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PENTASA
Ogni supposta contiene 1 g di mesalazina.
Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
Supposte.
Proctite ulcerosa sia nella fase attiva che per il mantenimento della remissione.
Nella fase attiva di grado severo, può essere consigliabile l’associazione con trattamento cortisonico.
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1 supposta al giorno.
Si consiglia l’evacuazione prima di applicare la supposta. Aprire il contenitore della supposta e introdurre con cura una supposta nel retto servendosi, eventualmente, del "proteggi-dita" contenuto nella confezione. Se la supposta viene espulsa entro 10 minuti se ne può applicare un’altra. Gettare il contenitore ed il "proteggi-dita" utilizzati.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Ipersensibilità ai salicilati. Età pediatrica. Ultime settimane di gravidanza. Allattamento. Usare particolare cautela in pazienti con ridotta funzionalità epatica e renale. Evitare l’uso nei pazienti con insufficienza renale conclamata.
Il prodotto, in via prudenziale, non deve essere utilizzato in caso di concomitante ulcera gastrica o duodenale ed in pazienti con diatesi emorragica.
Nei pazienti con ridotta funzionalità epatica il prodotto va usato con cautela. La funzionalità epatica deve essere valutata ad inizio e durante il trattamento (es. ALT o AST), a discrezione del medico. Il farmaco non è raccomandato in pazienti con disfunzioni renali. La funzionalità renale deve essere regolarmente monitorata (ad. es creatinina sierica), specialmente durante la fase iniziale del trattamento. In pazienti che sviluppino disfunzioni renali durante il trattamento, si deve sospettare una nefrotossicità da mesalazina.
L’uso concomitante di altri prodotti nefrotossici, come FANS e azatioprina, aumenta la necessità di frequenti controlli della funzionalità renale.
Sono stati riportati rari casi di reazioni di ipersensibilità cardiaca indotte da mesalazina (mio- e pericarditi). Sono stati riportati molto raramente casi di discrasia ematica grave con l’uso di mesalazina. Si raccomanda l’esecuzione di conta ematica prima e durante il trattamento, a discrezione del medico.
Pentasa deve essere usato con cautela in pazienti allergici alla sulfasalazina. L’eventuale comparsa di reazioni da ipersensibilità comporta l’immediata sospensione della terapia.
Il trattamento concomitante con mesalazina può aumentare il rischio di discrasia ematica in pazienti trattati con azatioprina o 6-mercaptopurina (si veda anche paragrafo 4.5 interazioni).
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Può essere potenziato l’effetto ipoglicemizzante delle sulfaniluree. Non si possono escludere interazioni con i cumarinici, metotrexato, probenicid, sulfinpirazone, spironolattone, furosemide e rifampicina.
La terapia combinata tra Pentasa e azatioprine o 6-mercaptopurina ha mostrato in diversi studi clinici una maggiore incidenza di leucopenia e sebbene non sia chiaro il meccanismo, sembra esistere una correlazione. Si raccomanda l’attento monitoraggio della conta leucocitaria e l’adattamento della dose della terapia con tiopurine.
In caso di gravidanza, Pentasa va somministrato solo in caso di assoluta necessità e sotto stretto controllo medico. Non va, comunque, somministrato nelle ultime settimane di gravidanza e durante l’allattamento.
Pentasa non altera la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
Le reazioni avverse più frequentemente riportate negli studi clinici sono state diarrea, nausea, dolore addominale, mal di testa, vomito ed eruzioni cutanee. Si possono verificare occasionalmente reazioni di ipersensibilità e febbre. A seguito di somministrazione rettale possono manifestarsi reazioni locali quali prurito, fastidio al retto e urgenza.
Si riporta la frequenza delle reazioni avverse sulla base degli studi clinici e dell’esperienza post-marketing.
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Comune (≥1/100, <1/10) | Raro (≥1/10.000 <1/1.000) | Molto raro (<1/10.000) | Non nota |
Patologie del sistema emolinfopoietico | | | Eosinofilia (come parte di una reazione allergica), anemia, anemia aplastica, leucopenia (inclusa granulocitopenia), trombocitopenia, agranulocitosi, pancitopenia | |
Disordini del sistema immunitario | | | | Reazioni di ipersensibilità |
Patologie del sistema nervoso | Cefalea | | Neuropatia periferica | |
Patologie cardiache | | mio*- e pericarditi* | | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | | | Reazioni allergiche polmonari (inclusa dispnea, tosse, alveolite allergica, eosinofilia polmonare, polmonite interstiziale, infiltrazione polmonare, polmoniti) | |
Patologie gastrointestinali | Diarrea, dolore addominale, nausea, vomito | Aumento delle amilasi, pancreatite* | | |
Patologie epatobiliari | | | Aumento degli enzimi epatici e della bilirubina, epatotossicità (inclusa epatite*, cirrosi, insufficienza epatica) | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eruzioni cutanee (inclusa orticaria, eritema) | | Alopecia reversibile | |
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo | | | Mialgia, atralgia, casi isolati di reazioni simil-lupus eritematoso | |
Patologie renali e urinarie | | | Alterazioni della funzionalità renale (inclusa nefrite interstiziale*, sindrome nefrotossica) discolorazione urine | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | | | | Febbre iatrogena |
(*) il meccanismo con cui la mesalazina induce mio- e pericarditi, pancreatite, nefriti ed epatiti è sconosciuto, ma probabilmente è di natura allergica.
È importante notare che molti di questi effetti possono anche essere attribuiti alla stessa IBD.
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Non sono stati riportati casi di sovradosaggio.
Gruppo farmacoterapeutico: farmaci antinfiammatori intestinali - acido aminosalicilico ed analoghi
ATC: A07EC02
Meccanismo d’azione
È stato accertato che la mesalazina è il principio attivo della sulfasalazina, che viene usata per il trattamento della colite ulcerosa, del morbo di Crohn e della proctite.
Da studi clinici si evince che il valore terapeutico della mesalazina, dopo somministrazione orale o rettale, sembra dovuto ad un effetto locale sulla mucosa intestinale infiammata piuttosto che sistemico.
I pazienti affetti da IBD presentano: aumento della migrazione leucocitaria, abnorme produzione di citochine, aumento della produzione dei metaboliti dell’acido arachidonico, in particolare leucotriene B4, e aumento della formazione di radicali liberi nella mucosa intestinale infiammata. La mesalazina ha, sia in-vitro che in-vivo, un effetto farmacologico che inibisce la chemiotassi leucocitaria, diminuisce la produzione di citochine e leucotrieni e neutralizza i radicali liberi. Al momento è sconosciuto quale di questi meccanismi gioca un ruolo predominante nell’efficacia clinica della mesalazina.
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Caratteristiche generali della sostanza attiva
Disponibilità locale: l’attività terapeutica della mesalazina dipende molto probabilmente dal contatto locale del farmaco con l’area di mucosa intestinale malata.
PENTASA supposte è stato studiato per agire sulla parte distale (retto) del tratto intestinale con un’alta concentrazione di mesalazina ed un basso assorbimento sistemico.
Assorbimento
L’assorbimento in seguito a somministrazione rettale è basso, ma dipendente dalla dose, dalla formulazione e dalla propagazione del farmaco a livello intestinale. Le urine di volontari sani, in condizioni di equilibrio, mostrano che circa il 15 – 20 % della dose è assorbita dopo somministrazione con una dose giornaliera di 2 g (1g x 2).
Distribuzione
La mesalazina si lega alle proteine plasmatiche per circa il 50%, l’acetil-mesalazina per circa l’80%.
Metabolismo
La mesalazina è metabolizzata sia per via pre-sistemica dalla mucosa intestinale, sia per via sistemica nel fegato in N-acetil-mesalazina (acetil-mesalazina). Una parte di acetilazione avviene anche ad opera della flora batterica. L’acetilazione sembra essere indipendente dal fenotipo acetilatore del paziente.
Si pensa che l’acetil-mesalazina sia inattiva dal punto di vista clinico e tossicologico, ma ciò non è ancora stato confermato.
Eliminazione
L&rsquo,emivita plasmatica della mesalazina pura è di circa 40 minuti e quella dell’acetil-mesalazina di circa 70 minuti.
Entrambe le sostanze sono escrete nell’urina e nelle feci.
L’escrezione urinaria consiste prevalentemente nell’acetil-mesalazina.
Caratteristiche dei pazienti
In pazienti con funzionalità epatica o renale ridotta la diminuzione della quota di eliminazione e l’aumento della concentrazione sistemica di mesalazina possono costituire un aumento del rischio di reazioni nefrotossiche avverse.
In tutte le specie è stato dimostrato un sicuro effetto tossico sul rene. In generale le dosi tossiche superano quelle usate nell’uomo di 5-10 volte.
Non è stata riportata tossicità significativa associata al tratto gastrointestinale, fegato o sistema ematopoietico in animali.
Test in-vitro e studi in-vivo non hanno mostrato effetti mutagenici evidenti. Studi sulla potenziale cancerogenicità nei ratti non hanno mostrato un aumento dell’incidenza di tumori correlato al prodotto.
Polivinilpirrolidone, polietilenglicole 6000, magnesio stearato, talco.
Non pertinente.
2 anni.
Non si richiede nessuna precauzione speciale purchè le supposte siano conservate nel loro contenitore originale a temperatura ambiente.
Astuccio da 28 supposte. Ogni supposta è confezionata in un contenitore in alluminio-polietilene/poliamide-alluminio. La confezione contiene 28 "proteggi-dita" per l’applicazione delle supposte.
Nessuna particolare istruzione per l’eliminazione.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivanti da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Ferring S.p.A. – Via Senigallia 18/2 – 20161 MILANO
027130069
Registrazione 31 ottobre 1994 - Rinnovo autorizzazione 2005
Determinazione AIFA 4 Marzo 2010