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OXALIPLATINO WINTHROP
50 mg flaconcino: ogni flaconcino contiene 50 mg di oxaliplatino da ricostituire in 10 ml di solvente.
100 mg flaconcino: ogni flaconcino contiene 100 mg di oxaliplatino da ricostituire in 20 ml di solvente.
Un ml di soluzione ricostituita contiene 5 mg di oxaliplatino.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Polvere o massa di colore bianco o bianco opaco per soluzione per infusione.
Oxaliplatino in associazione con 5 fluorouracile (5 FU) e acido folinico (AF) è indicato per:
• trattamento adiuvante del cancro al colon di stadio III (C di Duke) dopo resezione completa del tumore primario;
• trattamento del cancro colorettale metastatico.
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La preparazione di soluzioni iniettabili di agenti citotossici deve essere effettuata da personale specializzato e appositamente addestrato, che conosca i medicinali utilizzati e che operi in condizioni tali da garantire l’integrità del medicinale, la protezione dell’ambiente e, in particolare, la protezione del personale addetto alla manipolazione del medicinale, in accordo con le procedure dell’ospedale. Tutto ciò richiede un locale di preparazione riservato a questo scopo. In questo locale è proibito fumare, mangiare o bere (vedere paragrafo 6.6).
Posologia
USO RISERVATO AGLI ADULTI
La dose di oxaliplatino raccomandata per la terapia adiuvante è 85 mg/m², per infusione endovenosa ripetuto ogni 2 settimane per 12 cicli (6 mesi).
La dose consigliata di oxaliplatino nel trattamento del cancro colorettale metastatico è 85 mg/m² ripetuta ogni due settimane, per infusione endovenosa.
La dose deve essere modificata in funzione della tollerabilità (vedere paragrafo 4.4).
La somministrazione di oxaliplatino deve sempre precedere quella delle fluoropirimidine cioè il 5 fluorouracile (5 FU).
Oxaliplatino deve essere somministrato in infusione endovenosa della durata di 2-6 ore, in 250-500ml di una soluzione glucosata al 5% (50 mg/ml) in modo da ottenere una concentrazione tra 0,2 mg/ml e 0,70 mg/ml; 0,70 mg/ml è la concentrazione più elevata nella pratica clinica per una dose di oxaliplatino di 85 mg/m².
Oxaliplatino è stato utilizzato in prevalenza in associazione ad un’infusione continua di 5 fluorouracile (5 FU). Per il trattamento ogni due settimane, sono stati usati schemi di trattamento di 5 fluorouracile (5 FU) che hanno associato bolo e infusione continua.
Popolazioni speciali
Soggetti con funzionalità renale compromessa
Oxaliplatino non è stato studiato in pazienti con grave alterazione della funzionalità renale (vedere paragrafo 4.3 ).
Nei pazienti con alterazione della funzionalità renale moderata, si deve iniziare il trattamento con la dose consigliata normalmente (vedere paragrafo 4.4).
Non è necessario modificare la dose nei pazienti con alterazione della funzionalità renale lieve.
Soggetti con insufficienza epatica
In uno studio di fase I che comprendeva pazienti con diversi gradi di insufficienza epatica, la frequenza e la gravità dei disturbi epatobiliari sembravano essere correlate alla progressione di malattia e ai test di funzionalità epatica alterati al basale.
Durante lo sviluppo clinico, non è stato fatto nessun aggiustamento specifico della dose per i pazienti con test della funzionalità epatica anormale.
Pazienti anziani
Non si è osservato nessun aumento di tossicità grave quando oxaliplatino è stato usato, da solo o in associazione a 5 fluorouracile (5 FU), nei pazienti con più di 65 anni. Di conseguenza non è richiesto nessun adattamento specifico della dose per i pazienti anziani.
Pazienti in età pediatrica
Non ci sono dati rilevanti relativi all’uso di oxaliplatino nei bambini. L’attività di oxaliplatino in monoterapia non è stata determinata nei pazienti in età pediatrica affetti da tumori solidi (vedere paragrafo 5.1).
Modo di somministrazione
Oxaliplatino deve essere somministrato per infusione endovenosa.
La somministrazione di oxaliplatino non richiede iperidratazione.
Oxaliplatino, diluito in 250-500 ml di soluzione glucosata al 5% (50 mg/ml) in modo da ottenere una concentrazione non inferiore a 0,2 mg/ml, deve essere infuso tramite una linea venosa centrale o una vena periferica in un tempo di 2-6 ore. L’infusione di oxaliplatino deve sempre precedere la somministrazione di 5 fluorouracile (5 FU).
In caso di travaso, la somministrazione deve essere interrotta immediatamente.
Istruzioni per l’uso:
Oxaliplatino deve essere ricostituito e poi ulteriormente diluito prima dell’uso. Per ricostituire e poi diluire il medicinale liofilizzato deve essere utilizzata solo soluzione glucosata al 5% (50 mg/ml) (vedere paragrafo 6.6).
Oxaliplatino è controindicato nei pazienti che:
• presentano ipersensibilità a oxaliplatino o all’eccipiente;
• stanno allattando al seno;
• presentano mielosoppressione antecedente all’inizio del primo ciclo, come evidenziato in condizioni di conta basale da neutrofili <2x109/l e/o conta piastrinica <100x109/l;
• soffrono di una neuropatia sensoriale periferica con alterazione funzionale antecedente al primo ciclo;
• hanno una funzionalità renale gravemente compromessa (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min).
Oxaliplatino deve essere utilizzato esclusivamente dai reparti specializzati di oncologia e deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico oncologo qualificato.
A causa delle limitate informazioni sulla sicurezza nei pazienti con funzionalità renale moderatamente compromessa, la sua somministrazione deve essere considerata dopo una valutazione del rapporto beneficio/rischio per il paziente.
In questa situazione si deve monitorare, molto attentamente, la funzionalità renale e la dose deve essere aggiustata in base alla tossicità.
I pazienti con anamnesi di manifestazioni allergiche a prodotti contenenti platino devono essere osservati per l’eventuale comparsa di sintomi allergici. In caso di comparsa di manifestazioni di tipo anafilattico all’oxaliplatino, l’infusione deve essere immediatamente interrotta e deve iniziare un trattamento sintomatico appropriato. In questi pazienti una nuova somministrazione di oxaliplatino è controindicata.
In caso di travaso di oxaliplatino, l’infusione deve essere interrotta immediatamente e si deve iniziare un trattamento sintomatico locale.
La tossicità neurologica di oxaliplatino deve essere monitorata attentamente, in particolare nel caso di associazione con altri medicinali che presentano una tossicità neurologica particolare. Un esame neurologico deve essere effettuato prima di ogni somministrazione e periodicamente in seguito.
Nei pazienti che presentano delle disestesie faringolaringee acute (vedere paragrafo 4.8), durante o nelle ore che seguono l’infusione di due ore, la successiva infusione di oxaliplatino deve essere effettuata in sei ore.
In caso di comparsa di sintomi neurologici (parestesie, disestesie), la dose di oxaliplatino deve essere aggiustata in funzione della durata e della gravità di questi sintomi, con le seguenti raccomandazioni:
• nel caso in cui i sintomi durino più di 7 giorni e siano dolorosi, la dose di oxaliplatino per il trattamento seguente deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m² (nel metastatico) o 75 mg/m² (nella terapia adiuvante).
• se le parestesie, senza disturbo funzionale, persistono fino all’inizio del ciclo seguente, la dose di oxaliplatino successiva deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m² (nel metastatico) o 75 mg/m² (nella terapia adiuvante).
• nel caso in cui le parestesie con disturbo funzionale persistano fino all’inizio del ciclo seguente il trattamento deve essere interrotto.
• nel caso in cui si constati un miglioramento dei sintomi dopo l’interruzione del trattamento con oxaliplatino, la ripresa della terapia può essere considerata.
Si devono informare i pazienti della possibilità di sintomi persistenti di neuropatia sensoriale periferica dopo la fine del trattamento. Parestesie moderate localizzate o parestesie che possono interferire con le attività funzionali possono persistere fino a 3 anni dopo la fine del trattamento adiuvante.
Le manifestazioni di tossicità gastrointestinale, quali nausea e vomito, giustificano un trattamento antiemetico profilattico e/o curativo (vedere paragrafo 4.8).
Diarrea/vomito gravi possono causare disidratazione, ileo paralitico, ostruzione intestinale, ipokaliemia, acidosi metabolica e insufficienza renale, in particolare in caso di somministrazione concomitante di oxaliplatino e 5 fluorouracile (5 FU).
In caso di tossicità di tipo ematologico (neutrofili <1,5x109/l o piastrine <50x109/l), deve essere ritardato il ciclo seguente di terapia fino al ritorno dei valori ematologici a valori accettabili. Deve essere effettuata una completa conta del sangue con formula leucocitaria prima di iniziare il trattamento con oxaliplatino e prima di ogni nuovo ciclo.
I pazienti devono essere informati in modo adeguato riguardo il rischio di diarrea/vomito, mucosite/stomatite e neutropenia dopo somministrazione di oxaliplatino/5 fluorouracile (5 FU) in modo da poter contattare con urgenza il medico che li ha in cura, per un adeguato trattamento.
Se si presenta mucosite/stomatite con o senza neutropenia, il trattamento seguente deve essere rimandato fino a che la mucosite/stomatite è di grado 1 o inferiore e/o fino a che la conta dei neutrofili è ≥1,5x109/I.
Per oxaliplatino somministrato in associazione a 5 fluorouracile (5 FU) (con o senza acido folinico (AF)), bisogna comunque effettuare l’usuale aggiustamento di dose per il 5 fluorouracile (5 FU) in relazione alla tossicità di quest’ultimo.
In caso di comparsa di diarrea di grado 4, di neutropenia di grado 3 o 4 (neutrofili <1,0x109/l) o di trombocitopenia di grado 3 o 4 (piastrine <50x109/l), bisogna ridurre da 85 a 65 mg/m² (nel metastatico) o 75 mg/m2 (nella terapia adiuvante) la dose di oxaliplatino ed in aggiunta adattare quella di 5 fluorouracile (5 FU).
In caso di sintomi respiratori inspiegati quali, tosse non produttiva, dispnea, crepitii o infiltrati polmonari radiologici, si deve interrompere il trattamento con oxaliplatino, fino a quando ulteriori indagini polmonari escludano una malattia polmonare interstiziale (vedere paragrafo 4.8).
In caso di alterazione dei test di funzionalità epatica o di ipertensione portale, che non deriva ovviamente da metastasi epatiche, si deve pensare a casi molto rari di alterazioni vascolari epatiche indotte dal farmaco.
Per l’uso in donne in gravidanza vedere paragrafo 4.6.
Negli studi preclinici con oxaliplatino sono stati osservati effetti genotossici. Quindi si devono informare i pazienti maschi trattati con oxaliplatino di non concepire un figlio durante il trattamento e fino a sei mesi dopo la fine del trattamento e di chiedere un parere riguardo alla conservazione di liquido seminale prima del trattamento poiché oxaliplatino può portare a sterilità che può essere irreversibile.
Le donne devono evitare la gravidanza durante il trattamento con oxaliplatino e devono usare un efficace metodo contraccettivo (vedere paragrafo 4.6).
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Non si è osservata nessuna modifica del livello d’esposizione al 5 fluorouracile (5 FU) nei pazienti che hanno ricevuto un’unica dose di 85 mg/m² di oxaliplatino immediatamente prima della somministrazione di 5 fluorouracile (5 FU).
In vitro non si è osservato alcuno spiazzamento significativo del legame di oxaliplatino alle proteine plasmatiche con i seguenti farmaci: eritromicina, salicilati, granisetron, paclitaxel e sodio valproato.
Non sono finora disponibili informazioni sulla sicurezza d’impiego di oxaliplatino in gravidanza. In studi sugli animali si è osservata tossicità riproduttiva. Di conseguenza oxaliplatino non è raccomandato durante la gravidanza e nelle donne in età fertile che non utilizzano metodi contraccettivi. L’uso di oxaliplatino deve essere preso in considerazione solo con il consenso della paziente e dopo averla informata in modo adeguato sul rischio per il feto.
Devono essere utilizzati metodi contraccettivi appropriati durante e dopo la fine della terapia, per le donne fino a 4 mesi dopo la fine della terapia e fino a 6 mesi per gli uomini. Non è stata studiata l’escrezione nel latte materno. Oxaliplatino è controindicato durante l’allattamento al seno.
Oxaliplatino può dare sterilità (vedere paragrafo 4.4).
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Comunque, poiché il trattamento con oxaliplatino causa un aumento del rischio di capogiri, nausea e vomito e altri sintomi neurologici che influiscono su andatura ed equilibrio, questo può portare ad una leggera o moderata influenza sulla capacità di guidare e sull’uso di macchinari.
Alterazioni della visione, in particolare la perdita transitoria della visione (reversibile dopo sospensione della terapia), possono influenzare la capacità di guidare veicoli o di utilizzare macchinari. I pazienti devono pertanto essere informati riguardo il potenziale effetto di questi eventi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
Gli eventi avversi più frequenti di oxaliplatino in associazione a 5 fluorouracile (5 FU)/acido folinico (5 FU/AF) sono stati di tipo gastrointestinale (diarrea, nausea, vomito e mucositi), ematologico (neutropenia, trombocitopenia) e neurologico (neuropatia sensoriale periferica acuta e che aumenta con il dosaggio). In generale questi eventi avversi sono stati più frequenti e gravi con oxaliplatino in associazione a 5 FU/AF che con i soli 5 FU/AF.
Le frequenze segnalate nella tabella sottostante derivano da studi clinici effettuati nel metastatico e nell’adiuvante (che comprendevano rispettivamente 416 e 1108 pazienti nel gruppo di trattamento oxaliplatino più 5 FU/AF) e dall’esperienza post-marketing.
In questa tabella le frequenze sono definite utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1000, < 1/100), raro (≥ 1/10000, < 1/1000), molto raro (< 1/10000) non conosciute (non possono essere stimate dai dati disponibili).
Ulteriori dettagli sono forniti dopo la tabella.
MedDRA classificazione organico-sistemica | molto comune | comune | non comune | raro |
Esami diagnostici | Aumento degli enzimi epatici; aumento della fosfatasi alcalina nel sangue; aumento della bilirubina nel sangue; aumento della lattato deidrogenasi nel sangue; aumento di peso (nella terapia adiuvante) | Aumento della creatinina nel sangue-Diminuzione di peso (nella terapia metastatica) | | |
Patologie del sistema emolinfopoietico* | Anemia; neutropenia; trombocitopenia; leucopenia; linfopenia | | | Trombocitopenia immunoallergica; anemia emolitica |
Patologie del sistema nervoso* | Neuropatia sen-soriale periferica; disturbi sensoriali; disgeusia; cefalea | Capogiri; nevrite motoria; meningismo | | Disartria |
Patologie dell’occhio | | Congiuntivite; disturbi visivi | | Ridotta acuità visiva transitoria; difetti al campo visivo; neurite ottica; perdita transitoria della visione, reversibile dopo sospensione della terapia |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | | | Ototossicità | Sordità |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Dispnea; tosse | Singhiozzi | | Malattia inter-stiziale al polmone, talvolta fatale; fibrosi polmonare** |
Patologie gastrointestinali* | Nausea; diarrea; vomito; stomatite/mucosite; dolore addominale; costipazione | Dispepsia; reflusso gastroesofageo; emorragia gastrointestinale; emorragia rettale | Ileo; ostruzione intestinale | Colite compresa diarrea da Clostridium difficile |
Patologie renali ed urinarie | | Ematuria; disuria; frequenza della minzione anormale | | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Alterazioni della cute; alopecia | Esfoliazione della cute(cioè sindrome mano e piede); rash eritematoso; rash; iperidrosi; alterazioni delle unghie | | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Dolore alla schiena | Artralgia; dolore osseo | | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Anoressia; anomalie della glicemia; ipokalemia; natriemia anormale | Disidratazione | Acidosi meta-bolica | |
Infezioni e infestazioni | Infezioni | Rinite; infezioni al tratto respiratorio superiore; neutropenia febbrile/sepsi neutropenica | | |
Patologie vascolari | Epistassi | Emorragia; vampate; trombosi venosa profonda; embolia polmonare; ipertensione | | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Affaticamento; febbre++; astenia; dolore; reazioni al sito di iniezione+++ | | | |
Disturbi del sistema immunitario | Allergia/reazione allergica+ | | | |
Disturbi psichiatrici | | Depressione; insonnia | Nervosismo | |
* Vedere il paragrafo dettagliato sotto
** Vedere paragrafo 4.4
+ Reazioni allergiche comuni come rash cutaneo (in particolare orticaria), congiuntiviti, riniti. Reazioni anafilattiche comuni, compreso broncospasmo, sensazione di dolore toracico, angioedema, ipotensione e shock anafilattico
++ Febbre molto comune, brividi febbrili (tremori), sia da infezione (con o senza neutropenia febbrile) che forse da meccanismi immunologici
+++ Sono state segnalate reazioni al sito di iniezione che includono dolore locale, rossore, gonfiore e trombosi.
Travaso può anche dare luogo a dolore locale e infiammazione che può essere grave e portare a complicazioni che includono necrosi, specialmente quando oxaliplatino è infuso attraverso una vena periferica (vedere paragrafo 4.4)
PATOLOGIE DEL SISTEMA EMOLINFOPOIETICO
Incidenza per paziente (%), per grado
Oxaliplatino e 5 FU/AF 85 mg/m² ogni 2 settimane | Setting Metastatico | Setting Adiuvante |
| Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 | Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 |
Anemia | 82,2 | 3 | <1 | 75,6 | 0,7 | 0,1 |
Neutropenia | 71,4 | 28 | 14 | 78,9 | 28,8 | 12,3 |
Trombocitopenia | 71,6 | 4 | <1 | 77,4 | 1,5 | 0,2 |
Neutropenia febbrile | 5,0 | 3,6 | 1,4 | 0,7 | 0,7 | 0,0 |
Sepsi neutropenica | 1,1 | 0,7 | 0,4 | 1,1 | 0,6 | 0,4 |
Esperianza post-marketing con frequenza non nota
Sindrome emolitico-uremica
DISTURBI DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Incidenza delle reazioni allergiche per paziente (%), per grado
Oxaliplatino e 5 FU/AF 85 mg/m² ogni 2 settimane | Setting Metastatico | Setting Adiuvante |
| Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 | Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 |
Reazioni allergiche/Allergie | 9,1 | 1 | <1 | 10,3 | 2,3 | 0,6 |
PATOLOGIE DEL SISTEMA NERVOSO
La tossicità che limita la somministrazione di oxaliplatino è di tipo neurologico. Comprende una neuropatia sensoriale periferica caratterizzata da disestesie e/o parestesie delle estremità accompagnate o meno da crampi, spesso scatenate dal freddo. Questi sintomi si verificano fino al 95% dei pazienti trattati. La durata di questi sintomi, che usualmente regrediscono tra un ciclo e l’altro di trattamento, aumenta con il numero dei cicli di trattamento.
La comparsa di dolore e/o di un disturbo funzionale e la loro durata danno delle indicazioni per aggiustare la dose o anche per interrompere il trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Il disturbo funzionale comprende difficoltà nell’esecuzione di movimenti fini ed è una possibile conseguenza della diminuzione sensoriale. Il rischio di comparsa di sintomi persistenti per una dose complessiva di 850 mg/m² (cioè 10 cicli) è circa 10% e 20% per una dose complessiva di 1020 mg/m² (12 cicli). Nella maggioranza dei casi i segni e i sintomi neurologici migliorano o scompaiono completamente con l’interruzione del trattamento. Nel trattamento adiuvante del tumore al colon sei mesi dopo la fine del trattamento l’87% dei pazienti non aveva nessun sintomo o aveva sintomi lievi. Al follow up fino a 3 anni dopo, circa il 3% dei pazienti presentava parestesie localizzate persistenti di intensità moderata (2,3%) o parestesie che possono interferire con le attività funzionali (0,5%).
Sono state segnalate reazioni neurosensoriali acute (vedere paragrafo 5.3). Queste reazioni iniziano entro l’ora di somministrazione e spesso si verificano con l’esposizione al freddo. Di solito si manifestano come parestesia transitoria, disestesia e ipoestesia. Una sindrome acuta di disestesia faringolaringeasi manifesta nei pazienti con una incidenza dell’1% 2% ed è caratterizzata da sensazioni soggettive di disfagia o dispnea/sensazione di soffocamento, senza evidenze oggettive di turbe respiratorie (nessuna cianosi o ipossia) o di laringospasmo o broncospasmo (nessuno stridore o sibilo). Sebbene in questi casi siano stati somministrati antistaminici e broncodilatatori, anche senza trattamento i sintomi sono rapidamente reversibili. Il prolungamento dell’infusione aiuta a ridurre l’incidenza di queste sindromi (vedere paragrafo 4.4). Sono stati occasionalmente osservati altri sintomi come spasmo della mandibola/crampi muscolari/contrazioni muscolari involontarie/spasmi muscolari/mioclono, coordinazione anormale/andatura anormale/atassia/alterazioni dell’equilibrio/oppressione alla gola o al petto/pressione/disagio/dolore.
In aggiunta, possono essere associate disfunzioni del nervo cranico anche come evento isolato come ptosi, diplopia, afonia/disfonia/raucedine, qualche volta descritta come paralisi delle corde vocali, sensazione di lingua anormale o disartria, talvolta descritta come afasia, nevralgia trigeminale/dolore facciale/dolore agli occhi, diminuzione della vista, alterazioni del campo visivo.
Durante la terapia con oxaliplatino sono stati segnalati altri sintomi neurologici come disartria, perdita del riflesso tendineo profondo e segno di Lhermittes. Sono stati segnalati casi isolati di neurite ottica.
Esperienza post-marketing con frequenza non nota
Convulsioni
PATOLOGIE GASTROINTESTINALI
Incidenza per paziente (%), per grado
Oxaliplatino e 5 FU/AF 85 mg/m² ogni 2 settimane | Setting Metastatico | Setting Adiuvante |
| Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 | Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 |
Nausea | 69,9 | 8 | <1 | 73,7 | 4,8 | 0,3 |
Diarrea | 60,8 | 9 | 2 | 56,3 | 8,3 | 2,5 |
Vomito | 49,0 | 6 | 1 | 47,2 | 5,3 | 0,5 |
Mucosite/Stomatite | 39,9 | 4 | <1 | 42,1 | 2,8 | 0,1 |
Sono indicati profilassi e/o trattamento con agenti antiemetici potenti.
Diarrea/vomito gravi possono causare disidratazione, ileo paralitico, ostruzione intestinale, ipokalemia, acidosi metabolica e insufficienza renale, in particolare in caso di somministrazione concomitante di oxaliplatino e 5 fluorouracile (5 FU). (Vedere paragrafo 4.4 “).
PATOLOGIE epatobiliari
Molto raro (< 1/10000)
Sindrome da ostruzione sinusoidale epatica, nota anche come malattia veno-occlusiva del fegato, o manifestazioni patologiche correlate a tale alterazione epatica, che comprendono peliosi epatica, iperplasia nodulare rigenerativa, fibrosi perisinusoidale. Le manifestazioni cliniche possono essere ipertensione portale e/o aumento delle transaminasi.
PATOLOGIE RENALI ED URINARIE
Molto raro (< 1/10000)
Necrosi tubulare acuta, nefrite interstiziale acuta e insufficienza renale acuta.
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Non esistono antidoti noti per oxaliplatino. In caso di sovradosaggio ci si può aspettare un’esacerbazione degli effetti indesiderati. Si deve iniziare il monitoraggio dei parametri ematologici e somministrare un trattamento sintomatico.
Categoria farmacoterapeutica: Altri antineoplastici, composti del platino
Codice ATC: L01XA03
Oxaliplatino è un principio attivo antineoplastico, appartenente ad una nuova classe di composti del platino in cui l’atomo di platino forma un complesso con l’1,2-diaminocicloesano (“DACH”) e un gruppo ossalato. Oxaliplatino è un enantiomero unico, (SP-4-2)-[(1R,2R)-cicloesano-1,2-diamino-kN, kN’] [etandioato(2-)-kO¹, kO²], platino].
Oxaliplatino presenta un ampio spettro sia di citotossicità in vitro che di attività antitumorale in vivo in diversi sistemi di modelli tumorali, compresi i modelli di cancro colorettale umano.
Oxaliplatino inoltre dimostra attività, in vitro e in vivo, in vari modelli resistenti al cisplatino.
In vitro e in vivo è stata messa in evidenza un’azione citotossica sinergica in combinazione con 5 fluorouracile (5 FU).
Gli studi sul meccanismo d’azione di oxaliplatino, anche se non completamente chiarito, mostrano che i derivati idrati ottenuti dalla biotrasformazione di oxaliplatino, interagiscono con il DNA per formare dei legami intra- e inter-catene che portano ad una interruzione della sintesi del DNA, con conseguente effetto citotossico e antitumorale.
In pazienti con cancro colorettale metastatico, l’efficacia di oxaliplatino (85 mg/m² ogni due settimane) in associazione con 5 fluorouracile (5 FU)/acido folinico (5 FU/AF) è riportata in tre studi clinici:
• nel trattamento front-line, lo studio EFC2962, di fase III, con due gruppi di comparazione, ha randomizzato 420 pazienti, nel gruppo con i soli 5 FU/AF (LV5FU2, N=210) e nel gruppo di oxaliplatino in associazione a 5 FU/AF (FOLFOX4, N=210)
• nei pazienti pretrattati, lo studio EFC4584, di fase III e tre gruppi di comparazione, ha randomizzato 821 pazienti refrattari all’associazione di irinotecan (CPT-11) + 5 FU/AF, nel gruppo con i soli 5 FU/AF (LV5FU2, N=275), nel gruppo con oxaliplatino da solo (N=275) e nel gruppo oxaliplatino in associazione a 5 FU/AF (FOLFOX4, N=271)
• lo studio EFC 2964, di fase II e non controllato ha incluso i pazienti refrattari ai soli 5 FU/AF, che sono stati trattati con oxaliplatino in associazione a 5 FU/AF (FOLFOX4, N=57).
I due studi clinici randomizzati, EFC2962 terapia front-line e EFC4584 pazienti pretrattati, hanno dimostrato un tasso di risposta significativamente più alto e una maggiore sopravvivenza libera da progressione (PFS)/tempo di progressione (TTP) in relazione al trattamento con i soli 5 FU/AF. Nello studio EFC4584 effettuato nei pazienti pretrattati refrattari, la differenza nella mediana della sopravvivenza totale (OS) tra l’associazione con oxaliplatino e 5 FU/AF non raggiunge una significatività statistica.
Tasso di risposta con FOLFOX4 contro LV5FU2
Tasso di risposta (%) (95% IC) da parere radiologico indipendente analisi ITT | LV5FU2 | FOLFOX4 | Oxaliplatino agente singolo |
Trattamento Front-line EFC2962 | 22 (16-27) | 49 (42-46) | NA* |
Valutazione della risposta ogni 8 settimane | P=0,0001 | |
Pazienti pretrattati EFC4584 (refrattari a CPT-11 + 5 FU/AF) | 0,7 (0,0-2,7) | 11,1 (7,6-15,5) | 1,1 (0,2-3,2) |
Valutazione della risposta ogni 6 settimane | P <0,0001 | |
Pazienti pretrattati EFC2964 (refrattari a 5 FU/AF) Valutazione della risposta ogni 12 settimane | NA* | 23 (13-36) | NA* |
* NA: non applicabile
Mediana della sopravvivenza libera da progressione (PFS)/mediana del tempo di progressione (TTP) FOLFOX4 controLV5FU2
Mediana PFS/TTP, mesi (95% IC) da parere radiologico indipendente analisi ITT | LV5FU2 | FOLFOX4 | Oxaliplatino agente singolo |
Trattamento Front-line EFC2962 (PFS) | 6,0 (5,5-6,5) | 8,2 (7,2-8,8) | NA* |
| P log rank = 0,0003 | |
Pazienti pretrattati EFC4584 (TTP) (refrattari a CPT-11 + 5 FU/AF) | 2,6 (1,8-2,9) | 5,3 (4,7-6,1) | 2,1 (1,6-2,7) |
| P log rank <0,0001 | |
Pazienti pretrattati EFC2964 (refrattari a 5 FU/AF) | NA* | 5,1 (3,1-5,7) | NA* |
* NA: non applicabile
Mediana della sopravvivenza totale (OS) con FOLFOX4 controLV5FU2
Mediana di OS, mesi (95% IC) analisi ITT | LV5FU2 | FOLFOX4 | Oxaliplatino agente singolo |
Trattamento Front-line EFC2962 | 14,7 (13,0-18,2) | 16,2 (14,7-18,2) | NA* |
| P log rank = 0,12 | |
Pazienti pretrattati EFC4584 (refrattari a CPT-11 + 5 FU/AF) | 8,8 (7,3-9,3) | 9,9 (9,1-10,5) | 8,1 (7,2-8,7) |
| P log rank = 0,09 | |
Pazienti pretrattati EFC2964 (refrattari a 5 FU/AF) | NA* | 10,8 (9,3-12,8) | NA* |
* NA: non applicabile
Nei pazienti pretrattati (EFC4584), sintomatici al basale, una percentuale più alta dei pazienti trattati con oxaliplatino e 5 FU/AF ha avuto un miglioramento significativo dei sintomi correlati alla malattia in confronto a quelli trattati solo con 5- fluorouracile/acido folinico (27,7% vs 14,6% p=0,0033).
Nei pazienti non pretrattati (EFC2962), non è stata trovata differenza statistica tra i due gruppi di trattamento per nessun aspetto riguardante la qualità della vita. Tuttavia, i punteggi della qualità della vita sono stati generalmente migliori nel gruppo di controllo per quanto riguarda lo stato complessivo di salute e di dolore e peggiori nel gruppo oxaliplatino per quanto riguarda nausea e vomito.
Nella terapia adiuvante, lo studio comparativo di Fase III MOSAIC (EFC3313) ha randomizzato 2.246 pazienti (899 stadio II/Duke’s B2 e 1347 stadio III/Duke’s C) trattati o con i soli 5 FU/AF (LV5FU2, N=1123 B2/C = 448/675) o con oxaliplatino in associazione a 5-FU/AF (FOLFOX4, N=1123 B2/C = 451/672), dopo resezione completa del tumore primario al colon.
EFC 3313 sopravvivenza libera da malattia a 3 anni (analisi ITT)* nella popolazione totale
Gruppo di trattamento | LV5FU2 | FOLFOX4 |
Percentuale di sopravvivenza libera da malattia a 3 anni (95% IC) | 73,3 (70,6-75,9) | 78,7 (76,2-81,1) |
Hazard ratio (95% IC) | 0,76 (0,64-0,89) |
log rank test - stratificato | P= 0,0008 |
* mediana del follow up a 44,2 mesi (tutti i pazienti sono stati seguiti per almeno 3 anni)
Lo studio ha dimostrato un vantaggio totale significativo nella sopravvivenza libera da malattia a 3 anni con oxaliplatino in associazione a 5 FU/AF (FOLFOX4) rispetto ai soli 5 FU/AF (LV5FU2).
EFC 3313 sopravvivenza libera da malattia a 3 anni (analisi ITT)* secondo lo stadio della malattia
Stadio del paziente | Stadio II (Duke’s B2) | Stadio III (Duke’s C) |
Gruppo di trattamento | LV5FU2 | FOLFOX4 | LV5FU2 | FOLFOX4 |
Percentuale di sopravvivenza libera da malattia a 3 anni (95% IC) | 84,3 (80,9-87,7) | 87,4 (84,3-90,5) | 65,8 (62,2-69,5) | 72,8 (69,4-76,2) |
Hazard ratio (95% IC) | 0,79 (0,57-1,09) | 0,75 (0,62-0,90) |
Log rank test | P= 0,151 | P= 0,002 |
* mediana del follow up a 44,2 mesi (tutti i pazienti sono stati seguiti per almeno 3 anni)
Sopravvivenza totale (ITT analisi)
Al momento dell’analisi della sopravvivenza libera dalla malattia a 3 anni, che era l’endpoint primario dello studio MOSAIC, l’85,1% dei pazienti era ancora in vita nel gruppo FOLFOX4 rispetto all’83% del gruppo LV5FU2. Questo si traduce in una riduzione generale del rischio di mortalità del 10% a favore di FOLFOX4 pur non raggiungendo una significatività statistica (hazard ratio =0,90).
I valori sono stati 92,2% vs 92,4% nella sottopopolazione di stadio II (Duke’s B2) (hazard ratio =1,01) e 80,4% vs 78,1% nella sottopopolazione di stadio III (Duke’s C) (hazard ratio =0,87) rispettivamente per FOLFOX4 e LV5FU2.
Oxaliplatino, somministrato in monoterapia, è stato valutato in pazienti in età pediatrica in 2 studi di Fase I (69 pazienti) e in 2 studi di Fase II (90 pazienti). Sono stati trattati, in totale, 159 pazienti pediatrici (età compresa tra 7 mesi e 22 anni) affetti da tumori solidi. L’attività di oxaliplatino in monoterapia non è stata determinata nelle popolazioni pediatriche trattate. L’arruolamento dei pazienti è stato sospeso in entrambi gli studi di Fase II per mancanza di risposta tumorale.
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Non sono stati determinati i parametri farmacocinetici dei singoli composti attivi.
Qui di seguito sono riportati i parametri farmacocinetici del platino ultrafiltrabile, costituito da un insieme di tutte le specie di platino attive e inattive non legate, dopo infusione di 2 ore di 130 mg/m² di oxaliplatino, ogni 3 settimane per 1-5 cicli e oxaliplatino a 85 mg/m² ogni 2 settimane per 1 fino a 3 cicli:
Riassunto dei parametri di farmacocinetica del platino stimati nell’ultrafiltrato in seguito a dosi multiple di oxaliplatino a 85 mg/m² ogni due settimane o 130 mg/m² ogni tre settimane
Dose | Cmax | AUC0-48 | AUC | t½ α | t½ β | t½ γ | Vss | CL |
| mcg/ml | mcg.h/ml | mcg.h/ml | h | h | h | l | l/h |
85 mg/m² |
Media | 0,814 | 4,19 | 4,68 | 0,43 | 16,8 | 391 | 440 | 17,4 |
DS | 0,193 | 0,647 | 1,40 | 0,35 | 5,74 | 406 | 199 | 6,35 |
130 mg/m² |
Media | 1,21 | 8,20 | 11,9 | 0,28 | 16,3 | 273 | 582 | 10,1 |
DS | 0,10 | 2,40 | 4,60 | 0,06 | 2,90 | 19,0 | 261 | 3,07 |
Valori medi di AUC0-48, e Cmax sono stati determinati nel Ciclo 3 (85 mg/m²) o nel Ciclo 5 (130 mg/m2)
Valori medi di AUC, Vss, CL, e CLR0-48 sono stati determinati nel Ciclo 1
Valori di Cend, Cmax, AUC, AUC0-48, Vss e CL sono stati determinati tramite analisi non-compartimentale
t½ α, t½ β, e t½ γ sono stati determinati tramite analisi compartimentale (Cicli 1-3 combinati)
Al termine di un’infusione di 2 ore, nella circolazione sistemica si ritrova il 15% del platino somministrato, mentre il restante 85% si distribuisce rapidamente nei tessuti o viene eliminato con le urine. Il legame irreversibile con le emazie ed il plasma, determina in questi ambienti un’emivita vicina al tempo di ricambio naturale delle emazie e dell’albumina sierica. Non si è osservato accumulo nell’ultrafiltrato plasmatico dopo dosaggi di 85 mg/m² ogni 2 settimane o 130 mg/m² ogni 3 settimane e lo “steady-state” è stato raggiunto al primo ciclo in questa matrice. La variabilità inter-e intra-individuale è in genere bassa.
In vitro, i metaboliti derivano da una degradazione non enzimatica, e non si osserva nessuna biotrasformazione dell’anello diaminocicloesanico (DACH), tramite il citocromo P450.
Nei pazienti oxaliplatino è soggetto ad un’estesa biotrasformazione e, nell’ultrafiltrato plasmatico alla fine di un’infusione di 2 ore, non si rileva traccia della sostanza attiva immodificata. Nella circolazione sistemica sono stati identificati parecchi prodotti citotossici di biotrasformazione comprendenti il monocloro, il dicloro e la specie diaquo DACH platino insieme, nei successivi prelievi, a coniugati inattivi.
Il platino viene eliminato prevalentemente per via urinaria con il massimo della clearance nelle 48 ore dopo la somministrazione.
Al quinto giorno, circa il 54% della dose viene eliminata con le urine e meno del 3% con le feci.
È stata osservata una diminuzione significativa della clearance da 17,6±2,18 l/h a 9,95±1,91 l/h nei soggetti con alterazione della funzionalità renale, associata ad una diminuzione statisticamente significativa del volume di distribuzione da 330±40,9 a 241±36,1 litri. Non è stato studiato l’effetto sulla clearance del platino nei soggetti con alterazione della funzionalità renale grave.
Gli organi bersaglio identificati nelle specie precliniche (topi, ratti, cani e/o scimmie), in studi con dose singola e con dosi ripetute, includono: midollo osseo, sistema gastrointestinale, reni, testicoli, sistema nervoso e cuore. La tossicità degli organi bersaglio osservata negli animali è coerente con quella causata da altri medicinali a base di platino e DNA-lesivi, medicinali citotossici utilizzati nel trattamento antitumorale nell’uomo, ad eccezione degli effetti prodotti sul cuore. Gli effetti sul cuore sono stati osservati soltanto nel cane e comprendevano disturbi elettrofisiologici con fibrillazione ventricolare letale. La cardiotossicità è considerata specifica per il cane, non solo perché è stata osservata solo nel cane, ma anche perché dosi simili a quelle che producono nel cane una cardiotossicità letale (150 mg/m²) sono state ben tollerate nell’uomo. Studi preclinici sui neuroni sensoriali del ratto suggeriscono che i sintomi neurosensoriali acuti correlati con oxaliplatino possono comprendere una interazione con i canali Na+ voltaggio-dipendenti.
In sistemi di test sui mammiferi, oxaliplatino è risultato mutageno e clastogeno e ha prodotto tossicità embriofetale nei ratti. Oxaliplatino è considerato un probabile cancerogeno, sebbene non siano stati condotti studi di cancerogenesi.
Lattosio monoidrato.
Il medicinale diluito non deve essere miscelato con altri farmaci nella stessa sacca di infusione o linea di infusione. Secondo le istruzioni per l’uso descritte nel paragrafo 6.6, oxaliplatino può essere somministrato con acido folinico (AF) attraverso una linea ad Y.
NON miscelare con medicinali o soluzioni alcalini, in particolare 5-fluorouracile (5 FU), preparazioni a base di acido folinico (AF) contenenti trometamolo come eccipiente e sali di trometamolo di altri farmaci. Soluzioni o farmaci alcalini influiscono sfavorevolmente sulla stabilità di oxaliplatino (vedere paragrafo 6.6).
NON ricostituire o diluire oxaliplatino con soluzione fisiologica o altre soluzioni contenenti ioni cloruro (compresi cloruri di calcio, potassio e sodio).
NON miscelare con altri medicinali nella stessa sacca o nella stessa linea di infusione (vedere paragrafo 6.6 per le istruzioni concernenti la somministrazione simultanea con l’acido folinico (AF)).
NON utilizzare materiali per iniezione contenenti alluminio.
3 anni.
Soluzione ricostituita nel flaconcino originale
Per esigenze di natura microbiologica e chimica, la soluzione ricostituita deve essere diluita immediatamente.
Soluzione per infusione
Dopo la diluizione della soluzione ricostituita con soluzione glucosata 5% (50 mg/ml), è stato dimostrato che, nelle condizioni correnti di utilizzo, la stabilità chimica e fisica è di 24 ore a 2-8°C.
Per esigenze di natura microbiologica la soluzione per infusione deve essere usata immediatamente.
Se non viene utilizzata immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione prima dell’uso sono responsabilità dell’utilizzatore e normalmente non dovrebbero superare le 24 ore a 2-8°C, a meno che la diluizione non sia avvenuta in condizioni controllate e validate di asepsi.
Questo medicinale non richiede alcuna speciale precauzione per la conservazione.
Soluzione ricostituita: deve essere diluita immediatamente (vedere paragrafo 6.3).
Preparazione per infusione: conservare a 2-8°C per non più di 24 ore.
Esaminare visivamente prima dell’uso. Devono essere utilizzate soltanto le soluzioni limpide, senza particelle.
Il medicinale è da usarsi una sola volta. Tutte le soluzioni non utilizzate devono essere eliminate.
Flaconcino (vetro chiaro di Tipo I) della capacità di 36 ml con tappo di gomma clorobutilica, contenente 50 mg di oxaliplatino polvere.
Flaconcino (vetro chiaro di Tipo I) della capacità di 50 ml con tappo di gomma clorobutilica, contenente 100 mg di oxaliplatino polvere.
Confezione: 1 flaconcino per scatola.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Come per ogni agente potenzialmente tossico, oxaliplatino deve essere preparato e maneggiato con precauzione.
Istruzioni per la manipolazione
La manipolazione di questo agente citotossico, da parte del personale sanitario, richiede un insieme di precauzioni per assicurare la protezione di chi compie la manipolazione, e dell’ambiente in cui lavora.
La preparazione di soluzioni iniettabili di citotossici deve essere effettuata solo da personale specializzato e appositamente addestrato, che conosca i farmaci utilizzati e che operi in condizioni tali da garantire l’integrità della specialità medicinale, la protezione dell’ambiente e, in particolare, la protezione del personale addetto alla manipolazione, in accordo con le procedure dell’ospedale. Tutto ciò richiede un locale di preparazione riservato a questo scopo. In questo locale è proibito fumare, mangiare o bere.
Il personale deve disporre di materiale appropriato, in particolare camici a maniche lunghe, maschere di protezione, copricapi, occhiali di protezione, guanti sterili monouso, tappetini di protezione per l’area di lavoro, contenitori e sacchetti di raccolta per i rifiuti.
Gli escrementi e il vomito devono essere maneggiati con precauzione.
Le donne in gravidanza devono essere avvertite di evitare di maneggiare gli agenti citotossici.
Tutti i contenitori rotti devono essere trattati con le stesse precauzioni e considerati come rifiuti contaminati. I rifiuti contaminati devono essere inceneriti in contenitori rigidi predisposti all’uso. Vedere oltre il sottoparagrafo “Smaltimento dei rifiuti”.
In caso di contatto accidentale della cute con la polvere, la soluzione ricostituita o la soluzione per infusione, sciacquare, immediatamente e accuratamente, con acqua la cute.
In caso di contatto accidentale delle membrane mucose con la polvere, la soluzione ricostituita o la soluzione per infusione, sciacquare, immediatamente e abbondantemente, con acqua le mucose.
Speciali precauzioni per la somministrazione
NON utilizzare MAI dispositivi per iniezione contenenti alluminio.
NON somministrare MAI il prodotto non diluito.
Come diluente utilizzare soltanto soluzione per infusione di glucosio 5% (50mg/ml). NON ricostituire e non diluire per l’infusione con soluzioni di sodio cloruro o contenenti ioni cloruro. NON miscelare con qualsiasi altro medicinale nella stessa sacca di infusione e non somministrare MAI contemporaneamente ad altri farmaci nella stessa linea di infusione.
NON miscelare con farmaci o soluzioni alcalini, in particolare 5-fluorouracile (5 FU), preparazioni a base di acido folinico (AF) contenenti trometamolo come eccipiente e sali di trometamolo di altri medicinali. Soluzioni o medicinali alcalini influiscono sfavorevolmente sulla stabilità di oxaliplatino.
Istruzioni per l’utilizzo con acido folinico (AF) (come calcio folinato o disodio folinato)
L’infusione endovenosa di oxaliplatino 85 mg/m² in 250-500 ml di soluzione glucosata al 5% (50mg/ml) è praticata nello stesso momento dell’infusione endovenosa di acido folinico (AF) in soluzione glucosata al 5% (50mg/ml), in 2-6 ore, utilizzando una linea a Y posta immediatamente prima del sito di infusione. Queste due specialità medicinali non devono essere messe insieme nella stessa sacca di infusione. L’acido folinico (AF) non deve contenere trometamolo come eccipiente e deve essere diluito utilizzando soltanto soluzioni isotoniche di glucosio 5% (50mg/ml), mai soluzioni alcaline o soluzioni contenenti sodio cloruro o cloruri.
Istruzioni per l’utilizzo con 5-fluorouracile (5 FU)
La somministrazione di oxaliplatino deve sempre precedere quella delle fluoropirimidine - cioè 5-fluorouracile (5 FU).
Dopo somministrazione di oxaliplatino, lavare la linea di infusione e poi somministrare 5-fluorouracile (5 FU).
Per ulteriori informazioni riguardanti i medicinali da utilizzare con oxaliplatino, vedere i corrispondenti Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto.
USARE SOLTANTO i solventi consigliati (vedere oltre).
Tutte le soluzioni ricostituite che mostrano tracce di precipitato non devono essere somministrate e devono essere distrutte, in osservanza delle leggi riguardanti lo smaltimento dei rifiuti pericolosi (vedere oltre).
Ricostituzione della soluzione
Per ricostituire la soluzione utilizzare l’acqua per preparazioni iniettabili o una soluzione glucosata al 5% (50 mg/ml).
Per un flaconcino di 50 mg: aggiungere 10 ml di solvente per ottenere una concentrazione di oxaliplatino di 5 mg/ml.
Per un flaconcino di 100 mg: aggiungere 20 ml di solvente per ottenere una concentrazione di oxaliplatino di 5 mg/ml.
Per esigenze di natura microbiologica e chimica, la soluzione ricostituita deve essere diluita immediatamente con una soluzione glucosata al 5% (50 mg/ml).
Esaminare visivamente prima dell’uso. Devono essere utilizzate soltanto le soluzioni limpide, senza particelle.
Il prodotto medicinale è da usarsi una sola volta. Tutte le soluzioni non utilizzate devono essere eliminate.
Diluizione per l’infusione endovenosa
Prelevare dal(i) flaconcino(i) la quantità richiesta di soluzione ricostituita e poi diluire con 250-500 ml di una soluzione glucosata al 5% (50 mg/ml) in modo da ottenere una concentrazione di oxaliplatino compresa tra 0,2 mg/ml e 0,7 mg/ml. L’intervallo di concentrazione per il quale è stata dimostrata la stabilità fisico-chimica di oxaliplatino è da 0,2 mg/ml a 2,0 mg/ml.
Somministrare per infusione endovenosa.
Dopo la diluizione con soluzione glucosata 5% (50 mg/ml), è dimostrato che la stabilità chimica e fisica, nelle condizioni correnti di utilizzo, è di 24 ore a 2-8°C.
Per esigenze di natura microbiologica la preparazione per infusione deve essere usata immediatamente.
Se non viene utilizzata immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione prima dell’uso sono responsabilità dell’utilizzatore e normalmente non devono superare le 24 ore a 2-8°C, a meno che la diluizione non sia avvenuta in condizioni controllate e validate di asepsi.
Esaminare visivamente prima dell’uso. Devono essere utilizzate soltanto le soluzioni limpide, senza particelle.
Il medicinale è da usarsi una sola volta. Tutte le soluzioni per infusione non utilizzate devono essere eliminate (vedere il paragrafo “Smaltimento dei rifiuti” sotto).
NON utilizzare MAI soluzioni di sodio cloruro o contenenti cloruro né per la ricostituzione né per la diluizione.
La compatibilità della soluzione per infusione di oxaliplatino è stata testata con dispositivi di somministrazione rappresentativi a base di PVC.
Infusione
La somministrazione di oxaliplatino non richiede pre-idratazione.
Oxaliplatino diluito in 250-500 ml di soluzione glucosata al 5% (50 mg/ml), in modo da ottenere una concentrazione non inferiore a 0,2 mg/ml, deve essere infuso o per via venosa periferica, o per via venosa centrale in un arco di tempo compreso tra le 2 e le 6 ore. Quando oxaliplatino è somministrato con 5 fluorouracile (5 FU), l’infusione di oxaliplatino deve precedere la somministrazione di 5 fluorouracile (5 FU).
Smaltimento dei rifiuti
I residui del prodotto medicinale e qualsiasi materiale utilizzato per la ricostituzione, la diluizione e la somministrazione devono essere distrutti conformemente alle procedure standard ospedaliere di smaltimento dei rifiuti citotossici, in osservanza ai requisiti locali riguardanti lo smaltimento dei rifiuti pericolosi.
Winthrop Pharmaceuticals Italia S.r.l. - Viale L. Bodio, 37/B - 20158 Milano
AIC n. 037803018/M - Flaconcino 50 mg polvere per infusione
AIC n. 037803020/M - Flaconcino 100 mg polvere per infusione
Autorizzazione: determinazione n. 638/2007 del 29.10.2007 GU n. 271 del 21/11/2007
Marzo 2009