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NIFLAM
NIFLAM 250 mg capsule rigide: una capsula contiene: acido niflumico mg 250.
NIFLAM 500 mg supposte adulti: una supposta contiene: estere beta - morfolinoetilico dell'acido niflumico mg 700 (pari a mg 500 di acido niflumico).
NIFLAM 285 mg supposte bambini: una supposta contiene: estere beta-morfolinoetilico dell'acido niflumico mg 400 (pari a mg 285 di acido niflumico).
Capsule rigide per uso orale da 250 mg di acido niflumico; supposte adulti per uso rettale da 500 mg di acido niflumico; supposte bambini per uso rettale da 285 mg di acido niflumico.
Niflam è indicato per attenuare l'infiammazione, il dolore e l'edema che accompagnano gli stati flogistici acuti e cronici legati ad affezioni diverse, e in particolare:
- Affezioni articolari: artrite reumatoide, coxartrosi, osteoartriti, spondilite reumatoide, spondilite anchilosante, artrite psoriasica, artrite gottosa acuta.
- Affezioni non articolari: borsiti, tenositi, sinoviti, epicondiliti.
- Condizioni traumatiche: fratture, distorsioni, contusioni dei tessuti molli, ed in medicina sportiva (dolori articolari, periostite tibiale, lesioni dei tessuti molli, ecc.).
- Stati infiammatori post-operatori: estrazioni dentarie ed altri procedimenti operatori odontoiatrici, interventi ostetrico-ginecologici, interventi chirurgici al naso e alla gola.
- Affezioni ORL acute e subacute.
- Affezioni broncopolmonari: broncopneumopatie, pleuriti.
- Altre condizioni morbose: tromboflebite acuta superficiale.
Nei bambini NIFLAM è indicato nel trattamento sintomatico del dolore in corso di manifestazioni infiammatorie a carico dell'apparato ORL e stomatologiche.
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Capsule rigide
In genere, si somministra 1 capsula di NIFLAM tre volte al giorno, durante o immediatamente dopo i pasti. Negli stati infiammatori gravi, specie quelli di lunga durata o che presentano esacerbazioni acute, si può somministrare una dose giornaliera massima di 4 capsule di NIFLAM (1000 mg di acido niflumico). Col miglioramento della sintomatologia, la posologia dovrà essere ridotta al livello di mantenimento che si dimostri efficace. Dosi superiori alle quattro capsule giornaliere (1000 mg) non aumentano in misura sensibile gli effetti terapeutici, ma possono causare la comparsa di effetti collaterali che raramente si verificano al regime posologico consigliato.
Nell'artrite gottosa acuta, dovrà essere somministrata una dose iniziale di 2 capsule (500 mg di acido niflumico) seguita da una capsula (250 mg) a distanza di 2 o 4 ore dall'inizio della terapia. Dal giorno successivo in poi, si procede con il normale regime posologico di una capsula 3 o 4 volte al giorno.
Supposte
Adulti: due supposte al giorno, una al mattino ed una alla sera, di NIFLAM supposte adulti. La combinazione capsule-supposte permette un trattamento adatto a ciascun caso; ovviamente la dose è in funzione del quadro clinico.
Bambini: bambini di età compresa tra 6 - 12 mesi : 1 supposta bambini al giorno. Bambini di età superiore ai 12 mesi: da 1 ad un massimo di 3 supposte al giorno secondo l'età e il peso. Mediamente, in questi casi, la posologia giornaliera è di 1 supposta (285 mg) ogni 10 kg di peso per acido niflumico corrispondente a 400 mg/10 kg/die di morniflumato.
Non somministrare il prodotto al di sotto dei sei mesi di età. Nelle affezioni ORL ed in stomatologia non superare i 4-5 giorni di terapia.
La formulazione in supposte, particolarmente studiata per l'impiego pediatrico, permette anche il trattamento di pazienti che non possono alimentarsi per via orale e che comunque hanno difficoltà di deglutizione e quindi di assumere la preparazione in capsule. A causa della tossicità locale la somministrazione per via rettale deve essere la più breve possibile.
Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovrà valutare una eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.
Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedere sezione 4.4).
Storia di emorragia gastrointestinale o perforazione relativa a precedenti trattamenti attivi, o storia di emorragia/ulcera peptica ricorrente (due o più episodi distinti di dimostrata ulcerazione o sanguinamento).
NIFLAM è controindicato nei soggetti con ulcera gastroduodenale e nei soggetti con ipersensibilità, precedenti di allergia o d'asma provocati dalla somministrazione di acido niflumico/morniflumato o di sostanze con attività simile come altri FANS e aspirina. Ipersensibilità ad uno qualsiasi degli eccipienti o a sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico (vedi anche 4.5).
Controindicato in caso di grave insufficienza epatica e renale e di severa insufficienza cardiaca.
Controindicato in gravidanza dopo 24 settimane di amenorrea (vedi 4.6).
Nei bambini è controindicato anche nei casi con anamnesi ulcerosa, di rectiti o rettorragie e al di sotto dei sei mesi di età.
L'uso di NIFLAM deve essere evitato in concomitanza di FANS, inclusi gli inibitori selettivi della COX-2.
Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedere sezione 4.2 e i paragrafi sottostanti sui rischi gastrointestinali e cardiovascolari).
Come altri FANS, acido niflumico/morniflumato possono contribuire a scatenare una crisi asmatica in pazienti che presentano asma associata a rinite cronica, sinusite cronica e/o poliposi nasale.
La somministrazione di acido niflumico/morniflumato può provocare un attacco d'asma, in particolare in certi soggetti allergici all'acido acetilsalicilico o ad un FANS.
Dati di letteratura suggeriscono che l'uso dell'acido niflumico nei bambini potrebbe essere associato ad un aumentato rischio di reazioni muco-cutanee gravi. Poiché bambini di età compresa tra i 6 e i 12 mesi sembrano essere a maggior rischio di tali reazioni, la somministrazione di acido niflumico/morniflumato, in questa fascia d'età, deve avvenire solo dopo un'accurata valutazionedel rapporto rischio/beneficio in ogni singolo paziente.
Anziani: i pazienti anziani hanno un aumento della frequenza di reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali (vedi sezione 4.2).
Emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione: durante il trattamento con tutti i FANS, in qualsiasi momento, con o senza sintomi di preavviso o precedente storia di gravi eventi gastrointestinali, sono state riportate emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione, che possono essere fatali
Negli anziani e in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione (vedi sezione 4.3), il rischio di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione è più alto con dosi aumentate di FANS. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la più bassa dose disponibile. L'uso concomitante di agenti protettori (misoprostolo o inibitori di pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti e anche per pazienti che assumono basse dosi di aspirina o altri farmaci che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestinali (vedi sotto e sezione 4.5).
Pazienti con storia di tossicità gastrointestinale, in particolare anziani, devono riferire qualsiasi sintomo gastrointestinale inusuale (soprattutto emorragia gastrointestinale) in particolare nelle fasi iniziali del trattamento.
Cautela deve essere prestata ai pazienti che assumono farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o emorragia, come corticosteroidi orali, anticoagulanti come warfarin, inibitori selettivi del reuptake della serotonina o agenti antiaggreganti come l'aspirina (vedi sezione 4.5).
Quando si verifica emorragia o ulcerazione gastrointestinale in pazienti che assumono NIFLAM il trattamento deve essere sospeso.
I FANS devono essere somministrati con cautela nei pazienti con una storia di malattia gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn) poiché tali condizioni possono essere esacerbate (vedi sezione 4.8 - Effetti indesiderati).
Durante il trattamento con acido niflumico/morniflumato possono manifestarsi emorragia gastrointestinale o ulcere/perforazioni, senza che si siano manifestati precedentemente eventi simili.
Il rischio relativo aumenta negli anziani, nei soggetti debilitati, nelle persone con basso peso corporeo e pazienti che sono sottoposti a terapia con anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici (vedi 4.5). Il trattamento deve essere interrotto immediatamente in caso di emorragia gastrointestinale o ulcera.
L'acido niflumico/morniflumato deve essere somministrato con cautela e sotto stretto controllo medico in pazienti con storia di disturbi digestivi (ulcera peptica, ernia iatale, emorragia gastrointestinale, etc.).
Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari
Un adeguato monitoraggio ed opportune istruzioni sono necessarie nei pazienti con anamnesi positiva per ipertensione e/o insufficienza cardiaca congestizia da lieve a moderata poiché in associazione al trattamento con i FANS sono stati riscontrati ritenzione di liquidi ed edema.
Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (p.es. infarto del miocardio o ictus). Non ci sono dati sufficienti per escludere un rischio simile per l’acido niflumico/ morniflumato.
I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia, cardiopatia ischemica accertata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con acido niflumico/morniflumato soltanto dopo attenta valutazione. Analoghe considerazioni devono essere effettuate prima di iniziare un trattamento di lunga durata in pazienti con fattori di rischio per malattia cardiovascolare (es. ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo).
Occorre cautela nei pazienti con una storia di ipertensione e/o insufficienza cardiaca poiché, in associazione alla terapia con FANS, sono state riportate ritenzione idrica ed edema.
Acido niflumico/morniflumato può mascherare gli usuali segni e sintomi di un'infezione, pertanto deve essere usato con cautela in pazienti con infezioni in atto o in quelli a rischio di infezione, anche se ben controllati.
Gravi reazioni cutanee alcune delle quali fatali, includenti dermatite esfoliativa, Sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state riportate molto raramente in associazione con l'uso dei FANS (vedi sezione 4.8). Nelle prime fasi della terapia i pazienti sembrano essere a più alto rischio; l'insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. NIFLAM deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.
Eccezionalmente, la varicella può causare gravi complicazionidi tipo infettivo della cute e dei tessuti molli. Al momento non può essere escluso che i FANS possano favorire l'aggravarsi di queste infezioni. Conseguentemente, è consigliabile evitare l'uso di acido niflumico/morniflumato in caso di varicella (vedi 4.8).
Il medico deve fare attenzione ai casi di infertilità secondaria non ovulatoria causata dalla non rottura del follicolo di Graafian, che sono stati riportati nelle pazienti che assumevano come trattamento a lungo termine inibitori della sintesi delle prostaglandine.
Tale infertilità è reversibile con l'interruzione del trattamento.
Precauzioni d'impiego
Il volume urinario e la funzione renale devono essere strettamente controllati all'inizio del trattamento con acido niflumico/morniflumato in pazienti con insufficienza cardiaca cronica, insufficienza renale o epatica, che assumono diuretici, che sono stati sottoposti ad interventi chirurgici maggiori con conseguente ipovolemia, ed in particolare in soggetti anziani.
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Corticosteroidi: aumento del rischio di ulcerazione o emorragia gastrointestinale (vedi sezione 4.4.).
Agenti antiaggreganti e inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs): aumento del rischio di emorragia gastrointestinale (vedi sezione 4.4).
Rischio collegato ad iperpotassiemia
Alcuni prodotti medicinali o classi terapeutiche possono favorire l'insorgenza di iperpotassiemia: sali di potassio, diuretici, inibitori dell'ACE (enzima di conversione dell'angiotensina), inibitori dell'angiotensina II, FANS, eparine (sia a basso peso molecolare che non frazionata), ciclosporina, tacrolimus e trimetoprim.
L'insorgenza di iperpotassiemia può dipendere dall'esistenza di fattori associati. Questo rischio aumenta quando c'è una combinazione con i prodotti medicinali sopra menzionati.
Rischio collegato all'effetto antiaggregante
Molte sostanze sono coinvolte nelle interazioni a causa delle loro proprietà antiaggreganti: aspirina e FANS, ticlopidina e clopidogrel, tirofiban, eptifibatide e abciximab, iloprost.
L'uso di molti agenti anti aggreganti piastrinici aumenta il rischio di emorragia come anche la loro combinazione con eparine, anticoagulanti orali e trombolitici. Tale uso deve essere soggetto a regolare controllo clinico e biologico.
● La somministrazione contemporanea di acido niflumico/morniflumato con i seguenti prodotti richiede uno stretto controllo clinico e biologico del paziente.
Combinazioni sconsigliate
Con altri FANS (inclusi acido acetilsalicilico ed altri salicilati)
È stato riscontrato un aumentato rischio di ulcere gastrointestinali ed emorragie (sinergia additiva).
Con altri anticoagulanti
I FANS possono aumentare gli effetti degli anticoagulanti, come il warfarin (vedi sezione 4.4).
Se tale combinazione non può essere evitata, è richiesto uno stretto controllo clinico e di laboratorio del paziente.
Con eparina a dosi curative o in pazienti anziani
Si è riscontrato un aumentato rischio di emorragia (inibizione della funzione piastrinica ed irritazione della mucosa gastroduodenale causata da FANS).
Se tale combinazione non può essere evitata, è richiesto uno stretto controllo clinico e di laboratorio del paziente.
I FANS devono essere somministrati per pochi giorni.
Con litio
I livelli di litio nel sangue risultano aumentati e si possono raggiungere concentrazioni tossiche (ridotta escrezione renale di litio).
Ove necessario, i livelli di litio nel sangue devono essere strettamente controllati e la posologia del litio deve essere aggiustata durante il trattamento in combinazione e dopo che il trattamento con FANS è stato interrotto.
Con metotressato, usato a dosi superiori di 15 mg a settimana
È stato riscontrato un aumentato rischio di tossicità ematologica causata da metotressato (gli antiinfiammatori riducono la clearance renale del metotressato).
Combinazioni che richiedono precauzioni d'impiego
Con diuretici, ACE inibitori, e antagonistidell'angiotensina II
I FANS possono ridurre l'effetto dei diuretici e di altri farmaci antipertensivi. In alcuni pazienti con funzione renale compromessa (per esempio pazienti disidratati o pazienti anziani con funzione renale compromessa) la co-somministrazione di un ACE inibitore o di un antagonista dell'angiotensina II e di agenti che inibiscono il sistema della ciclo-ossigenasi può portare a un ulteriore deterioramento della funzione renale, che comprende una possibile insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. Queste interazioni devono essere considerate in pazienti che assumono NIFLAM in concomitanza con ACE inibitori o antagonisti dell'angiotensina II. Quindi, la combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente nei pazienti anziani.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l'inizio della terapia concomitante.
Con metotressato, usato a dosi inferiori a 15 mg per settimana
È stato riscontrato un aumentato rischio di tossicità ematologica causata da metotressato (gli antiinfiammatori riducono la clearance renale del metotressato).
La conta ematologica deve essere controllata settimanalmente durante le prime settimane di trattamento di combinazione.
In caso si verifichi insufficienza renale (anche se lieve), e nei pazienti anziani, è richiesto uno stretto controllo.
Combinazioni che devono essere prese in considerazione
Con altri antiaggreganti piastrinici (ticlopidina, clopidogrel, tirofiban, eptifibatide e abciximab, iloprost) e con eparine a dosi profilattiche: è stato riscontrato un aumentato rischio di emorragia.
Con altri agenti che provocano iperpotassiemia (sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, inibitori dell'ACE (enzima di conversione dell'angiotensina), inibitori dell'angiotensina II, altri FANS, eparine (sia a basso peso molecolare che non frazionata), ciclosporina, tacrolimus e trimetoprim)
È stato riscontrato un aumentato rischio di iperpotassiemia.
Con beta bloccanti (per estrapolazione dai dati dell'indometacina)
È stato riscontrata una riduzione dell'effetto antipertensivo (i FANS inibiscono le prostaglandine vasodilatatrici).
Con ciclosporina
Rischio di potenziamento degli effetti nefrotossici, in particolare nel paziente anziano.
Gravidanza
L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.
Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5 %. E’ stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrione-fetale.
Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.
Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, NIFLAM non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari.
Se NIFLAM è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a :
tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios;
la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:
possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;
inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.
Conseguentemente, NIFLAM è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.
Allattamento
La concentrazione di acido niflumico/morniflumato nel latte è scarsa. Tuttavia, a scopo precauzionale, l'allattamento al seno deve essere sospeso.
Il paziente deve essere avvisato della possibilità di manifestazioni come vertigini o sonnolenza.
Per le supposte, effetti correlati alla via di somministrazione: si è riscontrato un rischio di tossicità locale che aumenta in frequenza e gravità all'aumentare della durata del trattamento, della frequenza di somministrazione e della posologia.
Apparato gastrointestinale: gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale. Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, a volte fatale, in particolare negli anziani (vedi sezione 4.4.).
Dopo somministrazione di NIFLAM sono stati riportati: nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatiti ulcerative, esacerbazione di colite e morbo di Crohn (vedi sezione 4.4. - speciali avvertenze e precauzioni d'impiego).
Meno frequentemente sono state osservate gastriti.
Incrementi nella posologia e nella durata del trattamento influenzano l'aumento della frequenza di tali effetti.
Ipersensibilità:
reazioni cutanee e muco cutanee: sono stati descritti casi di rash cutaneo, orticaria, vasculiti, porpora, pruriti, rari casi di eritema multiforme ed eruzioni bollose, sindrome di Stevens-Johnson, sindrome di Lyell, fotosensibilizzazione in rari casi;
reazioni respiratorie: crisi asmatiche in alcuni soggetti, specialmente quelli allergici all’acido acetilsalicilico o ad altri FANS;
reazioni generali: malessere con ipotensione, shock anafilattico.
Per la presenza di azorubina (E122) nelle capsule si è riscontrato un rischio di reazioni allergiche con l'uso di questa forma farmaceutica.
Sistema nervoso centrale: raramente si possono manifestare cefalea e vertigini.
Apparato renale: disfunzione renale acuta, nefriti interstiziali, casi eccezionali di sindrome nefrotica.
Apparato muscolo-scheletrico: sono stati riportati pochi casi di fluorosi ossea dopo trattamento ad alte dosi per parecchi anni.
Test di laboratorio: eccezionalmente, alterazione dei test di funzionalità epatica, trombocitopenia e leucopenia.
Altri: eccezionalmente, in caso di varicella, possono manifestarsi gravi complicanze infettive cutanee (vedi 4.4).
Reazioni bollose includenti Sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica (molto raramente).
In associazione al trattamento con FANS sono stati riportati edema, ipertensione e insufficienza cardiaca.
Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (p.es. infarto del miocardio o ictus) (vedere sezione 4.4).
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Nel caso di sovradosaggio con acido niflumico/morniflumato i sintomi prevedibili sono: irritazione gastrointestinale, sonnolenza (5%) e cefalea. Un soggetto che ha ingerito 7,5 g di acido niflumico ha mostrato glomerulonefrite, risolta peraltro senza sequele. In caso di sovradosaggio è indicato un trattamento sintomatico, oltre a lavanda gastrica e alla somministrazione di carbone attivo (solo capsule).
Antinfiammatori non steroidei.
Codice ATC: M01AX02 (acido niflumico, capsule) e M01AX22 (morniflumato, supposte).
NIFLAM è una specialità contenente acido niflumico (o acido trifluorometil-3-fenil-amino-2 nicotinico), composto non steroideo dotato di marcata attività antiinfiammatoria ed antalgica.
Approfondite ricerche nell'animale hanno dimostrato che l'acido niflumico, variamente veicolato (esterificato in supposte o formulato in capsule) e somministrato per diverse vie (orale, rettale, i.p.) è capace di inibire efficacemente o finanche di sopprimere lo stato infiammatorio, il dolore e l'edema sperimentalmente indotti. Gli studi clinici hanno dimostrato che l'acido niflumico è efficace in un ampio campo di indicazioni ed è ottimamente tollerato. La sua efficacia terapeutica è paragonabile, ed in alcuni casi superiore, a quella di altri composti antiflogistici ed analgesici. L'acido niflumico non provoca, di norma, ritenzione di sodio per cui può essere usato nei pazienti anziani senza tema che insorgano fatti edematosi. L'uso dell'acido niflumico può consentire una notevole riduzione della posologia di corticosteroidi nei pazienti che necessitano di tale terapia. L'esperienza clinica ha posto in evidenza sia la costante efficacia dell'acido niflumico nelle condizioni morbose che richiedono un trattamento protratto, sia la sua rapida ed intensa azione antiinfiammatoria ed antalgica in numerose affezioni a carattere flogistico e negli stati acuti post-operatori e post-traumatici. Tale azione si manifesta dopo somministrazione sia orale che rettale e/o locale.
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L'acido niflumico, somministrato come tale per os o nella sua forma esterificata per via rettale (estere beta-morfolinoetilico appositamente studiato per il suo assorbimento per via rettale), è prontamente assorbito e reso disponibile: nel coniglio, alte concentrazioni ematiche di acido niflumico si ritrovano già alla prima ora dalla somministrazione rettale. Dopo somministrazione per questa via, una volta liberato per l'azione di esterasi specifiche, le sue concentrazioni rimangono elevate per periodi molto più lunghi rispetto alla somministrazione orale.
I trattamenti acuti denotano una relativa bassa tossicità del prodotto (DL50 os 1400 mg/kg nel topo e 580 mg/kg os nel ratto). Trattamenti orali ripetuti (25 mg/kg/die nel ratto e nel cane e 200 mg/kg/die nella scimmia) hanno dimostrato la elevata tollerabilità dell'acido niflumico somministrato fino ad un anno di tempo. In particolare le prove hanno dimostrato una buona tollerabilità gastrica (aspetto critico di tutti i prodotti ad attività antiinfiammatoria) a dosi che corrispondono a 20-40 volte la dose terapeutica umana. La tollerabilità rettale della forma esterificata è risultata buona dopo un mese nel coniglio. Studi specifici effettuati nel ratto trattato per os con dosi fino a 400 mg/kg hanno dimostrato un'assoluta mancanza di effetti negativi a livello del sistema nervoso centrale e cardiovascolare: ciò induce a credere che l'acido niflumico non presenti analogie di comportamento con farmaci che agiscono sul S.N.C. o che possono indurre assuefazione o dipendenza.
Capsule: talco, amido di mais, magnesio stearato.
Composizione della capsula vuota: gelatina, titanio biossido (E 171), azorubina (E 122).
Supposte: gliceridi semisintetici solidi.
Non pertinente.
Capsule: a confezionamento integro: 3 anni.
Supposte: a confezionamento integro: 3 anni.
Capsule: nessuna speciale precauzione per la conservazione
Supposte: conservare a temperatura non superiore a 25°C
Capsule: Astuccio contenente 3 blister da 10 capsule ciascuno.
Supposte adulti: Scatola contenente 10 supposte in valve termosaldate di P.V.C.
Supposte bambini: Scatola contenente 10 supposte in valve termosaldate di P.V.C.
Nessuna istruzione particolare.
Bristol-Myers Squibb S.a.r.l. - Rueil Malmaison (Francia), rappresentata in Italia da Bristol-Myers Squibb S.r.l., Via del Murillo, km 2,800 – Sermoneta (LT)
Capsule: AIC n. 022824015
Supposte AD: AIC n. 022824066
Supposte BB: AIC n. 022824078
Maggio 2005.
Novembre 2008