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PLATAMINE
PLATAMINE 10 mg Polvere per soluzione iniettabile
Ogni flacone da 10 mg contiene: cisplatino 10 mg.
PLATAMINE 25 mg Polvere per soluzione iniettabile
Ogni flacone da 25 mg contiene: cisplatino 25 mg.
PLATAMINE 50 mg Polvere per soluzione iniettabile
Ogni flacone da 50 mg contiene: cisplatino 50 mg.
Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Polvere per soluzione iniettabile.
PLATAMINE ha dimostrato elevata attività antitumorale sia come singolo agente, sia in combinazione con altri farmaci antitumorali specialmente nei tumori del testicolo e dell’ovaio.
Usato in polichemioterapia PLATAMINE si è dimostrato efficace contro altri tumori solidi: carcinoma della testa e del collo, della prostata e della vescica.
Dati preliminari indicano che PLATAMINE è attivo anche nei sarcomi, linfomi, cancro polmonare, cancro esofageo,cancro della tiroide, neuroblastoma e melanoma maligno.
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Quando usato in monochemioterapia i due schemi più comunemente seguiti prevedono l’iniezione endovenosa, preferibilmente per infusione lenta (6 ore), di una dose unica di 50-100 mg/m² ogni 3-4 settimane, oppure di 15-20 mg/m² al giorno per 5 giorni consecutivi ogni 3-4 settimane. Nei pazienti con ridotta funzionalità renale o depressione midollare si useranno dosi più basse.
Nel caso di impiego in associazione con altri farmaci antitumorali, le dosi devono essere opportunamente vagliate
PLATAMINE deve essere disciolto in acqua per preparazioni iniettabili in modo da ottenere una soluzione contenente 1 mg/ml di farmaco: tale soluzione deve essere diluita in almeno 500 ml di soluzione fisiologica salina.
PLATAMINE viene somministrato dopo idratazione del paziente per ridurre la nefrotossicità. Diversi autori hanno impiegato a questo scopo anche il mannitolo per infusione.
Il paziente può essere idratato con una infusione intravenosa di 2 litri di glucosio al 5% in soluzione salina da 1/2 a 1/3 Normale, per 2-4 ore. È consigliabile continuare una adeguata idratazione per tutte le 24 ore successive alla somministrazione del farmaco. La quantità totale di liquidi da introdurre per ogni singolo trattamento, varia a seconda della modalità di somministrazione.
Durante la fleboclisi, il flacone deve essere mantenuto al riparo dalla luce.
Poiché PLATAMINE a contatto con l’alluminio si degrada, non si devono usare apparecchiature contenenti tale metallo.
PLATAMINE è controindicato nei pazienti con disfunzioni renali, disturbi dell’udito, depressione del midollo osseo, durante la gravidanza o l’allattamento, o nei pazienti con anamnesi di ipersensibilità al cisplatino, ad altri composti contenenti platino o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
PLATAMINE deve essere somministrato sotto il controllo del medico specialista in chemioterapia antitumorale, esclusivamente in centri specializzati e opportunamente attrezzati.
Nefrotossicità
Prima dell’inizio della terapia e ad ogni ciclo è necessario valutare la funzionalità renale mediante controlli di azotemia, creatininemia e, in particolare, della clearance della creatinina. È opportuno inoltre controllare la diuresi e la concentrazione degli elettroliti del siero, compresa la magnesiemia. La tossicità renale si aggrava con il ripetersi dei cicli di trattamento. La funzionalità renale deve ritornare alla norma prima di somministrare la dose successiva.
Al fine di minimizzare il rischio di nefrotossicità, si consiglia di idratare il paziente prima e dopo il trattamento con il Platamine (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione).
Ototossicità
Dosi elevate possono essere ototossiche; è consigliabile valutare la capacità uditiva prima e a intervalli regolari durante la terapia.
Mielotossicità
La mielotossicità è dose dipendente; è necessario controllare frequentemente la crasi ematica mediante conteggio di eritrociti, leucociti e piastrine.
Neurotossicità
La possibile neurotossicità da PLATAMINE richiede esami neurologici regolari.
Reazioni di tipo anafilattico
Le reazioni di tipo anafilattico possono essere controllate con antistaminici, adrenalina e/o glicocorticoidi.
Periodicamente occorre controllare la funzionalità epatica.
Effetti immunosoppressori/Aumentata suscettibilità alle infezioni
La somministrazione di vaccini vivi o vivi attenuati in pazienti immunocompromessi dagli agenti chemioterapici incluso il cisplatino, possono determinare infezioni serie o fatali. La vaccinazione con un vaccino vivo deve essere evitata nei pazienti che assumono cisplatino. I vaccini uccisi o inattivati possono essere somministrati; tuttavia, la risposta a tali vaccini potrebbe essere ridotta.
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Farmaci potenzialmente nefrotossici o ototossici, quali gli antibiotici amminoglicosidici o i diuretici dell’ansa, possono aggravare gli effetti nefrotossici ed ototossici del cisplatino.
PLATAMINE può essere opportunamente associato ad altri farmaci antineoplastici. Tuttavia è sconsigliabile mescolare contemporaneamente più farmaci nella stessa siringa.
Disturbi della fertilità
È possibile che PLATAMINE abbia influenza sulla fertilità maschile e femminile.
Gravidanza
Il cisplatino ha dimostrato di essere mutagenico nelle colture batteriche e produce alterazioni cromosomiche nelle colture tissutali di cellule animali. Nei topi, il cisplatino ha azione teratogena ed embriotossica; pertanto, non è raccomandata la somministrazione di questo prodotto in donne gravide. Le donne in età fertile devono utilizzare adeguate misure contraccettive e la somministrazione del cisplatino va effettuata solo nei casi in cui i potenziali benefici superino i rischi di tale terapia. Nel caso di pazienti che restino gravide durante la terapia con il cispaltino, esse dovranno essere informate dei rischi per il feto.
Allattamento
Non è noto se il cisplatino venga escreto nel latte materno. Tuttavia, a causa del potenziale rischio per il neonato, si raccomanda di interrompere l’allattamento durante la terapia con il farmaco.
Non sono note interferenze sulla capacità di guida e sull’uso di macchinari.
Patologie renali e urinarie
La possibile tossicità renale dopo cicli ripetuti richiede uno scrupoloso monitoraggio della funzione renale. La compromissione renale è svelata da un aumento dell’azotemia, della creatininemia e dell’uricemia, nonchè da una diminuita clearance della creatinina. Sono stati inoltre osservati casi di microematuria. Le lesioni renali sono localizzate nei tubuli distali e nei dotti collettori.
Patologie gastrointestinali
Gran parte dei pazienti trattati con PLATAMINE lamenta nausea e vomito. I sintomi iniziano di solito entro un’ora dal trattamento e durano fino a 24 ore. A volte anoressia, nausea e vomito possono persistere più a lungo, fino ad una settimana e talvolta questi sintomi sono così gravi da dover procedere alla sospensione del trattamento.
Patologie del sistema emolinfopoietico.
PLATAMINE può provocare una depressione di tutte e tre le serie cellulari. La leucopenia è dose-dipendente, forse cumulativa ed è di solito reversibile: essa inizia tra il 6° e 26° giorno dalla somministrazione e regredisce tra il 21° e 45° giorno.
Anche la piastrinopenia rappresenta un effetto dose-limitante di PLATAMINE, ma è solitamente reversibile; essa inizia tra il 10° e 26° giorno dalla somministrazione e regredisce tra il 28° e 45° giorno.
L’anemia (caduta dell’emoglobina superiore a 2 g/100 ml), che si presenta con una certa frequenza, è un effetto di difficile interpretazione data la molteplicità dei fattori che, nel paziente canceroso, possono portare ad anemia.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Si manifesta con ronzii e perdita dell’udito alle frequenze più elevate (4.000-8.000 Hz); è stata osservata anche dopo una dose singola, ma sembra correlata alla dose totale o alla somministrazione di alte dosi. Nei bambini essa appare particolarmente grave. È ancora oggetto di discussione se sia reversibile.
Patologie del sistema nervoso
In alcuni pazienti è stata segnalata la comparsa di una neuropatia periferica con parestesie agli arti superiori e inferiori e tremori. Sono stati anche osservati casi di perdita del gusto e del senso della spazio.
Questi disturbi si sono verificati di solito dopo cicli ripetuti di terapia. La sintomatologia neurologica è stata tuttavia osservata anche dopo la somministrazione di una singola dose.
Il trattamento con PLATAMINE deve essere immediatamente sospeso alla comparsa dei sintomi sopraindicati. I dati preliminari fanno ritenere che le neuropatie periferiche in alcuni pazienti sono irreversibili.
Nei pazienti trattati con PLATAMINE sono stati segnalati accidenti cerebrovascolari.
Disturbi del sistema immunitario
In alcuni casi, entro pochi minuti dalla somministrazione endovenosa di PLATAMINE, si sono verificate reazioni di tipo anafilattico, quali: rossore improvviso, edema del volto, broncospasmo, tachicardia, ipotensione. Tali reazioni sono controllabili con antistaminici, adrenalina e/o corticosteroidi.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
In un certo numero di pazienti è stata documentata ipomagnesiemia asintomatica; solo in pochi casi sono stati rilevati sintomi di ipomagnesiemia. Essa è dovuta ad un difetto di riassorbimento del magnesio da parte del rene.
PLATAMINE può causare iperuricemia, più elevata quando la dose supera i 50 mg/m², controllabile mediante allopurinolo.
Patologie dell’occhio
La tossicità a livello della retina si manifesta con visione offuscata ed alterazione della percezione dei colori. Sono stati riportati casi di nevrite ottica in seguito a somministrazione del cisplatino.
Patologie epatobiliari
Durante la terapia con il cisplatino alle dosi raccomandate possono verificarsi aumenti transitori degli enzimi epatici e della bilirubina.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
La somministrazione accidentale di cisplatino nei tessuti perivascolari può dar luogo a reazioni locali di entità variabile, dipendenti dalla concentrazione del farmaco, che possono esitare in cellulite, fibrosi e necrosi.
Altre tossicità: sia pure raramente, sono stati riportati casi di tossicità vascolare con la somministrazione di cisplatino in associazione ad altri farmaci antineoplastici. Le manifestazioni osservate sono eterogenee includendo, tra l’altro, infarto miocardio, ictus, arterite cerebrale e sindrome emolitico-uremica.
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Si raccomanda un trattamento sintomatico. Vedere paragrafo 4.8 Effetti indesiderati per possibili complicazioni.
Categoria farmacoterapeutica: Antineoplastici - composti del platino. Codice ATC: L01XA01
PLATAMINE è un farmaco antitumorale, appartenente al gruppo dei composti inorganici, la cui efficacia antineoplastica è stata dimostrata in una grande varietà di tumori sperimentali. Il meccanismo d’azione antitumorale appare legato all’inibizione della sintesi del DNA: la configurazione “cis” favorisce la formazione di legami all’interno della struttura elicoidale del DNA.
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Studi effettuati nell’uomo con cisplatino radioattivo hanno dimostrato che il farmaco si concentra nel rene, nel fegato e nell’intestino.
I livelli plasmatici di radioattività dopo somministrazione unica E.V. in bolus decadono secondo una curva bifasica, con una fase iniziale caratterizzata da una emivita di 25-49 minuti e una successiva più lenta di 58-73 ore.
Si può inoltre postulare l’esistenza di una terza fase escretoria, con emivita ancora più lunga, in base all’elevata concentrazione di platino persistente nel plasma al 21° giorno dopo la somministrazione. Durante la fase terminale della curva plasmatica, più del 90% del farmaco è legato alle proteine.
Il cisplatino viene escreto principalmente con le urine: tuttavia l’escrezione urinaria è incompleta in quanto solo il 27-45% di farmaco viene escreto nei primi 5 giorni.
L’escrezione urinaria di platino filtrabile è maggiore dopo infusione di 6 ore che dopo iniezione della stessa dose in 15 minuti.
Una diuresi forzata mediante idratazione o con infusione di mannitolo riduce la concentrazione urinaria di platino e, di conseguenza, potrebbe ridurre la nefrotossicità.
Tossicità acuta e subacuta
Nei ratti la DL50 è risultata di 10 mg/kg. Nei cani le dosi singole di 12 e 6 mg/kg e le dosi consecutive di 4 e 2 mg/kg hanno causato una mortalità del 100%.
Tossicità cronica
La dose di 0,25 mg/kg/die somministrata e.v. per 4 mesi appare ben tollerata dal cane, mentre quella di 0,50 mg/kg/die causa qualche segno di tossicità gastroenterica e forse renale. Nel cane e nella scimmia la nefrotossicità rappresenta il principale tipo di tossicità limitante la dose. Nel cane si manifesta iperazotemia e ipocloremia; l’esame istologico ha messo in evidenza necrosi tubulare nel cane e nefrite interstiziale acuta nella scimmia. Rilievi tossici si sono avuti a carico dell’apparato gastroenterico e del sistema ematopoietico, in genere a dosi superiori a 2,5 mg/kg, sia nel cane sia nella scimmia.
PLATAMINE è mutageno in batteri e produce alterazioni cromosomiche in cellule coltivate in vitro.
Il prodotto, come del resto la maggior parte dei farmaci antitumorali ed immunosoppressori, ha dimostrato proprietà cancerogene negli animali in particolari condizioni sperimentali.
Sodio cloruro, mannitolo.
PLATAMINE può essere opportunamente associato ad altri farmaci antineoplastici. Tuttavia è sconsigliabile mescolare contemporaneamente più farmaci nella stessa siringa.
3 anni.
Le soluzioni ricostituite possono essere conservate per 24 ore a temperatura ambiente e al riparo dalla luce.
Le soluzioni poste in ambiente freddo possono dar luogo a precipitati.
Flacone di vetro ambrato con tappo perforabile.
Flacone da 10 mg
Flacone da 25 mg
Flacone da 50 mg
Durante la fleboclisi, il flacone deve essere mantenuto al riparo dalla luce. Poichè PLATAMINE a contatto con l’alluminio si degrada, non si devono usare apparecchiature contenenti tale metallo.
Vedi anche punto 4.2 “Posologia e modo di somministrazione”.
Pfizer Italia S.r.l. via Isonzo, 71 - 04100 Latina
AIC n. 024772016 - Flacone da 10 mg
AIC n. 024772028 - Flacone da 25 mg
AIC n. 024772030 - Flacone da 50 mg
22 ottobre 1982 / 31 maggio 2005
Gennaio 2009