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METVIX
Metvix crema contiene 160 mg/g di metil aminolevulinato (come cloridrato) equivalente al 16,0% di metil aminolevulinato (come cloridrato).
Gli eccipienti includono alcool cetostearilico (40 mg/g), metile paraidrossibenzoato (E218; 2 mg/g), propile paraidrossibenzoato (E216; 1 mg/g) e olio di arachidi (30 mg/g).
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Crema.
Il colore va dal panna al giallo chiaro.
Trattamento di cheratosi attiniche di lieve spessore o non ipercheratosiche e non pigmentate del viso e del cuoio capelluto, nei casi in cui le altre terapie si considerano meno appropriate.
Esclusivamente per il trattamento di carcinoma basocellulare superficiale e/o nodulare per il quale non sono indicate le altre terapie disponibili, a causa di possibile morbilità associata al trattamento e scarso esito cosmetico, quali lesioni sulla parte centrale del viso o sulle orecchie, lesioni su cute gravemente danneggiata dal sole, lesioni estese o ricorrenti.
Trattamento del carcinoma a cellule squamose in situ (malattia di Bowen) laddove l’asportazione chirurgica sia considerata un’alternativa meno appropriata.
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Adulti (inclusi pazienti anziani)
Il trattamento della cheratosi attinica (AK) deve comprendere una sessione di terapia fotodinamica. Le lesioni trattate devono essere valutate dopo tre mesi e se necessario il trattamento deve essere ripetuto con una seconda sessione terapeutica. Il trattamento del carcinoma basocellulare (BCC) e della malattia di Bowen deve comprendere due sessioni intervallate di una settimana.
Prima di applicare Metvix crema, è opportuno preparare la superficie delle lesioni, al fine di rimuovere le croste o desquamazioni formatesi sulla superficie cutanea, lasciando la superficie ruvida. Le lesioni nodulari da carcinoma basocellulare si presentano spesso coperte da uno strato cheratinico epidermico integro che deve essere asportato. Il materiale tumorale esposto deve essere asportato delicatamente e senza oltrepassare i margini tumorali.
Applicare uno strato di Metvix crema (dello spessore di 1 mm circa) con una spatola sulla superficie della lesione e su 5-10 mm della cute normale circostante. Coprire l’area trattata con un bendaggio occlusivo da mantenere per 3 ore.
Rimuovere il bendaggio e pulire l’area con soluzione fisiologica, quindi esporre immediatamente la superficie lesionata a una sorgente di luce rossa con spettro continuo di 570-670 nm e dose complessiva di luce pari a 75 J/cm². La stessa attivazione delle porfirine accumulate può essere ottenuta anche utilizzando una sorgente di luce rossa con spettro più ristretto.
L’intensità della luce sulla superficie della lesione non deve superare i 200 mW/cm².
Utilizzare esclusivamente lampade con marchio CE, dotate dei necessari filtri e/o specchi riflettenti per ridurre al minimo l’esposizione al calore, alla luce blu e alla radiazione UV. È importante assicurarsi di somministrare la corretta dose di luce, che si determina in base a fattori quali l’ampiezza del campo luminoso, la distanza fra la lampada e la superficie cutanea e il tempo di irraggiamento. Tali fattori variano in base al tipo di lampada, che deve comunque essere impiegata seguendo le istruzioni d’uso del manuale allegato. La dose di luce somministrata deve essere controllata mediante adeguato rilevatore, se disponibile.
Il paziente e l’operatore devono rispettare le istruzioni di sicurezza fornite unitamente alla fonte luminosa. Durante l’irraggiamento il paziente e l’operatore devono indossare occhiali protettivi adeguati allo spettro luminoso della lampada.
Durante l’irraggiamento non è necessario proteggere la superficie cutanea sana che circonda la lesione.
Le lesioni multiple possono essere trattate nell’ambito della stessa sessione di trattamento.
La risposta della lesione alla terapia deve essere valutata dopo tre mesi e, nell’ambito di tale valutazione, le sedi che mostrano risposte incomplete possono essere sottoposte ad un nuovo ciclo di trattamento. Si raccomanda di confermare la risposta al trattamento delle lesioni BCC e delle lesioni da malattia di Bowen con biopsia istologica. Successivamente, si raccomanda un attento monitoraggio clinico a lungo termine delle lesioni BCC e delle lesioni da malattia di Bowen, avvalendosi eventualmente anche di biopsia istologica.
Bambini e adolescenti
Non vi sono esperienze sul trattamento con Metvix crema nei pazienti di età inferiore a 18 anni.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti incluso olio d’arachidi.
Carcinoma basocellulare morfeiforme.
Porfiria.
Metvix crema deve essere somministrato esclusivamente in presenza di un medico, infermiere o altro operatore sanitario competente nell’uso di terapia fotodinamica con Metvix.
L’uso di Metvix non è raccomandato in gravidanza (vedere 4.6). Cheratosi attiniche spesse (ipercheratosiche) non devono essere trattate con Metvix.
Non vi sono esperienze nel trattamento con Metvix crema di lesioni pigmentate, altamente infiltranti o sui genitali.
Non c’è esperienza sul trattamento delle lesioni da malattia di Bowen più estese di 40 mm. Analogamente alla crioterapia ed alla terapia del 5-fluorouracile nel trattamento della malattia di Bowen, la percentuale di risposta per quanto riguarda il trattamento delle lesioni estese (>20 mm di diametro) è inferiore a quella relativa alle piccole lesioni.
Non c’è esperienza sul trattamento delle lesioni da malattia di Bowen nei pazienti trapiantati sottoposti a terapia immunosoppressiva o in pazienti precedentemente esposti all’arsenico.
Il metil aminolevulinato può causare fenomeni di sensibilizzazione al contatto cutaneo che possono provocare, nel sito di applicazione, eczema o dermatite allergica da contatto. L’eccipiente alcool cetostearilico può provocare reazioni cutanee locali (ad esempio, dermatite da contatto) e il metil e propil paraidrossibenzoato (E218, E216) possono causare reazioni allergiche (anche ritardate).
Prima del trattamento, deve essere sospesa qualunque terapia con raggi UV. Come precauzione generale, si deve evitare di esporre al sole le sedi delle lesioni trattate e la cute circostante per circa due giorni in seguito al trattamento.
Evitare il contatto diretto di Metvix crema con gli occhi.
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Non sono stati effettuati studi specifici sulle interazioni con il metil aminolevulinato.
Gravidanza
Non sono disponibili dati clinici sull’esposizione al metil aminolevulinato in gravidanza. Non sono stati effettuati studi di tossicità sulla riproduzione in modelli animali. L’uso di Metvix non è raccomandato in gravidanza (vedere 4.4).
Allattamento
Non è nota la quantità di metil aminolevulinato escreto nel latte materno in seguito alla somministrazione topica di Metvix crema. In assenza di esperienze cliniche, si raccomanda di sospendere l’allattamento al seno per 48 ore dopo l’applicazione di Metvix crema.
Non pertinente.
a) Il 60 % circa dei pazienti ha riportato reazioni localizzate nell’area trattata attribuibili agli effetti tossici della terapia fotodinamica (fototossicità) o alla preparazione della lesione.
I sintomi più frequenti sono sensazioni di dolore e di bruciore della pelle che solitamente, si avvertono al momento dell’irraggiamento o subito dopo e durano poche ore generalmente risolvendosi il giorno stesso del trattamento. I sintomi sono generalmente di lieve o moderata intensità e raramente richiedono una interruzione anticipata dell’irraggiamento. I più frequenti segni di fototossicità sono eritema e comparsa di croste.
La maggior parte di questi sintomi sono di lieve o moderata intensità e persistono da 1 a 2 settimane o solo occasionalmente più a lungo.
Il trattamento ripetuto con Metvix è associato ad una ridotta frequenza e gravità di reazioni fototossiche a livello locale.
b) La tabella seguente mostra l’incidenza di reazioni avverse rilevate in uno studio clinico condotto su 932 pazienti trattati secondo un protocollo terapeutico standard.
Classificazione organi (MedDRA) | Frequenza* | Reazione Avversa |
Patologie del sistema nervoso | Comune | Parestesia, mal di testa |
Patologie dell’occhio | Non comune | Gonfiore oculare, dolore oculare |
Patologie vascolari | Non comune | Emorragia della lesione |
Patologie gastrointestinali | Non comune | Nausea |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Molto comune | Dolore della cute, sensazione di bruciore cutaneo, formazione di croste, eritema |
Comune | Infezione cutanea, ulcerazione cutanea, edema cutaneo, gonfiore cutaneo, vescicola, emorragia cutanea, prurito, esfoliazione cutanea, sensazione di calore a livello della cute |
Non comune | Orticaria, rash, irritazione cutanea, reazione di fotosensibilità, ipopigmentazione cutanea, iperpigmentazione cutanea, rash da aumento di temperatura, fastidio cutaneo |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune | Essudazione nel sito di applicazione, sensazione di calore |
Non comune | Fatica |
* Reazioni avverse molto comuni: reazioni avverse che si riscontrano in ≥1/10 dei pazienti. |
Reazioni avverse comuni: reazioni avverse che si riscontrano in ≥1/100, <1/10 dei pazienti. |
Reazioni avverse non comuni: reazioni avverse che si riscontrano in ≥1/1.000, ≤1/100 dei pazienti. |
Sono incluse le reazioni avverse riferite da più di due pazienti negli studi clinici. |
Sono stati raccolti casi di eczema e di dermatite allergica da contatto nel sito di applicazione durante la sorveglianza post-marketing. La maggior parte dei casi erano localizzati nell’area del trattamento ed erano di grado non severo; in rari casi eritema e gonfiore si sono estesi oltre l’area del trattamento.
Uno studio condotto su pazienti immunocompromessi a seguito di trapianto d’organo non ha identificato alcuna preoccupazione per la sicurezza in questa popolazione, dal momento che gli eventi avversi riportati in questo studio sono risultati simili a quelli raccolti in studi su pazienti immunocompetenti.
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Il grado di severità delle reazioni fototossiche locali, quali eritema, dolore e bruciore, può incrementarsi con un tempo di applicazione protratto o un’intensità della luce molto elevata.
Categoria farmacoterapeutica: agente antineoplastico, codice ATC: L01X D03
Meccanismo di azione
Dopo l’applicazione topica di metil aminolevulinato, si riscontra un accumulo delle porfirine a livello intracellulare nelle lesioni cutanee trattate. Le porfirine intracellulari (fra cui PpIX) sono composti fotoattivi e fluorescenti e, se fotoattivati in presenza di ossigeno, formano ossigeno singoletto, che danneggia i comparti cellulari, in particolare i mitocondri. L’attivazione luminosa delle porfirine accumulate induce una reazione fotochimica con conseguente fototossicità ai danni delle cellule bersaglio esposte alla luce.
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È stato studiato l’assorbimento dermico in vitro del metil aminolevulinato radiomarcato in seguito all’applicazione sulla cute umana. Dopo 24 ore dall’applicazione, si è rilevato un assorbimento cumulativo medio attraverso la cute umana pari allo 0,26% della dose somministrata, con la formazione di un deposito cutaneo contenente il 4,9% della dose. Non sono stati effettuati studi corrispondenti sulla cute umana presentante danni simili a quelli derivanti da lesioni da cheratosi attinica e superficie ulteriormente irruvidita o priva di strato corneo.
Con l’uso di Metvix crema nell’uomo, è stato dimostrato un maggior grado di accumulo delle porfirine a livello delle lesioni rispetto alla cute normale. Dopo l’applicazione della crema (3 ore) e la successiva esposizione a una sorgente di luce non coerente con lunghezza d’onda pari a 570-670 nm e dose complessiva di luce pari a 75 J/cm², si è rilevato un effetto di fotodecolorazione totale con ritorno dei livelli di porfirine ai valori pretrattamento.
I dati preclinici rivelano l’assenza di rischi potenziali per gli esseri umani sulla base di studi di tossicità e genotossicità in presenza o assenza di fotoattivazione. Non sono stati effettuati studi di carcinogenicità o studi sulla funzione riproduttiva con metil aminolevulinato.
• Glicerilmonostearato autoemulsionante
• Alcool cetostearilico
• Poliossil-40-stearato
• Metile paraidrossibenzoato (E 218)
• Propile paraidrossibenzoato (E 216)
• Disodio edetato
• Glicerolo
• Paraffina soffice bianca
• Colesterolo
• Isopropile miristato
• Olio di arachidi
• Olio di mandorla raffinato
• Alcool oleico
• Acqua depurata.
Non pertinente.
A confezione integra: 18 mesi.
1 settimana dalla prima apertura del contenitore.
Conservare a temperatura compresa tra 2°C e 8°C (in frigorifero).
Tubo di alluminio con lacca protettiva interna e sigillo in lattice. Tappo a vite di materiale plastico (HDPE).
Metvix crema è fornito in tubo contenente 2 g di crema.
Nessuna istruzione particolare.
GALDERMA Italia S.p.A. - Sede legale: Via dell'Annunciata, 21 - Milano - Uffici commerciali e amministrativi: Centro Direzionale Colleoni - Agrate Brianza (MI)
AIC n. 035995012/M
Febbraio 2004/ Luglio 2006
Marzo 2009