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NATULAN
Una capsula contiene:
Principio attivo
procarbazina cloridrato 58,3 mg
pari a procarbazina base 50 mg
Per gli eccipienti vedere punto 6.1
Capsule rigide.
Natulan è indicato nel trattamento di: malattia di Hodgkin, linfosarcoma, reticolosarcoma, malattia di Brill-Symmers.
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Natulan si somministra per via orale, a piccole dosi all'inizio del trattamento, per raggiungere poi gradualmente la posologia massima di 250 o 300 mg al giorno.
Schema di trattamento iniziale.
1° giorno 50 mg
2° giorno 100 mg
3° giorno 150 mg
4° giorno 200 mg
5° giorno 250 mg
6° giorno 250-300 mg
giorni seguenti 250-300 mg
Prosecuzione del trattamento.
La cura deve essere proseguita in ragione di 250 o 300 mg al giorno fino al conseguimento di una remissione la più completa possibile, dopo di che si passerà a dosi di mantenimento di 50-150 mg al giorno.
Il trattamento non deve essere sospeso sino a quando la dose totale non abbia raggiunto almeno i 6 grammi non essendo possibile al di sotto di questa dose pronunciarsi sul risultato della cura. Se durante la fase iniziale del trattamento i leucociti scendono sino a 3.000 e i trombociti a 80.000 il farmaco deve essere sospeso temporaneamente. La somministrazione di dosi di mantenimento può essere ripresa di fronte di fronte ad una risalita dei valori dei leucociti e dei trombociti. È quindi particolarmente importante procedere a controlli regolari della formula sanguigna.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Leucopenie e trombocitopenie preesistenti di una certa gravità e di qualsiasi eziopatogenesi, gravi lesioni epatiche e renali, gravidanza.
Sono state riportate azoospermia e sterilità permanenti.
Alla procarbazina è stata associata la comparsa di neoplasie secondarie non linfoidi, compresi cancro polmonare e leucemia acuta, quando utilizzata in terapia combinata.
Prima di ogni ciclo di terapia con procarbazina, devono essere eseguiti l’emocromo e i test di funzionalità epatica e renale. Controllare lo stato ematologico due volte alla settimana e la funzionalità epatica e renale almeno una volta alla settimana. Un’eccessiva tossicità è stata rilevata in pazienti con disfunzione epatica e/o renale: in questi pazienti, considerare l’inizio della terapia in ospedale.
Uso nei bambini: è stata osservata un’eccessiva tossicità comprendente tremori, coma e convulsioni. La dose nei bambini deve essere personalizzata. E’ essenziale un attento monitoraggio clinico.
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Evitare l’alcool (effetto disulfiram-simile). La procarbazina è un blando inibitore della monoamino-ossidasi: possibilità di interazione con cibi ad alto contenuto di tiramina (quali ad esempio i formaggi) e con alcuni farmaci; evitare simpaticomimetici e decongestionanti. A causa di un potenziamento dell’effetto, devono essere usati con cautela e a dosaggio ridotto i seguenti farmaci: inibitori centrali (per es. anestetici, barbiturici, analgesici narcotizzanti), farmaci con effetti anticolinergici (compresi antidepressivi triciclici), fenotiazine e antiipertensivi.
La procarbazina è controindicata in caso di gravidanza. Sono state osservate malformazioni nei figli di donne esposte alla procarbazina. Le donne in età fertile devono evitare la gravidanza
Non è noto se la procarbazina venga escreta nel latte o meno, ma dato il potenziale tumorigeno che questa molecola ha mostrato in studi effettuati su animali, si sconsiglia l'allattamento alle donne in trattamento.
Non sono stati segnalati effetti del farmaco su tali attività.
Durante i primi giorni di trattamento si osserva spesso inappetenza e nausea, che in genere però scompaiono dopo breve tempo
Con l’uso del farmaco sono state segnalate le seguenti reazioni avverse:
Disturbi ematici e linfatici:
Depressione midollare; Leucopenia; Trombocitopenia; Anemia; Anemia Emolitica; Pancitopenia; Eosinofilia.
Disturbi gastrointestinali:
Nausea; Vomito; Stomatite; Diarrea; Dolori addominali; Costipazione.
Disturbi del Sistema Nervoso:
Convulsioni; Neuropatia; Parestesia; Cefalea.
Disturbi psichiatrici:
Allucinazioni; Depressione; Confusione; Sonnolenza; Psicosi.
Disturbi epatobiliari:
Disfunzione epatica; Epatite; Ittero.
Disturbi respiratori:
Polmonite interstiziale.
Disturbi vascolari:
Emorragia.
Disturbi cutanei e sottocutanei:
Orticaria; Alopecia; Rash; Necrolisi epidermica tossica; Sindrome di Stevens-Johnson.
Disturbi del sistema immunitario:
Reazioni di ipersensibilità, inclusi anafilassi e angioedema.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Anoressia.
Disturbi del sistema riproduttivo:
Azoospermia permanente.
Neoplasie:
Neoplasie secondarie non linfoidi, inclusi cancro polmonare e leucemia mielocitica acuta; mielodisplasia.
Disturbi oculari:
Alterazione visiva.
Disturbi muscoloscheletrici e del tessuto connettivo:
Mialgia; Necrosi delle ossa e dei legamenti.
Infezioni e infestazioni:
Infezioni intercorrenti; Sepsi.
Disturbi sistemici:
Piressia; Astenia.
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In seguito al sovradosaggio di procabazina sono state riportate le seguenti condizioni: capogiro, nausea, vomito, diarrea, ipotensione, tachicardia, tremori, allucinazioni, depressione, convulsioni. Si deve istituire un trattamento con emetici o una lavanda gastrica e adottare misure di supporto generale quali liquidi per via endovenosa. L’emocromo e i test di funzionalità epatica dovranno essere effettuati frequentemente durante tutto il periodo di guarigione e per almeno due settimane successive. Deve essere presa in considerazione una profilassi anti-infettiva.
Categoria farmacoterapeutica: Antineoplastici – Metilidrazine
Codice ATC: L01XB01
La procarbazina si presenta sotto forma di polvere cristallina giallastra solubile ma instabile in acqua o in soluzioni acquose. L'esatto meccanismo d'azione della procarbazina non è stato identificato, ma sembra che questa molecola sia in grado di inbire la sintesi di proteine, RNA e DNA. Alcuni studi suggeriscono che la procarbazina possa inibire la trasmetilazione dei gruppi metilici della metionina nel t-RNA. L'assenza di t-RNA attivo potrebbe portare all'inbizione della sintesi delle proteine e quindi di RNA e DNA. Inoltre la procarbazina può danneggiare il DNA in modo diretto. Il perossido di idrogeno che si forma durante l'auto-ossidazione del farmaco può attaccare i gruppi sulfidrilici contenuti nelle proteine residue strettamente legate al DNA.
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La procarbazina viene metabolizzata a livello del fegato e del rene; si assiste ad una sequenza di 4 trasformazioni: ossidazione, isomerizzazione, idrolisi, e di nuovo ossidazione, che portano alla formazione di un metabolita inattivo, l'acido N-isopropil-tereftalamico.
L'assorbimento delle procarbazina è rapido e completo. Dopo somministrazione orale di 30 mg di procarbazina marcata con 14C si ottiene il picco di concentrazione ematica entro un'ora. Dopo somministrazione endovenosa, l'emivita del farmaco è di 10 minuti circa. Il 70% circa della radioattività si ritrova nelle urine nelle 24 ore successive alla somministrazione orale o endovenosa di procarbazina marcata con 14C. Dopo somministrazione per os la procarbazina attraversa la barriera ematoencefalica raggiungendo rapidamente l'equilibrio tra le concentrazioni nel plasma e nel liquido cerebrospinale.
La dose media letale negli animali da laboratorio è risultata variabile tra 150 mg/kg nei conigli e 1300 mg/kg nei topi.
Da studi su topi, ratti e scimmie risulta che la procarbazina è cancerogena, ha una attività mutagena limitata da test su batteri e cellule di mammiferi.
La procarbazina è risultata teratogena. In studi su ratti a dosi da 4 a 13 volte superiori al dosaggio raccomandato nell’uomo.
Amido, talco, stearato di magnesio, mannite.
Vedere 4.5.
La stabilità del prodotto è di 3 anni a confezionamento integro correttamente conservato.
Nessuna.
Flacone di vetro scuro con tappo a vite in materiale termoplastico contenuto in astuccio di cartone assieme al foglietto illustrativo.
Flacone da 50 capsule da 50 mg.
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Sigma-Tau Industrie Farmaceutiche Riunite S.p.A.
Viale Shakespeare, 47 – 00144 Roma
AIC n. 020846010
01/04/1967
01/02/2006