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PRINIVIL
Una compressa contiene:
Principio attivo: | PRINIVIL 5 mg | PRINIVIL 20 mg |
Lisinopril biidrato (equivalenti a lisinopril anidro) | mg 5,445 (mg 5) | mg 21,78 (mg 20) |
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse.
Ipertensione arteriosa sistemica. Scompenso cardiaco.
Trattamento dei pazienti con infarto miocardico acuto (entro 24 ore) emodinamicamente stabili, volto a prevenire la disfunzione del ventricolo sinistro o l’insufficienza cardiaca ed al miglioramento della sopravvivenza, in associazione con altre misure terapeutiche quando appropriate.
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Dato che l’assorbimento di PRINIVIL in compresse non è influenzato dal cibo, le compresse possono essere somministrate prima, durante o dopo i pasti. PRINIVIL deve essere somministrato in una dose singola giornaliera, da assumere sempre alla stessa ora.
I pazienti a rischio elevato di ipotensione acuta severa devono essere monitorati sotto stretta sorveglianza medica. Ciò si applica anche ai pazienti che manifestano ipotensione dopo assunzione della prima dose, ipertensione maligna e insufficienza cardiaca severa sia per l’inizio del trattamento sia per l’aggiustamento del dosaggio.
Ipertensione Essenziale
Nei pazienti con ipertensione essenziale la dose iniziale usuale raccomandata è 10 mg. Il dosaggio usuale di mantenimento è 20 mg, somministrato in una singola dose giornaliera. Il dosaggio deve essere aggiustato secondo la risposta pressoria.
Qualora l’effetto terapeutico nei pazienti ipertesi non venga ottenuto nell’arco di almeno 3 settimane ad un determinato dosaggio, la dose può essere ulteriormente aumentata. La massima dose impiegata negli studi clinici controllati a lungo termine è stata di 80 mg/die.
Una dose iniziale più bassa (2,5 - 5 mg) è richiesta in presenza di compromissione renale, nei pazienti in cui la terapia diuretica non può essere sospesa, in pazienti che sono volume e/o sodio depleti per qualsiasi motivo ed in pazienti con ipertensione renovascolare.
Pazienti in trattamento diuretico
Si può avere ipotensione sintomatica in seguito all’inizio della terapia con PRINIVIL; ciò è più probabile che si verifichi in pazienti che sono al momento trattati con diuretici. Dunque si raccomanda cautela, dato che questi pazienti possono essere volume e/o sodio depleti. Il diuretico deve essere sospeso 2-3 giorni prima di iniziare la terapia con PRINIVIL (vedere paragrafo 4.4).
Nei pazienti ipertesi in cui il diuretico non può essere sospeso, la terapia con PRINIVIL deve essere iniziata con una dose di 5 mg. Il successivo dosaggio di PRINIVIL deve essere aggiustato in base alla risposta pressoria. Se necessario, la terapia diuretica può essere ripresa.
Aggiustamenti posologici nell’insufficienza renale
Il dosaggio nei pazienti con compromissione renale deve basarsi sulla clearance della creatinina come delineato nella successiva tabella.
Clearance della creatinina (ml/min) | Dose Iniziale (mg/die) |
<10 ml/min (inclusi i pazienti dializzati) | 2,5 mg* |
10 - 30 ml/min | 2,5 - 5 mg |
31 - 70 ml/min | 5 - 10 mg |
* Il dosaggio e/o la frequenza della somministrazione devono essere aggiustati a seconda della risposta pressoria.
Il dosaggio può essere aumentato finchè la pressione arteriosa non sia controllata o fino ad un massimo di 40 mg/die.
Insufficienza cardiaca congestizia
In pazienti non adeguatamente controllati dal trattamento con diuretici e/o digitale, PRINIVIL può essere somministrato alla dose iniziale di 2,5 mg una volta al giorno.
L’aggiustamento della dose può essere effettuato nell’arco di 2-4 settimane, o più rapidamente se indicato clinicamente.
Il range del dosaggio usuale efficace è 5-20 mg/die somministrato in una singola dose giornaliera.
Pazienti a rischio elevato di ipotensione sintomatica, es. pazienti con deplezione salina con o senza iponatriemia, pazienti con ipovolemia o pazienti che vengono trattati con alte dosi di diuretici, debbono avere queste condizioni corrette, se possibile, prima della terapia con PRINIVIL. L’effetto del dosaggio iniziale di PRINIVIL sulla pressione arteriosa deve essere attentamente monitorato.
Infarto acuto del miocardio
Il trattamento con PRINIVIL può essere iniziato entro 24 ore dall’insorgenza dei sintomi. PRINIVIL deve essere somministrato alla dose iniziale di 5 mg, seguita da un’altra dose di 5 mg dopo 24 ore, di 10 dopo 48 ore e proseguita alla dose di 10 mg in monosomministrazione per l’intero periodo di trattamento. Ai pazienti con valori di pressione arteriosa sistolica minore o uguale a 120 mmHg all’inizio del trattamento o durante i primi 3 giorni successivi all’infarto dovrà essere somministrata una dose ridotta di 2,5 mg (vedere paragrafo 4.4). Qualora si verificasse ipotensione (pressione arteriosa sistolica minore o uguale a 100 mmHg) potrà essere somministrata una dose giornaliera di mantenimento di 5 mg che, se necessario, potrà essere ridotta temporaneamente a 2,5 mg. Qualora si verificasse ipotensione prolungata (pressione arteriosa sistolica minore di 90 mmHg per più di 1 ora) la somministrazione di PRINIVIL dovrà essere interrotta.
Il trattamento con PRINIVIL dovrebbe prolungarsi per un periodo di 6 settimane. I pazienti con sintomi di insufficienza cardiaca dovranno continuare l’assunzione di PRINIVIL oltre tale periodo (vedere paragrafo 4.2).
L’utilizzo di PRINIVIL è appropriato anche in quei pazienti che ricevono un trattamento con nitrati.
Bambini
Non è stata stabilita la sicurezza e l’efficacia di PRINIVIL nei bambini.
Anziani
Negli studi clinici non si sono verificate variazioni correlate all’età per quanto riguarda l’efficacia o il profilo di sicurezza del farmaco.
Tuttavia, quando l’età avanzata è associata ad una diminuzione della funzione renale, seguire le indicazioni che si trovano nel paragrafo 4.2 (Aggiustamenti posologici nell’insufficienza renale) per determinare la dose iniziale di PRINIVIL. In seguito, il dosaggio deve essere aggiustato secondo la risposta pressoria.
PRINIVIL è controindicato nei pazienti che sono ipersensibili al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, in quelli che presentano una storia di edema angioneurotico correlato ad un precedente trattamento con un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina e nei pazienti con edema angioneurotico ereditario o idiopatico.
Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6)
Ipotensione sintomatica
Raramente è stata riscontrata ipotensione in pazienti con ipertensione non complicata. Nei pazienti ipertesi in trattamento con PRINIVIL, l’ipotensione è più probabile che si verifichi nel paziente con ridotta volemia, ad es. per terapia diuretica, restrizione salina nella dieta, dialisi, diarrea o vomito (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
Ipotensione sintomatica è stata osservata in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, in presenza o meno di insufficienza renale associata.
Ciò è più probabile che si verifichi in quei pazienti con gradi più severi di insufficienza cardiaca, come rispecchiato dall’uso di dosi elevate di diuretici dell’ansa, dall’iponatriemia o da compromissione renale funzionale. In questi pazienti (così come nei pazienti con ipertensione maligna e insufficienza cardiaca severa e nei pazienti a rischio di ipotensione acuta severa), l’inizio della terapia e l’aggiustamento della dose devono essere monitorati sotto sorveglianza medica molto stretta (preferibilmente in ospedale).
La sorveglianza medica deve continuare fino al tempo di raggiungimento dell’effetto ipotensivo massimale previsto dopo somministrazione della prima dose e ogni qualvolta si aumenti il dosaggio di PRINIVIL e/o del diuretico.
Analoghe considerazioni si applicano a pazienti con cardiopatia o cerebropatia ischemica in cui una eccessiva caduta della pressione arteriosa potrebbe provocare un infarto miocardico o un evento cerebrovascolare.
Se si verifica un’ipotensione, porre il paziente in posizione supina e, se necessario, somministrare un’ infusione endovenosa di soluzione fisiologica.
Una risposta ipotensiva transitoria non rappresenta una controindicazione ad ulteriori dosi che di solito possono essere somministrate senza difficoltà, una volta che la pressione arteriosa è aumentata dopo espansione della volemia.
PRINIVIL deve essere somministrato con cautela nei pazienti affetti da stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica.
In alcuni pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia con pressione arteriosa normale o bassa, con PRINIVIL può verificarsi un ulteriore abbassamento della pressione arteriosa sistemica.
Questo effetto è previsto e non costituisce di solito una ragione per sospendere il trattamento. Se l’ipotensione diviene sintomatica, può essere necessaria una riduzione del dosaggio o l’interruzione di PRINIVIL.
Ipotensione nell’infarto acuto del miocardio
Il trattamento con lisinopril non deve essere iniziato in pazienti con infarto acuto del miocardio a rishio di ulteriore deterioramento delle condizioni emodinamiche quali i pazienti che presentano valori di pressione arteriosa sistolica minore o uguale a 100 mmHg o con shock cardiogenico. Durante i primi 3 giorni successivi all’infarto, la dose può essere ridotta se la pressione arteriosa sistolica risulta essere minore o uguale a 120 mmHg. La dose di mantenimento può essere ridotta a 5 mg o, temporaneamente, a 2,5 mg se la pressione arteriosa sistolica presenta valori minore o uguale a 100 mmHg. Qualora l’ipotensione persistesse (pressione arteriosa sistolica minore di 90 mmHg per più di 1 ora) PRINIVIL dovrà essere interrotto.
Compromissione della funzione renale
In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, un’ipotensione che segua l’inizio della terapia con inibitori dell’ACE può portare ad un’ulteriore compromissione della funzione renale. In una tale situazione è stata riferita insufficienza renale acuta, di solito reversibile. In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria renale in monorene, trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, sono stati riportati aumenti dell’azotemia e della creatinina sierica di solito reversibili dopo interruzione della terapia.
Ciò è più probabile che si verifichi in pazienti con insufficienza renale.
La contemporanea presenza di ipertensione renovascolare comporta un maggior rischio di ipotensione severa e insufficienza renale.
La perdita della funzione renale può avvenire con solo lievi modifiche della creatinina sierica anche in pazienti con stenosi dell’arteria renale unilaterale. In questi pazienti il trattamento va iniziato sotto stretta sorveglianza medica, a basse dosi accuratamente individuate per ogni singolo paziente.
Poichè il trattamento con diuretici può contribuire all’instaurarsi di quanto sopra descritto, la somministrazione di diuretici deve essere interrotta e la funzione renale deve essere monitorata durante le prime settimane di terapia con PRINIVIL.
In alcuni pazienti ipertesi senza un’apparente compromissione renale si sono verificati aumenti, di solito lievi e transitori, dell’azotemia e della creatininemia specialmente quando PRINIVIL veniva somministrato in concomitanza ad un diuretico.
Ciò è più probabile che accada in pazienti con preesistente compromissione renale. Può essere necessario ridurre il dosaggio e/o sospendere il diuretico e/o PRINIVIL.
Nell’infarto acuto del miocardio, il trattamento con lisinopril non dovrà essere iniziato nei pazienti con evidenza di disfunzione renale, definita come concentrazione sierica di creatinina maggiore di 177 mmol/l - 2,00 mg/dl - e/o proteinuria maggiore di 500 mg/24h. Se si sviluppa insufficienza renale durante il trattamento con PRINIVIL (concentrazione sierica di creatinina maggiore di 265 mmol/l - 2,99 mg/dl - o raddoppio rispetto al valore pre-trattamento) il medico dovrà prendere in considerazione la possibilità di interrompere il trattamento.
Pazienti emodializzati
In pazienti sottoposti ad alcuni tipi di emodialisi (es. con membrana ad alto flusso AN69) e in concomitante trattamento con ACE-inibitori sono state segnalate reazioni anafilattoidi. Per questi pazienti dovrà essere preso in considerazione l’utilizzo di tipi di membrane per dialisi diverse o classi di agenti antiipertensivi diverse.
Ipersensibilità/Edema Angioneurotico
Angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe, è stato raramente riscontrato in pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, incluso PRINIVIL. In tali casi, la somministrazione di PRINIVIL deve essere prontamente sospesa e si deve istituire un appropriato monitoraggio per assicurarsi della completa remissione dei sintomi prima di dimettere il paziente.
I casi in cui l’edema era limitato al viso ed alle labbra, si sono risolti senza trattamento, sebbene gli antistaminici siano stati utili nel sollievo dei sintomi.
Angioedema associato ad edema della laringe e/o shock può essere fatale.
Qualora siano interessate la lingua, la glottide o la laringe, il che può provocare ostruzione delle vie aeree, deve essere prontamente somministrata un’appropriata terapia di emergenza come adrenalina in soluzione 1:1.000 sottocute (da 0,3 a 0,5 ml) o adrenalina in soluzione 1:10.000 per iniezione endovenosa lenta; contemporaneamente deve essere eseguito il monitoraggio ECG e della pressione arteriosa. Il paziente deve essere posto sotto stretta sorveglianza medica (preferibilmente in ospedale) fino a completa e prolungata risoluzione dei sintomi. Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina causano angioedema con maggior frequenza nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti non di razza nera.
Pazienti con storia di edema angioneurotico non correlato a terapia con ACE-inibitori possono essere a rischio aumentato di angioedema durante assunzione di un ACE-inibitore.
Gravidanza
La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6)
Razza
Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina possono avere un minore effetto sulla pressione arteriosa nei pazienti ipertesi di razza nera rispetto ai pazienti ipertesi non di razza nera. Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina causano angioedema con maggior frequenza nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti non di razza nera.
Desensibilizzazione
Pazienti che hanno ricevuto ACE-inibitori durante un trattamento desensibilizzante (es. hymenoptera venom) hanno sofferto di reazioni anafilattoidi. Negli stessi pazienti queste reazioni sono state evitate quando l’ACE-inibitore era stato temporaneamente sospeso, ma sono ricomparse dopo che il farmaco era stato inavvertitamente risomministrato.
Tosse
Con l’uso di ACE -inibitori è stata riportata tosse.
Questa è caratteristicamente non produttiva, persistente e si risolve con l’interruzione della terapia. La tosse indotta dagli ACE-inibitori deve essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale di tosse.
Chirurgia/Anestesia
In pazienti sottoposti ad interventi di alta chirurgia o durante anestesia con agenti che causano ipotensione, PRINIVIL può bloccare la formazione di angiotensina II secondaria alla liberazione compensatoria di renina. Se compare ipotensione ed essa è ritenuta effetto di questo meccanismo può essere corretta mediante espansione della volemia.
Neutropenia e agranulocitosi
Con altri inibitori dell’enzima di conversione sono state segnalate agranulocitosi e altre alterazioni della crasi ematica più frequentemente in soggetti con compromissione renale specie se accompagnata da una collagenopatia. I dati disponibili non consentono di dimostrare se il Lisinopril comporti o meno lo stesso rischio.
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Diuretici
Quando un diuretico è aggiunto alla terapia di un paziente che assume Lisinopril, ne viene generalmente potenziato l’effetto antiipertensivo. Quando il Lisinopril viene somministrato a pazienti già in trattamento con diuretici, specie quelli in cui la terapia diuretica è stata istituita di recente, si può verificare occasionalmente un’eccessiva riduzione della pressione arteriosa. La possibilità di una ipotensione sintomatica con il Lisinopril può essere minimizzata interrompendo la somministrazione del diuretico prima di iniziare il trattamento con Lisinopril.
(vedere paragrafo 4.4 e paragrafo 4.2).
Altri agenti antiipertensivi
Come prevedibile, si può verificare un’ulteriore riduzione della pressione arteriosa.
Ipoglicemizzanti orali e insulina
La somministrazione contemporanea di ACE inibitori e farmaci antidiabetici (ipoglicemizzanti orali o insulina) può causare un aumento dell’effetto ipoglicemizzante di questi ultimi, con maggiore rischio di ipoglicemia, soprattutto durante le prime settimane di trattamento combinato ed in pazienti con funzionalità renale compromessa.
Altri farmaci
Indometacina può diminuire l’efficacia antiipertensiva del Lisinopril somministrato contemporaneamente. Lisinopril è stato usato in concomitanza di nitrati senza evidenziare interazioni indesiderate clinicamente significative.
Come con altri farmaci che eliminano sodio, l’eliminazione del litio può essere ridotta.
Pertanto i livelli sierici del litio debbono essere attentamente monitorati se si debbono somministrare sali di litio.
Sebbene negli studi clinici il potassio sierico sia rimasto di solito entro i limiti della norma, in alcuni casi è stata osservata iperpotassiemia. I fattori di rischio per lo sviluppo di iperpotassiemia includono l’insufficienza renale, il diabete mellito, e l’uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (spironolattone, triamterene o amiloride) o di integratori di potassio, o sostituti del sale contenenti potassio.
L’impiego di integratori di potassio, di diuretici risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio può portare a significativi aumenti del potassio sierico soprattutto in pazienti con funzione renale compromessa. Se l’uso concomitante di PRINIVIL e di qualsiasi dei summenzionati farmaci è giudicato appropriato, essi devono essere impiegati con cautela e con frequenti controlli del potassio sierico. Se PRINIVIL è somministrato con un diuretico disperdente potassio, l’ipopotassiemia diuretico-indotta può essere migliorata.
Co-somministrazione con FANS
Quando ACE inibitori sono somministrati simultaneamente con farmaci anti-infiammatori non steroidei (per es. inibitori selettivi della Cox 2, acido acetil salicilico a partire da 325 mg/die e FANS non selettivi), si può verificare un’attenuazione dell’effetto anti-ipertensivo.
L’uso concomitante di ACE inibitori e FANS può portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzione renale che comprende possibile insufficienza renale acuta ed aumento dei livelli del potassio sierico specialmente in pazienti con pre- esistente compromessa funzione renale. La combinazione deve essere somministrata con cautela specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale all’inizio della terapia concomitante.
Gravidanza
L’uso degli ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di ACE inibitori è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo e il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).
Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Allattamento
Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di PRINIVIL durante l’allattamento, PRINIVIL non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.
Non ci sono particolari precauzioni.
Tuttavia leggere il paragrafo “Effetti indesiderati”.
Nella maggior parte dei casi gli effetti indesiderati sono stati di natura lieve e transitoria.
In studi controllati i più frequenti effetti clinici indesiderati di PRINIVIL sono stati:
• cefalea, capogiri, nausea, diarrea, tosse, faticabilità.
Altri effetti presentatisi meno frequentemente, negli studi clinici controllati, sono stati:
• effetti ortostatici (inclusa l’ipotensione), tachicardia, edemi periferici, febbre, dolori articolari, dolore toracico, depressione, sonnolenza o insonnia, riduzione della funzionalità renale, prurito, rash cutanei, astenia.
Ipersensibilità/edema angioneurotico:
• raramente è stato riportato edema angioneurotico del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe (vedere “Precauzioni e Avvertenze”).
Effetti collaterali che si sono verificati raramente, durante gli studi clinici o dopo l’entrata in commercio del farmaco, sono stati:
Cardiovascolari:
• infarto miocardico o evento cerebrovascolare, che è possibile siano secondari ad un’eccessiva ipotensione in pazienti a rischio elevato (vedere “Precauzioni ed Avvertenze”), palpitazioni, tachicardia.
Gastrointestinali:
• dolore addominale e indigestione, secchezza delle fauci, epatite (epatocellulare o colostatica), ittero, pancreatite, vomito.
Sistema Nervoso:
• confusione mentale, alterazioni dell’umore, parestesia, vertigini, alterazioni del gusto (tuttavia una relazione causale per quest’ultimo effetto indesiderato è incerta). Come con altri ACE-inibitori, sono stati riportati disturbi del sonno, per esempio sonnolenza, insonnia e sogni atipici.
Respiratori:
• broncospasmo, rinite, sinusite.
Cutanei:
• alopecia, diaforesi, prurito, orticaria, psoriasi, anche se per quest’ultima non è stata stabilita una relazione causale. Sono stati osservati severe alterazioni cutanee incluso pemfigo, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson ed eritema multiforme, sebbene non sia stata stabilita una relazione causale.
Urogenitali:
• impotenza, oliguria/anuria, insufficienza renale acuta, disfunzione renale, uremia.
È stato riportato un complesso sintomatologico che può includere uno o più dei seguenti sintomi: febbre, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, positività per anticorpi antinucleo, elevata velocità di eritrosedimentazione, eosinofilia e leucocitosi.
Possono verificarsi rash, fotosensibilità o altre manifestazioni dermatologiche.
Parametri clinici e di laboratorio
Con la somministrazione di Lisinopril raramente sono state associate variazioni clinicamente importanti dei parametri standard di laboratorio. Sono stati osservati aumenti dell’azotemia, della creatininemia, degli enzimi epatici e della bilirubina sierica di solito reversibili dopo la sospensione di Lisinopril.
È stata osservata depressione midollare, manifestatasi come anemia e/o trombocitopenia e/o leucopenia. Raramente è stata riportata agranulocitosi sebbene non sia stata stabilita una relazione causale.
Si sono avute lievi diminuzioni dell’emoglobina e dell’ematocrito, raramente di importanza clinica. È stata riportata iperpotassiemia. È stata riportata iponatriemia.
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I sintomi da sovradosaggio sono ipotensione severa, shock, torpore, alterazioni elettrolitiche e insufficienza renale. Dopo ingestione di una overdose il paziente deve essere tenuto sotto sorveglianza medica molto stretta (possibilmente in rianimazione).
Gli elettroliti sierici e la creatinina vanno monitorati frequentemente. Le misure terapeutiche dovranno essere instaurate in funzione della natura e della severità dei sintomi.
Devono essere messi in atto misure per prevenire l’assorbimento (quali lavanda gastrica, somministrazione di adsorbenti e solfato di sodio entro 30 minuti dalla ingestione) e metodi per accelerare l’eliminazione.
In caso di ipotensione severa il paziente deve essere posto in posizione da shock e deve essere somministrata rapidamente soluzione fisiologica per infusione endovenosa. Deve essere anche preso in considerazione il trattamento con angiotensina II (se disponibile). Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina possono essere rimossi dalla circolazione con emodialisi.
Evitare l’impiego di membrane da dialisi in poliacrilonitrile ad alto flusso.
Categoria farmacoterapeutica: ACE-inibitore (inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina), non associato.
Codice ATC: C09AA03
Lisinopril è un inibitore della peptidil dipeptidasi.
Il farmaco inibisce l’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) che catalizza la conversione dell’angiotensina I in angiotensina II, sostanza vasocostrittrice. L’angiotensina II stimola anche la secrezione di aldosterone da parte della corteccia surrenalica. L’inibizione dell’ACE dà luogo a una riduzione delle concentrazioni di angiotensina II con conseguente diminuzione di attività vasopressoria e secrezione di aldosterone. Quest’ultima riduzione può causare un innalzamento della concentrazione del potassio sierico.
Il meccanismo attraverso cui il Lisinopril riduce la pressione arteriosa sembra essere soprattutto la soppressione del sistema renina-angiotensina-aldosterone.
Lisinopril risulta essere efficace anche nei pazienti con ipertensione a bassa renina. L’ACE è identico alla chinasi II, un enzima che degrada la bradichinina; non è ancora definito quale sia il ruolo di un aumentato livello di bradichinina nell’ambito dell’efficacia terapeutica di Lisinopril.
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Dopo somministrazione orale di Lisinopril il picco delle concentrazioni plasmatiche si osserva entro 7 ore, con un lieve ritardo nei pazienti con infarto acuto del miocardio.
La riduzione delle concentrazioni sieriche mostra una fase terminale prolungata che non contribuisce all’accumulo del farmaco. Questa fase terminale probabilmente rappresenta il legame saturabile a livello dell’ACE e non è proporzionale alla dose.
Lisinopril non sembra essere legato ad altre proteine plasmatiche.
Lisinopril non viene metabolizzato e viene escreto completamente immodificato per via renale. Una funzione renale alterata riduce l’eliminazione del Lisinopril, riduzione che diventa clinicamente importante solo se la velocità di filtrazione glomerulare è minore di 30 ml/min.
I pazienti anziani hanno sia livelli ematici che valori di AUC più elevati di pazienti giovani. Lisinopril può essere rimosso tramite dialisi.
Sulla base del recupero urinario, il grado di assorbimento del Lisinopril è di circa il 25%, con una variabilità interpaziente (6-60%) a tutte le dosi testate (5-80 mg).
L’assorbimento di Lisinopril non viene influenzato dalla presenza di cibo nel tratto gastrointestinale. Dopo dosi multiple, Lisinopril mostra una emivita efficace di accumulo di 12,6 ore.
Studi sui ratti indicano che Lisinopril attraversa in scarsa quantità la barriera ematoencefalica.
La sicurezza del Lisinopril è stata studiata esaurientemente negli animali da laboratorio. La DL50 orale di Lisinopril era superiore ai 20 g/kg in topi e ratti.
Sembra che la tossicità del Lisinopril in ratti e cani sia correlata principalmente ad una esasperazione degli effetti farmacologici. C’è un ampio divario fra la dose terapeutica per l’uomo e le dosi tossiche per gli animali.
Non sono stati evidenziati effetti oncogenici quando Lisinopril è stato somministrato per 105 settimane a ratti maschi e femmine a dosaggi fino a 90 mg/kg/die (circa 110 volte la dose massima giornaliera per l’uomo).
Lisinopril non si è dimostrato teratogeno nel topo trattato con dosi fino a 1.000 mg/kg/die (1.250 volte la dose massima giornaliera per l’uomo) dal 6° al 15° giorno di gestazione. Non si è verificata fetotossicità o teratogenicità in ratti trattati con dosi fino a 300 mg/kg/die di Lisinopril (375 volte la dose massima giornaliera per l’uomo) dal 6° al 17° giorno di gestazione.
Mannitolo, calcio fosfato dibasico, amido di mais, amido pregelatinizzato, magnesio stearato, ferro ossido rosso, ferro ossido giallo.
Non sono note incompatibilità con altri farmaci.
A confezionamento integro: 2 anni.
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Le compresse sono contenute in blister in PVC ed alluminio.
PRINIVIL 5 mg compresse: confezione di 14 compresse
PRINIVIL 20 mg compresse: confezione di 14 compresse
Non è richiesta alcuna istruzione speciale.
MEDIOLANUM farmaceutici S.p.A.
Via San Giuseppe Cottolengo 15, Milano
PRINIVIL 5 mg compresse - AIC n. 026830012
PRINIVIL 20 mg compresse - AIC n. 026830024
Settembre 1989
Dicembre 2009