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PANTORC polvere per soluzione iniettabile per via endovenosa
Un flaconcino contiene:
Pantoprazolo 40 mg (come pantoprazolo sodico)
Per gli eccipienti vedere 6.1
Polvere per soluzione iniettabile.
Polvere da bianca a quasi bianca.
Ulcera duodenale;
ulcera gastrica;
esofagite da reflusso di grado moderato e grave;
sindrome di Zollinger Ellison ed altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida.
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Si raccomanda la somministrazione endovenosa di Pantorc iniettabile qualora la somministrazione orale non sia indicata.
Posologia raccomandata:
Ulcera duodenale, ulcera gastrica, esofagite da reflusso di grado moderato e grave:
La posologia raccomandata è di un flaconcino (40 mg di pantoprazolo) di Pantorc iniettabile al giorno, per somministrazione endovenosa.
Trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger Ellison ed altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida:
I pazienti devono iniziare il trattamento con la dose giornaliera di 80 mg di Pantorc iniettabile. In seguito il dosaggio può essere aumentato o ridotto sulla base di opportune valutazioni strumentali della secrezione acida individuale. Dosaggi superiori a 80 mg devono essere suddivisi in due somministrazioni giornaliere. E` possibile incrementare temporaneamente la dose giornaliera al di sopra di 160 mg per periodi non superiori a quanto necessario per ottenere un controllo adeguato della secrezione acida.
In caso sia richiesto un rapido controllo dell’acidità, una dose iniziale doppia (ovvero 2 x 80 mg) di Pantorc iniettabile è sufficiente per ridurre la secrezione acida nell’ambito del target terapeutico (<10 mEq/h) entro un’ora nella maggior parte dei pazienti. Il passaggio da Pantorc iniettabile alla formulazione orale di Pantorc deve essere effettuato non appena le condizioni cliniche lo consentano.
Istruzioni generali:
La soluzione da somministrare va preparata iniettando 10 ml di soluzione fisiologica salina nel flaconcino contenente la polvere. La soluzione così ricostituita può essere somministrata direttamente o dopo ulteriore diluizione in 100 ml di soluzione fisiologica salina o in soluzione glucosata al 5%. Dopo la preparazione la soluzione deve essere utilizzata entro 12 ore.
Pantorc iniettabile non deve essere ricostituito o miscelato con solventi diversi da quelli sopra citati.
Non appena sia possibile la somministrazione orale, il trattamento con Pantorc iniettabile deve essere sospeso e proseguito con pantoprazolo 40 mg per os.
Il farmaco deve essere somministrato per via endovenosa in un intervallo di tempo da 2 a 15 minuti.
Pazienti pediatrici:
L’esperienza nei bambini è limitata. Perciò Pantorc 40 mg polvere per soluzione iniettabile per via endovenosa non è raccomandato per l’uso in pazienti di età inferiore ai 18 anni fin quando saranno disponibili ulteriori dati.
Pantoprazolo non deve essere generalmente impiegato in caso di ipersensibilità individuale accertata verso uno dei suoi componenti.
Pantoprazolo, come gli altri inibitori della pompa protonica, non deve essere somministrato contemporaneamente ad atazanavir (vedere sezione 4.5)
Si raccomanda la somministrazione endovenosa di Pantorc iniettabile solo se non è indicata la somministrazione orale.
Pantoprazolo non è indicato per il trattamento di disturbi gastrointestinali lievi quali la dispepsia nervosa.
In presenza di qualsiasi sintomo allarmante (per esempio significativa perdita di peso non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e quando si sospetta o è confermata la presenza di ulcera gastrica, la natura maligna deve essere esclusa in quanto il trattamento con pantoprazolo può alleviare i sintomi e ritardare la diagnosi.
Se i sintomi persistono nonostante un trattamento adeguato deve essere considerata un’ulteriore indagine.
Non si deve superare la dose giornaliera di 40 mg di pantoprazolo nei pazienti anziani o nei pazienti con alterata funzionalità renale.
In pazienti con funzionalità epatica gravemente compromessa la dose giornaliera deve essere ridotta a 20 mg. Inoltre, durante la terapia con pantoprazolo iniettabile si devono eseguire controlli periodici degli enzimi epatici. In caso di aumento dei livelli sierici di questi enzimi, si deve sospendere il trattamento.
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Alterazioni dell'assorbimento si possono osservare nel caso di assunzione concomitante di farmaci, il cui assorbimento è pH-dipendente, come ad esempio il ketoconazolo.
È stato dimostrato che la somministrazione contemporanea di atazanavir 300mg/ ritonavir 100 mg con omeprazolo (40 mg una volta die) o atazanavir 400 mg con lansoprazolo (60 mg in singola dose) a volontari sani ha portato ad una riduzione sostanziale della biodisponibilità di atazanavir. L’assorbimento di atazanavir è pH dipendente. Perciò gli inibitori della pompa protonica, incluso pantoprazolo, non devono essere somministrati contemporaneamente ad atazanavir (vedere Sezione 4.3).
Il principio attivo di Pantorc iniettabile è metabolizzato nel fegato dal sistema enzimatico del citocromo P450. Non può essere esclusa un'interazione con altri farmaci o composti metabolizzati attraverso lo stesso sistema enzimatico. Tuttavia, in test specifici, non si sono osservate interazioni clinicamente significative con alcuni di questi farmaci o composti, precisamente carbamazepina, caffeina, diazepam, diclofenac, digossina, etanolo, glibenclamide, metoprololo, naprossene nifedipina, fenitoina, piroxicam, teofillina ed un contraccettivo orale.
Sebbene negli studi clinici di farmacocinetica non siano state osservate interazioni durante il trattamento concomitante di fenprocumone e warfarin, alcuni casi isolati di variazione dell’INR (International Normalized Ratio) durante il trattamento concomitante sono stati rilevati nel periodo post-marketing. Quindi nei pazienti trattati con anticoagulanti cumarinici si raccomanda di monitorare il tempo di protrombina/INR quando si inizia il trattamento con pantoprazolo, quando si interrompe o quando viene somministrato in maniera discontinua.
Inoltre non si sono evidenziate interazioni con antiacidi somministrati contemporaneamente.
L'esperienza clinica in donne in gravidanza è limitata. In studi di riproduzione nell'animale, si sono osservati segni di minima fetotossicità a dosi superiori a 5 mg/kg.
Non sono disponibili dati sull'escrezione di pantoprazolo nel latte materno. Pantoprazolo deve essere somministrato solo quando il beneficio alla madre sia considerato maggiore del rischio potenziale per il feto o il lattante.
Non sono noti effetti sulla capacità di guidare e sull'uso di macchinari.
� Frequenza Organo Sistema | Comune (>1/100, <1/10) | Non comune (>1/1000, <1/100) | Raro (<1/1000, >1/10000) | Molto raro (<1/10000, incluso casi isolati) |
Alterazioni del sangue e del sistema linfatico | | | | Leucopenia Trombocitopenia |
Alterazioni dell’apparato gastrointestinale | Dolore all’addome superiore; Diarrea; Costipazione; Flatulenza | Nausea/Vomito | Secchezza delle fauci | |
Disturbi generali e alterazioni del sito di somministrazione | | | | Tromboflebite in sede di iniezione; Edema periferico |
Alterazioni del sistema epatobiliare | | | | Danno epatocellulare grave con ittero, associato o meno ad insufficienza epatica |
Alterazioni del sistema immunitario | | | | Reazioni anafilattiche, incluso shock anafilattico |
Indici strumentali | | | | Aumento dei livelli degli enzimi epatici (transaminasi, gamma-GT); Aumento dei trigliceridi; Insorgenza di febbre |
Alterazioni dell’apparato muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | | | Artralgia | Mialgia |
Alterazioni del sistema nervoso | Cefalea | Vertigini; Disturbi visivi (offuscamento della visione) | | |
Disturbi psichiatrici | | | Depressione, Allucinazione, Disorientamento e Confusione specialmente in pazienti predisposti, così come l’aggravamento di questi sintomi in caso di preesistenza | |
Alterazioni renali e delle vie urinarie | | | | Nefrite interstiziale |
Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo | | Reazioni allergiche quali prurito e rash cutaneo | | Orticaria; Angioedema; Gravi reazioni cutanee quali sindrome di Stevens Johnson; Eritema multiforme; Sindrome di Lyell; Fotosensibilità |
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Non sono noti sintomi da sovradosaggio nell'uomo.
Dosi fino a 240 mg sono state somministrate per via endovenosa in due minuti e sono state ben tollerate.
In caso di sovradosaggio con segni clinici di intossicazione, si adottino gli schemi usuali per il trattamento dell'intossicazione.
Inibitori della pompa protonica.
Codice ATC: A02BC02.
Pantoprazolo è un derivato benzimidazolico che inibisce la secrezione di acido cloridrico nello stomaco, con azione specifica sulle pompe protoniche delle cellule parietali.
Pantoprazolo viene convertito nella forma attiva nell'ambiente acido delle cellule parietali, ove inibisce l'enzima H+,K+-ATPasi, cioè lo stadio finale della produzione di acido cloridrico nello stomaco. Tale inibizione è dose-dipendente ed interessa la secrezione acida sia basale sia stimolata.
Analogamente ad altri inibitori della pompa protonica e ad inibitori del recettore H2, il trattamento con pantoprazolo determina una riduzione dell'acidità a livello gastrico e conseguentemente un aumento di gastrina, proporzionale alla riduzione dell'acidità. L'incremento di gastrina è reversibile. Poiché pantoprazolo si lega all'enzima in posizione distale rispetto al recettore cellulare, questa sostanza può agire sulla secrezione di acido cloridrico indipendentemente dalla stimolazione di altre sostanze (acetilcolina, istamina, gastrina). L'effetto è lo stesso dopo somministrazione del prodotto sia per via orale sia endovenosa.
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Farmacocinetica generale
Il volume di distribuzione è di circa 0,15 l/kg, la clearance intorno a 0,1 l/h/kg. L'emivita della fase terminale è di circa 1 ora. Si sono osservati alcuni casi di rallentata eliminazione del farmaco. A causa della attivazione specifica delle cellule parietali da parte di pantoprazolo, l'emivita di eliminazione non si correla con la durata d'azione (inibizione della secrezione acida) che è molto più lunga.
Le caratteristiche farmacocinetiche non si modificano dopo somministrazione singola o ripetuta. Nell'intervallo di dosi tra 10 e 80 mg, le cinetiche plasmatiche di pantoprazolo sono praticamente lineari dopo somministrazione sia orale sia endovenosa.
Il legame di pantoprazolo alle proteine sieriche è di circa il 98%. La sostanza viene metabolizzata quasi esclusivamente a livello epatico. L'eliminazione renale rappresenta la principale via di escrezione (circa 80%) dei metaboliti di pantoprazolo, il rimanente viene escreto con le feci. Il principale metabolita, sia nel siero sia nelle urine, è il desmetilpantoprazolo, sotto forma di sulfoconiugato. L'emivita del metabolita principale (circa 1.5 h) non è molto più elevata di quella di pantoprazolo.
Caratteristiche in pazienti/gruppi particolari
Non si richiede una riduzione del dosaggio in pazienti con ridotta funzionalità renale (compresi pazienti in dialisi). L'emivita di pantoprazolo è breve come osservato nei soggetti sani. Pantoprazolo è scarsamente dializzabile. Sebbene l'emivita del principale metabolita sia moderatamente aumentata (2 - 3 h), l'escrezione è nondimeno rapida e dunque non si verifica accumulo.
Sebbene nei pazienti con cirrosi epatica (classe A e B secondo Child), l'emivita aumenti fino a 7 - 9 ore ed i valori di AUC siano di 5 - 7 volte maggiori, le concentrazioni sieriche massimali del farmaco sono solo modestamente aumentate (circa 1,5 volte) rispetto ai soggetti sani.
Un leggero aumento dei valori di AUC e Cmax che si osserva nei volontari anziani rispetto al gruppo dei più giovani è anch'esso clinicamente non rilevante.
Bambini:
Dopo somministrazione di singole dosi e.v. di 0,8 o 1,6 mg/kg di pantoprazolo a bambini da 2 a 16 anni non si è rilevata alcuna associazione significativa tra la clearance di pantoprazolo e l’età o il peso. AUC e volume di distribuzione erano in accordo con i dati rilevati per gli adulti.
Dai dati preclinici, basati su studi convenzionali di sicurezza, farmacologia, tossicità per somministrazioni ripetute e genotossicità, non emergono particolari rischi per l'uomo.
In uno studio di carcinogenesi a 2 anni nel ratto -che per questo animale corrisponde al trattamento per tutta la vita- sono stati evidenziati tumori neuroendocrini. Inoltre, nell’ampolla esofagea dei ratti, si sono trovati papillomi a cellule squamose. Il meccanismo con cui i derivati benzimidazolici inducono la formazione di carcinoidi gastrici è stato accuratamente studiato, portando alla conclusione che si tratti di una reazione secondaria allo spiccato aumento della gastrinemia che si verifica nel ratto nel corso del trattamento cronico.
Negli studi a 2 anni si è osservato un aumento del numero di tumori epatici nel ratto e nel topo femmina, attribuito alla elevata metabolizzazione di pantoprazolo nel fegato. Da studi di mutagenesi, test di trasformazione cellulare e da uno studio di DNA-binding, si è concluso che pantoprazolo non ha potenziale genotossico.
Un leggero aumento di alterazioni neoplastiche della tiroide è stato osservato nel gruppo di ratti trattati con la dose più alta. L'insorgenza di tali neoplasie è associata alle modificazioni, indotte da pantoprazolo, nel catabolismo della tiroxina a livello epatico nel ratto. Poiché la dose terapeutica per l'uomo è bassa, non sono da attendersi effetti collaterali a carico della ghiandola tiroidea.
Gli studi effettuati non hanno dimostrato compromissione della fertilità ne effetti teratogeni.
Il passaggio transplacentare, studiato nel ratto, aumenta con il progredire della gestazione. Di conseguenza, la concentrazione fetale di pantoprazolo aumenta subito prima della nascita.
Edetato bisodico diidrato, sodio idrossido.
Pantorc iniettabile non deve essere miscelato con altri prodotti ad eccezione di quelli menzionati al paragrafo 4.2
2 anni.
La soluzione ricostituita deve essere usata entro 12 ore dopo la preparazione.
Conservare il flaconcino nel confezionamento esterno.
Non conservare a temperature superiori a 25 oC.
Flaconcino in vetro (tipo I sec. Ph. Eur.) con tappo in gomma e chiusura in alluminio, da 10 ml.
Confezione da 1 flaconcino.
La soluzione pronta per l’uso va preparata iniettando 10 ml di soluzione fisiologica salina nel flaconcino contenente la polvere. Questa soluzione può essere somministrata direttamente oppure dopo diluizione con 100 ml di soluzione fisiologica salina o di soluzione di glucosio 5%.
Dopo la ricostituzione, la soluzione dev'essere somministrata entro 12 ore. Da un punto di vista microbiologico il prodotto deve essere usato immediatamente. Se non utilizzato immmediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione prima del suo utilizzo sono responsabilità dell’utilizzatore e non dovrebbero normalmente essere superiori alle 12 ore a non più di 25°C. Deve essere scartato tutto il prodotto che rimane nel contenitore o con aspetto alterato (quali intorbidamento o precipitato).
Pantorc iniettabile non deve essere ricostituito o diluito con solventi diversi da quelli sopra indicati.
La somministrazione deve avvenire in 2–15 minuti.
Il contenuto del flaconcino è esclusivamente monouso.
Nycomed SpA, via Libero Temolo 4, 20126 Milano.
Pantorc iniettabile 1 flaconcino 40 mg: 031981020/M
Rinnovo: 31 luglio 2007.
01/01/2008