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NIPENT
Principio attivo
Pentostatina (2’ deossicoformicina; ®-3-(2- deossi-beta-D-eritro-pentofuranosil)-3, 6,7,8- tetraidroimidazo [4,5-d] [1,3] diazepin-8-ol] 10mg
Eccipienti
Mannitolo 50 mg, Sodio idrossido o acido cloridrico q.b. a mantenere il pH a 7,0-8,5.
Flaconi in dose singola per uso endovenoso.
ogni flacone contiene 10 mg di pentostatina.
polvere liofilizzata, sterile, apirogena.
Pentostatina è indicata come agente terapeutico singolo per il trattamento dei pazienti adulti con leucemia a cellule capellute.
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Pentostatina è indicata per il trattamento di pazienti adulti.
Somministrazione:
Prima di somministrare pentostatina, si raccomanda di idratare i pazienti con 500-1000 ml di glucosio al 5%, oppure di glucosio al 5% in soluzione salina 0,18% o 0,9%, oppure di glucosio al 3,3% in soluzione salina 0,3%, oppure di glucosio al 2,5% in soluzione salina 0,45% o soluzioni equivalenti. Dopo la somministrazione di pentostatina è opportuno infondere ancora 500 ml di glucosio al 5%, o glucosio al 5% in soluzione salina 0,18% o 0,9%, oppure di glucosio al 2,5% in soluzione salina 0,45%, o equivalente. Il dosaggio raccomandato di pentostatina per il trattamento della leucemia a cellule capellute è 4 mg/m² in singola somministrazione ogni 15 giorni. Pentostatina può essere somministrata per via endovenosa in un unico bolo o diluita e somministrata lentamente in 20-30 minuti. (Vedi Preparazione della soluzione endovenosa [6.6]).
Si sconsigliano dosaggi più elevati.
Negli studi clinici non sono stati riportati danni extravasali.
Non è stata determinata la durata ottimale del trattamento. In assenza di rilevante tossicità e se si osserva un continuo miglioramento, il paziente va trattato fino al raggiungimento di una risposta completa. Si raccomanda la somministrazione di due ulteriori dosi dopo il raggiungimento di una risposta completa.
Dopo 6 mesi di trattamento con pentostatina i pazienti dovrebbero essere controllati per verificare la risposta.
Se non è stata raggiunta una risposta completa o almeno parziale il trattamento con pentostatina va interrotto.
Se è stato raggiunto un risultato parziale il trattamento va continuato allo scopo di raggiungere un risultato completo.
Se la risposta al trattamento dopo 12 mesi è solo una risposta parziale, si raccomanda di sospendere il trattamento.
In caso di comparsa di gravi eventi indesiderati, può essere necessario sospendere o interrompere temporaneamente le somministrazioni. Il trattamento farmacologico va interrotto temporaneamente in pazienti con grave rash e interrotto temporaneamente o sospeso in pazienti che riportano tossicità a livello del sistema nervoso.
Il trattamento con pentostatina va interrotto temporaneamente in pazienti con infezioni, ma può essere ripristinato dopo il controllo terapeutico dell’infezione.
Pazienti con citopenia:
Non si consigliano riduzioni di dosaggio all’inizio della terapia con pentostatina in pazienti con anemia, neutropenia o trombocitopenia. Inoltre non si raccomandano riduzioni di dosaggio durante il trattamento di pazienti con anemia e trombocitopenia.
Si consiglia di interrompere temporaneamente la terapia se il conteggio assoluto dei neutrofili si riduce sotto le 200 cellule/mm³ in un paziente con conteggio iniziale superiore a 500/mm³ e di somministrare ancora pentostatina quando il conteggio ritorna a livelli pre trattamento.
Insufficienza renale:
E’ disponibile una limitata esperienza in pazienti con compromissione della funzione renale (clearance della creatinina <60 ml/min). Due pazienti con funzione renale compromessa (clearance della creatinina 50-60 ml/min) hanno raggiunto una risposta completa senza eventi indesiderati con un trattamento con 2 mg/m² .
Comunque considerando questa esperienza limitata, si sconsiglia il trattamento di pazienti con clearance della creatinina < 60 ml/min.
Alterata funzione epatica:
A causa di una limitata esperienza si consiglia cautela per il trattamento di pazienti con alterazione della funzione epatica.
Somministrazione in pazienti anziani:
Il dosaggio raccomandato negli anziani affetti da leucemia a cellule capellute è di 4 mg/m² in singola somministrazione ogni 15 giorni. Nel trattamento di pazienti di età superiore a 65 anni, non sono state riportate delle reazioni indesiderate specifiche per questo gruppo di età.
Uso in età pediatrica:
La leucemia a cellule capellute è una malattia dell’adulto e si verifica più comunemente nella 6a decade di vita.
Non sono state documentate efficacia e tollerabilità di Nipent nei bambini.
Pentostatina è controindicata nei pazienti con ipersensibilità al farmaco, nei pazienti con funzionalità renale compromessa (clearance della creatinina < 60 ml/min) o con infezioni in fase attiva.
Pentostatina è controindicata in gravidanza.
Avvertenze:
Pentostatina va somministrata sotto il controllo di un medico esperto e qualificato nell’uso di agenti antineoplastici.
Si sconsiglia l’uso di dosi più elevate di quelle raccomandate (vedi Somministrazione [4.2.1.]).
Gravi tossicità a livello renale, polmonare, epatico e del SNC che hanno richiesto una riduzione dei dosaggi si sono verificate negli studi di fase 1 in cui pentostatina è stata usata a dosaggi più alti (20-50 mg/m² per somministrazione) di quelli raccomandati.
In una sperimentazione clinica in pazienti con leucemia linfocitica cronica refrattaria, usando pentostatina alle dosi raccomandate in associazione con fludarabina fosfato, 4 dei 6 pazienti dello studio hanno riportato una tossicità polmonare grave o fatale. Si sconsiglia l’uso di pentostatina in associazione con fludarabina fosfato. Studi biochimici hanno dimostrato che pentostatina potenzia gli effetti della vidarabina, un nucleoside purinico ad attività antivirale. L’associazione di vidarabina e pentostatina può determinare un incremento degli eventi indesiderati associati a ciascun farmaco. Il beneficio terapeutico della loro associazione non è stato accertato. Pazienti con leucemia a cellule capellute possono sviluppare una mielosoppressione all’inizio del trattamento.
Pazienti che presentavano infezioni prima del trattamento con pentostatina hanno in alcuni casi sviluppato un peggioramento delle condizioni con esito fatale, laddove altri hanno raggiunto una risposta terapeutica completa. I pazienti con infezioni dovrebbero essere trattati solo quando il potenziale beneficio supera il rischio potenziale.
Si dovrebbe comunque cercare di controllare l’infezione prima di iniziare o riprendere il trattamento.
In pazienti con leucemia a cellule capellute progressiva l’inizio del trattamento con pentostatina è stato associato a peggioramento della neutropenia. Pertanto sono necessari durante questo periodo frequenti controlli del conteggio delle cellule ematiche.
Se una grave neutropenia continua al di là dei cicli iniziali si dovrebbe valutare. lo stato di malattia, includendo un esame del midollo osseo. Pentostatina potrebbe avere effetti pericolosi sul genotipo. Si raccomanda pertanto agli uomini di evitare la procreazione durante e fino a 6 mesi dopo la fine del trattamento.
Le donne dovrebbero usare contraccettivi. In caso di gravidanza va preso in considerazione un consulto genetico.
Trapianto di midollo osseo con alte dosi di ciclofosfamide. Edema polmonare acuto ed ipotensione ad esito letale sono stati descritti in letteratura in pazienti trattati con pentostatina in associazione con carmustina, etoposide, e alte dosi di ciclofosfamide come parte di un regime ablativo per il trapianto del midollo osseo.
Non è raccomandata la combinazione di pentostatina ed alte dosi di ciclofosfamide.
Possono verificarsi alterazioni dei test di funzionalità epatica, generalmente reversibili.
Nei primi studi è stata osservata tossicità renale ai dosaggi più alti; tuttavia, in pazienti trattati alle dosi raccomandate sono state osservate elevazioni di creatinina sierica abitualmente lievi e reversibili. Alcuni pazienti che avevano iniziato il trattamento con una funzione renale normale, ad un controllo finale hanno presentato una lieve o moderata tossicità (vedi Somministrazione [4.2.1.]).
Si possono verificare dei rashes occasionalmente gravi, che possono richiedere l’interruzione del trattamento.
Particolari attenzioni vanno poste per il trattamento di pazienti in cattive condizioni generali all’inizio della terapia.
Precauzioni:
La terapia con pentostatina richiede una regolare osservazione del paziente ed un monitoraggio dei parametri ematologici ed ematochimici. In caso di gravi eventi indesiderati il farmaco dovrebbe essere sospeso e dovrebbero essere intraprese misure correttive in accordo con il giudizio del medico (vedi Somministrazione [4.2.1.]).
Il trattamento con pentostatina va interrotto o sospeso in pazienti che riportano tossicità del sistema nervoso.
Prima di iniziare la terapia con pentostatina, si consiglia di controllare la funzione renale con un dosaggio della creatinina serica o della clearance della creatinina (vedi Proprietà farmacocinetiche [5.2] e Somministrazione [4.2.1.]). Prima di ogni somministrazione di pentostatina e ad intervalli appropriati durante la terapia dovrebbero essere effettuati un conteggio completo delle cellule ematiche e la determinazione della creatinina serica e dell’azotemia. Si è osservata una neutropenia severa in seguito ai primi cicli di somministrazione di pentostatina e perciò si consigliano frequenti controlli del conteggio delle cellule ematiche durante le prime fasi della terapia. Se i parametri ematologici non migliorano ai cicli successivi, si dovrebbe fare una valutazione dello stato di malattia dei pazienti, incluso un esame del midollo osseo.
Dovrebbero essere effettuati controlli periodici del sangue periferico per le cellule capellute per verificare la risposta al trattamento. Inoltre possono essere richieste aspirati e biopsie del midollo osseo ad intervalli di 2-3 mesi per controllare la risposta al trattamento.
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Allopurinolo:
Allopurinolo e pentostatina sono entrambi stati associati a rash cutaneo. In studi clinici su 25 pazienti refrattari, ai quali furono somministrati allopurinolo e pentostatina non si è osservata un’incidenza di rash cutaneo maggiore rispetto a quella osservata in pazienti in trattamento con solo pentostatina. E’ stato segnalato un paziente trattato con entrambi i farmaci, che ha sviluppato una vasculite da ipersensibilità risultata mortale. Non è stato chiarito se l’evento e la susseguente morte fossero collegati all’associazione dei due farmaci.
Vidarabina:
Studi biochimici hanno dimostrato che pentostatina potenzia gli effetti della vidarabina, un nucleoside purinico con attività antivirale. L’associazione dei due farmaci può comportare degli eventi indesiderati più frequenti rispetto a quelli osservati con i singoli farmaci. Il beneficio terapeutico dell’associazione dei due farmaci non è stato comunque definito.
Fludarabina:
Si sconsiglia l’associazione di pentostatina e fludarabina fosfato in quanto è stata associata ad un maggior rischio di tossicità polmonare fatale (vedi Avvertenze).
Trapianto di midollo osseo con alte dosi di ciclofosfamide
Edema polmonare acuto ed ipotensione ad esito letale sono stati descritti in letteratura in pazienti trattati con pentostatina in associazione con carmustina, etoposide, e alte dosi di ciclofosfamide come parte di un regime ablativo per il trapianto del midollo osseo.
Non è raccomandata la combinazione di pentostatina ed alte dosi di ciclofosfamide.
Pentostatina non deve essere somministrata durante la gravidanza. Alle donne fertili in trattamento con pentostatina va sconsigliato di iniziare una gravidanza.
Non sono stati condotti studi sulla fertilità negli animali. Atrofia non completamente reversibile dei tubuli seminiferi e degenerazione nei ratti e nei cani possono essere indicativi di potenziali effetti sulla fertilità. Non sono comunque stati determinati i possibili effetti indesiderati sulla fertilità nell’uomo.
Pentostatina è teratogena nei topi e ratti.
Non sono stati riportati adeguati e ben controllati studi in donne gravide. Se la paziente diviene gravida mentre è in trattamento con pentostatina, la paziente deve essere avvisata dei potenziali rischi per il feto. Non è noto se pentostatina è escreta nel latte umano. Poichè molti farmaci sono escreti nel latte umano e poichè ci sono potenziali eventi indesiderati gravi nei lattanti, si sconsiglia l’allattamento durante la terapia con pentostatina.
Pentostatina può produrre lievi o moderati effetti indesiderati. Il paziente dovrebbe essere avvertito di usare attenzione nella guida e nell’uso di macchine dopo la somministrazione di pentostatina.
Pentostatina è linfotossica. Oltre che mielosoppressiva, pentostatina è immunosoppressiva con effetto in particolare sui linfociti CD4 +. Valori di CD4 + inferiori a 200/mcl vengono comunemente osservati durante il trattamento e questi valori possono persistere fino a più di 6 mesi dopo la fine del trattamento.
Le conseguenze cliniche di questa soppressione dei livelli di CD4 +, ad eccezione della comparsa frequente di herpes zoster, non sono ancora state ben accertate.
Le conseguenze a lungo termine non sono prevedibili, ma allo stato attuale non c’è evidenza di una più alta frequenza di neoplasie secondarie o di infezioni opportunistiche.
Si riportano gli effetti indesiderati più comuni segnalati durante gli studi clinici in pazienti con leucemia a cellule capellute refrattari al trattamento con alfa-interferon o trattati dall’inizio con pentostatina.
La maggior parte dei pazienti hanno riportato un evento indesiderato.
Il 12% dei pazienti ha interrotto il trattamento per eventi indesiderati. Molti pazienti affetti da leucemia a cellule capellute hanno riportato eventi avversi durante la terapia con pentostatina. Date la storia naturale della malattia e le proprietà farmacologiche del medicinale, in alcuni casi può essere difficile discriminare fra gli eventi avversi correlati al farmaco e quelli correlati alla malattia.
Eventi indesiderati riportati in circa il 10% dei pazienti trattati con pentostatina come terapia iniziale della leucemia a cellule capellute.
Fenomeni generali:
Dolore addominale, astenia, brividi, febbre, cefalea, infezioni, dolore.
Apparato diqerente:
Anoressia, diarrea, danno epatico, nausea e vomito.
Sistema ematico e linfatico:
Anemia, discrasia ematica, leucopenia e trombocitopenia.
Sistema metabolico e della nutrizione:
Edema periferico.
Sistema nervoso:
Sonnolenza.
Sistema respiratorio:
Tosse/aumento della tosse, disturbi polmonari, polmonite, disturbi respiratori.
Cute e annessi:
Secchezza della cute, herpes simplex, rash maculopapulare, prurito, rash, anomalie della cute.
Organi di senso:
Congiuntivite.
Eventi indesiderati verificatisi nel 3-10% di pazienti trattati con pentostatina come terapia iniziale della leucemia a cellule capellute.
Fenomeni generali:
Ascessi, reazioni allergiche, mal di schiena, cellulite, dolore toracico, cisti, morte, edema facciale, sindrome influenzale, malessere, moniliasi, neoplasie, reazioni da fotosensibilità, sepsi.
Sistema cardiovascolare:
Fibrillazione atriale, disordini cardiovascolari, insufficienza cardiaca congestizia, vampate, emorragia, shock.
Apparato digerente:
Stipsi, dispepsia, disfagia, flatulenza, disturbi gastrointestinali, emorragie gengivali, ittero, anormalità dei test di funzionalità epatica, ulcerazioni orali, candidosi orale, disordini ed emorragie rettali.
Sistema ematico e linfatico:
Eosinofilia, anemia ipocromica, pancitopenia, petecchie, splenomegalia.
Sistema metabolico e della nutrizione:
Iperbilirubinemia, innalzamento dei livelli di azotemia, aumento della creatinina, edema, iperglicemia, aumenti delle SGOT e SGPT, incremento o diminuzione di peso.
Sistema muscolo-scheletrico:
Artralgia, disturbi ossei, disordini articolari, mialgie.
Sistema nervoso:
Disturbi della concentrazione, ansia, confusione mentale, disturbi della personalità, depressione, senso di instabilità, ipoestesia, insonnia, alterazioni del sistema nervoso periferico, tremori, mioclonie.
Sistema respiratorio:
Asma, dispnea, edema polmonare, faringite, rinite, sinusite, infezioni delle vie respiratorie superiori.
Cute e annessi:
Acne, alopecia, dermatite esfoliativa, herpes zoster, carcinoma cutaneo, decolorazione della pelle, sudorazione/aumento della sudorazione, rash vescicolobollosi.
Organi di senso:
Otalgie, disturbi visivi, fotofobia, alterazioni del gusto.
Apparato urogenitale:
Disuria, disturbi genitourinari, ritenzione urinaria.
Eventi indesiderati verificatisi in circa il 10% di pazienti refrattari all’alfa-interferon, trattati con pentostatina.
Fenomeni generali:
Reazioni allergiche, brividi, affaticamento, febbre, cefalea, infezioni, dolore.
Apparato digerente:
Anoressia, diarrea, alterazioni dei test di funzionalità epatica, nausea e vomito.
Sistema ematico e linfatico:
Anemia, leucopenia, trombocitopenia.
Sistema muscolo-scheletrico:
Mialgie.
Sistema nervoso:
Alterazioni a livello del SNC.
Sistema respiratorio:
Tosse/aumento della tosse, infezioni delle vie respiratorie superiori, disordini polmonari.
Cute e annessi:
Rash e disordini cutanei.
Sistema urogenitale:
Disordini genitourinari.
Effetti indesiderati che si verificano nel 3-10% di pazienti refrattari all’alfa interferon trattati con pentostatina.
Fenomeni generali:
Dolore addominale, astenia, mal di schiena, dolori toracici, morte, sindrome influenzale, malessere, neoplasie, sepsi.
Sistema cardiovascolare:
Alterazioni elettrocardiografiche, aritmie, emorragie, tromboflebite.
Apparato digerente:
Stipsi, flatulenza, stomatite.
Sistema ematico e linfatico:
Ecchimosi, linfadenopatia, petecchie.
Sistema metabolico e della nutrizione:
Elevazione dei livelli di azotemia, incremento della creatinina e della LDH, edema periferico, diminuzione di peso.
Sistema muscolo scheletrico:
Artralgie.
Sistema nervoso:
Disturbi della concentrazione, ansia, confusione, depressione, senso di instabilità, insonnia, nervosismo, parestesie, sonnolenza.
Sistema respiratori:
Bronchite, dispnea, epistassi, edema polmonare, faringite, polmonite, rinite, sinusite.
Cute ed annessi:
Secchezza della cute, eczema, herpes simplex, herpes zoster, rash maculopapulare, prurito, seborrea, decolorazione della cute, sudorazione/aumento della sudorazione, rash vescicolobollosi.
Organi di senso:
Alterazioni della vista, congiuntivite, otalgie, dolori oculari.
Sistema urogenitale:
Disuria ed ematuria.
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Non è noto uno specifico antidoto per il sovradosaggio da pentostatina. Pentostatina somministrata a dosaggi più alti (20-50 mg/m² /dose) di quelli raccomandati è stata associata a morte per gravi alterazioni renali, epatiche, polmonari, e a tossicità del SNC.
In caso di sovradosaggio si dovrebbero adottare misure generali di supporto per il controllo delle situazioni di tossicità.
Gruppo farmacoterapeutico
Pentostatina è un inibitore della adenosindeaminasi (ADA).
Meccanismo d’azione:
Pentostatina è un potente inibitore dell’enzima adenosindeaminasi (ADA). Questo enzima è più attivo a livello delle cellule del sistema linfatico, soprattutto delle cellule T sia normali che tumorali rispetto alle cellule B normali e tumorali.
L’inibizione dell’ADA, così come la inibizione diretta della sintesi dell’RNA ed il danno a livello del DNA possono contribuire al suo effetto complessivo citotossico.
Il meccanismo dell’effetto antitumorale di pentostatina nella leucemia a cellule capellute, non è comunque noto con precisione. E’ stato dimostrato che la pentostatina è efficace nei confronti di vari linfomi maligni ma è più attiva contro le neoplasie a lento sviluppo con livelli di ADA più bassi come per esempio nella leucemia a cellule capellute.
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Nell’uomo la farmacocinetica della pentostatina è lineare con incrementi delle concentrazioni plasmatiche proporzionali al dosaggio. Dopo un singolo dosaggio di 4 mg/m² di pentostatina somministrato in 5 minuti, l’emivita di distribuzione è stata di 11 minuti, l’emivita media terminale di 5,7 ore, la clearance media plasmatica di 68 ml/min./m² , ed approssimativamente il 90% della dose è stata escreta nelle urine sottoforma di pentostatina immodificata o metaboliti, come misurato dall’attività inibitoria dell’adenosindeaminasi. Il legame della pentostatina alle proteine plasmatiche è basso, circa iI 4%.
E’ stata osservata una correlazione positiva tra la clearance di pentostatina e la clearance della creatinina (CrCI) in pazienti con valori di clearance della creatinina compresa tra 60 ml/min. e 130 ml/min. L’emivita della pentostatina in pazienti con funzione renale compromessa (CrCI<50 ml/min., n=2) è stata di 18 ore, superiore a quella osservata in pazienti con funzionalità renale normale (CrCI>60 ml/min., n=14), circa 6 ore. Uno studio di distribuzione tissutale e di autoradiografia dell’intero organismo nel ratto ha rivelato concentrazioni radioattive più alte nei reni con bassissime concentrazioni a livello del SNC.
Pentostatina penetra la barriera emato encefalica e pertanto raggiunge concentrazioni misurabili nel liquido cefalorachidiano.
Tossicità acuta
In ratti di entrambi i sessi, in seguito a somministrazione endovenosa, si sono riscontrati valori di DL10, DL50, DL90 di 129, 300 e 697 mg/Kg (387, 900, e 2091 mg/m² ) rispettivamente. Segni di tossicità acuta osservati in roditori e cani sono stati ipoattività, disidratazione ed emaciazione. Il tessuto linfatico è stato il bersaglio principale di pentostatina in ratti e cani; atrofia del timo e danno epatico si sono verificati in topi. Non si sono riscontrati effetti a livello gonadico in roditori o cani.
Tossicità per somministrazioni ripetute
In seguito alla somministrazione endovenosa per cinque giorni in topi di entrambi i sessi si sono riscontrati valori di DL10, DL50 e DL90 di 4,9, 6,4, e 8,3 mg/Kg (14,8, 19,1, e 24,8 mg/m² ) rispettivamente. Il tessuto linfatico è stato il bersaglio principale di pentostatina in tutte le specie esaminate.
Questo è in accordo con l’attività antineoplastica della pentostatina nella leucemia a cellule capellute.
L’effetto sul tessuto linfoide può essere correlato all’inibizione dell’adenosin deaminasi.
L’incremento degli enzimi sierici epatici nei roditori e nei cani indica che anche il fegato è un organo bersaglio ad alte dosi.
Variazioni a livello dei testicoli in ratti e cani possono essere indicativi di effetti potenziali sulla fertilità maschile.
Gli effetti sul tessuto linfoide, sul fegato e sui testicoli sono rimasti parzialmente evidenti anche dopo la sospensione del farmaco. Nei ratti è stata anche osservata una metaplasia dei dotti alveolari e/o un’iperplasia delle cellule caliciformi dei bronchioli, una tiroidite linfoplasmocitica ed un aumento di incidenza di glomerulonefrite spontanea. Altri studi indicano che pentostatina ha proprietà immunosoppressive in topi e ratti trattati con dosi multiple.
Potere mutageno
Pentostatina non ha rivelato potere mutageno su Salmonella typhimurium a concentrazioni fino a 10.000 mcg piastra o sulle cellule polmonari del criceto cinese V79 esposte per 3 ore alla concentrazione di 1-3 mg/ml, con o senza attivazione metabolica.
Pentostatina non si è rivelata clastogena in vitro sulle cellule polmonari del criceto cinese V79 a concentrazioni fino a 3.000 mcg/mI. Comunque pentostatina non ha aumentato la frequenza di formazione di micronuclei nei topi trattati con singole dosi endovena di pentostatina a 60, 360,720 mg/m² .
L’importanza per l’uomo di un test positivo del micronucleo nel topo non è accertata.
Carcinogenicità
Non si conosce il potenziale carcinogeno della pentostatina.
La possibilità che Nipent causi neoplasie non può essere esclusa.
Mannitolo.
Sodio idrossido o acido cloridrico.
Non esistono incompatibilità; comunque si dovrebbe evitare l’uso di soluzioni acide.
Nipent confezionato può essere conservato per 36 mesi alla temperatura
Compresa tra 2° e 8°C
Flaconi ricostituiti o ricostituiti e diluiti ulteriormente possono essere conservati a temperature ambiente al riparo dalla luce ma devono essere usati entro 8 ore in quanto Nipent non contiene conservanti.
Conservare i flaconi di Nipent a temperatura compresa tra 2° e 8°C.
Flaconi da 10 mg in confezione singola.
Preparazione della soluzione endovenosa:
Devono essere seguite le procedure per la corretta manipolazione ed utilizzo dei farmaci antitumorali. Eventuali fuoriuscite e scarti devono essere trattati con soluzione di ipoclorito di sodio al 5% prima di essere eliminati. Devono essere indossati abiti protettivi inclusi guanti di polietilene. Immettere 5 ml di acqua sterile per preparazioni iniettabili nel flacone contenente Nipent e miscelare accuratamente ottenendo così una soluzione di 2 mg/ml.
Ispezionare prima della somministrazione per verificare che non ci siano alterazioni, variazioni di colore, o particelle in sospensione. Nipent può essere somministrato per via endovenosa tramite bolo unico o diluito in 25-50 mi con destrosio al 5% (soluzione glucosata 5%) o cloruro di sodio allo 0,9% (soluzione salina 0,9%).
La diluizione dell’intero contenuto del flacone ricostituito con 25 o 50 mi determina una concentrazione di pentostatina di 0,33 mg/ml o di 0,18 mg/ml rispettivamente.
La soluzione di Nipent, quando diluita per infusione con destrosio al 5% (soluzione glucosata 5%) o cloruro di sodio allo 0,9% (soluzione salina 0,9%), non interagisce con i contenitori in PVC per infusione o con i set di somministrazione a concentrazioni da 0,18 mg/ml a 0,33 mg/ml.
Mayne Pharma(Italia) Srl
Via Orazio, 20/22- 80122 Napoli,Italia
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01/05/2007