosi possono produrre una aumento sproporzionato nelle concentrazioni massime del pro-farmaco, a causa della saturazione della via metabolica. Comunque, la non linearità è minima alle dosi raccomandate di 250 - 500 mg ogni 8 - 12 ore.
In 4 settimane di studi sugli animali, la tossicità della claritromicina era correlata alla dose e alla durata del trattamento. In tutte le speci i primi segni di tossicità venivano osservati nel fegato, con lesioni epatiche osservate entro 14 giorni nei cani e nelle scimmie. I livelli plasmatici sistemici di esposizione, associati a questa tossicità, non sono noti in dettaglio, ma la dose tossica era più alta della dose raccomandata per il trattamento nell'uomo.
Non sono state rilevati effetti mutageni della claritromicina durante gli studi in vitro e in vivo.
Studi di tossicità sulla riproduzione hanno mostrato che la somministrazione della claritromicina a dosi 2 volte più alte di quella clinica nei conigli (ev) e a dosi 10 volte più alte di quella clinica per le scimmie (os) portava ad un'aumentata incidenza di aborti spontanei. Tali dosi erano correlate alla tossicità materna. Studi nei ratti non hanno dimostrato né embriotossicità né teratogenesi. Tuttavia, malformazioni cardiovascolari sono state osservate nei ratti trattati con dosi di 150 mg/kg/giorno. Studi sui topi hanno rilevato un'incidenza variabile (3-30%) di palatoschisi a dosi che erano 70 volte più alte della dose clinica.
Nucleo: amido pregelatinizzato, croscarmellosa sodica, povidone, cellulosa microcristallina, silice colloidale anidra, magnesio stearato.
Rivestimento: ipromellosa, titanio diossido, talco e glicole propilenico
Non pertinente.
2 anni.
Conservare nella confezione originale.
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
MADICLAR 500 mg
14 e 16 compresse in blister.
MADICLAR 250 mg
12 e 16 compresse in blister.
MADICLAR non deve essere gettato nell’ acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chiedere al farmacista come eliminare i medicinali non si utilizzano più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.
Proge Farm S.r.l.
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28100 NOVARA
Italia
250 mg compresse rivestite con film – 12 compresse AIC n° 039820016/M
250 mg compresse rivestite con film – 16 compresse AIC n° 039820028/M
500 mg compresse rivestite con film – 14 compresse AIC n° 039820030/M
500 mg compresse rivestite con film – 16 compresse AIC n° 039820042/M
13 ottobre 2010
04 Agosto 2011