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ONDANSETRON B. BRAUN
1 ml di soluzione iniettabile contiene:
- ondansetrone cloridrato diidrato equivalente a 2 mg di ondansetrone.
• Ciascuna fiala di 2 ml contiene 4 mg di ondansetrone.
• Ciascuna fiala di 4 ml contiene 8 mg di ondansetrone.
1 ml di soluzione per iniezione contiene 3,34 mg di sodio come sodio citrato diidrato e cloruro di sodio.
Per un elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Soluzione iniettabile.
Soluzione trasparente e incolore.
L’ondansetrone è indicato per la prevenzione e il trattamento della nausea e del vomito indotti da chemioterapia citotossica e radioterapia e per la prevenzione e il trattamento della nausea e vomito postoperatori (PONV).
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Per iniezione endovenosa o infusione endovenosa dopo la diluizione.
Per le istruzioni sulla diluizione del prodotto prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
I medici che intendono prescrivere ondansetrone per la prevenzione della nausea e del vomito tardivi associati a chemioterapia o radioterapia negli adulti, adolescenti o bambini devono tenere in considerazione la pratica corrente e le linee guida appropriate.
Nausea e vomito indotti da chemioterapia e radioterapia
Adulti
Il potenziale emetogeno delle terapie antitumorali varia a seconda delle dosi e delle combinazioni dei regimi di chemioterapia e radioterapia utilizzati. L’intervallo di dosaggio della soluzione iniettabile o per infusione di ondansetrone è di 8-32 mg al giorno ed è selezionato come indicato di seguito.
Chemioterapia e Radioterapia Emetogena
Per i pazienti sottoposti a chemioterapia o radioterapia emetogena, l’ondansetrone può essere somministrato per via endovenosa o attraverso altre vie di somministrazione, tuttavia questo è un prodotto per esclusivo uso endovenoso.
La dose consigliata per via endovenosa di ondansetrone è di 8 mg somministrati per iniezione endovenosa lenta o per infusione endovenosa di breve durata nell’arco dei 15 minuti immediatamente precedenti il trattamento, seguiti da trattamento con forme di dosaggio diverse da quella per somministrazione endovenosa.
Il trattamento con forme di dosaggio diverse da quella per somministrazione endovenosa è consigliato come misura cautelativa contro l’emesi tardiva o prolungata dopo le prime 24 ore.
Chemioterapia altamente emetogena
Per i pazienti sottoposti a chemioterapia altamente emetogena ad esempio cisplatino ad alto dosaggio, l’ondansetrone può essere somministrato attraverso altre vie di somministrazione, tuttavia questo è un prodotto per esclusivo uso endovenoso.
È stato dimostrato che i seguenti schemi di dosaggio endovenoso di ondansetrone sono ugualmente efficaci nell’arco delle prime 24 ore dalla chemioterapia:
Una singola dose di 8 mg per iniezione endovenosa lenta immediatamente prima della chemioterapia.
Una dose di 8 mg per iniezione endovenosa lenta o per infusione endovenosa di breve durata nell’arco di 15 minuti immediatamente prima della chemioterapia, seguita da due ulteriori dosi per via endovenosa di 8 mg a distanza di due - quattro ore l’una dall’altra, o con infusione costante di 1 mg/ora per un periodo fino a 24 ore.
Una dose singola di 32 mg diluiti in 50-100 ml di soluzione di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9 % w/v) o altro liquido per infusione compatibile (verificare la compatibilità con le soluzioni per infusione nel paragrafo 6.6) e infusa in un periodo non inferiore a 15 minuti, immediatamente prima della chemioterapia.
Dosi superiori a 8 mg e fino a 32 mg di ondansetrone possono essere somministrate solo per infusione endovenosa in un periodo non inferiore a 15 minuti.
La scelta del regime di dosaggio deve essere determinata dalla gravità dell’esposizione emetogena.
L’efficacia dell’ondansetrone nella chemioterapia altamente emetogena può essere incrementata con l’aggiunta di una singola dose endovenosa di desametasone sodio fosfato, 20 mg somministrati prima della chemioterapia.
Per prevenire un’emesi ritardata o prolungata dopo le prime 24 ore, il trattamento a base di ondansetrone deve essere protratto con forme di dosaggio differenti da quella endovenosa dopo un ciclo di trattamento.
Bambini (di età pari e superiore a 2 anni) e adolescenti (<18 anni):
L’esperienza relativa ai pazienti pediatrici è limitata.
Ai bambini di età superiore ai 2 anni, l’ondansetrone può essere somministrato come singola dose endovenosa di 5 mg/m² nell’arco dei quindici minuti immediatamente precedenti la chemioterapia, seguita dal trattamento con forme di dosaggio differenti da quella endovenosa. Ai bambini con un’area di superficie corporea superiore a 1,5 m², una dose e.v. iniziale di 8 mg è somministrata immediatamente prima della chemioterapia, seguita dal trattamento con forme di dosaggio differenti rispetto a quella endovenosa.
Pazienti anziani
L’ondansetrone è ben tollerato dai pazienti con più di 65 anni e non richiede alcuna variazione del dosaggio, della frequenza o della via di somministrazione.
Fare riferimento anche al paragrafo ‘Popolazioni Particolari’.
Nausea e vomito postoperatori (PONV)
Prevenzione della PONV
Adulti: per la prevenzione della PONV, l’ondansetrone può essere somministrato per iniezione endovenosa o altre forme di dosaggio.
L’ondansetrone può essere somministrato come singola dose di 4 mg, mediante iniezione endovenosa lenta al momento dell’induzione dell’anestesia.
Per il trattamento della PONV stabilizzata
Per il trattamento della PONV stabilizzata si consiglia una singola dose di 4 mg somministrata mediante iniezione endovenosa lenta
Bambini (di età pari e superiore a 2 anni) e adolescenti (<18 anni):
Per la prevenzione della PONV nei pazienti pediatrici sottoposti a intervento effettuato in anestesia generale, l’ondansetrone può essere somministrato mediante iniezione endovenosa lenta a una dose di 0,1 mg/kg fino a un massimo di 4 mg prima, durante o dopo l’induzione di anestesia.
Per il trattamento della PONV stabilizzata nei pazienti pediatrici, l’ondansetrone può essere somministrato per iniezione endovenosa lenta a una dose di 0,1 mg/kg fino a un massimo di 4 mg.
I dati disponibili, relativi all’uso dell’ondansetrone nella prevenzione e nel trattamento della PONV nei bambini di età inferiore a 2 anni, sono limitati.
Pazienti anziani
Vi è una limitata esperienza nell’uso di ondansetrone nella prevenzione e nel trattamento della nausea e del vomito postoperatori (PONV) negli anziani. Tuttavia, l’ondansetrone è ben tollerato dai pazienti nella fascia di età oltre i 65 anni sottoposti a chemioterapia.
Fare riferimento anche al paragrafo ‘Popolazioni Particolari’.
Popolazioni particolari
Pazienti con compromissione della funzione renale
Non è necessaria alcuna variazione della dose giornaliera, della frequenza o della via di somministrazione.
Pazienti con compromissione della funzione epatica
La clearance dell’ondansetrone è significativamente ridotta e l’emivita sierica significativamente prolungata nei soggetti con compromissione della funzionalità epatica da moderata a severa. In tali pazienti non deve essere superata la dose totale giornaliera di 8 mg.
Pazienti portatori di insufficienti capacità metaboliche ossidative della sparteina/debrisochina
L’emivita di eliminazione dell’ondansetrone non è modificata nei soggetti portatori di insufficienti capacità metaboliche ossidative della sparteina/debrisochina. Pertanto, in tali pazienti, dosi ripetute determineranno livelli di esposizione al farmaco che non differiscono da quelli del resto della popolazione. Non sono quindi necessarie variazioni del dosaggio giornaliero o della frequenza della somministrazione.
Ipersensibilità all’ondansetrone, o ad altri antagonisti selettivi del recettore 5-HT3 (per esempio, granisetron, dolasetron), o a qualsiasi eccipiente.
Sono state segnalate reazioni di ipersensibilità in pazienti che avevano manifestato ipersensibilità ad altri antagonisti selettivi dei recettori 5-HT3
Il medicinale non deve essere usato nei bambini di età inferiore a due anni poiché per questi pazienti l’esperienza è limitata.
Poiché è noto che l’ondansetrone aumenta il tempo di transito nell’intestino crasso, è opportuno monitorare i pazienti con segni di ostruzione intestinale subacuta dopo la somministrazione.
Poiché fino ad oggi l’esperienza relativa all’uso di ondansetrone nei pazienti cardiopatici è limitata, è necessario usare cautela in caso di somministrazione di ondansetrone con anestetici in pazienti con aritmie o disturbi della conduzione cardiaca o in pazienti trattati con agenti antiaritmici o betabloccanti.
Sono state segnalate, molto raramente e prevalentemente in relazione alla somministrazione endovenosa di ondansetrone, variazioni transitorie all’ECG incluso il prolungamento dell’intervallo QT. Si consiglia cautela nel caso in cui i pazienti abbiano ricevuto agenti cardiotossici e in pazienti con anamnesi o storia familiare di sindrome di prolungamento dell’intervallo QT.
Nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico adenotonsillare, la prevenzione della nausea e del vomito con ondansetrone può mascherare un’emorragia occulta. Pertanto, tali pazienti devono essere seguiti attentamente dopo la somministrazione di ondansetrone.
Il farmaco contiene 2,3 mmoli (o 53,5 mg).di sodio per ciascuna dose di 32 mg. Ciò deve essere tenuto in considerazione nei pazienti che seguono una dieta ad apporto controllato di sodio.
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Effetti dell’ondansetrone su altri farmaci
Non è dimostrato che l’ondansetrone induca o inibisca il metabolismo di altri medicinali comunemente somministrati in concomitanza con esso. Studi specifici hanno evidenziato che l’ondansetrone non interagisce con alcool, temazepam, furosemide, tramadolo, alfentanil, propofol e tiopentale.
Tramadolo
I dati provenienti da studi di piccole dimensioni indicano che l’ondansetrone può ridurre gli effetti analgesici del tramadolo.
Effetti di altri farmaci sull’ondansetrone
L’ondansetrone è metabolizzato da diversi enzimi epatici del citocromo P-450: CYP3A4, CYP2D6 e CYP1A2. Data la molteplicità di enzimi metabolici in grado di metabolizzare l’ondansetrone, l’inibizione enzimatica o l’attività ridotta di un enzima (per esempio deficit genetico di CYP2D6) è normalmente compensata da altri enzimi e dovrebbe determinare alterazioni minime o non significative sulla clearance complessiva dell’ondansetrone o del dosaggio necessario.
Fenitoina, carbamazepina e rifampicina
Nei pazienti sottoposti a trattamento con induttori potenti del CYP3A4 (ossia fenitoina, carbamazepina, e rifampicina), è stato riscontrato un incremento della clearance orale dell’ondansetrone e una diminuzione delle sue concentrazioni ematiche.
Gravidanza
Fino ad oggi, la sicurezza dell’ondansetrone durante la gravidanza non è stata provata.
La valutazione degli studi sperimentali sugli animali non indica la presenza di effetti nocivi diretti o indiretti sullo sviluppo embrio-fetale, sulla gestazione e sullo sviluppo peri e post-natale.
Tuttavia, gli studi condotti sugli animali non sono sempre indicativi di una risposta nei soggetti umani. L’utilizzo dell’ondansetrone durante la gravidanza non è raccomandato.
Allattamento
I test hanno rivelato che l’ondansetrone passa nel latte degli animali che allattano (si veda il paragrafo 5.3). Si raccomanda, pertanto, che le donne sottoposte a trattamento a base di ondansetrone non allattino.
Ondansetrone 2 mg/ml influisce in misura limitata o nulla sulla capacità di guidare e usare macchinari.
Qui di seguito viene riportata la classificazione della loro frequenza:
- molto comuni (≥ 1/10)
- comuni (≥ 1/100, <1/10)
- non comuni (≥ 1/1,000, <1/100)
- rari (≥ 1/10.000, < 1/1.000)
- molto rari (< 1/10.000 compresi i casi isolati)
Disturbi del sistema immunitario
Rari: reazioni di ipersensibilità immediata, a volte gravi, inclusa anafilassi. L’anafilassi può essere fatale.
Sono state inoltre segnalate reazioni di ipersensibilità in pazienti che avevano manifestato sensibilità ad altri antagonisti selettivi dei recettori 5-HT3.
Patologie del sistema nervoso
Molto comuni: cefalea.
Non comuni: vi sono state segnalazioni riferibili a movimenti involontari quali reazioni extrapiramidali, ad es. crisi oculogire/reazioni diatoniche e discinesia senza dimostrazione definitiva di sequele cliniche persistenti, e in rari casi sono state segnalate convulsioni (per esempio spasmi epilettici), sebbene non vi sia alcun meccanismo farmacologico a supporto del fatto che l’ondansetrone determini tali effetti.
Rari: vertigini durante l’infusione endovenosa rapida.
Molto rari: depressione.
Patologie dell’occhio
Rari: disturbi visivi transitori (per esempio visione offuscata) durante la somministrazione endovenosa rapida.
Molto rari: in casi individuali è stata segnalata cecità transitoria in pazienti che hanno ricevuto agenti chemioterapici incluso il cisplatino. La maggior parte dei casi segnalati si sono risolti nell’arco di 20 minuti.
Patologie cardiache
Non comuni: dolore toracico, con o senza depressione del segmento ST, aritmie cardiache e bradicardia. I dolori al torace e le aritmie cardiache possono essere fatali in casi individuali.
Molto rari: variazioni transitorie dell’elettrocardiogramma, incluso il prolungamento dell’intervallo QT, sono state osservate prevalentemente in seguito ad applicazione endovenosa di ondansetrone.
Patologie vascolari
Comuni: sensazione di arrossamento o calore.
Non comuni: ipotensione.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comuni: singhiozzo.
Patologie gastrointestinali
Comuni: è noto che l’ondansetrone aumenta il tempo di transito nell’intestino crasso e può causare stitichezza in alcuni pazienti.
Patologie epatobialiari
Non comuni: sono stati osservati aumenti asintomatici dei test di funzionalità epatica. Queste reazioni sono state osservate frequentemente nei pazienti sottoposti a chemioterapia con cisplatino.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comuni: si possono verificare reazioni d ipersensibilità attorno al sito di iniezione (per esempio rash, orticaria, prurito) che a volte si estendono lungo la vena in cui il farmaco viene somministrato.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sededi somministrazione
Comuni: reazioni locali al sito di iniezione EV.
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L’esperienza clinica riguardo al sovradosaggio con ondansetrone è ridotta, tuttavia, solo un numero limitato di pazienti ha ricevuto un sovradosaggio. Le manifestazioni finora segnalate includono: disturbi visivi, stipsi grave, ipotensione e un episodio vasovagale con blocco AV transitorio di secondo grado. In ogni caso, tali eventi si sono risolti completamente. Non vi sono antidoti specifici per l’ondansetrone, pertanto in caso di sospetto sovradosaggio, è opportuno somministrare una terapia sintomatica e di sostegno a seconda delle necessità.
Categoria farmacoterapeutica: Antiemetici e antinausea, antagonisti della serotonina (5HT3).
Codice ATC: A04AA01
L’ondansetrone è un potente antagonista, altamente selettivo, dei recettori 5HT3.
Il suo meccanismo d’azione, nel controllo della nausea e del vomito, non è ancora ben noto. Gli agenti chemioterapici e la radioterapia possono causare il rilascio dei 5HT nell’intestino tenue, scatenando il riflesso del vomito mediante attivazione delle afferenze vagali attraverso i recettori 5HT3. L’ondansetrone è in grado di inibire tale riflesso. Inoltre, l’attivazione delle afferenze vagali può determinare un rilascio di 5HT nell’area postrema, situata sul pavimento del quarto ventricolo, il che può favorire l’emesi attraverso un meccanismo centrale. Pertanto, l’effetto dell’ondansetrone nel trattamento della nausea e del vomito indotti da chemioterapia citotossica e da radioterapia è probabilmente dovuto all’antagonismo dei recettori 5HT3 sui neuroni situati sia nel sistema nervoso centrale che in quello periferico. I meccanismi d’azione nella nausea e nel vomito postoperatori non sono noti, ma possono essere coinvolti percorsi comuni alla nausea e al vomito indotti dagli agenti citotossici.
L’ondansetrone non modifica le concentrazioni plasmatiche di prolattina.
Il ruolo dell’ondansetrone nell’emesi indotta da oppiacei non è stato ancora definito.
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Le proprietà farmacocinetiche dell’ondansetrone rimangono invariate per le dosi ripetute.
Non è stata stabilita una correlazione diretta tra le concentrazioni nel plasma e l’effetto antiemetico.
Assorbimento
In seguito alla somministrazione orale, l’ondansetrone è assorbito passivamente e in modo completo dal tratto gastrointestinale e subisce un metabolismo di primo passaggio (la biodisponibilità è pari al 60% circa). Le concentrazioni plasmatiche di picco di circa 30 ng/ml vengono raggiunte in circa 1,5 ore dopo una dose da 8 mg. Per dosi superiori a 8 mg, l’aumento dell’esposizione sistemica all’ondansetrone al crescere della dose dose è maggiore rispetto alla media; ciò può riflettere una riduzione nel metabolismo di primo passaggio a dosaggi orali maggiori. La biodisponibilità, dopo somministrazione orale, è leggermente incrementata dalla presenza di cibo, ma non è influenzata dagli antiacidi.
L’infusione endovenosa di 4 mg di ondansetrone, di durata non inferiore a 5 minuti, determina concentrazioni plasmatiche di picco di circa 65 ng/ml. Dopo somministrazione intramuscolare di ondansetrone, si raggiungono concentrazioni plasmatiche di picco pari a circa 25 ng/ml entro 10 minuti dall’iniezione.
Distribuzione
La distribuzione dell’ondansetrone dopo somministrazione orale, intramuscolare (IM) o endovenosa (EV), è simile, con un volume di distribuzione allo stato stazionario di circa 140 litri. Dopo somministrazione per via endovenosa o intramuscolare si ottiene un’uguale esposizione sistemica.
L’ondansetrone non è legato in modo elevato alle proteine (70-76%)
Metabolismo
L’ondansetrone è eliminato dalla circolazione sistemica principalmente mediante il metabolismo epatico attraverso diverse vie enzimatiche. L’assenza dell’enzima CYP2D6 (polimorfismo della debrisochina) non ha effetti sulla farmacocinetica dell’ondansetrone.
Escrezione
Meno del 5% della dose assorbita viene escreta immodificata nelle urine. L’emivita terminale è di circa 3 ore.
Gruppi speciali
Bambini
In uno studio su 21 pazienti pediatrici di età compresa fra i 3 e i 12 anni sottoposti a chirurgia elettiva in anestesia generale, i valori assoluti sia della clearance sia del volume di distribuzione dell’ondansetrone, in seguito a una singola somministrazione endovenosa di 2 mg (3-7 anni di età) o 4 mg (8-12 anni), erano ridotti. L’ampiezza della variazione dipendeva dall’età. La clearance si riduceva da circa 300 ml/min all’età di 12 anni a 100 ml/min a 3 anni. Il volume di distribuzione si è ridotto da circa 75 l a 12 anni a 17 l a 3 anni. L’impiego di un dosaggio sulla base del peso (0,1 mg/kg fino a un massimo di 4 mg) compensa tali cambiamenti e costituisce un metodo valido per normalizzare l’esposizione sistemica nei pazienti pediatrici.
In base ai parametri farmacocinetici della popolazione di soggetti di età compresa tra 1 e 48 mesi, la somministrazione di una dose di 0,15 mg/kg e.v. di ondansetrone ogni 4 ore per 3 dosi determinerebbe un’esposizione sistematica (AUC) paragonabile a quella osservata nei soggetti pediatrici sottoposti a intervento chirurgico di età compresa tra 5 e 24 mesi e a quelle osservate in precedenti studi su soggetti pediatrici colpiti da cancro (di età compresa tra 4 e 18 anni) e in soggetti sottoposti a intervento chirurgico (di età compresa tra 3 e 12 anni), a dosaggi simili.
Pazienti anziani
Studi condotti su volontari anziani sani hanno evidenziato un lieve aumento, dovuto all’età, sia della biodisponibilità orale (65%) sia dell’emivita (5 ore).
Compromissione della funzione renale
Nei pazienti con compromissione della funzione renale (clearance della creatinina di 15-60 ml/min), sia la clearance sistemica sia il volume di distribuzione sono risultati ridotti in seguito a somministrazione endovenosa di ondansetrone, determinando un lieve aumento, clinicamente non significativo, dell’emivita di eliminazione (5,4 h). Uno studio condotto su pazienti affetti da insufficienza renale di grado severo, sottoposti regolarmente a emodialisi, ha mostrato che la farmacocinetica dell’ondansetrone (rilevata nei periodi interdialitici) rimane essenzialmente invariata dopo somministrazione endovenosa.
Compromissione della funzione epatica
Dopo somministrazione orale, endovenosa o intramuscolare nei pazienti con insufficienza epatica di grado severo, la clearance sistemica dell’ondansetrone è risultata marcatamente ridotta con l’emivita di eliminazione prolungata (15-32 h) e una biodisponibilità orale prossima al 100%, dovuta a un metabolismo presistemico ridotto.
Differenze tra i sessi
Sono state evidenziate differenze tra i sessi nella disponibilità di ondansetrone: le donne presentano una velocità e un’entità maggiore di assorbimento dopo somministrazione orale e una clearance sistemica e un volume di distribuzione ridotti (in base al peso corporeo).
I dati preclinici non indicano rischi particolari per l’uomo in base agli studi convenzionali di sicurezza farmacologica, alla tossicità per dosi ripetute, alla genotossicità, al potenziale cancerogeno e alla tossicità riproduttiva.
L’ondansetrone e i suoi metaboliti si accumulano nel latte dei ratti e la proporzione latte/plasma è pari a 5,2.
Uno studio condotto su canali ionici cardiaci umani clonati ha evidenziato che l’ondansetrone può influire sulla ripolarizzazione cardiaca attraverso il blocco dei canali del potassio HERG. La rilevanza clinica di tali evidenze non è chiara.
• Cloruro di sodio
• Sodio citrato diidrato
• Acido citrico monoidrato
• Acqua per preparazioni iniettabili
Il medicinale non deve essere mescolato con altri farmaci, fatta eccezione per quelli elencati nel paragrafo 6.6.
Non aperto
24 mesi.
Iniezione
Una volta aperto, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente.
Infusione
La stabilità chimico-fisica durante l’uso è stata dimostrata per 48 ore a 25°C con le soluzioni fornite nel paragrafo 6.6.
Dal punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere utilizzato subito. Se non viene usato immediatamente, i tempi di conservazione durante l’impiego e le condizioni prima dell’uso sono sotto la responsabilità dell’utilizzatore e in genere non devono essere superiori a 24 ore a 2-8 °C, a meno che la diluizione non sia stata effettuata in condizioni asettiche controllate e validate.
Le soluzioni diluite devono essere conservate al riparo dalla luce.
Conservare la fiala nella confezione esterna per proteggerla dalla luce.
Per la conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.
Fiale di vetro trasparente di tipo I
2 ml
Confezioni: scatola contenente 5 o 10 fiale.
4 ml
Confezioni: scatola contenente 5 o 10 fiale.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
La soluzione deve essere controllata visivamente prima dell’uso (anche dopo la diluizione). Si devono utilizzare solo soluzioni trasparenti, praticamente prive di particelle.
La parte di prodotto non utilizzata o il materiale di scarto devono essere smaltiti conformemente alle disposizioni locali.
Ondansetrone 2 mg/ml può essere diluito con le seguenti soluzioni per infusione a concentrazioni di ondansetrone indicate nel paragrafo 4.2:
- cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9 % w/v), soluzione
- glucosio 50 mg/ml (5 % w/v), soluzione
- mannitolo 100 mg/ml (10 % w/v), soluzione
- soluzione di Ringer lattato
Le soluzioni diluite devono essere conservate al riparo dalla luce.
Nota:
La soluzione iniettabile non deve essere sterilizzata in autoclave.
B. Braun Melsungen AG
Carl Braun Strasse 1
34212 Melsungen
Germania
AIC n. 038128017/M - 2 mg/ml soluzione iniettabile 5 fiale di vetro da 2 ml
AIC n. 038128029/M - 2 mg/ml soluzione iniettabile 10 fiale di vetro da 2 ml
AIC n. 038128031/M - 2 mg/ml soluzione iniettabile 5 fiale di vetro da 4 ml
AIC n. 038128043/M - 2 mg/ml soluzione iniettabile 10 fiale di vetro da 4 ml
25/11/2008
25/11/2008