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OLANZAPINA SUN
Olanzapina 2.5 mg compresse:
Una compressa contiene 2.5 mg di olanzapina.
Eccipienti:
42.5 mg lattosio/compressa,
Olanzapina 5 mg compresse:
Una compressa contiene 5 mg di olanzapina.
Eccipienti:
41.0 mg lattosio/compressa,
Olanzapina 7.5 mg compresse:
Una compressa contiene 7,5 mg di olanzapina.
Eccipienti:
61.5 mg lattosio/compressa,
Olanzapina 10 mg compresse:
Una compressa contiene 10 mg di olanzapina.
Eccipienti:
82.0 mg lattosio/compressa,
Olanzapina 15 mg compresse:
Una compressa contiene 15 mg di olanzapina.
Eccipienti:
123.0 mg lattosio/compressa,
Olanzapina 20 mg compresse:
Ogni compressa contiene 20 mg di olanzapina.
Eccipienti:
164.0 mg lattosio/compressa,
Olanzapina 5 mg compresse orodispersibili:
Una compressa orodispersibile contiene 5 mg di olanzapina.
Eccipienti:
0.625 mg aspartame/compressa orodispersibile,
Olanzapina 10 mg compresse orodispersibili:
Una compressa orodispersibile contiene 10 mg di olanzapina.
Eccipienti:
1.25 mg aspartame/compressa orodispersibile,
Olanzapina 15 mg compresse orodispersibili:
Una compressa orodispersibile contiene 15 mg di olanzapina.
Eccipienti:
1.875 mg aspartame/compressa orodispersibile,
Olanzapina 20 mg compresse oridispersibili:
Una compressa orodispersibile contiene 20 mg di olanzapina.
Eccipienti:
2.50 mg aspartame/compressa orodispersibile,
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse
Olanzapina 2.5 mg compresse:
Compressa tonda, gialla, non rivestita, con inciso ’2.5’ su un lato e liscia sull’altro
Olanzapina 5 mg compresse:
Compressa ovale, gialla, non rivestita, con inciso ’5’ su un lato e liscia sull’altro
Olanzapina 7.5 mg compresse:
Compressa tonda, gialla, non rivestita, con inciso ’7.5’ su un lato e liscia sull’altro
Olanzapina 10 mg compresse:
Compressa ovale, gialla, non rivestita, con inciso ’10’ su un lato e liscia sull’altro
Olanzapina 15 mg compresse:
Compressa ovale, gialla, non rivestita, con inciso ’15’ su un lato e liscia sull’altro
Olanzapina 20 mg compresse:
Compressa ovale, gialla, non rivestita, con inciso ’20’ su un lato e liscia sull’altro
Compresse orodispersibili
Olanzapina 5 mg compresse orodispersibili:
Compressa gialla, tonda, non rivestita, con ’O5’ in rilievo su un lato e liscia sull’altro
Olanzapina 10 mg compresse orodispersibili:
Compressa gialla, tonda, non rivestita, con ’O10’ in rilievo su un lato e liscia sull’altro
Olanzapina 15 mg compresse orodispersibili:
Compressa gialla, tonda, non rivestita, con ’O15’ in rilievo su un lato e liscia sull’altro
Olanzapina 20 mg compresse orodispersibili:
Compressa gialla, tonda, non rivestita, con ’O20’ in rilievo su un lato e liscia sull’altro
Adulti
Olanzapina è indicata per il trattamento della schizofrenia.
Nei pazienti che hanno dimostrato risposta positiva al trattamento iniziale, il proseguimento della terapia con olanzapina consente di mantenere il miglioramento clinico.
Olanzapina è indicata per il trattamento dell’episodio di mania da moderato a grave.
Nei pazienti in cui l’episodio maniacale ha risposto al trattamento con olanzapina, l’olanzapina è indicata per la prevenzione dei nuovi episodi di malattia in pazienti con disturbo bipolare (vedere paragrafo 5.1).
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Adulti
Schizofrenia: Il dosaggio iniziale raccomandato di olanzapina è di 10 mg/die.
Mania: Il dosaggio iniziale è di 15 mg come dose giornaliera singola in monoterapia ovvero di 10 mg al giorno in terapia in associazione (vedere paragrafo 5.1).
Prevenzione delle recidive nel disturbo bipolare: La dose iniziale raccomandata è di 10 mg/die. Nei pazienti che hanno ricevuto olanzapina per il trattamento di episodi di mania, continuare la terapia con la stessa dose al fine di prevenire la comparsa di recidive. Qualora si verificasse un nuovo episodio di mania, misto o di depressione, continuare il trattamento con olanzapina (con ottimizzazione della dose, se del caso) con una terapia aggiuntiva per il trattamento della sintomatologia correlata all’umore, se clinicamente indicato.
Nel corso del trattamento della schizofrenia e degli episodi di mania nonché nella prevenzione delle recidive nel disturbo bipolare, il dosaggio giornaliero può essere successivamente adattato sulla base dello stato clinico individuale nel range di 5-20 mg/die. Un aumento della dose rispetto a quella iniziale raccomandata è consigliabile solo dopo idonea rivalutazione clinica e deve essere introdotto generalmente ad intervalli non inferiori alle 24 ore. Olanzapina può essere somministrata indipendentemente dai pasti, in quanto il suo assorbimento non è influenzato dal cibo. Ridurre gradualmente la dose in caso di interruzione del trattamento con olanzapina.
Olanzapina compresse orodispersibili:
Porre la compressa di Olanzapina SUN compresse orodispersibili in bocca dove si scioglierà rapidamente con la saliva e sarà facilmente inghiottita. È difficile togliere la compressa orodispersibile intera dalla bocca. La compressa orodispersibile è delicata: assumerla quindi immediatamente dopo l’apertura del blister. In alternativa, la compressa può essere sciolta in un bicchiere pieno di acqua o di altra bevanda idonea (succo d’arancia, succo di mela, latte o caffé) immediatamente prima dell’assunzione.
La somministrazione di Olanzapina SUN compresse orodispersibili avviene secondo la medesima posologia e frequenza di Olanzapina SUN compresse. Olanzapina SUN compresse orodispersibili può essere usata in alternativa a Olanzapina SUN compresse.
Popolazione pediatrica
L’uso di olanzapina non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni, data la mancanza di dati sulla sua sicurezza ed efficacia. In studi a breve termine nei pazienti adolescenti è stato riferito un maggior numero di casi di aumento di peso e di alterazione dei valori di lipidi e prolattina rispetto ai pazienti adulti (vedere paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2).
Anziani
Di norma, un dosaggio iniziale (5 mg/die) più basso non è indicato per questo gruppo di pazienti, ma deve essere preso in considerazione nei soggetti di età uguale o superiore a 65 anni in presenza di fattori clinici determinanti (vedere anche paragrafo 4.4).
Compromissione renale e/o epatica
Per questi pazienti è necessario prendere in considerazione un dosaggio iniziale inferiore (5 mg). Nei casi di insufficienza epatica moderata (cirrosi, Child-Pugh di classe A o B), il dosaggio iniziale deve essere di 5 mg ed essere aumentata solo con cautela.
Genere
Di solito, non è necessario apportare variazioni alla dose iniziale e all’intervallo di dosaggio per pazienti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile.
Fumatori
Di norma, il dosaggio iniziale e l’intervallo del dosaggio non devono essere modificati per i non fumatori rispetto ai fumatori.
In presenza di più di un fattore predisponente ad un metabolismo rallentato (genere femminile, età geriatrica, condizione di non fumatore), si deve prendere in considerazione una riduzione del dosaggio iniziale del trattamento. Se indicato, l’aumento del dosaggio deve essere destinato in questi pazienti ad un trattamento di mantenimento.
Olanzapina compresse orodispersibili:
Qualora fossero necessari incrementi di dosaggio pari a 2.5 mg, somministrare Olanzapina SUN compresse.
(Vedere anche paragrafo 4.5 e paragrafo 5.2.)
Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Pazienti con noto rischio di glaucoma ad angolo stretto.
Nel corso di un trattamento antipsicotico, il miglioramento della condizione clinica del paziente può richiedere da alcuni giorni ad alcune settimane. Durante questo periodo, i pazienti devono essere strettamente monitorati.
Psicosi correlata a demenza e/o disturbi comportamentali
Olanzapina non è autorizzata per il trattamento della psicosi correlata a demenza e/o di disturbi comportamentali; il suo impiego non è raccomandato in questo particolare gruppo di pazienti a causa di un aumento della mortalità e del rischio di accidente cerebrovascolare. In studi clinici controllati con placebo (della durata di 6-12 settimane) condotti in pazienti anziani (età media 78 anni) affetti da psicosi correlata a demenza e/o disturbi comportamentali è stato riportato un aumento pari al doppio dell’incidenza dei casi di morte nei soggetti trattati con olanzapina rispetto a quelli trattati con placebo (rispettivamente 3.5% vs. 1.5%). La maggior incidenza dei casi di morte non è stata associata né alla dose di olanzapina (dose giornaliera media 4.4 mg) né alIa durata del trattamento. I fattori di rischio che possono predisporre questa popolazione di pazienti ad una mortalità più elevata comprendono età > 65 anni, disfagia, sedazione, malnutrizione e disidratazione, affezioni polmonari (ad esempio polmonite con o senza aspirazione) o uso concomitante di benzodiazepine. Tuttavia, l’incidenza dei casi di morte è stata superiore nei pazienti trattati con olanzapina rispetto a quelli trattati con placebo, indipendentemente da questi fattori di rischio.
Negli stessi studi clinici, sono stati riportati eventi avversi cerebrovascolari (CVAE, ad esempio, colpo apoplettico, attacco ischemico transitorio), inclusa la morte violenta. Si è osservato un aumento pari a 3 volte degli eventi avversi cerebrovascolari nei pazienti trattati con olanzapina rispetto a quelli trattati con placebo (rispettivamente 1.3% vs. 0.4%). Tutti i pazienti trattati con olanzapina e placebo che hanno avuto un evento cerebrovascolare avevano precedenti fattori di rischio. L’età > 75 anni e la demenza vascolare/di tipo misto sono stati identificati come fattori di rischio per CVAE in associazione al trattamento con olanzapina. In questi studi non è stata definita l’efficacia di olanzapina.
Morbo di Parkinson
L’impiego di olanzapina non è raccomandato nel trattamento della psicosi associata ad agonisti della dopamina nei pazienti con morbo di Parkinson. Negli studi clinici un peggioramento della sintomatologia Parkinsoniana e la comparsa di allucinazioni sono stati riferiti molto comunemente e più frequentemente che con placebo (vedere paragrafo 4.8); olanzapina non si è dimostrata più efficace rispetto al placebo nel trattamento dei sintomi psicotici. In questi studi era richiesta una condizione stabile del paziente alla dose efficace più bassa di farmaci per il trattamento del morbo di Parkinson (agonisti della dopamina); i pazienti dovevano continuare lo stesso trattamento anti-Parkinson con lo stesso dosaggio nel corso dell’intero studio. La dose iniziale giornaliera di olanzapina era di 2.5 mg ed è stata incrementata ad un massimo di 15 mg/die secondo il giudizio dello sperimentatore.
Sindrome neurolettica maligna (SNM)
La sindrome neurolettica maligna è una condizione potenzialmente mortale associata al trattamento con antipsicotici.
Rari casi definiti come SNM sono stati osservati in associazione ad olanzapina.
Le manifestazioni cliniche della sindrome neurolettica maligna sono iperpiressia, rigidità muscolare, alterazione dello stato mentale ed evidenza di instabilità autonoma (polso o pressione sanguigna irregolare, tachicardia, diaforesi e aritmie cardiache). Segni ulteriori possono comprendere elevati valori di creatinin fosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) e insufficienza renale acuta.
Interrompere la somministrazione di tutti i medicinali antipsicotici, inclusa olanzapina, qualora un paziente sviluppasse segni e sintomi indicativi di SNM o presentasse inattesa elevata temperatura senza ulteriori manifestazioni cliniche di SNM.
Iperglicemia e diabete
Molto raramente sono stati riportati iperglicemia e/o sviluppo o esacerbazione di diabete, occasionalmente associati a chetoacidosi o coma, inclusi alcuni casi fatali. In alcuni casi è stato riportato un precedente calo di peso che può essere un fattore predisponente. È consigliabile un monitoraggio clinico, particolarmente nei pazienti diabetici e nei pazienti ad alto rischio di sviluppo di diabete mellito per i quali si raccomanda il controllo regolare del glucosio.
Alterazioni dello stato lipidico
Alterazioni indesiderate dello stato lipidico sono state osservate nei pazienti trattati con olanzapina in studi clinici controllati vs placebo (vedere paragrafo 4.8). Le alterazioni dello stato lipidico devono essere trattate in modo clinicamente appropriato in particolare in pazienti con alterazioni del metabolismo lipidico e in pazienti con fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi lipidici.
Attività anticolinergica
Sebbene olanzapina abbia dimostrato attività anticolinergica in vitro, l’esperienza raccolta nel corso di studi clinici ha rivelato una bassa incidenza di eventi correlati. Tuttavia, data la limitata esperienza clinica in pazienti trattati con olanzapina e affetti da malattia concomitante, si raccomanda cautela nella prescrizione del medicinale a pazienti con ipertrofia prostatica, ileo paralitico e condizioni correlate.
Funzione epatica
Innalzamenti transitori e asintomatici dei valori delle aminotransferasi epatiche, ALT e AST sono stati osservati comunemente, soprattutto all’inizio del trattamento. Si consigliano cautela e controlli periodici nei pazienti con elevati valori di ALT e/o AST, nei pazienti con segni e sintomi di insufficienza epatica, con condizioni preesistenti associate a limitata riserva della funzionalità epatica e in pazienti trattati con medicinali potenzialmente epatotossici. In caso di diagnosi di epatite (epatite epatocellulare, colestatica o danno epatico misto), interrompere il trattamento con olanzapina.
Neutropenia
Somministrare con cautela nei pazienti con bassa conta dei leucociti e/o dei neutrofili, in pazienti sottoposti a trattamento medico noto per causare neutropenia, nei pazienti con storia di depressione midollare/tossicità indotta da farmaci, nei pazienti con depressione del midollo provocata da malattia concomitante, radioterapia o chemioterapia, nonché in pazienti in condizioni di ipereosinofilia o affetti da malattia mieloproliferativa. Neutropenia è stata riportata comunemente nei pazienti sottoposti a trattamento concomitante con olanzapina e valproato (vedere paragrafo 4.8).
Interruzione del trattamento
Alla brusca interruzione del trattamento sono stati riportati molto raramente (< 0,01%) sintomi acuti, come sudorazione, insonnia, tremore, ansia, nausea o vomito.
Intervallo QT
Negli studi clinici su pazienti trattati con olanzapina sono stati riportati non comuni (0,1% - 1%) prolungamenti del QT clinicamente significativi (correzione del QT Fridericia [QTcF] ≥ 500 millisecondi [msec] in qualsiasi momento dopo il basale in pazienti con QTcF al basale < 500 msec), senza differenze significative negli eventi cardiaci associati rispetto al placebo.
Tuttavia, come con altri antipsicotici, procedere con cautela nel prescrivere olanzapina insieme a medicinali noti per aumentare l’intervallo QTc, in particolar modo negli anziani, nei pazienti con sindrome congenita del QT lungo, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia cardiaca, ipocaliemia o ipomagnesiemia.
Tromboembolismo
Raramente (< 0,01%) è stata riferita un’associazione temporanea tra il trattamento con olanzapina e il tromboembolismo venoso. Non è stata stabilita alcuna relazione causale tra la comparsa del tromboembolismo venoso e il trattamento con olanzapina. Tuttavia, poichè i pazienti schizofrenici si presentano spesso con fattori acquisiti di rischio di tromboembolismo venoso, si dovranno identificare tutti i possibili fattori di rischio di VTE (ad esempio, l’immobilizzazione del paziente) ed intraprendere misure preventive.
Attività generale del SNC
Dati gli effetti primari di olanzapina sul SNC, prestare cautela in caso di assunzione combinata con altri medicinali ad effetto centrale e con alcolici. In vitro, olanzapina dimostra antagonismo con la dopamina; essa può quindi antagonizzare gli effetti degli agonisti diretti ed indiretti della dopamina.
Attacchi epilettici
Olanzapina deve essere impiegata con cautela nei pazienti con storia di epilessia o soggetti a fattori che possono abbassare la soglia dell’epilessia. Attacchi epilettici sono stati riportati raramente nei pazienti trattati con olanzapina. Nella maggior parte di questi casi è stata riferita una storia di epilessia o di presenza di fattori di rischio per tale malattia.
Discinesia tardiva
In studi comparativi della durata di un anno o meno, olanzapina è stata associata ad una minore incidenza statisticamente significativa di discinesia correlata al trattamento. Tuttavia, il rischio di discinesia tardiva aumenta con l’esposizione a lungo termine. Quindi, alla comparsa di segni o sintomi di discinesia tardiva nei pazienti trattati con olanzapina, prendere in considerazione una riduzione della dose o l’interruzione del trattamento. Questi sintomi possono temporaneamente peggiorare o anche aumentare dopo l’interruzione del trattamento.
Ipotensione posturale
Ipotensione posturale è stata osservata non frequentemente nei pazienti anziani sottoposti a trattamento con olanzapina nel corso di studi clinici. Come con altri antipsicotici, si raccomanda di misurare periodicamente la pressione sanguigna nei pazienti di età superiore a 65 anni.
Popolazione pediatrica
Olanzapina non è indicata per il trattamento dei bambini e degli adolescenti. Studi in pazienti di età compresa tra 13 e 17 anni hanno dimostrato varie reazioni avverse, tra cui aumento di peso, alterazione dei parametri metabolici e aumento dei livelli di prolattina. Esiti a lungo termine associati a questi eventi non sono stati studiati e restano sconosciuti (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
Olanzapina compresse :
Lattosio: Olanzapina SUN compresse contiene lattosio. Pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp-lattasi o malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Olanzapina compresse orodispersibili:
Fenilalanina: Olanzapina SUN compresse orodispersibili contiene aspartame, fonte di fenilalanina. Il medicinale può essere dannoso per i soggetti affetti da fenilchetonuria.
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Popolazione pediatrica
Studi di interazione sono stati effettuati solo nei pazienti adulti.
Potenziali interazioni con olanzapina
Olanzapina viene metabolizzata dal CYP1A2; quindi, sostanze che possono indurre o inibire in modo specifico questo isoenzima possono influire sulla farmacocinetica di olanzapina.
Induzione del CYP1A2
Il metabolismo dell’olanzapina può essere indotto dal fumo e dalla carbamazepina, che possono provocare una riduzione delle concentrazioni di olanzapina. È stato osservato un aumento solo da lieve a moderato nella clearance dell’olanzapina. Le conseguenze cliniche di tale aumento sono probabilmente limitate, ma si raccomanda un monitoraggio clinico ed un incremento della dose di olanzapina, ove necessario (vedere paragrafo 4.2).
Inibizione del CYP1A2
Fluvoxamina, uno specifico inibitore del CYP1A2, inibisce in modo significativo il metabolismo dell’olanzapina. L’aumento medio del valore di Cmax di olanzapina dopo assunzione di fluvoxamina è stato pari al 54% nelle donne non fumatrici e al 77% negli uomini fumatori. L’aumento medio del valore di AUC di olanzapina è stato pari rispettivamente al 52% e 108%. Prendere in considerazione una dose iniziale di olanzapina più bassa nei pazienti che assumono fluvoxamina o altri inibitori del CYP1A2, quali la ciprofloxacina. Valutare una riduzione della dose di olanzapina qualora fosse già in corso il trattamento con un inibitore del CYP1A2.
Ridotta biodisponibilità
Il carbone attivo riduce la biodisponibilità di olanzapina per os dal 50 al 60% e dovrebbe essere assunto almeno 2 ore prima o dopo olanzapina.
Fluoxetina (inibitore del CYP2D6), singole dosi di antacido (alluminio, magnesio) o cimetidina non influiscono in modo significativo sulla farmacocinetica dell’olanzapina.
Potenziale di interazione di olanzapina con altri medicinali
Olanzapina può antagonizzare gli effetti degli agonisti diretti ed indiretti della dopamina.
In vitro, olanzapina non inibisce i principali isoenzimi del CYP450 (ad esempio 1A2, 2D6, 2C9, 2C19, 3A4). Quindi non si prevede nessuna particolare interazione, come verificato durante studi in vivo che non hanno dimostrato inibire il metabolismo dei seguenti principi attivi: antidepressivi triciclici (che rappresentano principalmente il percorso del CYP2D6), warfarin (CYP2C9), teofillina (CYP1A2) o diazepam (CYP3A4 e 2C19).
Olanzapina non ha dimostrato interagire con la somministrazione concomitante di litio o biperiden.
Il monitoraggio terapeutico dei livelli plasmatici di valproato non indicano la necessità di un adattamento del dosaggio di valproato dopo somministrazione concomitante di olanzapina.
Attività generale del SNC
Prestare cautela nei pazienti che ricevono medicinali che possono provocare depressione del sistema nervoso centrale.
Non è raccomandato l’impiego concomitante di olanzapina e medicinali anti-Parkinson nei pazienti con morbo di Parkinson e demenza (vedere paragrafo 4.4).
Intervallo QTc
Prestare cautela nella somministrazione concomitante di olanzapina e medicinali noti per aumentare l’intervallo QTc (vedere paragrafo 4.4).
Gravidanza
Non sono stati condotti studi adeguati e ben controllati nelle donne gravide. Raccomandare alle pazienti di informare il proprio medico in caso di gravidanza o qualora esse intendessero iniziare una gravidanza durante il trattamento con olanzapina. Tuttavia, l’esperienza con olanzapina nell’uomo è limitata: somministrare il medicinale in gravidanza solo se il beneficio potenziale giustifica il rischio potenziale per il feto.
Molto raramente sono stati riferiti spontaneamente casi di tremore, ipertonia, letargia e sonnolenza nei neonati di madri che avevano assunto olanzapina durante il terzo trimestre di gravidanza.
Allattamento
In uno studio effettuato su donne sane che allattavano al seno è stata riscontrata la presenza di olanzapina nel latte materno. L’esposizione media del neonato (mg/kg) allo steady state è stata stimata essere pari all’1,8% della dose materna di olanzapina (mg/kg). L’allattamento al seno non è raccomandato alle madri che assumono olanzapina.
Non sono stati condotti studi sugli effetti del farmaco sull’abilità di guidare veicoli e usare macchinari. Olanzapina può causare sonnolenza e vertigini: raccomandare ai pazienti di procedere con cautela quando si opera su macchinari, inclusi i veicoli a motore.
Adulti
Le reazioni avverse riportate più frequentemente (in ≥ 1% dei pazienti) associate all’uso di olanzapina in studi clinici sono state: sonnolenza, aumento di peso, eosinofilia, elevati livelli di prolattina, colesterolo, glucosio e trigliceridi (vedere paragrafo 4.4), glicosuria, aumento dell’appetito, vertigini, acatisia, parkinsonismo (vedere paragrafo 4.4), discinesia, ipotensione ortostatica, effetti anticolinergici, innalzamenti asintomatici transitori delle aminotransferasi epatiche (vedere paragrafo 4.4), eruzione cutanea, astenia, affaticamento ed edema.
La seguente tabella presenta un elenco delle reazioni avverse e delle alterazioni degli esami di laboratorio riferiti spontaneamente o osservati nel corso di studi clinici. Nell’ambito di ogni classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
I termini di frequenza riportati sono definiti nel modo seguente: molto comune (≥ 1/10), comune (da ≥ 1/100 a < 1/10), non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100), raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non noto (la frequenza non può essere stimata in base ai dati disponibili).
Molto comune | Comune | Non comune | Non noto |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
| Eosinofilia | Leucopenia, neutropenia | Trombocitopenia |
Disturbi del sistema immunitario |
| | | Reazione allergica |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Aumento di peso¹ | Elevati livelli di colesterolo ²,³, elevati livelli di glucosio4, elevati livelli di trigliceridi2,5, glucosuria, aumento dell’appetito | | Sviluppo o esacerbazione del diabete occasionalmente associato con chetoacidosi o coma, incluso qualche caso fatale (vedere paragrafo 4.4) Ipotermia |
Patologie del sistema nervoso |
Sonnolenza | Capogiri, irrequietezza motoria6, parkinsonismo6, discinesia6 | | Accesso epilettico in cui, nella maggior parte dei casi, una storia di convulsioni o fattori di rischio di accessi epilettici sono stati segnalati. Sindrome maligna da neurolettici (vedere paragrafo 4.4) Distonia (compreso oculorotazione) Discinesia tardiva Interruzione dei sintomi7 |
Patologie cardiache |
| | Bradicardia, prolungamento del QTc (vedere paragrafo 4.4) | Tachicardia ventricolare/fibrillazio-ne, morte improvvisa (vedere paragrafo 4.4) |
Patologie vascolari |
| Ipotensione ortostatica | | Tromboembolismo (incluso embolismo polmonare e trombosi venosa profonda) |
Patologie gastrointestinali |
| Lievi effetti anticolinergici transitori, inclusa costipazione e secchezza delle fauci | | Pancreatite |
Patologie epatobiliari |
| Innalzamenti transitori asintomatici delle amino transferasi epatiche (ALT, AST), specialmente nelle prime fasi di trattamento (vedere paragrafo 4.4) | | Epatite (incluso danno epatico epatocellulare, colestatico o di tipo misto) |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
| Rash | Fotosensibilità, alopecia | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
| | | Rabdomiolisi |
Patologie renali e urinary |
| | Incontinenza Urinaria | Ritenzione urinaria |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella |
| | | Priapismo |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
| Astenia, affaticamento, edema | | |
Esami diagnostici |
Elevati livelli di prolattina nel plasma8 | | Elevati livelli di creatina fosfochinasi, aumento della bilirubina totale | Aumento dei livelli di fosfatasi alcalina |
¹ Un aumento di peso clinicamente significativo è stato osservato attraverso tutte le classi di Indice di Massa Corporea (Body Mass Index, BMA) al basale. Un aumento di peso ≥ 7% del peso corporeo al basale è stato molto comune; un aumento di peso ≥ 15% del peso corporeo al basale è stato comune. Aumenti di peso ≥ 25% del peso corporeo al basale dopo esposizione a lungo termine sono stati molto comuni.
² Incrementi medi dei valori dei lipidi a digiuno (colesterolo totale, colesterolo LDL e triglicerici) sono stati maggiori nei pazienti con evidenza di disregolazione lipidica al basale.
³ Osservato per livelli normali a digiuno al basale (< 5.17 mmol/l) con aumento verso l’alto (≥ 6.2 mmol/l). Molto comuni sono stati i cambiamenti dei livelli di colesterolo totale a digiuno dal limite al basale (≥ 5.17 - < 6.2 mmol) verso l’alto (≥ 6.2 mmol).
4 Osservato per livelli normali a digiuno al basale (< 5.56 mmol/l) che sono aumentati verso l’alto (≥ 7 mmol/l). Molto comuni sono stati i cambiamenti dei livelli di glucosio a digiuno dal limite al basale (≥ 5.56 - < 7 mmol/l) verso l’alto (≥ 7 mmol/l).
5 Osservato per livelli normali a digiuno al basale (< 1.69 mmol/l) che sono aumentati verso l’alto (≥ 2.26 mmol/l). Molto comuni sono stati i cambiamenti dei livelli dei trigliceridi a digiuno dal limite al basale (≥ 1.69 mmol/l - < 2.26 mmol/l) verso l’alto (≥ 2.26 mmol/l).
6 Negli studi clinici, l’incidenza di parkinsonismo e distonia nei pazienti trattati con olanzapina è stata numericamente superiore ma non diversa rispetto al placebo in modo statisticamente significativo. Dopo il trattamento con olanzapina i pazienti presentavano una minore incidenza di parkinsonismo, acatisia e distonia in confronto alle dosi titolate di aloperidolo. In mancanza di dettagliate informazioni sulla storia precedente di disturbi extrapiramidali individuali acuti e tardivi, non si può al presente concludere che olanzapina provochi meno episodi di discinesia tardiva e/o altre sindromi extrapiramidali tardive.
7 Sintomi acuti, come sudorazione, insonnia, tremore, ansia, nausea e vomito sono stati riportati all’interruzione improvvisa della somministrazione di olanzapina.
8 In studi clinici fino a 12 settimane, le concentrazioni plasmatiche di prolattina hanno oltrepassato il limite superiore dell’intervallo normale in circa il 30% dei pazienti trattati con olanzapina che presentavano valori al basale normali di prolattina. Nella maggior parte di questi pazienti gli aumenti sono stati generalmente lievi, e sono rimasti 2 volte al di sotto del limite superiore dell’intervallo normale. In genere nei pazienti trattati con olanzapina, le manifestazioni cliniche potenzialmente associate e correlate alla mammella e al ciclo mestruale (per esempio amenorrea, ingrossamento della ghiandola mammaria, galattorrea nelle femmine, e ginecomastia/ingrossamento della ghiandola mammaria nei maschi) sono stati non comuni. Le reazioni avverse potenzialmente associate e correlate alla funzione sessuale (per esempio la disfunzione erettile nei maschi e la diminuzione della libido in entrambi i sessi) sono state comunemente osservate.
Esposizione a lungo termine (almeno 48 settimane)
La percentuale dei pazienti con alterazioni avverse, clinicamente significative dell’aumento di peso, dei livelli di glucosio, colesterolo totale/LDL/HCL o di trigliceridi è aumentata nel tempo. Nei pazienti adulti che hanno completato 9-12 mesi di terapia, la velocità con cui aumentavano i valori medi di glucosio nel sangue è rallentata dopo circa 4-6 mesi.
Informazioni aggiuntive su popolazioni speciali
In studi clinici in pazienti anziani affetti da demenza, il trattamento con olanzapina è stato associato ad una maggiore incidenza di morte e reazioni cerebrovascolari avverse rispetto al trattamento con placebo (vedere anche paragrafo 4.4). Reazioni avverse molto comuni associate all’uso di olanzapina in questo gruppo di pazienti sono state andatura anormale e cadute. Polmonite, aumento della temperatura corporea, letargia, eritema, allucinazioni e incontinenza urinaria sono state osservate comunemente.
In studi clinici in pazienti con psicosi indotta dal farmaco (agonista della dopamina) associata al morbo di Parkinson, un peggioramento della sintomatologia Parkinsoniana e allucinazioni sono stati riportati molto comunemente e più frequentemente rispetto ai pazienti trattati con placebo.
In uno studio clinico su pazienti con mania bipolare, l’associazione di valproato e olanzapina è risultata in un’incidenza di neutropenia pari al 4,1%; un fattore potenziale che ha contribuito a questa situazione potrebbe essere rappresentato da elevati livelli di valproato nel sangue. Olanzapina somministrata con litio o valproato ha provocato un più frequente innalzamento dei livelli (≥ 10%) di tremore, secchezza delle fauci, aumento dell’appetito e del peso. Comunemente sono stati riportati anche disturbi della parola. Durante il trattamento acuto (fino a 6 settimane) con olanzapina e litio o divalproex, si è avuto un aumento ≥ 7% del peso corporeo al basale nel 17.4% dei pazienti. Il trattamento a lungo termine con olanzapina (fino a 12 mesi) per la prevenzione delle recidive nei pazienti con disturbo bipolare è stato associato ad un aumento ≥ 7% del peso corporeo al basale nel 39.9% dei pazienti.
Popolazione pediatrica
Olanzapina non è indicata per il trattamento di bambini e adolescenti di età inferiore a 18 anni. Sebbene non siano stati condotti studi clinici volti a confrontare pazienti adolescenti con pazienti adulti, i dati degli studi sugli adolescenti sono stati confrontati con quelli degli studi sugli adulti.
La tabella seguente riassume le reazioni avverse riferite con maggior frequenza dagli adolescenti (13-17 anni) rispetto agli adulti ovvero gli eventi avversi identificati nel corso di studi clinici a breve termine in pazienti adolescenti. Un aumento di peso clinicamente significativo (≥ 7%) sembra essere più frequente nella popolazione adolescente che negli adulti con esposizione al farmaco comparabile. La grandezza dell’aumento di peso e la proporzione dei pazienti adolescenti con aumento di peso clinicamente significativo sono state maggiori in caso di esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane) che in caso di esposizione a breve termine.
Nell’ambito di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono rappresentate in ordine decrescente di gravità. I termini di frequenza elencati sono definiti come segue: molto comune (≥ 1/10), comune (da ≥ 1/100 a <1/10).
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Molto comuni: Aumento di peso9, elevati livelli di trigliceridi10, aumento dell’appetito |
Comuni: Elevati livelli di colesterolo11 |
Patologie del sistema nervoso |
Molto comuni: Sedazione (inclusi: ipersonnia, letargia, sonnolenza) |
Patologie gastrointestinali |
Comuni: Secchezza delle fauci |
Patologie epatobiliari |
Molto comuni: Elevati livelli delle aminotransferasi epatiche (ALT/AST; vedere paragrafo 4.4) |
Esami diagnostici |
Molto comuni: Ridotti livelli di bilirubina totale, aumento delle GGT, elevati livelli di prolattina nel plasma12 |
9 L’aumento di peso ≥ 7% del peso corporeo al basale (kg) è stato molto comune e l’aumento di peso ≥ 15% del peso corporeo al basale è stato comune. Dopo esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane) circa la metà dei pazienti adolescenti ha registrato un aumento ≥ 15% e circa un terzo dei pazienti adolescenti ha registrato un aumento ≥ 25% del peso corporeo basale. Tra gli adolescenti, l’aumento di peso medio è stato superiore nei pazienti che al basale erano in sovrappeso o obesi.
10 Osservato per livelli normali a digiuno al basale (< 1.016 mmol/l) che sono aumentati verso l’alto (≥ 1.467 mmol/l) e cambiamenti dei livelli dei trigliceridi a digiuno dal limite al basale (≥ 1.016 mmol/l - < 1.467 mmol/l) verso l’alto (≥ 1.467 mmol/l).
11 Comunemente sono stati osservati dei cambiamenti nei livelli di colesterolo totale a digiuno dal normale al basale (< 4.39 mmol/l) verso l’alto (≥ 5.17 mmol/l). Molto comuni sono stati i cambiamenti nei livelli di colesterolo totale a digiuno dal limite al basale (≥ 4.39 - < 5.17 mmol/l) verso l’alto (≥ 5.17 mmol/l).
12 Elevati livelli di prolattina nel plasma sono stati riferiti nel 47.4% degli adolescenti.
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Segni e sintomi
Sintomi molto comuni di sovradosaggio (incidenza >10%) comprendono tachicardia, agitazione/aggressività, disartria, vari sintomi extrapiramidali e ridotti livelli di coscienza che vanno dalla sedazione al coma.
Altre sequele di sovradosaggio, significative dal punto di vista medico, comprendono delirio, convulsioni, coma, possibile sindrome neurolettica maligna, depressione respiratoria, aspirazione, ipertensione o ipotensione, aritmie cardiache (< 2% dei casi di sovradosaggio) e arresto cardiopolmonare. Esiti fatali sono stati riferiti dopo sovradosaggio acuto di soli 450 mg, mentre alcuni pazienti sono sopravvissuti dopo la somministrazione di un sovradosaggio acuto di 1.500 mg.
Trattamento del sovradosaggio
Non esiste alcun antidoto specifico per olanzapina. Non è raccomandata l’induzione dell’emesi. Possono essere indicate le procedure standard per il trattamento del sovradosaggio (lavanda gastrica, somministrazione di carbone attivo). La somministrazione concomitante di carbone attivo ha dimostrato ridurre la biodisponibilità orale di olanzapina del 50-60%.
Istituire un trattamento sintomatico e il monitoraggio delle funzioni degli organi vitali a seconda della presentazione clinica, inclusi il trattamento dell’ipotensione e del collasso circolatorio ed il supporto della funzione respiratoria. Non somministrare epinefrina, dopamina o altri agenti simpatomimetici con attività beta-agonista, poiché la beta-stimolazione può aggravare l’ipotensione. È necessario il monitoraggio cardiovascolare al fine di individuare possibili aritmie. La stretta supervisione e il controllo medico devono continuare fino a remissione dei sintomi.
Categoria farmacoterapeutica: antipsicotici, diazepine, oxazepine e tiazepine; codice ATC: N05A H03.
Olanzapina è un agente antipsicotico, antimaniacale e stabilizzante dell’umore dotato di un ampio profilo farmacologico attraverso vari sistemi recettoriali.
In studi preclinici, olanzapina ha dimostrato una serie di affinità recettoriali (Ki; < 100 nM) per i recettori della serotonina 5HT2A/2C, 5HT3, 5HT6; della dopamina D1, D2, D3, D4, D5; i recettori colinergici muscarinici m1-m5; i recettori α1 adrenergici; i recettori H1 dell’istamina. Studi comportamentali sugli animali condotti con olanzapina hanno indicato un antagonismo con 5HT e dopamina nonché un antagonismo colinergico, coerente con il profilo recettore-legante. Olanzapina ha dimostrato una maggiore affinità in vitro per i recettori della serotonina 5HT2 che per i recettori D2 della dopamina nonché una maggiore attività 5HT2 che D2 in vivo. Studi elettrofisiologici hanno dimostrato che olanzapina riduce in modo selettivo l’innesco dei neuroni mesolimbici (A10) dopaminergici, mentre esplica un minore effetto sulle vie nervose striate (A9) coinvolte nella funzione motoria. Olanzapina ha ridotto la risposta di rifiuto condizionato, un test indicativo di attività antipsicotica, a dosi inferiori a quelle che producono catalessi, effetto indicativo di effetti motori indesiderati. Diversamente da altri agenti antipsicotici, olanzapina ha incrementato la reazione in un test "ansiolitico".
In uno studio con dose singola orale (10 mg) mediante tomografia ad Emissione di Positroni (Positron Emission Tomography, PET) condotto su volontari sani, olanzapina ha prodotto un’occupazione di recettori 5HT2A superiore a quella del recettore D2 della dopamina. Inoltre uno studio a immagini di Tomografia Computerizzata a Fotone Singolo (Single Photon Emission Computer Tomography, SPECT) condotto su pazienti schizofrenici ha rivelato che i pazienti sensibili a olanzapina presentavano un’occupazione striata D2 inferiore rispetto ad alcuni pazienti sensibili ad altri antipsicotici e a risperidone, comparabile a pazienti sensibili alla clozapina.
In due di due studi comparativi controllati vs placebo e in due di tre studi controllati comparativi condotti su più di 2.900 pazienti schizofrenici con sintomi sia positivi che negativi, olanzapina è stata associata a maggiori miglioramenti statisticamente significativi dei sintomi sia negativi che positivi.
In uno studio multinazionale, comparativo, in doppio cieco sulla schizofrenia, sui disturbi schizoaffettivi e correlati, condotto su 1.481 pazienti con vari gradi di sintomi depressivi associati (media basale di 16.6 alla Montgomery-Asberg Depression Rating Scale), una analisi prospettica secondaria del punteggio dell’umore registrato dal basale al termine dello studio ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo (p=0.001) a favore di olanzapina (-6.0) vs aloperidolo (-3.1).
In pazienti con un episodio maniacale o misto di disturbo bipolare, olanzapina ha dimostrato superiore efficacia rispetto al placebo e al semisodio valproato (divalproex) nel ridurre i sintomi di mania nel corso di 3 settimane. Olanzapina ha dimostrato risultati di efficacia comparabile con quelli ottenuti con aloperidolo in termini di proporzione di pazienti con remissione sintomatica dalla mania e dalla depressione a 6 e 12 settimane. In uno studio sulla somministrazione concomitante di litio e valproato per almeno 2 settimane, l’aggiunta di 10 mg di olanzapina (trattamento concomitante con litio o valproato) è risultata in una maggiore riduzione dei sintomi di mania in confronto a quanto ottenuto con la monoterapia a base di litio o valproato dopo 6 settimane.
In uno studio della durata di 12 mesi sulla prevenzione delle recidive di episodi di mania in pazienti che avevano raggiunto una remissione dei sintomi con il trattamento a base di olanzapina e che erano stati quindi randomizzati a trattamento con olanzapina o placebo, olanzapina ha dimostrato una superiorità statisticamente significativa rispetto al placebo per quanto concerne l’endpoint primario di recidiva bipolare. Olanzapina ha inoltre dimostrato un vantaggio significativo rispetto al placebo in termini di prevenzione sia della recidiva a mania che della recidiva a depressione.
In un secondo studio della durata di 12 mesi sulla prevenzione delle recidive di episodi di mania in pazienti che avevano raggiunto una remissione dei sintomi con un trattamento di associazione olanzapina-litio e che erano stati quindi randomizzati a trattamento con olanzapina o litio da soli, olanzapina si è dimostrata statisticamente non inferiore al litio per quanto concerne l’endpoint primario di recidiva bipolare (olanzapina 30,0%, litio 38,3%; p = 0,055).
In uno studio della durata di 12 mesi in pazienti con episodi di mania o misti le cui condizioni si erano stabilizzate con un trattamento con olanzapina ed uno stabilizzante dell’umore (litio o valproato), il trattamento concomitante a lungo termine con olanzapina e litio o valproato non è stato statisticamente significativamente superiore rispetto al litio o al valproato da soli nel ritardare la recidiva bipolare, definita secondo criteri sindromici (diagnostici).
Popolazione pediatrica
L’esperienza negli adolescenti (13-17 anni) è limitata a dati di efficacia a breve termine nella schizofrenia (6 settimane) e nella mania associata a disturbo bipolare di tipo I (3 settimane); essa si basa su meno di 200 adolescenti. Olanzapina è stata usata a dose flessibile partendo da 2,5 mg/die e raggiungendo 20 mg/die. Durante il trattamento con olanzapina gli adolescenti hanno riportato un aumento di peso significativamente superiore rispetto agli adulti. La grandezza dei cambiamenti dei livelli di colesterolo totale a digiuno, LDL colesterolo, triglicerici e prolattina (vedere paragrafi 4.4 e 4.8) è stata maggiore negli adolescenti che negli adulti. Non sono disponibili dati sul mantenimento dell’effetto e i dati sulla sicurezza a lungo termine sono limitati (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
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Olanzapina compresse orodispersibili:
Olanzapina compresse orodispersibili sono bioequivalenti a olanzapina compresse, con velocità ed estensione di assorbimento simile. Le compresse orodispersibili di olanzapina possono essere impiegate come alternativa alle compresse di olanzapina.
Dopo somministrazione orale, olanzapina viene ben assorbita, raggiungendo concentrazioni plasmatiche di picco entro 5-8 ore. L’assorbimento non viene influenzato dal cibo. La biodisponibilità orale assoluta relativa alla somministrazione endovenosa non è stata determinata.
Olanzapina viene metabolizzata nel fegato per via coniugativa ed ossidativa. Il metabolita principale circolante è il 10-N-glucuronide, che non attraversa la barriera emato-encefalica. I citocromi P450-CYP1A2 e P450-CYP2D6 contribuiscono alla formazione dei metaboliti N-dismetil e 2-idrossimetil; negli studi animali, entrambi hanno dimostrato attività farmacologica in vivo significativamente inferiore rispetto a olanzapina. L’attività farmacologica predominante proviene dalla olanzapina madre. Dopo somministrazione orale, l’emivita di eliminazione terminale media di olanzapina in soggetti sani variava in base all’età e al genere del paziente.
Negli anziani sani (≥ 65 anni) versus soggetti non anziani, l’emivita media di eliminazione era più lunga (51.8 ore versus 33.8) e la clearance era ridotta (17.5 l/ora versus 18.2). La variabilità farmacocinetica osservata negli anziani è compresa nel range dei pazienti non anziani. In 44 pazienti affetti da schizofrenia di età > 65 anni, la somministrazione di 5 - 20 mg/die non è stata associata a un diverso profilo di eventi avversi.
Nelle donne rispetto agli uomini, l’emivita media di eliminazione è stata in certo qual modo più lunga (36.7 ore versus 32.3) e la clearance è stata ridotta (18.9 l/ora versus 27.3). Tuttavia, olanzapina (5-20 mg) ha dimostrato un profilo di sicurezza comparabile nelle donne (n=467) e negli uomini (n=869).
Nei pazienti con funzionalità renale compromessa (clearance della creatinina < 10 ml/min) rispetto a soggetti sani, non è stata riscontrata alcuna differenza significativa nei valori dell’emivita media di eliminazione (37.7 ore versus 32.4) o della clearance (21.2 l/ora versus 25.0). Uno studio sul bilancio della massa ha dimostrato che circa il 57% dell’olanzapina radiomarcata appare nelle urine, principalmente sotto forma di metabolita.
Nei soggetti fumatori con moderata disfunzione epatica, l’emivita media di eliminazione (39.3 ore) è stata più lunga e la clearance (18.0 l/ora) è stata ridotta, in modo simile ai soggetti sani non fumatori (rispettivamente 48.8 ore e 14.1 l/ora).
Nei non fumatori vs fumatori (uomini e donne) l’emivita media di eliminazione è stata più lunga (38.6 ore versus 30.4) e la clearance è stata ridotta (18.6 l/ora versus 27.7).
La clearance plasmatica di olanzapina è inferiore nei soggetti anziani rispetto ai giovani, nelle donne rispetto agli uomini, nei non fumatori rispetto ai fumatori. Tuttavia, la grandezza dell’impatto di età, genere o abitudine al fumo sulla clearance e sull’emivita dell’olanzapina è bassa in confronto alla variabilità globale tra individui.
In uno studio effettuato su soggetti caucasici, giapponesi e cinesi, non si è riscontrata nessuna differenza nei parametri farmacocinetici tra le tre popolazioni.
Il legame con le proteine plasmatiche di olanzapina è stato pari a circa il 93% su un range di concentrazione compresa tra circa 7 e 1000 ng/ml. Olanzapina si lega in modo predominante all’albumina e alla α1-acido-glicoproteina.
Popolazione pediatrica
Adolescenti (13 - 17 anni): La farmacocinetica di olanzapina è simile negli adolescenti e negli adulti. Negli studi clinici, l’esposizione media a olanzapina è stata di circa il 27% superiore negli adolescenti. Le differenze demografiche tra adolescenti ed adulti includono un peso corporeo medio minore e un numero minore di adolescenti fumatori. Questi fattori contribuiscono probabilmente alla maggiore esposizione media osservata negli adolescenti.
Tossicità acuta (dose singola)
I segni di tossicità orale nei roditori sono stati quelli caratteristici dei composti neurolettici potenti: ipoattività, coma, tremori, convulsioni cloniche, salivazione e ridotto aumento di peso. Le dosi mediane letali sono state di circa 210 mg/kg (topi) e 175 mg/kg (ratti). I cani hanno tollerato dosi orali singole fino a 100 mg/kg senza morire. I segni clinici erano tra gli altri sedazione, atassia, tremori, frequenza cardiaca accelerata, respiro affannoso, miosi e anoressia. Nelle scimmie, dosi orali singole fino a 100 mg/kg hanno provocato prostrazione, dosi superiori stati di semi-incoscienza.
Tossicità dopo dosi ripetute
In studi durati fino a 3 mesi nei topi e fino a 1 anno in ratti e cani, gli effetti predominanti sono stati depressione del SNC, effetti anticolinergici e disturbi ematologici periferici. La tolleranza si è evoluta in depressione del SNC. I parametri di crescita si sono ridotti a dosi elevate. Effetti reversibili corrispondenti a elevati livelli di prolattina nei ratti sono stati tra gli altri ridotto peso delle ovaie e dell’utero e alterazioni morfologiche dell’epitelio vaginale e delle ghiandole mammarie.
Tossicità ematologica: In tutte le speci sono stati riscontrati effetti sui parametri ematologici, incluse le riduzioni dose-correlate dei leucociti circolanti nei topi e le riduzioni non specifiche dei leucociti circolanti nei ratti; tuttavia, non è stata osservata nessuna evidenza di citotossicità midollare. Neutropenia, trombocitopenia o anemia reversibili si sono sviluppate in alcuni cani trattati con 8 o 10 mg/kg/die (l’esposizione totale all’olanzepina [area sotto la curva] è 12-15 volte superiore di quella dell’uomo cui è stata somministrata una dose di 12 mg). Nei cani citopenici non si è osservato alcun effetto avverso nelle cellule progenitrici e proliferative del midollo osseo.
Tossicità riproduttiva
Olanzapina non ha effetti teratogenici. La sedazione ha influito sulla prestazione di accoppiamento nei ratti maschio. Dosi di 1.1 mg/kg (3 volte la dose massima nell’uomo) hanno influenzato i cicli estrali, mentre dosi di 3 mg/kg (9 volte la dose massima nell’uomo) somministrate ai ratti hanno influito sui parametri riproduttivi. Nella prole dei ratti sottoposti a trattamento con olanzapina sono stati osservati dei ritardi nello sviluppo fetale e temporanee riduzioni nei livelli di attività.
Mutagenicità
Olanzapina si è dimostrata non mutagenica nè clastogenica nel corso di test standard completi che comprendevano tests di mutazione batterica e test sui mammiferi effettuati in vitro e in vivo.
Cancerogenicità
Sulla base dei risultati di studi effettuati nei topi e nei ratti, si desume che olanzapina non è carcinogenica.
Olanzapina compresse:
lattosio anidro,
cellulosa microcristallina,
crospovidone tipo A,
idrossipropilcellulosa basso sostituita,
magnesio stearato,
silice colloidale anidra
Olanzapina compresse orodispersibili:
mannitolo,
cellulosa microcristallina,
aspartame (E 951),
idrossipropilcellulosa basso sostituita,
crospovidone tipo A,
silice colloidale anidra,
magnesio stearato
Non pertinente
Olanzapina compresse:
2.5 mg: 24 mesi
5, 7.5, 10, 15 e 20 mg: 3 anni
Olanzapina compresse orodispersibili:
30 mesi
Olanzapina compresse:
Non conservare a temperatura superiore ai 30° C.
Olanzapina compresse orodispersibili:
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Olanzapina compresse:
Blister alluminio-alluminio
Confezione da 28 compresse
Flaconi in HDPE con tappo in polipropilene con chiusura a prova di bambino
Confezioni da 30 o 100 compresse
Olanzapina compresse orodispersibili:
28 x 1 compresse orodispersibili in blister alluminio-alluminio perforati monodose
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna
SUN Pharmaceutical Industries Europe B. V.
Polarisavenue 87
2132 JH Hoofddorp
Olanda
Rappresentante Legale per l’Italia:
Sun Pharmaceuticals Italia Srl - Via Luigi Rizzo, 8 - 20151 Milano
"2,5 mg compresse" 28 compresse in blister AL/AL AIC n. 040223012/M
"2,5 mg compresse" 30 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223024/M
"2,5 mg compresse" 100 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223036/M
"5 mg compresse" 28 compresse in blister AL/AL AIC n. 040223048/M
"5 mg compresse" 30 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223051/M
"5 mg compresse" 100 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223063/M
"7,5 mg compresse" 28 compresse in blister AL/AL AIC n. 040223075/M
"7,5 mg compresse" 30 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223087/M
"7,5 mg compresse" 100 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223099/M
"10 mg compresse" 28 compresse in blister AL/AL AIC n. 040223101/M
"10 mg compresse" 30 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223113/M
"10 mg compresse" 100 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223125/M
"15 mg compresse" 28 compresse in blister AL/AL AIC n. 040223137/M
"15 mg compresse" 30 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223149/M
"15 mg compresse" 100 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223152/M
"20 mg compresse" 28 compresse in blister AL/AL AIC n. 040223164/M
"20 mg compresse" 30 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223176/M
"20 mg compresse" 100 compresse in flacone HDPE AIC n. 040223188/M
"5 mg compresse orodispersibili" 28 compresse in blister AL/AL monodose AIC n. 040223190/M
"10 mg compresse orodispersibili" 28 compresse in blister AL/AL monodose AIC n. 040223202/M
"15 mg compresse orodispersibili" 28 compresse in blister AL/AL monodose AIC n. 040223214/M
"20 mg compresse orodispersibili" 28 compresse in blister AL/AL monodose AIC n. 040223226/M
Data della prima autorizzazione: 08-07-2011
10-2011