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PANTOPRAZOLO WINTHROP 40 mg
Ogni compressa gastroresistente contiene 40 mg di pantoprazolo (equivalente a 45,1 mg di pantoprazolo sodico sesquidrato).
Eccipiente: 76,85 mg maltitolo (vedere 4.4).
Per un elenco completo degli eccipienti, vedere 6.1.
Compressa gastroresistente.
Compressa ovale, gialla.
• Ulcere duodenali.
• Ulcere gastriche.
• Esofagiti da reflusso di grado moderato e grave.
• Trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger-Ellison e altri disturbi associati a ipersecrezione patologica di acidi gastrici.
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Dosaggio raccomandato
Adulti e adolescenti da 12 anni di età:
Esofagiti da reflusso di grado moderato e grave
Per il reflusso delle esofagiti, la dose giornaliera è una compressa gastroresistente di Pantoprazolo Winthrop 40 mg.
In casi singoli, in particolare in pazienti che non hanno risposto ad altri tipi di trattamento, la dose può essere raddoppiata (aumentata a due compresse gastroresistenti di Pantoprazolo Winthrop 40 mg al giorno).
Adulti
Ulcere gastriche e duodenali
Per le ulcere duodenali/ gastriche, la dose è una compressa gastroresistente di Pantoprazolo Winthrop 40 mg al giorno.
In casi singoli, in particolare in pazienti che non hanno risposto ad altre forme di trattamento, la dose può essere raddoppiata (incrementata a due compresse gastroresistenti di Pantoprazolo Winthrop 40 mg al giorno).
Sindrome di Zollinger-Ellison
Per il trattamento a lungo termine della Sindrome di Zollinger-Ellison e altri disturbi associati all’ipersecrezione patologica di acido gastrico, la dose iniziale raccomandata è 80 mg (2 compresse gastroresistenti di Pantoprazolo Winthrop 40 mg) al giorno. Tuttavia, la dose può essere stabilita individualmente, sulla base dei valori della secrezione acida gastrica. A dosi superiori a 80 mg al giorno, il dosaggio giornaliero deve essere diviso in due somministrazioni separate. Aumenti temporanei della dose al di sopra di 160 mg di pantoprazolo sono possibili, ma non devono essere mantenuti per un tempo più lungo di quello necessario a raggiungere un adeguato controllo della secrezione acida. Non ci sono limitazioni sulla durata del trattamento per la Sindrome di Zollinger-Ellison o altri disturbi associati a ipersecrezione patologica di acido gastrico; il trattamento deve continuare per il tempo richiesto clinicamente.
Pazienti con funzione epatica compromessa
In caso di funzione epatica gravemente compromessa la dose deve essere ridotta a una compressa (40 mg di pantoprazolo) a giorni alterni.
Pazienti con funzione renale compromessa
Non è consigliato nessun aggiustamento di dose.
Pazienti anziani
Non si deve superare la dose giornaliera di 40 mg di pantoprazolo nei pazienti anziani.
Bambini al di sotto di 12 anni di età
Non è raccomandato l’uso di Pantoprazolo Winthrop 40 mg nei bambini al di sotto di 12 anni di età a causa dei dati limitati in questo gruppo di soggetti.
Istruzioni generali
Le compresse gastroresistenti di Pantoprazolo Winthrop 40 mg non devono essere masticate o frantumate, ma deglutite intere con un pò d’acqua.
Nella maggioranza dei casi, nell’ulcera duodenale la cicatrizzazione della lesione ulcerosa si ottiene generalmente entro 2 settimane dall’inizio del trattamento. Se tale periodo non è sufficiente, la cicatrizzazione si verifica, nella quasi totalità dei casi, dopo altre due settimane di trattamento.
Nella maggioranza dei casi, nell’ulcera gastrica e nell’esofagite da reflusso la durata del trattamento è in genere di 4 settimane. Se tale periodo non è sufficiente, la cicatrizzazione si ottiene, solitamente, prolungando il trattamento per altre 4 settimane.
Pantoprazolo Winthrop 40 mg non deve essere impiegato in terapia combinata per l’eradicazione di Helicobacter pylori nei pazienti con gravi disfunzioni epatiche perché al momento non sono disponibili dati di efficacia e sicurezza sull’uso della terapia combinata in questi pazienti.
Ipersensibilità al principio attivo, a uno qualsiasi degli eccipienti o a uno dei farmaci assunti con la terapia combinata.
Pantoprazolo Winthrop 40 mg, come altri PPI, non deve essere somministrato insieme con l’atazanavir (vedere 4.5).
In pazienti con la Sindrome di Zollinger-Ellison e altre condizioni patologiche caratterizzate da ipersecrezione acida che richiedono un trattamento a lungo termine, pantoprazolo, come tutti gli altri farmaci che bloccano l’acidità, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) causata da ipo o acloridria; ciò deve essere considerato se vengono osservati i relativi sintomi clinici.
In presenza di qualsiasi sintomo di allarme (per esempio significativa perdita di peso non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e quando l’ulcera gastrica è sospetta o presente, si deve escludere l’eventuale natura maligna, dato che il trattamento con pantoprazolo può, alleviandone la sintomatologia, ritardare la diagnosi.
Un ulteriore accertamento clinico deve essere preso in considerazione se i sintomi persistono dopo 4 settimane di adeguato trattamento.
In pazienti con grave compromissione epatica, la dose deve essere adattata (vedere 4.2).
In pazienti con grave compromissione epatica, gli enzimi epatici devono essere controllati regolarmente durante il trattamento, specialmente durante il trattamento a lungo termine. In caso di aumento di questi enzimi, il trattamento deve essere sospeso.
La diminuzione dell’acidità gastrica dovuta a qualsiasi causa, inclusi gli inibitori della pompa protonica, aumenta la conta gastrica dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale. Il trattamento con farmaci che riducono l’acidità può causare un leggero aumento del rischio di infezioni gastrointestinali, come quelle da Salmonella e Campylobacter.
Non sono disponibili al momento esperienze cliniche sull’uso di pantoprazolo nei bambini al di sotto di 12 anni di età.
Questo medicinale contiene maltitolo.
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale.
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Pantoprazolo Winthrop 40 mg può ridurre l’assorbimento di farmaci la cui biodisponibilità è pH-dipendente (ad esempio ketoconazolo o itraconazolo).
È stato osservato che la somministrazione concomitante di atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg con omeprazolo (40 mg una volta al giorno) o atazanavir 400 mg con lansoprazolo (60 mg in singola dose) a volontari sani causa una sostanziale riduzione della biodisponibilità dell’atazanavir. L’assorbimento dell’atazanavir è pH-dipendente. Pertanto, i PPI, incluso il pantoprazolo, non devono essere somministrati in concomitanza con l’atazanavir (vedere 4.3).
Il principio attivo di Pantoprazolo Winthrop 40 mg è metabolizzato nel fegato mediante il sistema enzimatico del citocromo P450. Non può essere esclusa un’interazione con altri farmaci o composti metabolizzati attraverso lo stesso sistema enzimatico. Tuttavia, in test specifici non si sono osservate interazioni clinicamente significative con alcuni di questi farmaci. I test sono stati eseguiti su carbamazepina, caffeina, diazepam, diclofenac, diossina, etanolo, glibenclamide, metoprololo, naprossene, nifedipina, fenitoina, piroxicam, teofillina e un contraccettivo orale.
Anche se non sono state osservate interazioni negli studi clinici di farmacocinetica durante la somministrazione concomitante di fenprocumone o warfarin, sono stati segnalati alcuni casi isolati di cambiamenti del tempo di protrombina/INR durante il trattamento concomitante nel periodo post-marketing. Di conseguenza, in pazienti trattati con anticoagulanti cumarinici, si raccomanda il controllo del tempo di protrombina/INR quando si inizia il trattamento con pantoprazolo, quando lo si interrompe o quando il medicinale viene somministrato in maniera discontinua.
Similmente, si sono evidenziate interazioni con antiacidi somministrati contemporaneamente.
In studi di interazione farmacocinetica nell’uomo, pantoprazolo era stato somministrato in concomitanza con appropriati antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina) e non sono state evidenziate interazioni clinicamente significative.
Gravidanza
L’esperienza clinica in donne in gravidanza è limitata. In studi di riproduzione nell’animale, si sono osservati segni di lieve tossicità fetale a dosi maggiori di 5 mg/kg.
Si deve osservare cautela nella prescrizione a donne in gravidanza.
Allattamento
Non sono disponibili dati sull’escrezione di pantoprazolo nel latte materno. Durante l’allattamento le compresse di Pantoprazolo Winthrop 40 mg devono essere somministrate solo quando il beneficio per la madre sia considerato maggiore del rischio potenziale per il feto o il lattante.
Pantoprazolo Winthrop 40 mg non ha effetto sulla capacità di guidare veicoli o usare macchinari.
Tuttavia, la comparsa di alcuni effetti indesiderati quali capogiri e visione offuscata possono influenzare la capacità di reazione del paziente, che a sua volta potrebbe diminuire la capacità di guidare e usare macchinari.
La seguente convenzione di frequenza è usata nella valutazione degli effetti indesiderati:
Frequenza | Comune (≥1/100 to <1/10) | Non comune (≥1/1.000 to <1/100) | Raro (≥1/10.000 to<1/1.000) | Molto raro (<1/10.000), non nota (non può essere stimata sulla base dei dati disponibili) |
Sistemi e organi |
Patologie del sistema emolinfopoietico | | | | Leucopenia; trombocitopenia |
Disturbi del sistema immunitario | | | | Reazioni anafilattiche incluso lo shock anafilattico |
Disturbi psichiatrici | | | Depressione, allucinazioni, disorientamento e confusione, specialmente in pazienti predisposti e aggravamento di questi sintomi in caso di preesistenza | |
Patologie del sistema nervoso | Cefalea | Capogiri, disturbi della vista (visione offuscata) | | |
Patologie gastrointestinali | Dolori all’addome superiore; diarrea; stipsi; flatulenza | Nausea/vomito | Secchezza delle fauci | |
Patologie epatobiliari | | | | Grave danno epatocellulare che conduce ad itterizia con o senza insufficienza epatica |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | | Reazioni allergiche come prurito e rash cutaneo | | Orticaria; angioedema; gravi reazioni della cute per es. Sindrome di Stevens Johnson; eritema multiforme; Sindrome di Lyell; reazione di fotosensibilità |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | | | Atralgia | Mialgia |
Patologie renali e urinarie | | | | Nefriti interstiziali |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | | | | Ginecomastia |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somminnistrazione | | | | Edema periferico |
Esami diagnostici | | | | Aumento degli enzimi epatici (transaminasi, gamma GT); trigliceridi elevati; aumento della temperatura corporea; ipernatriemia negli anziani |
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Non sono noti sintomi da sovradosaggio nell’uomo.
Sono state somministrate dosi fino a 240 mg per via endovenosa in due minuti e sono state ben tollerate.
In caso di sovradosaggio con segni clinici di intossicazione, si applicano gli schemi usuali per il trattamento dell’intossicazione.
Categoria farmacoterapeutica: inibitori della pompa protonica.
Codice ATC: A02BC02.
Il pantoprazolo è un derivato benzimidazolico che inibisce la secrezione di acido gastrico con azione specifica sulle pompe protoniche delle cellule parietali. Il pantoprazolo viene convertito nella forma attiva nell’ambiente acido delle cellule parietali, ove inibisce l’enzima H+, K+-ATPasi, cioè lo stadio finale della produzione di acido cloridrico nello stomaco. Tale inibizione è dose-dipendente e interessa la secrezione acida sia basale che stimolata.
Nella maggior parte dei pazienti, la liberazione dei sintomi viene raggiunta in 2 settimane. Analogamente ad altri inibitori della pompa protonica e a inibitori dei recettori H2, il trattamento con pantoprazolo determina una riduzione dell’acidità a livello gastrico e conseguentemente un aumento di gastrina, proporzionale alla riduzione dell’acidità. L’incremento di gastrina è reversibile. Poiché il pantoprazolo si lega all’enzima in posizione distale rispetto al recettore cellulare, questa sostanza può agire sulla secrezione di acido cloridrico indipendentemente dalla stimolazione di altre sostanze (acetilcolina, istamina, gastrina). L’effetto è lo stesso dopo somministrazione del medicinale per via sia orale sia endovenosa.
I valori di gastrina a digiuno aumentano durante il trattamento con pantoprazolo. In trattamenti a breve termine, nella maggioranza dei casi essi non superano i limiti superiori della norma. Durante il trattamento a lungo termine i livelli di gastrina, nella maggior parte dei casi, raddoppiano. Un aumento eccessivo, tuttavia, si verifica solo in casi isolati. Di conseguenza, durante il trattamento a lungo termine, in una minoranza di casi si osserva nello stomaco un aumento da lieve a moderato del numero di cellule endocrine specifiche (ECL) (iperplasia da semplice ad adenomatoide). Tuttavia, in base agli studi sinora eseguiti (vedere 5.3), la formazione di precursori carcinoidi (iperplasia atipica) o di carcinoidi gastrici può essere esclusa per gli uomini.
L’influenza di un trattamento a lungo termine con pantoprazolo che si prolunga per oltre 1 anno non può essere esclusa sui parametri endocrini della tiroide e degli enzimi del fegato in accordo con i risultati degli studi sugli animali.
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Il pantoprazolo viene assorbito rapidamente, e le concentrazioni plasmatiche massime si ottengono già dopo una singola dose orale di 40 mg. Le massime concentrazioni sieriche (intorno a 2-3 mg/ml) vengono raggiunte in media 2,5 ore dopo la somministrazione e tali valori rimangono costanti dopo somministrazioni ripetute. Il volume di distribuzione è circa 0,15 l/kg, la clearance intorno a 0,1 l/h/kg. L’emivita della fase terminale è di circa un’ora.
Si sono osservati alcuni casi di eliminazione rallentata del farmaco. A causa dell’attivazione specifica delle cellule parietali da parte del pantoprazolo, l’emivita di eliminazione non si correla con la durata d’azione (inibizione della secrezione acida) che è molto più lunga.
Le caratteristiche farmacocinetiche non si modificano dopo somministrazione singola o ripetuta. Nell’intervallo di dosi tra 10 e 80 mg, la cinetica del pantoprazolo è praticamente lineare dopo somministrazione sia orale che endovenosa.
Il legame del pantoprazolo alle proteine sieriche è circa del 98%. Il pantoprazolo viene metabolizzato quasi esclusivamente a livello epatico. La maggior parte dei suoi metaboliti è escreta per via renale (circa 80%); il rimanente è escreto con le feci. Il principale metabolita è il demetilpantoprazolo, presente sia nel siero che nelle urine sotto forma di sulfoconiugato. L’emivita del metabolita principale (circa 1,5 ore) non è molto più elevata di quella del pantoprazolo.
Biodisponibilità
Il pantoprazolo è completamente assorbito dopo somministrazione orale. La biodisponibilità assoluta delle compresse è circa il 77%. L’assunzione concomitante di cibo non influenza l’AUC, la concentrazione sierica massima e, quindi, la biodisponibilità. La somministrazione con il cibo può ritardare il suo assorbimento di 2 h o più.
Gruppi particolari di pazienti
Non è richiesta nessuna riduzione della dose in pazienti con funzione renale compromessa (compresi i pazienti in dialisi). L’emivita del pantoprazolo è breve come nei soggetti sani.
Solo quantità molto piccole di pantoprazolo sono dializzate. Sebbene l’emivita del principale metabolita sia moderatamente aumentata (2 -3 ore), l’escrezione è altrettanto rapida e dunque non si verifica accumulo.
Nei pazienti con cirrosi epatica (classe A e B secondo Child), l’emivita aumenta fino a 7-9 ore e i valori di AUC sono 5-7 volte maggiori. Le concentrazioni sieriche massime del farmaco sono solo modestamente aumentate (circa 1,5 volte) rispetto a quelle dei soggetti sani.
Similmente, il leggero aumento dell’AUC e della Cmax, che si osserva nei volontari anziani rispetto al gruppo dei più giovani non ha rilevanza clinica.
Dai dati preclinici, basati su studi convenzionali di farmacologia per la sicurezza, tossicità per somministrazioni ripetute e genotossicità, non emergono particolari rischi per l’uomo.
In uno studio di carcinogenesi a due anni nel ratto, che per questo animale corrisponde al trattamento per tutta la vita, sono stati evidenziati tumori neuroendocrini. Inoltre, nell’ampolla esofagea dei ratti, si sono trovati papillomi a cellule squamose. Il meccanismo con cui i derivati benzimidazolici inducono la formazione di carcinoidi gastrici è stato accuratamente studiato, portando alla conclusione che si tratti di una reazione secondaria allo spiccato aumento della gastrina che si verifica nel ratto nel corso del trattamento cronico.
Negli studi a due anni si è osservato un aumento del numero di tumori epatici nel ratto e nel topo femmina, attribuito alla elevata metabolizzazione del pantoprazolo nel fegato.
Un leggero aumento di alterazioni neoplastiche della tiroide è stato osservato nel gruppo di ratti trattati con la dose più alta (200 mg/kg). L’insorgenza di tali neoplasie è associata alle modificazioni del catabolismo della tiroxina indotte dal pantoprazolo a livello epatico nel ratto. Poiché la dose terapeutica per l’uomo è bassa, non sono da attendersi effetti indesiderati a carico della tiroide.
Gli studi effettuati non hanno dimostrato compromissione della fertilità né effetti teratogeni. Le dosi giornaliere al di sopra dei 5 mg/kg causano ritardi dello sviluppo scheletrico nei ratti. La capacità del pantoprazolo di attraversare la placenta è stata studiata nel ratto ed è stato rilevato che essa aumenta con il progredire della gestazione. Di conseguenza, la concentrazione fetale di pantoprazolo aumenta subito prima della nascita.
Nucleo della compressa
• Maltitolo (E 965)
• Crospovidone tipo B
• Carmellosa sodica
• Sodio carbonato anidro (E 500)
• Calcio stearato
Rivestimento
• Polivinil alcool
• Talco (E 553b)
• Titanio diossido(E 171)
• Macrogol 3350
• Lecitina di soia (E 322)
• Ferro ossido giallo (E 172)
• Sodio carbonato anidro (E 500)
• Acido metacrilico/etilacrilato copolimero (1:1)
• Trietilcitrato (E 1505)
Non pertinente.
Per i blister alu-Alu: 30 mesi.
Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione di conservazione.
Blister Alu-Alu
Confezioni:
14 compresse gastroresistenti
Nessuna precauzione particolare.
Winthrop Pharmaceuticals Italia S.r.l.
Viale Bodio n. 37/b - 20158 Milano
AIC n. 038881013/M - 14 compresse
Determinazione A.I.C. n. 1255 del 12/06/2009 - G.U. n. 156 del 08/07/2009
Luglio 2009