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OMEPRAZOLO RATIOPHARM 20 mg
Ogni capsula gastro-resistente contiene 20 mg di omeprazolo
Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Capsule gastro-resistenti, rigide
Capsula bianco opaco, con la dicitura “20 mg”
• Trattamento e prevenzione delle recidive dell’esofagite da reflusso
• Eradicazione dell’Helicobacter pylori in pazienti con ulcera peptica associata all’Helicobacter pylori, in associazione con appropriati regimi antibatterici (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione)
• Trattamento di ulcere duodenali
• Trattamento delle ulcere gastriche benigne.
• Trattamento delle ulcere gastriche e duodenali dovute all’assunzione degli anti infiammatori non steroidei. La prevenzione delle recidive delle ulcere gastriche e duodenali dovute all’assunzione di anti infiammatori non steroidei è limitata ai pazienti con anamnesi di questo tipo.
• Sindrome di Zollinger- Ellison
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Esofagite da reflusso
Trattamento dell’esofagite da reflusso: La dose abituale è 20 mg una volta al giorno. La durata del trattamento è di 4-8 settimane. Nei casi gravi o di recidiva, la dose di Omeprazolo può essere aumentata fino a 40 mg una volta al giorno.
Trattamento di mantenimento dell’esofagite da reflusso per la prevenzione delle recidive:
La dose abituale è 10-20 mg in funzione della risposta clinica.
Bambini di età superiore a 2 anni e adolescenti con grave esofagite da reflusso:
Poiché l’esperienza clinica nei bambini è limitata, Omeprazolo deve essere impiegato solo nei bambini con grave esofagite da reflusso resistente ad altre misure terapeutiche e il trattamento deve essere avviato da un pediatra ospedaliero.
Se opportuno, possono essere svolte misurazioni continue del pH e genotipizzazione della isoforma CYP 2C19 per definire il regime terapeutico ottimale.
Devono essere usate le dosi seguenti (equivalenti a circa 1 mg/kg/die):
Peso corporeo da 10 kg a 20 kg: 10 mg/die
Peso corporeo maggiore di 20 kg: 20 mg/die
La durata del trattamento è generalmente compresa tra 4 e 8 settimane e non deve superare le 12 settimane a causa della mancanza di dati sul trattamento a lungo termine in pazienti di questa età.
Terapia di eradicazione:
Pazienti con ulcera peptica dovuta ad infezione da Helicobacter pylori devono essere sottoposti a terapia di eradicazione con associazioni appropriate di antibiotici a dosi adeguate. La scelta del regime terapeutico si deve basare sulle linee guida e sulle caratteristiche. È stato impiegato omeprazolo 20 mg in associazione a 2 antibiotici due volte al giorno per 1 settimana, per es.:
- omeprazolo 20 mg, amoxicillina 1000 mg, claritromicina 500 mg: tutti 2 volte al giorno
- omeprazolo 20 mg, claritromicina 250 mg, metronidazolo 400-500 mg: tutti 2 volte al giorno (vedere paragrafo 5.1).
Per evitare lo sviluppo di resistenze, la durata del trattamento non deve essere ridotta.
La terapia che prevede l’ associazione di metronidazolo non deve essere presa in considerazione come prima scelta, a causa della potenziale cancerogenicità del metronidazolo. L’impiego del metronidazolo deve essere limitato a trattamenti inferiori ai 10 giorni.
Nei pazienti con ulcere attive si può proseguire il trattamento con omeprazolo in monoterapia – vedere posologia e durata del trattamento.
Ulcere duodenali e gastriche
L’omeprazolo in monoterapia è da usare solo se la terapia di eradicazione non è indicata o non ha avuto effetto (cioè ulcere ancora attive dopo adeguata terapia di eradicazione).
Trattamento delle ulcere duodenali: La dose usuale è 20 mg al giorno. La durata del trattamento è di 2- 4 settimane.
Trattamento delle ulcere gastriche benigne:
La dose abituale è 20 mg una volta la giorno. La durata del trattamento è di 4-8 settimane.
Nei casi di ulcere gastriche e duodenali gravi o di recidive la dose di omeprazolo può essere aumentata fino a 40 mg una volta al giorno.
Ulcere gastriche e duodenali da FANS
Trattamento delle ulcere gastriche e duodenali da FANS: la dose abituale è 20 mg una volta al giorno.
La durata del trattamento è di 4-8 settimane.
Terapia di mantenimento per prevenire le recidive di ulcere gastriche e duodenali da FANS: La dose abituale è 20 mg al giorno.
Sindrome di Zollinger-Ellison:
La dose deve essere adattata individualmente e la terapia proseguita sotto supervisione specialistica fino a quando clinicamente necessario. La dose iniziale raccomandata è 60 mg una volta al giorno.
Dosi superiori a 80 mg al giorno devono essere ripartite in 2 somministrazioni giornaliere. Nei pazienti con sindrome di Zollinger-Ellison, il trattamento non è soggetto a limiti di tempo.
Anziani:non sono necessari aggiustamenti del dosaggio negli anziani
Bambini: Omeprazolo non deve essere somministrato a bambini di età inferiore ai 2 anni (vedere paragrafo 4.3)
Insufficienza renale: non sono necessari aggiustamenti posologici in pazienti con insufficienza renale.
Insufficienza epatica: poiché in pazienti con compromissione della funzione epatica la biodisponibilità e l’emivita possono aumentare, potrebbe essere necessario adattare la posologia a una dose giornaliera massima di 20 mg .
Modo di somministrazione:
Le capsule devono essere deglutite intere con una sufficiente quantità di liquido. Le capsule non devono essere masticate o triturate. Nei pazienti con difficoltà di deglutizione, le capsule possono essere aperte e il contenuto deglutito da solo o sospeso in una piccola quantità di succo di frutta o yogurt dopo aver mescolato leggermente.
Omeprazolo ratiopharm è controindicato nei pazienti con ipersensibilità all’omeprazolo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Bambini di età inferiore ai 2 anni
Somministrazione concomitante di iperico o atazanavir solfato (vedere paragrafo 4.5)
Non deve essere impiegata terapia in associazione con claritromicina in pazienti con insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.5).
Nei pazienti con ulcera peptica, deve essere determinata la presenza dell’Helicobacter pylori se del caso. Nei pazienti positivi all’Helicobacter pylori, l’obiettivo primario deve essere, quando possibile, l’eliminazione del batterio per mezzo della terapia di eradicazione.
Se si sospetta un’ulcera gastrica, bisogna escluderne la eventuale natura maligna prima di istituire una terapia con omeprazolo, poiché il trattamento può alleviare i sintomi e ritardare la diagnosi.
La diagnosi di esofagite da reflusso deve essere confermata per via endoscopica.
Per garantire una migliore efficacia del trattamento delle ulcere da FANS, deve essere assolutamente considerata l’opportunità di interrompere l’assunzione dell’agente causale.
Il trattamento di mantenimento delle ulcere da FANS deve essere limitato ai pazienti con anamnesi di lesioni gastroduodenali.
Rischio di infezioni GI
Una diminuzione dell’ acidità gastrica favorisce l’incremento dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale. Il trattamento con antiacidi aumenta lievemente il rischio di infezioni gastrointestinali, quali Salmonella e Campylobacter.
Pazienti con insufficienza epatica o renale
Nei pazienti con insufficienza epatica grave, i valori degli enzimi epatici devono essere controllati periodicamente nel corso del trattamento con omeprazolo.
In corso di terapia associata è necessaria cautela nei pazienti con disfunzioni renali o epatiche (per limitazione del dosaggio vedere 4.2 Posologia e modo di somministrazione) È controindicato l’utilizzo concomitante di claritromicina nei pazienti con insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.3)
Reazioni agli eccipienti
Questo prodotto contiene saccarosio e i pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, malassorbimento glucosio-galattosio o insufficienza della saccarasi-isomaltasi non devono assumere questo prodotto.
Questo prodotto contiene paraidrossibenzoati: possono causare reazioni allergiche (eventualmente ritardate).
Durata della terapia
A causa della scarsità di dati clinici di sicurezza per pazienti in terapia di mantenimento per periodi superiori a 1 anno, è necessario monitorare regolarmente la terapia con una valutazione accurata del rapporto rischio-beneficio in caso di somministrazione a lungo termine, per periodi superiori a 1 anno.
Potenziali interazioni (si raccomanda il monitoraggio dei livelli ematici)
Durante una terapia con concomitante omeprazolo e altri medicinali (ulcere da FANS o eradicazione) è necessaria cautela nell’associazione dei medicinali in quanto possono verificarsi interazioni (vedere paragrafo 4.5). Ciò è particolarmente importante con i medicinali che hanno uno stretto indice terapeutico come il warfarin e la fenitoina. I livelli plasmatici di questi ultimi devono essere monitorati, in quanto potrebbe rendersi necessaria una riduzione della dose.
Poiché i livelli di ciclosporina possono aumentare è necessario monitorarne i livelli plasmatici (vedere paragrafo 4.5)
Controllo della vista e dell’udito
Benché non noti con l’omeprazolo orale, sono stati riportati casi di cecità e sordità con le forme iniettabili; pertanto, in pazienti gravemente compromessi si raccomanda il monitoraggio della vista e dell’udito.
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Uso concomitante controindicato/non raccomandato (vedere paragrafo 4.3)
A causa di una riduzione potenzialmente significativa clinicamente delle concentrazioni plasmatiche di omeprazolo, l’iperico (erba di San Giovanni) non deve essere somministrato in concomitanza con l’omeprazolo.
A causa della riduzione dei livelli plasmatici di atazanavir solfato, l’atazanavir non deve essere cosomministrato con l’omeprazolo.
Poiché le concentrazioni plasmatiche di omeprazolo e di claritromicina subiscono un incremento in caso di somministrazione concomitante, la terapia di associazione con claritromicina non deve essere impiegata nei pazienti affetti da disfunzioni epatiche.
Citocromo P450
L’omeprazolo è metabolizzato nel fegato attraverso le isoforme del citocromo P450 (prevalentemente CYP 2C19, S-mefenitoina idrossilasi), inibisce gli enzimi del gruppo CYP2C (CYP 2C19 e CYP 2C9) e può ritardare l’eliminazione di altri principi attivi metabolizzati da questi enzimi. Ciò è stato osservato per la fenitoina e il warfarin e per le benzodiazepine, come diazepam triazolam e flurazepam. Si raccomanda un monitoraggio periodico dei pazienti che assumono warfarin o fenitoina e può essere necessaria una riduzione delle dosi di warfarin o fenitoina. Altri principi attivi che possono essere influenzati sono l’esabarbital, il citalopram, l’imipramina e la clomipramina.
L’omeprazolo può inibire il metabolismo epatico del disulfiram. Sono stati riportati alcuni casi di rigidità muscolare possibilmente correlati.
Aumento delle concentrazioni plasmatiche
I dati relativi all’interazione dell’omeprazolo con la ciclosporina sono contraddittori. Perciò, nei pazienti trattati con omeprazolo devono essere monitorati i livelli plasmatici di ciclosporina, poiché è possibile un aumento dei livelli di ciclosporina.
Aumento dell’assorbimento
Il trattamento contemporaneo con omeprazolo e digossina in soggetti sani incrementa del 10% la biodisponibilità della digossina come conseguenza dell’incremento del pH gastrico.
Diminuzione dell’assorbimento
A causa della diminuzione dell’acidità gastrica, l’assorbimento del ketoconazolo o dello itraconazolo può essere ridotto durante il trattamento con omeprazolo.
L’omeprazolo può ridurre l’assorbimento orale della vitamina B12. Di ciò si deve tener conto nei pazienti con livelli basali bassi sottoposti a trattamento a lungo termine con omeprazolo. Non vi sono evidenze di un’interazione dell’omeprazolo con caffeina, propranololo, teofillina, metoprololo, lidocaina, chinidina, fenacetina, estradiolo, amoxicillina, budesonide, diclofenac, metronidazolo, naprossene, piroxicam o antiacidi. L’assorbimento dell’omeprazolo non è influenzato dall’alcool.
L’impiego dell’omeprazolo durante la gravidanza e l’allattamento richiede un’accurata valutazione beneficio-rischio.
Gravidanza
Limitati studi epidemiologici non indicano effetti avversi sulla gravidanza o un aumento della percentuale di malformazioni. Tuttavia , non sono disponibili informazioni relative ad anomalie specifiche.
Allattamento
Nei ratti, l’omeprazolo e i suoi metaboliti sono escreti nel latte. La concentrazione di omeprazolo nel latte materno raggiunge approssimativamente il 6% della concentrazione plasmatica massima della madre, ma non è noto se ciò possa influenzare il bambino.
Sonnolenza/torpore sono reazioni comuni associate all’omeprazolo, sono stati segnalati anche disturbi visivi (vedere paragrafo 4.8): se i pazienti manifestano uno o più di questi sintomi, non devono guidare veicoli, utilizzare macchinari o intraprendere attività che possono causare pericolo a se stessi o agli altri.
Le seguenti definizioni si applicano all’incidenza degli effetti indesiderati:
- Molto comune (>1/10)
- Comune (>1/100, <1/10)
- Non comune (>1/1,000, <1/100)
- Raro (>1/10.000, <1/1000)
- Molto rari (<1/10.000 comprese segnalazioni isolate)
Alcune reazioni comuni quali sonnolenza, insonnia, vertigini e cefalea, sintomi GI, migliorano durante la terapia.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Rari: anemia ipocromica microcitica nei bambini.
Molto rari: trombocitopenia, leucopenia, pancitopenia, agrunolocitosi.
Disturbi del sistema immunitario
Molto rari: orticaria, febbre, angioedema, broncocostrizione, shock anafilattico, vasculite allergica e febbre.
Patologie del sistema nervoso
Comuni: sonnolenza/torpore, insonnia, vertigini, mal di testa
Rari: Parestesia e sensibilità alla luce. Confusione mentale e allucinazioni (prevalentemente in pazienti gravemente malati o anziani).
Molto rari: agitazione e reazioni depressive (prevalentemente in pazienti gravemente malati o anziani).
Patologie dell'occhio
Non comuni: Disturbi visivi comprese visione offuscata, perdita dell’acutezza visiva e/o campo visivo ridotto. Cecità (vedere paragrafo 4.4 – monitoraggio della vista e dell’udito)
Patologie dell'orecchio e del labirinto
Non comuni: tinnito. Sordità (vedere paragrafo 4.4 – monitoraggio della vista e dell’udito)
Patologie gastrointestinali
Comuni: diarrea, stipsi, flatulenza (con possibile dolore addominale), nausea e vomito.
Non comuni: disturbi del gusto.
Rari: scolorimento scuro della lingua durante la concomitante somministrazione di claritromicina, cisti ghiandolare benigna.
Molto rari: secchezza delle fauci, stomatiti, candidiasi, pancreatite.
Patologie epatobiliari
Non comuni: aumento dei valori degli enzimi epatici.
Molto rari: epatite con o senza ittero. Danno epatico ed encefalopatia in pazienti con malattia epatica grave preesistente.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comuni: prurito, eruzioni cutanee, alopecia, eritema multiforme ,fotosensibilità e aumentata tendenza alla sudorazione.
Molto rari: Sindrome di Stevens-Johnson o necrolisi epidermica tossica
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Rari: debolezza muscolare, mialgia e dolore articolare.
Patologie renali e urinarie
Molto rari: nefrite interstiziale
Altri effetti avversi
Non comuni: edema periferico
Molto rari: iponatriemia, ginecomastia.
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Sono stati segnalati rari casi di sovradosaggio di omeprazolo fino a 2.400 mg come dose singola orale. I sintomi comprendevano nausea, vomito, capogiri, dolori addominali, diarrea, cefalea, apatia, depressione e confusione. Tuttavia questi effetti erano transitori e senza gravi conseguenze e non hanno richiesto trattamenti specifici
Gruppo farmacoterapeutico: Farmaci per l’ulcera peptica e per il reflusso gastro-esofageo (GORD), inibitori della pompa protonica .Codice ATC: A02BC01.
Omeprazolo, un benzimidazolo sostituito, è un inibitore della pompa protonica gastrica che inibisce in modo diretto e dose-dipendente l’enzima H+, K+-ATPasi, bloccando così la fase finale della produzione di acido da parte delle cellule parietali dello stomaco. L’omeprazolo inibisce la secrezione acida, sia quella basale sia quella conseguente a uno stimolo, a prescindere dalla natura dello stimolo, aumentando il valore del pH e diminuendo il volume della secrezione acida gastrica. L’omeprazolo ha bassa affinità per gli altri recettori di membrana (come i recettori H2dell’istamina, i recettori muscarinici M1 o i recettori gastrinergici).
L’omeprazolo è un profarmaco, e in quanto base debole si accumula nell’ambiente acido delle cellule parietali e diventa attivo solo dopo essere stato protonato e modificato. In ambiente acido (a pH minore di 4), l’omeprazolo protonato è convertito nel metabolita attivo - l’omeprazolo sulfonamide che si lega alla pompa protonica con legame covalente. Quindi la durata dell’inibizione della secrezione acida è sostanzialmente più lunga del periodo nel quale l’omeprazolo- base è presente nel plasma. Il grado di inibizione della secrezione acida è direttamente correlata all’area sotto la curva concentrazione plasmatica – tempo (AUC) ma non alla concentrazione plasmatica ad ogni dato momento.
La maggior parte dell’esperienza clinica disponibile da studi clinici controllati randomizzati, indica che l’omeprazolo 20 mg due volte al giorno associato a 2 antibiotici per 1 settimana raggiunge un tasso di eradicazione dell’Helicobacter pylori > 80% in pazienti con ulcere gastro-duodenali. Tassi di eradicazione significativamente più bassi sono stati osservati in pazienti con Helicobacter pylori di base resistente agli antibiotici. Pertanto è necessario prendere in considerazione le informazioni locali sulla prevalenza delle resistenze e le linee guida terapeutiche locali per la scelta dell’associazione più appropriata per la terapia di eradicazione dell’ Helicobacter pylori. Inoltre, in pazienti con un’infezione persistente, si deve considerare il potenziale sviluppo di una resistenza secondaria (in pazienti con ceppi precedentemente sensibili) nei confronti di un agente antibatterico ai fini di un ulteriore trattamento.
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Assorbimento e Distribuzione
L'omeprazolo è un acido debole ed è somministrato oralmente in granuli gastro-resistenti contenuti in capsule rigide di gelatina. L’assorbimento ha luogo nell’intestino tenue e le massime concentrazioni plasmatiche di omeprazolo si raggiungono 1-3 ore dopo la somministrazione orale. Il volume di distribuzione dell’omeprazolo è relativamente piccolo (0.3 l/kg del peso corporeo) e corrisponde a quello del liquido extra cellulare. Circa il 95% è legato alle proteine.
In seguito alla somministrazione per via endovenosa di 40 mg di omeprazolo per 5 giorni la biodisponibilità assoluta misurata è aumentata di circa il 50%; ciò può essere spiegato con una riduzione della clearance epatica in seguito a saturazione dell’enzima CYP2C19.
Somministrazione concomitante con il cibo
La somministrazione concomitante di cibo ritarda l’assorbimento di omeprazolo con concentrazioni di picco più basse senza peraltro incidere sulla biodisponibiltà.
Metabolismo
L’omeprazolo è interamente metabolizzato, principalmente nel fegato dall’enzima CYP 2C19. Una piccola percentuale di pazienti ha una carenza di enzima CYP 2C19 funzionante e un tasso di eliminazione ridotto dell’omeprazolo. I metaboliti sulfone, solfuro e idrossi-omeprazolo sono stati trovati nel plasma, ma non hanno un effetto significativo sulla secrezione acida. Circa il 20% della dose somministrata è escreta nelle feci e il rimanente 80% è escreto nelle urine sotto forma di metaboliti (principalmente idrossi-omeprazolo e l’acido carbossilico corrispondente).
Eliminazione
L’emivita plasmatica è di circa 40 minuti, e la clearance plasmatica totale è 0,3-0,6 l/min. In una piccola percentuale di pazienti (che metabolizzano scarsamente il CYP 2 C19) è stato osservato un ridotto tasso di eliminazione dell’omeprazolo. In questi casi, l’emivita terminale dell’eliminazione può essere 3 volte superiore al valore normale e l’area sotto la curva concentrazione plasmatica-tempo (AUC) può aumentare fino a 10 volte.
Farmacocinetica negli anziani
La biodisponibilità dell’omeprazolo è lievemente superiore negli anziani e il tasso di eliminazione leggermente inferiore, ma i valori individuali sono pressoché uguali a quelli di soggetti giovani sani e non vi sono evidenze che pazienti anziani trattati con dosi terapeutiche di omeprazolo siano esposti ad un rischio maggiore di effetti indesiderati.
Farmacocinetica nella disfunzione renale
In pazienti con insufficienza renale la cinetica dell’omeprazolo è molto simile a quella di soggetti sani. Ma, poiché l’eliminazione renale è la più importante via di escrezione per l’omeprazolo metabolizzato, il tasso di eliminazione è ridotto proporzionalmente all’insufficienza renale. La monosomministrazione giornaliera può ridurre il rischio di accumulo.
Farmacocinetica nella disfunzione epatica
In pazienti con insufficienza epatica cronica la clearance dell’omeprazolo è ridotta e l’emivita plasmatica può aumentare fino a circa 3 ore. La biodisponibilità può quindi essere superiore al 90%. L’omeprazolo 20 mg una volta al giorno per 4 settimane è stato ben tollerato e non sono stati osservati fenomeni di accumulo di omeprazolo o dei suoi metaboliti.
Dagli studi di tossicità a lungo termine non è risultato che effetti indesiderati ad oggi non noti possano manifestarsi nell’uomo.
Nel corso di sperimentazioni effettuate su ratti trattati per tutta la vita con omeprazolo o soggetti a resezione parziale del fondo dello stomaco, sono state rilevate iperplasia delle cellule gastriche ECL e carcinoidi. Tali modifiche sono il risultato di una elevata ipergastrinemia secondaria alla inibizione acida.
Gli studi di mutagenesi (in vitro e in vivo) non hanno condotto a risultati di rilevanza clinica.
Contenuto delle capsule:
Sfere di zucchero (contenenti saccarosio e amido di mais)
Ipromellosa
Emulsione di dimeticone (contenente propil-idrossi benzoato (E216), metil-p-idrossibenzoato (E218), acido sorbico, sodio benzoato, glicole propilenico sorbitan monolaurato, octilfenossi-polietossietanolo e glicole propilenico).
Polisorbato 80
Mannitolo
Monogliceridi diacetilati
Talco
Acido metacrilico-acrilato di etile copolimero (1:1)
Trietil citrato
Stearoil- macrogolgliceridi
Involucro della capsula:
Gelatina
Titanio biossido (E171)
Inchiostro nero:
Gommalacca
Ferro ossido nero (E172)
Non pertinente .
Flaconi di polietilene con alta densità:
2 anni
Dopo la prima apertura: 3 mesi
Blister di alluminio:
2 anni
Flaconi di polietilene con alta densità:
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C. Conservare nel contenitore originale e tenere il flacone ben chiuso.
Blister di alluminio:
Non conservare a temperatura superiore ai 30° C. Conservare nella confezione originale.
Flaconi (HDPE) contenenti 1 g di gel di silice, sigillati con un foglio di alluminio e chiusi con chiusura a prova di bambino, confezionati in scatole di cartone. Confezioni: 7, 14, o 28 capsule. Blister con pellicola PA-Alluminio-PVC/Alluminio. Confezionate in scatole di cartone. Confezioni: 7, 14, 15, 28, 30, 50, 60, 90 o 100 capsule.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate
Nessuna istruzione particolare.
Ratiopharm GmbH
Graf-Arco Str.
89079 Ulm (Germania)
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 7 capsule in flacone HDPE AIC n. 037536075/M
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 14 capsule in flacone HDPE AIC n. 037536087/M
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 28 capsule in flacone HDPE AIC n. 037536099/M
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 7 capsule in blister PA/AL/PVC/AL AIC n. 037536101/M
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 14 capsule in blister PA/AL/PVC/AL AIC n. 037536113/M
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 28 capsule in blister PA/AL/PVC/AL AIC n. 037536125/M
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 15 capsule in blister PA/AL/PVC/AL AIC n. 037536190/M
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 30 capsule in blister PA/AL/PVC/AL AIC n. 037536202/M
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 50 capsule in blister PA/AL/PVC/AL AIC n. 037536214/M
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 60 capsule in blister PA/AL/PVC/AL AIC n. 037536226/M
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 90 capsule in blister PA/AL/PVC/AL AIC n. 037536238/M
20 mg capsule rigide gastroresistenti – 100 capsule in blister PA/AL/PVC/AL AIC n. 037536240/M
5 Ottobre 2007