Pubblicità
- Inizio Pagina Nifedipina Merck GENERICS
Una compressa a rilascio prolungato contiene:nifedipina 20 mg
Compresse a rilascio prolungato
Trattamento della cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile
(angina da sforzo).Trattamento dell�ipertensione arteriosa.
Pubblicità
Il trattamento va possibilmente adattato alle necessit� individuali in
funzione della gravit� della malattia e della risposta del paziente.Nei
pazienti con funzionalit� epatica compromessa, pu� rendersi necessario un
accurato controllo della situazione pressoria e, nei casi gravi una
riduzione del dosaggio.Salvo diversa prescrizione medica per l’adulto
valgono le seguenti direttive posologiche:
Adulti |
Dosi orientative |
In caso di cardiopatia ischemica-angina pectoris cronica
stabile(angina da sforzo) |
1 cpr di nifedipina 2 volte al d� |
In alcuni casi pu� risultare opportuno incrementare
la dose fino ad un massimo di 60 mg al d�.In genere le compresse
ritardo vanno deglutite intere, con poco liquido, indipendentemente
dai pasti.L’ingestione contemporanea di alimenti ritarda
l’assorbimento ma non lo riduce. |
|
|
2. In caso di ipertensione arteriosa |
1 cpr di nifedipina 2 volte al d� |
|
|
In alcuni casi pu� risultare opportuno incrementare
la dose fino ad un massimo di 60 mg al d�.In genere le compresse
ritardo vanno deglutite intere, con poco liquido, indipendentemente
dai pasti.L’ingestione contemporanea di alimenti ritarda
l’assorbimento ma non lo riduce.Intervallo di tempo fra due
assunzioni di compresse � di circa 12 ore e non dovrebbe essere
inferiore a 4 ore.Qualora in pazienti affetti da angina pectoris non
si ottenga un sufficiente risultato terapeutico dopo circa 14 giorni
di trattamento, si consiglia su prescrizione medica la
somministrazione di nifedipina capsule (10 mg) a rapida azione. |
La sostanza fotosensibile contenuta nella compressa � sostanzialmente
protetta dalla luce all’interno e al di fuori della confezione.Si consiglia
tuttavia di non esporre a lungo le compresse alla luce solare diretta.Durata
del trattamento La durata del trattamento deve essere stabilita dal medico
curante.In relazione alla pronunciata attivit� antiischemica ed
antiipertesiva della nifedipina, il trattamento dovrebbe essere sospeso
gradualmente, in particolare quando vengono impiegati dosaggi elevati.
Ipersensibilit� nota al principio attivo o ad altri componenti della
formulazione.Gravidanza accertata o presunta ed in corso di
allattamento.Shock cardiovascolare.Terapia concomitante con rifampicina (in
quanto l�induzione enzimatica non consente di ottenere livelli plasmatici
efficaci di nifedipina).
Per gli effetti della nifedipina sulle resistenze vascolari periferiche �
raccomandabile prudenza in caso di marcata ipotensione (pressione sistolica
inferiore a 90 mmHg) ed � necessario controllare attentamente la pressione
arteriosa all�inizio della terapia e fino a quando non sia stata raggiunta
la posologia di mantenimento. Per lo stesso motivo la nifedipina deve
essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca, stenosi
aortica e in quelli in trattamento con beta-bloccanti o farmaci
ipotensivi.Particolare attenzione dovr� essere prestata nelle donne gravide
(vedi Controindicazioni). In situazioni di emergenza ipertensiva, quale
ad esempio l�eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la
responsabilit� e lo stretto controllo del medico. Si raccomanda
particolare cautela quando si somministra nifedipina in associazione a
solfato di magnesio per via endovenosa, a causa di una possibile eccessiva
caduta pressoria.Nei pazienti con funzionalit� epatica compromessa pu�
rendersi necessario un accurato controllo e, nei casi gravi, una riduzione
del dosaggio.La comparsa di edema periferico in pazienti affetti da
insufficienza cardiaca congestizia rende necessaria la differenziazione
degli edemi dovuti alla nifedipina da quelli conseguenti ad un peggioramento
della funzionalit� ventricolare sinistra.Durante il trattamento di pazienti
diabetici o a rischio diabetico, la glicemia deve essere accuratamente
controllata; se compare iperglicemia la terapia deve essere sospesa.
Links sponsorizzati
La terapia concomitante con farmaci β-bloccanti � generalmente ben
tollerata; tuttavia c�� il rischio di ipotensione, esacerbazione dell�angina
e insufficienza cardiaca.La contemporanea somministrazione di nifedipina e
di digossina pu� condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di digossina,
legata ad una riduzione della sua clearance.A scopo precauzionale il
paziente dovrebbe perci� essere controllato per rilevare l�eventuale
comparsa di sintomi di sovradosaggio di digossina e, se necessario, per
aggiustare il disaggio di digossina sulla base dei suoi livelli
plasmatici.La concomitante somministrazione di nifedipina con agenti
ipotensivi (metildopa, idralazina, captopril, ecc.) pu� favorire l�incidenza
di grave ipotensione.In caso di somministrazione contemporanea di nifedipina
e cimetidina pu� riscontrarsi una pi� marcata riduzione pressoria.In singoli
casi durante la contemporanea somministrazione di nifedipina e chinidina
sono stati osservati livelli ridotti di chinidina oppure, dopo sospensione
di nifedipina, un netto aumento dei livelli plasmatici di chinidina.
Per questa ragione, qualora la nifedipina sia impiegata contemporaneamente o
venga sospesa, si raccomanda di mantenere controllata la concentrazione di
chinidina e, se necessario, di aggiustarne il dosaggio.La rifampicina, per
il suo effetto di induzione enzimatica, accellera il metabolismo della
nifedipina, riducendone potenzialmente l�efficacia; per tale motivo
l�impiego di nifedipina in combinazione con rifampicina risulta
controindicato.Il diltiazem diminuisce la clearance della nifedipina per cui
i due principi attivi dovrebbero essere associati con cautela considerando,
eventualmente, la riduzione del dosaggio di nifedipina.L�assunzione
contemporanea di succo di pompelmo inibisce il metabolismo ossidativo della
nifedipina con conseguente aumento della sua concentrazione plasmatica che
pu� causare un maggior effetto antiipertensivo.La valutazione dei valori
urinari dell�acido vanililmandelico effettuata con il metodo
spettrofotometrico, in presenza di nifedipina, pu� evidenziare falsi
incrementi dell�acido stesso; tali valori non vengono, invece, modificati
utilizzando il metodo HPLC.
Gravidanza La nifedipina � controindicata in corso di gravidanza. La
nifedipina si � dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel
ratto e nel coniglio, comprese le anomalie digitali. Tali anomalie
sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico
uterino. La somministrazione del principio attivo ha comportato una
variet� di effetti tossici a carico dell�embrione, della placenta e del feto
come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni
placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli embrioni e
dei feti (ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta
sopravvivenza neonatale (ratto; non valutati in altre specie). Tutti i
dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici e fetotossici erano
tossici per l�organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte
superiori la posologia massima indicata per l�impiego umano.Non esistono
studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza.In singoli casi
di fertilizzazione in vitro i calcio-antagonisti come la nifedipina sono
stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza
della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale
dello sperma.Nei casi di ripetuto insuccesso della fertilizzazione in vitro,
non riconducibili ad altri motivi, i calcio-antagonisti come la nifedipina
dovrebbero essere considerati come possibile causa.AllattamentoLa nifedipina
passa nel latte materno. Poich� non esistono dati sui possibili effetti
sul neonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con
nifedipina durante questo periodo, l�allattamento dovrebbe essere
interrotto.
Le reazioni al farmaco, che variano da individuo ad individuo, possono
compromettere la capacit� di guidare o di usare macchinari. Ci� si
riferisce particolarmente all�inizio del trattamento, al cambio del farmaco
ed in relazione all�assunzione di bevande alcoliche.
Le reazioni avverse pi� comuni, basate sulle sperimentazioni cliniche e
classificate per frequenza ed appartato sono:
Frequenza di incidenza >1% < 10% |
|
|
|
Organismo nel suo complesso:Apparato cardiovascolare:Apparato
digerente:Disordini metabolici/nutrizionali:Sistema nervoso: |
astenia (stanchezza)vasodilatazione (arrossamento, vampate di
calore) palpitazioninauseaedema perifericocapogiro, cefalea |
Frequenza di incidenza >0,1% < 1% |
|
|
|
Apparato cardiovascolare:Apparato digerente:Apparato
muscolo-scheletrico:Sistema nervoso:Cute e annessi:Organi di
senso:Apparato respiratorio:Apparato uro-genitale: |
sintomatologia simil-anginosa, dolore toracico, ipotensione,
tachicardia, sincopestipsi, diarreamialgiairritabilit�, parestesia,
tremore, vertigineprurito, rash (esantema, eritema)alterazione della
vistadispneaaumento dell’escrezione urinaria giornaliera |
|
|
Frequenza di incidenza > 0,01% < 0,1% |
|
|
|
Disordini metabolici nutrizionali:Apparato digerente:Cute e
annessi:Apparato emo-linfatico: |
iperglicemiadisturbi gastroenterici (sensazione di ingombro
gastro-enterico), alterazione degli indici di funzionalit� epatica
(aumento della transaminasi, colestasi intraepatica)orticaria,
dermatite fotosensibileporpora |
Le reazioni avverse pi� comuni basate sulle segnalazioni spontanee e
classificate per frequenza ed apparato, calcolate sulla popolazione esposta
al farmaco sono:
Frequenza di incidenza < 0,01% |
|
|
|
Apparato digerente:Apparato emo-linfatico:Cute e annessi: |
iperplasia gengivaleagranulocitosiginecomastia,
eritromelalgia, dermatite esfoliativa |
Sono stati, occasionalmente, segnalati anche:
anemia, leucopenia, trombocitopenia, epatite, aumento della
fosfatasi alcalina, LDH, disturbi della sfera sessuale, ipotensione,
pirosi gastrica, flatulenza, crampi intestinali, insonnia,
congestione nasale, mal di gola, tosse, asma, rigidit� ed
infiammazioni articolari, sudorazione, brivido, febbre. |
|
|
Altre formulazioni di nifedipina: |
reazione allergica (reazione anafilattica) |
Nei pazienti dializzati con ipertensione maligna ed
ipovolemia si pu� verificare una importante caduta dei valori
pressori a causa della vasodilatazione periferica. |
Links sponsorizzati
Sintomatologia Nei casi di grave intossicazione da nifedipina sono stati
osservati i seguenti sintomi: disturbi della coscienza fino al coma, calo
della pressione arteriosa, alterazioni del ritmo cardiaco di tipo
tachi/bradicardico, iperglicemia, acidosi metabolica, ipossia, shock
cardiogeno con edema polmonare.TrattamentoPer quanto riguarda il trattamento
hanno la priorit� l�eliminazione della sostanza attiva e la stabilizzazione
delle condizioni cardiovascolari.Dopo ingestione orale � indicata una
accurata lavanda gastrica associata, se necessario, ad irrigazione del
piccolo intestino.Particolarmente nei casi di intossicazione con le
formulazioni di nifedipina a lento rilascio, l�eliminazione deve essere la
pi� completa possibile, compreso l�intestino tenue, al fine di prevenire
l�assorbimento del principio attivo.L�emodialisi � inutile in quanto la
nifedipina non � dializzabile, ma � consigliabile la plasmaferesi (per
l�elevato legame proteico ed il relativamente basso volume di
distribuzione).I disturbi bradicardici del ritmo cardiaco possono essere
trattati con β-simpaticomimetici mentre per le alterazioni di questo tipo
pericolose per la vita dev�essere preso in considerazione l�impiego di un
pacemaker temporaneo.L�ipotensione come risultato dello shock cardiogeno e
della vasodilatazione arteriosa pu� essere trattata con il calcio (10-20 ml
di soluzione di calcio gluconato al 10% da somministrarsi lentamente per via
endovenosa, eventualmente da ripetersi). Come risultato, la calcemia
pu� raggiungere i valori alti della norma o superarli di poco.Qualora
l�effetto del calcio sulla pressione sanguigna dovesse rivelarsi
insufficiente dovranno essere somministrati anche dei vasocostrittori
simpaticomimetici, quali la dopamina o la noradrenalina, il cui dosaggio
dovr� essere determinato esclusivamente dal risultato ottenuto.Infusioni di
liquidi o plasma expanders andranno effettuate con cautela a causa del
rischio di sovraccaricare il cuore.
La nifedipina � un calcio-antagonista del gruppo 1,4 diidropiridinico.
I calcio-antagonisti riducono l�afflusso intracellulare transmembrana del
calcio che si verifica attraverso i canali lenti del calcio. La
nifedipina agisce particolarmente sulle cellule miocardiche e su quelle
muscolari delle arterie coronarie e dei vasi periferici di resistenza.A
livello cardiaco la nifedipina dilata le arterie coronarie, in particolare i
grandi vasi di conduttanza, ed anche i segmenti di parete libera da
patologia nelle zone parzialmente stenotiche. Inoltre la nifedipina
riduce il tono della muscolatura liscia vasale allo stesso livello
prevenendone il vasospasmo. Il risultato finale di queste azioni � un
incremento del flusso ematico post-stenotico e conseguentemente un aumento
dell�apporto di ossigeno. Contemporaneamente a ci� la nifedipina riduce
la richiesta miocardica di ossigeno riducendo le resistenze periferiche
(post-carico). In terapia cronica, a lungo termine, la nifedipina �
anche in grado di prevenire lo sviluppo di nuove lesioni aterosclerotiche a
livello coronarico.La nifedipina riduce il tono della muscolatura liscia
arteriolare, pertanto, riducendo le resistenze periferiche aumentate, � in
grado di abbassare la pressione arteriosa. All�inizio della terapia con
nifedipina si pu� verificare un transitorio incremento riflesso della
frequenza cardiaca e quindi della portata cardiaca. Comunque questo
incremento non � tale da compensare la vasodilatazione. Inoltre la
nifedipina provoca un aumento della escrezione renale di acqua e sodio sia
nel trattamento a breve termine che in quello a lungo termine.
L�effetto ipotensivo della nifedipina � particolarmente pronunciato nei
pazienti ipertesi.
Links sponsorizzati
Assorbimento Dopo somministrazione orale la nifedipina viene
immediatamente e quasi completamente assorbita.La disponibilit� sistemica
della nifedipina somministrata per via orale � del 45-56% a causa
dell’effetto del primo passaggio. Le massime concentrazioni plasmatiche
e sieriche vengono raggiunte tra 1,5 e 4,2 ore con nifedipina.La
contemporanea ingestione di alimenti provoca un ritardo, ma non riduce
l’assorbimento.La seguente tabella mostra le concentrazioni plasmatiche al
picco (Cmax) ed i tempi corrispondenti (Tmax) di nifedipina.
Dose |
Cmax (mg/l) |
Tmax (h) |
20 mg |
26-77 |
1,5-4,2 |
Distribuzione La nifedipina si lega per il 95% alle proteine plasmatiche
(albumina). L’emivita di distribuzione dopo somministrazione endovenosa
� stata determinata essere di 5-6 minuti.Biotrasformazione Dopo
somministrazione orale la nifedipina viene metabolizzata a livello della
parete intestinale o del fegato principalmente attraverso un processo
ossidativo. I metaboliti ossidativi non presentano attivit�
farmacologica.La via di escrezione fondamentale della nifedipina nella forma
ossidata � quella renale, solo il 5-15% viene escreto attraverso la bile con
le feci. Il farmaco non metabolizzato si ritrova in tracce (meno dello
0,1%) nelle urine.EliminazioneL’emivita terminale di eliminazione � di 6-11
ore a causa dell’assorbimento ritardato. Non � stato riscontrato alcun
accumulo della sostanza, alla posologia usuale, durante il trattamento
prolungato. In caso di insufficienza renale non sono state rilevata
sostanziali modificazioni rispetto ai volontari sani.In presenza di
compromissione della funzionalit� epatica l’emivita di eliminazione �
nettamente allungata e la clearance totale del farmaco si riduce. Nei
casi pi� severi pu� essere necessaria una riduzione della dose.
Tossicit� acuta: la tossicit� acuta � stata indagata in varie specie
animali ed i risultati sono elencati in particolare nella tabella seguente:
|
Dose letale50(LD50) (mg/kg) |
|
Orale |
Endovenosa |
Topo |
494 (421-572)* |
4,2 (3,8-4,6)* |
Ratto |
1022 (950-1087)* |
15,5 (13,7-17,5)* |
Coniglio |
250-500 |
2-3 |
Gatto |
Circa 100 |
0,5-8 |
Cane |
>250 |
2-3 |
*Intervallo di confidenza 95% |
Tossicit� subacuta e subcronica: la somministrazione orale giornaliera a
ratti (50 mg/kg di peso) ed a cani (100 mg/kg di peso) per periodi
rispettivamente di 13 e 4 settimane � stata tollerata senza la comparsa di
effetti tossici.In somministrazione parenterale (endovenosa) i cani hanno
tollerato fino a 0,1 mg/kg di peso al d� per 6 giorni senza danni.
La somministrazione endovenosa giornaliera di 2,5 mg/kg di peso per un periodo
di 3 settimane � stata tollerata dai ratti senza la comparsa di segni di
danno d’organo.Tossicit� cronica: i cani hanno tollerato fino a 100 mg/kg di
peso al d�, somministrate per os per un periodo di un anno, senza presentare
effetti tossici. Nei ratti sono comparsi effetti tossici con
concentrazioni superiori ai 100 ppm nel cibo (circa 5-7 mg/kg di peso
corporeo).Cancerogenesi: uno studio a lungo termine sui ratti (2 anni) non
ha fornito evidenze di alcun effetto cancerogeno della
nifedipina.Mutagenicit�: per valutare l’effetto mutageno sono stati eseguiti
sul topo il test di Ames, il test della dominanza letale ed il test del
micronucleo. Non � stato possibile evidenziare alcun effetto mutageno
della nifedipina.Tossicologia della riproduzione: � stato dimostrato che la
nifedipina ha un effetto teratogeno nel ratto e nel coniglio con varie
espressioni tra le quali anomalie digitali. Le anomalie digitali sono
probabilmente il risultato di una compromissione del flusso ematico uterino.
La somministrazione di nifedipina si � associata a vari effetti tossici su
embrione, placenta e feto, tra essi feti poco sviluppati (in ratto, topo,
coniglio), placenta piccola a villi coriali ipoplasici (nella scimmia),
morte embrionale e fetale (in ratto, topo e coniglio) ed allungamento della
gestazione/ridotta sopravvivenza dei neonati (nel ratto, non valutata in
altre specie). Tutte le dosi associate ad effetti teratogeni o tossici
su embrione e feto negli animali erano tossiche per la madre e di parecchio
superiori alla massima dose consigliata nell’uomo.
Cellulosa microcristallina, Amido, Lattosio monoidrato, Polisorbato 80,
Magnesio stearato.Rivestimento compressa: idrossipropilmetilcellulosa,
Polietilenglicole 4000, Titanio biossido (E 171), Ferro ossido rosso (E
172).
Non note.
A confezionamento integro: 3 anni
La nifedipina, sostanza fotosensibile, � sostanzialmente protetta dalla
luce mediante filmatura e utilizzo di blister colorato. Si consiglia
tuttavia di non esporre a lungo le compresse alla luce solare diretta.
Blister in PVC/PVDC ambra termosaldato su foglio di alluminio
laccato.Confezione: 50 compresse a rilascio prolungato.
La sostanza attiva nifedipina � altamente fotosensibile. Pertanto le
compresse rivestite da pellicola non devono essere rotte, poich� altrimenti
la protezione dalla luce garantita dal rivestimento pigmentato non sar� pi�
garantita.La sostanza attiva fotosensibile contenuta nelle compresse
rivestite da pellicola � protetta dalla luce sia all�interno che all�esterno
della confezione. Ci� nonostante le compresse dovranno essere tolte
dalla confezione solo immediatamente prima dell�assunzione.Le compresse non
dovranno essere utilizzate dopo la data di scadenza.
MERCK GENERICS ITALIA S.p.A.Via Aquileia, 3520092 CINISELLO BALSAMO (MI)
AIC n. 033026030/G
-----
06/03/2001
-----
Giugno 2001
|