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MERCILON 0,15 MG + 0,02 MG COMPRESSE
Ciascuna compressa contiene 0,150 mg di desogestrel e 0,020 mg di etinilestradiolo.
Eccipienti: lattosio <100 mg
Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1
Compresse.
Compresse bianche, rotonde, biconvesse e di diametro pari a 6 mm. Le compresse sono identificate con la scritta “TR4” su di un lato e sull’altro lato con la scritta “Organon*”.
Contraccezione.
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Modalità di assunzione di Mercilon
Le compresse devono essere prese secondo l’ordine indicato sul blister, ogni giorno all’incirca alla stessa ora, se necessario con un po' di liquido. Le compresse devono essere prese ogni giorno per 21 giorni consecutivi. Le confezioni successive devono essere iniziate dopo un intervallo di 7 giorni libero da pillola, durante il quale generalmente si manifesta un sanguinamento da sospensione. Tale sanguinamento in genere si presenta dopo 2-3 giorni dall’assunzione dell’ultima compressa e potrebbe essere ancora presente al momento di iniziare la confezione successiva.
Modalità di inizio del trattamento con Mercilon
Nessun trattamento contraccettivo ormonale (nel mese precedente)
L’assunzione delle compresse deve iniziare il primo giorno del ciclo mestruale naturale (cioè il primo giorno della mestruazione). È possibile iniziare anche tra il secondo e quinto giorno del ciclo ma, in questo caso, durante il primo ciclo si raccomanda di impiegare anche un metodo di barriera nei primi sette giorni di assunzione delle compresse.
Passaggio da un contraccettivo ormonale di tipo combinato (contraccettivo orale combinato (COC), anello vaginale o cerotto transdermico)
La prima compressa di Mercilon deve essere assunta preferibilmente il giorno dopo l’ultima compressa attiva del precedente COC (ossia l’ultima compressa contenente il principio attivo) o al più tardi il giorno dopo il consueto intervallo libero da pillola o da placebo del precedente COC. Nel caso di precedente utilizzo di un anello vaginale o di un cerotto transdermico, l’assunzione di Mercilon deve iniziare preferibilmente il giorno stesso della rimozione di tale dispositivo, o al più tardi il giorno previsto per la successiva applicazione.
Se la donna ha utilizzato il precedente metodo contraccettivo coerentemente e correttamente e ha la ragionevole certezza che non sia incinta, si può anche cambiare dal precedente trattamento contraccettivo ormonale combinato al nuovo, in qualunque giorno del ciclo.
L’intervallo libero da ormoni del precedente metodo non deve mai essere esteso oltre il periodo di tempo raccomandato.
Passaggio da un contraccettivo a base di solo progestinico (minipillola, iniezione, impianto) o da un sistema intrauterino a rilascio progestinico (IUS)
La donna può cambiare in qualsiasi momento se proviene dalla minipillola (da un impianto o da uno IUS il giorno della sua rimozione, da un iniettabile il giorno in cui dovrebbe essere praticata la successiva iniezione), ma in ogni caso deve essere avvertita di usare anche un metodo contraccettivo di barriera per i primi 7 giorni di assunzione delle compresse.
Dopo un aborto al primo trimestre
È possibile iniziare immediatamente senza bisogno di ulteriori misure contraccettive.
Dopo un parto o un aborto al secondo trimestre
Per le donne che allattano si veda il paragrafo 4.6.
L’assunzione del contraccettivo non deve cominciare prima del 21°-28° giorno dopo un parto o dopo un aborto al secondo trimestre. Se l’assunzione viene posticipata, la donna deve essere avvertita di utilizzare anche un metodo di barriera nei primi 7 giorni di assunzione delle compresse. Tuttavia, se nel frattempo si fossero avuti rapporti sessuali, prima di iniziare effettivamente l’assunzione del COC, si deve escludere una gravidanza o si deve attendere la comparsa della prima mestruazione.
Assunzione irregolare
Se il ritardo nell’assunzione di una qualunque compressa è inferiore alle 12 ore, la protezione contraccettiva non risulta ridotta. La compressa dimenticata deve essere presa non appena la donna si ricordi di farlo e le compresse successive secondo il ritmo consueto.
Se il ritardo nell’assunzione di una qualunque compressa è superiore alle 12 ore, la protezione contraccettiva può risultare ridotta; in questo caso il comportamento da seguire può essere guidato dalle due regole basilari di seguito indicate:
1- l'assunzione delle compresse non deve essere mai interrotta per più di 6 giorni;
2- per ottenere una adeguata soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio è necessario assumere le compresse ininterrottamente per 7 giorni.
Di conseguenza, nella pratica quotidiana possono essere dati i seguenti suggerimenti:
• Prima settimana
L’ultima compressa dimenticata deve essere presa non appena la donna si ricordi di farlo, anche se ciò comporta l’assunzione di due compresse contemporaneamente. Le altre compresse devono essere prese secondo il ritmo consueto. Inoltre, nei successivi 7 giorni deve essere impiegato un metodo di barriera, come ad esempio un profilattico. Se durante la settimana precedente si sono avuti rapporti sessuali, si deve prendere in considerazione la possibilità che si sia instaurata una gravidanza. Maggiore è il numero di compresse dimenticate e più ravvicinato è l’intervallo libero da pillola, maggiore è il rischio di gravidanza.
• Seconda settimana
L’ultima compressa dimenticata deve essere presa non appena la donna si ricordi di farlo, anche se ciò comporta l’assunzione di due compresse contemporaneamente. Le altre compresse devono essere prese secondo il ritmo consueto. Non è necessario impiegare alcun metodo contraccettivo aggiuntivo, a condizione che, nei 7 giorni precedenti la prima compressa dimenticata, le compresse siano state assunte correttamente; tuttavia, in caso contrario o se le compresse dimenticate sono più di una, si deve raccomandare l’impiego di precauzioni aggiuntive per 7 giorni.
• Terza settimana
Considerata l’imminenza dell’intervallo libero da pillola, il rischio di ridotta affidabilità contraccettiva è maggiore. Tuttavia, modificando lo schema di assunzione della pillola si può ancora prevenire la riduzione della protezione contraccettiva. Adottando una delle seguenti due opzioni non vi è pertanto necessità di usare metodi contraccettivi aggiuntivi purché nei 7 giorni precedenti la prima compressa dimenticata tutte le compresse siano state prese correttamente. In caso contrario si deve raccomandare di seguire la prima delle due opzioni e di usare anche precauzioni aggiuntive nei successivi 7 giorni.
1- L’ultima compressa dimenticata deve essere presa non appena la donna si ricordi di farlo, anche se ciò comporta l’assunzione di due compresse contemporaneamente. Le altre compresse devono essere prese secondo il ritmo consueto. La confezione successiva deve essere iniziata subito dopo aver terminato la precedente, cioè senza osservare intervallo libero da pillola tra le due confezioni. In questo caso è improbabile che si verifichi sanguinamento da sospensione prima della fine della seconda confezione; tuttavia, durante l’assunzione delle compresse, possono presentarsi spotting o sanguinamento da rottura.
2- Si può anche raccomandare di sospendere l’assunzione delle compresse della confezione in corso. Si deve quindi osservare un intervallo libero da pillola che duri fino a 7 giorni, compresi quelli nei quali sono state dimenticate le compresse e poi proseguire con una nuova confezione.
Qualora la donna abbia dimenticato di assumere le compresse e nel primo regolare intervallo libero da pillola non si presenti sanguinamento da sospensione, bisogna considerare l’eventualità di una gravidanza.
Raccomandazioni in caso di disturbi gastrointestinali
In presenza di gravi disturbi gastrointestinali, l’assorbimento può non essere completo e devono essere adottate ulteriori misure contraccettive.
Se entro 3-4 ore dall’assunzione della compressa si verifica vomito, seguire le raccomandazioni, se applicabili, relative alla mancata assunzione di compresse nella sezione “Assunzione irregolare”. Se la donna non vuole modificare il consueto schema posologico, deve prendere una o più compresse extra da una nuova confezione.
Modalità per saltare o per posticipare una mestruazione
Posticipare una mestruazione non è un'indicazione del prodotto. Tuttavia, se in casi eccezionali è necessario posticipare una mestruazione, si deve continuare l’assunzione delle compresse di Mercilon prendendole da un’altra confezione, senza osservare l’intervallo libero da pillola. L’assunzione delle compresse può essere prolungata per quanto desiderato fino alla fine della seconda confezione per un massimo di 15 giorni. Durante questo periodo può manifestarsi sanguinamento da rottura o spotting. Dopo il consueto intervallo di 7 giorni libero da pillola, si riprende regolarmente l’assunzione di Mercilon.
Per spostare la mestruazione in modo che abbia inizio un giorno della settimana diverso da quello consueto, si può abbreviare la durata del successivo intervallo libero da pillola di quanti giorni si desidera. Più breve sarà l’intervallo, maggiore il rischio che non si presenti sanguinamento da sospensione ma piuttosto sanguinamento da rottura o spotting durante l’assunzione delle compresse della seconda confezione (come quando si posticipa una mestruazione).
I contraccettivi orali di tipo combinato (COC) non devono essere utilizzati in presenza di una qualunque delle condizioni sotto elencate. Qualora durante l’impiego del COC compaia per la prima volta una qualunque di queste condizioni, l’assunzione del preparato deve essere immediatamente interrotta.
• Trombosi venosa, in atto o pregressa (trombosi venosa profonda, embolia polmonare);
• Trombosi arteriosa, in atto o pregressa (infarto del miocardio, evento cerebrovascolare) o condizioni prodromiche (per esempio, attacco ischemico transitorio, angina pectoris);
• Predisposizione accertata per trombosi venosa o arteriosa, come resistenza alla proteina C attivata (APC), deficit di antitrombina III, deficit di proteina C, deficit di proteina S, iperomocisteinemia ed anticorpi antifosfolipidici;
• Episodi, recenti o pregressi, di grave emicrania ricorrente con sintomi neurologici focali (vedere paragrafo 4.4);
• Diabete mellito con interessamento vascolare;
• La presenza di un grave o di più fattori di rischio di trombosi venosa o arteriosa può costituire una controindicazione all’uso (vedere il paragrafo 4.4);
• Pancreatite, in atto o pregressa, associata a grave ipertrigliceridemia;
• Grave malattia epatica, in atto o pregressa, fino a quando i valori della funzionalità epatica non sono tornati alla norma;
• Tumori epatici (benigni o maligni), in atto o pregressi;
• Patologie maligne accertate o sospette, ormono-dipendenti (per esempio, degli organi genitali o della mammella);
• Iperplasia endometriale;
• Sanguinamento vaginale di natura non accertata;
• Gravidanza accertata o sospetta;
• Ipersensibilità ai principi attivi di Mercilon o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Avvertenze
Qualora sia presente una delle condizioni/fattori di rischio sottoelencati, i benefici dell’impiego del COC devono essere soppesati rispetto ai possibili rischi di ogni singola paziente e discussi con la donna prima di decidere di iniziare il trattamento. In caso di aggravamento, esacerbazione o prima comparsa di una qualunque di queste condizioni o fattori di rischio, la donna deve contattare il proprio medico. Il medico deve decidere se l’assunzione del COC deve essere interrotta.
1- Disturbi della circolazione
• L’uso di qualsiasi contraccettivo orale combinato si associa a un aumentato rischio di tromboembolia venosa (TEV) rispetto al non uso. L’incidenza della TEV nelle donne che non fanno uso di COC è all’incirca 5-10 casi per 100.000 anni-donna. L’aumento di rischio di TEV è massimo durante il primo anno di uso in una donna che non ha mai fatto uso di contraccettivi orali combinati. Il rischio di TEV associato alla gravidanza è stimato in 60 casi per 100.000 gravidanze. La TEV risulta fatale nel 1-2% dei casi.
• In vari studi epidemiologici è stato dimostrato che le donne che utilizzano contraccettivi orali combinati contenenti etinilestradiolo generalmente alla dose di 30 mcg ed un progestinico come il desostregel presentano un rischio maggiore di TEV rispetto alle donne che assumono contraccettivi orali contenenti meno di 50 mcg di etinilestradiolo ed il progestinico levonorgestrel.
• Per contraccettivi contenenti 30 mcg di etinilestradiolo combinato con desostregel o gestodene rispetto ai contraccettivi contenenti meno di 50 mcg di etinilestradiolo e levonorgestrel, il rischio relativo totale di TEV è stato stimato complessivamente fra 1,5 e 2,0. L’incidenza della TEV per contraccettivi orali combinati a base di levonorgestrel con meno di 50 mcg di etinilestradiolo è di circa 20 casi per 100.000 anni-donna d’uso. Per Mercilon l’incidenza è di circa 30-40 casi per 100.000 anni-donna d’uso cioè altri 10-20 casi per 100.000 anni-donna d’uso. L’impatto del rischio relativo del numero di casi ulteriori è maggiore durante il primo anno di utilizzo di un contraccettivo ormonale combinato quando il rischio di TEV è maggiore con l’uso di tutti i contraccettivi orali combinati.
• Il rischio di tromboembolia venosa aumenta con:
- aumento dell’età;
- anamnesi familiare positiva (cioè tromboembolia venosa anche in un fratello o genitore in età relativamente giovane). Se vi è il sospetto di una predisposizione ereditaria, si deve suggerire alla donna di consultare lo specialista prima di decidere di usare qualunque contraccettivo ormonale;
- obesità (indice di massa corporea superiore a 30 kg/m²);
- immobilizzazione prolungata, importanti interventi chirurgici, qualunque operazione alle gambe o grave trauma. In queste circostanze è raccomandabile sospendere l’assunzione del COC (in caso di chirurgia elettiva almeno 4 settimane prima dell’intervento) e riprenderla non prima che siano trascorse 2 settimane dalla rimobilizzazione completa;
- e probabilmente, anche in caso di tromboflebite superficiale e vene varicose.
Non vi è consenso sul possibile ruolo di queste condizioni nell’eziologia della tromboembolia venosa.
• L’uso di COC è stato generalmente associato ad un aumento del rischio di infarto acuto del miocardio (IMA) o ictus, rischio fortemente influenzato dalla presenza di altri fattori di rischio (per esempio fumo, pressione arteriosa elevata ed età) (vedi anche qui di seguito). Questi eventi si verificano di rado. Non è stato studiato in che modo Mercilon modifichi il rischio di IMA.
• Il rischio di complicazioni dovute a tromboembolia arteriosa aumenta con:
- aumento dell’età;
- abitudine al fumo (il rischio aumenta ulteriormente con il quantitativo di sigarette fumate e con l’età, soprattutto in donne al di sopra dei 35 anni);
- dislipoproteinemia;
- obesità (indice di massa corporea superiore a 30 kg/m²);
- ipertensione;
- emicrania;
- cardiopatia valvolare;
- fibrillazione atriale;
- anamnesi familiare positiva (cioè trombosi arteriosa anche in un fratello o genitore in età relativamente giovane). Se vi è il sospetto di una predisposizione ereditaria, si deve suggerire alla donna di consultare uno specialista prima di decidere di usare qualunque contraccettivo ormonale;
- molto raramente, nelle donne che assumono un contraccettivo orale combinato, è stata riportata trombosi a carico di altri distretti vascolari, ad esempio arterie e vene epatiche, mesenteriche, renali o retiniche. Non vi è consenso sul fatto che la comparsa di questi eventi sia associata all’impiego di COC.
• Sintomi di trombosi venosa o arteriosa possono comprendere: dolore e/o gonfiore ad una gamba; improvviso forte dolore al petto, che si irradi o meno al braccio sinistro; improvvisa mancanza di respiro; tosse che inizia improvvisamente; mal di testa inusuale, forte, prolungato; improvvisa perdita parziale o completa della visione; diplopia; difficoltà di parola o afasia; vertigini; collasso con o senza crisi epilettica focale; debolezza o marcato intorpidimento che colpisca improvvisamente un lato o una parte del corpo; disturbi motori; addome acuto. La comparsa di uno o più sintomi di quelli sopra riportati può costituire motivo per l’immediata sospensione dell’impiego di Mercilon.
• Altre condizioni mediche che sono state associate ad eventi avversi di tipo circolatorio comprendono diabete mellito, lupus eritematoso sistemico, sindrome emolitico-uremica, malattia infiammatoria cronica dell’intestino (morbo di Crohn o colite ulcerosa) e anemia falciforme. Si deve tenere in considerazione l’aumentato rischio di tromboembolia durante il puerperio (per informazioni su “Gravidanza e allattamento” vedere sezione 4.6).
• Un aumento della frequenza o della gravità dell’emicrania durante l’uso di un COC (che può essere prodromico di un evento cerebrovascolare) può essere motivo per interrompere immediatamente l’assunzione del COC.
• Fattori biochimici che possono essere indicativi di predisposizione ereditaria o acquisita a trombosi venosa o arteriosa comprendono resistenza alla Proteina C Attivata (APC), iperomocisteinemia, deficit di antitrombina III, deficit di proteina C, deficit di proteina S, anticorpi antifosfolipidici (anticorpi anticardiolipina, lupus anticoagulante).
• Nel considerare il rapporto rischio/beneficio, il medico deve tenere presente che l’adeguato trattamento di una condizione clinica può ridurre il rischio associato di trombosi e che il rischio associato a gravidanza è più elevato di quello associato all’impiego di COC.
2- Tumori
• Una persistente infezione da papilloma virus umano (HPV) costituisce il fattore di rischio più importante nel cancro della cervice uterina. Studi epidemiologici indicano che il trattamento a lungo termine con un COC contribuisce a questo aumentato rischio, tuttavia continua a non esservi certezza su quanto questo risultato sia attribuibile ad effetti confondenti, quali la metodologia di screening cervicale e le differenze nel comportamento sessuale, incluso l’utilizzo di contraccettivi di barriera, o un’associazione causale.
• Una meta-analisi di 54 studi epidemiologici ha evidenziato che le donne che fanno attualmente uso di COC hanno un rischio relativo (RR = 1.24) lievemente aumentato di avere diagnosticato un cancro della mammella e che l’eccesso di rischio scompare gradualmente nel corso dei 10 anni successivi all’interruzione del trattamento. Dal momento che nelle donne al di sotto dei 40 anni il cancro mammario è evento raro, il numero di casi in più di cancro mammario diagnosticati nelle donne che assumono o hanno assunto di recente un COC è basso rispetto al rischio complessivo di cancro mammario. Questi studi non forniscono alcuna prova di questo rapporto causale. Il rischio aumentato osservato può essere dovuto ad una più precoce diagnosi di cancro mammario nelle donne che assumono COC, agli effetti biologici degli stessi o a una combinazione di entrambi i fattori. Il cancro mammario diagnosticato nelle utilizzatrici di contraccettivo orale tende a essere clinicamente meno avanzato rispetto a quello diagnosticato nelle donne che non hanno mai usato un contraccettivo orale.
• Nelle donne che assumono COC sono stati riportati raramente tumori epatici benigni e ancor più raramente, tumori epatici maligni. In casi isolati, questi tumori hanno provocato emorragia intraddominale che ha messo la paziente in pericolo di vita. Se una donna che assume un COC dovesse presentare forte dolore nella parte alta dell’addome, ingrossamento epatico o segni indicativi di emorragia intraddominale, nella diagnosi differenziale deve essere presa in considerazione la possibilità di un tumore epatico.
3- Altre condizioni
• Donne con ipertrigliceridemia o storia familiare di questa condizione possono presentare un aumentato rischio di pancreatite qualora assumano COC.
• Benché in molte donne che assumono COC siano stati riscontrati lievi innalzamenti della pressione sanguigna, aumenti clinicamente rilevanti sono un evento raro. Non è stata stabilita una relazione tra l’uso di COC e comparsa di ipertensione clinicamente significativa. Tuttavia, se durante l’uso di un COC si verifica ipertensione clinicamente significativa e sostenuta, per prudenza il medico deve far sospendere l’assunzione del COC e trattare l’ipertensione. Se appropriato, l’impiego del COC può essere ripreso qualora con la terapia antipertensiva siano stati ottenuti valori normali di pressione sanguigna.
• Sia durante la gravidanza sia durante l’assunzione di COC è stata riportata comparsa o aggravamento delle condizioni di seguito elencate; tuttavia non vi è prova conclusiva della correlazione tra dette condizioni e l’uso di COC: ittero e/o prurito da colestasi, formazione di calcoli biliari, porfiria, lupus eritematoso sistemico, sindrome emolitico-uremica, corea di Sydenham, herpes gestationis, perdita dell’udito da otosclerosi, angioedema (ereditario).
• Disturbi acuti o cronici della funzione epatica possono richiedere l’interruzione del trattamento con il COC finché i marker della funzionalità epatica non siano tornati alla norma. La ricomparsa di ittero colestatico manifestatosi per la prima volta in gravidanza o durante un precedente trattamento con steroidi sessuali impone l’interruzione del COC.
• Benché i COC possano influenzare la resistenza periferica all’insulina e la tolleranza al glucosio, non vi è prova della necessità di un aggiustamento del regime terapeutico nelle pazienti diabetiche che usano COC a basso dosaggio (contenenti <0,05 mg di etinilestradiolo). Tuttavia, durante l’assunzione del COC le pazienti diabetiche debbono essere seguite attentamente.
• Associati all’impiego di COC sono stati riportati morbo di Crohn e colite ulcerosa.
• Può comparire occasionalmente cloasma, soprattutto nelle donne con storia di cloasma gravidico. Durante l’assunzione di COC, le pazienti con tendenza al cloasma devono evitare l’esposizione al sole o alle radiazioni ultraviolette.
• Le donne che, durante l’assunzione dei contraccettivi orali combinati, diventano significativamente depresse, devono interrompere il trattamento ed utilizzare un metodo contraccettivo alternativo per determinare se tale sintomo è farmaco-correlato. Donne con storia di depressione devono essere tenute sotto stretto controllo ed il trattamento deve essere sospeso se si presenta una depressione grave.
Informazioni importanti su alcuni eccipienti
Mercilon contiene <100 mg di lattosio a compressa; devono tenere conto di ciò le pazienti affette da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio, che assumono una dieta priva di lattosio.
Nella scelta di un metodo contraccettivo tutte le suddette informazioni devono essere tenute in considerazione.
Esame/consulto medico
Prima di iniziare o di ricominciare la somministrazione di Mercilon si deve raccogliere una completa anamnesi medica (anche familiare) e deve essere esclusa la presenza di una gravidanza in corso. Deve essere misurata la pressione sanguigna e se clinicamente indicato, deve essere effettuato un esame obiettivo, secondo quanto indicato nelle controindicazioni (paragrafo 4.3) e nelle avvertenze (paragrafo 4.4). Bisogna inoltre istruire la donna a leggere attentamente il foglio illustrativo ed a seguire le raccomandazioni che vengono fornite. La frequenza ed il tipo degli ulteriori controlli periodici devono essere basati su linee guida prestabilite ed adattati individualmente alla donna.
Le donne debbono essere avvisate che i contraccettivi orali non proteggono nei confronti dell’infezione da HIV (AIDS) né di altre malattie a trasmissione sessuale.
Riduzione dell’efficacia
L’efficacia dei COC può diminuire ad esempio in caso di mancata assunzione di una o più compresse (sezione “Assunzione irregolare”), di disturbi gastrointestinali (sezione “Raccomandazioni in caso di disturbi gastrointestinali”) o di assunzione contemporanea di altri medicinali (sezione 4.5).
Riduzione del controllo del ciclo
Durante l’assunzione di qualunque COC possono verificarsi sanguinamenti vaginali irregolari (spotting o sanguinamento da rottura), soprattutto nei primi mesi di trattamento. Pertanto, la valutazione di un qualunque sanguinamento vaginale irregolare ha significato solo dopo una fase di assestamento della durata di circa tre cicli di trattamento.
Se i sanguinamenti irregolari persistono o si manifestano dopo cicli precedentemente regolari, si deve prendere in considerazione un’eziologia non ormonale e, per escludere malignità o una gravidanza, debbono essere attuate misure diagnostiche adeguate. Queste possono comprendere un raschiamento.
In alcune donne può non presentarsi sanguinamento da sospensione durante l’intervallo libero da pillola. Se il COC è stato assunto secondo quanto descritto nella sezione 4.2 è improbabile che si sia instaurata una gravidanza. Tuttavia se prima del mancato sanguinamento da sospensione il COC non è stato assunto secondo queste indicazioni o se i sanguinamenti da sospensione non verificatesi sono due, prima di continuare a prendere il COC si deve escludere una gravidanza.
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Interazioni
L’interazione tra contraccettivi orali e altri medicinali può determinare un sanguinamento da rottura e/o insuccesso dell’efficacia del contraccettivo orale. In letteratura sono state riferite le seguenti interazioni:
Metabolismo epatico: con i medicinali che inducono gli enzimi microsomiali si possono verificare interazioni che possono determinare un aumento della clearance degli ormoni sessuali (ad es. idantoine, barbiturici, primidone, carbamazepina, rifampicina e probabilmente anche oxcarbazepina, topiramato, felbamato, ritonavir, griseofulvina e prodotti contenenti Erba di San Giovanni). L’induzione enzimatica massima si manifesta in genere solo dopo 2-3 settimane, ma può poi mantenersi per almeno 4 settimane dopo l’interruzione del trattamento farmacologico.
È stato riportato insuccesso dell’efficacia del contraccettivo orale anche con antibiotici quali ampicilline e tetracicline. Il meccanismo di questo effetto non è stato chiarito.
Le donne sottoposte a trattamenti con uno o più di questi medicinali, oltre ad assumere il COC, debbono temporaneamente adottare un metodo di barriera, oppure optare per un altro metodo contraccettivo. Nel caso di trattamento con medicinali induttori degli enzimi microsomiali, insieme al contraccettivo orale deve essere usato un metodo di barriera per tutto il tempo di concomitante assunzione dei medicinali e nei 28 giorni successivi alla loro sospensione. In caso di trattamento a lungo termine con medicinali induttori degli enzimi microsomiali si deve considerare l’uso di un altro metodo contraccettivo. Le donne in terapia con antibiotici (con l’eccezione di rifampicina e griseofulvina, che agiscono anche come medicinali induttori degli enzimi microsomiali) devono utilizzare il metodo di barriera fino a 7 giorni dopo il termine della terapia. Se il periodo durante il quale viene utilizzato il metodo di barriera prosegue anche dopo la fine di una confezione di COC, la successiva confezione del COC dovrà essere iniziata senza osservare il consueto intervallo libero da pillola.
I contraccettivi orali possono influenzare il metabolismo di altri medicinali. Di conseguenza le concentrazioni plasmatiche e tissutali possono aumentare (ad esempio ciclosporina) o diminuire (ad esempio lamotrigina).
Nota: devono essere consultate le informazioni prescrittive dei medicinali da assumere in combinazione al fine di identificare potenziali interazioni.
Esami di laboratorio
L’impiego di steroidi contraccettivi può influenzare i risultati di alcuni esami di laboratorio, tra i quali parametri biochimici della funzionalità epatica, tiroidea, corticosurrenalica e renale, livelli plasmatici delle proteine (di trasporto), per esempio della globulina legante i corticosteroidi e delle frazioni lipido/lipoproteiche, parametri del metabolismo glucidico, della coagulazione e della fibrinolisi. Le variazioni rientrano, in genere, nel range dei valori normali di laboratorio.
Mercilon non è indicato durante la gravidanza. Se la gravidanza si instaura durante il trattamento con Mercilon, ne deve essere interrotta la somministrazione. Tuttavia, la maggior parte degli studi epidemiologici non ha rivelato un aumentato rischio di difetti alla nascita in bambini nati da donne che avevano usato COC prima della gravidanza, né alcun effetto teratogeno qualora, all’inizio della gravidanza, fosse stato inavvertitamente assunto un COC.
L’allattamento al seno può essere influenzato dai COC, in quanto questi possono ridurre la quantità e modificare la composizione del latte materno. L’uso dei COC deve perciò essere sconsigliato fino al termine dell’allattamento. Piccole quantità di steroidi contraccettivi e/o dei loro metaboliti possono essere escrete nel latte, ma non vi è prova che ciò danneggi la salute del bambino.
Non sono stati osservati effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari.
Gli effetti indesiderati probabilmente correlati al prodotto che sono stati riportati nelle utilizzatrici di Mercilon o di un COC in generale sono riportati nella tabella di seguito1.
Classificazione per organi e sistemi | Comune (>1/100) | Non comune (>1/1000 e <1/100) | Raro (<1/1000) |
Disturbi del sistema immunitario | | | Ipersensibilità |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | | Ritenzione dei liquidi | |
Disturbi psichiatrici | Umore depresso, alterazioni dell’umore | Riduzione della libido | Aumento della libido |
Patologie del sistema nervoso | Mal di testa | Emicrania | |
Patologie dell’occhio | | | Intolleranza alle lenti a contatto |
Patologie gastrointestinali | Nausea, dolori addominali | Vomito, diarrea | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | | Rash, orticaria | Eritema nodoso, eritema multiforme |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Dolore al seno, tensione mammaria | Ipertrofia mammaria | Secrezioni vaginali, secrezioni mammarie |
Esami diagnostici | Aumento di peso | | Perdita di peso |
1: viene riportato il termine MedDRA (versione 11.0) più idoneo a descrivere una certa reazione avversa. Non vengono riportati sinonimi o affezioni correlate; ciononostante anch’essi devono essere presi in considerazione.
Nelle donne che assumono contraccettivi orali combinati è stato riportato un certo numero di effetti indesiderati che sono discussi in dettaglio nella sezione 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego. Essi includono: disordini tromboembolici venosi, disordini tromboembolici arteriosi, ipertensione, tumori ormono-dipendenti (ad es. tumori epatici, cancro mammario), cloasma.
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Non sono stati riportati effetti negativi seri dovuti a sovradosaggio.
In questa circostanza possono presentarsi sintomi quali nausea, vomito e nelle ragazze, lieve sanguinamento vaginale.
Non vi sono antidoti ed un ulteriore trattamento deve essere sintomatico.
Categoria farmacoterapeutica: Contraccettivi ormonali sistemici, associazioni fisse estro-progestiniche
Codice ATC: G 03 AA09
L’effetto contraccettivo dei COC si fonda sull’interazione di vari fattori; i più importanti sono l’inibizione dell’ovulazione e le modificazioni della secrezione cervicale. Oltre a proteggere dal rischio di gravidanza, i COC presentano diverse proprietà positive le quali, accanto a quelle negative (vedere le “Avvertenze speciali e precauzioni d'impiego” e gli “Effetti indesiderati”), possono essere utili nella scelta del metodo di controllo delle nascite da adottare. Il ciclo mestruale è più regolare, la mestruazione è spesso meno dolorosa e le perdite ematiche meno abbondanti. Quest’ultima situazione può determinare una diminuzione dell’incidenza di sideropenia. Esiste, inoltre, con COC a dosaggi più alti (50 mcg di etinilestradiolo) evidenza di un ridotto rischio di tumori fibrocistici della mammella, cisti ovariche, malattia infiammatoria pelvica, gravidanza ectopica e cancro endometriale e ovarico. Rimane da confermare se ciò si applichi anche ai contraccettivi orali di tipo combinato a dosaggi più bassi.
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Desogestrel
ASSORBIMENTO
Dopo somministrazione orale, il desogestrel viene rapidamente e completamente assorbito e convertito in etonogestrel. Il picco dei livelli sierici viene raggiunto in circa 1,5 ore. La biodisponibilità è del 62-81%.
DISTRIBUZIONE
L’etonogestrel si lega all’albumina sierica e alla globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG). Solo il 2-4% delle concentrazioni sieriche totali del medicinale è presente come steroide libero, mentre il 40-70% si lega specificamente all’SHBG. L’aumento di SHBG indotto dall’etinilestradiolo influenza la distribuzione rispetto alle proteine sieriche, determinando un incremento della frazione legata all’SHBG ed una riduzione della frazione legata all’albumina. Il volume di distribuzione apparente del desogestrel è di 1,5 l/kg.
METABOLISMO
L’etonogestrel è completamente metabolizzato dalle vie metaboliche note degli steroidi. L’entità della clearance metabolica nel siero è di circa 2 ml/min/kg. Con la somministrazione concomitante di etinilestradiolo non sono state rilevate interazioni.
ELIMINAZIONE
I livelli sierici di etonogestrel diminuiscono in modo bifasico. La fase finale di eliminazione è caratterizzata da una emivita di circa 30 ore. Il desogestrel ed i suoi metaboliti vengono escreti per via urinaria e per via biliare, con un rapporto di circa 6:4.
CONDIZIONI ALLO STATO STAZIONARIO
La farmacocinetica dell’etonogestrel è influenzata dai livelli dell’SHBG, che vengono triplicati dall’etinilestradiolo. Dopo somministrazione giornaliera, i livelli sierici del medicinale aumentano di circa 2-3 volte, raggiungendo lo stato stazionario nella seconda metà del ciclo di trattamento.
Etinilestradiolo
ASSORBIMENTO
L’etinilestradiolo somministrato per via orale viene rapidamente e completamente assorbito. Il picco dei livelli sierici viene raggiunto in 1-2 ore. La biodisponibilità assoluta, dopo coniugazione presistemica e metabolismo di primo passaggio, è all’incirca del 60%.
DISTRIBUZIONE
L’etinilestradiolo è largamente, ma non specificamente, legato all’albumina sierica (approssimativamente per il 98,5%) e induce un aumento nelle concentrazioni sieriche dell’SHBG. È stato determinato un volume di distribuzione apparente di circa 5 l/kg.
METABOLISMO
L’etinilestradiolo è soggetto a coniugazione presistemica a livello sia della mucosa dell’intestino tenue sia del fegato. La principale via metabolica dell’etinilestradiolo è l’idrossilazione aromatica ma si forma anche una ampia gamma di metaboliti idrossilati e metilati, presenti come metaboliti liberi e coniugati con glucuronidi e solfati. L‘entità della clearance metabolica è pari a circa 5 ml/min/kg.
ELIMINAZIONE
I livelli sierici dell’etinilestradiolo diminuiscono in modo bifasico e la fase di eliminazione è caratterizzata da una emivita di circa 24 ore. Il medicinale immodificato non viene escreto, i metaboliti dell’etinilestradiolo vengono escreti per via urinaria e per via biliare con un rapporto di 4:6. L’emivita di escrezione dei metaboliti è di circa 1 giorno.
CONDIZIONI ALLO STATO STAZIONARIO
Le concentrazioni allo stato stazionario sono raggiunte dopo 3-4 giorni, quando i livelli sierici del medicinale sono più elevati del 30-40% rispetto alla singola somministrazione.
I dati preclinici non hanno evidenziato rischi specifici per l’uomo quando i COC vengono assunti secondo quanto raccomandato. Questo è quanto emerge dagli studi convenzionali sulla tossicità per somministrazioni ripetute, sulla genotossicità, sul potenziale cancerogeno e sulla tossicità riproduttiva. Occorre comunque ricordare che gli steroidi sessuali possono promuovere la crescita di alcuni tessuti e tumori ormono-dipendenti.
Silice colloidale anidra
lattosio monoidrato
amido di patate
povidone
acido stearico
alfa-tocoferolo
Non pertinente.
3 anni.
Non conservare a temperatura superiore a 30°C. Non congelare. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce e dall’umidità.
Blister in PVC/alluminio, inserito in una bustina di alluminio. Confezioni: 21, 3x21 e 6x21 compresse.
Ciascun blister contiene 21 compresse
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Nessuna istruzione particolare
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1 Marzo 1989/Maggio 2008
Giugno 2011