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MINIDIAB
Ogni compressa divisibile contiene: glipizide 5 mg.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Compresse.
Diabete mellito dell’adulto non controllabile con la sola dieta.
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La posologia va adattata al singolo paziente sulla base dei controlli periodici della glicosuria e della glicemia. In genere il compenso glicemico si ottiene con dosi giornaliere comprese tra 2,5 e 20 mg di Minidiab (½-4 compresse) frazionate in 2 o più somministrazioni immediatamente prima dei pasti principali.
Pazienti trattati per la prima volta: iniziare con ½-1 compressa al dì, eventualmente aumentare la dose fino a compenso raggiunto.
Pazienti già trattati con ipoglicemizzati orali: il dosaggio dipende dallo stato clinico-metabolico del paziente e dal trattamento precedente; anche in questo caso è consigliabile iniziare con bassi dosaggi aumentandoli gradatamente fino a compenso raggiunto. Procedere con cautela ed eventualmente lasciare trascorrere un opportuno periodo di tempo tra il termine del trattamento precedente e l’inizio del trattamento con Minidiab.
Pazienti in trattamento insulinico: in alcuni casi Minidiab permette di ridurre il fabbisogno giornaliero di insulina, durante il primo periodo di trattamento è tuttavia necessario un frequente controllo dello stato glicemico del paziente.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Come le altre sulfaniluree Minidiab è controindicato: nel diabete insulino-dipendente, nel diabete chetoacidosico, nel coma e nel precoma diabetico, in caso di funzionalità renale o epatica gravemente compromesse, nell’insufficienza surrenalica. Nel diabete latente e negli stati prediabetici non è consigliabile l’uso delle sulfaniluree.
L’uso delle sulfaniluree deve essere limitato ai pazienti con diabete mellito sintomatico insorto in età adulta, non chetogenico, non controllabile con la sola dieta e non suscettibile di trattamento insulinico.
Il trattamento con sulfaniluree di pazienti con deficienza di G6PD può portare ad anemia emolitica.
La glipizide deve essere pertanto utilizzata con cautela in tali pazienti e deve essere considerata un’alternativa terapeutica.
Ipoglicemia
Tutte le sulfaniluree, inclusa la glipizide, possono causare una grave ipoglicemia che può evolvere in coma e può richiedere il ricovero in ospedale. I pazienti che sono in una situazione di grave ipoglicemia devono essere trattati con opportuna terapia a base di glucosio e vanno monitorati da un minimo di 24 ore ad un massimo di 48 ore.
L’insufficienza renale o epatica può influenzare la disponibilità della glipizide e può inoltre diminuire la capacità glucogenica; entrambi gli eventi aumentano il rischio di serie reazioni ipoglicemiche (vedere paragrafi 4.3 - Controindicazioni e 5.2 - Proprietà farmacocinetiche).
Gli anziani, i soggetti debilitati o malnutriti ed i pazienti con insufficienza ipofisaria, sono particolarmente suscettibili all’azione ipoglicemica dei farmaci che abbassano il glucosio nel sangue.
Può essere difficile riconoscere l’ipoglicemia negli anziani e nelle persone che assumono farmaci beta bloccanti. È più comune che l’ipoglicemia si presenti quando c’è un’insufficiente apporto calorico, dopo un importante e prolungato esercizio fisico, quando viene ingerito alcool o quando si assume più di un farmaco ipoglicemizzante.
L’efficacia di qualsiasi farmaco ipoglicemizzante orale, inclusa la glipizide, nell’abbassare il glucosio nel sangue fino al livello desiderato, diminuisce in molti pazienti dopo un periodo di tempo. Ciò può essere dovuto alla progressione del diabete o ad una minore risposta al farmaco. Questo fenomeno è conosciuto come fallimento secondario, per distinguerlo dal fallimento primario in cui il farmaco è inefficace in un certo paziente quando somministrato per la prima volta.
Test di laboratorio
Il glucosio nel sangue deve essere periodicamente controllato. Dovrebbe essere effettuata la misurazione dell’emoglobina glicosilata e valutati gli obiettivi sulla base degli standard di cura correnti.
Disturbi Renali ed Epatici
La farmacocinetica e/o la farmacodinamica della glipizide possono essere modificate nei pazienti con compromessa funzione renale o epatica. Se in questi pazienti si dovesse presentare ipoglicemia, questa potrebbe essere prolungata e dovrebbe essere iniziato un trattamento opportuno (vedere paragrafi 4.3 - Controindicazioni e 5.2 - Proprietà farmacocinetiche).
Perdita di Controllo del Glucosio nel Sangue
In concomitanza di traumi, interventi chirurgici, malattie infettive e stati febbrili, può rendersi necessario instaurare temporaneamente una terapia insulinica.
Informazioni per i Pazienti
Il rischio di ipoglicemia, i suoi sintomi (cefalea, irritabilità, disturbi del sonno, tremore, forte sudorazione) ed il trattamento, e le condizioni che predispongono al suo sviluppo devono essere spiegati al paziente ed ai familiari. Deve inoltre essere spiegato il fallimento primario e secondario.
Il medicinale contiene lattosio e non è quindi adatto per i soggetti con deficit di lattasi, galattosemia o sindrome da malassorbimento di glucosio/galattosio.
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I seguenti prodotti tendono ad aumentare l’effetto ipoglicemico
Antifungini:
· Miconazolo: aumento dell’effetto ipoglicemico, possibile sviluppo di sintomi di ipoglicemia o anche coma.
· Fluconazolo: sono stati riportati casi di ipoglicemia in seguito all’assunzione della glipizide insieme al fluconazolo, risultato di un possibile aumento dell’emivita della glipizide.
· Voriconazolo: sebbene non sia studiato, il voriconazolo può aumentare i livelli plasmatici di sulfaniluree (es. tolbutamide, glipizide e gliburide) e può perciò causare ipoglicemia. Durante la somministrazione concomitante è raccomandato un attento monitoraggio del glucosio plasmatico.
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) (es. fenilbutazone): aumento dell’effetto ipoglicemico delle sulfaniluree (distacco delle sulfaniluree legate alle proteine plasmatiche e/o diminuzione nell’eliminazione delle sulfaniluree).
Salicilati (acido acetilsalicilico): aumento dell’effetto ipoglicemico con alte dosi di acido acetilsalicilico (azione ipoglicemica dell’acido acetilsalicilico).
Alcool: aumento dell’effetto ipoglicemico che può portare al coma ipoglicemico.
Farmaci Beta-bloccanti: tutti i farmaci beta-bloccanti mascherano alcuni dei sintomi dell’ipoglicemia, es. palpitazioni e tachicardia. La maggior parte dei beta-bloccanti non cardio selettivi aumenta l’incidenza e la gravità dell’ipoglicemia.
Inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina: l’uso di inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina può portare ad un aumento dell’effetto ipoglicemico nei pazienti diabetici trattati con sulfaniluree, inclusa la glipizide. Pertanto può essere necessaria una riduzione del dosaggio della glipizide.
Antagonisti dei recettori H2 : l’uso degli antagonisti dei recettori H2 (es. cimetidina) può potenziare l’effetto ipoglicemico delle sulfanilure, inclusa la glipizide.
L’effetto ipoglicemico delle sulfaniluree può essere generalmente potenziato dagli inibitori delle monoaminossidasi e dai farmaci che sono fortemente legati alle proteine, come le sulfonamidi, il cloramfenicolo, il probenecid, i cumarinici (dicumarolo e suoi derivati), la ciclofosfamide e il feniramidolo. Quando questi farmaci sono somministrati a (o sospesi da) un paziente in terapia con glipizide, il paziente deve essere attentamente monitorato per il rischio di ipoglicemia (o perdita del controllo glicemico).
I seguenti prodotti possono causare iperglicemia
Fenotiazine (es. clorpromazina) ad alti dosaggi (>100 mg al giorno di clorpromazina): aumento del glucosio nel sangue (riduzione del rilascio di insulina).
Corticosteroidi: aumento del glucosio nel sangue.
Simpaticomimetici (es. ritodrina, salbutamolo, terbutalina): aumento del glucosio nel sangue dovuto alla stimolazione dei recettori beta 2-adrenergici.
Altri farmaci che possono causare iperglicemia e condurre ad una perdita del controllo, includono i tiazidici ed altri diuretici, gli ormoni tiroidei, gli estrogeni, i progestinici, i contraccettivi orali, la fenitoina, l’acido nicotinico, i farmaci che bloccano i canali del calcio, l’isoniazide e l’adrenalina.
Quando tali farmaci sono sospesi da (o somministrati a) un paziente in terapia con glipizide, il paziente deve essere attentamente monitorato per il rischio di ipoglicemia (o perdita del controllo glicemico).
Gravidanza
Negli studi sui ratti, la glipizide è risultata essere leggermente fetotossica. Nessun effetto teratogenico è stato rilevato negli studi sui topi e sui conigli.
Si sconsiglia la somministrazione della glipizide durante la gravidanza.
Allattamento
Nell’allattamento il farmaco deve essere prescritto solo in caso di effettiva necessità e sotto il diretto controllo del medico. Sebbene non sia noto se la glipizide venga escreta nel latte materno, alcune sulfaniluree sono note per essere escrete nel latte materno. Poiché l’ipoglicemia può potenzialmente verificarsi nei neonati, è necessario decidere se smettere di allattare o sospendere il farmaco, tenendo presente l’importanza del farmaco per la madre.
Se il farmaco viene sospeso e la sola dieta non è sufficiente a controllare il glucosio nel sangue, deve essere presa in considerazione una terapia a base di insulina.
I pazienti devono essere a conoscenza dei sintomi dell’ipoglicemia e prestare attenzione durante la guida e l’uso di macchinari a causa della possibilità di comparsa di sonnolenza, cefalea, vertigini, confusione e disturbi visivi.
La maggioranza degli effetti indesiderati è correlata al dosaggio, è transitoria e risponde alla riduzione del dosaggio o alla sospensione della cura. Comunque, l’esperienza clinica fin qui ha dimostrato che, come con altre sulfaniluree, possono presentarsi alcuni effetti collaterali gravi associati ad ipersensibilità e sono stati riportati alcuni casi di morte.
Alterazioni del Sangue e Sistema Linfatico
Sono state riportate agranulocitosi, leucopenia, trombocitopenia, anemia emolitica e pancitopenia. Con altre sulfaniluree è stata riportata anemia aplastica.
Alterazioni del Metabolismo e della Nutrizione
Ipoglicemia (vedere paragrafi 4.4 - Speciali Avvertenze e Precauzioni per l’Uso e 4.9 - Sovradosaggio). È stata riportata iponatremia. Con altre sulfaniluree sono state riportate reazioni disulfiram-like.
Disturbi Psichiatrici
Confusione*.
Alterazioni del Sistema Nervoso
In pazienti trattati con glipizide sono state riportate vertigini*, sonnolenza*, cefalea* e tremore*.
Disturbi oculari
In pazienti trattati con glipizide sono stati riportati disturbi visivi, quali vista offuscata*, diplopia* e vista anomala* inclusa compromissione* e diminuzione* della vista.
Alterazioni dell’Apparato Gastrointestinale
Nausea, diarrea, stipsi e gastralgia. Questi effetti sembrano essere correlati al dosaggio e generalmente scompaiono quando il dosaggio viene suddiviso o ridotto.
Alterazioni del Sistema Epatobiliare
Sono stati riportati ittero colestatico, compromissione della funzionalità epatica ed epatite. Sospendere il trattamento se si presenta ittero colestatico. Sono state riportate porfiria epatica e porfiria cutanea tarda.
Alterazioni della Cute e del Tessuto Sottocutaneo
Sono state riportate reazioni allergiche della cute* incluso eritema, reazioni morbilliformi o maculopapulari, orticaria, prurito ed eczema. Questi effetti rientrano spesso con il proseguimento della terapia. Comunque, se dovessero persistere, il farmaco deve essere sospeso. Come con altre sulfaniluree, sono state riportate reazioni di fotosensibilità.
Disordini Generali e Alterazioni del Sito di Somministrazione
Malessere generale*.
* Questi effetti sono generalmente transitori e non richiedono interruzione della terapia; inoltre possono essere sintomi di ipoglicemia.
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Sono disponibili dati limitati sul sovradosaggio.
Il sovradosaggio con le sulfaniluree, compresa la glipizide, può produrre ipoglicemia. Moderati sintomi ipogligemici senza perdita di coscienza o disturbi neurologici devono essere prontamente trattati mediante la somministrazione di glucosio per os e l’aggiustamento del dosaggio e/o della dieta.
Serie reazioni ipoglicemiche con coma, convulsioni o altre alterazioni neurologiche si presentano di rado ma costituiscono emergenza medica che richiede immediato ricovero in ospedale. Se si diagnostica o si sospetta il coma ipoglicemico, al paziente deve essere fatta una rapida iniezione endovenosa con una soluzione concentrata di glucosio (50%). Questa deve essere seguita da un’infusione continua di una soluzione più diluita di glucosio (10%) ad una velocità tale da mantenere il livello di glucosio nel sangue sopra i 100 mg/dl (5,55 mmol/l). I pazienti devono essere controllati attentamente per un minimo di 24 ore, fino a 48 ore e, sulla base dello stato del paziente dopo tale periodo di tempo il medico deciderà se sia necessario un ulteriore controllo. La clearance della glipizide dal plasma può essere prolungata nelle persone con malattie epatiche. La dialisi non fornisce benefici a causa dell’elevato legame della glipizide con le proteine.
Categoria farmacoterapeutica: farmaci usati nel diabete - ipoglicemizzanti orali - sulfonamidi, derivati dell’urea. Codice ATC: A10BB07
La glipizide è un farmaco orale ipoglicemizzante appartenente alla classe delle sulfaniluree.
Da numerose ricerche farmacologiche in vitro ed in vivo è risultato che la glipizide agisce prevalentemente stimolando l’increzione insulinica da parte delle cellule beta-pancreatiche. La stimolazione della secrezione di insulina da parte della glipizide in risposta ad un pasto è di grande importanza. A digiuno i livelli di insulina non sono elevati anche dopo una somministrazione di glipizide a lungo termine, ma la risposta post-prandiale all’insulina continua a crescere dopo almeno 6 mesi di trattamento. Nei pazienti diabetici la risposta insulinotropica al pasto avviene entro 30 minuti dopo somministrazione di una dose di glipizide per via orale, ma livelli elevati di insulina non persistono oltre il tempo del pasto. È inoltre evidente che gli effetti extrapancreatici, comprendenti un maggiore effetto dell’insulina, costituiscano una componente significativa dell’attività della glipizide.
Il controllo del glucosio nel sangue persiste fino a 24 ore dopo l’assunzione di una dose singola di glipizide, anche se da quel momento i livelli plasmatici scendono fino ad una piccola frazione dei livelli di picco (vedere paragrafo 5.2 - Proprietà farmacocinetiche)
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Minidiab è assorbito totalmente e rapidamente nell’intestino garantendo un’azione precoce e costante: già dopo mezz’ora dalla somministrazione orale si nota un’evidente diminuzione della glicemia. L’eliminazione è rapida ed avviene per escrezione urinaria di metaboliti praticamente inattivi.
Il picco di concentrazione plasmatica si presenta 1-3 ore dopo l’assunzione di una dose singola orale. L’emivita di eliminazione è compresa tra 2 e 4 ore nei soggetti normali, quando somministrata sia per via endovenosa che per via orale. I modelli metabolici e di escrezione sono simili nelle due vie di somministrazione, indicando che il metabolismo di primo passaggio non è significativo. La glipizide non si accumula nel sangue dopo ripetuta somministrazione per via orale. L’assorbimento e la disponibilità totali di una dose orale in volontari sani non sono stati influenzati dal cibo, ma l’assorbimento è stato ritardato di circa 40 minuti. Perciò la glipizide è risultata più efficace nei pazienti diabetici quando somministrata circa 30 minuti prima di un pasto, piuttosto che con il pasto stesso. Il legame con le proteine è stato studiato nel sangue dei volontari che avevano preso la glipizide sia per via orale che per via endovenosa ed è stato trovato essere del 98-99% 1 ora dopo entrambe le vie di somministrazione. Il volume di distribuzione apparente della glipizide dopo somministrazione endovenosa era di 11 litri, indicativo di una localizzazione nel compartimento del fluido extracellulare. Nei topi, né la glipizide né i suoi metaboliti sono stati individuati per via autoradiografica nel cervello o nel midollo spinale di maschi e femmine, né nei feti di femmine gravide. Comunque, in un altro studio, sono state individuate quantità molto piccole di radioattività nei feti dei ratti ai quali era stato somministrato il farmaco marcato. Il metabolismo della glipizide è ampio e avviene principalmente nel fegato. I metaboliti primari sono prodotti di idrossilazione inattivi e coniugati polari e sono escreti principalmente nelle urine. Nelle urine è stato trovato meno del 10% di glipizide immodificata.
Gli studi tossicologici eseguiti in diverse specie animali hanno dimostrato la trascurabile tossicità della glipizide. Inoltre il farmaco somministrato nella coniglia gravida a vari livelli di dose non ha determinato effetti teratogeni sul feto: alla dose più elevata, corrispondente a circa 70 volte la dose terapeutica media nell’uomo, si è notata una modesta maggiore frequenza di riassorbimento. Questo reperto è frequente negli animali trattati con insulina o con antidiabetici orali.
Cellulosa microcristallina; amido; acido stearico; lattosio.
Non sono stati evidenziati casi di incompatibilità.
5 anni.
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
Blisters in alluminio e PVC.
Astuccio da 30 compresse divisibili.
Astuccio da 40 compresse divisibili
Nessuna istruzione particolare.
Pfizer Italia s.r.l.
S.S. 156, Km 50 - 04010 Borgo San Michele (LT).
MINIDIAB 5 mg compresse - 30 compresse divisibili - A.I.C. n. 022410017
MINIDIAB 5 mg compresse - 40 compresse divisibili - A.I.C. n. 022410029
Prima autorizzazione: settembre 1979
Rinnovo: maggio 2005
18 gennaio 2008