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PRAXIS
Ogni compressa contiene 150 mg di bicalutamide.
Ogni compressa contiene 168,75 mg di lattosio monoidrato come eccipiente.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa rivestita con film.
PRAXIS 150 mg è una compressa rivestita con film, bianca, rotonda e biconvessa.
PRAXIS 150 mg è indicato sia da solo sia come terapia adiuvante alla prostatectomia radicale o alla radioterapia in pazienti con cancro alla prostata localmente avanzato ad alto rischio di progressione della malattia (vedere paragrafo 5.1).
PRAXIS 150 mg è anche indicato per il trattamento di pazienti con cancro alla prostata non-metastatico localmente avanzato per i quali la castrazione chirurgica o altri interventi medici non sono considerati appropriati o accettabili.
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Maschi adulti compresi gli anziani: la dose è una compressa da 150 mg da assumere una volta al giorno alla stessa ora (di solito al mattino o alla sera) con o senza cibo.
PRAXIS 150 mg deve essere assunto continuamente per almeno 2 anni o fino alla progressione della malattia.
Bambini e adolescenti: non esiste alcuna indicazione pertinente per l’impiego di bicalutamide nei bambini e negli adolescenti.
Insufficienza renale: non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione renale. Non esiste alcuna esperienza nell’impiego di bicalutamide in pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina <30 ml/min). (Vedere paragrafo 4.4.)
Insufficienza epatica: non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti con lieve insufficienza epatica. Nei pazienti con compromissione epatica da moderata a grave può verificarsi un aumento dell’accumulo (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
PRAXIS 150 mg è controindicato nei pazienti ipersensibili al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti.
La bicalutamide è controindicata nei pazienti con grave insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4.)
È controindicata la somministrazione concomitante di terfenadina, astemizolo o cisapride con bicalutamide (vedere paragrafo 4.5).
La bicalutamide viene ampiamente metabolizzata nel fegato. I dati indicano che la sua eliminazione può essere rallentata nei soggetti con grave compromissione epatica e ciò potrebbe determinare un aumento dell’accumulo di bicalutamide. Pertanto PRAXIS 150 mg deve essere impiegato con cautela nei pazienti con moderata compromissione epatica. (vedere anche paragrafo 4.3).
A causa della possibilità di alterazioni epatiche, deve essere preso in considerazione un controllo periodico della funzione epatica. Si prevede che la maggior parte dei casi si verifichi entro i primi 6 mesi di terapia con bicalutamide.
Raramente con PRAXIS 150 mg sono state osservate gravi alterazioni epatiche e insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.8). La terapia con PRAXIS 150 mg deve essere sospesa se le alterazioni sono gravi.
Poiché non esiste alcuna esperienza nell’impiego di bicalutamide in pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina <30 ml/min), la bicalutamide deve essere impiegata con cautela in questi pazienti.
Nei pazienti che mostrano un’oggettiva progressione della malattia insieme con elevato PSA, deve essere presa in considerazione l’interruzione della terapia con la bicalutamide.
È stato dimostrato che la bicalutamide inibisce il citocromo P450 (CYP 3A4) e quindi si deve fare attenzione se il medicinale viene somministrato contemporaneamente a farmaci metabolizzati principalmente dal CYP 3A4 (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
Il prodotto contiene lattosio monoidrato. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lapp-lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
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Non esiste alcuna prova di interazioni farmacodinamiche o farmacocinetiche tra la bicalutamide e gli analoghi LHRH.
Studi in vitro hanno dimostrato che la R-bicalutamide è un inibitore del CYP 3A4 con minori effetti inibitori sull’attività di CYP 2C9, 2C19 e 2D6.
Sebbene studi in vitro abbiano indicato la possibilità che la bicalutamide inibisca il citocromo 3A4, diversi studi clinici dimostrano che l’entità di tale inibizione probabilmente non è clinicamente significativa per la maggior parte dei farmaci metabolizzati dal citocromo P450.
Tuttavia, per i farmaci con un indice terapeutico stretto, tale aumento potrebbe essere rilevante. Pertanto è controindicato l’impiego concomitante di terfenadina, astemizolo e cisapride (vedere paragrafo 4.3) e si dovrà prestare cautela nella somministrazione contemporanea della bicalutamide con composti quali la ciclosporina e i calcio-antagonisti.
Per questi farmaci può essere necessaria una diminuzione della dose, specialmente quando vi è evidenza di un aumento dell’effetto del farmaco o di un effetto indesiderato del farmaco. Per la ciclosporina si consiglia di controllare attentamente le concentrazioni plasmatiche e la condizione clinica dopo l’inizio o la cessazione della terapia con la bicalutamide.
Si deve prestare cautela quando la bicalutamide viene prescritta con altri farmaci che possono inibire l’ossidazione del farmaco, per es. cimetidina e ketoconazolo. In teoria ciò potrebbe determinare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di bicalutamide che teoricamente potrebbe determinare un aumento degli effetti collaterali.
Studi in vitro hanno dimostrato che la bicalutamide può spostare l’anticoagulante cumarinico warfarin dai siti di legame alle proteine. Pertanto se si inizia un trattamento con PRAXIS 150 mg in pazienti che già ricevono anticoagulanti cumarinici si consiglia di controllare accuratamente il tempo di protrombina.
La bicalutamide non è indicata nelle donne: pertanto non dovrà essere somministrata a donne in gravidanza o in allattamento.
È improbabile che bicalutamide comprometta la capacità dei pazienti di guidare veicoli o di usare macchinari. Tuttavia si deve notare che occasionalmente possono verificarsi capogiri o sonnolenza (vedere paragrafo 4.8). In tal caso il paziente deve usare cautela.
L’azione farmacologica della bicalutamide può dare origine a certi effetti indesiderati.
In questo paragrafo gli effetti indesiderati vengono definiti come segue: molto comuni (>1/10); comuni (>1/100, <1/10); non comuni (>1/1.000, <1/100); rari (>1/10.000, <1/1.000); molto rari (<1/10.000) comprese segnalazioni isolate.
Disturbi del sistema riproduttivo e della mammella
Molto comuni: ginecomastia e dolore della mammella, ¹
Comuni: impotenza
Disturbi del sistema immunitario
Non comuni: reazioni di ipersensibilità, comprendenti edema angioneurotico ed orticaria
Disturbi psichiatrici
Non comuni: depressione
Disturbi respiratori, toracici e mediastinici
Non comuni: polmonite interstiziale
Disturbi gastrointestinali
Comuni: nausea
Non comuni: dispepsia
Disturbi epatobiliari
Comuni: alterazioni epatiche (livelli elevati di transaminasi, colestasi ed ittero)²
Molto rari: insufficienza epatica³
Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo
Comuni: alopecia, ricrescita dei capelli, pelle secca
Disturbi renali e urinari
Non comuni: ematuria
Disturbi generali e condizioni nella sede di somministrazione
Comuni: vampate di calore, prurito, astenia
Non comuni: dolori addominali
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comuni: aumento di peso
Disturbi del sistema nervoso
Comuni: diminuzione della libido
¹ La maggior parte dei pazienti che ricevono PRAXIS 150 mg in monoterapia manifestano ginecomastia e/o dolore alla mammella. Negli studi questi sintomi sono stati ritenuti gravi in una percentuale di pazienti fino al 5%. La ginecomastia potrebbe non risolversi spontaneamente in seguito all’interruzione della terapia, particolarmente dopo un trattamento prolungato.
² Alterazioni epatiche che raramente sono gravi. Le alterazioni erano frequentemente transitorie, si risolvevano o miglioravano con la continuazione della terapia o in seguito all’interruzione della terapia (vedere paragrafo 4.4.).
³In pazienti trattati con bicalutamide si è verificata raramente insufficienza epatica, ma una relazione di causalità non è stata stabilita con certezza. Deve essere preso in considerazione un monitoraggio periodico della funzione del fegato (vedere paragrafo 4.4.).
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Non è stato segnalato alcun caso di sovradosaggio. Poiché la bicalutamide fa parte dei composti anilidici, vi è il rischio teorico dello sviluppo di metaemoglobinemia. Negli animali è stata osservata metaemoglobinemia dopo un sovradosaggio. Di conseguenza un paziente con intossicazione acuta può essere cianotico.
Non vi è esperienza di sovradosaggio nell’uomo. Non esiste alcun antidoto specifico; il trattamento dovrà essere sintomatico. La dialisi può non essere d’aiuto, perché la bicalutamide ha un elevato legame alle proteine e non viene recuperata immodificata nelle urine. È; indicata una cura di supporto generale, compreso il frequente monitoraggio dei segni vitali.
Categoria farmacoterapeutica: antiandrogeni.
Codice ATC L02 B B03.
La bicalutamide è un antiandrogeno non steroideo, privo di altra attività endocrina. Si lega al recettore androgeno wild-type o normale senza attivarne l’espressione genica, inibendo così lo stimolo androgeno. La regressione dei tumori prostatici deriva da questa inibizione. Clinicamente la sospensione della bicalutamide può causare sindrome da astinenza da antiandrogeni in alcuni pazienti.
La bicalutamide 150 mg è stata studiata come trattamento per pazienti con cancro alla prostata non metastatico localizzato (T1-T2, N0 o NX, M0) o localmente avanzato (T3-T4, qualunque N, M0; T1-T2, N+, M0) in un’analisi combinata di 3 studi in doppio cieco controllati verso placebo condotti su 8113 pazienti, dove la bicalutamide è stata somministrata come terapia ormonale immediata o come adiuvante a una radicale prostatectomia o radioterapia, (principalmente irradiazione con fasci esterni). A un follow-up mediano di 7,4 anni, rispettivamente il 27,4% e il 30,7% di tutti i pazienti trattati con bicalutamide e con placebo, ha avuto esperienza di oggettiva progressione della malattia.
Nella maggior parte dei gruppi di pazienti è stata osservata una riduzione del rischio oggettivo di progressione della malattia, ma è stata più evidente nei gruppi che presentavano il rischio più elevato di progressione della malattia. Quindi, i clinici possono decidere che la miglior strategia medica per un paziente a basso rischio di progressione, particolarmente in un trattamento adiuvante dopo una radicale prostatectomia, possa essere quella di rimandare la terapia ormonale fino alla comparsa di segnali di progressione della malattia.
Al follow-up mediano di 7,4 anni non è stata osservata nessuna complessiva differenza della sopravvivenza con il 22,9% di mortalità (HR=0,9; IC al 95% da 0,91 a 1,09). Però, alcune tendenze erano apparenti nelle analisi esplorative per sottogruppi.
La sopravvivenza libera da progressione e i dati complessivi di sopravvivenza per i pazienti con patologia localmente avanzata sono riassunti nelle tabelle sottostanti:
Tabella 1 - Sopravvivenza libera da progressione in malattia localmente avanzata per sottogruppo di terapia
Popolazione di analisi | Eventi (%) nei pazienti trattati con bicalutamide | Eventi (%) nei pazienti trattati con placebo | Rapporto di rischio (IC al 95%) |
Vigile attesa | 193/335 (57,6) | 222/322 (68,9) | 0,60 (da 0,49 a 0,73) |
Radioterapia | 66/161 (41,0) | 86/144 (59,7) | 0,56 (da0,40 a 0,78) |
Prostatectomia radicale | 179/870 (20,6) | 213/849 (25,1) | 0,75 (da 0,61 a 0,91) |
Tabella 2 - Sopravvivenza complessiva in malattia localmente avanzata per sottogruppo di terapia
Popolazione di analisi | Decessi (%) nei pazienti trattati con bicalutamide | Decessi (%) nei pazienti trattati con placebo | Rapporto di rischio (IC al 95%) |
Vigile attesa | 164/335 (49,0) | 183/322 (56,8) | 0,81 (da 0,66 a 1,01) |
Radioterapia | 49/161 (30,4) | 61/144 (42,4) | 0,65 (da 0,44 a 0,95) |
Prostatectomia radicale | 137/870 (15,7) | 122/849 (14,4) | 1,09 (da 0,85 a 1,39) |
Per i pazienti con malattia localizzata che ricevevano la bicalutamide in monoterapia, non ci sono state significative differenze della sopravvivenza libera da progressione. In questi pazienti si è evidenziata inoltre una tendenza verso la diminuzione della sopravvivenza rispetto ai pazienti trattati con placebo (HR=1,16; IC al 95% da 0,99 a 1,37). In considerazione di questo aspetto, il profilo rischio-beneficio per l’uso della bicalutamide non è da considerarsi favorevole in questo gruppo di pazienti.
In un programma separato, l’efficacia della bicalutamide 150 mg per il trattamento dei pazienti con cancro alla prostata localmente avanzato non metastatico, per i quali era stata indicata l’immediata castrazione, è stata dimostrata in un’analisi combinata di 2 studi con 480 pazienti con cancro alla prostata non metastatico (M0) precedentemente non trattati. Al 56% di mortalità e a un follow-up mediano di 6,3 anni, non c’è stata una differenza di sopravvivenza significativa tra la bicalutamide e la castrazione (rapporto di rischio = 1,05 [IC da 0,81 a 1,36]); tuttavia, non è stato possibile concludere statisticamente l’equivalenza dei due trattamenti.
In un’analisi combinata di 2 studi con 805 pazienti con malattia metastatica (M1) precedentemente non trattati al 43% di mortalità, la bicalutamide 150 mg si è dimostrata meno efficace della castrazione sul tempo di sopravvivenza (rapporto di rischio = 1,30 [IC da 1,04 a 1,65]), con una differenza numerica nel tempo al decesso stimato di 42 giorni (6 settimane) rispetto al tempo di sopravvivenza mediano di 2 anni.
La bicalutamide è un racemo ma la sua attività antiandrogena è quasi totalmente da attribuire all’enantiomero (R).
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La bicalutamide viene ben assorbita dopo somministrazione orale. Non esiste alcuna evidenza di effetti clinicamente rilevanti del cibo sulla sua biodisponibilità.
L’enantiomero (S) viene rapidamente eliminato rispetto all’enantiomero (R), quest’ultimo ha un’emivita di eliminazione dal plasma di circa 1 settimana.
Con la somministrazione giornaliera di bicalutamide 150 mg, l’enantiomero (R) si accumula nel plasma 10 volte di più rispetto all’enantiomero (S) come conseguenza della sua lunga emivita di eliminazione.
Concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario dell’enantiomero (R) di circa 22 mcg /ml sono state osservate durante la somministrazione quotidiana di Bicalutamide 150 mg. Allo stato stazionario l’enantiomero (R), prevalentemente attivo, rappresenta il 99% degli enantiomeri circolanti totali.
La farmacocinetica dell’enantiomero (R) non è influenzata dall’età, dalla compromissione renale o dalla compromissione epatica da lieve a moderata. Ci sono prove che, per i soggetti con grave compromissione epatica, l’enantiomero (R) sia eliminato più lentamente dal plasma.
La bicalutamide ha un elevato legame alle proteine (racemo 96%, enantiomero (R) >99%) e viene ampiamente metabolizzata (ossidazione e glucuronidazione); i suoi metaboliti vengono eliminati attraverso i reni e la bile in percentuali approssimativamente uguali.
La bicalutamide è un antagonista puro e potente dei recettori degli androgeni negli animali da esperimento e nell’uomo. La principale azione farmacologica secondaria è l’induzione delle ossidasi a funzione mista dipendenti dal CYP450 nel fegato. Nell’uomo non è stata osservata induzione enzimatica. Le alterazioni degli organi bersaglio negli animali sono chiaramente correlate all’azione farmacologica primaria e secondaria della bicalutamide e comprendono: involuzione dei tessuti androgeno-dipendenti, iperplasie e neoplasie o tumori della tiroide, del fegato e delle cellule di Leydig; disturbo della differenziazione sessuale della prole maschile; alterazione reversibile della fertilità nei maschi. Studi di genotossicità non hanno rivelato alcun potenziale mutageno della bicalutamide. Si ritiene che tutti gli effetti indesiderati osservati negli studi su animali non abbiano alcuna rilevanza per il trattamento di pazienti con tumore avanzato della prostata.
Nucleo della compressa
Lattosio monoidrato
Sodio amidoglicolato tipo A
Povidone
Crospovidone tipo B
Magnesio stearato
Rivestimento di pellicola
Ipromellosa
Macrogol 300
Titanio diossido (E-171)
Non pertinente.
3 anni.
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Blister di PVC/alluminio.
Confezioni: 28 e 30 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Lab.It.Biochim.Farm.co
LISAPHARMA S.p.A.
Via Licinio, 11 – 22036 ERBA (CO)
"150 Mg Compresse Rivestite Con Film" 28 Compresse In Blister Pvc/Al – A.I.C. n. 038505032
“150 Mg Compresse Rivestite Con Film" 30 Compresse In Blister Pvc/Al – A.I.C. n. 038505044
27.05.2009
Aprile 2009