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MELOXICAM WINTHROP
Ogni compressa contiene 7,5 mg o 15 mg di meloxicam.
Eccipiente:lattosio monoidrato
Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
Compresse.
7,5 mg: Compressa giallo chiaro, rotonda, biconvessa, con i bordi smussati e i caratteri B e 18 incisi su una faccia e con la faccia retrostante liscia.
15 mg: Compressa giallo chiaro, rotonda, biconvessa, con i bordi smussati e i caratteri B e 19 incisi ai due lati della linea di frattura su una faccia e con la faccia retrostante liscia.
Trattamento sintomatico di breve durata delle riacutizzazioni dell’osteoartrosi.
Trattamento sintomatico a lungo termine dell’artrite reumatoide o della spondilite anchilosante.
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Riacutizzazioni dell’osteoartrosi: 7,5 mg al giorno. Se necessario, in assenza di miglioramento, si può aumentare la dose a 15 mg al giorno
Artrite reumatoide, spondilite anchilosante: 15 mg al giorno (vedere anche "Popolazioni speciali").
A seconda dell’effetto terapeutico, si può ridurre la dose a 7,5 mg al giorno.
NON SUPERARE LA DOSE MASSIMA GIORNALIERA DI 15 MG.
La quantità totale giornaliera deve essere assunta durante il pasto in un’unica dose, con acqua o altro liquido.
Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4). Periodicamente si devono rivalutare il fabbisogno del paziente per un sollievo sintomatico e la risposta alla terapia, specialmente nei pazienti con osteoartrosi
Popolazioni speciali
Pazienti anziani e pazienti maggiormente a rischio di sviluppare reazioni avverse (vedere paragrafo 5.2 “Proprietà farmacocinetiche”):
La dose consigliata per il trattamento a lungo termine dell’artrite reumatoide e della spondilite anchilosante nei pazienti anziani è di 7,5 mg/die. Per i pazienti maggiormente a rischio di sviluppare reazioni avverse il trattamento dovrebbe iniziare alla dose di 7,5 mg/die (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”).
Insufficienza renale (vedere paragrafo 5.2 “Proprietà farmacocinetiche”):
Nei pazienti dializzati con grave insufficienza renale, la dose non deve superare i 7,5 mg al giorno. Nei pazienti affetti da insufficienza renale da lieve a moderata (ovvero quelli con clearance della creatinina superiore a 25 ml/min), non è necessaria alcuna riduzione della dose (per i pazienti con grave insufficienza renale non sottoposti a dialisi, vedere paragrafo 4.3 “Controindicazioni”).
Insufficienza epatica (vedere paragrafo 5.2 “Proprietà farmacocinetiche”):
Nei pazienti affetti da insufficienza epatica da lieve a moderata, non è necessaria alcuna riduzione della dose. (Per i pazienti con funzionalità epatica gravemente compromessa, vedere paragrafo 4.3 “Controindicazioni”).
Bambini e adolescenti di età inferiore a 15 anni:
Meloxicam compresse non deve essere somministrato ai bambini di età inferiore ai 15 anni.
Esistono altri dosaggi di questo farmaco, che possono risultare più appropriati.
Il medicinale è controindicato nelle seguenti situazioni:
Terzo trimestre di gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6 “Gravidanza e allattamento”).
Ipersensibilità a meloxicam o ad uno degli eccipienti, o ipersensibilità a farmaci aventi una azione analoga, quali i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e l’acido acetilsalicilico. Meloxicam Winthrop compresse non deve essere assunto da pazienti che hanno manifestato sintomi di asma, poliposi nasale, edema angioneurotico, od orticaria a seguito della somministrazione di acido acetilsalicilico o di altri FANS.
Storia di sanguinamento gastrointestinale o perforazione in relazione ad una precedente terapia con FANS.
Ulcera peptica attiva o storia di ulcera peptica/emorragia ricorrente (due o più distinti episodi di comprovata ulcerazione o sanguinamento).
Grave insufficienza epatica.
Pazienti con grave insufficienza renale non sottoposti a dialisi.
Sanguinamento gastrointestinale, cerebrovascolare o altri disordini emorragici.
Severa insufficienza cardiaca.
E’ richiesta cautela se meloxicam viene somministrato a pazienti che soffrono, o hanno avuto una precedente storia, di asma bronchiale dato che esiste la possibilità che i FANS causino broncospasmo in tali pazienti.
L’uso concomitante di meloxicam e FANS inclusi gli inibitori selettivi delle cicloossigenasi-2 dovrebbe essere evitato.
Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.2 e i sotto riportati rischi gastrointestinali e cardiovascolari).
Prima di iniziare il trattamento con meloxicam occorre valutare l’eventuale storia di esofagite, gastrite e/o ulcera peptica in modo da accertare la completa guarigione del paziente. La possibilità di recidive deve essere tenuta costantemente presente nei pazienti in trattamento con meloxicam che abbiano precedenti di tali patologie.
I FANS devono essere somministrati con cautela ai pazienti con una precedente storia di malattia gastrointestinale (colite ulcerativa, morbo di Crohn) poiché le loro condizioni potrebbero aggravarsi (vedere paragrafo 4.8 “Effetti indesiderati”).
Sanguinamento gastrointestinale, ulcerazione e perforazione: sanguinamento gastrointestinale, ulcerazione o perforazione, che possono essere fatali sono stati riportati con tutti i FANS in qualsiasi momento del trattamento con o senza sintomi di allarme o precedenti eventi gastrointestinali gravi. .Anziani: gli anziani hanno un’aumentata frequenza di reazioni avverse da FANS specialmente sanguinamento gastrointestinale e perforazione, che possono essere fatali (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).
Il rischio di sanguinamento gastrointestinale, ulcerazione o perforazione è più alto con un aumento della dose di FANS in pazienti con una storia di ulcera, specialmente se complicata da emorragia o perforazione (vedere paragrafo 4.3) e negli anziani. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la dose più bassa disponibile. Terapie associate con agenti protettivi (ad esempio misoprostolo o inibitori della pompa protonica) devono essere presi in considerazione per questi pazienti, e anche per pazienti che richiedono una concomitante bassa dose di acido acetilsalicilico o altri medicinali che potrebbero aumentare i rischi gastrointestinali (vedere di seguito e paragrafo 4.5)
Pazienti con precedenti di tossicità gastrointestinale, in particolare se anziani devono segnalare qualsiasi sintomo inatteso (specialmente sanguinamento gastrointestinale) particolarmente negli stadi iniziali del trattamento. Si consiglia cautela in pazienti che ricevono contemporaneamente trattamenti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazioni o sanguinamento, come i corticosteroidi orali, anticoagulanti come warfarin, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o agenti antiaggreganti come l’acido acetilsalicilico (vedere paragrafo 4.5).
Quando il sanguinamento gastrointestinale o ulcerazione insorgono nei pazienti in trattamento con meloxicam, il trattamento deve essere interrotto.
Gravi reazioni cutanee, alcune di queste fatali, inclusa dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica sono stati segnalati molto raramente in associazione con FANS (vedere paragrafo 4.8). Pazienti che sono ad alto rischio manifestano l’insorgenza di queste reazioni all’inizio della terapia, e nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. Il trattamento con meloxicam deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa, o altri segni di ipersensibilità.
In rari casi, i FANS possono provocare nefrite interstiziale, glomerulonefrite, necrosi della midollare del rene, o sindrome nefrosica.
Come con la maggior parte dei FANS, sono stati occasionalmente segnalati aumenti dei livelli delle transaminasi, della bilirubina sierica e di altri parametri di funzionalità epatica, come pure aumenti nei valori di creatinina sierica e di azoto ureico ematico, nonché altri risultati anomali degli esami di laboratorio. Nella maggior parte dei casi si è trattato di deviazioni (anomalie) di breve durata o di lieve entità. In caso di deviazioni di entità significativa o persistenti, occorre sospendere la somministrazione di meloxicam ed eseguire gli opportuni accertamenti.
I FANS possono causare ritenzione di sodio, potassio e acqua ed interferire con l’effetto natriuretico dei diuretici, e possono dunque aggravare le condizioni dei pazienti affetti da insufficienza cardiaca o ipertensione (vedere paragrafi 4.2 “Posologia e modo di somministrazione” e 4.3 “Controindicazioni”).
Alterazione della funzionalità renale: i FANS che inibiscono l’effetto vasodilatante delle prostaglandine renali possono indurre alterazioni della funzionalità renale a causa di una riduzione della filtrazione glomerulare. Questi eventi avversi sono dose-dipendenti. All’inizio del trattamento o dopo un aumento della dose, è raccomandato un attento monitoraggio della diuresi e della funzionalità renale in pazienti con i seguenti fattori di rischio:
- anzianità
- trattamento concomitante con ACE inibitori, antagonisti dell’angiotensina II, sartani e diuretici (vedere paragrafo 4.5 "Interazioni con altri medicinali e altre forme d’interazione")
- ipovolemia (qualsiasi ne sia la causa)
- insufficienza cardiaca congenita (vedere paragrafo 4.3 “Controindicazioni”)
- insufficienza renale
- sindrome nefrosica
- nefropatia da Lupus
- disfunzione epatica grave (albumina sierica < 25 g/l o punteggio Child-Pugh ≥ 10 )
E’ richiesta cautela nei pazienti con una storia di ipertensione e/o scompenso cardiaco poiché sono stati segnalati ritenzione di liquidi e edema nella terapia in associazione con FANS. E’ necessario un monitoraggio clinico, in caso di ipertensione o scompenso cardiaco non appena si inizi la terapia. Può manifestarsi una riduzione dell’effetto antiipertensivo (vedere paragrafo 4.5).
Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari
Un adeguato monitoraggio ed opportune istruzioni sono necessarie nei pazienti con anamnesi positiva per ipertensione e/o insufficienza cardiaca congestizia da lieve a moderata poiché in associazione al trattamento con i FANS sono stati riscontrati ritenzione di liquidi ed edema.
Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per i trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (p. es. infarto del miocardio o ictus). Non ci sono dati sufficienti per escludere un rischio simile per meloxicam.
I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia, cardiopatia ischemica accertata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con meloxicam soltanto dopo attenta valutazione. Analoghe considerazioni devono essere effettuate prima di iniziare un trattamento di lunga durata in pazienti con fattori di rischio per malattia cardiovascolare (es. ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo).
Iperkaliemia: l’iperkaliemia può essere favorita dal diabete o con un trattamento concomitante che provoca aumento della kaliemia (vedere paragrafo 4.5). Si deve effettuare un regolare monitoraggio dei valori di potassio in tali casi.
Le reazioni avverse sono spesso meno ben tollerate dai pazienti anziani, deboli o debilitati, che devono pertanto essere tenuti sotto stretto controllo. Come con altri FANS, occorre esercitare particolare cautela nei pazienti anziani, che spesso presentano riduzione della funzionalità renale, epatica e cardiaca.
Laddove l’effetto terapeutico sia insufficiente, la dose massima giornaliera consigliata non deve essere comunque superata, né si devono aggiungere altri FANS al regime terapeutico, in quanto essi possono aumentare la tossicità mentre non sono stati provati vantaggi terapeutici. In assenza di miglioramenti dopo parecchi giorni, occorre valutare nuovamente il beneficio clinico del trattamento.
Al pari di altri FANS, meloxicam può mascherare i sintomi di patologie infettive sottostanti.
Al pari di tutti i farmaci in grado di inibire la sintesi delle cicloossigenasi / prostaglandine, la somministrazione di meloxicam può compromettere la fertilità, e se ne sconsiglia pertanto l’uso da parte di donne che desiderino avviare una gravidanza. Occorre considerare l’opportunità di interrompere il trattamento con meloxicam nelle pazienti che hanno difficoltà a restare incinta o che sono sottoposte ad indagini sulla fertilità.
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi e malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere Meloxicam Winthrop compresse.
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Interazioni farmacodinamiche
Altri FANS, compresi i salicilati:
La contemporanea somministrazione di parecchi FANS può aumentare il rischio di ulcera o di sanguinamento gastrointestinale a causa dell’effetto sinergico. Si sconsiglia il trattamento concomitante a base di meloxicam e di altri FANS (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”).
Anticoagulanti:
I FANS possono potenziare l’effetto degli anticoagulanti orali come il warfarin (vedere paragrafo 4.4).
Laddove l’associazione non possa essere evitata, è necessario un attento monitoraggio del rapporto INR (International Normalized Ratio).
Antiaggreganti piastrinici e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRIs):
Aumento del rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4)
Diuretici, ACE inibitori e antagonisti dell’angiotensina II:
I FANS possono ridurre l’effetto dei medicinali diuretici e di altri antiipertensivi. In alcuni pazienti con compromessa funzionalità renale (es. pazienti disidratati o pazienti anziani con compromessa funzionalità renale) la concomitante somministrazione di ACE inibitori o antagonisti dell’angiotensina II e agenti che inibiscono le cicloossigenasi possono portare ad ulteriore deterioramento della funzionalità renale, inclusa una possibile insufficienza renale acuta che di solito è reversibile. Pertanto l’associazione deve essere somministrata con cautela specialmente in pazienti anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in particolare considerazione il monitoraggio della funzionalità renale dopo l’inizio di una terapia concomitante e periodicamente nel tempo (vedere paragrafo 4.4).
Altri farmaci antiipertensivi (es. β-bloccanti):
Come nel caso sopra citato, può verificarsi una diminuzione dell’effetto antiipertensivo dei ß-bloccanti (a causa dell’inibizione delle prostaglandine con effetto vasodilatatorio).
Ciclosporina:
La nefrotossicità della ciclosporina può essere potenziata dai FANS attraverso gli effetti mediati dalle prostaglandine renali. Occorre valutare la funzionalità renale durante la terapia combinata. Si raccomanda di tenere sotto stretto controllo la funzionalità renale, specialmente nei pazienti anziani.
Dispositivi intrauterini
Una riduzione dell’efficacia dei dispositivi intrauterini per effetto dei FANS è già stata segnalata in passato, tuttavia sono necessarie ulteriori conferme.
Corticosteroidi:
Aumentato rischio di ulcera gastrointestinale o sanguinamento (vedere paragrafo 4.4)
Interazioni farmacocinetiche (effetti di meloxicam sulla farmacocinetica di altri farmaci):
Litio:
È stato segnalato che i FANS provocano un aumento dei livelli di litio nel sangue (riducendo l’escrezione renale del litio), la quale può raggiungere valori tossici. Si sconsiglia la somministrazione concomitante di litio e FANS (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”). Laddove questa associazione appaia necessaria, le concentrazioni plasmatiche di litio devono essere attentamente monitorate all’inizio in occasione di variazioni e alla sospensione della terapia con meloxicam.
Metotrexato:
I FANS possono ridurre la secrezione tubulare di metotrexato, aumentandone pertanto la concentrazione plasmatica. Per tale ragione, si sconsiglia la somministrazione concomitante di FANS ai pazienti in trattamento con dosaggi elevati di metotrexato (più di 15 mg/settimana) (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”)
Il rischio di interazione fra i FANS e metotrexato deve essere tenuto presente anche nei pazienti che assumono dosi ridotte di metotrexato, in particolare nei pazienti con compromissione della funzionalità renale. Laddove sia necessario il trattamento concomitante, occorre tenere sotto controllo la crasi ematica e la funzionalità renale.
Occorre esercitare cautela nei casi in cui i FANS e metotrexato vengano somministrati entro tre giorni gli uni dall’altro, dal momento che la concentrazione plasmatica di metotrexato può aumentare e provocare elevata tossicità.
Sebbene il trattamento concomitante con meloxicam non abbia avuto influenza rilevante sulla farmacocinetica di metotrexato (15mg/settimana), occorre tenere presente che la tossicità a livello ematologico di metotrexato può risultare amplificata dal trattamento con i FANS (vedere sopra) (vedere paragrafo 4.8 “Effetti indesiderati”).
Interazioni farmacocinetiche (effetti di altri farmaci sulla farmacocinetica di meloxicam):
Colestiramina:
La colestiramina accelera l’eliminazione di meloxicam interrompendo il circolo enteroepatico, tanto che la clearance di meloxicam aumenta del 50% mentre l’emivita scende a 13 ± 3 ore. Questa interazione è clinicamente significativa.
Non sono emerse interazioni farmacocinetiche farmaco-farmaco clinicamente significative in relazione alla somministrazione concomitante di antiacidi, cimetidina e digossina.
Gravidanza:
L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiovascolari aumentava da meno dell’1% fino a circa l’1,5%. Si ritiene che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di un inibitore della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita pre e post-impianto e di mortalità embrione-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.
Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, meloxicam non deve essere somministrato se non in casi chiaramente necessari.
Se meloxicam è usato da donne che tentano di concepire o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata di trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a:
- tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
- disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios;
la madre e il neonato, alla fine della gravidanza a:
- possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;
- inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.
Conseguentemente, meloxicam è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.
Allattamento:
Non esistono dati specifici relativi a meloxicam, mentre è noto il passaggio dei FANS attraverso il latte materno. La somministrazione è controindicata in donne che allattano.
Non sono stati condotti studi specifici sugli effetti di meloxicam sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Tali effetti sono probabilmente nulli o di lieve entità se si considerano il profilo farmacodinamico di meloxicam e le reazioni avverse descritte. Si raccomanda tuttavia di evitare di mettersi alla guida di veicoli e di usare macchinari qualora dovessero insorgere disturbi visivi, sonnolenza, vertigini od altri disturbi del sistema nervoso centrale.
a) Descrizione generale
Le frequenze delle reazioni avverse del farmaco sotto riportati sono basate sugli eventi corrispondenti verificatisi durante le sperimentazioni cliniche. I dati sono stati ricavati da studi clinici condotti su 3.750 pazienti trattati con somministrazioni giornaliere di 7,5 o 15 mg di meloxicam in compresse o capsule per periodi di durata fino a 18 mesi (durata media del trattamento 127 giorni).
Le reazioni avverse sono state raggruppate in base alla frequenza, usando la seguente convenzione:
Molto comuni (> 1/10), Comuni (> 1/100 e < 1/10), Non comuni (> 1/1.000 e < 1/100), Rari (> 1/10.000 e < 1/1.000) e Molto rari (< 1/10.000).
b) Quadro delle reazioni avverse
Patologie del sistema emolinfopoietico.
Comuni: Anemia.
Non comuni: Alterazioni della crasi ematica: leucocitopenia, trombocitopenia, agranulocitosi (vedere sezione c).
Disturbi del sistema immunitario
Rari: Reazioni anafilattiche/anafilattoidi.
Disturbi psichiatrici
Rari: Alterazioni dell’umore, insonnia ed incubi.
Patologie del sistema nervoso
Comuni: Sensazione di testa vuota, mal di testa.
Non comuni: Vertigini, tinnito, sonnolenza.
Rari: Confusione mentale.
Patologie dell’occhio
Rari: Disturbi visivi, incluso offuscamento della vista.
Patologie cardiache
Non comuni: Palpitazioni, scompenso cardiaco.
Patologie vascolari
Non comuni: Ipertensione (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni
d’impiego”), arrossamenti.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Rari: Insorgenza di attacchi d’asma in taluni pazienti allergici all’acido acetilsalicilico o ad altri FANS.
Patologie gastrointestinali
Le più comuni reazioni avverse osservate sono di origine gastrointestinale.
Comuni: Dispepsia, sintomi di nausea e vomito, dolore addominale, stipsi, flatulenza, diarrea, melena, ematemesi.
Non comuni: Sanguinamento gastrointestinale, ulcera peptica, esofagite, stomatite, stomatite ulcerativa.
Rari: Perforazione gastrointestinale, gastrite, colite, peggioramento di colite e morbo di Crohn ( vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”).
Possono verificarsi ulcera peptica, perforazioni o sanguinamenti gastrointestinali, qualche volta fatali, in particolare negli anziani (vedere paragrafo 4.4).
Patologie epatobiliari
Rari: Epatite.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comuni: Prurito, eruzioni cutanee.
Non comuni: Orticaria.
Rari: Angioedema, fotosensibilità.
Molto rari: Reazioni bollose inclusi eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica.
Patologie renali e urinarie
Non comuni: Ritenzione di liquidi e sodio, iperkaliemia, (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego” e paragrafo 4.5).
Rari: Insufficienza renale acuta funzionale in pazienti con fattori di rischio (vedere paragrafo 4.4).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comuni: Edema incluso edema degli arti inferiori.
Esami diagnostici
Non comuni: Alterazioni transitorie di test della funzionalità epatica (es. aumento di transaminasi o bilirubina).
Non comuni: Alterazioni dei test di laboratorio per la funzionalità renale (es. aumento di creatinina o urea).
c) Informazioni relative alle reazioni avverse individuali seri e/o frequenti
Sono stati riportati casi isolati di agranulocitosi in pazienti trattati con meloxicam o altri farmaci potenzialmente mielotossici (vedere paragrafo 4.5).
d) Reazioni avverse generalmente attribuibili ad altri composti della stessa classe non sono state ancora osservate in relazione all’uso del prodotto
Danno renale di tipo organico che può indurre insufficienza renale acuta: sono stati riportati casi isolati di nefriti interstiziali, necrosi tubolare acuta, sindrome nefritica e necrolisi papillare (vedere paragrafo 4.4).
Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (p. es infarto del miocardio o ictus) (vedere paragrafo 4.4).
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I sintomi di sovradosaggio acuto di FANS si limitano di solito a letargia, sonnolenza, nausea, vomito e dolore epigastrico che sono generalmente reversibili con la terapia di supporto. Può verificarsi sanguinamento gastrointestinale. L’intossicazione grave può causare ipertensione, insufficienza renale acuta, disfunzione epatica, depressione respiratoria, coma, convulsioni, collasso cardiovascolare e arresto cardiaco. Sono state segnalate reazioni anafilattoidi con l’ingestione terapeutica di FANS che possono verificarsi a seguito di sovradosaggio.
In caso di sovradosaggio di FANS i pazienti devono essere trattati con terapie sintomatiche e di supporto. Da uno studio clinico è emerso che la colestiramina somministrata per via orale in dosi di 4 g tre volte al giorno accelera l’eliminazione di meloxicam.
Categoria farmacoterapeutica: Farmaci Antiinfiammatori/Antireumatici non steroidei, oxicam-derivati. Codice ATC: M01AC06.
Meloxicam è un farmaco antiinfiammatorio non steroideo (FANS) della famiglia degli oxicam-derivati con proprietà antiinfiammatorie, analgesiche ed antipiretiche.
Le proprietà antiinfiammatorie di meloxicam sono state dimostrate nei modelli classici dell’infiammazione. Come per gli altri FANS, non è noto l’esatto meccanismo d’azione. Vi è tuttavia almeno un meccanismo d’azione comune per tutti i FANS (meloxicam compreso): l’inibizione della biosintesi delle prostaglandine, noti mediatori dell’infiammazione.
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Assorbimento
Meloxicam è ben assorbito dal tratto gastroenterico, come evidenziato dall’elevata biodisponibilità assoluta, pari all’89%, dopo somministrazione per via orale (capsule). È stata dimostrata la bioequivalenza delle formulazioni in compresse, sospensione orale e capsule.
Dopo somministrazione di una dose singola di meloxicam, le concentrazioni plasmatiche massime medie vengono raggiunte entro 2 ore nel caso della sospensione, ed entro 5-6 ore per le formulazioni solide per via orale (capsule e compresse). Lo stato stazionario in caso di somministrazioni ripetute veniva raggiunto entro 3-5 giorni. La monosomministrazione giornaliera permette di ottenere concentrazioni plasmatiche con fluttuazioni tra il massimo e il minimo relativamente modeste e pari a 0,4-1,0 mcg/ml per la dose da 7,5mg e 0,8-2,0 mcg/ml per la dose da 15mg (rispettivamente Cmin e Cmax allo stato stazionario). Le massime concentrazioni plasmatiche di meloxicam allo stato stazionario vengono raggiunte entro 5-6 ore per compresse, capsule, e sospensione orale rispettivamente. Il trattamento ininterrotto per periodi superiori all’anno determina concentrazioni di sostanza attiva simili a quelle che risultano una volta raggiunto per la prima volta lo stato stazionario.
L’assorbimento di meloxicam a seguito di somministrazione per via orale non è influenzato dalla contemporanea ingestione di cibo.
Distribuzione
Meloxicam si lega massicciamente alle proteine plasmatiche, essenzialmente all’albumina (99%). Meloxicam penetra nel liquido sinoviale, per dare concentrazioni pari a circa la metà di quelle plasmatiche. Il volume di distribuzione è basso, in media 11 litri. La variabilità interindividuale è dell’ordine del 30-40%.
Biotrasformazione
Meloxicam subisce un’ampia biotrasformazione epatica. Nelle urine sono stati individuati quattro metaboliti farmacodinamicamente inattivi. Il principale metabolita, il 5'-carbossimeloxicam (60% della dose), si forma per ossidazione di un metabolita intermedio, il 5'-idrossimetilmeloxicam, anch’esso escreto ad una quantità inferiore (9% della dose). Studi in vitro indicano che in questo metabolismo riveste un ruolo importante il CYP 2C9, con un minore contributo dell’isoenzima CYP 3A4. Gli altri due metaboliti, che rappresentano rispettivamente il 16% e il 4% della dose somministrata, sono probabilmente da attribuirsi all’attività della perossidasi del paziente.
Eliminazione
Meloxicam viene in massima parte escreto sotto forma di metaboliti, in pari quantità nelle urine e nelle feci. Meno del 5% della dose giornaliera viene escreto in forma immodificata nelle feci, mentre nelle urine sono escrete soltanto tracce di farmaco in forma immodificata L’emivita media per l’eliminazione è di circa 20 ore. La clearance plasmatica totale media è pari a 8 ml/min.
Linearità/non-linearità
Meloxicam mostra una farmacocinetica lineare alle dosi terapeutiche di 7,5 mg o 15 mg dopo somministrazione per via orale o intramuscolare.
Popolazioni speciali
Insufficienza epatica/renale:
Né l’insufficienza epatica, né l’insufficienza renale lieve o moderata producono effetti significativi sulla farmacocinetica di meloxicam. Nei casi di insufficienza renale terminale, l’aumento del volume di distribuzione può determinare concentrazioni libere di meloxicam maggiori, e non bisogna dunque superare la dose giornaliera di 7,5 mg (vedere paragrafi 4.2 “Posologia e modo di somministrazione” e 4.3 “Controindicazioni”).
Anziani:
La clearance plasmatica media allo stato stazionario nei pazienti anziani è risultata lievemente inferiore rispetto a quella dei pazienti più giovani.
Negli studi preclinici il profilo tossicologico di meloxicam si è dimostrato identico a quello degli altri FANS: in corso di somministrazione cronica a dosaggi elevati sono state osservate ulcere ed erosioni gastrointestinali e necrosi papillare renale in due specie animali.
Studi di tossicità riproduttiva per via orale nel ratto hanno evidenziato una riduzione delle ovulazioni e inibizione dell’impianto, ed effetti embriotossici (maggiore riassorbimento) a livelli di dose maternotossici di 1 mg/kg o più. Studi di tossicità sulla riproduzione in ratti e conigli non hanno rilevato teratogenicità sino alla dose orale di 4 mg/kg in ratti e 80 mg/kg in conigli.
Le dosi impiegate nell’animale erano da 5 a 10 volte superiori a quelle utilizzate nell’uomo (7,5-15 mg) se espresse in mg/kg (persona di 75 kg). Sono stati descritti effetti fetotossici al termine della gravidanza, condivisi da tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine. Non è stato evidenziato alcun effetto mutageno, né in vitro né in vivo. Non è stato osservato alcun effetto cancerogeno nel ratto e nel topo a dosi molto più alte di quelle utilizzate nell’uomo.
Sodio citrato
Lattosio monoidrato
Cellulosa microcristallina
Crospovidone
Silice colloidale anidra
Magnesio stearato
Non pertinente.
Tre anni.
Questo medicinale non richiede particolari condizioni per la conservazione.
Blister di PVC/PVDC/alluminio, confezioni da 1, 2, 7, 10, 14, 15, 20, 28, 30, 50, 60, 100, 140, 280, 300, 500 o 1.000 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Winthrop Pharmaceuticals Italia S.r.l
Viale Bodio, 37/b
20158 Milano
Italia
Meloxicam Winthrop 7,5 mg compresse
1 compressa AIC n. 037322017/M
2 compresse AIC n. 037322029/M
7 compresse AIC n. 037322031/M
10 compresse AIC n. 037322043/M
14 compresse AIC n. 037322056/M
15 compresse AIC n. 037322068/M
20 compresse AIC n. 037322070/M
28 compresse AIC n. 037322082/M
30 compresse AIC n. 037322094/M
50 compresse AIC n. 037322106/M
60 compresse AIC n. 037322118/M
100 compresse AIC n. 037322120/M
140 compresse AIC n. 037322132/M
280 compresse AIC n. 037322144/M
300 compresse AIC n. 037322157/M
500 compresse AIC n. 037322169/M
1.000 compresse AIC n. 037322171/M
Meloxicam Winthrop 15 mg compresse
1 compressa AIC n. 037322183/M
2 compresse AIC n. 037322195/M
7 compresse AIC n. 037322207/M
10 compresse AIC n. 037322219/M
14 compresse AIC n. 037322221/M
15 compresse AIC n. 037322233/M
20 compresse AIC n. 037322245/M
28 compresse AIC n. 037322258/M
30 compresse AIC n. 037322260/M
50 compresse AIC n. 037322272/M
60 compresse AIC n. 037322284/M
100 compresse AIC n. 037322296/M
140 compresse AIC n. 037322308/M
280 compresse AIC n. 037322310/M
300 compresse AIC n. 037322322/M
500 compresse AIC n. 037322334/M
1.000 compresse AIC n. 037322346/M
Determinazione n. 429/2007 del 11.04.2007 – Gazzetta Ufficiale n. 94 del 23.04.2007
Giugno 2007