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MITTOVAL 10 mg
Ogni compressa a rilascio prolungato contiene
principio attivo: alfuzosina cloridrato 10 mg.
Per gli eccipienti, vedere 6.1.
Compresse a rilascio prolungato.
Trattamento della sintomatologia funzionale dell’ipertrofia prostatica benigna.
Terapia aggiuntiva a cateterizzazione uretrale per ritenzione urinaria acuta correlata a ipertrofia prostatica benigna.
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Ipertrofia prostatica benigna: la dose raccomandata è una compressa da 10 mg una volta al giorno, da assumersi dopo il pasto.
Ritenzione urinaria acuta: una compressa da 10 mg al giorno dopo il pasto, da assumere dal primo giorno di cateterizzazione.
Le compresse devono essere ingerite intere.
- Ipersensibilità al principio attivo (alfuzosina) o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
- Precedenti di ipotensione ortostatica.
- Associazione concomitante con altri a-1 antagonisti.
- Insufficienza epatica.
Avvertenze speciali
Come con tutti gli altri α-1 antagonisti in alcuni pazienti, in particolare in quelli che assumono farmaci antiipertensivi e nei pazienti anziani, può manifestarsi un’ipotensione ortostatica, con o senza sintomi (capogiri, affaticamento, sudorazione) nelle prime ore successive all’assunzione della alfuzosina.
In questi casi il paziente dovrà essere posto in posizione supina sino alla completa risoluzione dei sintomi.
Questi fenomeni sono generalmente transitori, compaiono all’inizio della terapia e, di norma, non pregiudicano la prosecuzione del trattamento.
Il paziente deve essere informato sulla possibilità che si verifichino questi eventi.
Precauzioni per l’uso
Si deve prestare attenzione quando si somministra alfuzosina a pazienti con ipotensione ortostatica.
Si deve prestare attenzione quando si somministra alfuzosina a pazienti nei quali altri α1-bloccanti hanno determinato un effetto ipotensivo pronunciato.
La pressione arteriosa deve essere controllata regolarmente, soprattutto all’inizio del trattamento.
Nei pazienti affetti da patologia coronarica, il trattamento specifico per l’insufficienza coronarica deve essere continuato. Se gli episodi anginosi riappaiono o peggiorano, il trattamento con alfuzosina deve essere interrotto.
Durante interventi di chirurgia della cataratta alcuni pazienti, precedentemente trattati o in trattamento con farmaci contenenti tamsulosina, hanno manifestato la sindrome dell’iride a bandiera (IFIS - Intraoperative Floppy Iris Syndrome), una variante della sindrome della piccola pupilla. Si sono verificati casi isolati con altri antagonisti alfa-1 adrenergici e non può essere esclusa la possibilità di un effetto di classe. La comparsa di tale sindrome può aumentare le complicanze chirurgiche durante l’intervento, il chirurgo prima di procedere con l’intervento dovrebbe essere al corrente del trattamento in corso o precedente con antagonisti alfa-1 adrenergici.
I pazienti devono essere avvertiti che le compresse devono essere inghiottite intere. Ogni altro modo di somministrazione, come essere sgranocchiate, frantumate, masticate, macinate o ridotte in polvere deve essere proibito. Queste azioni possono determinare un rilascio e un assorbimento impropri del principio attivo e quindi la possibile insorgenza di reazioni avverse.
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Associazioni controindicate
Con altri α1-antagonisti (vedere “Controindicazioni”), a causa del rischio di potenziamento dell’effetto ipotensivo.
Associazioni che richiedono particolare attenzione
Farmaci antiipertensivi, a causa del rischio di potenziamento dell’effetto ipotensivo (vedere “Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego”).
Con anestetici generali: la somministrazione di anestetici generali in pazienti trattati con alfuzosina può indurre instabilità della pressione arteriosa.
Con nitrati.
Inibitori potenti del CYP3A4 come ketoconazolo, itraconazolo e ritonavir da quando aumenta la concentrazione dell’alfuzosina nel sangue (vedere “Proprietà farmacocinetiche”).
Non si applica.
Non ci sono dati disponibili sull’effetto del farmaco sulla capacità di guidare veicoli. Effetti indesiderati quali vertigini, capogiri ed astenia, si possono manifestare soprattutto all’inizio del trattamento. Di ciò si deve tenere conto quando si guidano veicoli o si utilizzano macchinari.
Per classificare gli effetti indesiderati è stata utilizzata, quando pertinente, la seguente valutazione delle frequenze derivanti dalle CIOMS: molto comune ≥ 10%; comune ≥ 1 e < 10%; non comune ≥ 0,1 e <1%; raro ≥ 0,01 e < 0.1%; molto raro < 0,01%; non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema nervoso centrale e disturbi psichiatrici
Comuni: svenimento/capogiri, malessere, cefalea.
Non comuni: vertigini, sonnolenza.
Patologie cardiovascolari
Non comuni: tachicardia, ipotensione ortostatica, palpitazioni, sincope.
Molto rari: episodi anginosi in pazienti con patologie delle arterie coronarie preesistenti (vedere 4.4).
Patologie dell’occhio
Non nota: sindrome dell’iride a bandiera (IFIS) (vedere 4.4).
Patologie del sistema respiratorio
Non comuni: rinite.
Patologie gastrointestinali
Comuni: nausea, dolore addominale, vomito, secchezza della bocca.
Non comuni: diarrea.
Patologie epatobiliari
Non nota: lesioni epatocellulari, epatopatia colestatica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comuni: rash, prurito.
Molto rari: orticaria, angioedema.
Disordini generali
Comuni: astenia.
Non comuni: vampate di calore, edemi, dolore toracico.
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In caso di sovradosaggio il paziente deve essere ospedalizzato, mantenuto in posizione supina e deve essergli praticato un trattamento convenzionale per l’ipotensione.
Particolare cautela deve essere usata nei casi con complicazioni cardiache e cerebrovascolari.
A causa dell’elevata fissazione proteica, l’alfuzosina è difficilmente dializzabile.
Categoria farmacoterapeutica: farmaci usati nell’ipertrofia prostatica benigna; antagonisti dei recettori alfa-adrenergici.
Codice ATC: G04CA01
L’alfuzosina è un derivato chinazolinico attivo per via orale, dotato di attività antagonista selettiva sui recettori α1-adrenergici post-sinaptici.
Gli studi farmacologici in vitro hanno confermato la selettività dell’alfuzosina per i recettori α1-adrenergici, situati a livello del trigono vescicale, dell’uretra e della prostata.
Clinicamente il manifestarsi dell’ipertrofia prostatica benigna è associato all’ostruzione infra-vescicale, meccanismo che include fattori sia anatomici (statici) che funzionali (dinamici).
Il meccanismo funzionale dell’ostruzione è riferibile al tono della muscolatura liscia prostatica, che è mediato dai recettori α1-adrenergici: l’attivazione degli α1 recettori stimola la contrazione della muscolatura liscia aumentando in tal modo il tono della prostata, della capsula prostatica, dell’uretra prostatica e del collo vescicale e, di conseguenza, aumentando la resistenza al flusso vescicale, conducendo ad ostruzione al flusso e possibilmente instabilità della vescica.
Il blocco dei recettori α1 riduce l’ostruzione infravescicale mediante un’azione diretta sulla muscolatura liscia prostatica.
Studi sperimentali nell’animale in vivo hanno dimostrato che l’alfuzosina diminuisce la pressione uretrale e, di conseguenza, la resistenza al flusso urinario durante la minzione. Inoltre l’alfuzosina inibisce la risposta ipertonica dell’uretra più rapidamente rispetto a quella della muscolatura liscia e risulta caratterizzata da una uroselettività funzionale nel ratto cosciente normoteso in quanto diminuisce la pressione uretrale a dosi inefficaci sulla pressione arteriosa.
Nell’uomo, l’alfuzosina migliora i parametri di svuotamento, riducendo il tono dell’uretra e la resistenza del collo vescicale e facilita lo svuotamento della vescica.
In studi controllati verso placebo condotti in pazienti con ipertrofia prostatica benigna, l’alfuzosina:
- in pazienti con Qmax ≤ 15 ml/sec., il picco di flusso urinario (Qmax) aumenta significativamente mediamente del 30%. Tale miglioramento si osserva sin dalla prima somministrazione.
- riduce significativamente la pressione detrusoriale ed aumenta il volume vescicale di urina, associato ad un forte desiderio di urinare.
- riduce significativamente il volume urinario residuo.
In aggiunta, l’efficacia di alfuzosina 10 mg od sul picco di flusso urinario e il limitato effetto sulla pressione arteriosa hanno dimostrato di essere correlati al suo profilo farmacocinetico. Inoltre l’efficacia sul picco di flusso urinario viene mantenuta per tutte le 24 ore dall’assunzione.
Questi effetti urodinamici favorevoli hanno indotto un miglioramento dei sintomi a carico delle basse vie urinarie sia irritativi che ostruttivi, come è stato chiaramente dimostrato.
Una minor frequenza di episodi di ritenzione urinaria acuta è osservata nei pazienti trattati con alfuzosina rispetto ai pazienti non trattati.
Inoltre negli uomini con episodio di ritenzione urinaria acuta correlata a ipertrofia prostatica benigna, alfuzosina aumenta in modo significativo la percentuale di successo dello svuotamento spontaneo dopo rimozione del catetere.
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Formulazione a rilascio prolungato
Il valore medio di biodisponibilità è pari a 104.4% nei confronti della formulazione a rilascio immediato (2.5 mg tid) in volontari sani di mezza età.
La massima concentrazione plasmatica viene raggiunta 9 ore dopo la somministrazione della formulazione a rilascio prolungato e 1 ora dopo la somministrazione della formulazione a rilascio immediato.
L’emivita di eliminazione è di circa 9.1 ore. Gli studi condotti hanno mostrato che si ottiene un profilo farmacocinetico costante quando il prodotto è somministrato dopo il pasto. In tali condizioni, i valori medi di Cmax e di Ctrough sono rispettivamente 13,6 (D.S.=5,6) e 3,1 (D.S.=1,6) mg/ml. La media delle AUC0-24 è 194 (D.S.=75) ng.h/ml. Un plateau della concentrazione si osserva dalla 3^ alla 14^ ora con concentrazioni superiori a 8,1 ng/ml (Cav) per 11 ore.
Da un confronto con volontari sani di mezza età è risultato che i parametri farmacocinetici (Cmax e AUC) non risultano aumentati nei pazienti anziani.
I valori medi di Cmax ed AUC, in confronto a quelli ottenuti nei soggetti con funzione renale normale, risultano moderatamente aumentati nei soggetti con insufficienza renale, senza peraltro modificazioni dell’emivita apparente di eliminazione. Questo cambiamento nel profilo farmacocinetico non è considerato clinicamente rilevante. Di conseguenza, non è necessario un aggiustamento del dosaggio.
Alfuzosina
Il legame alle proteine plasmatiche dell’alfuzosina cloridrato è circa il 90%. L’alfuzosina subisce un importante metabolismo a livello epatico; solo l’11% del prodotto è escreto immodificato attraverso le urine. La maggior parte dei metaboliti (che sono inattivi), vengono escreti attraverso le feci (75 - 91%).
Il profilo farmacocinetico dell’alfuzosina non è influenzato in caso di insufficienza cardiaca cronica.
Interazioni metaboliche
CYP3A4 è il principale enzima epatico coinvolto nel metabolismo dell’alfuzosina. Il ketoconazolo è un potente inibitore del CYP3A4. Una dose giornaliera di 200 mg di ketoconazolo ripetuta, per sette giorni ha provocato un aumento del Cmax (2.11 volte) e dell’AUC last (2.46 volte) di alfuzosina OD 10mg assunta a stomaco pieno. Altri parametri quali il tmax e il t½β non sono stati modificati. La somministrazione giornaliera di 400 mg di ketoconazolo, ripetuta per 8 giorni ha aumentato il Cmax dell’alfuzosina di 2.3 volte, e l’AUClast e l’AUC di 3.2 e 3.0 volte, rispettivamente (vedere “Interazioni con altri medicinale ed altre forme di interazione”).
I dati preclinici rivelano assenza di rischi per gli esseri umani sulla base di studi convenzionali di farmacologia, di sicurezza, tossicità per somministrazioni ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno, tossicità riproduttiva.
Ipromellosa, cellulosa microcristallina, olio di ricino idrogenato, mannitolo, povidone, etilcellulosa 20, magnesio stearato, silice colloidale idrata, ferro ossido giallo (E172).
Non pertinente.
3 anni.
Nessuna speciale precauzione.
MITTOVAL 10 mg compresse a rilascio prolungato
Astuccio di cartone litografato da 20 compresse, in blister opaco.
Astuccio di cartone litografato da 30 compresse, in blister opaco.
Nessuna istruzione particolare.
Sanofi-aventis S.p.A. - Viale L. Bodio, 37/B - Milano
MITTOVAL 10 mg compresse a rilascio prolungato - 20 compresse - A.I.C. n. 026670048 (Sospesa)
MITTOVAL 10 mg compresse a rilascio prolungato - 30 compresse - A.I.C. n. 026670051
12 aprile 2005
Gennaio 2008