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PRESSLOVAL 40 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
Una compressa rivestita con film contiene:
Principio attivo: 40 mg di valsartan.
Eccipienti: lattosio anidro e lattosio monoidrato.
Una compressa contiene 60,8 mg di lattosio.
Per l’elenco completodegli eccipienti, vedereparagrafo 6.1.
Compressa rivestita con film.
Le compresse di Pressloval 40 mg sono gialle, oblunghe e biconvesse. Riportano su un lato le lettere “VLS” e sull’altro il numero “40” e la linea di incisione. Possono essere divise in due metà uguali.
Ipertensione
Trattamento dell’ipertensione nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 6 e 18 anni.
Infarto miocardico recente
Trattamento di pazienti clinicamente stabili con insufficienza cardiaca sintomatica o disfunzione sistolica ventricolare sinistra asintomatica secondaria a infarto miocardico recente (12 ore – 10 giorni) (vedere i paragrafi 4.4 e 5.1).
Insufficienza cardiaca
Trattamento dell’insufficienza cardiaca sintomatica quando non possono essere utilizzati ACE inibitori, o come terapia aggiuntiva agli ACE inibitori quando non possono essere utilizzati beta-bloccanti (vedere i paragrafi 4.4 e 5.1).
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Posologia
Infarto miocardico recente
Nei pazienti clinicamente stabili, la terapia può essere iniziata 12 ore dopo un infarto miocardico. Dopo una dose iniziale di 20mg due volte al giorno, la dose di valsartan deve essere aumentata a 40mg, 80mg e 160mg due volte al giorno nelle settimane successive. La dose iniziale è ottenuta mediante la compressa divisibile da 40 mg.
La dose massima da raggiungere è 160mg due volte al giorno. In generale si raccomanda che i pazienti raggiungano una dose di 80mg due volte al giorno entro 2 settimane dall’inizio della terapia, e la dose massima, 160mg due volte al giorno, entro 3 mesi, a seconda della tollerabilità del paziente. In caso di ipotensione sintomatica o disfunzione renale si deve considerare una riduzione del dosaggio.
Valsartan può essere utilizzato in pazienti trattati con altre terapie per il post-infarto, quali trombolitici, acido acetilsalicilico, beta-bloccanti, statine e diuretici. Il trattamento concomitante con ACE inibitori non è raccomandato (vedere i paragrafi 4.4 e 5.1).
La valutazione dei pazienti con infarto miocardico recente deve sempre includere un esame della funzionalità renale.
Insufficienza cardiaca
Il dosaggio iniziale raccomandato per Pressloval è di 40mg due volte al giorno. L’aumento della dose fino a 80mg e 160mg due volte al giorno deve essere fatto ad intervalli di almeno due settimane, fino al massimo dosaggio tollerato dal paziente. Si deve considerare una riduzione della dose dei diuretici somministrati contemporaneamente. La dose massima giornaliera somministrata durante gli studi clinici è di 320mg, suddivisa in due somministrazioni.
Valsartan può essere somministrato in concomitanza ad altre terapie per l’insufficienza cardiaca. Non è tuttavia raccomandata la tripla associazione di un ACE inibitore, un beta-bloccante e valsartan (vedere i paragrafi 4.4 e 5.1).
La valutazione di pazienti con insufficienza cardiaca deve sempre includere un esame della funzionalità renale.
Ulteriori informazioni su popolazioni speciali
Anziani
Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti anziani.
Insufficienza renale
Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti adulti con clearance della creatinina > 10 ml/min (vedere i paragrafi 4.4 e 5.2).
Insufficienza epatica
L'uso di valsartan è controindicato nei pazienti con insufficienza epaticagrave, cirrosi biliare e nei pazienti con colestasi (vedere i paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2). In pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata, senza colestasi, la dose di valsartan non deve superare gli 80mg.
Popolazione pediatrica
Ipertensione pediatrica.
Bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 18 anni
La dose iniziale è di 40mg una volta al giorno per i bambini con peso corporeo inferiore a 35 kg e 80mg una volta al giorno per i bambini con peso corporeo pari o superiore a 35 kg. La dose deve essere aggiustata sulla base della risposta della pressione arteriosa. Per conoscere le dosi massime sperimentate negli studi clinici, consultare la seguente tabella.
Non sono state sperimentate dosi superiori a quelle elencate che non sono pertanto raccomandate.
Peso | Dose massima sperimentata in studi clinici |
≥ 18 kg - <35 kg | 80mg |
≥ 35 kg - <80 kg | 160mg |
≥ 80 kg - ≤160 kg | 320mg |
Bambini di età inferiore a 6 anni
I dati al momento disponibili sono riportati nei paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2. Tuttavia, non sono state stabilite la sicurezza e l’efficacia di Pressloval nei bambini di età compresa tra 1 e 6 anni.
Uso in pazienti pediatrici di età compresa tra 6 e 18 anni con insufficienza renale
Non sono stati condotti studi sull’uso nei pazienti pediatrici con clearance della creatinina <30ml/min e nei pazienti pediatrici sottoposti a dialisi; valsartan, pertanto, non è raccomandato in questi pazienti. Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti pediatrici con clearance della creatinina > 30ml/min. La funzionalità renale e i livelli sierici di potassio devono essere monitorati attentamente (vedere i paragrafi 4.4 e 5.2).
Uso in pazienti pediatrici di età compresa tra 6 e 18 anni con insufficienza epatica
Come per gli adulti, Pressloval è controindicato nei pazienti pediatrici con insufficienza epatica grave, cirrosi biliare e nei pazienti con colestasi (vedere i paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2). È limitata l’esperienza clinica sull’uso di Pressloval Compresse rivestite con film nei pazienti pediatrici con insufficienza epatica lieve o moderata. In questi pazienti la dose di valsartan non deve superare gli 80mg.
Insufficienza cardiaca e infarto miocardico recente in pazienti pediatrici
Pressloval non è raccomandato per il trattamento dell’insufficienza cardiaca o dell’infarto miocardico recente nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni per la mancanza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia.
Modo di somministrazione
Pressloval compresse rivestite con film può essere assunto lontano dai pasti e deve essere somministrato con acqua.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Insufficienza epatica grave,cirrosi biliare e colestasi.
Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere i paragrafi 4.4 e 4.6).
Iperkaliemia
L'uso concomitante con integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio, o di altre sostanze che possono aumentare i livelli di potassio (eparina, ecc.) non è raccomandato. I livelli ematici di potassio devono essere controllati appropriatamente.
Funzionalità renale compromessa
Ad oggi non vi è esperienza sulla sicurezza di impiego in pazienti con clearance della creatinina < 10 ml/min e in pazienti sottoposti a dialisi; pertanto valsartan deve essere usato con cautela in questi pazienti. Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti adulti con clearance della creatinina > 10 ml/min (vedere i paragrafi 4.2 e 5.2).
Insufficienza epatica
Nei pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata senza colestasi, Pressloval deve essere utilizzato con cautela (vedere i paragrafi 4.2 e 5.2).
Pazienti sodio e/o volume depleti
In pazienti fortemente sodio e/o volumedepleti, come ad esempio coloro che ricevono elevati dosaggi di diuretici, può, in rari casi, verificarsi ipotensione sintomatica dopo l’inizio della terapia con Pressloval Compresse rivestite con film. La deplezione di sodio e/o di volume deve essere correttaprima di iniziare il trattamento con Pressloval Compresse rivestite con film, ad es. riducendo la dose di diuretico.
Stenosi dell’arteria renale
Non è stata stabilita la sicurezza di impiego di Pressloval in pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi di rene unico.
La somministrazione di Pressloval a breve termine a dodici pazienti affetti da ipertensione reno-vascolare secondaria a stenosi unilaterale dell’arteria renale non ha indotto alcuna alterazione significativa dell'emodinamica renale, della creatinina sierica o dell’azotemia (BUN). Tuttavia, poiché altre sostanze che agiscono sul sistema renina-angiotensina possono aumentare l’azotemia e la creatinina sierica nei pazienti con stenosi unilaterale dell’arteria renale, si raccomanda il monitoraggio della funzione renale durante il trattamento con Valsartan.
Trapianto renale
Ad oggi non vi è esperienza sulla sicurezza di impiego di Pressloval in pazienti sottoposti a trapianto renale recente.
Iperaldosteronismo primario
I pazienti con iperaldosteronismo primario non devono essere trattati con Pressloval in quanto il loro sistema renina-angiotensina non è attivato.
Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva
Come per tutti gli altri vasodilatatori, è necessaria particolare cautela nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica o da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (HOCM).
Gravidanza
La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazientiche stanno pianificando una gravidanza si deve ricorreread un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con antagonisti del recettore dell’angiotensina II deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere i paragrafi 4.3 e 4.6).
Infarto miocardico recente
La somministrazione combinata di captopril e valsartan non ha evidenziato alcun beneficio clinico addizionale, mentre il rischio di effetti indesiderati è aumentato, in confronto al trattamento con le rispettive monoterapie (vedere i paragrafi 4.2 e 5.1). L' associazione di valsartan con un ACE inibitore non è pertanto raccomandata.
Quando si inizia una terapia in pazienti post-infartuati si deve procedere con cautela. La valutazione dei pazienti post-infartuati deve sempre includere un esame della funzionalità renale (vedere il paragrafo 4.2). L'uso di Pressloval Compresse rivestite con film nei pazienti post-infartuati induce generalmente una certa riduzione della pressione arteriosa, ma di solito non è necessario interrompere la terapia a causa di ipotensione sintomatica persistente, purché vengano seguite le istruzioni sul dosaggio (vedere il paragrafo 4.2).
Insufficienza cardiaca
Nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’associazione tripla di un ACE inibitore, un beta-bloccante e Pressloval non ha dimostrato alcun beneficio clinico (vedere il paragrafo 5.1). Questa associazione sembra aumentare il rischio di eventi avversi e non è pertanto raccomandata.
È necessaria cautela quando si inizia una terapia in pazienti con insufficienza cardiaca. La valutazione dei pazienti con insufficienza cardiaca deve sempre includere un esame della funzionalità renale (vedere il paragrafo 4.2).
L'uso di Pressloval in pazienti con insufficienza cardiaca induce generalmente una certa riduzione della pressione arteriosa, ma di solito non è necessario interrompere la terapia a causa di ipotensione sintomatica persistente, purché vengano seguite le istruzioni sul dosaggio (vedere il paragrafo 4.2).
Nei pazienti in cui la funzionalità renale può dipendere dall'attività del sistema renina-angiotensina (ad es., pazienti con grave insufficienza cardiaca congestizia), il trattamento con gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina è stato associato a oliguria e/o progressiva azotemia e, in rari casi, a insufficienza renale acuta e/o decesso. Poiché valsartan è un antagonista dei recettori dell’angiotensina II, non si può escludere che l'uso di Pressloval possa essere associato a insufficienza renale.
Popolazione pediatrica
Funzionalità renale compromessa
Non sono stati effettuati studi sull’uso nei pazienti pediatrici con clearance della creatinina < 30ml/min e nei pazienti pediatrici sottoposti a dialisi; valsartan, pertanto, non è raccomandato in questi pazienti. Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti pediatrici con clearance della creatinina > 30ml/min (vedere i paragrafi 4.2 e 5.2). La funzionalità renale e i livelli sierici di potassio devono essere monitorati attentamente durante il trattamento con valsartan, in particolare quando valsartan è somministrato in presenza di altre condizioni (febbre, disidratazione) che possono compromettere la funzionalità renale.
Funzionalità epatica compromessa
Come negli adulti, Pressloval è controindicato nei pazienti pediatrici con insufficienza epatica grave, cirrosi biliare e nei pazienti con colestasi (vedere i paragrafi 4.3 e 5.2). È limitata l’esperienza clinica sull’uso di Pressloval nei pazienti pediatrici con insufficienza epatica lieve o moderata. In questi pazienti la dose di valsartan non deve superare gli 80mg.
Questo medicinale contiene lattosio e lattosio monoidrato. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleraza al galattosio, deficit della Lapp-lattasi o malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
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Uso concomitante non raccomandato
Litio
In caso di uso concomitante di ACE inibitori, sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche e della tossicità del litio. A causa della mancanza di esperienza sull'impiego contemporaneo di valsartan e litio, tale associazione non è raccomandata. Nel caso l’uso della combinazione risultasse necessaria, si raccomanda di controllare attentamente i livelli siericidel litio.
Diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio e altri medicinali che possono aumentare i livelli di potassio
Qualora fosse necessario l'uso della combinazione di valsartan e di un medicinale che altera i livelli del potassio, si raccomanda di controllare i livelli sierici del potassio.
Uso concomitante che richiede cautela
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS),compresi gli inibitoriselettivi della COX-2,acido acetilsalicilico >3 g/die),e FANS non selettivi
Quando gli antagonisti dell’angiotensina II sono somministrati in associazione a farmaci antinfiammatori non steroidei, può verificarsi un’attenuazione dell’effetto antipertensivo. Inoltre,l’uso concomitante di antagonisti dell’angiotensina II e FANS può aumentare il rischio di peggioramento della funzionalità renale e indurre un aumento del potassio sierico. All’inizio del trattamento è pertanto raccomandato il controllo della funzionalità renale, nonché un’adeguata idratazione del paziente.
Altri
Negli studi di interazione, non sono state riscontrate interazioni farmacocinetiche aventi rilevanza clinica con valsartan o con alcunodei seguenti medicinali: cimetidina, warfarin, furosemide, digossina, atenololo, indometacina, idroclorotiazide, amlodipina, glibenclamide.
Popolazione pediatrica
Nei bambini e negli adolescenti ipertesi, in cui sono comuni anomalie renali sottostanti, si raccomanda cautela nell’uso concomitante di valsartan e altre sostanze che inibiscono il sistema renina-angiotensina-aldosterone in grado di aumentare i livelli sierici di potassio. La funzionalità renale e i livelli sierici di potassio devono essere controllati attentamente.
Gravidanza
L’uso degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere il paragrafo 4.4). L’uso degli AIIRA è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA), un simile rischio può esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che l’esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Vedere anche il paragrafo 5.3 “Dati preclinici di sicurezza”.
Se dovesse verificarsi esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4).
Allattamento
Poiché non sono disponibili dati riguardanti l'uso di valsartan durante l'allattamento, l'uso di Pressloval Compresse rivestite con film non è raccomandato e si devono preferire terapie alternative con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, specialmente in caso di allattamento a neonati e prematuri.
Fertilità
Valsartan non ha avuto effetti avversi sulla capacità riproduttiva di ratti maschi o femmine a dosi fino a 200mg/kg/die per via orale. Questa dose è 6 volte la dose massima raccomandata nell’uomo in termini di mg/m² (i calcoli presumono un dosaggio orale di 320 mg/die per un paziente di 60 kg di peso).
Non sono stati effettuati studi relativi all'effetto sulla capacità di guidare veicoli. In caso di guida di veicoli o di utilizzodi macchinari si deve considerare la possibilità di occasionali capogirio di stanchezza.
Negli studi clinici controllati in pazienti adulti ipertesi, l'incidenza complessiva delle reazioni avverseera sovrapponibile a quella riscontrata con il placebo ed è in linea con la farmacologia di valsartan. L’incidenza delle reazioni avversenon è sembrata correlata alla dose o alla duratadel trattamento né è stata individuata alcuna associazione con il sesso,l’età o l’etnia.
Le reazioni avverse riportate negli studi clinici, nell'esperienza post-marketing e nei risultati degli esami di laboratorio sono elencate nella tabella che segue secondo la classificazione per sistemi e organi.
Le reazioni avverse sono classificate in base alla frequenza, secondola seguente definizione: molto comune (≥1/10); comune (da ≥ 1/100a <1/10); non comune (da ≥1/1000 a <1/100); raro (da ≥1/10000 a < 1/1000); molto raro (< 1/10000), comprese le segnalazioni isolate. All'interno di ogni classe di frequenza, gli effettiindesiderati sono riportatiin ordine decrescente di gravità.
Non è possibile attribuire una frequenza alle reazioni avversesegnalate nel corsodell'esperienza post-marketing e nei risultati degli esami di laboratorio e pertanto questesono riportate con frequenza "non nota".
Ipertensione
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Non nota | Riduzione dell'emoglobina, Riduzione dell'ematocrito, Neutropenia, Trombocitopenia |
Disturbi del sistema immunitario |
Non nota | Ipersensibilità, compresa malattia da siero |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Non nota | Aumento del potassio sierico |
Patologie dell'orecchio e del labirinto |
Non comune | Vertigini |
Patologie vascolari |
Non nota | Vasculite |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Non comune | Tosse |
Patologie gastrointestinali |
Non comune | Dolore addominale |
Patologie epatobiliari |
Non nota | Aumentati valori della funzionalità epatica incluso aumento della bilirubina sierica |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Non nota | Edema angioneurotico, Eruzione cutanea, Prurito |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Non nota | Mialgia |
Patologie renali e urinarie |
Non nota | Insufficienza renale e compromissione della funzionalità renale, Aumento della creatinina sierica |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Non comune | Affaticamento |
Popolazione pediatrica
Ipertensione
L’effetto antipertensivo di valsartan è stato valutato in due studi clinici randomizzati, condotti in doppio cieco, su 561 pazienti pediatrici di età compresa tra 6 e 18 anni. Con l’eccezione di isolati disturbi gastrointestinali (come dolore addominale, nausea, vomito) e capogiri, non sono state riscontrate differenze rilevanti in termini di tipo, frequenza e gravità delle reazioni avverse tra il profilo di sicurezza dei pazienti pediatrici di età compresa tra 6 e 18 anni e il profilo rilevato in passato nei pazienti adulti.
La valutazione neurocognitiva e dello sviluppo dei pazienti pediatrici di età compresa tra 6 e 16 anni complessivamente non ha evidenziato influenze negative clinicamente rilevanti dopo il trattamento con Pressloval per un periodo di tempo fino a un anno.
In uno studio randomizzato, condotto in doppio cieco su 90 bambini di età compresa tra 1 e 6 anni, seguito da un’estensione di un anno in aperto, sono stati osservati due decessi e casi isolati di un marcato innalzamento delle transaminasi epatiche. Questi casi si sono verificati in una popolazione affetta da significative comorbilità. Non è stata stabilita una relazione causale con Pressloval.
In un secondo studio, nel quale sono stati randomizzati 75 bambini di età compresa tra 1 e 6 anni, non si sono verificati innalzamenti significativi delle transaminasi epatiche o decessi con il trattamento con valsartan.
L’iperkaliemia è stata osservata con maggiore frequenza nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 6 e 18 anni con una sottostante malattia renale cronica.
Il profilo di sicurezza osservatonegli studi clinicicontrollati su pazienti adulti post-infartuati e/o con insufficienza cardiaca differisce dal profilo di sicurezza generaleosservato nei pazienticon ipertensione. Questa osservazione può essere correlata alla patologia sottostante. Le reazioni avverseosservate nei pazienti adulti post-infartuati e/o con insufficienza cardiaca sono riportatedi seguito:
Post-infarto miocardico e/o insufficienza cardiaca (studiati soltanto nei pazienti adulti)
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Non nota | Trombocitopenia |
Disturbi del sistema immunitario |
Non nota | Ipersensibilità, compresa malattia da siero |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Non comune | Iperkaliemia |
Non nota | Aumento del potassio sierico |
Patologie del sistema nervoso |
Comune | Capogiri, Capogiri posturali |
Non comune | Sincope, Cefalea |
Patologie dell'orecchio e del labirinto |
Non comune | Vertigini |
Patologie cardiache |
Non comune | Insufficienza cardiaca |
Patologie vascolari |
Comune | Ipotensione, Ipotensione ortostatica |
Non nota | Vasculite |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Non comune | Tosse |
Patologie gastrointestinali |
Non comune | Nausea, diarrea |
Patologie epatobiliari |
Non nota | Aumentati valori della funzionalità epatica |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Non comune | Edema angioneurotico |
Non nota | Eruzione cutanea, Prurito |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Non nota | Mialgia |
Patologie renali e urinarie |
Comune | Insufficienza renale e compromissione della funzionalità renale |
Non comune | Insufficienza renale acuta, Aumento della creatinina sierica |
Non nota | Aumento dell'azotemia (BUN) |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Non comune | Astenia, Affaticamento |
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Sintomi
Il sovradosaggio di Pressloval può provocare una marcata ipotensione, che può portaread un ridotto livello di coscienza, collasso circolatorio e/o shock.
Trattamento
Le misure terapeutiche dipendono dal momentodell'ingestione e dal tipo e dalla gravitàdei sintomi, dando prioritàalla normalizzazione delle condizioni circolatorie.
In caso di ipotensione è bene porre il pazientein posizione supina e somministrare rapidamente soluzioni saline.
È improbabile che valsartan possa essere rimossomediante emodialisi.
Categoria farmacoterapeutica: antagonisti dell’angiotensina II, non associati, codice ATC: C09CA03.
Valsartan è uno specifico, potente antagonista dei recettori dell’angiotensina II (Ang II), attivo per via orale. Agisce selettivamente sul sottotipo recettoriale AT1, responsabile delle note azioni dell’angiotensina II. L’aumento dei livelli plasmatici di Ang II, conseguente al blocco dei recettori AT1 attuato da valsartan, può stimolare i recettori AT2 non bloccati, il che sembracontrobilanciare l’azione dei recettori AT1. Valsartan non esplica alcuna attività agonista parziale a livello del recettore AT1 ed ha una affinità molto maggiore per il recettore AT1 (circa 20.000 volte) rispetto al recettore AT2. Valsartan non si lega o non blocca altri recettori ormonalio canali ionicinoti per la loro importanza nella regolazione cardiovascolare. Valsartan non inibisce l’ACE, noto anche come chininasi II, che converte l’Ang I ad Ang II e degrada la bradichinina. Poiché non si verifica alcun effetto sull'ACEné un potenziamento degli effetti della bradichinina o della sostanza P, è improbabile che gli antagonisti dei recettori dell'angiotensina siano associati alla tosse. Negli studi clinici in cui valsartan è stato confrontato con un ACE inibitore, l’incidenza di tosse secca è stata significativamente (p<0,05) inferiore nei pazienti trattati con valsartan rispetto a quelli trattati con un ACE inibitore (rispettivamente 2,6% in confronto a 7,9%). In uno studio clinico condotto su pazienti con precedenti di tosse secca durante trattamento con un ACE inibitore, il 19,5% dei pazienti trattati con valsartan ed il 19,0% di quelli trattati con un diuretico tiazidico hanno sofferto di tosse rispetto al 68,5% dei pazienti trattati con un ACE inibitore (P<0,05).
Infarto miocardico recente
Lo studio VALsartan In Acute myocardial iNfarcTion (VALIANT) è uno studio randomizzato, controllato, multinazionale, in doppio cieco condotto in 14.703 pazienti con infarto miocardico acuto e segni, sintomi o evidenza radiologica di insufficienza cardiaca congestizia e/o evidenza di disfunzione sistolica del ventricolo sinistro (resa manifesta da una frazione di eiezione ≤ 40% mediante scintigrafia ventricolare o ≤ 35% mediante ecocardiografia o angiografia ventricolare con mezzo di contrasto). I pazienti sono stati randomizzati, in un periodo variabile dalle 12 ore ai 10 giorni successivi all’insorgenza dei sintomi di un infarto miocardico, a valsartan, captopril o alla loro combinazione. La durata media del trattamento è stata di due anni. L'end-point primario era il tempo d'insorgenza della mortalità per tutte le cause.
Valsartan è risultato efficace quanto captopril nel ridurre la mortalità per tutte le cause dopo un infarto miocardico. La mortalità per tutte le cause è stata simile nei gruppi trattati con valsartan (19,9%), captopril (19,5%) e valsartan + captopril (19,3%). L’associazione di valsartan a captopril non ha aggiunto ulteriori benefici al captopril somministrato in monoterapia. Non si sono riscontrate differenze tra valsartan e captopril nella mortalità per tutte le cause in base a età, sesso, razza, terapie o patologia di base. Valsartan è risultato anche efficace nel prolungare il tempo di insorgenza e nel ridurre la mortalità cardiovascolare, l’ospedalizzazione per insufficienza cardiaca, la recidiva di infarto miocardico, l’arresto cardiaco rianimato e l’ictus non fatale (end-point secondario composito).
Il profilo di sicurezza di valsartan è risultato in linea con il decorso clinico di pazienti trattati dopo un infarto miocardico. Per quanto riguarda la funzionalità renale, è stato osservato un raddoppio della creatinina sierica nel 4,2% dei pazienti trattati con valsartan, nel 4,8% dei pazienti trattati con valsartan + captopril e nel 3,4% dei pazienti trattati con captopril. L’interruzione della terapia dovuta a vari tipi di disfunzione renale si è verificata nell’1,1% dei pazienti trattati con valsartan, nell’1,3% dei pazienti trattati con valsartan+captopril, e nello 0,8% dei pazienti trattati con captopril. La valutazione dei pazienti post-infartuati deve comprendere un esame della funzionalità renale.
Non si sono riscontrate differenze nella mortalità per tutte le cause, nella mortalità o morbilità cardiovascolare quando farmaci beta-bloccanti sono stati associati alla combinazione valsartan + captopril, a valsartan da solo o al captopril da solo. Indipendentemente dal medicinale somministrato la mortalità è stata inferiore nel gruppo di pazienti trattati con un beta-bloccante, suggerendo che il noto effetto benefico dei beta-bloccanti in questa popolazione veniva mantenuto in questo studio.
Insufficienza cardiaca
Val-HeFT è uno studio clinico randomizzato, controllato, multinazionale di confronto tra valsartan e placebo sulla morbilità e mortalità in 5.010 pazienti con insufficienza cardiaca di classe NYHA II (62%), III (36%) e IV (2%), trattati con le terapie usuali e con LVEF < 40% e diametro diastolico interno del ventricolo sinistro (LVIDD) > 2,9 cm/m2. La terapia di base comprendeva ACE inibitori (93%), diuretici (86%), digossina (67%) e beta-bloccanti (36%). La durata media del follow-up è stata di 2 anni circa. La dose media giornaliera di valsartan nel Val-HeFT è stata di 254 mg. Lo studio aveva 2 obiettivi primari: mortalità (tempo al decesso) per tutte le cause e mortalità e morbilità da insufficienza cardiaca (tempo al primo evento patologico), definita come decesso, morte improvvisa con rianimazione, ospedalizzazione per insufficienza cardiaca o somministrazione intravenosa di medicinali inotropi o vasodilatatori per 4 ore o più, senza ospedalizzazione.
La mortalità per tutte le cause è stata simile (p=NS) nei gruppi valsartan (19,7%) e placebo (19,4%). Il beneficio primario è stato una riduzione pari al 27.5% (95% CI: 17% - 37%) di rischio per il tempo necessario per la prima ospedalizzazione per insufficienza cardiaca (13,9% contro 18,5%). Risultati apparentemente in favore del placebo (end-point composito mortalità e morbilità pari al 21,9% nel gruppo placebo contro il 25,4% del gruppo valsartan) sono stati osservati nei pazienti trattati con la tripla combinazione di un ACE inibitore, un beta-bloccante e valsartan.
In un sottogruppo di pazienti che non hanno ricevuto un ACE inibitore (n=366) i benefici relativi alla morbilità sono stati superiori. In tale sottogruppo la mortalità per tutte le cause si è significativamente ridotta con valsartan rispetto a placebo del 33% (95% CI: 6% - 58%) (17,3% valsartan vs. 27,1% placebo) ed il rischio composito mortalità morbilità si è significativamente ridotto del 44% (24,9% valsartan vs. 42,5% placebo).
Nei pazienti trattati con un ACE inibitore senza un beta-bloccante, la mortalità per tutte le cause è stata simile (p=NS) nei gruppi valsartan (21,8%) e placebo (22,5%). Il rischio composito mortalità e morbilità si è significativamente ridotto del 18,3% (95% CI: 8% - 28%) con valsartan rispetto a placebo (31,0% vs. 36,3%).
Nella popolazione complessiva di Val-HeFT, i pazienti trattati con valsartan hanno dimostrato un miglioramento significativo della classe NYHA e dei segni e sintomi dell’insufficienza cardiaca, compresi dispnea, affaticamento, edema e rantoli, in confronto a placebo. Rispetto al placebo, i pazienti trattati con valsartan avevano una qualità di vita migliore all’end-point (come dimostrato dalla variazione di punteggio del Minnesota Living with Heart Failure Quality of Life) rispetto al basale. Rispetto a placebo, all’end-point la frazione di eiezione nei pazienti trattati con valsartan era significativamente aumentata e il LVIDD significativamente ridotto rispetto al basale.
Popolazione pediatrica
Ipertensione
L’effetto antipertensivo di valsartan è stato studiato in quattro studi clinici randomizzati, condotti in doppio cieco su 561 pazienti pediatrici di età compresa tra 6 e 18 anni e su 165 pazienti pediatrici di età compresa tra 1 e 6 anni. Patologie renali, urinarie e obesità sono state le condizioni mediche sottostanti più comuni che potevano potenzialmente contribuire all’ipertensione nei bambini arruolati in questi studi.
Esperienza clinica in bambini di età pari o superiore a 6 anni
In uno studio clinico che ha coinvolto 261 pazienti pediatrici ipertesi di età compresa tra 6 e 16 anni, i pazienti che pesavano < 35 kg hanno ricevuto 10, 40 o 80mg di valsartan compresse al giorno (dosi bassa, media ed alta) e i pazienti che pesavano ≥ 35 kg hanno ricevuto 20, 80 e 160mg di valsartan compresse al giorno (dosi bassa, media e alta). Dopo 2 settimane, valsartan ha ridotto la pressione sistolica e diastolica in modo dose-dipendente.
Complessivamente, i tre livelli di dose di valsartan (basso, medio e alto) hanno ridotto significativamente la pressione sistolica, rispettivamente di 8, 10, 12mmHg rispetto al basale. I pazienti sono stati nuovamente randomizzati a continuare a ricevere la stessa dose di valsartan o passare al placebo. Nei pazienti che hanno continuato a ricevere le dosi medie ed alte di valsartan, la pressione sistolica a valle era di -4 e -7mmHg inferiore rispetto ai pazienti trattati con placebo. Nei pazienti che hanno ricevuto la dose bassa di valsartan, la pressione sistolica a valle era simile a quella dei trattati con placebo. Complessivamente, l’effetto antipertensivo dose-dipendente di valsartan è risultato costante attraverso tutti i sottogruppi demografici.
In un altro studio clinico che ha coinvolto 300 pazienti pediatrici ipertesi di età compresa tra 6 e 18 anni, i pazienti eleggibili sono stati randomizzati a ricevere compresse di valsartan o enalapril per 12 settimane. I bambini con peso corporeo compreso tra ≥ 18 kg e <35 kg hanno ricevuto valsartan 80mg o enalapril 10 mg; quelli con peso corporeo compreso tra ≥ 35 kg e <80 kg hanno ricevuto 160mg di valsartan o 20 mg di enalapril; quelli con peso corporeo ≥ 80 kg hanno ricevuto 320mg di valsartan o 40mg di enalapril. La diminuzione della pressione sistolica è risultata comparabile nei pazienti che hanno ricevuto valsartan (15mmHg) ed enalapril (14mmHg) (valore p di non inferiorità < 0,0001). Risultati analoghi si sono osservati per la pressione diastolica, con riduzioni di 9,1mmHg con valsartan e 8,5mmHg con enalapril.
Esperienza clinica nei bambini di età inferiore a 6 anni
Sono stati condotti due studi clinici, rispettivamente con 90 e 75 pazienti di età compresa tra 1 e 6 anni. Non sono stati arruolati in questi studi bambini di età inferiore a 1 anno. Nel primo studio è stata confermata l'efficacia di valsartan rispetto al placebo, ma non è stata dimostrata una correlazione dose-risposta. Nel secondo studio, dosi più alte di valsartan sono state associate a maggiori riduzioni pressorie, anche se la correlazione dose-risposta non ha raggiunto una significatività statistica e la differenza di trattamento rispetto al placebo non è risultata significativa. A causa di queste discrepanze, valsartan non è raccomandato in questo gruppo di età (vedere il paragrafo 4.8).
L’Agenzia europea dei medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con Diovan in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica per l’insufficienza cardiaca e l’insufficienza cardiaca dopo infarto del miocardio recente. Vedere il paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico.
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Assorbimento:
Dopo somministrazione per via orale da solo, le concentrazioni di picco plasmatiche di valsartan si raggiungono dopo 2–4 ore con le compresse e 1-2 ore con la formulazione in soluzione. La biodisponibilità assolutamedia è pari al 23% e al 39%, rispettivamente, per le compresse e per la formulazione in soluzione. Il cibo diminuisce l’esposizione (misurata dall’AUC, area sotto la curva di concentrazione plasmatica) a valsartan di circa il 40% e il piccodi concentrazione plasmatica (Cmax) di circa il 50%, sebbene dopo circa 8 ore dalla somministrazione del farmaco le concentrazioni plasmatiche di valsartan siano simili sia nei soggettia digiuno sia in quellinon a digiuno. Tuttavia, questa riduzione dell’AUCnon è accompagnata da una riduzione clinicamente significativa dell’effetto terapeutico, pertanto valsartan può essere assuntocon o senza cibo.
Distribuzione:
Il volume di distribuzione di valsartan allo stato stazionario dopo somministrazione endovenosa è di circa 17litri, indicando così che valsartan non si distribuisce ampiamente nei tessuti.Valsartan è altamente (94–97%) legato alle proteinesieriche, principalmente all'albumina sierica.
Biotrasformazione:
Valsartan non vienebiotrasformato in misura elevata, in quanto soltantocirca il 20% della dose viene recuperato sotto forma di metaboliti. Nel plasma sono state identificate basse concentrazioni di un metabolita idrossilato (meno del 10% dell'AUC di valsartan). Questometabolita è farmacologicamente inattivo.
Escrezione:
Valsartan presenta una cinetica di decadimento multiesponenziale (t½α < 1 ora e t½β di circa 9 ore). Valsartan viene principalmente escreto per via biliare nelle feci (circal’83% della dose) e per via renale nelle urine (circa il 13% della dose), principalmente come farmaco immodificato. Dopo somministrazione endovenosa, la clearance plasmatica è di circa 2 l/h e la sua clearance renale è di 0,62 l/h (circa il 30% della clearance totaleplasmatica). L'emivita di eliminazione di valsartan è di 6 ore.
Pazienti con insufficienza cardiaca
I tempi medi per raggiungere le concentrazioni di picco e l’emivita di eliminazione di valsartan nei pazienti con insufficienza cardiaca sono simili a quelli osservati nei volontari sani. I valori di AUC e Cmax di valsartan sono quasi proporzionali all’aumento della dose nell’intervallo di dosaggi usato in clinica (da 40 a 160 mg due volte al giorno). Il fattore di accumulo medio è circa 1,7. La clearance apparente di valsartan in seguito a somministrazione orale è circa 4,5 l/ora. Nei pazienti con insufficienza cardiaca l’età non influenza la clearance apparente.
Gruppi specialidi pazienti
Anziani
In alcuni soggettianziani è stata osservata un'esposizione sistemica a valsartan leggermente superiore rispetto ai soggetti giovani; tuttavia, non è stato dimostrato che ciò abbiaun significato clinico.
Funzionalità renale compromessa
Come ci si attenderebbe da un compostoper cui la clearance renalerappresenta solo il 30% della clearance plasmatica totale, non è stata osservata alcuna correlazione tra la funzionalità renale e l’esposizione sistemica a valsartan. Non è pertantorichiesto un aggiustamento del dosaggio nei pazienti con insufficienza renale (clearance della creatinina >10ml/min). Ad oggi non sono disponibili dati sull’uso sicuro del medicinale in pazienti con clearance della creatinina <10ml/min ed in quellisottoposti a dialisi (vedere i paragrafi 4.2 e 4.4). Valsartanè ampiamente legatoalle proteine plasmatiche ed è improbabile che possa essere rimossomediante emodialisi.
Insufficienza epatica
Circa il 70% della dose assorbita viene escreta nella bile, principalmente nella forma immodificata. Valsartan non va incontroad alcuna biotrasformazione degna di nota. Nei pazienticon alterata funzionalità epatica di grado lieve-moderato è stata osservataun’esposizione (AUC) praticamente doppia di quella osservata in soggetti sani. Non è stata tuttaviaosservata alcuna correlazione tra le concentrazioni plasmatiche di valsartan ed il gradodella disfunzione epatica.Valsartan non è stato studiato nei pazienti con disfunzione epatica grave (vederei paragrafi 4.2, 4.3 e 4.4).
Popolazione pediatrica
In uno studio condotto su 26 pazienti pediatrici ipertesi (età compresa tra 1 e 16 anni) ai quali è stata somministrata una dose singola di una sospensione di valsartan (media: 0,9 - 2mg/kg, con una dose massima di 80mg), la clearance (litri/h/kg) di valsartan è risultata paragonabile nell’intervallo di età compreso tra 1 e 16 anni e simile a quella degli adulti che hanno ricevuto la stessa formulazione.
Funzionalità renale compromessa
Non sono stati condotti studi sull’uso nei pazienti pediatrici con clearance della creatinine < 30ml/min e nei pazienti pediatrici sottoposti a dialisi; valsartan, pertanto, non è raccomandato in questi pazienti. Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti pediatrici con clearance della creatinina > 30ml/min. La funzionalità renale e i livelli sierici di potassio devono essere attentamente monitorati (vedere i paragrafi 4.2 e 4.4).
I dati non-clinici non rivelano rischiparticolari per l’uomosulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute,genotossicità, potenziale carcinogeno.
Nei ratti, dosi tossiche per le madri (600mg/kg/die) durantegli ultimi giornidi gravidanza e l'allattamento hanno comportato minori tassi di sopravvivenza, un minore aumentodel peso ed un ritardonello sviluppo (distacco della cartilagine e apertura del canale auricolare) nella prole (vedereil paragrafo 4.6). Tali dosi nei ratti (600mg/kg/die) corrispondono a circa 18 volte la dose massimaumana su base mg/m² (i calcoli presumonoun dosaggio orale di320mg/die per un paziente di 60 kg di peso).
Nel corso di studi non-clinici di sicurezza, alte dosi di valsartan (da 200 a 600mg/kg di peso corporeo) hanno provocato nel ratto una riduzione dei parametri delle cellule della serie rossa (eritrociti, emoglobina, ematocrito) e variazioni nell’emodinamica renale (lieve aumentodell'urea plasmatica ed iperplasia dei tubuli renalie basofilia nei maschi). Tali dosi nei ratti (da 200 a 600mg/kg/die) corrispondono rispettivamente a circa 6 e 18 volte la dose massimaumana su base mg/m² (icalcoli presumono un dosaggioorale di 320 mg/dieper un paziente di 60 kg di peso). Nelle scimmie dosi simili hannoprovocato variazioni simili,anche se più gravi, particolarmente nei reni, dove si è avutaun’evoluzione a nefropatia, comprendente aumenti dell’urea e della creatinina.
In entrambe le specie è stata osservataanche ipertrofia delle cellule renalijuxtaglomerulari. Tutte le variazioni sono state attribuite all’attività farmacologica di valsartan che provoca un’ipotensione prolungata, specialmente nelle scimmie. L’ipertrofia delle cellule renalijuxtaglomerulari non sembra avere alcuna rilevanza per dosi terapeutiche di valsartan nell’uomo.
Popolazione pediatrica
La somministrazione orale giornaliera a ratti in età neonatale e giovanile (dal giorno 7 al giorno 70 dopo la nascita) di valsartan a basse dosi, ad esempio 1mg/kg/die (circa il 10-35% della dose pediatrica massima raccomandata di 4mg/kg/die in base all’esposizione sistemica) ha provocato danni renali persistenti e irreversibili. Questi effetti rappresentano un effetto farmacologico atteso esagerato degli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina e degli antagonisti dei recettori di tipo 1 dell’angiotensina II; tali effetti si osservano se i ratti sono trattati durante i primi 13 giorni di vita. Questo periodo coincide con 36 settimane di gestazione nell’uomo, che potrebbe occasionalmente estendersi fino a 44 settimane dopo il concepimento. Nello studio su valsartan in età giovanile, i ratti sono stati trattati fino al giorno 70 e non possono essere esclusi effetti sullo sviluppo renale (settimane postnatali 4-6). Nell’uomo, lo sviluppo della funzionalità renale è un processo continuo durante il primo anno di vita. Di conseguenza non può essere esclusa una rilevanza clinica nei bambini di età < 1 anno, mentre i dati preclinici non indicano problemi di sicurezza nei bambini di età superiore a 1 anno.
Nucleo della compressa: lattosio anidro, lattosio monoidrato, cellulosa microcristallina, idrossipropilcellulosa, silicone colloidale diossido, magnesio stearato
Film di rivestimento della compressa: ipromellosa, macrogol 8000, titanio diossido (E 171), ossido di ferro rosso (E 172), ossido di ferro giallo (E 172)
Pressloval 40 mg Compresse rivestite con film contiene anche ossido di ferro nero (E 172).
Non pertinente.
2 anni.
Non conservare ad una temperatura superiore a 30° C.
Blister in PVC/PVDC/alluminio con 14, 28, 56 o 98 compresse rivestite con film
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
So.Se.PHARM S.r.l.
Via dei Castelli Romani, 22
00040 Pomezia (Roma)
Italia
AIC 041168016/M
08.11.2011
Determinazione AIFA del 24.10.2011