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PERSOLV Richter
Un flacone di PERSOLV - 100.000 - 500.000 - 1.000.000 contiene rispettivamente 100.000 - 500.000
- 1.000.000 U.I. di urochinasi umana.
- Flacone di liofilizzato + flacone di solvente
L'urochinasi è indicata in tutte le forme di tromboembolia e di trombosi delle arterie e delle vene di recente formazione.
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PERSOLV Richter è stato studiato con gli schemi posologici di seguito indicati, in analogia a quanto riportato dalla più autorevole letteratura medica sull'argomento.
Occlusioni arteriose e venose di origine trombotica ed embolica di recente formazione:
- dose iniziale 4.400 U.I./kg (mediamente 300.000 U.I.) in bolo unico e.v., in 10-15 minuti;
- seguita da: 4.400 U.I./kg ogni ora per 12 ore consecutive in infusione continua e.v.
Nell'infarto miocardico acuto si raccomanda di iniziare la terapia il più precocemente possibile secondo il seguente schema posologico:
- 15.000-30.000 U.I./kg somministrate in infusione e.v. della durata non superiore ai 90 minuti.
Dosi minori possono essere impiegate nel trattamento delle trombosi profonde degli arti: alcuni Autori francesi infatti hanno usato con successo una dose totale di 75.000 U.I. ogni ora per12 ore in infusione continua e.v., con o senza una dose totale iniziale di 150.000 U.I. Al termine dell'infusione, il trattamento può essere integrato con eparina, somministrando ogni 4-6 ore una dose tale da contenere uno stato di adeguata ipocoagulabilità. In presenza di coaguli negli shunts artificiali artero-venosi, si iniettano direttamente nello shunt ostruito da 5.000 a 25.000 U.I., sciolte in 1-2 ml di soluzione fisiologica, lasciando "in situ" la soluzione per almeno due ore.
Affezioni oculari.
Nelle trombosi dei vasi centrali della retina la via di somministrazione più efficace è quella endovenosa e si impiegano le seguenti dosi:
- dose iniziale: 4.400 U.I./kg in bolo unico e.v. ogni 10-15 minuti;
- seguita da: 4.400 U.I./kg ogni ora per 4 ore consecutive in infusione continua e.v.
In presenza invece di emorragie del vitreo e della camera anteriore introdurre direttamente "in loco" piccole quantità variabili da 5.000 a 25.000 U.I.
Depositi patologici di fibrina di origine flogistica.
La risoluzione di questi depositi di fibrina prevede la somministrazione endocavitaria di dosi comprese tra 5.000 e 10.000 U.I. al giorno.
La frequenza e la durata della terapia sono variabili e pertanto non è possibile indicarne un rigido schema.
L'Urochinasi è assolutamente controindicata nelle condizioni in cui la sua attività fibrinolitica può aggravare situazioni preesistenti di grave rischio emorragico ed in particolare nei casi di:
- diatesi emorragica nota;
- recente sanguinamento clinicamente rilevante;
- ferite da operazioni chirurgiche non completamente rimarginate;
- storie di emorragia cerebrale o di intervento chirurgico cerebrale o spinale negli ultimi due mesi;
- neoplasie intracraniche;
- stroke negli ultimi 3 mesi;
- importante e recente (meno di 10 giorni) trauma o intervento chirurgico;
- puntura recente (ultimi 10 giorni) di un vaso sanguigno non comprimibile (per es. vena succlavia o giugulare);
- retinopatia emorragica, soprattutto nei diabetici;
- ipertensione grave;
- endocardite batterica e pericardite;
- pancreatite acuta;
- ulcera gastrica o duodenale documentata negli ultimi 3 mesi;
- colite ulcerosa;
- varici esofagee, aneurisma arterioso, malformazioni arteriose o venose;
- edema polmonare;
- grave epatopatia, compresa cirrosi epatica, ipertensione portale ed epatite attiva;
- grave insufficienza renale;
- ipocoagulabilità ematica congenita o acquisita;
- periodo pre- e post-partum.
L'Urochinasi è controindicata inoltre in gravidanza.
Rappresentano controindicazioni relative all'uso di urochinasi le seguenti condizioni: biopsia d'organo, elevato rischio di formazione di trombi nel cuore sinistro (per es. nella stenosi della mitrale con fibrillazione atriale).
Per la buona condotta del trattamento trombolitico è consigliabile effettuare ogni 6-12 ore il dosaggio del fibrinogeno.
Il rischio emorragico, teoricamente possibile con valori di fibrinogenemia inferiori a 100 mg/dl diventa notevole quando la fibrinogenemia raggiunge il valore di 60 mg/dl.
Particolari precauzioni devono essere osservate in pazienti con segni di vasculopatie cerebrali specie se ipertesi; in pazienti di età avanzata; durante il periodo mestruale; in pazienti con fibrillazione atriale. Prima di iniziare il trattamento e nel corso del trattamento con urochinasi, specialmente alle dosi più elevate, è necessario mantenere sotto controllo lo stato della coagulazione ematica ed in particolare della fibrinolisi (ematocrito, conta delle piastrine, tempo di trombino-coagulasi, tempo di Howell, tempo di lisi dell'euglobina, tasso del fibrinogeno e del plasminogeno). Pertanto è necessario che la terapia fibrinolitica per via generale venga attuata da medici esperti in ambiente ospedaliero dotato di adeguate attrezzature di monitoraggio.
È possibile intervenire chirurgicamente, dopo sospensione del trattamento con urochinasi.
Lo stato clinico globale e l'anamnesi del paziente devono essere attentamente valutati prima di iniziare la terapia con urochinasi. Durante il trattamento con urochinasi evitare qualsiasi iniezione per via intramuscolare.
I procedimenti arteriosi invasivi devono essere evitati prima e durante il trattamento in modo da ridurre al minimo il sanguinamento; se una puntura arteriosa è assolutamente indispensabile, deve essere eseguita da un medico esperto usando un'arteria radiale o brachiale piuttosto che una femorale; nella sede della puntura deve essere applicata una pressione per almeno 30 minuti (applicare una medicazione stretta) e la zona deve essere controllata frequentemente per evidenziare l'eventuale sanguinamento. I procedimenti invasivi venosi devono essere eseguiti attentamente ed il meno frequentemente possibile.
Uso pediatrico: la sicurezza e l'efficacia nei bambini non è stata ancora stabilita.
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L'uso contemporaneo di salicilati, indometacina, fenilbutazone ed in genere antiinfiammatori non steroidei, anticoagulanti orali, antiaggreganti piastrinici, dipiridamolo e destrano può aumentare il rischio di emorragie e pertanto andrà evitato.
L'eventuale associazione con eparinoterapia richiede l'osservanza delle controindicazioni proprie a questo anticoagulante e l'opportuno monitoraggio dello stato della coagulazione (tempo di tromboplastina parziale attivata), onde evitare la comparsa di stati di iper- o ipocoagulabilità.
In gravidanza l'impiego dell'urochinasi, pur se controindicato, deve essere valutato dal medico in funzione dello stato di necessità. Studi condotti sul ratto e sul coniglio hanno evidenziato la assenza di teratogenicità e l'assenza di influenza sulla gestazione e sulla vitalità e lo sviluppo corporeo del feto.
Dal momento che non è noto se l'urochinasi passa nel latte, la sostanza deve essere usata con cautela durante l'allattamento.
La sostanza non interferisce sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine.
L'emorragia è l'effetto indesiderato più frequente e grave della terapia a base di urochinasi.
Nel corso della terapia fibrinolitica, soprattutto durante infusioni protratte per più di 48 ore, possono manifestarsi emorragie specialmente a livello della sede di perfusione.
Soltanto in rari casi sono stati segnalati fenomeni embolici acuti causati da frammenti del primitivo coagulo.
Eccezionalmente sono stati osservati episodi di emorragia gengivale, di porpora, di emorragia intestinale.
Durante la terapia con urochinasi si sono manifestati gravi sanguinamenti spontanei anche ad esito letale dovuti ad emorragia cerebrale.
Se si manifesta grave sanguinamento spontaneo la infusione di urochinasi deve essere immediatamente interrotta e devono essere instaurate le opportune misure per ripristinare il volume ematico (plasma expanders); se la perdita ematica è stata abbondante è preferibile somministrare emazie concentrate invece di sangue intero. Il destrano non deve essere usato. In situazioni d'emergenza si può prendere in considerazione la somministrazione di un agente antifibrinolitico naturale come l'aprotinina o sintetico come l'acido epsilon-amino-caproico, sebbene il suo valore clinico nel controllo del sanguinamento dopo terapia con urochinasi non sia stato documentato.
Rispetto alla streptochinasi, l'urochinasi non ha proprietà antigeniche per l'uomo; comunque sono stati riferiti rari casi di reazioni allergiche lievi comprendenti broncospasmo e rash. In attesa di sperimentare ulteriormente la sostanza, la possibilità di gravi reazioni allergiche, compresa l'anafilassi, deve essere tenuta in considerazione.
Il manifestarsi di eventuali reazioni febbrili alcune ore dopo la iniezione di urochinasi è ascrivibile alla formazione di prodotti secondari di scissione dei coaguli di fibrina.
In alcuni casi di trattamento di embolie polmonari è stato segnalato un abbassamento dell'ematocrito.
Una rapida lisi dei trombi dell'arteria coronarica può occasionalmente causare riperfusione atriale o aritmia ventricolare tale da richiedere un trattamento immediato.
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L'iperdosaggio può determinare fenomeni emorragici. In generale è sufficiente interrompere l'infusione per arrestare il sanguinamento. Se necessario, si possono somministrare antifibrinolitici naturali come l'aprotinina, o sintetici, come l'acido epsilon-amino-caproico (EACA). Nei casi di grave carenza dei fattori della coagulazione è opportuno somministrare fibrinogeno umano, oppure frazione plasmatica I o plasma intero.
L'urochinasi è un enzima estratto dall'urina umana, normalmente reperibile in due forme di peso molecolare rispettivamente 54.000 e 33.000 daltons, che determina l'attivazione enzimatica del sistema fibrinolitico endogeno, convertendo il plasminogeno ematico inattivo in plasmina.
Con questo meccanismo d'azione esplica la sua attività litica sui depositi di fibrina ed in particolare determina un'intensa azione trombolitica a livello dei coaguli ematici e delle formazioni tromboemboliche recenti dissolvendoli e ripristinando in un tempo relativamente breve il normale flusso sanguigno senza dare luogo ad evidenti effetti collaterali, previene ed elimina i danni determinati dalle ostruzioni vasali. L'attività fibrinolitica dell'urochinasi viene determinata quantitativamente in riferimento a preparazioni standard (standard di riferimento O.M.S.) e viene espressa correntemente in Unità Internazionali (U.I.) praticamente equivalenti alle Unità C.T.A.
(Standard Committee on Thrombolytic Agents).
L'intensità fibrinolitica "in vivo" dell'urochinasi dipende:
- dai fattori emodinamici che ne regolano la diffusione e concentrazione a livello del coagulo;
- dai livelli di inibitori plasmatici;
- dalle quantità di plasminogeno e di fibrina presenti nel coagulo;
- dall'estensione e dall'età del coagulo.
L'urochinasi è priva di antigenicità in quanto trattasi di proteine di origine umana e, nella pratica clinica, rispetto agli agenti fibrinolitici di origine batterica presenta molteplici vantaggi:
1. può essere somministrata a dosi standardizzate e la sua efficacia è costante anche in trattamenti ripetuti in quanto non risultano naturalmente presenti né si formano anticorpi neutralizzanti;
2. provoca raramente reazioni allergiche.
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Dopo iniezione endovenosa, l'urochinasi abbandona rapidamente il circolo.
Il suo tempo di emivita deve ritenersi compreso fra 9 e 16 minuti. La sostanza si concentra principalmente nel fegato e nel rene.
Pazienti con alterata funzionalità epatica possono presentare un aumento dell'emivita plasmatica della sostanza. Piccole quantità di urochinasi sono eliminate con l'urina e con la bile.
Non è noto se la sostanza attraversa la placenta o se passa nel latte.
Nelle prove di tossicità acuta, dosi singole di urochinasi oltre cento volte superiori a quelle impiegate in clinica, somministrate per via endovenosa od endoperitoneale, non sono risultate letali nel topo e nel ratto.
Studi di tossicità subacuta negli stessi animali hanno confermato l'innocuità del prodotto. In particolare 7 giorni consecutivi di trattamento e.v. nel ratto con dosi quotidiane fino a 350.000 UI/Kg non hanno provocato effetti tossici macroscopici e l'esame istologico dei principali organi ha permesso di escludere alterazioni e lesioni.
Inoltre studi condotti sul ratto e sul coniglio hanno evidenziato l'assenza di teratogenicità e l'assenza di influenza sulla gestazione, sulla vitalità e sullo sviluppo corporeo del feto.
100.000 U.I. - 500.000 U.I. - 1.000.000 U.I.
Mannitolo, Sodio edetato, Sodio fosfato. Solvente: Sodio cloruro, Acqua per preparazioni iniettabili.
Il prodotto viene somministrato per via e.v. in soluzione fisiologica o glucosata; non sono note possibili incompatibilità con altri mezzi di infusione.
A confezionamento integro 24 mesi. La soluzione ricostituita dovrebbe essere utilizzata subito; se necessario tuttavia può essere conservata per non più di 12 ore in frigorifero (+ 2°C/ + 6°C).
Nessuna.
PERSOLV Richter 100.000 U.I.: 1 flacone di liofilizzato + 1 flacone di solvente da 2 ml
PERSOLV Richter 500.000 U.I.: 1 flacone di liofilizzato + 1 flacone di solvente da 2 ml
PERSOLV Richter 1.000.000 U.I.: 1 flacone di liofilizzato + 1 flacone di solvente da 2 ml
Modalità di preparazione e d'uso.
PERSOLV Richter si scioglie introducendo l'apposito solvente nel flacone di liofilizzato. La soluzione ricostituita può essere impiegata tal quale (somministrazioni endoculari) oppure ulteriormente diluita in liquidi da infusione venosa (preferibilmente soluzione fisiologica o glucosata). La soluzione ricostituita dovrebbe essere utilizzata subito; se necessario tuttavia può essere conservata per non più di 12 ore in frigorifero (+ 2 / + 6° C).
GRUPPO LEPETIT S.p.A.
Via R. Lepetit, 8 - 20020 Lainate (MI)
- PERSOLV Richter 100.000 U.I. – AIC n. 024726034
- PERSOLV Richter 500.000 U.I. – AIC n. 024726059
- PERSOLV Richter 1.000.000 U.I. – AIC n. 024726073
- PERSOLV Richter 100.000 U.I. – luglio 1982 / maggio 2000
- PERSOLV Richter 500.000 U.I. – maggio 1992 / maggio 2000
- PERSOLV Richter 1.000.000 U.I. – maggio 1992 / maggio 2000
Maggio 2000