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Oprymea 0,35 compresse
Ogni compressa contiene 0,35 mg di pramipexolo base (come 0,5 mg di
pramipexolo dicloridrato monoidrato).
Nota:
Come pubblicato in letteratura il dosaggio di pramipexolo si riferisce al suo
sale. Tuttavia il dosaggio viene espresso sia con il termine di pramipexolo base
che di pramipexolo sale (tra parentesi) Per l'elenco completo degli eccipienti,
vedere paragrafo 6.1.
Compressa 0,35 mg: bianca, ovale, con i bordi smussati, entrambi i
lati incisi, con impresso "P8" su entrambe le metà di una superficie. La
compressa può essere divisa in due parti uguali.
Oprymea è indicato nel trattamento sintomatologico della malattia di
Parkinson idiopatica, da solo (senza levodopa) o in associazione con
levodopa, cioè. nel corso della malattia, in fase avanzata quando
l'effetto della levodopa svanisce o diventa discontinuo ed insorgono
fluttuazioni dell'effetto terapeutico (fluttuazioni di fine dose o
"on/off").
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Malattia di Parkinson Le compresse devono essere somministrate per
via orale, deglutite con acqua, con o senza cibo. Il dosaggio
giornaliero è somministrato 3 volte al giorno in dosi uguali.
Trattamento iniziale I dosaggi devono essere aumentati gradualmente iniziando
da 0,264 mg di base (0,375 mg di sale) al giorno e poi incrementati ogni 5-7
giorni. Per ciascun paziente è necessario incrementare gradualmente il dosaggio
fino al raggiungimento del massimo beneficio terapeutico, purché non compaiano
effetti indesiderati gravi.
Schema Posologico Ascendente di OPRYMEA |
|
|
Settimana |
Posologia (mg di base) |
Totale dose giornaliera (mg di base) |
Posologia (mg di sale) |
Totale dose giornaliera (mg di sale) |
1 |
3 x 0,088 |
0,264 |
3x0,125 |
0,375 |
2 |
3x0,18 |
0,54 |
3 x 0,25 |
0,75 |
3 |
3 x 0,35 |
1,1 |
3x0,5 |
1,50 |
Se è necessario un ulteriore incremento della dose, la dose giornaliera può
essere aumentata di 0,54 mg (0,75 mg di sale) ad intervalli settimanali fino ad
una dose massima di 3,3 mg di base (4,5 mg di sale) al giorno. Comunque, si
rende noto che i casi di sonnolenza sono più frequenti a dosi superiori a 1,5
mg/die (di sale) (vedere paragrafo 4.8).
Trattamento di mantenimento La dose individuale di mantenimento deve essere
compresa tra 0,264 mg di base (0,375 mg di sale) e un massimo di 3,3 mg di base
(4,5 mg di sale) al giorno. In tre studi clinici su pazienti durante
l'incremento della dose, il pramipexolo si è dimostrato efficace a partire da un
dosaggio di 1,1 mg di base (1,5 mg di sale) al giorno. Ulteriori modifiche del
dosaggio devono essere effettuate tenendo conto della risposta clinica e
dell'incidenza degli effetti indesiderati. Negli studi clinici circa il 5% dei
pazienti sono stati trattati con dosaggi inferiori a 1,1 mg (1,5 mg di sale).
Nella malattia di Parkinson in fase avanzata dosi giornaliere superiori a 1,1 mg
(1,5 mg di sale) possono essere efficaci in pazienti dove si desidera attuare
una riduzione della terapia con levodopa. Si raccomanda, in base alla risposta
individuale dei pazienti, di ridurre la dose di levodopa sia durante
l'incremento del dosaggio di Oprymea, sia durante la terapia di mantenimento.
Interruzione del trattamento L'interruzione brusca della terapia
dopaminergica può portare allo sviluppo di una sindrome neurolettica maligna.
Pertanto il pramipexolo deve essere diminuito gradualmente in quantità di 0,54
mg di base (0,75 mg di sale) al giorno fino a che la dose giornaliera si riduca
a 0,54 mg di base (0,75 mg di sale). Successivamente la dose deve essere ridotta
di 0,264 mg di base (0,375 mg di sale) al giorno (vedere paragrafo 4.4).
Posologia in pazienti con compromissione renale L'eliminazione di pramipexolo
dipende dalla funzionalità renale. Per iniziare la terapia si suggerisce il
seguente schema posologico: I pazienti con clearance della creatinina superiore
a 50 ml/min non richiedono una riduzione della dose giornaliera. In pazienti con
clearance della creatinina compresa tra 20 e 50 ml/min la dose giornaliera
iniziale di Oprymea va suddivisa in due somministrazioni, iniziando da 0,088 mg
di base (0,125 mg di sale) due volte al giorno (0,176 mg di base/0,25 mg di sale
al giorno). In pazienti con clearance della creatinina minore di 20 ml/min
Oprymea deve essere somministrato in dose unica giornaliera partendo da 0,088 mg
di base (0,125 mg di sale) al giorno. Se la funzionalità renale diminuisce
durante la terapia di mantenimento, ridurre la dose giornaliera di Oprymea della
stessa percentuale della diminuzione della clearance della creatinina; per
esempio se la clearance della creatinina diminuisce del 30%, ridurre la dose
giornaliera di Oprymea del 30%. La dose giornaliera può essere somministrata in
due volte se la clearance della creatinina è compresa tra 20 e 50 ml/min, e in
dose unica giornaliera se la clearance della creatinina è minore di 20 ml/min.
Posologia in pazienti con compromissione epatica La presenza di
compromissione epatica non richiede probabilmente alcuna diminuzione della dose,
poiché circa il 90% del principio attivo assorbito è escreto tramite i reni.
Comunque, non è nota la potenziale influenza dell'insufficienza epatica sulla
farmacocinetica di Oprymea.
Posologia in bambini ed adolescenti L'uso di OPRYMEA non è raccomandato nei
bambini e negli adolescenti al di sotto di 18 anni a causa della mancanza di
dati sulla sicurezza e efficacia.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli
eccipienti.
Quando Oprymea viene prescritto a pazienti, affetti da malattia di
Parkinson, con compromissione renale, si suggerisce una riduzione della dose
come descritto nel paragrafo 4.2. Un noto effetto indesiderato del trattamento
con agonisti della dopamina e levodopa è la comparsa di allucinazioni. I
pazienti devono essere informati che possono verificarsi allucinazioni
(soprattutto visive).
Nella malattia di Parkinson in fase avanzata, in associazione con levodopa,
nel corso della titolazione iniziale di Oprymea si può verificare discinesia. Se
ciò dovesse avvenire la dose di levodopa deve essere diminuita. Il pramipexolo
può provocare sonnolenza ed episodi di sonno ad insorgenza improvvisa,
particolarmente in pazienti con malattia di Parkinson. In casi non comuni, è
stato riportato sonno ad esordio improvviso durante le attività diurne, talvolta
senza avviso o segni premonitori. I pazienti in trattamento con Oprymea devono
essere informati di questo e avvertiti di prestare attenzione durante la guida
di autoveicoli o durante l'utilizzo di macchine in funzione. I pazienti che
hanno manifestato sonnolenza e/o un episodio di sonno ad esordio improvviso,
devono astenersi dalla guida o dall'uso di macchinari durante il trattamento con
Oprymea. Inoltre, potrebbe essere considerata una riduzione del dosaggio o
l'interruzione della terapia. Occorre raccomandare attenzione quando i pazienti
assumono medicinali sedativi o alcool in associazione a pramipexolo, causa di
possibili effetti additivi (vedere paragrafi 4.7 e 4.8). Gioco d'azzardo
patologico, aumento della libido e ipersessualità sono stati riportati in
pazienti trattati con dopamino agonisti per la malattia di Parkinson,
pramipexolo incluso. Inoltre pazienti ed operatori sanitari devono essere
consapevoli che possono verificarsi alterazioni del comportamento. Devono essere
prese in considerazione riduzione della dose / sospensione graduale. Pazienti
con disturbi psicotici devono essere trattati con agonisti dopaminergici solo se
i potenziali benefici superano i potenziali rischi. La somministrazione
concomitante di medicinali antipsicotici e di pramipexolo deve essere evitata
(vedere paragrafo 4.5). Si raccomandano controlli oftalmologici ad intervalli
regolari o qualora si verifichino alterazioni della visione. In caso di gravi
malattie cardiovascolari è necessaria particolare attenzione. Si raccomanda di
controllare la pressione arteriosa, specialmente all'inizio del trattamento, a
causa del generale rischio di ipotensione posturale associata alla terapia
dopaminergica. A seguito di interruzione brusca della terapia dopaminergica,
sono stati riportati sintomi da sindrome maligna da neurolettici (vedere
paragrafo 4.2). Dati di letteratura indicano che il trattamento di un' altra
indicazione con medicinali dopaminergici può indurne il peggioramento. Il
peggioramento comporta insorgenza dei sintomi anticipata alla sera (o perfino al
pomeriggio), esacerbazione dei sintomi e diffusione dei sintomi fino a
coinvolgere altre estremità. La frequenza di peggioramento dopo un uso più
prolungato di pramipexolo e la cura appropriata di questi eventi non sono state
valutate negli studi clinici controllati.
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Il pramipexolo ha affinità molto bassa per le proteine plasmatiche (< 20%)
e la biotrasformazione osservata nell'uomo è minima. Quindi sono improbabili
interazioni con altri medicinali che influiscono sul legame delle proteine
plasmatiche o sull'eliminazione mediante biotrasformazione. Poichè gli
anticolinergici sono eliminati principalmente per biotrasformazione, la
possibilità di interazione è limitata, anche se un'interazione con
anticolinergici non è stata studiata. Non c'è interazione farmacocinetica con
selegilina e levodopa. La cimetidina ha determinato una riduzione nella
clearance renale del pramipexolo del 34% circa, presumibilmente tramite
l'inibizione della secrezione da parte del sistema di trasporto cationico dei
tubuli renali. Pertanto, i medicinali che inibiscono questo meccanismo di
eliminazione renale attiva o che sono eliminati tramite questa via, quali la
cimetidina e la amantadina, possono interagire con il pramipexolo determinando
una diminuzione della clearance di uno o di entrambi i medicinali. Quando
questi medicinali sono somministrati contemporaneamente si deve valutare
l'opportunità di una riduzione della dose di pramipexolo. Quando Oprymea è
somministrato in associazione con levodopa si raccomanda di ridurre la dose di
levodopa e di tenere costante la dose degli altri medicinali antiparkinsoniani
durante l'incremento della dose di Oprymea. Occorre raccomandare attenzione
quando i pazienti assumono medicinali sedativi o alcool in associazione a
pramipexolo, a causa di possibili effetti additivi. La co-somministrazione di
medicinali antipsicotici con il pramipexolo deve essere evitata (vedere
paragrafo 4.4) se per esempio possono essere attesi effetti antagonistici.
Non sono stati studiati nella donna gli effetti sulla gravidanza e
l'allattamento. Il pramipexolo non si è dimostrato teratogeno nel ratto e nel
coniglio, ma è risultato embriotossico nel ratto a dosaggi tossici per la
madre (vedere paragrafo 5.3). Oprymea non deve essere utilizzato durante la
gravidanza tranne che sia chiaramente necessario, cioè solo se i potenziali
benefici giustificano i potenziali rischi per il feto. Poiché il trattamento
con il pramipexolo inibisce nell'uomo la secrezione di prolattina, si può
verificare un'inibizione della lattazione. Nella donna non sono stati
effettuati studi sull'escrezione di pramipexolo nel latte materno. Nel ratto
la concentrazione di principio attivo, valutata mediante radiomarcatura, è
maggiore nel latte rispetto a quella ematica. Non essendo disponibili dati
clinici, Oprymea non deve essere somministrato durante l'allattamento.
Comunque, se la sua somministrazione è necessaria, l'allattamento deve essere
interrotto.
Oprymea compromette la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
Possono verificarsi allucinazioni o sonnolenza. I pazienti in trattamento con
Oprymea che presentano sonnolenza e/o episodi di sonno ad insorgenza
improvvisa, devono essere informati di non guidare né di intraprendere
attività in cui un insufficiente stato di vigilanza potrebbe porre loro o
altri a rischio di gravi incidenti o di morte (ad es. macchine in funzione)
fino a quando la ricorrenza di tali episodi e la sonnolenza siano scomparsi
(vedere anche paragrafi 4.4, 4.5, e 4.8).
Con l'uso di Oprymea sono attese le seguenti reazioni avverse: sogni
anomali, confusione mentale, stipsi, delirio, capogiri, discinesia, senso di
affaticamento, allucinazioni, cefalea, ipercinesia, ipotensione, aumento di
appetito (impulso incontrollato ad alimentarsi, iperfagia), insonnia,
alterazioni della libido, nausea, edema periferico, paranoia; gioco d'azzardo
patologico, ipersessualità e altri comportamenti alterati; sonnolenza, aumento
di peso episodi di sonno ad insorgenza improvvisa; prurito, rash ed altre
reazioni di ipersensibilità. Sulla base dell'analisi dei dati accorpati degli
studi verso placebo, comprendenti un totale di 1923 pazienti trattati con
OPRYMEA e 1354 pazienti trattati con placebo, le reazioni avverse sono state
frequentemente riportate in entrambi i gruppi. Il 63% dei pazienti trattati
con pramipexolo ed il 52% dei pazienti trattati con placebo ha riportato
almeno una reazione avversa. Le più comuni reazioni avverse al farmaco (≥ 5%)
riportate in pazienti con la malattia di Parkinson più frequenti con il
trattamento con pramipexolo rispetto a placebo sono state nausea, discinesia,
ipotensione, capogiri, sonnolenza, insonnia, stipsi, allucinazioni, cefalea e
senso di affaticamento. L'incidenza della sonnolenza è più alta a dosi
maggiori di 1,5 mg al giorno (vedere paragrafo 4.2). Reazioni avverse al
farmaco più frequenti in associazione a levodopa sono state discinesie.
L'ipotensione può verificarsi all'inizio del trattamento, specialmente se il
pramipexolo è titolato troppo velocemente. Le più comuni reazioni avverse al
farmaco (≥ 5%) riportate in pazienti con altre indicazioni trattati con
pramipexolo sono state nausea, cefalea, capogiri e senso di affaticamento.
Nausea e senso di affaticamento sono stati riportati più spesso in pazienti
donne (20,8% e 10,5%, rispettivamente) se paragonate con gli uomini (6,7% and
7,3% rispettivamente). Le tabelle 1 e 2 mostrano la frequenza delle reazioni
avverse al farmaco dagli studi clinici controllati verso placebo. Le reazioni
avverse al farmaco riportate in queste tabelle sono quelle verificatesi nell'1
% o più dei pazienti trattati con pramipexolo e sono state riportate
significativamente più spesso nei pazienti trattati con pramipexolo che in
quelli trattati con placebo, o dove la reazione sia stata ritenuta
clinicamente rilevante. Comunque, la maggior parte delle reazioni avverse al
farmaco comuni sono state da lievi a moderate, esse solitamente si manifestano
all'inizio della terapia e poi la maggior parte tende a scomparire con il
proseguimento del trattamento.
Tabella 1: Reazioni avverse al farmaco molto comuni (≥1/10)
Classe sistemica organica |
Reazione Avversa |
Pramipexolo N = 1923 (%) |
Patologie del sistema |
Capogiri |
15,5 |
|
Discinesia |
12,9 |
Patologie gastrointestinali |
Nausea |
17,2 |
Patologie vascolari |
Ipotensione |
12,6 |
Tabella 2: Reazioni Avverse al farmaco comuni (≥1/100 - <1/10)
Classe sistemica organica |
Reazione Avversa |
Pramipexolo N = 1923 (%) |
Disturbi psichiatrici |
Sogni anomali |
3,5 |
Stato confusionale |
3,0 |
Allucinazioni |
6,6 |
Insonnia |
8,2 |
Patologie del sistema nervoso |
Sonnolenza |
8,6 |
Cefalea |
6,5 |
Patologie gastrointestinali |
Stipsi |
5,5 |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Senso di affaticamento |
6,1 |
|
Edema periferico |
1,9 |
Il pramipexolo è associato a sonnolenza (8,6%) ed è stato associato non
comunemente a sonnolenza eccessiva diurna e ad episodi di sonno ad esordio
improvviso (0,1%). Vedere anche paragrafo 4.4. Il pramipexolo può essere
associato ad alterazioni della libido (aumento (0,1%) o diminuzione (0,4%). I
pazienti trattati con dopamino agonisti, incluso pramipexolo soprattutto ad alti
dosaggi, per la malattia di Parkinson, hanno mostrato segni di gioco d'azzardo
patologico, aumento della libido e ipersessualità, generalmente reversibili con
riduzione della dose o sospensione del trattamento.
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Non vi è esperienza di un forte sovradosaggio. Le reazioni avverse più
attese dovrebbero essere quelle correlate al profilo farmacodinamico di un
agonista della dopamina, quindi: nausea, vomito, ipercinesia, allucinazioni,
agitazione e ipotensione. Non vi è un antidoto prestabilito in caso di
sovradosaggio da agonista dopaminergico. Se sono presenti i segni di una
stimolazione del sistema nervoso centrale, può essere impiegato un agente
neurolettico. Il trattamento del sovradosaggio può richiedere misure generali
di supporto insieme a lavanda gastrica, somministrazione di liquidi per via
endovenosa, somministrazione di carbone attivo e monitoraggio
elettrocardiografico.
Categoria farmacoterapeutica: agonisti della dopamina, codice ATC: N04BC05
Il pramipexolo è un agonista della dopamina e si lega con alta selettività e
specificità ai recettori della sottofamiglia D2 della dopamina, nella quale ha
affinità preferenziale per i recettori D3; ed è dotato di attività intrinseca
completa. Il pramipexolo allevia i deficit motori parkinsoniani stimolando i
recettori della dopamina nel corpo striato. Studi sugli animali hanno
dimostrato che il pramipexolo inibisce la sintesi, il rilascio e il turnover
della dopamina. In volontari sani è stata osservata una diminuzione
dose-dipendente di prolattina.
Studi clinici nella malattia di Parkinson Il pramipexolo, nei pazienti
allevia i segni e i sintomi della malattia di Parkinson idiopatica. Studi
clinici controllati hanno coinvolto approssimativamente 2100 pazienti con
gravità della patologia compresa tra gli stadi I e IV di Hoehn e Yahr. Di
questi, circa 900 pazienti erano allo stadio più avanzato della malattia,
ricevevano terapia concomitante con levodopa e soffrivano di complicazioni
motorie. Nella malattia di Parkinson in fase iniziale ed in fase avanzata,
l'efficacia del pramipexolo negli studi clinici controllati si è mantenuta per
circa sei mesi. Nel follow-up in aperto, durato per più di tre anni, non si è
manifestato alcun segno di diminuzione dell'efficacia. In uno studio clinico
controllato in doppio-cieco durato due anni, il trattamento iniziale con
pramipexolo ritardava significativamente l'insorgenza di complicazioni motorie e
quando confrontato al trattamento iniziale con levodopa, riduceva la loro
frequenza. Il ritardo delle complicanze motorie ottenuto con pramipexolo
dovrebbe controbilanciare la maggiore efficacia sulla funzionalità motoria del
levodopa (come misurato dalla variazione media del punteggio dell'UPDRS).
L'incidenza complessiva di allucinazioni e sonnolenza era generalmente più
elevata durante la fase di titolazione nel gruppo pramipexolo. Tuttavia non
c'era una differenza significativa durante la fase di mantenimento. Questi
aspetti dovrebbero essere presi in considerazione quando si inizia un
trattamento con pramipexolo nei pazienti con malattia di Parkinson.
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Dopo somministrazione orale il pramipexolo è rapidamente e completamente
assorbito. La biodisponibilità assoluta è maggiore del 90% e la concentrazione
plasmatica massima si verifica tra 1 e 3 ore. L'assunzione di cibo non riduce
l'entità dell'assorbimento di pramipexolo ma ne riduce la velocità. Il
pramipexolo mostra una cinetica lineare e una bassa variabilità dei livelli
plasmatici interpazienti. Nell'uomo il legame proteico del pramipexolo è molto
basso (< 20%) e il volume di distribuzione è elevato (400 l). Nel ratto si
sono osservate elevate concentrazioni di pramipexolo nei tessuti cerebrali
(circa 8 volte superiori rispetto al plasma). Nell'uomo il pramipexolo è
metabolizzato solo in piccola parte.
La via principale di eliminazione del pramipexolo è l'escrezione renale, in
forma immodificata. Circa il 90% del farmaco marcato 14C assorbito, viene
escreto attraverso i reni, mentre il 2% si rinviene nelle feci. La clearance
totale del pramipexolo è di circa 500 ml/min e la clearance renale è di circa
400 ml/min. L'emivita (t1/2) varia da 8 ore nel giovane a 12 ore nell'anziano.
Studi di tossicità a dosi ripetute hanno dimostrato che il pramipexolo
esercita effetti funzionali, coinvolgendo principalmente il Sistema Nervoso
Centrale e il sistema riproduttivo femminile, probabilmente a causa
dell'eccessivo effetto farmacodinamico del farmaco. Nel maialino sono state
rilevate diminuzioni della pressione diastolica e sistolica e della frequenza
cardiaca; nella scimmia è stata notata la tendenza ad un effetto ipotensivo.
Gli effetti potenziali del pramipexolo sulla funzione riproduttiva sono stati
studiati nel ratto e nel coniglio. Il pramipexolo non è risultato teratogeno nel
ratto e nel coniglio ma si è dimostrato embriotossico nel ratto a dosi tossiche
per la madre. Viste le specie animali studiate e i limitati parametri valutati,
gli eventi avversi del pramipexolo sulla gravidanza e sulla fertilità maschile
non sono stati ancora completamente chiariti. Il pramipexolo non è risultato
genotossico. In uno studio di carcinogenesi, i ratti maschi hanno sviluppato
iperplasia e adenomi delle cellule di Leydig, attribuibili all'effetto
inibitorio del pramipexolo sulla secrezione di prolattina. Queste osservazioni
non sono rilevanti per l'impiego clinico nell'uomo. Lo stesso studio ha
dimostrato che a dosi di 2 mg/kg (di sale) o più elevate, il pramipexolo causa
degenerazione retinica nel ratto albino. Quest'ultimo effetto non è stato
osservato nel ratto dotato dei normali pigmenti né in uno studio di
cancerogenesi a 2 anni nel topo albino e in tutte le altre specie studiate.
Mannitolo, Amido di mais, Amido di mais pregelatinizzato, Povidone K25,
Silice colloidale anidra, Magnesio stearato
Non pertinente
2 anni
Conservare nella confezione originale per tenerlo al riparo dalla luce.
Blister di alluminio (Al/Al) contenente: 20, 30, 60, 90 o 100 compresse.
Non tutte le confezioni saranno commercializzate
Nessuna istruzione particolare.