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MANIDIPINA SANDOZ COMPRESSE
Manidipina cloridrato 10 mg
Eccipienti: lattosio monoidrato 66,40 mg
Manidipina cloridrato 20 mg
Eccipienti: lattosio monoidrato 132,80 mg
Per la lista completa degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.
Compresse.
Le compresse da 10 mg sono rotonde, convesse, di colore giallo, con una linea mediana di frattura.
Le compresse da 20 mg sono ovali, convesse, di colore giallo, con una linea mediana di frattura.
La linea di frattura serve solo per facilitare la rottura della compressa al fine di agevolarne la deglutizione, non per dividerla in due dosi uguali.
Ipertensione essenziale da lieve a moderata.
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La dose iniziale raccomandata è di 10 mg una volta al giorno. Se dopo 2-4 settimane di trattamento l’effetto antipertensivo si rivelasse insufficiente, è consigliabile aumentare il dosaggio fino alla dose abituale di mantenimento di 20 mg una volta al giorno.
Uso negli anziani
A causa del rallentamento del metabolismo nei pazienti anziani, la dose raccomandata è di 10 mg una volta al giorno. Questo dosaggio risulta adeguato per la maggior parte dei pazienti anziani.
Ogni incremento di dose richiede un’attenta valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.
Uso nei pazienti con compromissione della funzionalità renale o epatica
Nei pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata l’incremento della dose da 10 a 20 mg una volta al giorno deve essere valutato con attenzione.
A causa dell’estesa metabolizzazione a livello epatico della manidipina, nei pazienti con insufficienza epatica lieve non deve essere superata la dose di 10 mg una volta al giorno (vedere il paragrafo 4.3 “Controindicazioni”).
Le compresse devono essere prese al mattino dopo colazione, con poco liquido e senza masticarle.
Ipersensibilità al principio attivo (manidipina), ad altre diidropiridine o a uno qualsiasi degli eccipienti del medicinale.
Età pediatrica.
Angina pectoris instabile o infarto miocardico da meno di 4 settimane.
Insufficienza cardiaca congestizia non trattata.
Grave insufficienza renale (clearance della creatinina <10 ml/min).
Insufficienza epatica da moderata a grave.
Nei pazienti con compromissione epatica lieve la somministrazione del medicinale deve essere effettuata con cautela, poiché l’effetto antipertensivo potrebbe risultare aumentato (vedere il paragrafo 4.2 “Posologia e modo di somministrazione”).
A causa del rallentamento dei processi metabolici, nei pazienti anziani è necessaria una riduzione della dose (vedere il paragrafo 4.2 “Posologia e modo di somministrazione”).
La manidipina deve essere somministrata con cautela nei pazienti affetti da insufficienza ventricolare sinistra, da ostruzione all’eiezione ventricolare sinistra, da insufficienza cardiaca destra isolata e da sindrome del nodo del seno (in assenza di un pace-maker).
Poiché non sono disponibili studi sui pazienti con patologia coronarica stabile, in questo gruppo di pazienti deve essere usata cautela, a causa di un possibile aumento del rischio coronarico (vedere il paragrafo 4.8 “Effetti indesiderati”).
Questo medicinale non deve essere somministrato a pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da carenza di Lapp lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio.
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Come per gli altri calcio-antagonisti diidropiridinici, è probabile che il metabolismo della manidipina sia catalizzato dal citocromo P450 3A4. Deve essere usata cautela quando Manidipina Sandoz viene somministrata insieme a farmaci che inibiscono l’enzima CYP 3A4, come ketoconazolo, itraconazolo, o con farmaci che inducono il CYP 3A4, come fenitoina, carbamazepina, fenobarbital e rifampicina e, se necessario, la posologia di manidipina deve essere aggiustata.
Altri farmaci antipertensivi
L’effetto antipertensivo della manidipina può essere aumentato dalla somministrazione concomitante di diuretici, di beta-bloccanti e, in generale, di qualsiasi altro farmaco antipertensivo.
Alcool
Come per tutti gli antipertensivi vasodilatatori, è obbligatorio prestare cautela nel caso di assunzione concomitante di alcool, in quanto potrebbe potenziarne gli effetti.
Succo di pompelmo
Il succo di pompelmo sembra inibire il metabolismo delle diidropiridine, con un conseguente aumento della loro biodisponibilità sistemica e dell’effetto ipotensivo. Pertanto la manidipina non deve essere somministrata in concomitanza con il succo di pompelmo.
Ipoglicemizzanti orali
Non è stata osservata alcuna interazione con gli ipoglicemizzanti orali.
Amifostina
Aumento del rischio di effetto antipertensivo.
Antidepressivi triciclici/antipsicotici
Aumento dell’effetto antipertensivo e aumento del rischio di ipotensione ortostatica.
Baclofene
Potenziamento dell’effetto antipertensivo. Monitorare la pressione arteriosa e la funzionalità renale e, se necessario, aggiustare la dose dell’antipertensivo.
Corticosteroidi, tetracosactide
Riduzione dell’effetto antipertensivo (ritenzione idrica e salina causata dai corticosteroidi).
Alfa-bloccanti (prazosina, alfuzosina, doxazosina, tamsulosina, terazosina)
Aumento dell’effetto antipertensivo e aumento del rischio di ipotensione ortostatica.
Gravidanza
Non sono disponibili dati clinici sull’uso di questo medicinale nelle donne in gravidanza. Gli studi effettuati con la manidipina sugli animali da laboratorio non hanno fornito informazioni sufficienti in relazione allo sviluppo fetale (vedere il paragrafo 5.3 “Dati preclinici di sicurezza”). Poiché altri medicinali della classe delle diidropiridine sono risultati essere teratogeni nell’animale e poiché il potenziale rischio clinico per l’uomo non è noto, la manidipina non deve essere usata in gravidanza.
Allattamento
La manidipina e i suoi metaboliti vengono escreti in grandi quantità nel latte materno dei ratti. Non è noto se la manidipina venga escreta o meno nel latte umano.
L’uso della manidipina deve essere evitato durante l’allattamento. Se il trattamento con la manidipina si rivelasse necessario, l’allattamento al seno deve essere interrotto.
Fertilità
In alcuni pazienti trattati con calcio-antagonisti sono state segnalate alterazioni biochimiche reversibili della testa degli spermatozoi, che possono compromettere la fecondazione.
Poiché potrebbero verificarsi capogiri a causa della riduzione della pressione, i pazienti devono essere avvisati di prestare attenzione durante la guida di veicoli e l’utilizzo di macchinari.
In corso di trattamento con Manidipina Sandoz e con altre diidropiridine è stato osservato un certo numero di effetti indesiderati, con le seguenti frequenze:
Molto comuni | ≥1/10 |
Comuni | da ≥1/100 a <1/10 |
Non comuni | da ≥1/1000 a <1/100 |
Rari | da ≥1/10.000 a <1/1000 |
Molto rari | <1/10.000, inclusi i casi isolati |
Gli effetti indesiderati comuni sono dose-dipendenti e in genere scompaiono in corso di trattamento.
Esami diagnostici
Non comuni: aumenti reversibili dei valori di SGPT, SGOT, LDH, gamma-GT, fosfatasi alcalina, BUN e creatinina sierica.
Patologie cardiache
Comuni: palpitazioni, edema
Non comuni: tachicardia
Rari: dolore toracico, angina
Molto rari: infarto del miocardio e, in casi isolati, i pazienti con angina preesistente potrebbero sperimentare un aumento della frequenza, della durata e della gravità di questi episodi.
Patologie del sistema nervoso
Comuni: cefalea, capogiri e vertigini
Non comuni: parestesia
Rari: sonnolenza e torpore
Frequenza non nota: con alcuni calcio-antagonisti è stata segnalata sindrome extrapiramidale.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comuni: dispnea.
Patologie gastrointestinali
Non comuni: nausea, vomito, stipsi, secchezza delle fauci, disturbi digestivi
Rari: dolori addominali, mal di stomaco
Molto rari: gengivite e iperplasia gengivale, che in genere cessano all’atto della sospensione del farmaco e che richiedono un’attenta cura odontoiatrica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comuni: eruzione cutanea, eczema
Rari: eritema, prurito.
Patologie vascolari
Comuni: vampate di calore
Non comuni: ipotensione
Rari: ipertensione.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Non comuni: astenia
Rari: irritabilità.
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Non è noto alcun caso di sovradosaggio. Come per altre diidropiridine, si prevede che un sovradosaggio possa provocare un’eccessiva vasodilatazione periferica, accompagnata da grave ipotensione e tachicardia riflessa.
In questo caso deve essere istituito immediatamente un trattamento sintomatico e devono essere adottate misure di supporto alla funzionalità cardiovascolare. A causa della prolungata durata degli effetti farmacologici della manidipina, la funzionalità cardiovascolare deve essere monitorata per almeno 24 ore.
Categoria farmacoterapeutica: calcio-antagonisti selettivi, con prevalente effetto vascolare.
Codice ATC: C08CA11.
La manidipina è un bloccante diidropiridinico dei canali del calcio con attività antipertensiva e con azioni farmacodinamiche che promuovono la funzione renale.
La caratteristica principale della manidipina è la sua lunga durata d’azione, dimostrata in vitro e in vivo e dovuta sia alle sue caratteristiche farmacocinetiche sia all’elevata affinità per il sito di legame recettoriale. In molti modelli di ipertensione sperimentale la manidipina si è dimostrata più efficiente e con attività più prolungata rispetto a nicardipina e nifedipina.
Inoltre, la manidipina ha manifestato selettività vascolare, particolarmente a livello renale, con un aumento del flusso ematico renale, una riduzione della resistenza vascolare delle arteriole glomerulari afferenti ed efferenti e una conseguente diminuzione della pressione intraglomerulare.
Questa proprietà è integrata dalla sua azione diuretica, dovuta all’inibizione del riassorbimento idrico e sodico a livello tubulare. In prove di patologia sperimentale la manidipina, a dosi solo moderatamente antipertensive, ha esercitato un effetto protettivo nei confronti dello sviluppo del danno glomerulare causato da ipertensione.
Studi in vitro hanno dimostrato che le concentrazioni terapeutiche di manidipina sono in grado di inibire efficacemente le risposte proliferative cellulari a fattori mitogeni vascolari (PDGF, Endotelina-1), che potrebbero rappresentare la base fisiopato logica del danno renale e vascolare nei pazienti ipertesi.
In seguito alla somministrazione di una singola dose giornaliera, nei pazienti ipertesi si è mantenuta per 24 ore una riduzione clinicamente significativa della pressione arteriosa.
Nel corso della somministrazione a breve o a lungo termine, questa diminuzione della pressione arteriosa, causata dalla riduzione delle resistenze totali periferiche, non induce un aumento clinicamente rilevante della frequenza e della gittata cardiaca.
Nei pazienti ipertesi con diabete concomitante la manidipina non ha dimostrato di influenzare il metabolismo del glucosio o il profilo lipidico.
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In seguito a somministrazione orale la concentrazione plasmatica massima viene raggiunta in 2-3,5 ore. La manidipina è soggetta a metabolismo di primo passaggio.
Il legame con le proteine plasmatiche è del 99%. Il medicinale si distribuisce ampiamente nei tessuti e viene metabolizzato in modo esteso, principalmente a livello epatico. La manidipina viene eliminata in prevalenza attraverso le feci (63%) e, in misura minore, attraverso le urine (31%).
Dopo somministrazioni ripetute non è stato osservato alcun accumulo. Le proprietà farmacocinetiche non risultano modificate nei pazienti con insufficienza renale. L’assorbimento della manidipina aumenta in presenza di cibo nel tratto gastrointestinale.
I risultati degli studi di tossicità con somministrazioni ripetute hanno evidenziato soltanto segni tossici correlati all’esacerbazione degli effetti farmacologici.
Il profilo tossicologico della manidipina sulla riproduzione non è stato valutato in modo esauriente negli studi condotti sugli animali, sebbene gli studi effettuati non indichino un rischio aumentato di effetti teratogeni. Negli studi di riproduzione peri/postnatale condotti nel ratto a dosi elevate sono stati osservati i seguenti effetti avversi: prolungamento della gravidanza, distocia, incremento delle morti fetali, mortalità neonatale.
Gli studi preclinici non hanno mostrato alcun effetto nocivo per l’uomo in termini di mutagenesi, carcinogenesi, antigenicità, né effetti avversi sulla fertilità.
Lattosio monoidrato
amido di mais
idrossipropilcellulosa a basso grado di sostituzione
idrossipropilcellulosa
magnesio stearato
riboflavina
Non applicabile.
24 mesi.
Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.
Blister in PVC/PVDC sigillato con Al/PVDC.
10 e 20 mg: 14, 28, 30, 90 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Il prodotto non utilizzato e il materiale di scarto devono essere smaltiti in osservanza con le vigenti normative locali.
Sandoz S.p.A Largo U. Boccioni 1, 21040 Origgio Varese
10 mg compresse 28 compresse in blister PVC/PVDC-AL/PVDC
AIC n. 039855010/M
20 mg compresse 28 compresse in blister PVC/PVDC-AL/PVDC
AIC n. 039855022/M
10 mg compresse 14 compresse in blister PVC/PVDC-AL/PVDC
AIC n. 039855034/M
10 mg compresse 30 compresse in blister PVC/PVDC-AL/PVDC
AIC n. 039855046/M
10 mg compresse 90 compresse in blister PVC/PVDC-AL/PVDC
AIC n. 039855059/M
20 mg compresse 14 compresse in blister PVC/PVDC-AL/PVDC
AIC n. 039855061/M
20 mg compresse 30 compresse in blister PVC/PVDC-AL/PVDC
AIC n. 039855073/M
20 mg compresse 90 compresse in blister PVC/PVDC-AL/PVDC
AIC n. 039855085/M
22 ottobre 2010
Agosto 2010