Mirtazapina Doc 30 Mg Compresse Rivestite Con Film
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

 

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

MIRTAZAPINA DOC 30 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Ogni compressa contiene 30 mg di mirtazapina.

Eccipienti: lattosio 204 mg

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Compressa rivestita con film

Compresse rivestite con film, biconvesse, di colore rossastro-marroncino, ovali 14.0 x 6.0 mm, con una linea di frattura e con “0” e “9” impressi su di un lato e una “A” sull’altro lato. Le compresse possono essere divise in due metà uguali.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

Episodi depressivi maggiori



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

Le compresse devono essere deglutite intere senza masticare, con una sufficiente quantità di liquido. Le compresse possono essere assunte con o senza cibo.

Adulti: La dose iniziale è 15 mg o 30 mg, assunta preferibilmente di sera. La dose di mantenimento è di solito compresa tra 15 mg e 45 mg al giorno.

Pazienti anziani: Come per gli adulti. I cambiamenti, in particolar modo gli aumenti della dose devono essere effettuati con cautela e sotto stretto controllo.

Bambini ed adolescenti (al di sotto dei 18 anni di età): La mirtazapina non deve essere utilizzata nel trattamento dei bambini e degli adolescenti al di sotto dei 18 anni di età (vedere il paragrafo 4.4).

Insufficienza renale o epatica: L’eliminazione della mirtazapina può essere rallentata nei pazienti con insufficienza renale o epatica. Questo deve essere preso in considerazione quando la mirtazapina è prescritta per questi pazienti.

Le compresse di mirtazapina possono essere assunte una volta al giorno, poiché l’emivita di eliminazione è compresa tra le 20 e le 40 ore. Il medicinale deve essere assunto preferibilmente come dose singola immediatamente prima di coricarsi. La dose giornaliera può anche essere divisa in due dosi assunte al mattino e alla sera. La dose maggiore deve essere assunta la sera.

L’effetto antidepressivo della mirtazapina di solito diventa evidente dopo 1 o 2 settimane dall’uso. Il trattamento con una dose adeguata porta ad una risposta positiva entro 2-4 settimane. Con una risposta insufficiente, la dose può essere aumentata fino alla dose massima. Dopo aver ottenuto un effetto clinico ottimale e dopo aver liberato il paziente dai sintomi, il trattamento deve essere portato avanti per 4-6 mesi, fino a considerare una interruzione graduale. Se non si osserva alcuna risposta clinica entro 2-4 settimane di trattamento con la dose massima, il trattamento deve essere interrotto gradualmente. La diminuzione graduale della dose è necessaria per evitare i sintomi di astinenza (vedere il paragrafo 4.4).


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Ipersensibilità alla mirtazapina o ad uno qualsiasi degli eccipienti.


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

Uso nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni di età

MIRTAZAPINA DOC non deve essere utilizzata nel trattamento dei bambini e degli adolescenti al di sotto dei 18 anni di età. I comportamenti correlati al suicidio (tentavi di suicidio e pensieri di suicidio), e l’ostilità (in particolar modo l’aggressività, i comportamenti di opposizione e la rabbia) sono stati osservati in modo più frequente negli studi clinici nei bambini e negli adolescenti trattati con antidepressivi, rispetto a quelli trattati con placebo. Se tuttavia, sulla base della necessità clinica, viene disposto il trattamento, si deve controllare attentamente se il paziente mostra sintomi di suicidio. In più, i dati di sicurezza a lungo termine nei bambini e negli adolescenti riguardo la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale sono scarsi.

Suicidio/pensieri suicidi o peggioramento clinico:

La depressione è associata ad un aumentato rischio di pensieri suicidi, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Il rischio persiste fino a che non si verifica una remissione significativa. Se non si verifica un miglioramento durante le prime settimane o più di trattamento, i pazienti devono essere attentamente monitorati fino a che non si ha un miglioramento. È esperienza clinica generale che il rischio di suicidio possa aumentare nelle prime fasi del recupero.

I pazienti con anamnesi di eventi correlati al suicidio, o quelli che dimostrano un grado elevato di ideazione suicida prima dell’inizio del trattamento è noto che siano a rischio maggiore di pensieri suicidi o di tentativi di suicidio, e devono ricevere un attento monitoraggio durante il trattamento. Una meta analisi di studi clinici controllati con placebo, di farmaci antidepressivi in pazienti adulti con disturbi psichiatrici ha mostrato un aumentato rischio di comportamenti suicidi con antidepressivi rispetto al placebo, in pazienti di età minore di 25 anni.

Una supervisione attenta dei pazienti ed in particolare di quelli ad alto rischio deve accompagnare la terapia farmacologica, soprattutto all’inizio del trattamento e in seguito a cambiamenti nella dose.

I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvisati della necessità di monitorare qualsiasi peggioramento clinico, comportamento o pensieri suicidi e cambiamenti insoliti del comportamento e della necessità di cercare un aiuto medico immediatamente se si presentano questi sintomi.

A causa del rischio di suicidio, in particolare all’inizio del trattamento, deve essere fornita al paziente solo una piccola quantità di compresse di mirtazapina.

È stata segnalata depressione del midollo osseo, che di solito si manifesta come granulocitopenia o agranulocitosi, in chi usa la mirtazapina. Questo effetto di solito si vede dopo 4-6 settimane di trattamento, ma solitamente scompare dopo l’interruzione del trattamento. Comunque, in casi molto rari l’agranulocitosi può essere fatale. È stata anche segnalata agranulocitosi reversibile in rari casi durante gli studi clinici sulla mirtazapina. Nel periodo post marketing con la mirtazapina sono stati segnalati casi molto rari di agranulocitosi, principalmente reversibile, ma in alcuni casi fatale. Tutti i casi fatali riguardavano pazienti di età maggiore di 65 anni. Il medico incaricato deve fare attenzione a febbre, dolore alla gola, stomatite e altri segni e sintomi indicativi di infezione. Se questi eventi si verificano, il trattamento deve essere interrotto e deve essere effettuata una conta ematica completa.

Il medicinale deve essere utilizzato con cautela, e deve essere effettuato un attento monitoraggio nei pazienti con:

epilessia o sindrome cerebrale organica; sebbene l’esperienza clinica indichi che le crisi epilettiche siano rare durante il trattamento con la mirtazapina, quest’ultima deve essere introdotta con cautela nei pazienti che hanno un’anamnesi di convulsioni. Il trattamento deve essere interrotto in ogni paziente che sviluppa convulsioni, o in quelli in cui si presenta un aumento della frequenza delle convulsioni.

insufficienza epatica o renale

patologia cardiaca, come disturbi della conduzione, angina pectoris o infarto del miocardio recente, che richiede le normali precauzioni e cautela durante la somministrazione contemporanea di altri medicinali.

ipotensione

Come con gli altri antidepressivi, si deve esercitare cautela quando il medicinale viene somministrato a pazienti con:

disturbi della minzione, come iperplasia prostatica (sebbene la mirtazapina sia solo lievemente anticolinergico)

glaucoma acuto ad angolo chiuso ed elevata pressione intraoculare (durante il trattamento con la mirtazapina il rischio di questi problemi è molto basso, a causa del basso effetto anticolinergico della mirtazapina)

diabete mellito. Nei pazienti con il diabete, gli antidepressivi possono alterare il controllo glicemico. La dose di insulina e/o degli ipoglicemizzanti orali può dover essere aggiustata e si raccomanda un attento monitoraggio.

Il trattamento deve essere interrotto in presenza di ittero.

Come nel caso di altri antidepressivi, devono essere presi in considerazione i seguenti punti:

un peggioramento dei sintomi psicotici si può verificare quando la schizofrenia o altre psicosi sono trattate con antidepressivi; si possono intensificare i pensieri paranoici.

quando viene trattata la fase depressiva di un disturbo bipolare, si può verificare uno spostamento verso la fase maniacale. I pazienti con un’anamnesi di mania/ipomania devono essere monitorati attentamente. In caso di reazione maniacale, si deve interrompere il trattamento.

anche se gli antidepressivi non causano dipendenza, l’interruzione improvvisa del trattamento a lungo termine può causare ansia, agitazione, nausea, cefalea e malessere. Si raccomanda di interrompere il trattamento con la mirtazapina gradualmente (vedere il paragrafo 4.2).

i pazienti anziani sono spesso più sensibili, in particolar modo agli effetti indesiderati degli antidepressivi. Negli studi clinici con la mirtazapina, l’incidenza segnalata di effetti indesiderati non è stata più alta nei pazienti anziani rispetto agli altri gruppi di pazienti. Comunque, l’esperienza è ancora limitata.

le reazioni della mirtazapina in associazione con altri medicinali serotoninergici es. SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono riportati nel paragrafo 4.5

Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

Interazioni farmacodinamiche

La mirtazapina non deve essere somministrata in concomitanza con MAO inibitori o entro due settimane dall’interruzione della terapia con MAO inibitori.

La mirtazapina può aumentare le proprietà sedative delle benzodiazepine o di altri sedativi. Si deve esercitare cautela quando questi medicinali vengono prescritti con la mirtazapina.

La mirtazapina può aumentare l’effetto depressivo dell’alcol sul SNC. I pazienti devono quindi evitare bevande alcoliche.

Se vengono utilizzati contemporaneamente alla mirtazapina altri farmaci serotoninergici (es. SSRI, SNRI, TCA e tramadolo), c’è il rischio di interazione che può portare allo sviluppo della sindrome serotoninergica. Dall’esperienza postmarketing sembra che la sindrome serotoninergica si verifichi molto raramente in pazienti trattati con la mirtazapina da sola o in associazione con questi medicinali. Se l’associazione si considera terapeuticamente necessaria, i cambiamenti della dose devono essere effettuati con cautela e si deve mantenere un monitoraggio sufficientemente attento per i segni dell’ inizio della sovrastimolazione serotoninergica.

Non sono stati osservati effetti clinici rilevanti o cambiamenti della farmacocinetica negli uomini in trattamento contemporaneo con la mirtazapina e il litio.

La mirtazapina ad una dose di 30 mg una volta al giorno causava un piccolo ma significativo aumento dell’INR nei soggetti trattati con il warfarin. Poichè ad una dose più alta di mirtazapina non può essere escluso un effetto più pronunciato, si consiglia di controllare il tempo di protormbina in caso di trattamento concomitante del warfarin con la mirtazapina.

Interazioni farmacocinetiche

La mirtazapina è quasi completamente metabolizzata dal CYP2D6 e dal CYP3A4, e in minor quantità dal CYP1A2. Uno studio di interazione su volontari sani ha dimostrato che la paroxetina, un inibitore CYP2D6, non ha influenza sulla farmacocinetica della mirtazapina allo stato stazionario. La co-somministrazione del potente inibitore del CYP3A4 ketoconazolo aumentava i livelli di picco plasmatico e l’AUC della mirtazapina circa del 40% e del 50% rispettivamente. Si deve esercitare cautela quando si somministra la mirtazapina con potenti inibitori del CYP3A4, con inibitori di HIV proteasi, antifungini azolici, eritromicina o nefazodone.

La carbamazepina, un induttore del CYP3A4, aumentava la clearance della mirtazapina di circa due volte, portando ad una riduzione dal 45 al 60% delle concentrazioni plasmatiche di mirtazapina. Quando la carbamazepina o un altro induttore del metabolismo epatico (come la rifampicina o la fenitoina) è aggiunta alla terapia con la mirtazapina, la mirtazapina può dover essere aumentata. Se il trattamento con questi medicinali viene interrotto, può essere necessario ridurre la dose di mirtazapina.

Quando la cimetidina viene co-somministrata, la biodisponibilità della mirtazapina può essere aumentata più del 50%. La dose di mirtazapina può dover essere ridotta quando si inizia il trattamento concomitante con la cimetidina o quando si interrompe il trattamento con la cimetidina.

In studi di interazione in vivo, la mirtazapina non influenza la farmacocinetica del risperidone (substrato del CYP2D6) o della paroxetina (substrato e inibitore del CYP2D6), della carbamazepina (substrato ed induttore del CYP3A4), dell’amitriptilina e della cimetidina.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Non ci sono dati sufficienti sull’uso della mirtazapina in donne in stato di gravidanza. Gli studi sugli animali non hanno mostrato alcun effetto teratogeno o tossicità riproduttiva di rilevanza clinica (vedere il paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli uomini non è noto La mirtazapina non deve essere usata durante la gravidanza a meno che non sia chiaramente indicato il contrario a seguito di una attenta valutazione rischio/beneficio.

Allattamento

Non è noto se la mirtazapina sia escreta nel latte materno. Gli studi sugli animali hanno dimostrato l’escrezione della mirtazapina nel latte materno solo in piccole quantità. Deve essere presa una decisione sulla possibilità di continuare/interrompere l’allattamento o continuare/interrompere la terapia con la mirtazapina, tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento al bambino e il beneficio della terapia nella donna.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

La mirtazapina ha un’influenza moderata sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. La mirtazapina può compromettere moderatamente la concentrazione e l’attenzione, in particolar modo all’inizio del trattamento. Questo deve essere tenuto in considerazione prima di impegnarsi in azioni che richiedono particolare concentrazione e attenzione, come guidare e utilizzare macchinari pericolosi.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

I pazienti depressi mostrano un numero di segni e sintomi associati alla malattia stessa. A volte è quindi difficile accertare quali siano i sintomi che risultano dalla malattia stessa e quali siano dovuti al trattamento con la mirtazapina.

Classificazione sistemica organica Comune (da ≥1/100 a <1/10) Non comune (da ≥1/1000 a <1/100) Raro (da ≥1/10.000 a <1/1000) Molto raro (<1/10.000), Non noto (non può essere definito sulla base dei dati disponibili)
Patologie del sistema emolinfopoietico     Depressione del midollo osseo (granulocitopenia, agranulocitosi, anemia aplastica e trombocitopenia, vedere il paragrafo 4.4)  
Eosinofilia
Patologie del sistema nervoso Sonnolenza (che può pregiudicare la capacità di attenzione), di solito si verifca durante le prime settimane di terapia (N.B, solitamente la riduzione della dose non porta a minore sedazione ma può compromettere l’ efficacia antidepressiva   Convulsioni (crisi) Sindrome serotoninergica
Capogiri Tremore  
Cefalea Mioclono
  Parestesia
Sindrome delle gambe senza riposo
Irrequietezza psicomotoria/acatisi
Sincope
Patologie gastrointestinali   Nausea Secchezza delle fauci  
  Diarrea
Vomito
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo     Esantema  
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo     Artralgia  
Mialgia
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Aumento dell’appetito e del peso      
Patologie cardiache     Ipotensione (ortostatica)  
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Edema generalizzato o localizzato e conseguente aumento di peso   Affaticamento  
Patologie epatobiliari     Aumento dei livelli delle transaminasi epatiche  
Disturbi psichiatrici     Mania Ideazione suicida #
Agitazione Comportamento suicida #
Confusione  
Allucinazioni
Ansia*
Insonnia*
Incubi/sogni vividi

* Ansia e insonnia, che possono essere sintomi di depressione, possono aumentare e peggiorare – in trattamento con la mirtazapina, sviluppo o peggioramento dell’ansia e dell’insonnia sono stati segnalati molto raramente.

# Casi di ideazione suicida e di comportamenti suicidi sono stati segnalati durante la terapia con la mirtazapina o subito dopo la fine del trattamento (vedere il paragrafo 4.4).

Anche se la mirtazapina non causa dipendenza, l’esperienza post marketing dimostra che un’interruzione improvvisa dopo un trattamento a lungo termine può a volte portare a sintomi di astinenza. La maggior parte delle reazioni di astinenza sono lievi e autolimitanti. Tra i vari sintomi di astinenza segnalati, capogiri, cefalea, nausea, ansia e agitazione sono quelli segnalati più frequentemente. Come indicato nel paragrafo 4.2, il trattamento con la mirtazapina deve essere interrotto gradualmente.


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

La presente esperienza riguardo il sovradosaggio con la mirtazapina da sola indica che i sintomi sono solitamente lievi. Sono stati segnalati depressione del sistema nervoso centrale con disorientamento e sedazione prolungata, insieme con tachicardia e iper- o ipotensione lieve. Comunque, c’è la possibilità di esiti più gravi (incluse fatalità) a dosi molto più alte della dose terapeutica, in particolar modo con sovradosaggi misti. Il sovradosaggio viene trattato con il carbone attivo, supporto delle funzioni vitali e trattamento sintomatico. Si può considerare la lavanda gastrica, se necessario.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Categoria farmacoterapeutica: altri antidepressivi

codice ATC: N06AX11

La mirtazapina è un antagonista alfa2 presinaptico, che aumenta la neurotrasmissione noradrenergica e serotoninergica nel sistema nervoso centrale. L’effetto serotoninergico è il risultato di una azione specifica sui recettori 5HT1, poiché la mirtazapina blocca sia i recettori 5HT2 sia i 5HT3. Entrambi gli enantiomeri della mirtazapina sono attivi. L’enantiomero S(+) blocca i recettori alfa2 e 5HT2, mentre l’enantiomero R(-)

blocca i recettori 5HT3. L’effetto H1 antagonista è considerato la causa dell’effetto sedativo della mirtazapina. L’effetto anticolinergico della mirtazapina è minimo ed entro le dosi terapeutiche si presentano raramente eventi avversi cardiovascolari clinicamente significativi.


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

Assorbimento

Dopo la somministrazione orale delle compresse di mirtazapina, il principio attivo mirtazapina viene rapidamente e completamente assorbito (biodisponibilità di circa il 50%), raggiungendo il picco dei livelli plasmatici dopo circa due ore. L’assunzione di cibo non influenza la farmacocinetica della mirtazapina.

Distribuzione

Circa l’85% della mirtazapina si lega alle proteine plasmatiche. Le concentrazioni allo stato stazionario vengono raggiunte dopo 3-4 giorni, dopo i quali non c’è ulteriore accumulo. La mirtazapina mostra una farmacocinetica lineare entro il range di dose raccomandato.

Metabolismo ed eliminazione

L’emivita media di eliminazione è da 20 a 40 ore; emivite più lunghe, fino a 65 ore, sono state registrate occasionalmente, ma nei giovani le emivite erano più brevi. La mirtazapina viene metabolizzata efficacemente ed eliminata nelle urine o nelle feci entro pochi giorni. La biotrasformazione si verifica principalmente attraverso la demetilazione, l’ossidazione e la conseguente coniugazione. Gli studi in vitro sui microsomi epatici umani mostrano che gli enzimi del citocromo P450, CYP2D6 e CYP1A2 sono coinvolti nella formazione del metabolita 8-idrossi-mirtazapina, dove l’enzima CYP3A4 si ritiene responsabile della formazione dei metaboliti N-metile e N-ossido. Il metabolita demetilato è farmacologicamente attivo, e il suo profilo farmacocinetico è simile a quello del principio attivo non metabolizzato.

Popolazioni particolari di pazienti

La clearance della mirtazapina può diminuire in pazienti con insufficienza renale o epatica.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

I dati non clinici basati sugli studi convenzionali di sicurezza farmacologica, di tossicità a dosi ripetute, di carcinogenesi, di genotossicità, o di tossicità riproduttiva non hanno evidenziato particolari rischi per gli uomini.

La mirtazapina non ha indotto effetti di rilevanza clinica, in studi di sicurezza cronica condotti in ratti o cani. Non sono stati osservati effetti teratogeni negli studi di tossicità sulla riproduzione condotti nei ratti e nei conigli ad alte dosi, rispettivamente 20 e 17 volte la dose massima nell’uomo per mg/m². Ad alte dosi, nei ratti durante i primi tre giorni di allattamento c’è stato un aumento nelle perdite post impianto, una diminuzione del peso nei cuccioli alla nascita ed una riduzione di sopravvivenza dei cuccioli. In una serie di test di mutazione genetica e di danno cromosomico e del DNA, la mirtazapina non si è rivelata genotossica. I tumori della tiroide riscontrati in uno studio di carcinogenesi nel ratto e neoplasie epatocellulari rilevate in uno studio di carcinogenesi nel topo, sono considerate risposte specie-specifiche non genotossiche associate al trattamento a lungo termine con dosi elevate di induttori degli enzimi epatici.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Nucleo:

lattosio monoidrato

idrossipropilcellulosa

amido di mais

silice colloidale anidra

idrossipropilcellulosa a bassa sostituzione

magnesio stearato

Rivestimento:

idrossipropilcellulosa

ipromellosa

titanio diossido (E171)

ferro ossido giallo (E172)

ferro ossido rosso (E172)

ferro ossido nero (E172)


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Non pertinente.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

3 anni


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione di conservazione


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Blister PVC/PVDC/Al bianco-opaco

Confezioni da 14, 20, 30, 50, 100 compresse rivestite con film

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Nessuna istruzione particolare


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

DOC Generici S.r.l.

Via Manuzio, 7

20124 Milano

Italia


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

038546014/M - "30 Mg Compresse Rivestite Con Film" 14 Compresse In Blister Pvc/Pvdc/Al

038546026/M - "30 Mg Compresse Rivestite Con Film" 20 Compresse In Blister Pvc/Pvdc/Al

038546038/M - "30 Mg Compresse Rivestite Con Film" 30 Compresse In Blister Pvc/Pvdc/Al

038546040/M - "30 Mg Compresse Rivestite Con Film" 50 Compresse In Blister Pvc/Pvdc/Al

038546053/M - "30 Mg Compresse Rivestite Con Film" 100 Compresse In Blister Pvc/Pvdc/Al


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

Gennaio 2009


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

Settembre 2009