Pubblicità
PRECTIAZIDE COMPRESSE
PRECTIAZIDE 50 mg + 12,5 mg Ogni compressa contiene 50 mg di losartan potassico e 12,5 mg di idroclorotiazide.
PRECTIAZIDE 100 mg + 25 mg Ogni compressa contiene 100 mg di losartan potassico e 25 mg di idroclorotiazide.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse rivestite con film.
PRECTIAZIDE è indicato per il trattamento dell’ipertensione essenziale in pazienti in cui la pressione sanguigna non è adeguatamente controllata con losartan o idroclorotiazide da soli.
Pubblicità
PRECTIAZIDE può essere somministrato con altri farmaci antiipertensivi.
Le compresse di PRECTIAZIDE devono essere assunte con un bicchiere d’acqua.
PRECTIAZIDE può essere somministrato indipendentemente dai pasti.
Ipertensione:
Losartan/HCTZ non si deve usare come terapia iniziale, ma in pazienti in cui la pressione arteriosa non è adeguatamente controllata con losartan potassico o con idroclorotiazide da soli.
È raccomandata la titolazione del dosaggio con i singoli principi attivi (losartan e idroclorotiazide).
Quando ritenuto appropriato dal punto di vista clinico, può essere preso in considerazione un cambiamento diretto dalla monoterapia all’associazione fissa nei pazienti in cui la pressione arteriosa non è controllata adeguatamente.
Il dosaggio abituale di PRECTIAZIDE è di una compressa da 50 mg/12,5 mg (Iosartan 50 mg/Idroclorotiazide 12,5 mg) in monosomministrazione giornaliera. Per i pazienti che non rispondono adeguatamente a PRECTIAZIDE 50 mg + 12,5 mg, il dosaggio può essere aumentato ad una compressa di PRECTIAZIDE 100 mg + 25 mg (losartan 100 mg/idroclorotiazide 25 mg) in monosomministrazione giornaliera. Il dosaggio massimo è di una compressa di PRECTIAZIDE 100 mg + 25 mg, in monosomministrazione giornaliera. In generale l’effetto antiipertensivo viene raggiunto entro tre-quattro settimane dall’inizio della terapia. È disponibile Losartan/Idroclorotiazide 100 mg + 12,5 mg per i pazienti titolati a 100 mg di PRECTIAZIDE che richiedono un ulteriore controllo pressorio.
Uso in pazienti con compromissione della funzione renale e pazienti emodializzati:
Non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio iniziale in pazienti con compromissione moderata della funzione renale (cioè clearance della creatinina 30-50 ml/min). Losartan e idroclorotiazide compresse non è raccomandato nei pazienti in emodialisi. Losartan/HCTZ compresse non deve essere usato in pazienti con compromissione grave della funzione renale (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.3).
Uso in pazienti con deplezione del volume intravascolare:
La deplezione di volume e/o sodio deve essere corretta prima della somministrazione di Losartan/HCTZ compresse.
Uso in pazienti con compromissione della funzione epatica:
Losartan/HCTZ è controindicato nei pazienti con compromissione grave della funzione epatica (vedere paragrafo 4.3).
Uso negli anziani:
Solitamente non è necessario un aggiustamento del dosaggio negli anziani.
Uso nei bambini e negli adolescenti (< 18 anni di età):
Non ci sono dati nei bambini e negli adolescenti. Losartan/idroclorotiazide non deve pertanto essere somministrato a bambini e adolescenti.
Ipersensibilità a losartan, ai sulfonamide-derivati (come idroclorotiazide) o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Ipokalemia o ipercalcemia resistenti alla terapia.
Grave compromissione epatica; colestasi e disturbi biliari ostruttivi.
Iponatremia refrattaria.
Iperuricemia sintomatica/gotta.
Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Allattamento (vedere paragrafo 4.6).
Grave compromissione renale (cioè clearance della creatinina < 30 ml/min).
Anuria.
Losartan
Angioedema :
I pazienti con storia di angioedema (gonfiore del volto, delle labbra, della gola e/o della lingua) devono essere strettamente monitorati (vedere paragrafo 4.8).
Ipotensione e deplezione del volume intravascolare:
Può verificarsi ipotensione sintomatica, specialmente dopo la prima dose, in pazienti volume e/o sodio-depleti da forte terapia diuretica, dieta iposodica, diarrea o vomito.Queste condizioni devono essere corrette prima della somministrazione di PRECTIAZIDE compresse (vedere paragrafi 4.2 e 4.3).
Squilibri elettrolitici:
Gli squilibri elettrolitici si verificano comunemente in pazienti con compromissione della funzione renale, con o senza diabete, e devono essere tenuti in considerazione. Pertanto le concentrazioni plasmatiche di potassio e i valori della clearance della creatinina devono essere attentamente monitorati; soprattutto i pazienti con insufficienza cardiaca e clearance della creatinina tra 30 e 50 ml/min devono essere attentamente monitorati.
L’uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio e sostituti del sale contenenti potassio con losartan/idroclorotiazide non è raccomandato (vedere paragrafo 4.5).
Compromissione della funzione epatica:
In base a dati di farmacocinetica, che dimostrano significativi aumenti delle concentrazioni plasmatiche di losartan nei pazienti cirrotici, PRECTIAZIDE deve essere usato con cautela in pazienti con anamnesi di compromissione epatica da lieve a moderata. Non c’è esperienza terapeutica con losartan in pazienti con compromissione epatica grave. PRECTIAZIDE non deve pertanto essere somministrato a pazienti con compromissione epatica grave (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 5.2).
Compromissione della funzione renale :
Come conseguenza dell’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, sono stati riportati cambiamenti della funzione renale inclusa l’insufficienza renale (in particolare, in pazienti la cui funzione renale dipende dal sistema renina-angiotensina-aldosterone, quali quelli con insufficienza cardiaca grave o con disfunzione renale preesistente).
Come per altri farmaci che hanno effetti sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, sono stati riportati anche aumenti dell’urea ematica e della creatinina sierica in pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria tributaria di un rene unico; queste alterazioni della funzione renale possono essere reversibili con l’interruzione della terapia. Losartan deve essere usato con cautela nei pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria di un rene unico.
Trapianto renale:
Non ci sono dati disponibili in pazienti con recente trapianto renale.
Iperaldosteronismo primario:
I pazienti con aldosteronismo primario generalmente non rispondono alle terapie antipertensive che agiscono tramite inibizione del sistema renina-angiotensina. Pertanto, l’uso delle compresse di PRECTIAZIDE non è raccomandato.
Patologia cardiaca coronaria e patologia cerebrovascolare:
Come con altri agenti antipertensivi, un abbassamento eccessivo della pressione sanguigna in pazienti con patologia ischemica cardiovascolare e cerebrovascolare può provocare infarto del miocardio o ictus.
Insufficienza cardiaca:
In pazienti con insufficienza cardiaca, con o senza compromissione renale, c’è -come con altri farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina - un rischio di grave ipotensione arteriosa e compromissione renale (spesso acuta).
Stenosi della valvola mitralica e aortica, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva:
Come con altri vasodilatatori, particolare cautela è indicata nei pazienti che soffrono di stenosi aortica o mitralica, o di cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.
Differenze etniche:
Come osservato per gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, losartan e gli altri antagonisti dell’angiotensina sono apparentemente meno efficaci nell’abbassare la pressione sanguigna in persone di razza nera che in quelle di razza non-nera, possibilmente a causa di una maggiore prevalenza di condizioni di bassa renina nella popolazione ipertesa nera.
Gravidanza:
PRECTIAZIDE non deve essere iniziato durante la gravidanza. A meno che la terapia con Losartan/HCTZ non sia considerata essenziale, le pazienti che programmano una gravidanza devono passare ad un trattamento antiipertensivo alternativo che abbia un profilo di sicurezza stabilito per l’uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con PRECTIAZIDE deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Idroclorotiazide
Ipotensione e squilibrio idroelettrolitico:
Come con tutte le terapie antiipertensive, può verificarsi ipotensione sintomatica in alcuni pazienti. Si devono osservare i pazienti per la comparsa di segni clinici di squilibrio idroelettrolitico, come ad esempio deplezione del volume, iponatremia, alcalosi ipocloremica, ipomagnesemia, o ipokalemia che può verificarsi nel corso di diarrea o vomito intercorrenti.
In questi pazienti deve essere effettuata la determinazione periodica degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati. Iponatremia da diluizione può verificarsi in pazienti edematosi in acqua calda.
Effetti endocrini e metabolici :
La terapia con i tiazidi può alterare la tolleranza al glucosio. Può essere richiesto un aggiustamento del dosaggio dei farmaci antidiabetici, inclusa l’insulina (vedere paragrafo 4.5). Diabete mellito latente può diventare manifesto durante la terapia con tiazidi.
I tiazidi possono diminuire l’escrezione di calcio urinario e possono causare un aumento lieve ed intermittente del calcio sierico. Un’ipercalcemia marcata può evidenziare un iperparatiroidismo latente. I tiazidi devono essere interrotti prima di effettuare test della funzione paratiroidea.
Aumenti dei livelli di colesterolo e trigliceridi possono essere associati con la terapia diuretica tiazidica.
La terapia tiazidica può precipitare iperuricemia e/o gotta in alcuni pazienti. Poiché losartan diminuisce l’acido urico, losartan in associazione con idroclorotiazide attenua l’iperuricemia indotta da diuretici.
Compromissione della funzione epatica:
I tiazidi devono essere usati con cautela in pazienti con compromissione della funzione epatica o epatopatia progressiva, in quanto possono causare colestasi intraepatica e poiché alterazioni minori dell’equilibrio idroelettrolitico possono precipitare un coma epatico.
PRECTIAZIDE è controindicato nei pazienti con compromissione epatica grave (vedere i paragrafi 4.3 e 5.2).
Altri :
Nei pazienti trattati con tiazidi, possono verificarsi reazioni di ipersensibilità con o senza una storia di allergia o asma bronchiale. Con l’uso di tiazidi è stato riportato aggravamento o attivazione di lupus eritematoso sistemico.
Eccipienti
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi di Lapp o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo farmaco (vedere paragrafo 6.1).
Per chi svolge attività sportiva: l’uso del farmaco senza necessità terapeutica costituisce doping e può determinare comunque positività ai test anti-doping.
Links sponsorizzati
Losartan:
È stato identificato che la rifampicina e il fluconazolo riducono i livelli del metabolita attivo. Le conseguenze cliniche di queste interazioni non sono state valutate.
Come con altri farmaci che bloccano l’angiotensina II o i suoi effetti, l’uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (ad es. spironolattone, triamterene, amiloride), supplementi di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, possono portare ad un aumento del potassio sierico. La somministrazione concomitante non è consigliata.
Come con altri medicinali che agiscono sull’escrezione di sodio, l’escrezione di litio può essere ridotta. Pertanto, i livelli sierici di litio devono essere attentamente monitorati se i sali di litio devono essere somministrati insieme agli antagonisti del recettore dell’angiotensina II.
Quando gli antagonisti dell’angiotensina II vengono somministrati contemporaneamente ai FANS (cioé inibitori selettivi della Cox-2, acido acetilsalicilico a dosi antinfiammatorie) e FANS non selettivi, può verificarsi un’attenuazione dell’effetto antipertensivo. L’uso concomitante di antagonisti dell’angiotensina II o diuretici e FANS può portare ad un aumento del rischio di peggioramento della funzione renale, inclusa possibile insufficienza renale acuta, ed un aumento del potassio sierico, soprattutto in pazienti con ridotta funzione renale pre-esistente. L’associazione deve essere somministrata con cautela, soprattutto negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l’inizio della terapia di associazione, ed in seguito periodicamente.
In alcuni pazienti con funzione renale compromessa trattati con farmaci antinfiammatori non steroidei, inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi 2, la somministrazione concomitante di antagonisti del recettore dell’angiotensina II può dar luogo ad un ulteriore deterioramento della funzione renale. Questi effetti sono di solito reversibili.
Altre sostanze che inducono ipotensione, come antidepressivi triciclici, antipsicotici, baclofene, amifostine: l’uso concomitante con questi farmaci che abbassano la pressione sanguigna, come effetto indesiderato o principale, possono aumentare il rischio di ipotensione.
Idroclorotiazide:
Se somministrati in concomitanza, i seguenti farmaci possono interagire con i diuretici tiazidici.
Alcool, barbiturici, narcotici o antidepressivi :
Può verificarsi un potenziamento dell’ipotensione ortostatica.
Farmaci antidiabetici (per via orale e insulina) :
Il trattamento con un tiazide può alterare la tolleranza al glucosio. Può essere richiesto un aggiustamento del dosaggio del farmaco antidiabetico. La metformina deve essere usata con cautela a causa del rischio di acidosi lattica indotta da una possibile insufficienza renale funzionale connessa all’idroclorotiazide.
Altri farmaci antiipertensivi :
Effetto additivo.
Resine colestiramina e colestipolo :
La presenza di resine a scambio anionico interferisce con l’assorbimento dell’idroclorotiazide. Singole dosi delle resine colestiramina o colestipolo legano l’idroclorotiazide e ne riducono l’assorbimento dal tratto gastrointestinale fino all’85% ed al 43% rispettivamente.
Corticosteroidi, ACTH :
Aumento della deplezione elettrolitica, in particolare ipokaliemia.
Amine pressorie (ad es. adrenalina) :
L’effetto delle amine pressorie puo’ essere diminuito ma non abbastanza da precluderne l’uso.
Miorilassanti non depolarizzanti (ad es. tubocurarina):
Possibile aumento della risposta ai miorilassanti.
Litio :
I diuretici riducono la clearance renale del litio e aggiungono un rischio alto di tossicità da litio; l’uso concomitante non è raccomandato.
Medicinali utilizzati nel trattamento della gotta (probenecid, sulfinpirazone e allopurinolo):
Può essere necessario un aggiustamento del dosaggio dei medicinali uricosurici, poichè l’idroclorotiazide può aumentare i livelli di acido urico sierico. Un aumento del dosaggio di probenecid o sulfinpirazone può essere necessario. La somministrazione concomitante di un tiazidico può aumentare l’incidenza di reazioni di ipersensibilità all’allopurinolo.
Agenti anticolinergici (ad es. atropina, biperidina):
Aumento della biodisponibilità ai diuretici simil tiazidici, attraverso una diminuzione della motilità gastrointestinale e della velocità di svuotamento dello stomaco.
Agenti citotossici (ad es. ciclofosfamide, metotrexato):
I tiazidi possono ridurre l’escrezione renale di medicinali citotossici e potenziare il loro effetto mielosoppressore.
Salicilati:
In caso di alti dosaggi di salicilati, l’idroclorotiazide può aumentare l’effetto tossico dei salicilati sul sistema nervoso centrale.
Metildopa:
Sono stati riportati casi isolati di anemia emolitica con l’uso concomitante di idroclorotiazide e metildopa.
Ciclosporina:
Il trattamento concomitante con ciclosporina può aumentare il rischio di iperuricemia e complicanze tipiche della gotta.
Glucosidi digitalici:
L’ipokalemia o l’ipomagnesemia indotte dai tiazidi possono favorire l’insorgenza di aritmie cardiache indotte dalla digitale.
Medicinali influenzati da alterazioni del potassio sierico:
Un monitoraggio periodico del potassio sierico e dell’ECG è raccomandato quando losartan/idroclorotiazide è somministrato con medicinali influenzati da alterazioni del potassio e sierico (ad es. glucosidi digitalici e antiaritmici) e con i seguenti medicinali che inducono torsioni di punta (tachicardia ventricolare) (inclusi alcuni antiaritmici), essendo l’ipokalemia un fattore predisponente alla torsione di punta (tachicardia ventricolare):
Antiaritmici di classe Ia (ad es. chinidina, idrochinidina, disopiramide).
Antiaritmici di classe III (ad es. amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide).
Alcuni antipsicotici (ad es. tioridazine, clorpromazina, levomepromazine, trifluoperazine, ciamemazine, sulpiride, sultopride, amisulpride, tiapride, pimozide, aloperidolo, droperidolo).
Altri (ad es. bepridil, cisapride, difemanil, eritromicina IV, alofantrin, mizolastin, pentamidine, terfenadine, vincamine IV.).
Sali di calcio:
I diuretici tiazidici possono aumentare i livelli sierici di calcio a causa di una diminuizione dell’escrezione. Se devono essere prescritti supplementi di calcio, i livelli di calcio sierico devono essere monitorizzati ed il dosaggio di calcio deve essere aggiustato di conseguenza.
Interazioni con i test di laboratorio :
A causa dei loro effetti sul metabolismo del calcio, i tiazidi possono interferire con i test per la funzione paratiroidea (vedere paragrafo 4.4).
Carbamazepina:
Rischio di iponatriemia sintomatica. È necessario il monitoraggio clinico e biologico.
Mezzi di contrasto iodati:
In caso di disidratazione indotta da diuretici, c’è un aumentato rischio di insufficienza renale acuta, specialmente con alte dosi di prodotto iodato.
I pazienti devono essere reidratati prima della somministrazione.
Amfotericina B (per via parenterale), corticosteroidi, ACTH o lassativi stimolanti:
L’idroclorotiazide può aumentare lo squilibrio elettrolitico, soprattutto ipokalemia.
Gravidanza :
L’uso di PRECTIAZIDE non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di PRECTIAZIDE è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità susseguente all’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non è stata conclusiva; tuttavia un piccolo aumento del rischio non può essere escluso. Anche se non ci sono dati epidemiologici controllati sul rischio con Inibitori del Recettore dell’Angiotensina II (AIIRAs), un simile rischio può esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con losartan deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione alla terapia con losartan durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere anche paragrafo 5.3 "Dati preclinici di sicurezza").
In caso di esposizione a PRECTIAZIDE dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto PRECTIAZIDE devono essere strettamente monitorati per ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’idroclorotiazide può ridurre sia il volume plasmatico che il flusso sanguigno uteroplacentare. I tiazidi attraversano la barriera placentare e compaiono nel sangue del cordone ombelicale. Possono causare disturbi elettrolitici fetali e altre possibili reazioni che sono state osservate negli adulti. Casi di trombocitopenia nei neonati e ittero fetale o neonatale sono stati riportati in madri trattate con tiazidi.
Allattamento :
Non è noto se nell’uomo losartan sia escreto nel latte materno. Tuttavia, losartan viene escreto nel latte di ratti. I tiazidi passano nel latte umano e possono inibire l’allattamento. A causa dei potenziali eventi avversi sul neonato in allattamento, PRECTIAZIDE è controindicato durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.3).
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
Deve tuttavia essere tenuto in considerazione il fatto che si possono occasionalmente verificare capogiro o sonnolenza quando si guidano veicoli o si usano macchinari durante la terapia antipertensiva, in particolare all’inizio del trattamento o con l’aumento del dosaggio.
Gli eventi avversi di seguito sono riportati, dove appropriato, secondo la classificazione per sistemi e organi, e le frequenze secondo le seguenti convenzioni.
Molto comuni: ≥ 1/10
Comuni: ≥ 1/100, < 1/10
Non comuni: ≥ 1/1.000, ≤ 1/100
Rari: ≥ 1/10.000, ≤ 1/1.000
Molto rari: ≤ 1/10.000
Non nota: ≤ 1/10.000 (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Negli studi clinici condotti con losartan potassico e idroclorotiazide, non sono stati osservati effetti indesiderati specifici di questo farmaco di associazione. Gli effetti indesiderati sono stati limitati a quelli riportati in precedenza con losartan potassico e/o idroclorotiazide.
Negli studi clinici controllati sulll’ipertensione essenziale, il capogiro è stato l’unico effetto indesiderato riportato come correlato al farmaco, che si è verificato con un’incidenza più elevata di quella osservata con placebo nell’1% o più dei pazienti trattati con losartan e idroclorotiazide.
Oltre a questi effetti, le seguenti ulteriori reazioni sono state riportate dopo l’introduzione del prodotto sul mercato:
Patologie epatobiliari: Rari: epatite
Esami diagnostici: Rari: iperkalemia, aumento delle ALT
Ulteriori eventi avversi osservati con uno dei singoli componenti e che possono essere potenziali eventi avversi di losartan potassico/idroclorotiazide sono i seguenti:
Losartan
Patologie del sistema emolinfopoietico: Non comuni: anemia, porpora di Henoch-Schonlein, ecchimosi, emolisi
Disturbi del sistema immunitario: Rari: reazioni anafilattiche, angioedema, orticaria
Disturbi del metabolismo e della nutrizione: Non comuni: anoressia, gotta
Disturbi psichiatrici: Comuni: insonnia Non comuni: ansia, disturbi d’ansia, panico, confusione, depressione, anormalità dei sogni, disturbi del sonno, sonnolenza, alterazione della memoria
Patologie del sistema nervoso: Comuni: cefalea, capogiro Non comuni: nervosismo, parestesia, neuropatia periferica, tremore, emicrania, sincope
Patologie dell’occhio: Non comuni: visione offuscata, bruciore/dolore puntorio nell’occhio, congiuntivite, diminuizione dell’acuità visiva
Patologie dell’orecchio e del labirinto: Non comuni: vertigini, tinnito
Patologie cardiache: Non comuni: ipotensione, ipotensione ortostatica, sternalgia, angina pectoris, blocco atrioventricolare di grado II, eventi cerebrovascolari, infarto del miocardio, palpitazioni, aritmie (fibrillazioni striali, bradicardia sinusale, tachicardia, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare)
Patologie vascolari: Non comuni: vasculite
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: Comuni: tosse, infezioni del tratto respiratorio superiore, congestione nasale, sinusite, disturbi sinusali Non comuni: fastidio faringeo, faringite, laringite, dispnea, bronchite, epistassi, rinite, congestione respiratoria
Patologie gastrointestinali: Comuni: dolore addominale, nausea, diarrea, dispepsia Non comuni: stipsi, dolore dentale, secchezza delle fauci, flatulenza, gastrite, vomito
Patologie epatobiliari: Non nota: anormalità della funzione epatica
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Non comuni: alopecia, dermatite, cute secca, eritema, arrossamenti, fotosensibilità, prurito, rash cutaneo, orticaria, sudorazione
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: Comuni: crampi muscolari, dolore alla schiena, dolore alle gambe, mialgia Non comuni: dolore alle braccia, gonfiore alle articolazioni, dolore alle ginocchia, dolore muscoloscheletrico, dolore alle spalle, intorpidimento, artralgia, artrite, coxalgia, fibromialgia, debolezza muscolare.
Patologie renali e urinarie: Non comuni: nicturia, aumento della frequenza della minzione, infezioni del tratto urinario
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella: Non comuni: diminuzione della libido, impotenza
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Comuni: astenia, affaticamento, dolore al torace Non comuni: edema facciale, febbre
Esami diagnostici: Comuni: iperkalemia, lieve riduzione dell’ematocrito e dell’emoglobina Non comuni: lieve aumento dei livelli sierici di urea e creatinina Molto rari: aumento degli enzimi epatici e della bilirubina
Idroclorotiazide
Patologie del sistema emolinfopoietico: Non comuni: agranulocitosi, anemia aplastica, anemia emolitica, leucopenia, porpora, trombocitopenia
Patologie del sistema immunitario: Rari: reazione anafilattica
Disturbi del metabolismo e della nutrizione: Non comuni: anoressia, iperglicemia, iperuricemia, ipokalemia, iponatremia
Disturbi psichiatrici: Non comuni: insonnia
Patologie del sistema nervoso: Comuni: cefalalgia
Patologie dell’occhio: Non comuni: visione offuscata transitoria, xantopsia
Patologie vascolari: Non comuni:angite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea)
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: Non comuni: sindrome da distress respiratorio inclusa polmonite ed edema polmonare
Patologie gastrointestinali: Non comuni: sialoadenite, spasmi, irritazione allo stomaco, nausea, vomito, diarrea, stipsi
Patologie epatobiliari: Non comuni: ittero (colestasi intraepatica), pancreatite
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Non comuni: fotosensibilità, orticaria, necrolisi epidermica tossica
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: Non comuni: crampi muscolari
Patologie renali e urinarie: Non comuni: glicosuria, nefrite interstiziale, disfunzione renale, insufficienza renale
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Non comuni: febbre, capogiro
Links sponsorizzati
Non sono disponibili informazioni specifiche sul trattamento del sovradosaggio con PRECTIAZIDE. Il trattamento è sintomatico e di supporto. La terapia con PRECTIAZIDE deve essere interrotta ed il paziente posto sotto stretta osservazione. Misure suggerite includono induzione dell’emesi in caso di ingestione recente, e correzione della disidratazione, dello squilibrio elettrolitico, del coma epatico e dell’ipotensione tramite procedure validate.
Losartan:
Sono disponibili dati limitati riguardo al sovradosaggio nell’uomo. Le manifestazioni più probabili del sovradosaggio sono l’ipotensione e la tachicardia; potrebbe verificarsi bradicardia da stimolazione parasimpatica (vagale). Se si dovesse verificare ipotensione sintomatica, istituire il trattamento di supporto.
Né il losartan né il suo metabolita attivo possono essere rimossi dall’emodialisi.
Idroclorotiazide:
I segni e i sintomi più comunemente osservati sono quelli causati dalla deplezione di elettroliti (ipokalemia, ipocloremia, iponatremia) e la disidratazione conseguenza di diuresi eccessiva. In presenza di terapia con digitale, l’ipokalemia può accentuare le aritmie cardiache.
Non è stato accertato in che misura l’idroclorotiazide viene rimossa dall’emodialisi.
Categoria farmacoterapeutica: associazione contenente un antagonista del recettore dell’angiotensina II (tipo AT1) ed un diuretico tiazidico, antiipertensivi.
Codice ATC: C09DA01
Losartan-Idroclorotiazide
I principi attivi di PRECTIAZIDE hanno mostrato di avere un effetto additivo sulla riduzione della pressione arteriosa, riducendo la pressione arteriosa in misura superiore alla riduzione raggiungibile con i due singoli principi attivi da soli. Questo effetto è ritenuto essere il risultato dell’ azione complementare di entrambi i principi attivi. Inoltre, come risultato del suo effetto diuretico, l’idroclorotiazide aumenta l’attività della renina plasmatica, aumenta la secrezione di aldosterone, diminuisce il potassio sierico e aumenta i livelli di angiotensina II. La somministrazione di losartan blocca tutte le azioni fisiologicamente rilevanti dell’angiotensina II e attraverso l’inibizione di aldosterone potrebbe tendere ad attenuare la perdita di potassio associata al diuretico.
Losartan ha mostrato di possedere un lieve e transitorio effetto uricosurico. L’idroclorotiazide ha mostrato di causare aumenti modesti dell’acido urico; l’associazione di losartan e idroclorotiazide tende ad attenuare l’iperuricemia indotta dal diuretico.
L’effetto antiipertensivo di PRECTIAZIDE si mantiene per un periodo di 24 ore. In studi clinici di almeno un anno di durata, l’effetto antiipertensivo è stato mantenuto con il trattamento continuato. Nonostante la diminuzione significativa di pressione arteriosa, la somministrazione di PRECTIAZIDE non ha avuto effetti clinicamente significativi sulla frequenza cardiaca. Negli studi clinici, dopo 12 settimane di terapia con losartan 50 mg/idroclorotiazide 12,5 mg, la pressione diastolica di valle in posizione seduta è stata ridotta in media fino a 13,2 mmHg.
PRECTIAZIDE è efficace nel ridurre la pressione arteriosa in uomini e donne, in pazienti di razza nera e non, nei più giovani (< 65 anni) e nei più anziani (> 65 anni), ed è efficace in tutti i gradi di ipertensione.
Losartan
Losartan è un antagonista recettoriale dell’angiotensina II (tipo AT1) di sintesi. L’angiotensina II, un potente vasocostrittore, è l’ormone attivo primario del sistema renina/angiotensina ed è un fattore determinante nella fisiopatologia dell’ipertensione. L’angiotensina II si lega al recettore AT1 presente in molti tessuti (ad es. muscolatura liscia vascolare, ghiandole surrenali, reni e cuore) e stimola diversi importanti processi biologici, tra cui la vasocostrizione e il rilascio dell’aldosterone. Inoltre, l’angiotensina II stimola la proliferazione delle cellule muscolari lisce.
Il losartan blocca selettivamente il recettore AT1. In vitro e in vivo, sia il losartan che il suo metabolica acido carbossilico farmacologicamente attivo E-3174 bloccano ogni attività fisiologicamente rilevante dell’angiotensina II, indipendentemente dall’origine e dal processo di sintesi.
Losartan non ha effetto agonista né blocca altri recettori ormonali o canali ionici importanti per la regolazione cardiovascolare. Inoltre, losartan non inibisce l’ACE (chininasi II), l’enzima che degrada la bradichinina. Di conseguenza, non si verifica il potenziamento degli effetti indesiderati mediati dalla bradichinina.
Durante la somministrazione di losartan, la rimozione del feedback negativo dell’angiotensina II sulla secrezione di renina porta ad un aumento dell’attività reninica del plasma (ARP). Un aumento dell’ARP dà luogo ad un aumento dell’angiotensina II nel plasma. Nonostante questi aumenti, l’attività antipertensiva e la soppressione della concentrazione dell’aldosterone plasmatico vengono mantenute, indicando un blocco efficace dei recettori dell’angiotensina II. Dopo l’interruzione di losartan, i valori dell’ARP e dell’angiotensina II tornano al basale entro tre giorni.
Sia losartan che il suo metabolita attivo principale hanno un’affinità molto maggiore per il recettore AT1 che per il recettore AT2. A parità di peso, il metabolita attivo è da 10 a 40 volte più attivo di losartan.
In uno studio disegnato appositamente per valutare l’incidenza della tosse in pazienti trattati con losartan, rispetto a pazienti trattati con ACE inibitori, l’incidenza di tosse riportata nei pazienti trattati con losartan o idroclorotiazide è risultata simile e significativamente inferiore rispetto ai pazienti trattati con un ACE inibitore. Inoltre, in un’analisi combinata di 16 studi clinici in doppio cieco su 4131 pazienti, l’incidenza di tosse riportata spontaneamente nei pazienti trattati con losartan è risultata simile (3,1%) a quella di pazienti trattati con placebo (2,6%) o idroclorotiazide (4,1%), laddove l’incidenza con ACE inibitori è stata dell’8,8%. In pazienti non diabetici ipertesi con proteinuria, la somministrazione di losartan potassico ha ridotto significativamente la proteinuria, l’escrezione frazionale di albumina e IgG. Losartan mantiene il tasso di filtrazione glomerulare e riduce la frazione di filtrazione. Generalmente losartan causa una diminuizione nell’acido urico sierico (normalmente < 0,4 mg/dl), che di solito è persistente nella terapia cronica.
Losartan non ha effetti sui riflessi autonomi e non ha effetti sostanziali sulla norepinefrina plasmatica.
In pazienti con insufficienza ventricolare sinistra, dosaggi di losartan 25 mg e 50 mg hanno dato luogo a effetti emodinamici e neuroormonali positivi, caratterizzati da un aumento dell’indice cardiaco e da diminuizioni nella pressione capillare polmonare di cuneo, della resistenza sistemica vascolare, della pressione arteriosa media sistemica e della frequenza cardiaca, e da una riduzione dei livelli dell’aldosterone e della noradrenalina circolanti, rispettivamente. Il verificarsi di ipotensione è risultato essere correlato alla dose in questi pazienti con insufficienza cardiaca.
Studi sull’ipertensione
Negli studi clinici controllati, la monosomministrazione giornaliera di Losartan a pazienti con ipertensione essenziale lieve-moderata ha prodotto riduzioni statisticamente significative della pressione arteriosa sistolica e diastolica. La misurazione della pressione arteriosa 24 ore dopo la dose rispetto a 5-6 ore dopo la dose ha mostrato una riduzione della pressione arteriosa nell’arco delle 24 ore; il naturale ritmo diurno è stato mantenuto. La riduzione della pressione alla fine dell’intervallo di dosaggio è risultata pari al 70-80% dell’effetto osservato nelle 5-6 ore dopo la dose.
L’interruzione di losartan nei pazienti ipertesi non ha dato luogo ad un aumento brusco della pressione arteriosa (rebound). Nonostante la marcata riduzione della pressione arteriosa, losartan non ha avuto effetti clinici significativi sulla frequenza cardiaca.
Losartan ha uguale efficacia in entrambi i sessi, e nei soggetti ipertesi più giovani (sotto i 65 anni) e più anziani.
Studio LIFE:
Lo studio Losartan Intervention For Endpoint Reduction in Hypertension [studo LIFE] è stato uno studio randomizzato in triplo cieco, controllato in attivo, condotto su 9193 pazienti ipertesi dai 55 agli 80 anni con ipertrofia ventricolare sinistra documentata all’ECG. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere Losartan 50 mg in monosomministrazione giornaliera o atenololo 50 mg in monosomministrazione giornaliera. In caso di mancato raggiungimento del livello pressorio desiderato (< 140/90mmHg), è stato aggiunto prima idroclorotiazide (12,5 mg) e, se necessario, il dosaggio di losartan o di atenololo è stato successivamente portato a 100 mg in monosomministrazione giornaliera. Altri farmaci antiipertensivi, ad eccezione degli ACE inibitori, antagonisti dell’Angiotensina II o beta-bloccanti venivono aggiunti se necessario per raggiungere l’obiettivo pressorio.
La durata media del follow-up è stata di 4,8 anni.
L’endpoint primario era un composito di mortalità e di morbilità cardiovascolare misurate dalla riduzione dell’incidenza combinata di decesso cardiovascolare, ictus e infarto del miocardio. La pressione arteriosa è stata diminuita significativamente ridotta a livelli simili nei due gruppi. Il trattamento con losartan ha dato luogo ad una riduzione del rischio del 13,0% (p=0,021, intervallo di confidenza al 95% 0,77-0,98), rispetto ad atenololo nei pazienti che hanno raggiunto l’endpoint composito primario. Questo dato è stato attribuibile principalmente ad una riduzione del rischio di ictus. Il trattamento con losartan ha ridotto il rischio di ictus del 25% rispetto ad atenololo (p=0,001, intervallo di confidenza al 95% 0,63-0,89). I tassi di decesso cardiovascolare e di infarto del miocardio non sono risultati significativamente differenti tra i gruppi di trattamento.
Idroclorotiazide
L’idroclorotiazide è un diuretico tiazidico. Il meccanismo dell’effetto antipertensivo dei tiazidi non è del tutto noto. I tiazidi agiscono sul meccanismo di riassorbimento degli elettroliti del tubulo renale distale, aumentando direttamente l’escrezione del sodio e del cloro in quantità all’incirca uguali. L’azione diuretica dell’idroclorotiazide riduce il volume plasmatico, aumenta l’attività reninica plasmatica e la secrezione di aldosterone, con conseguente aumento di potassio nelle urine e perdita di bicarbonato, e diminuizione di potassio sierico. Il legame renina-aldosterone è mediato dall’angiotensina II e pertanto la somministrazione concomitante di un antagonista del recettore dell’angiotensina II tende a far regredire la perdita di potassio associata ai diuretici tiazidici.
Dopo l’assunzione per os la diuresi inizia entro 2 ore, il picco viene raggiunto in circa 4 ore e dura circa da 6 a 12 ore, e l’effetto antipertensivo persiste fino a 24 ore.
Links sponsorizzati
Assorbimento
Losartan:
In seguito a somministrazione orale, il losartan viene ben assorbito e sottoposto ad un metabolismo di primo passaggio, da cui si formano un metabolita attivo acido carbossilico e altri metaboliti inattivi. La biodisponibilità sistemica del losartan in compresse è di circa il 33%. Il losartan e il suo metabolita attivo raggiungono picchi medi di concentrazione in 1 ora e in 3-4 ore, rispettivamente. Non è stato osservato nessun effetto di rilevanza clinica sul profilo di concentrazione plasmatica del losartan quando il farmaco è stato somministrato con un pasto standard.
Distribuzione
Losartan:
Sia losartan che il suo metabolita attivo si legano per ≥ 99% alle proteine plasmatiche, principalmente all’albumina. Il volume di distribuzione del losartan è di 34 litri. Studi nei ratti indicano un passaggio di losartan attraverso la barriera emato-encefalica scarso se non nullo.
Idroclorotiazide:
L’idroclorotiazide attraversa la barriera placentare, ma non la barriera emato-encefalica e viene escreta nel latte umano.
Biotrasformazione
Losartan:
Circa il 14% della dose di losartan somministrata per via endovenosa o orale viene trasformata nel suo metabolita attivo. Dopo somministrazione orale o endovenosa di losartan potassico marcato con 14C, la radioattività circolante nel plasma viene principalmente attribuita al losartan e al suo metabolita attivo. In circa l’1% dei soggetti che hanno partecipato agli studi, è stata osservata una conversione minima del losartan nel suo metabolita attivo.
Oltre al metabolita attivo, si formano anche metaboliti inattivi, inclusi due metaboliti principali, formati dall’idrossilazione della catena laterale butilica ed un metabolita minore, un N-2 tetrazolo glucuronide
Eliminazione
Losartan:
Le clearance plasmatiche del losartan e del suo metabolita attivo sono di circa 600 ml/min e 50 ml/min rispettivamente. Le clearance renali del losartan e del suo metabolita sono circa 74 ml/min e 26 ml/min rispettivamente.
Quando il losartan viene somministrato per via orale, circa il 4% della dose viene escreta invariata nelle urine e circa il 6% della dose viene escreta nelle urine in forma di metabolita attivo. Le farmacocinetiche del losartan e del suo metabolita attivo hanno un andamento lineare, con dosaggi orali di losartan fino a 200 mg.
Dopo somministrazione orale, le concentrazione plasmatiche del losartan e del suo metabolita attivo si riducono in modo poliesponenziale, con un’emivita terminale di circa 2 ore e 6-9 ore rispettivamente. Con un dosaggio di 100 mg in monosomministrazione giornaliera non si verfica accumulo significativo nel plasma né del losartan né del suo metabolita attivo.
Il losartan e i suoi metaboliti vengono eliminati sia per via biliare che per via urinaria. Nell’uomo, in seguito a somministrazione orale di losartan marcato con 14C la radioattività viene ritrovata per il 35% circa nelle urine e per il 58% nelle feci.
Idroclorotiazide:
L’idroclorotiazide non viene metabolizzata ma è eliminata rapidamente dal rene. Quando i livelli plasmatici sono stati seguiti per almeno 24 ore, l’emivita plasmatica è stata vista variare tra 5,6 e 14,8 ore. Almeno il 61% della dose orale viene eliminata immodificata nelle urine entro 24 ore.
Caratteristiche dei pazienti
Losartan/Idroclorotiazide:
Le concentrazioni plasmatiche di losartan e del suo metabolita attivo e l’assorbimento di idroclorotiazide osservate negli anziani ipertesi non sono significativamente differenti da quelli osservati negli ipertesi giovani.
Losartan:
Nei pazienti con cirrosi alcolica da lieve a moderata i livelli plasmatici di losartan e del suo metabolita attivo a seguito di somministrazione orale sono risultati rispettivamente di 5 e 1,7 volte più alti rispetto ai giovani volontari maschi.
Né losartan né il metabolita attivo possono essere rimossi con l’emodialisi.
I dati preclinici non hanno rilevato particolari pericoli per l’uomo in base agli studi convenzionali di farmacologia generale, genotossicità e potenziale carcinogenico.
Il potenziale tossico dell’associazione losartan/idroclorotiazide è stato valutato in studi di tossicità cronica fino a sei mesi di durata in ratti e cani dopo somministrazione orale, e gli effetti osservati in questi studi con l’associazione sono state provocate principalmente dal losartan. La somministrazione dell’associazione losartan/idroclorotiazide ha indotto una diminuizione nei parametri dei globuli rossi (eritrociti, emoglobina, ematocrito), un aumento di N-urea nel siero, una diminuizione del peso del cuore (senza un correlato istologico) e modifiche gastrointestinali (lesioni della membrana mucosa, ulcere, erosioni, emorragie). Non c’è stata evidenza di teratogenicità in ratti o conigli trattati con l’associazione di losartan/idroclorotiazide. Tossicità fetale in ratti, come evidenziato da un lieve aumento di coste soprannumerarie nella generazione F1, è stata osservata quando le femmine venivano trattate prima e durante la gestazione. Come osservato negli studi con losartan da solo, gli effetti avversi fetali e neonatali, inclusi tossicità renale e morte fetale, si sono verificati quando le ratte gravide sono state trattate con l’associazione di losartan/idroclorotiazide durante la fase tardiva della gestazione e/o l’allattamento.
Cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, amido pregelatinizzato, magnesio stearato, macrogol, ipromellosa, titanio diossido, E172 ossido di ferro giallo, E132 indigo carmine.
Non pertinente.
2 anni
Non conservare a temperatura superiore ai 30° C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.
Le compresse sono contenute in blister opaco in PVC/PE/PVDC e alluminio.
PRECTIAZIDE - 100 mg + 25 mg compresse rivestite con film - 28 compresse
PRECTIAZIDE - 50 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film - 28 compresse
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Non pertinente.
I.B.N. Savio s.r.l. âE.“ Via E. Bazzano n° 14 âE.“ 16019 Ronco Scrivia (GE)
PRECTIAZIDE - 100 mg + 25 mg compresse rivestite con film - 28 compresse AIC: 039033028
PRECTIAZIDE - 50 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film - 28 compresse AIC: 039033016