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PERGOLIDE MYLAN GENERICS 0,05 mg
Ogni compressa contiene 0,05 mg (50 mcg ) di pergolide (come pergolide mesilato).
Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse.
Compresse color avorio, a forma di capsula, con linea di frattura su un lato e con il numero “9” impresso sulla parte sinistra della linea di frattura ed il numero “3” sulla parte destra. Sull’altro lato è impresso il numero “7160”.
Pergolide è indicata come trattamento di seconda linea dei segni e sintomi del morbo di Parkinson in pazienti intolleranti alla terapia con farmaci dopamino-agonisti non derivati dall’ergotamina somministrati in monoterapia o che non abbiano risposto a tale terapia.
È inoltre indicata come trattamento aggiuntivo alla levodopa nella gestione dei segni e sintomi del morbo di Parkinson.
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Per uso orale solo negli adulti.
Per i diversi schemi posologici pergolide è disponibile in dosaggi da 0,05 mg (50 mcg ), 0,25 mg (250 mcg ) ed 1 mg (1000 mcg ).
Le compresse da 0,05 mg (50 mcg ) devono essere assunte intere.
L’uso di dosi superiori a 5 mg/die (5000 mcg /die) non è raccomandato né in monoterapia, né in associazione a levodopa.
Monoterapia
Le seguenti titolazioni devono essere usate per iniziare la monoterapia con pergolide:
Giorno | Mattino | Mezzogiorno | Sera | Dose totale |
1 | - | - | 0,05 mg | 0,05 mg |
2-4 | - | 0,05 mg | 0,05 mg | 0,1 mg |
5-7 | 0,05 mg | 0,05 mg | 0,1 mg | 0,2 mg |
8-10 | 0,1 mg | 0,1 mg | 0,1 mg | 0,3 mg |
11-13 | 0,1 mg | 0,15 mg | 0,15 mg | 0,4 mg |
14-17 | 0,2 mg | 0,2 mg | 0,2 mg | 0,6 mg |
18-21 | 0,25 mg | 0,25 mg | 0,25 mg | 0,75 mg |
22-24 | 0,5 mg | 0,25 mg | 0,25 mg | 1 mg |
25-27 | 0,5 mg | 0,5 mg | 0,25 mg | 1,25 mg |
28-30 | 0,5 mg | 0,5 mg | 0,5 mg | 1,5 mg |
Dopo 30 giorni, la dose giornaliera deve essere gradualmente incrementata con incrementi non superiori a 0,25 mg (250 mcg ) due volte alla settimana fino a raggiungere una risposta terapeutica ottimale. Pergolide viene di solito somministrata in dosi suddivise 3 volte al giorno.
Negli studi clinici sulla pergolide in monoterapia la dose media è stata di 2,1 mg/die fino a 3 mesi e di 2,51 mg/die per un anno di trattamento.
Trattamento aggiuntivo
La somministrazione di pergolide deve iniziare con un dosaggio giornaliero di 0,05 mg (50 mcg ) per i primi 2 giorni. Il dosaggio deve poi aumentare gradualmente di 0,1 mg/die (100 mcg /die) o 0,15 mg/die (150 mcg /die) ogni terzo giorno per i successivi 12 giorni di terapia. Il dosaggio può poi essere aumentato di 0,25 mg/die (250 mcg /die) ogni terzo giorno fino al raggiungimento del dosaggio terapeutico ottimale.
Pergolide viene normalmente somministrata in dosi frazionate 3 volte al giorno. Durante la fase di aggiustamento del dosaggio, il dosaggio della l-dopa concomitante può essere cautamente diminuito.
Negli studi clinici, il dosaggio terapeutico giornaliero medio di pergolide è stato di 3 mg/die (3000 mcg /die). Il corrispettivo dosaggio giornaliero di l-dopa/carbidopa (espresso come l-dopa) è stato approssimativamente di 650 mg/die.
L’efficacia di pergolide a dosi superiori a 5 mg/die (5000 mcg /die) non è stata valutata sistematicamente, né in monoterapia né in associazione a levodopa.
Domperidone può essere impiegato alle dosi raccomandate all’inizio del trattamento per minimizzare eventuali sintomi gastrointestinali.
Come per altri agonisti della dopamina, anche la somministrazione di pergolide deve essere interrotta gradualmente.
Bambini ed adolescenti
Pergolide non deve essere usata in questo gruppo di pazienti in età pediatrica poiché la sicurezza e l’efficacia non sono state dimostrate.
Ipersensibilità verso la pergolide, verso altri derivati della segale cornuta o verso uno qualsiasi degli eccipienti.
Storia clinica di fibrosi (vedere paragrafo 4.4).
Evidenza anatomica di valvulopatia cardiaca a qualunque livello valvolare (ad es. un ecocardiogramma che mostri ispessimento dei lembi valvolari, restringimento della valvola, restringimento-stenosi valvolare combinati).
Gravidanza (vedere paragrafo 4.6)
Grave insufficienza vascolare periferica e coronarica: gravi effetti indesiderati di tipo vascolare sono stati osservati con gli alcaloidi della segale cornuta.
A causa dell’intenso metabolismo epatico e dell’escrezione renale di pergolide, l’uso della pergolide in pazienti con grave insufficienza epatica e/o renale non è raccomandato.
Effetti endocrini
Una sintomatologia complessa simile alla sindrome neurolettica maligna (NMS) (caratterizzata da iperpiressia, rigidità muscolare, stato di coscienza alterato e instabilità autonomica), non accompagnata da altra eziologia evidente è stata riportata in associazione ad una rapida diminuzione della dose, sospensione o cambiamenti della terapia anti-parkinsoniana, pergolide inclusa.
Ipotensione
I pazienti devono essere avvertiti di iniziare la terapia assumendo basse dosi, aggiustando il dosaggio attentamente con incrementi durante un periodo di 3-4 settimane (vedere paragrafo 4.2) per minimizzare il rischio di ipotensione sintomatica ortostatica e/o prolungata. Con l’aggiustamento graduale del dosaggio, solitamente si sviluppa tolleranza all’ipotensione.
Allucinazioni
Negli studi clinici controllati, pergolide in associazione a l-dopa ha causato allucinosi in circa il 14% dei pazienti, contro il 3% dei pazienti in trattamento con placebo e l-dopa. La gravità è risultata sufficientemente elevata da determinare l’interruzione del trattamento in circa il 3% dei pazienti arruolati. Non è stata osservata tolleranza verso questo effetto indesiderato.
L’uso in pazienti in trattamento con l-dopa può causare e/o riacutizzare pre-esistenti stati di discinesia, confusioni ed allucinazioni. L’interruzione improvvisa della pergolide in pazienti in trattamento cronico aggiuntivo alla l-dopa, può causare l’insorgenza di allucinazioni e confusione; queste possono presentarsi con una durata di diversi giorni. La sospensione della pergolide deve avvenire gradualmente anche se il paziente resta in trattamento con l-dopa.
Risultati di un studio condotto negli Anziani
In uno studio controllato verso placebo sono deceduti 2 pazienti su 187 trattati con placebo, paragonati a 1 paziente su 189 trattati con pergolide. Negli studi di pre-marketing valutati nell’ottobre del 1988, il 6,2% dei 2299 pazienti trattati con pergolide è deceduto durante il trattamento o poco dopo la sua interruzione. La popolazione valutata era formata da pazienti anziani, malati e ad alto rischio di morte. Anche durante una revisione caso per caso dei pazienti deceduti non è stato possibile rilevare alcun complesso definito di segni, sintomi o valori di laboratorio che potesse indicare il trattamento con pergolide come causa di queste morti.
Malattie cardiache/Aritmia
Deve essere usata cautela quando si somministra il medicinale a pazienti a rischio di disaritmia cardiaca o con significative malattie cardiache sottese.
In uno studio placebo-controllato, i pazienti trattati con pergolide hanno fatto rilevare un maggior numero di episodi di contrazioni atriali premature (APC) e tachicardia sinusale.
Fibrosi e Valvulopatia cardiaca
La pergolide è un derivato della segale cornuta. Disturbi infiammatori fibrotici o serosali come pleurite, versamento pleurico, fibrosi pleurica, fibrosi polmonare, pericardite, versamento pericardico, valvulopatia cardiaca con interessamento di una o più valvole e fibrosi retroperitoneale sono stati riscontrati nettamente con maggior frequenza dopo uso prolungato di derivati della segale cornuta inclusa la pergolide che con agonisti dopaminici “non ergolinici” (vedere anche paragrafo 4.8). In alcuni pazienti simili eventi sono comparsi durante l’uso del derivato della segale cornuta bromocriptina. L’uso di pergolide non è raccomandato in pazienti con anamnesi di tali eventi, specialmente in pazienti in cui tali eventi sono comparsi durante l’uso di altri derivati della segale cornuta. Prima dell’uso della pergolide si deve valutare attentamente il beneficio terapeutico a fronte dei potenziali rischi. Questa valutazione deve comprendere una valutazione del rischio-beneficio dei derivati della segale cornuta, inclusa la pergolide, rispetto ai farmaci non ergolinici. All’inizio della terapia si raccomanda di eseguire in tutti i pazienti un esame cardiovascolare comprendente l’ecocardiogramma al fine di valutare la presenza di un difetto valvolare silente. Nel corso del trattamento si raccomandano altre misure diagnostiche per monitorare lo sviluppo di alterazioni alle valvole cardiache o di fibrosi (ad es.: esame obiettivo, radiografia, ecocardiogramma, TAC). In occasione di questi check-up regolari devono essere monitorati i sintomi di possibili manifestazioni fibrotiche nelle seguenti regioni:
- nell’esame cardiaco inclusa l’auscultazione dei murmuri cardiaci o segni di insufficienza cardiaca indotta da fibrosi pericardica/pericardite;
- nell’esame dei polmoni e della pleura per sintomi quali dispnea, mancanza di fiato, tosse persistente o dolore toracico;
- nell’esame dell’addome per segni di insufficienza renale indotta da fibrosi retroperitoneale o stenosi dei vasi uretrali/addominali, quali dolore alla regione lombare, edema degli arti inferiori o indurimento dei tessuti addominali.
Non è stato possibile identificare fattori specifici che predispongano un paziente a sviluppare una fibrosi durante il trattamento con derivati della segale cornuta. Se un paziente sviluppa una fibrosi o un’affezione delle valvole cardiache durante il trattamento con pergolide, questo deve essere sospeso.
Prima dell’aumento della dose della pergolide il beneficio terapeutico deve essere valutato attentamente verso i possibili rischi, poiché ci sono indicazioni che alterazioni delle valvole cardiache o reazioni fibrotiche sono riportate con maggior frequenza quando si usano dosi maggiori di quelle raccomandate.
Appropriati esami quali VES, radiografia del torace e misurazioni dei livelli di creatinina sierica devono essere eseguiti per supportare, se necessario, la diagnosi di disturbo fibrotico. È inoltre opportuno anche esaminare i valori basali della VES e altri marker di infiammazione, eseguire una radiografia toracica e test di funzionalità polmonare e renale prima dell’inizio della terapia.
Tali disturbi possono insorgere in modo subdolo e i pazienti devono per questo essere monitorati regolarmente ed attentamente durante il trattamento con pergolide, in modo da notare la comparsa di manifestazioni di disturbi fibrotici progressivi. Il trattamento con pergolide deve essere interrotto in caso di diagnosi o sospetto di alterazioni infiammatorie fibrotiche o serosali.
Un ecocardiogramma periodico deve essere eseguito durante il trattamento (da 3 a 6 mesi dopo l’inizio del trattamento e poi almeno ogni 6-12 mesi). La frequenza deve essere determinata in base alla valutazione clinica individuale.
La somministrazione di pergolide è stata associata a sonnolenza ed episodi di sonno improvviso, in particolare in pazienti con morbo di Parkinson. Raramente sono stati riportati casi di sonno improvviso diurno, a volte senza consapevolezza o segni premonitori. I pazienti devono essere informati di tale eventualità ed avvisati di porre particolare attenzione nel caso di guida o uso di macchinari durante il trattamento con pergolide. I pazienti che hanno riportato episodi di sonnolenza e/o sonno improvviso devono astenersi dal guidare o usare macchinari. Inoltre deve essere presa in considerazione l’interruzione della terapia o una riduzione del dosaggio.
I pazienti ed i loro familiari devono essere informati sui comuni effetti indesiderati dell’uso della pergolide e del rischio di ipotensione.
Le pazienti devono essere avvisate di informare il proprio medico se si trovano in stato di gravidanza o se intendono diventarlo durante la terapia. Inoltre devono informare il proprio medico se allattano al seno.
Non esistono esami di laboratorio specifici per il trattamento di tali pazienti. Si consiglia di effettuare periodicamente esami di routine.
Sono stati riportati casi secondo cui la pergolide esercita un effetto porfiriogenico in vitro. Si raccomanda pertanto cautela quando si trattano pazienti con porfiria acuta.
La farmacocinetica nei pazienti anziani e nei pazienti con ridotta funzione epatica e/o renale non è nota; in questi gruppi di pazienti è necessario un accurato dosaggio (vedere paragrafo 4.3).
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficienza della lattasi di Lapp o malassorbimento del glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale poiché contiene lattosio.
Ulcera gastrica è comparsa occasionalmente in pazienti con Parkinson che prendono bromocriptina. Sono stati riportati casi di dolore epigastrico comparso o peggiorato dopo terapia con pergolide. La possibilità di ulcerazioni deve essere tenuta presente.
Pergolide deve essere usata solo sotto regolare supervisione di un medico con attrezzature per monitorarne la risposta.
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Gli antagonisti della dopamina, come neurolettici (fenotiazine, butirrofenoni, tioxantine) o la metoclopramide, generalmente non devono essere somministrati in concomitanza a pergolide (un’agonista della dopamina); questi agenti, infatti, possono diminuire l’efficacia di pergolide mesilato.
Poiché pergolide si lega alle proteine plasmatiche al 90% si consiglia cautela nella somministrazione concomitante di altri farmaci con un’azione nota sul legame proteico.
Non esistono studi sulla somministrazione concomitante di pergolide e warfarina. In caso di prescrizione concomitante tenere sotto stretto controllo gli effetti anticoagulanti, aggiustando il dosaggio se necessario.
Dato il rischio di ipotensione ortostatica e/o prolungata in pazienti trattati con pergolide, si raccomanda cautela in caso di somministrazione contemporanea di agenti antiipertensivi.
Gravidanza
Gli studi condotti su animali non hanno evidenziato un potenziale teratogeno della pergolide (vedere paragrafo 5.3). Non sono stati condotti, tuttavia, studi clinici adeguati e ben controllati su donne in gravidanza. In 38 donne in gravidanza che hanno ricevuto pergolide vi sono stati 5 neonati con anomalie congenite. Benché non sia stata stabilita una relazione causale, l’incidenza di tali anomalie è chiaramente al di sopra di quella attesa del 2-4%. Pertanto, l’uso della pergolide è controindicato in gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
In donne fertili, la gravidanza deve essere esclusa prima di iniziare il trattamento con pergolide. Durante il trattamento deve essere attuata un’efficace contraccezione.
Allattamento
Non è noto se pergolide venga escreta nel latte materno. Poiché la pergolide riduce i livelli di prolattina ed interferisce con l’allattamento, l’uso di pergolide durante l’allattamento non è raccomandato. Se il trattamento della madre è inevitabile, l’allattamento al seno deve essere interrotto.
Poiché pergolide può causare sonnolenza, i pazienti devono essere avvisati di usare cautela durante l’uso di macchinari pericolosi, inclusi veicoli a motore, durante l’assunzione di pergolide.
I pazienti in cura con pergolide e che riportino episodi di sonnolenza e/o sonno improvviso devono essere informati dall’astenersi dal guidare o dall’intraprendere attività in cui un minore stato di allerta può causare serio rischio per sé o per gli altri o morte (per es. uso di macchinari), fino alla scomparsa degli episodi di sonnolenza (vedere paragrafo 4.4).
Monoterapia
Il tipo di eventi avversi osservati con la pergolide in monoterapia riflette in genere quelli riscontrati quando la pergolide viene usata come trattamento aggiuntivo della l-dopa.
Negli studi clinici con pergolide in monoterapia, l’incidenza globale della nausea è risultata più elevata di quella riportata negli studi con pergolide nel trattamento aggiuntivo. Complessivamente solo il 3,2% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa di nausea o nausea e vomito.
Tuttavia, l’incidenza di discinesia, allucinazioni e capogiri è risultata minore negli studi in monoterapia rispetto a quelli con pergolide come trattamento aggiuntivo.
Trattamento aggiuntivo
I seguenti effetti indesiderati, elencati in ordine decrescente di frequenza nei diversi distretti corporei, sono stati osservati durante gli studi clinici verso placebo, con una frequenza dell’1% o più e con un’incidenza significativamente maggiore rispetto al placebo (valore P ≤ 0,05):
Alterazioni del sistema nervoso
Discinesia, allucinazioni, sonnolenza, confusione.
Altri eventi riportati includono insonnia e capogiri.
Pergolide è associata con sonnolenza e raramente con eccessiva sonnolenza diurna e con l’insorgenza di improvvisi episodi di sonno.
Disturbi oculari
Diplopia.
Alterazioni cardiache e del sistema vascolare
Contrazioni atriali premature, aritmie inclusa tachicardia sinusale, infarto del miocardio. Raramente (incidenza > 1/10000 e < 1/1000), disturbi cardiaci valvolari, vasodilatazione, ipotensione inclusa ipotensione ortostatica, sincope, ipertensione. È stato riportato anche il fenomeno di Raynaud.
Alterazioni dell’apparato respiratorio, del torace e del mediastino
Rinite, dispnea. Sono stati riportati casi di infiammazione fibrotica o serosale, come pleurite, versamento pleurico, fibrosi pleurica, pericardite, fibrosi polmonare, versamento pericardico e fibrosi retroperitoneale in pazienti in trattamento con pergolide (vedere paragrafo 4.4).
Fibrosi e/o alterazioni valvolari cardiache sono state riportate con significativa maggior frequenza durante il trattamento con derivati dalla segale cornuta inclusa la pergolide, rispetto agli agonisti dopaminici “non ergolinici” (vedere paragrafo 4.4).
L’incidenza della valvulopatia nei pazienti in trattamento con pergolide non è nota. Comunque, sulla base di studi recenti sulla prevalenza del riflusso valvolare (l’indice ecocardiografico più sensibile per la valvulopatia restrittiva), la prevalenza del riflusso (virtualmente tutti casi asintomatici) potenzialmente attribuibile alla pergolide può essere dell’ordine del 20% o anche maggiore. Sono disponibili informazioni limitate riguardo alla reversibilità di queste reazioni.
L’incidenza di alterazioni valvolari cardiache asintomatiche è dipendente dall’età. Nei pazienti Parkinsoniani la conoscenza di vizi valvolari occulti permette una migliore valutazione del rischio. Pertanto gli esami cardiovascolari, incluso un ecocardiogramma, devono essere eseguiti in tutti i pazienti all’inizio e durante il trattamento con pergolide. Se un paziente sviluppa fibrosi o alterazioni valvolari cardiache, il trattamento deve essere sospeso.
Alterazioni dell’apparato gastrointestinale
Nausea, vomito, dispepsia, anoressia, secchezza delle fauci.
Altri eventi riportati includono stitichezza e diarrea.
Alterazioni del sistema epato-biliare
Test di funzionalità epatica anormali.
Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo
Rash.
Disordini generali
Dolore, dolore addominale, febbre e sindrome neurolettica maligna (con rapida detitolazione della pergolide).
Gli eventi più comuni che hanno causato l’interruzione del trattamento sono stati rilevati a carico del sistema nervoso, consistenti specialmente in allucinazioni e stato confusionale.
In uno studio multicentrico in doppio cieco, un totale di 376 pazienti è stato trattato con l-dopa/inibitori della decarbossilasi in aggiunta a pergolide o placebo. Sono stati riportati gli effetti indesiderati qui elencati.
I seguenti termini standard descrivono le frequenze degli eventi avversi:
- molto comuni: > 1/10 (10%)
- comuni: > 1/100 (1%) e < 1/10 (10%)
- non comuni: > 1/1000 (0,1%) e < 1/100 (1%)
- rari: > 1/10000 (0,01%) e < 1/1000 (0,1%)
- molto rari: < 1/10000 (0,01%) inclusi casi isolati
Sistemi/Effetto indesiderato¹ | l-dopa + inibitori della decarbossilasi con |
Pergolide (n = 189) in % | Placebo (n = 187) in % |
Infezioni ed infestazioni |
Infezioni | 1,1 [Comune] | 0 |
Alterazioni del sangue e del sistema linfatico |
Anemia | 1,1 [Comune] | < 1 [Non comune] |
Alterazioni del sistema nervoso |
Discinesia* | 62,4 [Molto comune] | 24,6 [Molto comune] |
Capogiri | 19,1 [Molto comune] | 13,9 [Molto comune] |
Allucinazioni* | 13,8 [Molto comune] | 3,2 [Comune] |
Distonia | 11,6 [Molto comune] | 8,0 [Comune] |
Confusione | 11,1 [Molto comune] | 9,6 [Comune] |
Sonnolenza* | 10,1 [Molto comune] | 3,7 [Comune] |
Insonnia | 7,9 [Comune] | 3,2 [Comune] |
Ansia | 6,4 [Comune] | 4,3 [Comune] |
Cefalea | 5,3 [Comune] | 6,4 [Comune] |
Tremori | 4,2 [Comune] | 7,5 [Comune] |
Depressione | 3,2 [Comune] | 5,4 [Comune] |
Sogni anormali | 2,7 [Comune] | 4,3 [Comune] |
Disturbi della personalità | 2,1 [Comune] | < 1 [Non comune] |
Psicosi | 2,1 [Comune] | 0 |
Andatura anormale | 1,6 [Comune] | 1,6 [Comune] |
Acatisia | 1,6 [Comune] | 0 |
Sindrome extrapiramidale | 1,6 [Comune] | 1,1 [Comune] |
Disturbi della coordinazione | 1,6 [Comune] | < 1 [Non comune] |
Parestesie | 1,6 [Comune] | 3,2 [Comune] |
Acinesia | 1,1 [Comune] | 1,1 [Comune] |
Aumentato tono muscolare | 1,1 [Comune] | 0 |
Neuralgia | 1,1 [Comune] | < 1 [Non comune] |
Difficoltà di parola | 1,1 [Comune] | 1,6 [Comune] |
Disturbi oculari |
Visione alterata | 5,8 [Comune] | 5,4 [Comune] |
Diplopia* | 2,1 [Comune] | 0 |
Disturbi della vista | 1,1 [Comune] | 0 |
Alterazioni cardiache |
Ipotensione posturale | 9,0 [Comune] | 7,0 [Comune] |
Edema periferico | 7,4 [Comune] | 4,3 [Comune] |
Palpitazioni | 2,1 [Comune] | <1 [Non comune] |
Ipotensione | 2,1 [Comune] | 1 [Comune] |
Sincope | 2,1 [Comune] | 1,1 [Comune] |
Ipertensione | 1,6 [Comune] | 1,1 [Comune] |
Aritmia | 1,1 [Comune] | < 1 [Non comune] |
Infarto del miocardio | 1,1 [Comune] | <1 [Non comune] |
Edema | 1,6 [Comune] | 0 |
Alterazioni del sistema vascolare |
Vasodilatazione | 3,2 [Comune] | < 1 [Non comune] |
Alterazioni dell’apparato respiratorio, del torace e del mediastino |
Rinite* | 12,2 [Molto comune] | 5,4 [Comune] |
Dispnea* | 4,8 [Comune] | 1,1 [Comune] |
Epistassi | 1,6 [Comune] | < 1 [Non comune] |
Singhiozzo | 1,1 [Comune] | 0 |
Alterazioni dell’apparato gastrointestinale |
Nausea* | 24,3 [Molto comune] | 12,8 [Molto comune] |
Stitichezza | 10,6 [Molto comune] | 5,9 [Comune] |
Diarrea | 6,4 [Comune] | 2,7 [Comune] |
Dispepsia* | 6,4 [Comune] | 2,1 [Comune] |
Dolore addominale* | 5,8 [Comune] | 2,1 [Comune] |
Perdita dell’appetito | 4,8 [Comune] | 2,7 [Comune] |
Secchezza delle fauci | 3,7 [Comune] | < 1 [Non comune] |
Vomito | 2,7 [Comune] | 1,6 [Comune] |
Alterato senso del gusto | 1,6 [Comune] | 0 |
Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo |
Rash | 3,2 [Comune] | 2,1 [Comune] |
Sudorazione | 2,1 [Comune] | 2,7 [Comune] |
Alterazione dell’apparato muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa |
Dolore al collo | 2,7 [Comune] | 1,6 [Comune] |
Dolore alla schiena | 1,6 [Comune] | 2,1 [Comune] |
Artralgia | 1,6 [Comune] | 2,1 [Comune] |
Borsite | 1,6 [Comune] | < 1 [Non comune] |
Mialgia | 1,1 [Comune] | < 1 [Non comune] |
Tremori muscolari | 1,1 [Comune] | 0 |
Alterazioni renali e delle vie urinarie |
Difficoltà alla minzione | 2,7 [Comune] | 6,4 [Comune] |
Infezioni del tratto urinario | 2,7 [Comune] | 3,7 [Comune] |
Ematuria | 1,1 [Comune] | < 1 [Non comune] |
Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione |
Dolore* | 7,0 [Comune] | 2,1 [Comune] |
Astenia | 4,2 [Comune] | 4,8 [Comune] |
Dolori toracici | 3,7 [Comune] | 2,1 [Comune] |
Sintomi influenzali | 3,2 [Comune] | 2,1 [Comune] |
Brividi | 1,1 [Comune] | 0 |
Edema facciale | 1,1 [Comune] | 0 |
Perdita di peso | 1,6 [Comune] | 0 |
Lesioni ed avvelenamento |
Lesioni, incidenti | 5,8 [Comune] | 7,0 [Comune] |
Procedure chirurgiche e mediche |
Chirurgia | 1,6 [Comune] | < 1 [Non comune] |
¹ eventi con frequenza di almeno l’1%
* incidenza significativamente maggiore rispetto al placebo (p ≤ 0,005)
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Non esiste esperienza clinica relativa ad un sovradosaggio marcato. Si sono verificati casi di sovradosaggio con 60 mg/die, 19 mg/die per 3 giorni o 14 mg/die per 23 giorni. I sintomi e segni includevano vomito, ipotensione, agitazione, gravi allucinazioni, gravi movimenti involontari e sensazione di formicolio. In un altro paziente, a cui sono stati inavvertitamente somministrati 7 mg (7000 mcg ) di farmaco invece che 0,7 mg (700 mcg ) sono state riscontrate palpitazioni, ipotensione ed extrasistolia ventricolare. La dose giornaliera massima raggiunta (prescritta a numerosi pazienti con morbo di Parkinson refrattario alla terapia) è stata maggiore di 30 mg.
Negli animali le manifestazioni di sovradosaggio hanno incluso nausea, vomito, convulsioni, abbassamento della pressione sanguigna e stimolazione del SNC.
Trattamento: si raccomandano terapia sintomatica di supporto e monitoraggio della funzione cardiaca. Mantenere stabile la pressione arteriosa. Può essere necessario somministrare un antiaritmico. In caso di comparsa di segni di stimolazione del SNC, si consiglia la somministrazione di fenotiazina o di un altro agente neurolettico a base di butirrofenone.
Il carbone attivo può essere usato al posto di o in aggiunta allo svuotamento gastrico.
La dialisi o l’emoperfusione possono difficilmente apportare benefici.
Categoria farmacoterapeutica: agente dopaminergico, dopaminoagonista.
Codice ATC: N04BC02.
Pergolide è un potente agonista dopaminergico derivato della segale cornuta attivo nei siti recettoriali D1, D2 e D3. Numerosi studi in vivo e in vitro hanno mostrato che pergolide è da 10 a 1000 volte più potente della bromocriptina, sulla base di una misurazione in mcg . Pergolide inibisce la secrezione di prolattina nell’uomo e abbassa le concentrazioni di prolattina sierica, causando un innalzamento transitorio delle concentrazioni sieriche dell’ormone della crescita e una diminuzione delle concentrazioni sieriche di ormone luteinizzante. Nei pazienti affetti dal morbo di Parkinson, pergolide sembra agire stimolando direttamente i recettori dopaminergici post-sinaptici posti nel corpo nigrostriatale.
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Studi condotti in volontari maschi sani hanno mostrato che pergolide sembra essere attiva a livello ipofisario, come dimostrato dall’attenuazione dei livelli di prolattina plasmatica 2 ore dopo la somministrazione. L’inibizione della prolattina dopo una dose pari a 0,05 mg (50 mcg ) può essere completa e durare almeno 24 ore.
Dopo avere somministrato pergolide mesilato marcata al C14 per via orale a soggetti sani, il 55% circa della radioattività somministrata è stato riscontrato sottoforma di metaboliti nell’urina, il 40% nelle feci e il 5% nella CO2 emessa con la respirazione, suggerendo l’ipotesi per cui una frazione significativa viene assorbita. Non è possibile fare alcuna affermazione riguardo l’entità della clearance pre-sistemica, se applicabile.
Non sono disponibili dati relativi alla distribuzione di pergolide dopo assorbimento.
Nell’uomo, pergolide viene ampiamente metabolizzata. Sono stati individuati almeno 10 metaboliti di pergolide, tra cui N-despropil-pergolide, pergolide solfossido e pergolide sulfone. Pergolide solfossido e pergolide sulfone sono dopaminoagonisti negli animali. Non è stato possibile identificare gli altri metaboliti e non sono noti altri metaboliti farmacologicamente attivi.
La principale via di eliminazione è rappresentata dai reni.
Pergolide si lega alle proteine plasmatiche al 90%. E’ bene tenere presente il grado di legame proteico quando si somministra pergolide mesilato assieme ad altri farmaci noti per avere effetti sul legame proteico.
Carcinogenesi, mutagenesi e compromissione della fertilità
Sono stati condotti studi di carcinogenicità della durata di due anni su topi e ratti, usando dosi fino a 340 e 12 volte superiori alla dose orale massima nell’uomo (6 mg o 6000 mcg /die, equivalenti a 0,12 mg o 120 mcg /kg/die). È risultata una bassa incidenza di neoplasie uterine, sia nei ratti che nei topi. Nei ratti sono stati riscontrati adenomi endometriali e carcinomi. Nei topi sono stati riscontrati sarcomi endometriali. Questo può essere dovuto all’alto rapporto estro/progestinico causato, nei roditori, dall’azione prolattino-inibente esercitata da pergolide mesilato. Questi meccanismi endocrini non sono presenti nell’uomo. Inoltre, non sono stati riportati casi di formazioni maligne a livello uterino nelle pazienti trattate con pergolide.
Una serie di test ha valutato il potenziale mutageno. In un unico test, un saggio delle mutazioni puntiformi nelle cellule di mammifero, è stata rilevata una debole risposta dopo attivazione metabolica con microsomi epatici di ratto, ma i restanti 5 test sono risultati negativi. Non è noto il rischio potenziale nell’uomo.
Studi sulla riproduzione non hanno mostrato effetti tossici sulle specie studiate (topo e coniglio). Non è risultato alterato lo sviluppo peri-/postnatale nel topo. In topi esposti a dosi elevate è stata osservata riduzione della fertilità probabilmente perché la pergolide riduce i livelli della prolattina.
- Lattosio monoidrato
- Amido (di mais) pregelatinizzato
- Carbossimetilamido sodico (Tipo A)
- Cellulosa microcristallina
- Magnesio stearato
- Ossido di ferro giallo (E172)
Non pertinente.
Blister: 18 mesi.
Flacone, prima dell’apertura del contenitore: 18 mesi (Modifica con var. II/01).
Flacone, dopo l’apertura del contenitore: 30 giorni.
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
Conservare nel contenitore originale. Conservare il blister nell’astuccio.
Flaconi (60 ml) in HDPE leggero, ambrato con tappo in HDPE (33 mm) a prova di bambino contenenti 100 compresse.
Blister in Alluminio-Alluminio/PVC (spessore alluminio 45/20,0 mcm, spessore poliammide 25 mcm, spessore PVC 60 mcm).
Blister da 10, 20, 30, 40, 50 e 100 compresse.
Confezioni ospedaliere da 100 e 10 x 30 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Mylan S.p.A. - Via Vittor Pisani, 20 - 20124 Milano, Italia
0,05 mg compresse 10 compresse in blister AL/AL/PVC - A.I.C. n. 036641013/M
0,05 mg compresse 20 compresse in blister AL/AL/PVC - A.I.C. n. 036641025/M
0,05 mg compresse 30 compresse in blister AL/AL/PVC - A.I.C. n. 036641037/M
0,05 mg compresse 40 compresse in blister AL/AL/PVC - A.I.C. n. 036641049/M
0,05 mg compresse 50 compresse in blister AL/AL/PVC - A.I.C. n. 036641052/M
0,05 mg compresse 100 compresse in blister AL/AL/PVC - A.I.C. n. 036641064/M
0,05 mg compresse 100 compresse in blister AL/AL/PVC CONFEZIONE OSPEDALIERA - A.I.C. n. 036641088/M
0,05 mg compresse 100 compresse in flacone HPDE - A.I.C. n. 036641090/M
0,05 mg compresse 75 compresse + 0,25 mg compresse 6 compresse in blister AL/AL/PVC starter pack - A.I.C. n. 036641266/M
0,05 mg compresse 109 compresse + 0,25 mg compresse 57 compresse in blister AL/AL/PVC starter pack - A.I.C. n. 036641278/M
Ottobre 2006
Ottobre 2008