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Pramipexolo Teva 0,088 mg compresse
Ogni compressa contiene 0,088 mg di pramipexolo base (come 0,125 mg di pramipexolo dicloridrato
monoidrato)
Nota:
Le dosi di pramipexolo pubblicate in letteratura si riferiscono al sale, quindi le dosi saranno espresse
sia in termini di pramipexolo base che di pramipexolo sale (tra parentesi).
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse.
Compressa bianca, rotonda, con superficie piatta e dai bordi smussati, dal diametro di 5,55 mm, con impresso "93" su un lato e "P1" sull'altro lato.
Pramipexolo Teva è indicato nel trattamento sintomatologico della malattia di Parkinson idiopatica, da solo (senza levodopa) o in associazione con levodopa, cioè nel corso della malattia, in fase avanzata quando l'effetto della levodopa svanisce o diventa discontinuo ed insorgono fluttuazioni dell'effetto terapeutico (fluttuazioni di fine dose o "on/off").
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Le compresse devono essere somministrate per via orale, deglutite con acqua, con o senza cibo. Il dosaggio giornaliero è somministrato 3 volte al giorno in dosi uguali.
Trattamento iniziale: I dosaggi devono essere aumentati gradualmente iniziando da 0,264 mg di base (0,375 mg di sale) al giorno e poi incrementati ogni 5-7 giorni. Per ciascun paziente è necessario incrementare gradualmente il dosaggio fino al raggiungimento del massimo beneficio terapeutico, purché non compaiano effetti indesiderati gravi.
Schema posologico ascendente di Pramipexolo Teva
Settimana
Posologia (mg di base) |
Dose totale giornaliera (mg di base) |
Posologia (mg di sale) |
Dose totale giornaliera (mg di sale) |
1
3 x 0,088 |
0,264 |
3 x 0,125 |
0,375 |
2
3 x 0,18 |
0,54 |
3 x 0,25 |
0,75 |
3
3 x 0,35 |
1,05 |
3 x 0,5 |
1,50 |
Se è necessario un ulteriore incremento della dose, la dose giornaliera può essere aumentata di 0,54 mg (0,75 mg di sale) ad intervalli settimanali fino ad una dose massima di 3,3 mg di base (4,5 mg di sale) al giorno.
Comunque, si rende noto che a dosi superiori a 1,5 mg/die (di sale) i casi di sonnolenza sono più frequenti (vedere paragrafo 4.8).
Trattamento di mantenimento La dose individuale di mantenimento per ciascun paziente deve essere compresa tra 0,264 mg di base (0,375 mg di sale) e un massimo di 3,3 mg di base (4,5 mg di sale) al giorno. In tre studi clinici su pazienti durante l'incremento della dose, il pramipexolo si è dimostrato efficace a partire da un dosaggio di 1,1 mg di base (1,5 mg di sale) al giorno. Ulteriori modifiche del dosaggio devono essere effettuate tenendo conto della risposta clinica e dell'incidenza degli effetti indesiderati. Negli studi clinici circa il 5 % dei pazienti sono stati trattati con dosaggi inferiori a 1,1 mg (1,5 mg di sale). Nella malattia di Parkinson in fase avanzata dosi giornaliere superiori a 1,1 mg (1,5 mg di sale) possono essere efficaci in pazienti dove si desidera attuare una riduzione della terapia con levodopa. Si raccomanda di ridurre la dose di levodopa sia durante l'incremento del dosaggio di Pramipexolo Teva, sia durante la terapia di mantenimento, in base alla risposta individuale dei pazienti.
Interruzione del trattamento L'interruzione brusca della terapia dopaminergica può portare allo sviluppo di una sindrome neurolettica maligna. Pertanto il pramipexolo deve essere diminuito gradualmente in quantità di 0,54 mg di base (0,75 mg di sale) al giorno fino a che la dose giornaliera si riduce a 0,54 mg di base (0,75 mg di sale). Successivamente la dose deve essere ridotta di 0,264 mg di base (0,375 mg di sale) al giorno (vedere paragrafo 4.4).
Posologia in pazienti con compromissione renale L'eliminazione di pramipexolo dipende dalla funzionalità renale. Si suggerisce il seguente schema posologico per iniziare la terapia:
Pazienti con clearance della creatinina superiore a 50 ml/min non richiedono una riduzione della dose
giornaliera.
In pazienti con clearance della creatinina compresa tra 20 e 50 ml/min la dose giornaliera di
Pramipexolo Teva va suddivisa in due somministrazioni, iniziando da 0,088 mg di base (0,125 mg di
sale) due volte al giorno (0,176 mg di base/0,25 mg di sale al giorno).
In pazienti con clearance della creatinina minore di 20 ml/min Pramipexolo Teva deve essere
somministrato in dose unica giornaliera partendo da 0,088 mg di base (0,125 mg di sale) al giorno.
Se la funzionalità renale diminuisce durante la terapia di mantenimento, ridurre la dose giornaliera di
Pramipexolo Teva della stessa percentuale della diminuzione della clearance della creatinina; per
esempio se la clearance della creatinina diminuisce del 30 %, ridurre la dose giornaliera di
Pramipexolo Teva del 30 %. La dose giornaliera deve essere somministrata in due volte se la clearance
della creatinina è compresa tra 20 e 50 ml/min, e in dose unica giornaliera se la clearance della
creatinina è minore di 20 ml/min.
Posologia in pazienti con compromissione epatica
La presenza di compromissione epatica non richiede probabilmente alcuna diminuzione della dose,
poiché circa il 90 % del principio attivo assorbito è escreto tramite i reni. Ad ogni modo, non è nota la
potenziale influenza dell'insufficienza epatica sulla farmacocinetica di pramipexolo.
Posologia in bambini ed adolescenti L'uso di pramipexolo non è raccomandato nei bambini e adolescenti al di sotto di 18 anni a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e efficacia.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Quando Pramipexolo Teva compresse viene prescritto a pazienti con compromissione renale, affetti da malattia di Parkinson, si suggerisce una riduzione della dose come descritto nel paragrafo 4.2.
Un noto effetto indesiderato del trattamento con agonisti della dopamina e levodopa è la comparsa di allucinazioni. I pazienti devono essere informati che possono verificarsi allucinazioni (soprattutto visive). Nella malattia di Parkinson in fase avanzata, in associazione con levodopa nel corso della titolazione iniziale di Pramipexolo Teva si può verificare discinesia. Se ciò avviene la dose di levodopa deve essere diminuita.
Il pramipexolo può provocare sonnolenza ed episodi di sonno ad esordio improvviso, particolarmente in pazienti con malattia di Parkinson. In rari casi è stato riportato sonno ad esordio improvviso durante le attività diurne, talvolta senza avviso o segni premonitori. I pazienti in trattamento con pramipexolo devono essere informati di questo e avvertiti di prestare cautela durante la guida di autoveicoli o durante l'utilizzo di macchine in funzione. I pazienti che hanno manifestato sonnolenza e/o un episodio di sonno ad esordio improvviso, devono astenersi dalla guida o dall'uso di macchinari durante il trattamento con pramipexolo. Inoltre, potrebbe essere considerata una riduzione del dosaggio o l'interruzione della terapia. A causa di possibili effetti additivi, occorre raccomandare attenzione quando i pazienti assumono medicinali sedativi o alcool in associazione a pramipexolo (vedere paragrafo 4.7 e paragrafo 4.8).
Gioco d'azzardo patologico, aumento della libido e ipersessualità sono stati riportati in pazienti trattati con dopamino agonisti per la malattia di Parkinson, pramipexolo incluso. Inoltre pazienti ed operatori sanitari devono essere consapevoli che possono verificarsi alterazioni del comportamento. Devono essere prese in considerazione riduzione della dose o sospensione graduale.
Pazienti con disturbi psicotici devono essere trattati con agonisti dopaminergici solo se i potenziali benefici superano i potenziali rischi.
La co-somministrazione di medicinali antipsicotici con il pramipexolo deve essere evitata (vedere paragrafo 4.5).
Si raccomandano controlli oftalmologici ad intervalli regolari o qualora si verifichino alterazioni della visione.
In caso di gravi malattie cardiovascolari è necessaria particolare attenzione. Si raccomanda di controllare la pressione arteriosa, specialmente all'inizio del trattamento, a causa del generale rischio di ipotensione posturale associata alla terapia dopaminergica.
A seguito di interruzione brusca della terapia dopaminergica, sono stati riportati sintomi da sindrome maligna da neurolettici (vedere paragrafo 4.2).
Dati di letteratura indicano che il trattamento di un'altra indicazione con medicinali dopaminergici può indurne il peggioramento. Il peggioramento comporta insorgenza dei sintomi anticipata alla sera (o perfino al pomeriggio), esacerbazione dei sintomi e diffusione dei sintomi fino a coinvolgere altre estremità. La frequenza di peggioramento dopo un uso più prolungato di pramipexolo e la cura appropriata di questi eventi non sono state valutate negli studi clinici controllati.
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Il pramipexolo ha affinità molto bassa per le proteine plasmatiche (< 20 %) e la biotrasformazione osservata nell'uomo è minima. Quindi sono improbabili interazioni con altri medicinali che influiscono sul legame alle proteine plasmatiche o sull'eliminazione mediante biotrasformazione. Poiché gli anticolinergici sono eliminati principalmente per biotrasformazione, la possibilità di interazione è limitata, anche se un'interazione con anticolinergici non è stata studiata. Non c'è interazione farmacocinetica con selegilina e levodopa.
La cimetidina ha determinato una riduzione nella clearance renale del pramipexolo del 34 % circa, presumibilmente tramite l'inibizione della secrezione da parte del sistema di trasporto cationico dei tubuli renali. Pertanto, i medicinali che inibiscono questo meccanismo di eliminazione renale attiva o che sono eliminati tramite questa via, quali la cimetidina e la amantadina, possono interagire con il pramipexolo determinando una diminuzione della clearance di uno o di entrambi i medicinali. Quando questi medicinali sono somministrati contemporaneamente a Pramipexolo Teva si deve valutare l'opportunità di una riduzione della dose di pramipexolo.
Quando Pramipexolo Teva è somministrato in associazione con levodopa si raccomanda di ridurre la dose di levodopa e di tenere costante la dose degli altri medicinali antiparkinsoniani durante l'incremento della dose di Pramipexolo Teva.
A causa di possibili effetti additivi, occorre raccomandare attenzione quando i pazienti assumono medicinali sedativi o alcool in associazione a pramipexolo.
La co-somministrazione di medicinali antipsicotici con il pramipexolo deve essere evitata (vedere paragrafo 4.4) per esempio se possono essere attesi effetti antagonistici.
Non sono stati studiati nella donna gli effetti sulla gravidanza e l'allattamento. Il pramipexolo non si è dimostrato teratogeno nel ratto e nel coniglio, ma è risultato embriotossico nel ratto a dosaggi tossici per la madre (vedere paragrafo 5.3). Pramipexolo Teva non deve essere utilizzato durante la gravidanza tranne che sia chiaramente necessario, cioè solo se i potenziali benefici giustificano i potenziali rischi per il feto.
Poiché il trattamento con pramipexolo inibisce nell'uomo la secrezione di prolattina, si può verificare un'inibizione della lattazione. Nella donna non sono stati effettuati studi sull'escrezione di pramipexolo nel latte materno. Nel ratto la concentrazione di principio attivo, valutata mediante radiomarcatura, nel latte è maggiore rispetto a quella ematica. Non essendo disponibili dati clinici, Pramipexolo Teva non deve essere somministrato durante l'allattamento. Comunque, se la sua somministrazione è necessaria, l'allattamento deve essere interrotto.
Pramipexolo Teva compromette la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
Possono verificarsi allucinazioni o sonnolenza.
I pazienti in trattamento con Pramipexolo Teva che presentano sonnolenza e/o episodi di sonno ad esordio improvviso, devono essere informati di non guidare né di intraprendere attività in cui un insufficiente stato di vigilanza potrebbe porre loro o altri a rischio di gravi incidenti o di morte (ad es. macchine in funzione) fino a quando la ricorrenza di tali episodi e la sonnolenza siano scomparsi (vedere anche paragrafo 4.4, 4.5, e 4.8).
Le seguenti reazioni avverse sono attese con l'uso di Pramipexolo Teva: sogni anomali, confusione mentale, stipsi, delirio, capogiri, discinesia, senso di affaticamento, allucinazioni, cefalea, ipercinesia, ipotensione, aumento di appetito (impulso incontrollato ad alimentarsi, iperfagia), insonnia, alterazioni della libido, nausea, edema periferico, paranoia, gioco d'azzardo patologico, ipersessualità e comportamento alterato, sonnolenza, aumento di peso, episodi di sonno ad esordio improvviso; prurito, rash ed altre reazioni di ipersensibilità.
Sulla base dell'analisi dei dati accorpati degli studi verso placebo, comprendenti un totale di 1923 pazienti trattati con pramipexolo e 1354 pazienti trattati con placebo, le reazioni avverse sono state frequentemente riportate in entrambi i gruppi. Il 63 % dei pazienti trattati con pramipexolo ed il 52 % dei pazienti trattati con placebo ha riportato almeno una reazione avversa.
Le tabelle 1 e 2 mostrano la frequenza delle reazioni avverse al farmaco dagli studi clinici controllati verso placebo sia per la malattia di Parkinson che per altra indicazione. Le reazioni avverse al farmaco riportate in queste tabelle sono quelle verificatesi nell'0.1 % o più dei pazienti trattati con pramipexolo e sono state riportate significativamente più spesso nei pazienti trattati con pramipexolo che in quelli trattati con placebo, o dove la reazione sia stata ritenuta clinicamente rilevante. Comunque, la maggior parte delle reazioni avverse al farmaco comuni sono state da lievi a moderate, esse solitamente si manifestano all'inizio della terapia e poi per la maggior parte tende a scomparire continuando il trattamento.
All'interno della classe sistemica organica, le reazioni avverse sono elencate sotto le voci di frequenza (numero di pazienti che presentano quella reazione) usando le seguenti categorie: molto comune (�‰�1/10); comune (�‰�1/100, < 1/10); non comune (�‰�1/1,000, < 1/100); raro (�‰�1/10,000, < 1/1,000); molto raro (< 1/10,000).
Le più comuni reazioni avverse al farmaco (�‰� 5 %) riportate in pazienti con la malattia di Parkinson più frequenti con il trattamento con pramipexolo rispetto a placebo sono state nausea, discinesia, ipotensione, capogiri, sonnolenza, insonnia, stipsi, allucinazioni, cefalea e senso di affaticamento. L'incidenza della sonnolenza è più alta a dosi maggiori di 1,5 mg al giorno (vedere paragrafo 4.2). Reazioni avverse al farmaco più frequenti in associazione a levodopa sono state discinesie. L'ipotensione può verificarsi all'inizio del trattamento, specialmente se il pramipexolo è titolato troppo velocemente.
Tabella 1: malattia di Parkinson
Classe sistemica organica |
Reazione Avversa |
Disturbi psichiatrici |
Comune |
sogni anomali, confusione mentale, allucinazioni, insonnia |
Non comune |
delirio, alterazioni della libido, paranoia |
Non nota |
comportamento anomalo, ipersessualità, aumento dell'appetito, gioco d'azzardo patologico |
Patologie del sistema nervoso |
Molto comune |
capogiri, discinesia, sonnolenza |
Comune |
cefalea |
Non comune |
ipercinesia, episodi di sonno ad esordio improvviso |
Patologie vascolari |
Molto comune |
ipotensione |
Patologie gastrointestinali |
Molto comune |
nausea |
Comune |
stipsi |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Non comune |
reazioni di ipersensibilità, prurito, rash |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Comune |
senso di affaticamento, edema periferico |
Esami diagnostici |
Non comune |
aumento di peso |
Le più comuni reazioni avverse al farmaco (�‰� 5 %) riportate in pazienti con altre indicazioni trattati con pramipexolo sono state nausea, cefalea, capogiri e senso di affaticamento. Nausea e senso di affaticamento sono stati riportati più spesso in pazienti donne trattate con pramipexolo (20,8 % e 10,5 %, rispettivamente) se paragonate con gli uomini (6,7 % and 7,3 % rispettivamente).
Tabella 2: Altra indicazione Il pramipexolo è associato a sonnolenza (8,6 %) ed è stato associato non comunemente a sonnolenza eccessiva diurna e ad episodi di sonno ad esordio improvviso (0,1 %). Vedere anche paragrafo 4.4.
Classe sistemica organica |
Reazione Avversa |
Disturbi psichiatrici |
Comune |
sogni anomali, insonnia |
Non comune |
confusione mentale, allucinazioni, alterazioni della libido |
Non nota |
comportamento anomalo, delirio, ipersessualità, aumento dell'appetito, paranoia, gioco d'azzardo patologico |
Patologie del sistema nervoso |
Comune |
capogiri, cefalea, sonnolenza |
Non comune |
episodi di sonno ad esordio improvviso |
Non nota |
discinesia, ipercinesia |
Patologie vascolari |
Non comune |
ipotensione |
Patologie gastrointestinali |
Molto comune |
nausea |
Comune |
stipsi |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Non comune |
reazioni di ipersensibilità, prurito, rash |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Comune |
senso di affaticamento |
Non comune |
edema periferico |
Esami diagnostici |
Non comune |
aumento di peso |
Il pramipexolo può essere associato ad alterazioni della libido (aumento (0,1 %) o diminuzione (0,4 %)).
I pazienti trattati con dopamino agonisti, incluso pramipexolo soprattutto ad alti dosaggi, per la malattia di Parkinson, hanno mostrato segni di gioco d'azzardo patologico, aumento della libido e ipersessualità, generalmente reversibili con riduzione della dose o sospensione del trattamento. Vedere anche paragrafo 4.4.
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Non vi è esperienza diretta di un sovradosaggio; comunque le reazioni avverse più attese dovrebbero essere quelle correlate al profilo farmacodinamico di un agonista della dopamina, quindi: nausea, vomito, ipercinesia, allucinazioni, agitazione e ipotensione. Non vi è un antidoto prestabilito in caso di sovradosaggio da agonista dopaminergico. Se sono presenti i segni di una stimolazione del sistema nervoso centrale, può essere impiegato un agente neurolettico. Il trattamento del sovradosaggio può richiedere misure generali di supporto insieme a lavanda gastrica, somministrazione di liquidi per via endovenosa, somministrazione di carbone attivo e monitoraggio elettrocardiografico.
Categoria farmacoterapeutica: agonisti della dopamina, codice ATC: N04B C05
Il pramipexolo è un agonista della dopamina e si lega con alta selettività e specificità ai recettori della sottofamiglia D2 della dopamina, nella quale ha affinità preferenziale per i recettori D3; è dotato di attività intrinseca completa.
Il pramipexolo allevia i deficit motori parkinsoniani stimolando i recettori della dopamina nel corpo striato. Studi preclinici hanno dimostrato che il pramipexolo inibisce la sintesi, il rilascio e il turnover della dopamina.
In volontari sani è stata osservata una diminuzione dose-dipendente di prolattina.
Studi clinici nella malattia di Parkinson Nei pazienti, il pramipexolo allevia i segni e i sintomi della malattia di Parkinson idiopatica. Gli studi clinici controllati hanno coinvolto approssimativamente 2100 pazienti con gravità della patologia compresa tra gli stadi I e IV di Hoehn e Yahr. Di questi, circa 900 pazienti erano allo stadio più avanzato della malattia, ricevevano terapia concomitante con levodopa e soffrivano di complicazioni motorie.
Nella malattia di Parkinson in fase iniziale ed in fase avanzata, l'efficacia del pramipexolo negli studi clinici controllati si è mantenuta per circa sei mesi. Nel follow-up in aperto, durato per più di tre anni, non si è manifestato alcun segno di diminuzione dell'efficacia. In uno studio clinico controllato in doppio-cieco durato due anni, il trattamento iniziale con pramipexolo ritardava significativamente l'insorgenza di complicazioni motorie e quando confrontato al trattamento iniziale con levodopa, riduceva la loro frequenza. Il ritardo delle complicanze motorie ottenuto con pramipexolo dovrebbe controbilanciare la maggiore efficacia sulla funzionalità motoria della levodopa (come misurato dalla variazione media del punteggio dell'UPDRS). L'incidenza complessiva di allucinazioni e sonnolenza era generalmente più elevata durante la fase di titolazione nel gruppo pramipexolo. Tuttavia non c'era una differenza significativa durante la fase di mantenimento. Questi aspetti dovrebbero essere presi in considerazione quando si inizia un trattamento con pramipexolo nei pazienti con malattia di Parkinson.
In uno studio controllato verso placebo con polisonnografia nel corso di 3 settimane pramipexolo ha ridotto in modo significativo il numero di movimenti periodici degli arti durante il tempo di permanenza a letto.
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Dopo somministrazione orale il pramipexolo è rapidamente e completamente assorbito. La biodisponibilità assoluta è maggiore del 90 % e la concentrazione plasmatica massima si verifica tra 1 e 3 ore. L'assunzione di cibo non riduce l'entità dell'assorbimento di pramipexolo ma ne riduce la velocità. Il pramipexolo mostra una cinetica lineare e una bassa variabilità inter-pazienti dei livelli plasmatici. Nell'uomo il legame proteico del pramipexolo è molto basso (< 20 %) e il volume di distribuzione è elevato (400 l). Nel ratto si sono osservate elevate concentrazioni di pramipexolo nei tessuti cerebrali (circa 8 volte superiori rispetto al plasma).
Nell'uomo il pramipexolo è metabolizzato solo in piccola parte.
La via principale di eliminazione del pramipexolo è l'escrezione renale, in forma immodificata. Circa il 90 % del farmaco 14C-marcato assorbito viene escreto attraverso i reni, mentre il 2 % si rinviene nelle feci. La clearance totale del pramipexolo è di circa 500 ml/min e la clearance renale è di circa 400 ml/min. L'emivita (t1/2) varia da 8 ore nel giovane a 12 ore nell'anziano.
Studi di tossicità a dosi ripetute hanno dimostrato che il pramipexolo esercita effetti funzionali, coinvolgendo principalmente il Sistema Nervoso Centrale e il sistema riproduttivo femminile, probabilmente a causa dell'eccessivo effetto farmacodinamico del farmaco.
Nella cavia sono state rilevate diminuzioni della pressione diastolica e sistolica e della frequenza cardiaca; nella scimmia è stata notata una tendenza ad un effetto ipotensivo.
Gli effetti potenziali del pramipexolo sulla funzione riproduttiva sono stati studiati nel ratto e nel coniglio. Il pramipexolo non è risultato teratogeno nel ratto e nel coniglio ma si è dimostrato embriotossico nel ratto a dosi tossiche per la madre. Viste le specie animali studiate e i limitati parametri valutati, gli eventi avversi del pramipexolo sulla gravidanza e sulla fertilità maschile non sono stati ancora completamente chiariti.
Il pramipexolo non è risultato genotossico. In uno studio di carcinogenesi, i ratti maschi hanno sviluppato iperplasia e adenomi delle cellule di Leydig, attribuibili all'effetto inibitorio del pramipexolo sulla secrezione di prolattina. Queste osservazioni non sono rilevanti per l'impiego clinico nell'uomo. Lo stesso studio ha dimostrato che a dosi di 2 mg/kg (di sale) o più elevate, il pramipexolo causa degenerazione retinica nel ratto albino. Quest'ultimo effetto non è stato osservato nel ratto dotato dei normali pigmenti né in uno studio di cancerogenesi a 2 anni nel topo albino e in tutte le altre specie studiate.
Mannitolo Cellulosa microcristallina Carbossimetilamido sodico Povidone K25 Magnesio stearato Sodio stearil fumarato Silice colloidale anidra
Non pertinente
2 anni
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce e dall'umidità.
Blister di Alluminio/Alluminio Confezioni: 30, 50 x 1 e 100 compresse
Contenitore per compresse di polietilene con tappo a prova di bambino di polipropilene. Confezione: 90 compresse.
�ˆ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate