Pentasa
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

 

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

PENTASA


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Compresse: ogni compressa contiene: mesalazina (acido 5-amino-salicilico) 500 mg

Bustine: ogni bustina contiene: mesalazina (acido 5-amino-salicilico) 1 g.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Compresse a rilascio modificato, divisibili.

Granulato a rilascio prolungato.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

Colite ulcerosa. Morbo di Crohn.

Il Pentasa è indicato sia nel trattamento della fase attiva della malattia che nella prevenzione delle recidive. Nella fase attiva di grado severo, può essere consigliabile l’associazione con trattamento cortisonico.



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

La posologia va adattata al singolo paziente in base alla gravità della malattia.

Nella colite ulcerosa

Trattamento acuto: fino a 3-4 g di 5-ASA al giorno, suddivisi in 2-3 somministrazioni.

Trattamento di mantenimento: si consiglia di iniziare con 1500 mg di 5-ASA al giorno, suddivisi in 3 somministrazioni.

Nel morbo di Crohn

Trattamento acuto: fino a 3-4 g di 5-ASA al giorno, suddivisi in 2-3 somministrazioni.

Trattamento di mantenimento: si consiglia di iniziare con 3 g di 5-ASA al giorno, suddivisi in 3 somministrazioni.

Le compresse o le bustine possono essere prese durante o poco dopo il pasto. È possibile anche rompere le compresse o lasciarle disintegrare in un bicchiere o su un cucchiaio con acqua. Pentasa può essere preso con acqua o yogurt. I microgranuli non devono essere masticati.


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Ipersensibilità ad uno dei componenti o sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico. Ipersensibilità ai salicilati.

Età pediatrica. Ultime settimane di gravidanza. Allattamento. (V. 4.6).

Grave insufficienza renale o epatica.


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

Recidive della sintomatologia obiettiva e soggettiva possono verificarsi sia dopo la sospensione della terapia che durante il trattamento di mantenimento inadeguato. L’eventuale comparsa di reazioni di ipersensibilità comporta l’immediata sospensione della terapia. In pazienti che hanno una digestione lenta o sono portatori di una stenosi pilorica, si potrà talora avere una liberazione di 5-ASA già nello stomaco, con una conseguente irritazione gastrica ed una perdita di efficacia del farmaco.

Pentasa deve essere usato con cautela in pazienti allergici alla sulfasalazina. Usare particolare cautela nei pazienti con alterata funzionalità epatica. L’uso di Pentasa non è consigliato in pazienti con disturbi renali. La funzionalità renale deve essere regolarmente monitorata (es. creatinina sierica), specialmente durante la fase iniziale del trattamento. La mesalazina induce nefrotossicità, per questo deve essere sospesa in pazienti che sviluppano disfunzioni renali durante il trattamento. L’uso concomitante di altri agenti nefrotossici, come FANS e azatioprina, può aumentare il rischio di reazioni renali.

Sono state segnalate raramente reazioni di ipersensibilità cardiaca alla mesalazina (mio e pericardite) e gravi discrasie ematiche. Il trattamento concomitante con mesalazina può aumentare il rischio di discrasia ematica in pazienti in trattamento con azatioprina o 6-mercaptopurina. In tal caso, il trattamento deve essere sospeso.


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

Non sono disponibili dati sull’interazione di Pentasa con altri farmaci.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Pentasa deve essere usato con cautela durante la gravidanza o l’allattamento e solo nel caso che i potenziali benefici superino, a giudizio del medico, i possibili rischi. La mesalazina supera la barriera placentare ma gli scarsi dati disponibili non permettono di valutare gli eventuali effetti negativi. Nessun effetto teratogeno è stato osservato negli animali.

Sono stati riportati disturbi ematici (leucopenia, trombocitopenia, anemia) in neonati di madri trattate con Pentasa.

La mesalazina viene escreta nel latte ad una concentrazione molto inferiore a quella del sangue materno mentre l’acetil-mesalazina è in concentrazioni simili o maggiori. Non sono stati condotti studi controllati con Pentasa durante l’allattamento al seno. Non possono essere escluse reazioni di ipersensibilità come diarrea nei neonati.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Nessuno


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Gli effetti collaterali riportati più frequentemente sono diarrea (3%), nausea (3%), dolore addominale (3%), cefalea (3%), vomito (1%) ed eruzioni cutanee (1%).

Occasionalmente possono verificarsi reazioni di ipersensibilità, febbre, anoressia e vertigini.

Frequenza degli eventi avversi basati sugli studi clinici

e rapporti di monitoraggio post-vendita

Comuni (≥1%; <10%) Disturbi del sistema nervoso mal di testa
Disturbi gastro-intestinali diarrea, dolore addominale, nausea, vomito
Disturbi della cute e del tessuto sottocutaneo eruzioni cutanee (inclusa orticaria, eritema)
Rari (≥0,01%; <0,1%) Disturbi cardiaci mio-* e pericarditi*
Disturbi gastro-intestinali aumento dell’amilasi, pancreatiti*
Molto rari (<0,01%) Disturbi del sistema ematico e linfatico eosinofilia ( come parte di una reazione allergica), anemia, anemia aplastica, leucopenia (inclusa granulocitopenia), trombocitopenia, agranulocitosi, pancitopenia
Disturbi del sistema nervoso neuropatia periferica
Disturbi respiratori, toracici e mediastinici reazioni allergiche polmonari (inclusa dispnea, tosse, alveoliti allergiche, polmonite eosinofila, infiltrazioni polmonari, polmoniti)
Disturbi epato-biliari aumento degli enzimi epatici e della bilirubina, epatotossicità (incluse epatiti*, cirrosi, insufficienza epatica)
Disturbi della cute e del tessuto sottocutaneo alopecia reversibile
Disturbi muscoloscheletrici, del tessuto connettivo e delle ossa mialgia, atralgia, casi isolati di reazioni simili a Lupus eritematoso
Disturbi renali e urinari funzione renale anormale (inclusa nefrite interstiziale*, sindrome nefrotica), scolorimento delle urine

(*) il meccanismo con cui la mesalazina induce mio- e pericarditi, pancreatite, nefriti ed epatiti è sconosciuto, ma probabilmente è di natura allergica.

È importante notare che molti degli effetti indesiderati possono anche essere attribuiti alla stessa IBD.


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

Non sono stati segnalati episodi di sovradosaggio nell’uomo. Nell’animale dosi orali fino a 5 g/Kg (nel maiale) o intravenose fino a 920 mg/Kg (nel ratto) non si sono mostrate letali.

In caso di sovradosaggio è necessario un trattamento sintomatico in ambiente ospedaliero.

Ricorrere al lavaggio gastrico ed alla infusione venosa di soluzioni elettrolitiche. Non è noto un antidoto specifico. È opportuno un attento monitoraggio della funzionalità renale.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Gruppo farmacoterapeutico: farmaci antinfiammatori intestinali-acido aminosalicilico ed analoghi - ATC: A07EC02

È stato accertato che la mesalazina è il principio attivo della sulfasalazina, che viene usata per il trattamento della colite ulcerosa, del morbo di Crohn e della proctite.

Da studi clinici si evince che il valore terapeutico della mesalazina, dopo somministrazione orale o rettale, sembra dovuto ad un effetto locale sulla mucosa intestinale infiammata piuttosto che sistemico.

I pazienti affetti da IBD presentano: aumento della migrazione leucocitaria, abnorme produzione di citochine, aumento della produzione dei metaboliti dell’acido arachidonico, in particolare leucotriene B4, e aumento della formazione di radicali liberi nella mucosa intestinale infiammata. La mesalazina ha, sia in-vitro che in-vivo, un effetto farmacologico che inibisce la chemiotassi leucocitaria, diminuisce la produzione di citochine e leucotrieni e neutralizza i radicali liberi. Al momento è sconosciuto quale di questi meccanismi gioca un ruolo predominante nell’efficacia clinica della mesalazina.


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

Assorbimento

L’attività terapeutica della mesalazina dipende molto probabilmente dal contatto locale del farmaco con l’area di mucosa intestinale malata.

La somministrazione rettale è stata studiata per agire sulla parte distale (colon discendente) del tratto intestinale con un’alta concentrazione di mesalazina ed un basso assorbimento sistemico.

L’assorbimento in seguito a somministrazione rettale è basso, ma dipendente dalla dose, dalla formulazione e dalla propagazione del farmaco a livello intestinale. Le urine di volontari sani, in condizioni di equilibrio, mostrano che circa il 15 – 20 % della dose è assorbita dopo somministrazione con una dose giornaliera di 2 g (1g x 2).

L’assorbimento sistemico in seguito a somministrazione rettale di mesalazina diminuisce leggermente in pazienti con coliti ulcerose attive se comparato a quelle nella fase di remissione.

La somministrazione orale di microgranuli rilascia gradualmente il 5-ASA nel tenue e nel crasso.

In uno studio effettuato in pazienti con ileostomia, circa il 60% veniva liberato nel tenue ed il 40% nel crasso, dopo una dose giornaliera di 1500 mg di mesalazina.

Il 5-ASA è parzialmente metabolizzato in Ac-5-ASA nell'intestino. Circa il 30% della dose iniziale è assorbito nel tenue ed il 25% nel colon (per la maggior parte sotto forma di Ac-5-ASA).

Biotrasformazione

La mesalazina è metabolizzata sia per via pre-sistemica dalla mucosa intestinale, sia per via sistemica nel fegato in N-acetil-mesalazina (acetilmesalazina). Una parte di acetilazione avviene anche ad opera della flora batterica. L’acetilazione sembra essere indipendente dal fenotipo acetilatore del paziente.

Si pensa che l’acetil-mesalazina sia inattiva dal punto di vista clinico e tossicologico, ma ciò non è ancora stato confermato.

Distribuzione

La mesalazina si lega alle proteine plasmatiche per circa il 50%, l’acetil-mesalazina per circa l’80%.

5-ASA e Ac-5-ASA non attraversano la barriera ematoencefalica.

Eliminazione

L’emivita plasmatica della mesalazina è di circa 40 minuti e quella dell’acetil-mesalazina di circa 70 minuti.

Entrambe le sostanze sono escrete nell’urina e nelle feci.

L’escrezione urinaria consiste prevalentemente nell’acetil-mesalazina.

In pazienti con funzionalità epatica o renale ridotta la diminuzione della quota di eliminazione e l’aumento della concentrazione sistemica di mesalazina possono costituire un aumento del rischio di reazioni nefrotossiche avverse.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

In tutte le specie è stato dimostrato un sicuro effetto tossico sul rene. In generale le dosi tossiche superano quelle usate nell’uomo di 5-10 volte.

Non è stata riportata tossicità significativa associata al tratto gastrointestinale, fegato o sistema ematopoietico in animali.

Test in-vitro e studi in-vivo non hanno mostrato effetti mutagenici evidenti. Studi sulla potenziale cancerogenicità nei ratti non hanno mostrato un aumento dell’incidenza di tumori correlato al prodotto.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Compresse: polivinilpirrolidone, etilcellulosa, magnesio stearato, talco, cellulosa microcristallina.

Bustine: etilcellulosa, cellulosa microcristallina.


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Non sono note.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

Compresse: 3 anni

Bustine: 2 anni. Dopo che le bustine sono aperte, il granulato è stabile per 24 ore.


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Nessuna.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Pentasa compresse a rilascio modificato.

Astuccio da 50 compresse (5 blister da 10 alloggi ognuno in alluminio/poliammide-alluminio-polivinilcloruro).

Pentasa bustine di granulato a rilascio prolungato.

Astuccio da 50 bustine di granulato. Il granulato è contenuto in bustine in alluminio a doppio lato.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Non pertinente.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

Ferring S.p.A. – Via Senigallia 18/2 – 20161 MILANO


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

Pentasa 500 mg compresse a rilascio modificato 50 compresse: 027130071

Pentasa bustine 1 g: 027130083


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

Pentasa 500 mg compresse a rilascio modificato 50 compresse :

Registrazione 31 ottobre 1994 - Rinnovo autorizzazione giugno 2005

Pentasa bustine 1g :

Registrazione 22 ottobre 1998 - Rinnovo autorizzazione giugno 2005


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

Aprile 2010