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METFORMINA TEVA COMPRESSE RIVESTITE
Ogni compressa rivestita contiene 500 mg di metformina cloridrato corrispondenti a 390 mg di metformina.
Per un elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa rivestita con film.
Compressa ovale rivestita, di colore da bianco a biancastro, con impresso "93" su un lato e "48" sull’altro.
Trattamento del diabete mellito di tipo 2 negli adulti, in particolare in pazienti sovrappeso, quando il regime alimentare controllato e l’esercizio fisico da soli non riescono a produrre un controllo glicemico adeguato.
Negli adulti, Metformina Teva può essere usata come monoterapia o in combinazione con altri agenti antidiabetici orali, o con insulina.
Nei bambini a partire da 10 anni di età e negli adolescenti, Metformina Teva può essere usata come monoterapia o in combinazione con insulina.
È stata dimostrata una riduzione delle complicanze correlate al diabete in pazienti sovrappeso affetti da diabete di tipo 2 trattati con Metformina Teva come terapia di prima linea in seguito a fallimento di regime dietetico (vedere il paragrafo 5.1).
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Adulti
Monoterapia e combinazione con altri agenti antidiabetici per uso orale
- La dose di partenza consueta consiste in una compressa somministrata 2 o 3 volte al giorno durante o dopo i pasti.
- Dopo 10-15 giorni la dose deve essere adattata in base agli esiti delle misurazioni della glicemia. Un incremento lento della dose può determinare un miglioramento della tollerabilità gastrointestinale. La dose massima raccomandata di metformina è di 3 g al giorno.
- Se è previsto il passaggio da un altro trattamento con agente antidiabetico orale: interrompere la terapia con l’altro agente e iniziare il trattamento con Metformina Teva alla dose sopra indicata.
Terapia combinata con insulina
Metformina Teva e insulina possono essere usate in terapia combinata per ottenere un miglior controllo del glucosio nel sangue.
Metformina Teva è somministrata alla consueta dose iniziale di una compressa 2-3 volte al giorno, mentre la dose di insulina è regolata sulla base delle misurazioni di glucosio ematico.
Anziani
A causa della possibilità di ridotta funzione renale in pazienti anziani, la dose di metformina deve essere regolata in base alla funzione renale. È necessario un regolare controllo della funzione renale (vedere il paragrafo 4.4).
Bambini e adolescenti
Monoterapia e terapia combinata con insulina
- Metformina Teva può essere usata nei bambini di età superiore ai 10 anni e negli adolescenti.
- Di norma la dose iniziale è una compressa da 500 mg o 850 mg una volta al giorno, somministrata durante o dopo i pasti.
- Dopo 10-15 giorni la dose deve essere adattata in base agli esiti delle misurazioni della glicemia. Un incremento lento della dose può determinare un miglioramento della tollerabilità gastrointestinale. La dose massima raccomandata di metformina è 2 g al giorno, assunti come 2 o 3 dosi separate.
- Ipersensibilità alla metformina cloridrato o a uno qualsiasi degli eccipienti.
- Chetoacidosi diabetica, precoma diabetico.
- Insufficienza renale o disfunzione renale (per esempio clearance della creatinina < 60 ml/min).
- Condizioni cliniche acute, potenzialmente in grado di alterare la funzione renale, come:
- disidratazione,
- infezione grave,
- shock,
- Patologia acuta o cronica che può causare ipossia tissutale, come ad esempio:
- insufficienza cardiaca o respiratoria,
- infarto miocardico recente,
- shock.
- Insufficienza epatica, intossicazione acuta da alcool, alcolismo.
Acidosi lattica
L’acidosi lattica è una complicazione metabolica rara, ma grave (mortalità elevata in assenza di trattamento tempestivo), che si può verificare a causa dell’accumulo di metformina. I casi segnalati di acidosi lattica in pazienti in trattamento con metformina si sono verificati principalmente in pazienti diabetici che presentavano insufficienza renale significativa. L’incidenza di acidosi lattica può e deve essere ridotta valutando anche altri fattori di rischio associati come ad esempio diabete insufficientemente controllato, chetosi, digiuno prolungato, consumo di alcool eccessivo, insufficienza epatica e qualsiasi condizione associata all’ipossia.
Diagnosi
Il rischio di acidosi lattica deve essere preso in considerazione in caso di comparsa di segni non specifici, come crampi muscolari associati a disturbi della digestione, quali dolore addominale e astenia grave.
A questo può far seguito dispnea acidosica, dolore addominale e ipotermia e coma.
Esiti diagnostici degli esami di laboratorio sono la diminuzione del pH ematico, livelli di lattato nel plasma superiori a 5 mmol/l, e un aumento del gap anionico e del rapporto lattato/piruvato.
Qualora si sospettasse insorgenza di acidosi metabolica, il trattamento con Metformina Teva deve essere interrotto e il paziente immediatamente ricoverato in ospedale (vedere il paragrafo 4.9).
Funzione renale
Poiché la metformina viene escreta per via renale, la clearance della creatinina (può essere stimata dai livelli di creatinina sierica usando la formula di Cockcroft-Gault) deve essere determinata prima di iniziare il trattamento e in seguito regolarmente:
- almeno una volta all’anno in pazienti con funzione renale normale,
- almeno da due a quattro volte l’anno in pazienti con livelli di clearance della creatinina al limite inferiore di normalità e nei pazienti anziani.
La funzione renale ridotta in pazienti anziani è frequente e sintomatica. È opportuno prestare particolare attenzione in situazioni in cui la funzione renale può essere alterata, per esempio quando si istituisce una terapia antipertensiva o diuretica e quando si inizia una terapia con un farmaco antiinfiammatorio non steroideo (FANS).
Somministrazione di mezzi di contrasto iodati
La somministrazione intravascolare di mezzi di contrasto a base di iodio in studi radiologici può condurre a insufficienza renale. Questo può portare ad un accumulo di metformina e può esporre ad acidosi lattica. Bisogna interrompere il trattamento con Metformina Teva prima o al momento del test e non riprenderlo fino a 48 ore dopo, solo quando la funzionalità renale sia stata riesaminata e ne sia stata accertata la normalità (vedere paragrafo 4.5).
Chirurgia
Il trattamento con metformina deve essere interrotto 48 ore prima di un intervento chirurgico non urgente, in anestesia generale, spinale o peridurale. La terapia deve essere ricominciata non prima di 48 ore dall’intervento o prima che il paziente abbia ripreso l’alimentazione per via orale e solo nel caso in cui la funzione renale sia stata determinata.
Bambini e adolescenti
La diagnosi di diabete mellito di tipo 2 deve essere confermata prima di iniziare il trattamento con Metformina Teva.
Non sono stati rilevati effetti di metformina su crescita e pubertà durante studi clinici controllati della durata di un anno ma non sono disponibili dati a lungo termine relativi a questi punti specifici. Pertanto, si raccomanda di effettuare un attento follow-up degli effetti su questi parametri nei bambini trattati con metformina, in particolare bambini in età preadolescenziale.
Bambini di età compresa tra 10 e 12 anni
In studi clinici controllati condotti su bambini e adolescenti sono stati inclusi solo 15 pazienti di età compresa tra 10 e 12 anni sono stati inclusi negli studi clinici controllati condotti su bambini e adolescenti. Sebbene efficacia e sicurezza di metformina somministrata ai bambini di età inferiore a 12 anni non differiscano dai parametri di efficacia e sicurezza riscontrati per i bambini di età superiore, si raccomanda particolare cautela nel prescrivere questo farmaco a bambini di età compresa tra 10 e 12 anni.
Altre precauzioni
- Tutti i pazienti devono continuare a seguire una dieta che preveda una regolare distribuzione dell’assunzione di carboidrati durante il giorno. I pazienti in sovrappeso devono continuare a seguire un regime alimentare ad apporto energetico limitato.
- I consueti test di laboratorio per il controllo del diabete devono essere effettuati con regolarità.
- L’assunzione di metformina in monoterapia non determina in alcun caso l’insorgenza di ipoglicemia, sebbene si consigli cautela nel caso in cui la stessa sia somministrata in combinazione con insulina o altri antidiabetici orali (per es. sulfoniluree o metiglinidi).
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Associazioni sconsigliate.
Alcool
Aumento del rischio di acidosi lattica in intossicazione acuta da alcool in particolare in caso di
- digiuno o malnutrizione,
- insufficienza epatica.
Evitare il consumo di alcool e di farmaci contenenti alcool.
Mezzi di contrasto iodati (vedere il paragrafo 4.4)
La somministrazione intravascolare di agenti di contrasto iodati può condurre a insufficienza renale, determinando accumulo di metformina e rischio di acidosi lattica. Il trattamento con metformina deve essere interrotto prima o al momento del test e non deve essere ripreso fino a 48 ore dopo e solo quando la funzione renale è stata riesaminata e ne è stata accertata la normalità (vedere paragrafo 4.4).
Associazioni che richiedono precauzioni per l’uso
Medicinali con attività iperglicemica intrinseca come glucocorticoidi (somministrati per via sistemica e locale) e simpaticomimetici
Informare il paziente ed effettuare più frequentemente il monitoraggio della glicemia, specialmente all’inizio del trattamento. Se necessario aggiustare la dose di metformina durante la terapia con l’altro farmaco e in seguito all’interruzione del trattamento con lo stesso.
Diuretici
I diuretici, specialmente i diuretici dell’ansa, possono aumentare il rischio di acidosi lattica a causa del loro potenziale decremento dell’attività renale.
Gravidanza
Il diabete non controllato durante la gravidanza (gestazionale o permanente) viene associato ad un aumento del rischio di anomalie congenite e mortalità prenatale.
Un numero limitato di dati sull’uso di metformina in donne in gravidanza non ha evidenziato un aumentato rischio di anomalie congenite. Studi condotti su animali non indicano effetti nocivi su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto o sviluppo postnatale (vedere anche il paragrafo 5.3).
Quando la paziente pianifica la gravidanza e durante la gravidanza stessa, è opportuno non trattare il diabete con metformina ma impiegare l’insulina per mantenere i livelli di glucosio ematico più vicini possibile alla normalità al fine di ridurre il rischio di malformazioni fetali associate a livelli di glucosio ematico anormali.
Allattamento
La metformina viene escreta nel latte materno umano. Non sono stati notati effetti collaterali nei neonati/bambini allattati al seno. Comunque, poiché sono disponibili solo dati limitati, si raccomanda di non allattare al seno durante il trattamento con metformina. È quindi opportuno decidere se interrompere l’allattamento al seno tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno e il rischio potenziale di effetti collaterali sul bambino.
Fertilità
La fertilità dei ratti maschi e femmine non è stata influenzata dalla metformina somministrata a dosi fino a 600 mg/kg/die, che sono approssimativamente pari a tre volte la massima dose giornaliera raccomandata nell’uomo calcolata sulla base dell’area di superficie corporea.
Metformina Teva in monoterapia non determina ipoglicemia, perciò non ha alcun effetto sulla capacità di guidare veicoli o usare macchinari.
Tuttavia i pazienti devono essere avvertiti in merito al rischio di insorgenza di ipoglicemia, nel caso in cui metformina sia usata in combinazione con altri agenti antidiabetici (sulfoniluree, insulina, meglitinidi).
All’inizio del trattamento gli effetti indesiderati più comuni sono nausea, vomito, diarrea, dolori addominali e perdita dell’appetito e nella maggior parte dei casi scompaiono spontaneamente. Per impedire l’insorgere di questi sintomi, si raccomanda di assumere la metformina in 2 o 3 dosi giornaliere e di incrementare la dose lentamente.
In seguito a trattamento con Metformina Teva, si possono verificare i seguenti effetti indesiderati. La frequenza è definita come segue: molto comuni: > 1/10; comuni: ≥ 1/100, < 1/10; non comuni: ≥ 1/1000, < 1/100; rari: ≥ 1/10.000, < 1/1000; molto rari < 1/10.000, non noti (la frequenza non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravità.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto rari: riduzione dell’assorbimento di vitamina B12 con diminuzione dei livelli nel siero durante l’impiego a lungo termine di Metformina Teva. è opportuno tenere in considerazione tale eziologia se un paziente presenta anemia megaloblastica.
Molto rari: acidosi lattica (vedere il paragrafo 4.4).
Patologie del sistema nervoso
Comuni: alterazioni del gusto.
Patologie gastrointestinali
Molto comuni: disturbi gastrointestinali come ad esempio nausea, vomito, diarrea, dolore addominale e perdita di appetito. Questi effetti indesiderati si verificano più frequentemente nelle fasi iniziali della terapia e si risolvono spontaneamente nella maggior parte dei casi. Per prevenirne l’insorgenza, si raccomanda l’assunzione di Metformina Teva in 2 o 3 dosi giornaliere durante o dopo i pasti. Un incremento lento della dose può inoltre determinare un miglioramento della tollerabilità gastrointestinale.
Patologie epatobiliari
Molto rari: casi isolati di esiti anomali dei test di funzionalità epatica o epatite che si risolvono in seguito a interruzione del trattamento con Metformina Teva.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto rari: reazioni cutanee come eritema, prurito, orticaria.
Popolazione pediatrica
Nell’ambito di dati clinici pubblicati e successivi alla commercializzazione, e in studi clinici controllati, in una esigua popolazione pediatrica di età compresa tra 10 e 16 anni, trattata per un periodo di 1 anno, la natura e la gravità degli eventi avversi segnalati erano simili a quelle riportati per gli adulti.
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Non è stata osservata ipoglicemia con dosi di metformina fino a 85 g, sebbene in alcuni casi si sia verificata insorgenza di acidosi lattica. Sovradosaggio elevato di metformina o rischi concomitanti possono condurre ad acidosi lattica. L’acidosi lattica è un’emergenza medica e deve essere trattata in ospedale. Il metodo più efficace per rimuovere lattato e metformina è l’emodialisi.
Categoria farmacoterapeutica: Farmaci per uso orale che riducono i livelli di glucosio ematico, biguanidi.
Codice ATC: A10BA02
La metformina è una biguanide con effetti antiperglicemici, in grado di ridurre i livelli di glucosio plasmatici sia basali che postprandiali. Non stimola la secrezione di insulina e perciò non produce ipoglicemia.
La metformina può agire attraverso 3 meccanismi:
(1) riducendo la produzione di glucosio epatico mediante l’inibizione di gluconeogenesi e glicogenolisi
(2) nella muscolatura, aumentando la sensibilità insulinica, migliorando la captazione e l’utilizzo del glucosio periferico
(3) e ritardando l’assorbimento del glucosio a livello intestinale.
La metformina stimola la sintesi del glicogeno intracellulare agendo sulla glicogeno sintasi.
La metformina aumenta la capacità di trasporto di tutti i tipi di trasportatori di glucosio di membrana (GLUT).
In studi clinici, l’uso della metformina era associato a stabilizzazione o modesta perdita del peso corporeo.
Nell’uomo la metformina ha effetti favorevoli sul metabolismo lipidico indipendentemente dalla sua azione sulla glicemia. Questo effetto è stato dimostrato a dosi terapeutiche nel corso di studi clinici controllati a medio o lungo termine: la metformina riduce i livelli di colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi.
Efficacia clinica
Lo studio prospettico randomizzato (UKPDS) ha stabilito i benefici a lungo termine di un controllo intensivo della glicemia nel diabete di tipo 2 negli adulti.
L’analisi dei risultati per i pazienti in sovrappeso trattati con metformina in seguito a esiti negativi del solo regime dietetico hanno dimostrato
- una riduzione significativa del rischio assoluto di qualsiasi complicazione correlata a diabete nel gruppo trattato con metformina (29,8 eventi/1000 paziente-anni) rispetto al solo regime dietetico (43,3 eventi/1000 paziente-anni), p=0,0023, e rispetto ai gruppi in trattamento con sulfonilurea in combinazione e insulina in monoterapia (40,1 eventi/1000 paziente-anni), p=0,0034;
- una riduzione significativa del rischio assoluto di mortalità correlata a diabete: metformina 7,5 eventi/1000 paziente-anni, solo regime dietetico 12,7 eventi/1000 paziente-anni, p=0,017;
- una riduzione significativa del rischio assoluto di mortalità complessiva: metformina 13,5 eventi/1000 paziente-anni rispetto al solo regime alimentare controllato 20,6 eventi/1000 paziente-anni (p=0,011), e rispetto ai gruppi in trattamento con sulfonilurea in combinazione e insulina in monoterapia 18,9 eventi/1000 paziente-anni (p=0,021);
- una riduzione significativa del rischio assoluto di infarto miocardico: metformina 11 eventi/1000 paziente-anni, rispetto al solo regime dietetico 18 eventi/1000 paziente-anni (p=0,01).
Per la metformina usata come terapia di seconda linea, in combinazione con una sulfonilurea, non sono stati dimostrati benefici relativi agli esiti clinici.
Nel diabete di tipo 1, la combinazione di metformina e insulina è stata usata in pazienti selezionati, ma i benefici clinici di questa combinazione non sono stati stabiliti formalmente.
Popolazione pediatrica
Studi clinici controllati condotti su una esigua popolazione pediatrica di età compresa tra 10 e 16 anni trattata per 1 anno hanno dimostrato una risposta simile a quella evidenziata dagli adulti in relazione al controllo glicemico.
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Assorbimento
Dopo la somministrazione di una dose orale di metformina, la massima concentrazione plasmatica (Cmax) è raggiunta entro 2,5 ore (tmax). La biodisponibilità assoluta di una compressa di metformina da 500 mg o 850 mg è circa 50-60% nei soggetti sani. Dopo l’assunzione di una dose orale, la frazione non assorbita recuperata nelle feci era 20-30%.
Dopo la somministrazione orale, l’assorbimento di metformina è saturabile e incompleto. Si presume che la farmacocinetica dell’assorbimento di metformina sia non lineare.
A dosi e schemi posologici consueti di metformina, le concentrazioni plasmatiche in steady state sono raggiunte entro 24-48 ore e sono generalmente inferiori a 1 mcg/ml. Nel corso di studi clinici controllati, i massimi livelli plasmatici di metformina (Cmax) non erano superiori a 54 mcg/ml, anche al massimo dosaggio.
L’assunzione di cibo diminuisce la dimensione e leggermente ritarda l’assorbimento di metformina. In seguito alla somministrazione di una dose di 850 mg, è stato osservato un picco di concentrazione plasmatica inferiore del 40%, una diminuzione del 25% della AUC (area sotto la curva) e un prolungamento di 35 minuti del tempo necessario a raggiungere la concentrazione di picco nel plasma. La rilevanza clinica di queste diminuzioni non è nota.
Distribuzione
Il legame con le proteine plasmatiche è trascurabile. Suddivisione della metformina negli eritrociti. Il picco ematico è inferiore rispetto al picco plasmatico e compare approssimativamente nello stesso momento. Gli eritrociti molto probabilmente rappresentano un compartimento di distribuzione secondario. Il Vd medio oscilla tra 63 e 276 l.
Metabolismo
La metformina viene escreta nelle urine in forma invariata. Non sono stati individuati metaboliti negli esseri umani.
Eliminazione
La clearance renale della metformina è pari a > 400 ml/min, e ciò indica che la metformina è eliminata tramite filtrazione glomerulare e secrezione tubulare. In seguito ad assunzione di una dose orale, l’emivita di eliminazione terminale apparente è di circa 6,5 ore.
Quando la funzione renale è alterata, la clearance renale diminuisce in proporzione a quella della creatinina e perciò l’emivita di eliminazione è prolungata, e conduce a un aumento dei livelli di metformina nel plasma.
Popolazione pediatrica
Studio con dose singola: in seguito all’assunzione di dosi singole di metformina da 500 mg i pazienti pediatrici hanno evidenziato un profilo farmacocinetico simile a quello osservato negli adulti sani.
Studio con dosi multiple: i dati sono limitati a un solo studio. In seguito alla somministrazione di dosi ripetute da 500 mg BID per 7 giorni in pazienti pediatrici, le concentrazioni di picco nel plasma (Cmax) e l’esposizione sistemica (AUC0-t) risultavano rispettivamente ridotte di circa 33% e 40% se comparate con adulti diabetici che avevano ricevuto dosi ripetute di 500 mg BID per 14 giorni. Poiché la dose è titolata individualmente in base agli esiti del controllo glicemico, questo ha una rilevanza clinica limitata.
I dati preclinici non indicano rischi particolari per l’uomo in base agli studi convenzionali di sicurezza farmacologica, alla tossicità per dosi ripetute, alla genotossicità, al potenziale cancerogeno e alla tossicità riproduttiva.
Parte interna
Povidone K30
Povidone K90
Silice colloidale anidra
Magnesio stearato
Rivestimento
Ipromellosa (E464)
Titanio diossido (E171)
Macrogol 400
Non applicabile.
3 anni.
La conservazione di questo medicinale non richiede condizioni particolari.
Blisters in PVC/PVdC/Alluminio.
Confezioni da 20, 28, 30, 50, 56, 60, 84, 90, 100, 120 e 500 compresse rivestite.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Teva Italia S.r.l. - Via Messina, 38 - 20154 Milano
28 compresse rivestite in blister trasp. PV/PVDC/AL da 500 mg
A.I.C. n. 035195092/M
28 compresse rivestite in blister bianco opaco PV/PVDC/AL da 500 mg
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30 compresse rivestite in blister trasp PV/PVDC/AL da 500 mg
A.I.C. n. 035195104/M
30 compresse rivestite in blister bianco opaco PV/PVDC/AL da 500 mg
A.I.C. n. 035195205/M
50 compresse rivestite in blister trasp. PV/PVDC/AL da 500 mg -
A.I.C. n. 035195116/M
50 compresse rivestite in blister bianco opaco PV/PVDC/AL da 500 mg
A.I.C. n. 035195217/M
56 compresse rivestite in blister trasp. PV/PVDC/AL da 500 mg
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56 compresse rivestite in blister bianco opaco PV/PVDC/AL da 500 mg
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60 compresse rivestite in blister trasp. PV/PVDC/AL da 500 mg
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60 compresse rivestite in blister bianco opaco PV/PVDC/AL da 500 mg
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84 compresse rivestite in blister trasp. PV/PVDC/AL da 500 mg
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90 compresse rivestite in blister trasp. PV/PVDC/AL da 500 mg
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500 compresse rivestite in blister bianco opaco PV/PVDC/AL da 500 mg
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13 settembre 2001/17 giugno 2004
Giugno 2011