Pantoprazolo Sandoz Gmbh 40 Mg Polvere Per Soluzione Iniettabile
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

 

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

PANTOPRAZOLO SANDOZ GMBH 40 MG POLVERE PER SOLUZIONE INIETTABILE


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Un flaconcino contiene 40 mg di pantoprazolo (in forma di pantoprazolo sodico sesquidrato).


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Polvere per soluzione iniettabile.

Polvere di colore da bianco a giallognolo.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

- Ulcera duodenale

- Ulcera gastrica

- Esofagite da reflusso moderata e grave

- Sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche da ipersecrezione



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

La somministrazione di pantoprazolo per via endovenosa è raccomandata solo quando non sia appropriata la somministrazione orale.

Dosaggio raccomandato

Ulcera duodenale, ulcera gastrica, esofagite da reflusso moderata e grave

Il dosaggio raccomandato per via endovenosa è di 40 mg di pantoprazolo (un flaconcino) al giorno, somministrato in un periodo di tempo compreso tra 2 e 15 minuti e per una durata fino a una settimana.

Trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger-Ellison e di altre condizioni patologiche da ipersecrezione

I pazienti devono iniziare il trattamento con una dose quotidiana di 80 mg di pantoprazolo per via endovenosa. In seguito il dosaggio può essere titolato verso l’alto o verso il basso a seconda delle necessità, sulla base delle misurazioni della secrezione acida gastrica. Per dosaggi superiori a 80 mg al giorno, la dose deve essere divisa e somministrata due volte al giorno. È possibile aumentare temporaneamente il dosaggio di pantoprazolo sopra i 160 mg, ma non oltre il tempo necessario ad un adeguato controllo dell’acidità.

Nel caso sia necessario un rapido controllo dell’acidità, nella maggior parte dei pazienti una dose iniziale di 2 x 80 mg di pantoprazolo per via endovenosa è sufficiente a ridurre la produzione di acido ai valori voluti (<10 mEq/h) nell’arco di un’ora. Il passaggio da pantoprazolo per via endovenosa alla formulazione orale di pantoprazolo deve essere effettuato non appena clinicamente giustificato.

Istruzioni generali

Una soluzione pronta all’uso si prepara iniettando 10 ml di soluzione fisiologica di cloruro di sodio nel flaconcino contenente la polvere secca. Questa soluzione può essere somministrata direttamente oppure dopo essere stata miscelata con 100 ml di soluzione fisiologica di cloruro di sodio o di glucosio al 5%. Il medicinale deve essere somministrato per via endovenosa nell’arco di 2-15 minuti.

Dopo la preparazione, la soluzione deve essere usata entro 12 ore e conservata a temperatura non superiore a 25°C (vedere paragrafo 6.6). Il pantoprazolo in polvere per soluzione iniettabile non deve essere preparato o miscelato con solventi diversi da quelli specificati.

Nella maggior parte dei pazienti la liberazione dai sintomi viene raggiunta rapidamente.

Non appena sia possibile adottare una terapia orale, il trattamento con pantoprazolo per via endovenosa deve essere interrotto. Sono disponibili dati relativi all’uso di pantoprazolo per via endovenosa fino a 7 giorni. Successivamente deve essere somministrato il trattamento con pantoprazolo per via orale secondo il regime di dosaggio approvato.

Non esistono informazioni sull’uso del pantoprazolo nei bambini. Pertanto, il pantoprazolo per e.v. non deve essere usato nei bambini.


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Ipersensibilità a pantoprazolo.

Il pantoprazolo, come gli altri inibitori di pompa protonica, non deve essere somministrato contemporaneamente all’atazanavir (vedere paragrafo 4.5)


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

La somministrazione endovenosa di pantoprazolo è raccomandata solo quando non sia appropriata la somministrazione orale.

Il pantoprazolo non è indicato per disturbi gastrointestinali lievi, come la dispepsia nervosa. Prima del trattamento è necessario escludere la possibile presenza di ulcera gastrica maligna o di una malattia dell’esofago di natura maligna, poiché il trattamento con pantoprazolo può alleviare i sintomi delle ulcere maligne e ritardarne di conseguenza la diagnosi.

La diagnosi di esofagite da reflusso deve essere confermata da endoscopia.

Negli anziani e nei pazienti con alterata funzionalità renale non deve essere superata la dose giornaliera di 40 mg di pantoprazolo.

Nei pazienti sottoposti a trattamenti a lungo termine, per esempio per la sindrome di Zollinger-Ellison ed altre condizioni patologiche da ipersecrezione, la somministrazione contemporanea di pantoprazolo e di altri medicinali antiacidi può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina), come conseguenza della ipocloridria o dell’acloridria.

Ciò deve essere tenuto presente qualora vengano osservati i relativi sintomi clinici.

Nei pazienti con funzionalità epatica gravemente compromessa, la dose giornaliera deve essere ridotta a 20 mg di pantoprazolo. Inoltre in questi pazienti gli enzimi epatici devono essere monitorati per tutta la durata della terapia con pantoprazolo per via endovenosa. In caso di aumento degli enzimi epatici, la somministrazione di pantoprazolo per via endovenosa deve essere interrotta.

A tutt’oggi non esiste alcuna esperienza relativa al trattamento dei bambini.


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

Si devono osservare modifiche nell’assorbimento di medicinali il cui assorbimento è pH-dipendente (per esempio ketoconazolo), quando assunti contemporaneamente.

È stato dimostrato che la somministrazione contemporanea di atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg con omeprazolo (40 mg una volta al giorno) o di atazanavir 400 mg con lansoprazolo (60 mg in dose unica) in volontari sani, comporta una riduzione consistente della biodisponibilità dell’atazanavir. L’assorbimento dell’atazanavir dipende dal pH. Perciò, gli inibitori della pompa protonica, compreso il pantoprazolo, non devono essere somministrati contemporaneamente all’atazanavir (vedere paragrafo 4.3).

Il pantoprazolo viene metabolizzato nel fegato dal sistema enzimatico del citocromo P450.

Non può essere esclusa un’interazione tra pantoprazolo e altri principi attivi o composti che siano metabolizzati attraverso lo stesso sistema enzimatico. Tuttavia non sono state osservate interazioni clinicamente significative nel corso di test specifici con alcuni di questi principi attivi o composti, come carbamazepina, caffeina, diazepam, diclofenac, digossina, etanolo, glibenclamide, metoprololo, naprossene, nifedipina, fenitoina, piroxicam, teofillina e un contraccettivo orale.

Sebbene nel corso di studi clinici di farmacocinetica non sia stata osservata alcuna interazione durante la somministrazione contemporanea con fenprocumone o warfarin, durante il trattamento concomitante nella fase post-marketing sono stati registrati alcuni casi isolati di variazioni nell’INR. Pertanto, nel caso di pazienti trattati con anticoagulanti derivati della cumarina, si raccomanda di monitorare il tempo di protrombina/INR dopo l’inizio e il termine del trattamento con pantoprazolo o in caso di utilizzo irregolare dello stesso.

Non si sono verificate interazioni in seguito alla somministrazione concomitante di antiacidi.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Gravidanza

L’esperienza con il pantoprazolo nelle donne in gravidanza è molto ridotta. Una limitata esperienza con inibitori della pompa protonica come classe non indica un aumento del rischio di malformazioni congenite maggiori. In studi sulla riproduzione animale, si sono osservati segni di lieve fetotossicità (vedere paragrafo 5.3). Il pantoprazolo non deve essere usato a meno che non sia strettamente necessario.

Allattamento

Non sono disponibili dati sull’escrezione del pantoprazolo nel latte materno. Poiché non possono essere esclusi potenziali rischi per il neonato, quando è necessario il trattamento con pantoprazolo è opportuno prendere in considerazione l’interruzione dell’allattamento al seno.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Non sono noti effetti sulla capacità di guidare e usare macchinari.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Classificazione d’organo Frequenza
Comune (>1/100, <1/10) Non comune (>1/1000, <1/100) Raro (<1/1,000, >1/10.000) Molto raro (<1/10.000, compresi i casi isolati)
Patologie del sistema emolinfopoietico       Leucopenia, trombocitopenia
Patologie gastrointestinali Dolore addominale alto, diarrea, stipsi, flatulenza Nausea/vomito Secchezza delle fauci  
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione       Tromboflebite nel sito di iniezione, edema periferico
Patologie epatobiliari       Grave danno epatocellulare, che porta a ittero con o senza insufficienza epatica
Disturbi del sistema immunitario       Reazioni anafilattiche, compreso shock anafilattico
Esami diagnostici       Aumento degli enzimi epatici (transaminasi, γ-GT), aumento dei trigliceridi, aumento della temperatura corporea
Patologie del sistema muscolosceheletrico     Artralgia Mialgia
Patologie del sistema nervoso Cefalea Capogiri, disturbi della vista (vista confusa)    
Disturbi psichiatrici       Depressione mentale
Patologie renali e urinarie       Nefrite interstiziale
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Reazioni allergiche, quali prurito e rash cutaneo   Orticaria, angioedema, gravi reazioni cutanee (come sindrome di Stevens-Johnson), eritema multiforme, sindrome di Lyell, fotosensibilità

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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

Non sono noti sintomi da sovradosaggio nell’uomo.

Dosi fino a 240 mg somministrate in un periodo di 2 minuti sono state ben tollerate. In caso di sovradosaggio con segni clinici di intossicazione, applicare le regole generali per il trattamento dell’intossicazione. Poiché si lega in modo esteso alle proteine, pantoprazolo non è prontamente dializzabile. A parte il trattamento sintomatico e di supporto, non è possibile formulare alcuna specifica raccomandazione terapeutica.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Categoria farmacoterapeutica: inibitori della pompa protonica; codice ATC: A02BC02

Il pantoprazolo è un derivato benzimidazolico che inibisce la secrezione di acido cloridrico nello stomaco mediante un’azione specifica sulle pompe protoniche delle cellule parietali.

Il pantoprazolo viene convertito nella sua forma attiva nell’ambiente acido delle cellule parietali, dove inibisce l’enzima H+, K+ATPasi, cioè lo stadio finale della produzione di acido cloridrico nello stomaco. L’inibizione è dose-dipendente e interessa la secrezione acida sia basale sia stimolata. Come per altri inibitori della pompa protonica e inibitori del recettore H2, il trattamento con pantoprazolo determina una riduzione dell’acidità nello stomaco e di conseguenza un aumento di gastrina proporzionale alla riduzione dell’acidità. L’incremento di gastrina è reversibile. Poiché si lega all’enzima in posizione distale rispetto al recettore cellulare, il pantoprazolo può influenzare la secrezione di acido cloridrico indipendentemente dalla stimolazione da parte di altre sostanze (acetilcolina, istamina, gastrina). Che la somministrazione del prodotto avvenga per via orale o per via endovenosa, l’effetto è il medesimo.


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

Farmacocinetica generale

Il volume di distribuzione è di circa 0,15 l/kg e la clearance è intorno a 0,1 l/h/kg. L’emivita terminale è di circa un’ora. Si sono osservati pochi casi di soggetti con rallentata eliminazione. A causa della attivazione specifica del pantoprazolo nelle cellule parietali, l’emivita di eliminazione non si correla con la durata dell’azione (inibizione della secrezione acida), che è molto più lunga.

Le caratteristiche farmacocinetiche non variano dopo somministrazione singola o ripetuta. Nell’intervallo di dosi tra 10 e 80 mg le cinetiche plasmatiche del pantoprazolo sono praticamente lineari dopo somministrazione sia orale sia endovenosa.

Il legame del pantoprazolo alle proteine sieriche è di circa il 98%. La sostanza viene metabolizzata quasi esclusivamente nel fegato. L’eliminazione renale rappresenta la principale via di escrezione (80% circa) dei metaboliti del pantoprazolo, il rimanente viene escreto con le feci. Il principale metabolita, sia nel siero sia nelle urine, è il demetilpantoprazolo, sotto forma di sulfoconiugato. L’emivita del metabolita principale (circa 1,5 ore) non è molto più elevata di quella del pantoprazolo.

Proprietà farmacocinetiche in pazienti/gruppi speciali di soggetti

Non si richiede una riduzione del dosaggio di pantoprazolo in pazienti con ridotta funzionalità renale (compresi pazienti in dialisi). Come nei soggetti sani, l’emivita del pantoprazolo è breve. Solo quantità di pantoprazolo molto ridotte vengono dializzate. Sebbene l’emivita del principale metabolita sia leggermente prolungata (2-3 ore), l’escrezione è tuttavia rapida e pertanto non si verifica accumulo.

Nonostante nei pazienti affetti da cirrosi epatica (classe A e B secondo Child) i valori di emivita aumentino fino a 7-9 ore e i valori di AUC siano di 5-7 volte maggiori, le concentrazioni sieriche massime del farmaco aumentano solo leggermente, circa 1,5 volte, rispetto ai soggetti sani.

Un leggero aumento dei valori di AUC e Cmax osservato nei volontari anziani rispetto al gruppo dei volontari più giovani è anch’esso clinicamente non rilevante.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

Dai dati preclinici, basati su studi convenzionali sulla sicurezza farmacologica, sulla tossicità per somministrazioni ripetute e sulla genotossicità, non emergono particolari rischi per l’uomo.

In studi di mutagenesi, i test di trasformazione cellulare e uno studio di DNA-binding hanno portato a concludere che pantoprazolo non possiede potenziale genotossico.

In uno studio di carcinogenesi a 2 anni nei ratti, sono stati evidenziati tumori neuroendocrini. Inoltre, nell’ampolla esofagea dei ratti, sono stati trovati papillomi a cellule squamose. Il meccanismo tramite il quale i derivati benzimidazolici inducono la formazione di carcinoidi gastrici è stato accuratamente studiato, portando a concludere che si tratta di una reazione secondaria allo spiccato aumento della gastrinemia che si verifica nel ratto nel corso del trattamento cronico.

Fino a oggi nell’uomo in trattamento cronico con inibitori della pompa protonica non è stata osservata alcuna formazione di tumori gastrici, ma le informazioni disponibili sono per ora limitate.

Negli studi a 2 anni si è osservato un aumento del numero di tumori del fegato in ratti ed in topi femmine, attribuito alla elevata metabolizzazione del pantoprazolo nel fegato. Questo meccanismo di carcinogenesi, specifico per i roditori, è considerato senza rilevanza in relazione al trattamento con pantoprazolo dell’uomo. Un leggero aumento di alterazioni neoplastiche della tiroide è stato osservato nel gruppo di ratti trattati con la dose più alta (200 mg/kg). L’insorgenza di tali neoplasie nel ratto è associata alle alterazioni indotte da pantoprazolo nel catabolismo della tiroxina a livello epatico. Poiché la dose terapeutica per l’uomo è bassa, non sono da attendersi effetti collaterali sulla ghiandola tiroidea.

Le indagini non hanno evidenziato alterazioni della fertilità o effetti teratogeni, ma nei ratti sottoposti a livelli di esposizione clinici (o prossimi a tali livelli) è stata osservata una leggera diminuzione dell’ossificazione dello scheletro.

Il passaggio transplacentare, studiato nel ratto, aumenta con il progredire della gestazione. Di conseguenza, la concentrazione di pantoprazolo nel feto aumenta subito prima della nascita.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Non pertinente


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Questo medicinale non deve essere preparato o miscelato con solventi diversi da quelli specificati ai paragrafi 4.2 e 6.6.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

18 mesi.

Dopo la ricostituzione (e la diluizione): non conservare a temperatura superiore a 25°C e usare entro 12 ore.


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Non conservare a temperatura superiore ai 25°C. Tenere il contenitore nell’imballaggio esterno.

Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito (e diluito), vedere paragrafo 6.3.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Flaconcino trasparente di tipo I, chiuso con un tappo in gomma di colore rosso e sigillato con chiusura in alluminio.

Confezioni da 1, 5, 10 e 20 flaconcini.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Una soluzione pronta all’uso si prepara iniettando 10 ml di soluzione fisiologica di cloruro di sodio in un flaconcino contenente la polvere secca. La soluzione ricostituita deve essere incolore o di un pallido colore giallo. Questa soluzione può essere somministrata direttamente oppure dopo essere stata miscelata con 100 ml di soluzione fisiologica di cloruro di sodio o di glucosio al 5%. Dopo la preparazione la soluzione deve essere usata entro 12 ore. Da un punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente. Se non usato immediatamente i tempi e le condizioni di conservazione antecedenti all’uso sono responsabilità dell’utilizzatore e normalmente non devono essere più lunghi di 12 ore a una temperatura non superiore ai 25°C.

Il pantoprazolo in polvere per soluzione iniettabile non deve essere preparato o miscelato con solventi diversi da quelli specificati.

Il prodotto medicinale deve essere somministrato per via endovenosa nell’arco di 2-15 minuti.

Ogni eventuale quota di medicinale rimasta nel contenitore o il cui aspetto sia cambiato (per esempio se si osserva torbidità o precipitazione) deve essere eliminata.

Il contenuto del flaconcino è esclusivamente monouso.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

Sandoz GmbH – Biochemiestrasse, 10 – 6250 Kundl (Austria)

Rappresentante per l’Italia: Sandoz Spa – Largo U. Boccioni, 1 – 21040 Origgio (VA)


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

40 mg polvere per soluzione iniettabile 1 flaconcino in vetro

AIC n. 037838012/M

40 mg polvere per soluzione iniettabile 5 flaconcini in vetro

AIC n. 037838024/M

40 mg polvere per soluzione iniettabile 10 flaconcini in vetro

AIC n. 037838036/M

40 mg polvere per soluzione iniettabile 20 flaconcini in vetro

AIC n. 037838048/M


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

14 Luglio 2009


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

Luglio 2009