Pubblicità
PANTOPRAZOLO FIDIA 40 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI
Ciascuna compressa gastroresistente contiene 40 mg di pantoprazolo (equivalente a 45,11 mg di pantoprazolo sodico sesquiidrato).
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa gastroresistente.
Le compresse sono di forma oblunga e di colore da giallo pallido a ocra.
Ulcera duodenale
Ulcera gastrica
Esofagite da reflusso da moderata a grave
Sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche di ipersecrezione
Pubblicità
Posologia raccomandata
Adulti e adolescenti di età uguale o superiore a 12 anni
Trattamento del reflusso gastroesafogeo di grado moderato o severo
Una compressa di Pantoprazolo al giorno.
Adulti
Trattamento dell’ulcera duodenale e ulcera gastrica ed esofagite da reflusso: una compressa gastroresistente di PANTOPRAZOLO rgk 40 mg una volta al giorno.
In singoli casi, la dose può essere aumentata fino a 2 compresse gastroresistenti di PANTOPRAZOLO FIDIA da 40 mg al giorno, specialmente quando non è presente alcuna risposta a un’ulteriore terapia.
Per la gestione a lungo termine di pazienti affetti da sindrome di Zollinger-Ellison o da altre condizioni patologiche di ipersecrezione, i pazienti devono iniziare il trattamento con una dose giornaliera di 80 mg (2 compresse di PANTOPRAZOLO FIDIA da 40 mg). La dose può quindi essere aumentata o diminuita secondo necessità utilizzando come guida le misurazioni della secrezione acida gastrica. Con dosi superiori a 80 mg/giorno, la dose deve essere suddivisa e somministrata due volte al giorno. È possibile un innalzamento temporaneo della dose al di sopra di 160 mg pantoprazolo, ma non deve essere applicato più a lungo di quanto è necessario per un controllo adeguato dell’acidità .
La durata del trattamento nella sindrome di Zollinger-Ellison e in altre condizioni patologiche di ipersecrezione non è limitata e deve essere adattata conformemente alle necessità cliniche.
Bambini di età inferiore a 12 anni:
PANTOPRAZOLO FIDIA non è raccomandato per l’utilizzo dei bambini al di sotto di 12 anni a causa dei dati limitati disponibili per questa fascia di età.
Nei pazienti con grave compromissione della funzione epatica, la posologia deve essere abbassata a 1 compressa (40 mg di Pantoprazolo) a giorni alterni. Inoltre, durante la terapia con PANTOPRAZOLO FIDIA 40 mg gli enzimi epatici devono essere monitorati regolarmente.
In caso di innalzamento degli enzimi epatici il trattamento con Pantoprazolo FIDIA deve essere sospeso.
Nei pazienti anziani o con compromissione renale, la dose giornaliera di Pantoprazolo non deve superare i 40 mg.
Istruzioni generali:
Le compresse gastroresistenti di Pantoprazolo FIDIA 40 mg non devono essere né masticate né frantumate e devono essere inghiottite intere con un po’ d’acqua prima di un pasto.
Le ulcere duodenali generalmente guariscono entro due settimane. Se un periodo di trattamento di due settimane si rivela insufficiente, nella quasi totalità dei casi la guarigione avviene con altre due settimane di cura.
Per il trattamento delle ulcere gastriche e dell’esofagite da reflusso è solitamente necessario un periodo di quattro settimane. Qualora ciò non fosse sufficiente, la guarigione avviene solitamente con ulteriori 4 settimane di cura.
Il pantoprazolo, come gli altri PPI, non deve essere somministrato contemporaneamente all’atazanavir (vedere la Sezione 4.4 e 4.5).
Ipersensibilità al pantoprazolo o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Il pantoprazolo non è indicato per il trattamento dei disturbi gastrointestinali lievi, come la dispepsia nervosa.
In caso di terapia di associazione, si deve consultare il riassunto delle caratteristiche del prodotto dei medicinali interessati.
Prima di avviare la terapia è necessario escludere la presenza di un tumore dell’esofago o dello stomaco, perché il trattamento con pantoprazolo può alleviare i sintomi del tumore e quindi ritardare la diagnosi.
La diagnosi di esofagite da reflusso deve essere confermata da un esame endoscopico.
Ad oggi non sono disponibili informazioni sull’utilizzo del pantoprazolo nei bambini.
Nei pazienti con sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche di ipersecrezione che necessitano di trattamento a lungo termine, come tutti i farmaci che bloccano la secrezione acida, il pantoprazolo può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) a causa di ipo- o acloridria. Ciò deve essere considerato se si osservano i rispettivi sintomi clinici.
La somministrazione concomitante di atazanavir con inibitori della pompa protonica non è raccomandata (vedere la sezione 4.5). Se l’associazione di atazanavir con un inibitore della pompa protonica non può essere evitata, è raccomandato un rigoroso monitoraggio clinico in concomitanza con un aumento della dose di atazanavir a 400 mg con 100 mg di ritonavir; non devono essere superate dosi di inibitori della pompa protonica equivalenti a 20 mg di omeprazolo.
Durante il trattamento con pantoprazolo, in particolar modo nel trattamento a lungo termine, nei pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica si devono mantenere sotto regolare controllo i livelli degli enzimi epatici. In caso di innalzamento degli enzimatici epatici il trattamento deve essere sospeso (si veda la sezione 4.2).
Nei pazienti cirrotici, l’emivita del farmaco si allunga di 7-9 ore e l’AUC è maggiore di 6-8 volte, ma le concentrazioni plasmatiche massime aumentano quasi 1,5 volte rispetto a quelle dei pazienti sani. Pertanto pantoprazolo deve essere somministrato solamente ogni due giorni.
La diminuzione dell'acidità gastrica, dovuta a qualsiasi motivo – compresi gli inibitori della pompa protonica – aumenta la conta batterica dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale. Il trattamento con farmaci antiacidi può causare un lieve aumento del rischio di infezioni gastrointestinali, come quelle da Salmonella e Campylobacter.
I pazienti che non rispondono alla terapia dopo 4 settimane devono essere sottoposti a esami più approfonditi.
Links sponsorizzati
Pantoprazolo FIDIA 40 mg può ridurre notevolmente l’assorbimento di farmaci la cui biodisponibilità è pH-dipendente (per es. ketoconazolo , itraconazolo, atazanavir).
È stato dimostrato che la somministrazione concomitante di atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg e omeprazolo (40 mg una volta al giorno) o atazanavir 400 mg e lansoprazolo (60 mg in dose singola) a volontari sani ha causato un’importante riduzione nella biodisponibilità dell’atazanavir. L’assorbimento dell’atazanavir è pH dipendente.
Gli studi su altri inibitori della pompa protonica hanno mostrato una marcata riduzione nell’esposizione all’atazanavir durante la somministrazione concomitante di un trattamento con un inibitore della pompa protonica. Quindi, i PPI compreso il pantoprazolo, non devono essere somministrati contemporaneamente all’atazanavir (vedere la Sezione 4.3).
Il pantoprazolo viene metabolizzato a livello epatico attraverso il sistema enzimatico del citocromo P450. Non può essere esclusa un’interazione del pantoprazolo con altri medicinali o composti che vengono metabolizzati dal medesimo sistema enzimatico. Tuttavia, non sono state osservate interazioni clinicamente significative nell’ambito dei test specifici con un determinato numero di detti farmaci o composti, tra i quali carbamazepina, caffeina, diazepam, diclofenac, diossina, etanolo, glibenclamide, metoprololo, naprossene, nifedipina, fenitoina, piroxicam, teofillina e contraccettivo orale.
Sebbene negli studi clinici di farmacocinetica non sia stata osservata alcuna interazione durante la somministrazione concomitante di pantoprazolo e fenprocumone o warfarin. dopo la commercializzazione sono stati segnalati alcuni casi isolati di modificazione dell’INR (International Normalized Ratio) durante il trattamento concomitante. Di conseguenza, nei pazienti trattati con anticoagulanti cumarinici, il tempo di protrombina/INR deve essere determinato prima di iniziare, al termine o durante un uso irregolare di pantoprazolo.
Non è stata rilevata nemmeno alcuna interazione con gli antiacidi somministrati in associazione.
Studi di interazione, consistenti nella somministrazione associata di Pantoprazolo con i rispettivi antibiotici: claritromicina, metronizadolo, amoxicillina, sono stati condotti negli esseri umani. Non vi sono casi dimostrati di interazioni cliniche.
L’esperienza clinica nelle donne in stato di gravidanza è limitata. In studi di riproduzione animale, sono stati osservati segni di lieve tossicità in corrispondenza di dosi superiori a 5 mg/kg (vedere sezione 5.3). Non è noto se il pantoprazolo venga escreto nel latte materno.
Durante gravidanza e allattamento le compresse di pantoprazolo devono essere utilizzate unicamente quando il beneficio per la madre viene considerato maggiore del potenziale rischio per il feto/neonato.
Gli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari non sono noti. È possibile la presentazione di reazioni farmacologiche avverse quali capogiri e disturbi visivi (si veda la sezione 4.8). In tali condizioni si potrebbe presentare un calo nella capacità di reazione.
Frequenza Classificazione sistemica organica | Comune (≥1/100 a <1/10) | Non comune (≥1/1.000 a <1/100) | Raro: (≥1/10.000 a <1/1.000) | Molto raro (<1/10.000), non noto (dai dati disponibili non è possibile effettuare una stima) |
Esami diagnostici | | | | Innalzamento dei valori enzimatici epatici (transaminasi, γ-GT); innalzamento dei trigliceridi; innalzamento della temperatura corporea |
Patologie del sistema emolinfopoietico | | | | Leucopenia e trombocitopenia |
Patologie del sistema nervoso | Cefalea | Capogiri, disturbi visivi (offuscamento della vista) | | |
Patologie gastrointestinali | Dolore del tratto gastrointestinale superiore, diarrea, stipsi, flatulenza | Nausea, vomito | Secchezza delle fauci | |
Patologie renali e urinarie | | | | Nefrite interstiziale |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | | Reazioni allergiche come prurito ed eruzione cutanea | | Orticaria, angioedema, gravi reazioni cutanee come sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, sindrome di Lyell, fotosensibilità |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | | | Artralgia | Mialgia |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | | | | Edema periferico |
Disturbi del sistema immunitario | | | | Reazioni anafilattiche, compreso shock anafilattico |
Patologie epatobiliari | | | | Grave danno epatocellulare che causa ittero con o senza insufficienza epatica |
Disturbi psichiatrici | | | | Depressione |
Links sponsorizzati
Non sono noti sintomi di sovradosaggio nell’uomo.
Sono state somministrate dosi fino a 240 mg per via endovenosa nel corso di 2 minuti, che sono state ben tollerate. Dato che pantoprazolo è altamente legato alle proteine plasmatiche, non viene facilmente dializzato.
Nel caso di un sovradosaggio accompagnato da segni clinici di intossicazione, si applicano le regole standard per la terapia dell’intossicazione.
Categoria farmacoterapeutica: Inibitori della pompa protonica.
Codice ATC: A02BC02
Pantoprazolo è un derivato benzimidazolico che inibisce la secrezione di acido cloridrico nello stomaco per azione specifica sulle pompe protoniche delle cellule parietali.
Pantoprazolo viene convertito alla sua forma attiva nei canalicoli produttori di acido delle cellule parietali, dove inibisce l’enzima H+, K+-ATPasi, cioè lo stadio finale nella produzione di acido cloridrico nello stomaco. L’inibizione è dose-dipendente e influisce sia sulla secrezione acida basale che su quella stimolata. Nella maggior parte dei pazienti la sintomatologia si risolve in 2 settimane. Come con altri inibitori della pompa protonica e inibitori del recettore H2, il trattamento con pantoprazolo causa una riduzione dell’acidità nello stomaco e pertanto un aumento nella gastrina proporzionale alla riduzione dell’acidità. L’aumento della gastrina è reversibile. Dato che il pantoprazolo si lega all’enzima in posizione distale rispetto al livello del recettore cellulare, la sostanza può influire sulla secrezione di acido cloridrico indipendentemente dalla stimolazione da parte di altre sostanze (acetilcolina, istamina, gastrina). L’effetto è identico indipendentemente dalla via di somministrazione del prodotto (orale o per via endovenosa).
Links sponsorizzati
Il pantoprazolo viene assorbito rapidamente, e le concentrazioni plasmatiche massime si raggiungono già dopo una singola dose orale di 40 mg. In media, le concentrazioni sieriche massime (intorno a 2-3 mg/ml) vengono raggiunte 2,5 ore dopo la somministrazione, e tali valori rimangono costanti dopo somministrazioni ripetute. Il volume di distribuzione è di circa 0,15 l/kg, la clearance è intorno a 0,1 l/ora/kg.
L’emivita della fase terminale è di circa 1 ora. Sono stati osservati alcuni casi di rallentata eliminazione del farmaco. A causa dello specifico legame del pantoprazolo alle pompe protoniche delle cellule parietali, l'emivita di eliminazione non è correlata alla durata d'azione (inibizione della secrezione acida) che è molto superiore.
Le caratteristiche farmacocinetiche non variano dopo somministrazione singola o ripetuta. Nell'intervallo di dosi tra 10 e 80 mg, la cinetica plasmatica del pantoprazolo è lineare dopo somministrazione sia orale sia endovenosa.
Il legame del pantoprazolo alle proteine sieriche è circa del 98%. La sostanza viene metabolizzata quasi esclusivamente a livello epatico. L'eliminazione renale rappresenta la principale via di escrezione (80% circa) dei metaboliti del pantoprazolo; il rimanente viene escreto con le feci. Il principale metabolita, sia nel siero sia nelle urine, è il demetilpantoprazolo, sotto forma di solfoconiugato. L'emivita del metabolita principale (circa 1,5 ore) non è molto più elevata di quella del pantoprazolo.
Biodisponibilità
Il pantoprazolo viene completamente assorbito dopo la somministrazione orale. La biodisponibilità assoluta delle compresse è circa del 77%. L'assunzione concomitante di cibo non influenza né AUC né concentrazione sierica massima e, quindi, nemmeno la biodisponibilità. Solo la variabilità del tempo di latenza viene aumentata dalla contemporanea assunzione di cibo.
Caratteristiche in pazienti/gruppi particolari
Non è necessaria alcuna riduzione della dose quando pantoprazolo viene somministrato a pazienti con funzione renale ridotta (compresi i pazienti in dialisi). Come nei soggetti sani, l’emivita di pantoprazolo è breve. Pantoprazolo è scarsamente dializzabile. Sebbene l'emivita del principale metabolita sia moderatamente aumentata (2 / 3 ore), l'escrezione continua ad essere rapida e pertanto non si verifica accumulo.
Sebbene nei pazienti con cirrosi epatica (classe A e B secondo Child) l'emivita aumenti a 7-9 ore e i valori di AUC siano 5-7 volte maggiori, le concentrazioni sieriche massime del farmaco aumentano solo lievemente, di 1,5 volte rispetto ai soggetti sani.
Un leggero aumento dei valori di AUC e Cmax che si osserva nei volontari anziani rispetto al gruppo dei volontari più giovani è anch'esso clinicamente non rilevante.
Bambino
A seguito di somministrazione di singole dosi orali di pantoprazolo 20 mg o 40 mg a bambini di età compresa tra 5 e 16 anni, hanno mostrato che AUC e Cmax rientravano nella gamma di valori corrispondente agli adulti. A seguito della somministrazione di singole dosi di pantoprazolo di 0,8 mg o 1,6 mg a bambini di età compresa tra 2 e 16 anni, non è stata osservata alcuna associazione significativa tra l’assorbimento del pantoprazolo e l’età o il peso. L’AUC e il volume di distribuzione erano conformi ai dati ottenuti negli adulti.
I dati non clinici non rivelano rischi particolari per l'uomo sulla base di studi convenzionali di farmacologia per la sicurezza, tossicità per dosi ripetute e genotossicità.
In uno studio di cancerogenicità della durata di due anni nel ratto (corrispondente a un trattamento per tutta la vita) sono state rilevate neoplasie neuroendocrine. Inoltre nella parte superiore dello stomaco dei ratti sono stati rilevati papillomi a cellule squamose. Il meccanismo con cui i derivati benzimidazolici inducono la formazione di carcinoidi gastrici è stato accuratamente studiato, portando alla conclusione che si tratti di una reazione secondaria allo spiccato aumento della gastrinemia che si verifica nel ratto nel corso del trattamento cronico.
Nello studio a 2 anni sui roditori è stato osservato un aumento nel numero di tumori epatici nei ratti (in un solo studio sul ratto) e nel topo femmina, interpretato come conseguenza della elevata metabolizzazione epatica del pantoprazolo. In base a studi di mutagenesi, test di trasformazione cellulare e uno studio di DNA-binding si può escludere che pantoprazolo abbia potenziale genotossico.
In uno studio a due anni è stato osservato un leggero aumento di alterazioni neoplastiche della tiroide è stato osservato nel gruppo di ratti trattati con la dose più alta (200 mg/kg) in uno studio a due anni. L'insorgenza di tali neoplasie è associata alle modificazioni indotte dal pantoprazolo nel catabolismo della tiroxina a livello epatico nel ratto. Poiché la dose terapeutica per l'uomo è bassa, non ci si attendono effetti indesiderati sulle ghiandole tiroidee.
Gli studi effettuati non hanno dimostrato alcuna influenza negativa sulla fertilità, né effetti teratogeni.
Il passaggio transplacentare è stato studiato nel ratto e aumenta con il progredire della gestazione. Di conseguenza, la concentrazione fetale di pantoprazolo aumenta subito prima della nascita.
Nucleo:
Mannitolo
Cellulosa microcristallina
Amido di mais pregelatinizzato (mais)
Sodio amido glicolato (Tipo A)
Sodio carbonato anidro
Calcio stearato
Rivestimento isolante:
Ipromellosa
Propilenglicole
Titanio diossido (E171)
ferro Ossido giallo (E172)
Rivestimento enterico:
Copolimero acido metacrilico-etil acrilato
Polisorbato 80
Sodio laurilsolfato
Trietilcitrato
Non pertinente.
3 anni
Non conservare a temperatura superiore a 30 °C.
Le compresse sono confezionate in blister di PVC/PCTFE/PVC/Alluminio
Confezioni da 14, 28, 56 e 60 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
FIDIA Farmaceutici S.p.A.
Via Ponte della Fabbrica, 3/A
35031 Abano Terme (PD)
“40 mg compresse gastroresistenti” 14 compresse in blister PVC/PCTFE/PVC/AL – AIC 039114057/M
“40 mg compresse gastroresistenti” 28 compresse in blister PVC/PCTFE/PVC/AL – AIC 039114069/M
“40 mg compresse gastroresistenti” 56 compresse in blister PVC/PCTFE/PVC/AL – AIC 039114071/M
“40 mg compresse gastroresistenti” 60 compresse in blister PVC/PCTFE/PVC/AL – AIC 039114083/M
22 giugno 2009
4 dicembre 2009