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Quixil
I principi attivi sono i seguenti:
|
1 ml di soluzione |
2 ml di soluzione |
5 ml di soluzione |
Componente 1 (BAC, Componente Biologico Attivo) |
Proteina coagulabile umana* che contiene principalmente fibrinogeno e fibronectina: |
40 - 60 mg |
80 - 120 mg |
200 - 300 mg |
Acido tranexamico |
85 - 105 mg |
170 - 210 mg |
425 - 525 mg |
Componente 2 (Trombina) |
Trombina umana |
800 - 1.200 IU |
1.600 - 2.400 IU |
4.000 - 6.000 IU |
Calcio cloruro |
5,6 - 6,2 mg |
11,2 - 12,4 mg |
28 - 31 mg |
* la quantità totale di proteina è pari a 60-80 mg/ml
Per gli eccipienti, vedere il Paragrafo 6.1.
Soluzione di adesivo tissutale.
Quixil è utilizzato come trattamento di sostegno in chirurgia, per facilitare l’emostasi laddove le tecniche chirurgiche standard risultino non sufficienti.
L’efficacia è stata dimostrata in interventi di chirurgia epatica ed ortopedica (vedere 5.1).
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L’utilizzo di Quixil è riservato a chirurghi esperti.
Posologia
La quantità di Quixil da applicare e la frequenza di applicazione devono sempre essere orientate alle esigenze cliniche di base del paziente. La dose da applicare dipende, anche se non esclusivamente, dal tipo d’intervento chirurgico, la dimensione dell’area da trattare, la modalità di applicazione prevista ed il numero di applicazioni. L’applicazione del prodotto deve essere personalizzata dal medico curante. Negli studi clinici, i dosaggi normalmente utilizzati sono stati compresi tra i 5 e i 10 ml del prodotto combinato. Per alcune procedure (ad es. traumi epatici o l’emostasi di vaste superfici ustionate) possono essere necessarie quantità maggiori.
Il volume iniziale di prodotto da applicare nel punto anatomico prescelto o sulla superficie da trattare deve essere sufficiente a coprire interamente l’area di applicazione designata. Se necessario, l’applicazione può essere ripetuta. Quixil deve essere applicato goccia a goccia o nebulizzato sul tessuto in piccole quantità (0,1-0,2 ml) in modo da formare uno strato sottile e uniforme. Il dosaggio massimo consigliato è pari a 20 ml del prodotto ricostituito per gli adulti, 10 ml per i bambini e 5ml per i neonati. Nella chirurgia ortopedica non si possiedono dati sufficienti per raccomandare l’uso di Quixil in pazienti di età inferiore ai 18 anni.
Metodo e via di somministrazione
Per uso epilesionale. Preparare le soluzioni come descritto al Paragrafo 6.6. Prima dell’applicazione, assicurarsi che la superficie della ferita sia il più asciutta possibile.
Consultare il Paragrafo 6.6 per informazioni più dettagliate.
• Quixil non deve essere somministrato per via intravascolare.
• Ipersensibilità nei confronti dei principi attivi o degli eccipienti.
• I prodotti contenenti acido tranexamico non devono essere utilizzati in neurochirurgia o in procedure chirurgiche nelle quali si può verificare il contatto con il liquido cerebrospinale o la dura madre (ad es. nella chirurgia otologica, rinologica, oftalmica e vertebrale) per il rischio di tossicità cerebro-neurologica (come edema cerebrale e attacco epilettico).
Esclusivamente per uso epilesionale. Non somministrare per via intravascolare.
Non sono disponibili dati adeguati a sostegno dell’impiego di questo prodotto per incollare i tessuti, per l’applicazione attraverso un endoscopio per il trattamento di emorragie, o nelle anastomosi gastrointestinali.
Se il prodotto viene involontariamente sommministrato per via intravascolare possono verificarsi complicazioni tromboemboliche con rischio per la vita.
Prima della somministrazione di Quixil, occorre provvedere affinché le parti del corpo al di fuori della superficie di applicazione designata siano sufficientemente protette (coperte) onde evitare l’adesione tissutale in punti indesiderati.
Come con qualsiasi prodotto di derivazione proteica, si possono manifestare reazioni di ipersensibilità di tipo allergico quali: orticaria generalizzata, oppressione toracica, dispnea, ipotensione e anafilassi. Se si manifestano questi sintomi, la somministrazione deve essere interrotta immediatamente.
In caso di shock, dovrà essere attuato il trattamento medico standard per lo shock.
Le precauzioni standard per evitare infezioni derivanti dall’uso di prodotti medicinali preparati a partire da sangue umano o plasma includono la selezione dei donatori, lo screening delle singole donazioni e dei pool di plasma per specifici marker d’infezione e l’adozione di misure efficaci in fase di produzione per l’inattivazione/rimozione dei virus. Nonostante ciò, con la somministrazione di prodotti medicinali provenienti da plasma o sangue umano non si può escludere totalmente la possibilità di trasmissione di agenti infettivi, ivi inclusi virus ed altri microrganismi patogeni emergenti o di natura sconosciuta. Le misure adottate si considerano efficaci contro i virus incapsulati quali l’HIV, l’HCV e l’HBV, mentre invece possono avere efficacia limitata contro i virus non incapsulati quali l’HAV e il parvovirus B19. L’infezione da parvovirus B19 può essere seria per le donne incinte (infezione fetale) e per i soggetti con immunodeficienza o aumentata eritropoiesi (per es. anemia emolitica). Ogni qualvolta viene somministrato Quixil ad un paziente, si raccomanda vivamente di registrarne il nome e il numero di lotto del prodotto allo scopo di mantenere un collegamento tra il paziente ed il lotto di prodotto.
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Non sono stati effettuati studi formali di interazione. Come i prodotti analoghi o le soluzioni di trombina, il prodotto può denaturarsi con l’esposizione a soluzioni contenenti alcool, iodio o metalli pesanti (ad esempio, soluzioni antisettiche). Tali sostanze devono essere rimosse prima dell’applicazione del prodotto.
La sicurezza dell’uso di sigillanti/emostatici a base di fibrina in gravidanza o durante l’allattamento al seno non è stata accertata mediante studi clinici controllati. Gli studi sperimentali condotti sugli animali non sono sufficienti a valutarne la sicurezza in relazione a riproduzione, sviluppo dell’embrione o del feto, corso della gestazione e sviluppo perinatale e post-natale. Pertanto, il prodotto deve essere somministrato alle donne incinte e in allattamento soltanto in caso di effettiva necessità.
Non rilevanti.
Nei pazienti trattati con sigillanti/emostatici a base di fibrina possono manifestarsi in rari casi reazioni allergiche o di ipersensibilità (che possono includere: angioedema, bruciore e dolore pungente nel sito di applicazione, broncospasmo, brividi, vampate, orticaria generalizzata, cefalea, ipotensione, letargia, nausea, irrequietezza, tachicardia, oppressione toracica, formicolio, vomito, dispnea). In casi isolati, queste reazioni sono degenerate in grave anafilassi. Dette reazioni possono essere riscontrate soprattutto se il preparato viene applicato ripetutamente, o somministrato a pazienti notoriamente ipersensibili a componenti del prodotto.
Raramente possono manifestarsi anticorpi contro i componenti dei prodotti sigillanti/emostatici a base di fibrina. L’involontaria iniezione intravascolare può causare un evento tromboembolico e CID; vi è inoltre il rischio di reazione anafilattica (vedi 4.4). Per quanto riguarda la sicurezza in relazione agli agenti trasmissibili, vedere il punto 4.4.
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Non è stato riportato alcun caso di sovradosaggio.
Categoria farmacoterapeutica: emostatici per uso topico, codice ATC: B02BC.
Il sistema di adesione della fibrina avvia l’ultima fase della coagulazione fisiologica del sangue. La conversione del fibrinogeno in fibrina si verifica attraverso la scissione del fibrinogeno in monomeri di fibrina e fibrinopeptidi. I monomeri di fibrina si aggregano formando un coagulo di fibrina. Il Fattore XIIIa, che è una forma del Fattore XIII attivata dalla trombina, lega la fibrina. Gli ioni di calcio sono necessari sia per la conversione del fibrinogeno che per la reticolazione della fibrina.
Col progredire della cicatrizzazione della ferita, la plasmina induce un’accresciuta attività fibrinolitica ed ha inizio la decomposizione della fibrina in prodotti di degradazione della medesima. La degradazione proteolitica della fibrina è inibita dall’acido tranexamico.
Studi clinici che dimostrano l’emostasi e la sigillatura tissutale sono stati condotti nell’ambito della chirurgia epatica (resezioni epatiche e trapianti di fegato) e della chirurgia ortopedica (artroprotesi totali dell’anca e del ginocchio). Inoltre, è stato realizzato uno studio di Fase II in ambito di chirurgia vascolare (endarterectomia carotidea). Il disegno di questi studi ed il numero di pazienti coinvolti sono sintetizzati nella tabella seguente:
Intervento chirurgico |
Disegno di Fase dello studio |
Numero di pazienti |
Resezione epatica |
Studio multicentrico di Fase III; in singolo cieco, randomizzato, a gruppi paralleli, controllato rispetto al trattamento standard |
Totale 121. Gruppo Quixil: 58. Gruppo di controllo: 63 |
Trapianto di fegato da donatore imparentato vivente |
Studio clinico comparativo di Fase II; aperto, non-randomizzato, con controllo attivo |
Totale 34. Gruppo Quixil: 17. Gruppo di controllo 17 |
Resezione epatica e trapianto parziale del fegato |
Studio prospettico di Fase II; aperto, non comparativo |
21 pazienti tutti trattati con Quixil |
Artroprotesi totale dell’anca |
Studio multicentrico di Fase III; in singolo cieco, randomizzato, controllato |
Totale 97. Gruppo Quixil: 54. Gruppo di controllo: 43 |
Artroprotesi totale del ginocchio |
Studio multicentrico di Fase III; in singolo cieco, randomizzato, controllato |
Totale: 59 pazienti. Gruppo Quixil: 29. Gruppo di controllo: 30 |
Artroprotesi totale del ginocchio |
Studio multicentrico di Fase III; in singolo cieco, randomizzato, a gruppi paralleli, controllato rispetto al trattamento standard |
Totale: 53. Gruppo Quixil: 25. Gruppo di controllo 28 |
Artroprotesi totale dell’anca |
Studio pilota di Fase II; aperto, per il confronto fra tre regimi di somministrazione di Quixil nell’artroprotesi totale d’anca con controlli storici abbinati |
13 pazienti tutti trattati con Quixil |
Endarterectomia carotidea con innesto in PTFE |
Studio prospettico pilota di Fase II; in singolo cieco, randomizzato, con controllo attivo |
Totale: 20. Gruppo Quixil: 10. Gruppo di controllo: 10 |
Gli studi clinici effettuati nell’ambito della chirurgia epatica comprendevano otto pazienti pediatrici di cui cinque aventi un’età inferiore ai 2 anni. In uno studio realizzato su 59 pazienti sottoposti a intervento di artroprotesi totale del ginocchio, Quixil si è dimostrato emostaticamente efficace nei pazienti trattati con Eparina a Basso Peso Molecolare prima dell’intervento chirurgico.
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Quixil è destinato esclusivamente all’uso epilesionale; la somministrazione per via endovascolare è controindicata. Pertanto, non sono stati eseguiti sull’uomo studi farmacocinetici endovascolari. Studi condotti sui conigli hanno permesso di valutare l’assorbimento e l’eliminazione della trombina e dell’acido tranexamico (un agente antifibrinolitico sintetico utilizzato come stabilizzatore nel BAC) in seguito all’applicazione di tali sostanze sulla superficie di sezione chirurgica del fegato nel corso di interventi di epatectomia parziale. L’uso della 125I-trombina ha evidenziato un lento assorbimento dei peptidi biologicamente inattivi risultanti dalla scissione della trombina, e il raggiungimento di una Cmax nel plasma dopo un periodo variabile da 6 a 8 ore, con una concentrazione plasmatica che, al livello di Cmax, non superava l’1-2% della dose applicata. Da uno studio sull’uso dell’³ H-acido tranexamico ne è emerso il rapidissimo assorbimento in un Tmax che, nella maggior parte dei casi, risultava compreso tra 0,2 e 2 ore. L’eliminazione dell’acido tranexamico dal plasma risultava completa dieci ore dopo il trattamento. I livelli plasmatici di acido tranexamico derivanti dall’assorbimento da Quixil possono produrre un effetto antifibrinolitico sistemico. Tuttavia, il farmaco viene espulso rapidamente. I sigillanti/emostatici a base di fibrina vengono metabolizzati allo stesso modo della fibrina endogena, mediante fibrinolisi e fagocitosi.
Quixil è stato classificato come non irritante in base al test di irritazione cutanea primaria, e leggermente irritante in base al test di irritazione oculare. Né il BAC né la soluzione di trombina hanno dimostrato potenziali effetti mutageni sulla base del test di Ames. Dopo l’applicazione locale, l’assorbimento della trombina nel plasma è lento e principalmente costituito dai prodotti di degradazione della trombina, che vengono eliminati. Non sono da attendersi effetti tossicologici dovuti ai reagenti detergenti o solventi utilizzati nella procedura di inattivazione dei virus (TnBP e Triton X-100), in quanto i livelli residui sono inferiori a 5 mcg/ml.
Studi sui conigli hanno dimostrato che uno dei componenti di Quixil, l’acido tranexamico, può esercitare un’azione neurotossica (lesioni edematose con spongiosi) se applicato direttamente al liquido cerebrospinale o alla dura madre. Per nessuna delle dosi è stata riportata assenza di effetti.
BAC:
Arginina cloridrato
Glicina
Sodio cloruro
Sodio citrato
Calcio cloruro
Acqua per preparazioni iniettabili
Soluzione di trombina:
Albumina umana
Mannitolo
Sodio acetato
Acqua per preparazioni iniettabili
Quixil non deve essere miscelato con altri prodotti medicinali e deve essere sempre utilizzato mediante il dispositivo applicatore fornito.
2 anni.
Conservare a ≤18°C. Mantenere i flaconcini nella confezione esterna di cartone per proteggerli dalla luce. Non ricongelare. Dopo lo scongelamento, i flaconcini integri possono essere conservati a 2 - 8°C, al riparo dalla luce, per un massimo di 30 giorni. Una volta aspirati nel dispositivo di somministrazione, il BAC e la trombina devono essere usati immediatamente.
La confezione di Quixil contiene i due componenti del prodotto in due flaconcini separati (di vetro tipo I) con tappi in gomma (tipo 1), contenenti ciascuno 1 ml, 2 ml o 5 ml di soluzione (rispettivamente Componente Biologico Attivo e Trombina), unitamente ad una confezione contenente il dispositivo di applicazione. La confezione del dispositivo di applicazione, munita di marchio CE, contiene un dispositivo sterile monouso a doppia siringa sistemato in un vassoio di PVC chiaro, sigillato con pellicola di carta Tyvek. Il vassoio sigillato è contenuto in una valigetta sigillata realizzata in carta/polietilene e fornita in una scatola di cartone.
Scongelamento
Scongelare i flaconcini in uno dei seguenti modi:
• 2-8°C (in frigorifero): i flaconcini si scongelano in 1 giorno, oppure
• 20-25°C (a temperatura ambiente): i flaconcini si scongelano in 1 ora, oppure
• 37°C: (es. a bagnomaria, usando la tecnica asettica, o riscaldando i flaconcini con le mani) i flaconcini si scongelano in 10 minuti e non devono essere lasciati a 37°C per più di 90 minuti.
Preparazione
La confezione del dispositivo di applicazione contiene un dispositivo concepito appositamente per l’applicazione del prodotto ed un tubo con filtro batteriologico da 0,2 mcm usato per fornire gas pressurizzato al nebulizzatore di Quixil in caso di somministrazione in forma nebulizzata. Il dispositivo applicatore rimane sterile se conservato nella confezione chiusa ed integra ed è esclusivamente monouso. Non si utilizzano aghi nella preparazione di Quixil per la somministrazione. Aspirare il contenuto dei due flaconcini nel dispositivo di applicazione, seguendo le istruzioni riportate in Figura 1. Entrambe le siringhe devono essere riempite in egual misura e non devono contenere bolle d’aria.
Applicazione goccia a goccia
Mantenendo la punta dell’applicatore il più vicino possibile alla superficie del tessuto ma senza toccarla, applicare le gocce una ad una alla zona da trattare. Le gocce devono potersi separare l’una dall’altra e anche dalla punta dell’applicatore.
Se la punta dell’applicatore dovesse otturarsi, la punta del catetere può essere tagliata di 0,5 cm alla volta.
Nebulizzazione
Quixil può essere nebulizzato mediante CO2 pressurizzata o aria compressa.
Collegare il tubo corto presente sull’applicatore al raccordo maschio luer-lock che si trova all’estremità del tubo lungo di alimentazione del gas. Collegare il luer-lock femmina del tubo di alimentazione (dotato di filtro batteriostatico) ad un regolatore di pressione, in grado di erogare una pressione variabile da 2 a 3 bar. Il regolatore di pressione deve essere utilizzato in conformità alle istruzioni del produttore. Per la nebulizzazione, occorre applicare una pressione variabile da 2,0 a 2,5 bar (misurata attraverso il flusso di gas). La distanza ideale tra il beccuccio nebulizzatore e la superficie del tessuto è compresa tra 10 e 15 cm. Il prodotto deve essere nebulizzato sulla superficie del tessuto in piccole quantità (da 0,1 a 0,2 ml), in modo da formare uno strato sottile e uniforme. Quixil forma una pellicola trasparente sull’area di applicazione. Il prodotto non utilizzato o il relativo materiale di scarto deve dovrà essere smaltito secondo le normative locali. La soluzione deve essere limpida o leggermente opalescente. Non utilizzare soluzioni che si presentano torbide o con sedimento.
OMRIX biopharmaceuticals S.A. - 200, Chaussée de Waterloo - 1640 Rhode-St-
Genèse - Belgio
Quixil 1 ml - AIC 035601032/M
Quixil 2 ml - AIC 035601020/M
Quixil 5 ml - AIC 035601018/M
09/06/2004
7 novembre 2005