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PRAMIPEXOLO ANGENERICO COMPRESSE
Pramipexolo Angenerico 0,088 mg compresse
Ogni compressa contiene 0,088 mg di pramipexolo (come 0,125 mg di pramipexolo dicloridrato monoidrato).
Pramipexolo Angenerico 0,18 mg compresse
Ogni compressa contiene 0,18 mg di pramipexolo (come 0,25 mg di pramipexolo dicloridrato monoidrato).
Pramipexolo Angenerico 0,7 mg compresse
Ogni compressa contiene 0,7 mg di pramipexolo (come 1,0 mg di pramipexolo dicloridrato monoidrato).
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.
Compresse.
Pramipexolo Angenerico 0,088 mg compresse
Compresse di forma rotonda, non rivestite, di colore da bianco a bianco-avorio, lisce su entrambi i lati.
Pramipexolo Angenerico 0,18 mg compresse
Compresse di forma ovale, non rivestite, di colore da bianco a bianco-avorio, con una linea di frattura su entrambi i lati.
Le compresse possono essere divise in due parti uguali.
Pramipexolo Angenerico 0,7 mg compresse
Compresse di forma rotonda, non rivestite, di colore da bianco a bianco-avorio, con una linea di frattura su entrambi i lati.
Le compresse possono essere divise in due parti uguali.
Pramipexolo Angenerico è indicato nel trattamento dei segni e dei sintomi del morbo di Parkinson idiopatico, in monoterapia (senza levodopa) o in associazione con levodopa, per esempio nel corso della malattia fino alle sue fasi avanzate, quando l’effetto di levodopa svanisce o diventa discontinuo e insorgono fluttuazioni dell’effetto terapeutico (fluttuazioni di fine dose, altrimenti note come “on/off”).
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Nota bene:
le dosi di pramipexolo pubblicate in letteratura si intendono nella forma in sale.
Pertanto le dosi saranno espresse sia in termini di pramipexolo base che di pramipexolo sale (tra parentesi).
Morbo di Parkinson
Le compresse devono essere somministrate per via orale, deglutite con acqua e possono essere prese prima o dopo i pasti. La dose giornaliera deve essere somministrato in dosi equamente suddivise 3 volte al giorno.
Trattamento iniziale
I dosaggi devono essere aumentati gradualmente da una dose iniziale di 0,264 mg base (0,375 mg sale) al giorno e poi incrementati ogni 5-7 giorni. Purché i pazienti non sviluppino effetti indesiderati gravi, il dosaggio deve essere titolato fino a raggiungere il massimo effetto terapeutico.
Schema posologico ascendente di Pramipexolo Angenerico |
Settimana | Dosaggio (mg base) | Dose giornaliera complessiva (mg base) | Dosaggio (mg sale) | Dose giornaliera complessiva (mg sale) |
1 | 3 x 0,088 | 0,264 | 3 x 0,125 | 0,375 |
2 | 3 x 0,18 | 0,54 | 3 x 0,25 | 0,75 |
3 | 3 x 0,35 | 1,1 | 3 x 0,5 | 1,50 |
Se si rende necessario un ulteriore incremento, la dose giornaliera deve essere aumentata di 0,54 mg base (0,75 mg sale) a intervalli settimanali fino a una dose massima di 3,3 mg base (4,5 mg sale) al giorno.
È necessario tuttavia considerare che a dosi superiori a 1,5 mg/die l’incidenza di casi di sonnolenza aumenta (vedere il paragrafo 4.8).
Terapia di mantenimento
La dose individuale di mantenimento deve essere compresa tra 0,264 mg base (0,375 mg sale) e un massimo di 3,3 mg base (4,5 mg sale) al giorno. Durante l’incremento della dose, in tre studi pilota, l’efficacia è stata osservata a partire da un dosaggio giornaliero di 1,1 mg base (1,5 mg sale). Ulteriori aggiustamenti del dosaggio devono essere effettuate tenendo conto della risposta clinica e dell’insorgenza di effetti indesiderati. Negli studi clinici il 5% circa dei pazienti è stato trattato con dosi inferiori a 1,1 mg (1,5 mg sale). Nel morbo di Parkinson in stadio avanzato dosi giornaliere superiori a 1,1 mg (1,5 mg sale) possono essere efficaci nei pazienti nei quali si desidera attuare una riduzione della terapia con levodopa. Si raccomanda di ridurre la dose di levodopa sia durante l’incremento del dosaggio di pramipexolo sia durante la terapia di mantenimento, in base alla risposta individuale dei singoli pazienti.
Interruzione del trattamento
La brusca interruzione della terapia dopaminergica può provocare lo sviluppo di una sindrome neurolettica maligna. Pramipexolo deve essere pertanto diminuito gradualmente in ragione di 0,54 mg base (0,75 mg sale) al giorno, fino a ridurre la dose giornaliera a 0,54 mg base (0,75 mg sale). In seguito la dose deve essere ridotta di 0,264 mg base (0,375 mg sale) al giorno (vedere paragrafo 4.4).
Posologia nei pazienti con compromissione renale
L’eliminazione di pramipexolo dipende dalla funzionalità renale. Per l’inizio della terapia
si suggerisce il seguente schema posologico:
i pazienti con clearance della creatinina superiore a 50 ml/min non richiedono alcuna riduzione della dose giornaliera;
nei pazienti con clearance della creatinina compresa tra 20 e 50 ml/min la dose giornaliera iniziale di Pramipexolo Angenerico va suddivisa in due somministrazioni, iniziando con 0,088 mg base (0,125 mg sale) due volte al giorno (0,176 mg base/0,25 mg sale al giorno);
nei pazienti con clearance della creatinina inferiore a 20 ml/min, la dose giornaliera di pramipexolo deve essere somministrato in dose singola giornaliera, partendo da 0,088 mg base (0,125 mg sale) al giorno.
Se durante la terapia di mantenimento la funzionalità renale diminuisce, ridurre la dose giornaliera di pramipexolo della stessa percentuale della diminuzione della clearance della creatinina, per esempio, se la clearance della creatinina diminuisce del 30%, ridurre la dose giornaliera di pramipexolo del 30%. La dose giornaliera deve essere somministrata in due dosi separate se la clearance della creatinina è compresa tra 20 e 50 ml/min e in dose singola giornaliera se la clearance della creatinina è inferiore a 20 ml/min.
Posologia nei pazienti con compromissione epatica
La presenza di insufficienza epatica non richiede probabilmente alcuna riduzione della dose, poiché il 90% circa della sostanza attiva viene escreta per via renale. La potenziale influenza dell’insufficienza epatica sulla farmacocinetica di pramipexolo non è stata tuttavia studiata.
Posologia nei bambini e negli adolescenti
A causa della mancanza di dati di sicurezza ed efficacia, l’uso di Pramipexolo Angenerico non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti sotto i 18 anni.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Quando pramipexolo viene prescritto a pazienti con compromissione renale, affetti da morbo di Parkinson, si suggerisce una riduzione della dose come descritto nel paragrafo 4.2.
Allucinazioni
Un effetto indesiderato noto del trattamento con agonisti della dopamina e levodopa è l’insorgenza di allucinazioni. I pazienti devono essere informati che possono verificarsi allucinazioni (in prevalenza visive).
Discinesia
Nel morbo di Parkinson in fase avanzata, nel trattamento in associazione con levodopa, si possono verificare discinesie nel corso della titolazione iniziale di pramipexolo.
Se questo avviene, la dose di levodopa deve essere diminuita.
Improvvisa insorgenza di sonno e sonnolenza
Pramipexolo è stato associato a sonnolenza e ad episodi di sonno a esordio improvviso, in particolare nei pazienti con morbo di Parkinson. In rari casi è stato riportato sonno a esordio improvviso durante le attività diurne, talvolta senza preavviso o segni premonitori. I pazienti devono essere informati di questo effetto e avvertiti di prestare cautela durante la guida di autoveicoli o l’utilizzo di macchinari durante il trattamento con pramipexolo. I pazienti che hanno sperimentato sonnolenza e/o un episodio di sonno a esordio improvviso devono astenersi dalla guida o dall’uso di macchinari durante il trattamento con Pramipexolo Angenerico. Potrebbe inoltre essere necessario considerare una riduzione del dosaggio o l’interruzione della terapia. A causa di possibili effetti additivi, è necessario raccomandare attenzione quando i pazienti assumono altri farmaci sedativi o alcool in combinazione con a pramipexolo (vedere i paragrafi 4.7 e 4.8).
Disturbi del controllo degli impulsi e comportamenti compulsivi
Nei pazienti trattati con agonisti della dopamina per il morbo di Parkinson, incluso pramipexolo, sono stati riportati gioco d’azzardo patologico, aumento della libido e ipersessualità. I pazienti e gli operatori sanitari devono inoltre essere consapevoli che possono verificarsi altri sintomi comportamentali di disturbi del controllo degli impulsi e comportamenti compulsivi, quali l’impulso incontrollato ad alimentarsi e lo shopping compulsivo. È pertanto necessario prendere in considerazione la riduzione della dose/sospensione graduale.
Pazienti con disturbi psicotici
I pazienti con disturbi psicotici devono essere trattati con agonisti dopaminergici solo se i potenziali benefici superano i rischi.
La co-somministrazione di farmaci antipsicotici con pramipexolo deve essere evitata (vedere il paragrafo 4.5).
Monitoraggio oftalmologico
Si raccomanda il monitoraggio oftalmologico a intervalli regolari o qualora si verifichino alterazioni della visione.
Gravi disturbi cardiovascolari
In caso di gravi disturbi cardiovascolari è necessario prestare particolare attenzione. Si raccomanda di controllare la pressione arteriosa, specialmente all’inizio del trattamento, a causa del rischio generale di ipotensione posturale associato alla terapia dopaminergica.
Sindrome neurolettica maligna
In seguito alla repentina interruzione della terapia dopaminergica sono stati riportati sintomi indicativi di sindrome neurolettica maligna (vedere il paragrafo 4.2). I dati presenti in letteratura indicano che il trattamento della sindrome delle gambe senza riposo con i farmaci dopaminergici può indurne il peggioramento.
Esacerbazione
L’esacerbazione si riferisce all’insorgenza dei sintomi anticipata alla sera (o perfino al pomeriggio), al peggioramento dei sintomi e alla diffusione dei sintomi fino a coinvolgere altre estremità. La durata degli studi controllati condotti con pramipexolo su pazienti con sindrome delle gambe senza riposo non è stata generalmente sufficiente a identificare in modo adeguato i fenomeni di peggioramento. La frequenza dell’esacerbazione dopo un uso più prolungato di pramipexolo e la gestione appropriata di questi eventi non sono state valutate negli studi clinici controllati.
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Il pramipexolo si lega alle proteine plasmatiche in misura molto limitata (<20%) e la biotrasformazione osservata nell’uomo è minima. Le interazioni con altri medicinali che influenzano il legame alle proteine plasmatiche o l’eliminazione mediante biotrasformazione sono pertanto improbabili. Poiché gli anticolinergici vengono eliminati prevalentemente mediante biotrasformazione, il potenziale di interazione è limitato, anche se un’interazione con gli anticolinergici non è stata studiata. Non si verifica alcuna interazione farmacocinetica con selegilina e levodopa.
La cimetidina ha determinato una riduzione nella clearance renale di pramipexolo del 34% circa, presumibilmente tramite l’inibizione della secrezione da parte del sistema di trasporto cationico dei tubuli renali. I farmaci che inibiscono questo meccanismo di eliminazione renale attiva o che sono eliminati tramite questa via, come cimetidina e amantadina, possono pertanto interagire con pramipexolo, determinando una diminuzione della clearance di uno o di entrambi i farmaci. Quando questi farmaci sono somministrati contemporaneamente a pramipexolo si deve valutare l’opportunità di una riduzione della dose di pramipexolo.
Quando pramipexolo viene somministrato in associazione con levodopa, si raccomanda di ridurre la dose di levodopa e di tenere costante la dose degli altri farmaci antiparkinsoniani durante l’incremento della dose di pramipexolo. A causa di possibili effetti additivi, è necessario raccomandare ai pazienti di prestare attenzione quando assumono altri farmaci sedativi o alcolici in associazione a pramipexolo. La co-somministrazione di farmaci antipsicotici con pramipexolo deve essere evitata (vedere il paragrafo 4.4), per esempio se si prevedono effetti antagonisti.
Gli effetti sulla gravidanza e l’allattamento non sono stati studiati nell’uomo.
Il pramipexolo non si è dimostrato teratogeno nel ratto e nel coniglio, ma è risultato embriotossico nel ratto a dosaggi tossici per la madre (vedere il paragrafo 5.3). Il pramipexolo non deve essere utilizzato durante la gravidanza, a meno che non sia chiaramente necessario, per esempio se i potenziali benefici giustificano i potenziali rischi per il feto.
Poiché il trattamento con pramipexolo inibisce negli esseri umani la secrezione di prolattina, si può verificare un’inibizione della lattazione. Nella donna non sono stati effettuati studi sull’escrezione di pramipexolo nel latte materno. Nel ratto la concentrazione della radioattività del principio attivo è risultata maggiore nel latte materno rispetto al plasma. Non essendo disponibili dati clinici sull’uomo, pramipexolo non deve essere usato durante l’allattamento. Se tuttavia la sua somministrazione si rivelasse necessaria, l’allattamento deve essere interrotto.
Pramipexolo può esercitare una notevole influenza sulla capacità di guidare e di usare macchinari. Possono verificarsi allucinazioni o sonnolenza.
I pazienti in trattamento con pramipexolo che manifestano sonnolenza e/o episodi di sonno a esordio improvviso devono essere informati affinché si astengano dalla guida e dalle attività in cui uno stato di vigilanza insufficiente potrebbe porre loro stessi o altre persone a rischio di gravi incidenti o di morte (per esempio l’uso di macchinari), fino a quando gli episodi ricorrenti e la sonnolenza non siano scomparsi (vedi anche i paragrafi 4.4, 4.5 e 4.8).
Effetti indesiderati attesi
Con l’uso di pramipexolo si prevedono i seguenti effetti indesiderati: sogni anomali, amnesia, sintomi comportamentali di disturbi del controllo degli impulsi e comportamenti compulsivi come alimentazione incontrollata e shopping compulsivo, ipersessualità e gioco d’azzardo patologico; stato confusionale, costipazione, mania, capogiri, discinesia, affaticamento, allucinazioni, cefalea, ipercinesia, iperfagia, ipotensione, insonnia, alterazioni della libido, nausea, paranoia, edema periferico, prurito, eruzione cutanea e altri sintomi di ipersensibilità; irrequietezza, sonnolenza, episodi di sonno a esordio improvviso, sincope, disturbi della visione, inclusi offuscamento della vista e riduzione dell’acutezza visiva, vomito, diminuzione di peso, aumento di peso.
Sulla base dell’analisi dei dati accorpati degli studi controllati con placebo, comprendenti un totale di 1923 pazienti trattati con pramipexolo e 1354 pazienti trattati con placebo, sono state frequentemente riportate reazioni avverse in entrambi i gruppi. Il 63% dei pazienti trattati con pramipexolo e il 52% dei pazienti trattati con placebo ha riportato almeno una reazione avversa da farmaco.
Le tabelle 1 e 2 mostrano la frequenza delle reazioni avverse dagli studi clinici controllati con placebo sia per il morbo di Parkinson che per la sindrome delle gambe senza riposo. Le reazioni avverse riportate in queste tabelle sono quelle verificatesi nello 0,1% o più dei pazienti trattati con pramipexolo e sono state riportate in modo significativo con maggiore frequenza nei pazienti trattati con pramipexolo rispetto a quelli trattati con placebo, o dove l’evento è stato ritenuto clinicamente rilevante. Tuttavia la maggior parte delle reazioni avverse comuni sono state in forma da lievi a moderate, si sono in genere verificate all’inizio della terapia e in prevalenza hanno manifestato la tendenza a scomparire anche con la continuazione del trattamento.
All’interno della classificazione per sistemi e organi, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine di frequenza (numero di pazienti che si prevede manifestino la reazione) secondo lo schema seguente: molto comuni (≥1/10); comuni (≥1/100, <1/10); non comuni (≥1/1000, <1/100); rari (≥1/10.000, <1/1000); molto rari (<1/10.000).
Effetti indesiderati più comuni nel trattamento del morbo di Parkinson
Le reazioni avverse più comuni (≥5%) segnalate nei pazienti con morbo di Parkinson in trattamento con pramipexolo rispetto al placebo sono state nausea, discinesia, ipotensione, capogiri, sonnolenza, insonnia, costipazione, allucinazioni, cefalea e affaticamento. L’incidenza della sonnolenza è aumentata a dosi superiori a 1,5 mg/die (vedere il paragrafo 4.2). Le reazioni avverse più frequenti in associazione con levodopa sono state le discinesie. All’inizio del trattamento può verificarsi ipotensione, specialmente se pramipexolo viene titolato troppo rapidamente.
Tabella 1: Morbo di Parkinson
Classificazione per sistemi e organi | Reazioni avverse al farmaco |
Infezioni e infestazioni |
Non comuni | polmonite |
Disturbi psichiatrici |
Comuni | sogni anomali, sintomi comportamentali di disturbi del controllo degli impulsi e comportamenti compulsivi; confusione, allucinazioni, insonnia, irrequietezza |
Non comuni | shopping compulsivo, mania, ipersessualità, alterazioni della libido, paranoia, gioco d’azzardo patologico |
Non noti | impulso incontrollato ad alimentarsi, iperfagia |
Patologie del sistema nervoso |
Molto comuni | capogiri, discinesia, sonnolenza |
Comuni | amnesia, cefalea |
Non comuni | ipercinesia, sonno a esordio improvviso, sincope |
Patologie dell’occhio |
Comuni | disturbi della visione, inclusi offuscamento della vista e riduzione dell’acutezza visiva |
Patologie vascolari |
Molto comuni | ipotensione |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Non comuni | dispnea |
Patologie gastrointestinali |
Molto comuni | nausea |
Comuni | costipazione, vomito |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Non comuni | ipersensibilità, prurito, eruzione cutanea |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Comuni | affaticamento, edema periferico |
Esami diagnostici |
Comuni | diminuzione di peso |
Non comuni | aumento di peso |
Effetti indesiderati più comuni nel trattamento della sindrome delle gambe senza riposo
Le reazioni avverse più comuni (≥5%) segnalate nei pazienti con sindrome delle gambe senza riposo in trattamento con pramipexolo sono state nausea, cefalea, capogiri e affaticamento. Nausea e affaticamento sono stati riportati più spesso nelle pazienti di sesso femminile trattate con pramipexolo (rispettivamente nel 20,8% e nel 10,5%) rispetto a quelli di sesso maschile (rispettivamente nel 6,7% e nel 7,3%).
Tabella 2: Sindrome delle Gambe senza riposo
Classificazione per sistemi e organi | Reazioni avverse al farmaco |
Infezioni e infestazioni |
Non noti | Polmonite |
Disturbi psichiatrici |
Comuni | sogni anomali, insonnia |
Non comuni | confusione, allucinazioni, alterazioni della libido, irrequietezza |
Non noti | sintomi comportamentali di disturbi del controllo degli impulsi e comportamenti compulsivi come impulso incontrollato ad alimentarsi e shopping compulsivo, ipersessualità e gioco d’azzardo patologico; manie, iperfagia, paranoia |
Patologie del sistema nervoso |
Comuni | capogiri, cefalea, sonnolenza |
Non comuni | episodi di sonno a esordio improvviso, sincope |
Sconosciuti | amnesia, discinesia, ipercinesia |
Patologie dell’occhio |
Non comuni | disturbi della visione, inclusi offuscamento della vista e riduzione dell’acutezza visiva |
Patologie vascolari |
Non comuni | ipotensione |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Non comuni | Dispnea |
Patologie gastrointestinali |
Molto comuni | nausea |
Comuni | costipazione, vomito |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Non comuni | ipersensibilità, prurito, eruzione cutanea |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Comuni | affaticamento |
Non comuni | edema periferico |
Esami diagnostici |
Non comuni | aumento di peso, diminuzione di peso |
Il pramipexolo è associato a sonnolenza (8,6%) ed è stato associato non comunemente a sonnolenza eccessiva diurna ed episodi di sonno a esordio improvviso (0,1%). Vedere anche paragrafo 4.4.
Il pramipexolo potrebbe essere associato a disturbi della libido (aumento (0,1%) o diminuzione (0,4%)).
Disturbi del controllo degli impulsi e comportamenti compulsivi
Nei pazienti trattati con agonisti della dopamina per il morbo di Parkinson, incluso pramipexolo, sono stati segnalati, specialmente ad alte dosi, segni di gioco d’azzardo patologico, aumento della libido e ipersessualità, in genere reversibili all’atto della riduzione della dose o dell’interruzione del trattamento. Vedere anche il paragrafo 4.4.
In uno studio trasversale di screening retrospettivo e caso-controllo che ha incluso 3090 pazienti con morbo di Parkinson, il 13,6% di tutti i pazienti che avevano ricevuto trattamenti dopaminergici o non dopaminergici ha manifestato sintomi di un disturbo del controllo degli impulsi nel corso degli ultimi sei mesi. Le manifestazioni osservate comprendevano gioco d’azzardo patologico, shopping compulsivo, impulso incontrollato ad alimentarsi e il comportamento sessuale compulsivo (ipersessualità). I possibili fattori di rischio indipendenti di disturbi del controllo degli impulsi includono i trattamenti dopaminergici e i trattamenti dopaminergici a dosi più elevate, l’età relativamente giovane (≤65 anni), il non essere sposati e la storia familiare di gioco d’azzardo patologico riferita spontaneamente.
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Non vi è alcuna esperienza clinica di un massiccio sovradosaggio. Le reazioni avverse prevedibili sarebbero quelle correlate al profilo farmacodinamico di un agonista della dopamina, inclusi nausea, vomito, ipercinesia, allucinazioni, agitazione e ipotensione. Non esiste un antidoto comprovato per il sovradosaggio di un agonista dopaminergico. Se si manifestano i segni di una stimolazione del sistema nervoso centrale, potrebbe essere indicato l’uso di un agente neurolettico. Il trattamento del sovradosaggio potrebbe richiedere misure generali di supporto, insieme a lavanda gastrica, somministrazione di liquidi per via endovenosa, somministrazione di carbone attivo e monitoraggio elettrocardiografico.
Categoria farmacoterapeutica: agonisti della dopamina. Codice ATC: N04BC05.
Il pramipexolo è un agonista della dopamina che si lega con alta selettività e specificità ai recettori della sottofamiglia D2 della dopamina, nell’ambito della quale ha un affinità preferenziale per i recettori D3, ed è dotato di attività intrinseca completa.
Il pramipexolo allevia i deficit motori parkinsoniani mediante stimolazione dei recettori della dopamina nel corpo striato. Gli studi sull’animale hanno dimostrato che pramipexolo inibisce la sintesi, il rilascio e il turnover della dopamina.
Il meccanismo di azione del pramipexolo nel trattamento della sindrome delle gambe senza riposo non è noto. Le prove neurofarmacologiche suggeriscono il coinvolgimento del sistema dopaminergico primario.
Nei volontari è stata osservata una diminuzione dose-dipendente di prolattina.
Studi clinici sul morbo di Parkinson
Nei pazienti pramipexolo allevia i segni e i sintomi del morbo di Parkinson idiopatico. Gli studi clinici controllati hanno coinvolto circa 2100 pazienti con gravità della patologia compresa tra gli stadi I e IV di Hoehn e Yahr. Di questi, circa 900 erano allo stadio più avanzato della malattia, ricevevano una terapia concomitante con levodopa e soffrivano di complicazioni motorie.
Nel morbo di Parkinson in fase iniziale e avanzata l’efficacia di pramipexolo negli studi clinici controllati si è mantenuta per circa sei mesi. Nel corso di studi continuativi open label durati per oltre tre anni non si è manifestato alcun segno di diminuzione dell’efficacia. In uno studio clinico controllato in doppio cieco e durato due anni il trattamento iniziale con pramipexolo ha ritardato in modo significativo l’insorgenza di complicazioni motorie e, rispetto al trattamento iniziale con levodopa, ha ridotto la loro frequenza. Questo ritardo delle complicanze motorie ottenuto con pramipexolo deve controbilanciare la maggiore efficacia sulla funzionalità motoria di levodopa (come rilevato dalla variazione media del punteggio UPDRS). Durante la fase di titolazione l’incidenza complessiva di allucinazioni e sonnolenza è stata generalmente più elevata nel gruppo pramipexolo. Tuttavia non si è verificata una differenza significativa durante la fase di mantenimento. Questi aspetti devono essere presi in considerazione quando si inizia un trattamento con pramipexolo nei pazienti con morbo di Parkinson.
Studi clinici sulla sindrome delle gambe senza riposo
L’efficacia di pramipexolo è stata valutata in quattro studi clinici controllati con placebo effettuati su circa 1.000 pazienti con sindrome delle gambe senza riposo idiopatica da moderata a molto grave. L’efficacia è stata dimostrata nel corso di studi controllati condotti su pazienti trattati fino a 12 settimane.
Il mantenimento dell’effetto non è stato studiato a sufficienza.
I parametri primari per valutare l’efficacia dei risultati sono stati la variazione media dal valore basale nella scala di misurazione della sindrome delle gambe senza riposo (RLS) e il Clinical Global Impression-Improvement (CGI-I). Per entrambi gli endpoint primari sono state osservate differenze statisticamente significative per i gruppi trattati con pramipexolo alle dosi di 0,25 mg, 0,5 mg e 0,75 mg rispetto al placebo.
Dopo 12 settimane di trattamento il punteggio IRLS basale era migliorata da 23,5 a 14,1 punti per il placebo e da 23,4 a 9,4 punti per pramipexolo (dosi combinate). La differenza media aggiustata era -4,3 punti (CI 95% -6,4;-2,1 punti, valore di p <0,0001). La percentuale dei responder CGI-I (migliorati, molto migliorati) erano rispettivamente 51,2% e 72,0% per il placebo e per pramipexolo (differenza 20% CI 95%: 8,1%; 31,8%, p<0,0005). L’efficacia è stata osservata con 0,088 mg base (0,125 mg sale) al giorno già dopo la prima settimana di trattamento.
In uno studio controllato verso placebo con polisonnografia, nel corso di 3 settimane il pramipexolo ha ridotto in modo significativo il numero di movimenti periodici degli arti durante il tempo di permanenza nel letto.
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In seguito a somministrazione orale il pramipexolo è assorbito rapidamente e completamente. La biodisponibilità assoluta è maggiore del 90% e le concentrazioni plasmatiche massime si verificano in 1-3 ore. L’assunzione concomitante di cibo non riduce l’entità dell’assorbimento del pramipexolo, ma ne riduce la velocità. Il pramipexolo mostra una cinetica lineare e una scarsa variabilità tra i pazienti dei livelli plasmatici.
Nell’uomo il legame proteico del pramipexolo è molto debole (<20%) e il volume di distribuzione è elevato (400 l). Nel ratto sono state osservate elevate concentrazioni di pramipexolo nei tessuti cerebrali (circa 8 volte superiori rispetto a quelle plasmatiche). Nell’uomo pramipexolo è metabolizzato solo in piccola parte.
La via principale di eliminazione di pramipexolo in forma immodificata è l’escrezione renale. Circa il 90% della dose 14 C-marcata viene escreto attraverso i reni, mentre il 2% si rinviene nelle feci. La clearance totale di pramipexolo è di circa 500 ml/min e la clearance renale è di circa 400 ml/min. L’emivita di eliminazione (t½) varia da 8 ore nel giovane a 12 ore nell’anziano.
Studi di tossicità a dosi ripetute hanno dimostrato che pramipexolo esercita effetti funzionali, principalmente a carico del sistema nervoso centrale e del sistema riproduttivo femminile, probabilmente a causa dell’eccessivo effetto farmacodinamico di pramipexolo.
Nelle cavie sono state rilevate diminuzioni della pressione diastolica e sistolica e della frequenza cardiaca e una tendenza a un effetto ipotensivo è stata notata nelle scimmie.
Gli effetti potenziali di pramipexolo sulla funzione riproduttiva sono stati studiati nel ratto e nel coniglio. Il pramipexolo non è risultato teratogeno nel ratto e nel coniglio ma si è dimostrato embriotossico nel ratto a dosi tossiche per la madre. A causa delle specie animali studiate e dei limitati parametri valutati, gli eventi avversi di pramipexolo sulla gravidanza umana e sulla fertilità maschile non sono stati ancora completamente chiariti.
Il pramipexolo non è risultato genotossico. In uno studio di carcinogenesi, i ratti maschi hanno sviluppato iperplasia e adenomi delle cellule di Leydig, attribuibili all’effetto inibitorio di pramipexolo sulla secrezione di prolattina. Queste osservazioni non sono rilevanti per l’impiego clinico nell’uomo. Lo stesso studio ha dimostrato che a dosi di 2 mg/kg (sale) o più elevate, il pramipexolo provoca degenerazione retinica nei ratti albini. Quest’ultimo effetto non è stato osservato nel ratto normalmente pigmentato né in uno studio di carcinogenesi a 2 anni nel topo albino né in tutte le altre specie studiate.
Mannitolo
Cellulosa microcristallina
Amido di mais
Silice colloidale anidra
Magnesio stearato
Nessuna
Blister Alu-Alu (per 0,088/0,18/0,7 mg)
Flacone in HDPE (per 0,18/0,7 mg)
2 anni.
Flacone in HDPE (per 0,088 mg)
18 mesi.
Dopo la prima apertura del flacone in HDPE: 3 mesi.
Blister Alu-Alu (per 0,088/0,18/0,7 mg)
Flacone in HDPE (per 0,088/0,18/0,7 mg)
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Flacone in HDPE (per 0,088 mg)
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C
Flacone in HDPE dopo la prima apertura
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C
Blister in Poliammide orientato/Alluminio/PVC/Alluminio: 10, 14, 20, 30, 50, 100 e 200 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna precauzione particolare.
Angenerico S.p.A., Via Nocera Umbra, 75 – 00181 - Roma
AIC: 039940010/M - "0,088 MG COMPRESSE" 10 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL
AIC:039940022/M - "0,088 MG COMPRESSE" 14 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL
AIC:039940034/M - "0,088 MG COMPRESSE" 20 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL
AIC:039940046/M - "0,088 MG COMPRESSE" 30 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL
AIC:039940059/M - "0,088 MG COMPRESSE" 50 COMPRESSE IN BLISTER OPA/AL/PVC/AL
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14/12/2010