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Removab 50 microgrammi concentrato per soluzione per infusione
Una siringa preriempita contiene 50 microgrammi di catumaxomab* in
0,5 ml di soluzione, corrispondenti a 0,1 mg/ml.
*anticorpo monoclonale IgG2 ibrido ratto-topo prodotto in una linea cellulare
di ibridoma ibrido rattotopo
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Concentrato per soluzione per infusione. Soluzione limpida e
incolore.
Removab è indicato per il trattamento intraperitoneale dell'ascite
maligna nei pazienti con carcinomi EpCAM-positivi quando una terapia
standard non sia disponibile o non sia più attuabile.
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Removab deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico
esperto nell'impiego degli agenti antineoplastici.
Si consiglia un monitoraggio adeguato del paziente dopo il termine
dell'infusione di Removab. Nello studio pivotal i pazienti sono stati monitorati
per 24 h dopo ogni infusione.
Prima dell'infusione intraperitoneale si raccomanda la premedicazione con
analgesici / antipiretici / antiflogistici non steroidei (vedere paragrafo 4.4).
Posologia
Lo schema posologico di Removab comprende le seguenti quattro infusioni
intraperitoneali:
1a dose 10 microgrammi il giorno 0
2a dose 20 microgrammi il giorno 3
3a dose 50 microgrammi il giorno 7
4a dose 150 microgrammi il giorno 10
Tra un'infusione e quella successiva deve intercorrere un intervallo di
almeno due giorni. L'intervallo tra le infusioni può essere prolungato in caso
di reazioni avverse di rilievo. La durata complessiva del trattamento non deve
superare 20 giorni. Negli studi clinici non sono state esaminate dosi ridotte di
Removab.
Popolazioni speciali
Disfunzione epatica
Non sono stati oggetto di studio i pazienti con disfunzione epatica di grado
superiore a moderato e/o con metastasi in più del 70% del fegato e/o
trombosi/ostruzione della vena porta. Il trattamento di tali pazienti con
Removab deve essere preso in considerazione solo previa attenta valutazione del
rapporto rischio/beneficio (vedere paragrafo 4.4).
Disfunzione renale
Non sono stati studiati pazienti con disfunzione renale di grado superiore a
lieve. Il trattamento di tali pazienti con Removab deve essere preso in
considerazione solo previa attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio
(vedere paragrafo 4.4).
Pazienti pediatrici
L'uso di Removab non è raccomandato nei bambini al di sotto di 18 anni a
causa della mancanza di dati sulla sicurezza e efficacia.
Etnia
Negli studi clinici non sono stati inclusi pazienti di origine non caucasica.
Modo di somministrazione Removab deve essere somministrato esclusivamente
tramite infusione intraperitoneale. Removab non deve essere somministrato in
bolo intraperitoneale o tramite qualsiasi altra via di somministrazione.
Prima della somministrazione di Removab, il concentrato per soluzione per
infusione viene diluito in soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml
(0,9%). La soluzione per infusione Removab diluita viene somministrata per via
intraperitoneale tramite una pompa per infusione continua.
Per istruzioni dettagliate sulla diluizione prima della somministrazione e
istruzioni relative alla somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli
eccipienti.
Ipersensibilità a proteine murine (di ratto e/o topo).
Removab non deve essere somministrato in bolo o tramite qualsiasi altra via
diversa da quella intraperitoneale.
Sintomi correlati al rilascio di citochine Siccome il legame di catumaxomab
alle cellule immunitarie e alle cellule tumorali induce il rilascio di citochine
proinfiammatorie e citotossiche, durante e dopo la somministrazione di Removab
sono stati segnalati molto comunemente sintomi clinici correlati al rilascio di
citochine, quali febbre, nausea, vomito e brividi (vedere paragrafo 4.8).
Comunemente si osservano dispnea e ipo/ipertensione. Negli studi clinici
condotti su pazienti con ascite maligna, prima dell'infusione di Removab sono
stati somministrati di routine 1.000 mg di paracetamolo per via endovenosa per
il controllo di dolore e piressia. Nonostante tale premedicazione, i pazienti
hanno manifestato le reazioni avverse descritte sopra, con intensità fino al
grado 3 dei Common Terminology Criteria for Adverse Events (CTCAE) del National
Cancer Institute, USA. Si consiglia una premedicazione standard alternativa o
addizionale con analgesici / antipiretici / antiflogistici non steroidei.
La sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS), che può a sua volta
manifestarsi non comunemente a causa del meccanismo d'azione di catumaxomab, si
sviluppa, generalmente, entro 24 ore dopo l'infusione di Removab con sintomi
quali febbre, tachicardia, tachipnea e leucocitosi (vedere paragrafo 4.8). Per
ridurre il rischio sono indicate una terapia o una premedicazione standard, ad
es. con analgesici / antipiretici / antiflogistici non steroidei.
Dolore addominale Tra le reazioni avverse è stato comunemente riportato
dolore addominale. Tale effetto transitorio è considerato, in parte, una
conseguenza delle procedure previste negli studi clinici, come la
somministrazione per via intraperitoneale.
Stato di performance e BMI Prima della terapia con Removab è richiesto un
buono stato di performance, espresso da un indice di massa corporea (BMI) >17
(da determinarsi dopo il drenaggio del liquido ascitico) e da un indice di
Karnofsky >60.
Infezioni acute In presenza di fattori che interferiscono con il sistema
immunitario, in particolare infezioni acute, la somministrazione di Removab non
è raccomandata.
Drenaggio dell'ascite La gestione appropriata del drenaggio dell'ascite è un
prerequisito del trattamento con Removab, al fine di garantire la stabilità
delle funzioni circolatoria e renale. Le misure intraprese devono comprendere
almeno il drenaggio dell'ascite fino all'arresto del flusso spontaneo e, se
necessario, una terapia sostitutiva di supporto con cristalloidi e/o colloidi.
Condizioni quali ipovolemia, ipoproteinemia, ipotensione, scompenso circolatorio
e disfunzione renale acuta devono essere corrette prima di ogni infusione di
Removab.
Disfunzione epatica o trombosi / ostruzione della vena porta Non sono stati
oggetto di studio i pazienti con disfunzione epatica di grado superiore a
moderato e/o con metastasi a carico di più del 70% del fegato e/o
trombosi/ostruzione della vena porta. Il trattamento di tali pazienti con
Removab deve essere preso in considerazione solo previa attenta valutazione del
rapporto rischio/beneficio.
Disfunzione renale Non sono stati oggetto di studio i pazienti con
disfunzione renale di grado superiore a lieve. Il trattamento di tali pazienti
con Removab deve essere preso in considerazione solo previa attenta valutazione
del rapporto rischio/beneficio.
Sistema di perfusione Per la somministrazione di Removab devono essere
utilizzati esclusivamente i materiali seguenti:
- siringhe in polipropilene da 50 ml
- tubo per perfusione in polietilene con diametro interno di 1 mm e
lunghezza di 150 cm
- valvole per infusione /connettori a Y in policarbonato
- cateteri in poliuretano o poliuretano rivestito in silicone
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Non sono stati effettuati studi di interazione.
Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso del Removab in donne in
gravidanza. Con catumaxomab non sono stati condotti studi sulla tossicità
riproduttiva in animali. Il rischio potenziale per gli esseri umani non è
noto. Pertanto, Removab non deve essere usato durante la gravidanza, se non in
caso di assoluta necessità.
Non è noto se catumaxomab venga escreto nel latte materno umano. Occorre
decidere se far interrompere l'allattamento o interrompere/astenersi dalla
terapia con Removab tenendo in considerazione i benefici dell'allattamento per
il bambino e i benefici della terapia per la madre.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso
di macchinari. I pazienti che manifestano sintomi correlati all'infusione vanno
invitati a non guidare e non utilizzare macchinari fino alla regressione della
sintomatologia.
La natura e la frequenza delle reazioni avverse descritte nel presente
paragrafo sono state determinate in un'analisi di sicurezza integrata sulla
base di 5 studi clinici comprendenti 258 pazienti con le indicazioni ascite
maligna (193 pazienti), carcinomatosi peritoneale (24 pazienti) e carcinoma
ovarico (41 pazienti) trattati con somministrazione intraperitoneale di
Removab.
Approssimativamente il 90% dei pazienti ha manifestato reazioni avverse.
Nella Tabella 1, le reazioni avverse segnalate con catumaxomab sono classificate
in base alla frequenza e per sistemi e organi. Le frequenze sono definite
secondo le convenzioni seguenti: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10),
non comune (≥1/1.000, <1/100). All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli
effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Tabella 1 Reazioni avverse con catumaxomab
Patologie del sistema emolinfopoietico
|
Molto comune |
Linfopenia. |
Comune |
Leucocitosi, anemia, neutrofilia, trombocitemia. |
Patologie cardiache
|
Comune |
Tachicardia. |
Patologie dell'orecchio e del labirinto
|
Comune |
Vertigini. |
Patologie gastrointestinali
|
Molto comune |
Dolore addominale*, nausea, vomito, diarrea. |
Comune |
Ileo*, sub-ileo*, stipsi, dispepsia, distensione addominale, flatulenze,
disturbi gastrici, malattia da reflusso gastroesofageo, stomatite. |
Non comune |
Emorragia gastrica*, ostruzione intestinale*. |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
|
Molto comune |
Piressia*, affaticamento, brividi, dolore. |
Comune |
Astenia, malattia simil-influenzale, dolore toracico, edema, sete. |
Non comune |
Infiammazione nella sede di somministrazione*, stravaso*. |
Patologie epatobiliari
|
Comune |
Iperbilirubinemia, epatite citolitica. |
Infezioni ed infestazioni
|
Comune |
Infezione, eritema indurato, infezione delle vie urinarie. |
Non comune |
Infezione correlata al catetere*, infezione cutanea*. |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
|
Comune |
Anoressia, iponatriemia, ipocalcemia, ipokaliemia, ipoproteinemia,
disidratazione, iperglicemia. |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
|
Comune |
Artralgia, dorsalgia, mialgia. |
Patologie del sistema nervoso
|
Comune |
Cefalea, capogiro. |
Non comune |
Convulsioni*. |
Disturbi psichiatrici
|
Comune |
Ansietà, insonnia. |
Patologie renali e urinarie
|
Comune |
Oliguria, leucocituria, proteinuria, ematuria. |
Non comune |
Insufficienza renale acuta*. |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
|
Comune |
Dispnea*, effusione pleurica. |
Non comune
|
Embolia polmonare*, effusione pleurica*. |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
|
Comune |
Esantema, dermatite allergica, reazione cutanea, eritema, eruzione cutanea,
iperidrosi, prurito, orticaria. |
Non comune |
Dermatite allergica*, eruzione cutanea*, esfoliazione cutanea*, reazione
cutanea*. |
Patologie vascolari
|
Comune |
Ipotensione, ipertensione, rossore, vampate di calore. |
* riportati anche come reazioni avverse gravi.
Reazioni avverse di particolare interesse Sono valide le seguenti definizioni
dei criteri CTCAE del National Cancer Institute, USA: grado 1 CTCAE = lieve,
grado 2 CTCAE = moderato, grado 3 CTCAE = grave, grado 4 CTCAE = pericolo di
vita.
Sintomi correlati al rilascio di citochine
Reazioni acute correlate all'infusione molto comuni, dovute al rilascio di
citochine, hanno compreso febbre, nausea, vomito e brividi. Tali reazioni sono
state osservate frequentemente durante e dopo le infusioni di Removab con entità
di grado 1 e 2 CTCAE e sono state totalmente reversibili. Sono stati segnalati
piressia (5%), vomito (3,9%), nausea (2,3%), dispnea (1,6%), ipotensione (1,2%),
ipertensione (0,8%) e brividi (0,8%) di grado 3. Sono state riportate anche
dispnea e ipotensione di grado 4, ciascuna rispettivamente in un paziente. Il
dolore e la piressia possono essere ridotti o evitati con la premedicazione
(vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS)
Nello 0,8% dei pazienti sono stati osservati sintomi di SIRS entro 24 ore
dopo l'infusione di Removab, quali tachicardia e febbre di grado 3 e dispnea di
grado 4 . Tali reazioni sono regredite in seguito al trattamento sintomatico.
Dolore addominale
Nel 48,1% dei pazienti, tra le reazioni avverse è stato riportato dolore
addominale, che ha raggiunto il grado 3 nel 9,7% dei pazienti, ma è regredito in
seguito a trattamento sintomatico.
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Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. I pazienti trattati con
dosi di catumaxomab superiori alle dosi raccomandate hanno manifestato
reazioni avverse più gravi (grado 3).
Categoria farmacoterapeutica: altri agenti antineoplastici, anticorpi
monoclonali; codice ATC: L01XC09
Meccanismo d'azione Catumaxomab è un anticorpo monoclonale trifunzionale
ibrido ratto-topo, diretto specificamente contro la molecola di adesione delle
cellule epiteliali (EpCAM) e l'antigene CD3. L'antigene EpCAM è sovraespresso
nella maggior parte dei carcinomi. CD3 è espresso sulle cellule T mature come
componente del recettore delle cellule T. Un terzo sito di legame funzionale
nella regione Fc di catumaxomab consente l'interazione con cellule immunitarie
accessorie tramite il recettore Fcγ. Grazie alle capacità di legame di
catumaxomab, cellule tumorali, cellule T e cellule immunitarie accessorie
vengono a trovarsi a stretto contatto. In tal modo viene indotta una reazione
immunologica congiunta diretta contro le cellule tumorali e comprendente
svariati meccanismi d'azione, quali attivazione delle cellule T, citotossicità
cellulomediata anticorpo-dipendente (ADCC), citotossicità mediata da complemento
(CDC) e fagocitosi. Ne risulta la distruzione delle cellule tumorali.
Effetti farmacodinamici L'attività antitumorale di catumaxomab è stata
dimostrata in vitro e in vivo. Una lisi efficace delle cellule tumorali mediata
da catumaxomab è stata osservata in vitro nei confronti di cellule target ad
alta e bassa espressione dell'antigene EpCAM, indipendentemente dal tipo di
tumore primario. L'attività antitumorale in vivo di catumaxomab è stata
confermata in un modello di topo immunologicamente compromesso di carcinoma
ovarico, nel quale lo sviluppo tumorale è stato ritardato tramite trattamento
intraperitoneale con catumaxomab e cellule mononucleate da sangue umano
periferico.
Efficacia clinica L'efficacia di catumaxomab è stata dimostrata in uno studio
clinico a due bracci, randomizzato, in aperto (IP-REM-AC-01), condotto su 258
pazienti con ascite maligna sintomatica dovuta a carcinomi EpCAM-positivi, 170
dei quali sono stati randomizzati al trattamento con catumaxomab. In tale
studio, il trattamento con paracentesi più catumaxomab è stato confrontato
versus la sola paracentesi (controllo).
Catumaxomab è stato somministrato ai pazienti per i quali una terapia
standard non era disponibile o non era più attuabile e che presentavano uno
stato di performance di Karnofsky di almeno 60. Catumaxomab è stato
somministrato tramite quattro infusioni intraperitoneali a dosi crescenti di 10,
20, 50 e 150 microgrammi, rispettivamente nei giorni 0, 3, 7 e 10 (vedere
paragrafo 4.2). Nello studio pivotal IP-REM-AC-01, il 98,1% dei pazienti è stato
ricoverato per un tempo mediano di 11 giorni.
In questo studio, l'endpoint di efficacia primario è stata la sopravvivenza
senza paracentesi, un endpoint composito definito come il tempo alla prima
paracentesi terapeutica necessaria oppure al decesso, a seconda di quale evento
si fosse verificato per primo. I risultati relativi alla sopravvivenza senza
paracentesi e al tempo alla prima paracentesi terapeutica necessaria in termini
di mediane e rapporti di rischio sono riportati nella Tabella 2. Le stime di
Kaplan-Meier per il tempo alla prima paracentesi terapeutica necessaria sono
riportate nella Figura 1.
Tabella 2 Risultati di efficacia (sopravvivenza senza paracentesi e tempo
alla prima paracentesi terapeutica necessaria) dello studio IP-REM-AC-01 [IC
95%] Figura 1 Stime di Kaplan-Meier per il tempo alla prima paracentesi
terapeutica necessaria nello studio IP-REM-AC-01
Variabile | Paracentesi + catumaxomab (N=170) | Paracentesi
(controllo) (N=88)
|
Sopravvivenza senza paracentesi
|
Sopravvivenza mediana senza paracentesi (giorni) |
44 |
11 |
IC 95% per la mediana (giorni) |
[31; 49] |
[9; 16] |
valore p (log-rank test) |
< 0,0001 |
Rapporto di rischio (hazard ratio, HR) |
0,310 |
IC 95% CI per HR |
[0,228; 0,423] |
Tempo alla prima paracentesi terapeutica necessaria
|
Tempo mediano alla prima paracentesi terapeutica necessaria (giorni) |
77 |
13 |
IC 95% per la mediana (giorni) |
[62;104] |
[9; 17] |
valore p (log-rank test) |
< 0,0001 |
Rapporto di rischio (hazard ratio, HR) |
0,169 |
IC 95% per HR |
[0,114; 0,251] |
Probabilità stimata di non essere sottoposto aparacentesi (%)
Tempo (giorni) all'evento Catumaxomab (N=170) Trattamento:
Controllo (N=88)
N: numero di pazienti in un gruppo di trattamento.
L'efficacia del trattamento con paracentesi e catumaxomab nei pazienti con
ascite maligna dovuta a carcinomi EpCAM-positivi è stata superiore in misura
statisticamente significativa all'efficacia della sola paracentesi in termini di
sopravvivenza senza paracentesi e tempo alla prima paracentesi terapeutica
necessaria.
Dopo il completamento dello studio, i pazienti sono stati seguiti fino al
decesso (fase post-studio), allo scopo di determinare la sopravvivenza generale
(Tabella 3).
Tabella 3 Sopravvivenza generale dello studio IP-REM-AC-01 nella fase
post-studio [IC 95%]
|
Paracentesi + catumaxomab
(N=170) |
Paracentesi (controllo)
(N=88) |
Sopravvivenza generale (giorni) |
72 |
68 |
IC 95% per la mediana (giorni) |
61-98 |
49-71 |
valore p (log-rank test)
|
0,0846 |
Rapporto di rischio (hazard ratio, HR) |
0,723 |
IC 95% per HR |
[0,498;1,048] |
�ˆ stata osservata una tendenza positiva nella sopravvivenza generale mediana
dopo trattamento con catumaxomab rispetto al controllo.
Immunogenicità
'induzione di anticorpi umani anti-murini (topo e/o ratto)
(HAMA/HARA) è un effetto intrinseco degli anticorpi monoclonali murini.
I dati attuali su catumaxomab, ottenuti nello studio pivotal, mostrano
che solo il 5% dei pazienti (7/132 pazienti) era HAMA-positivo prima
della quarta infusione. Gli HAMA erano presenti nell'87% dei pazienti un
mese dopo l'ultima infusione di catumaxomab. Non sono attualmente
disponibili dati sugli effetti clinici dovuti alla presenza di
HAMA/HARA. Non sono state osservate reazioni di ipersensibilità.
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Le proprietà farmacocinetiche di catumaxomab durante e dopo quattro
infusioni intraperitoneali di 10, 20, 50 e 150 microgrammi di catumaxomab sono
state studiate in 13 pazienti con ascite maligna sintomatica dovuta a
carcinomi EpCAM-positivi.
La variabilità tra i soggetti è stata elevata. La media geometrica della Cmax
plasmatica è stata di approssimativamente 0,5 ng/ml (intervallo compreso tra 0 e
2,3) e la media geometrica dell'AUC plasmatica è stata approssimativamente di
1,7 giorno*ng/ml (intervallo compreso tra ≤ LLOQ (limite inferiore di
quantificazione) e 13,5). La media geometrica dell'emivita di eliminazione
plasmatica terminale apparente (t1/2) è stata approssimativamente di 2,5 giorni
(intervallo compreso tra 0,7 e 17).
Catumaxomab è stato rilevabile nel liquido ascitico e nel plasma. Nella
maggior parte dei pazienti, le concentrazioni sono aumentate con l'aumento del
numero delle infusioni e delle dosi somministrate. I livelli plasmatici hanno
mostrato una tendenza alla diminuzione dopo il raggiungimento di un massimo dopo
ogni dose.
Popolazioni speciali Non sono stati condotti studi al riguardo.
La somministrazione di catumaxomab in modelli animali non ha rivelato segni
di tossicità acuta anomala o correlata al farmaco o segni di intolleranza
locale nella sede di iniezione/infusione. Tuttavia, questi riscontri sono di
rilievo limitato a causa dell'alta specie-specificità di catumaxomab.
Non sono stati condotti studi di tossicità a dosi ripetute, genotossicità,
potenziale cancerogeno, tossicità riproduttiva e dello sviluppo.
Sodio citrato Acido citrico monoidrato Polisorbato 80 Acqua per
preparazioni iniettabili
Questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti ad eccezione
di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
18 mesi
Dopo diluizione
Dopo la preparazione, la soluzione per infusione è fisicamente e chimicamente
stabile per 48 ore a 2 °C - 8 °C e per 24 ore a temperatura non superiore a 25
°C. Dal punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere usato
immediatamente. Se il medicinale non viene usato immediatamente, l'utente è
responsabile della durata e delle condizioni di conservazione prima dell'uso; il
medicinale può essere conservato per un massimo di 24 ore a 2 °C − 8°C, a meno
che la diluizione non sia stata effettuata in condizioni asettiche controllate e
validate.
Conservare in frigorifero (2°C − 8°C). Non congelare. Conservare nella
confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo
6.3.
0,1 ml di concentrato per soluzione per infusione in siringa preriempita
(vetro di tipo I, siliconizzato) con tappo a stantuffo (gomma bromobutile) e
sistema luer lock (polipropilene siliconizzato e policarbonato) con capsula di
chiusura (gomma stirene-butadiene) con cannula; confezione da 1 siringa.
Smaltimento Nessuna istruzione particolare.
Materiali ed equipaggiamento necessari Per la diluizione e la
somministrazione di Removab devono essere utilizzati i materiali seguenti,
perché Removab è compatibile esclusivamente con:
- siringhe in polipropilene da 50 ml
- tubo per perfusione in polietilene con diametro interno di 1 mm e
lunghezza di 150 cm
- valvole per infusione /connettori a Y in policarbonato
- cateteri in poliuretano o poliuretano rivestito in silicone
Inoltre, sono necessarie:
- soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%)
- pompa per perfusione di precisione
Istruzioni per la diluizione prima della somministrazione Removab deve
essere preparato, con le necessarie tecniche asettiche, da parte di un
operatore sanitario. La superficie esterna della siringa preriempita non è
sterile.
- A seconda della dose, la quantità necessaria di soluzione iniettabile di
sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) viene prelevata con una siringa da 50 ml
(Tabella 4).
- Almeno 3 ml aggiuntivi di aria vengono inclusi nella siringa da 50 ml.
- La capsula di chiusura dalla siringa preriempita di Removab viene
rimossa, tenendo la punta della siringa rivolta verso l'alto.
- La cannula in dotazione alla siringa preriempita di Removab viene
collegata. Per ogni siringa si utilizza una cannula nuova.
- La cannula della siringa preriempita viene inserita nell'apertura della
siringa da 50 ml, in modo tale che la cannula sia immersa nella soluzione
iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) (Figura 2).
- L'intero contenuto della siringa preriempita (Removab concentrato più
aria) viene iniettato direttamente nella soluzione iniettabile di sodio
cloruro 9 mg/ml (0,9%).
- Lo stantuffo NON DEVE essere retratto per risciacquare la siringa
preriempita, al fine di evitare contaminazioni e garantire il rilascio del
volume corretto.
- La siringa da 50 ml viene tappata e la soluzione viene miscelata
agitando delicatamente. Le bolle d'aria vengono eliminate dalla siringa da
50 ml.
- La siringa da 50 ml viene inserita nella pompa per infusione.
Modo di somministrazione
Il catetere per somministrazione intraperitoneale deve essere
posizionato sotto guida ecografica da parte di un medico esperto in
procedure di somministrazione intraperitoneale. Il catetere è
destinato al drenaggio dell'ascite e all'infusione di Removab
diluito e soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%). Si
raccomanda di lasciare il catetere nella cavità addominale per
l'intera durata del trattamento. Il giorno successivo all'ultima
infusione, il catetere può essere rimosso.
Prima di ogni somministrazione di Removab, il liquido ascitico deve essere
drenato fino all'arresto del flusso spontaneo (vedere paragrafo 4.4).
Successivamente, prima di ogni somministrazione di Removab, devono essere infusi
500 ml di soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) per favorire la
distribuzione dell'anticorpo nella cavità addominale.
Removab deve essere somministrato per via intraperitoneale, per 6 ore,
tramite pompa per infusione continua, come descritto di seguito:
- La siringa da 50 ml contenente Removab soluzione per infusione diluito
viene inserita nella pompa di precisione.
- Il tubo per perfusione collegato alla pompa di precisione viene riempito
con Removab soluzione per infusione diluito. Deve essere utilizzato un tubo
per perfusione dal diametro interno di 1 mm e dalla lunghezza di 150 cm.
- Il tubo per perfusione viene collegato alla connessione a Y.
- Contemporaneamente a ogni somministrazione di Removab, vengono infusi
250 ml di soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) tramite
valvola per infusione / connessione a Y nell'estremità di perfusione del
catetere.
- La velocità della pompa viene regolata in base al volume da
somministrare e al tempo di infusione di 6 ore.
- Al termine dell'infusione di Removab vengono infusi brevemente 20 ml di
soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) per eliminare il
volume morto nell'estremità di perfusione.
- Il catetere viene chiuso fino all'infusione successiva.
- Un drenaggio dell'ascite fino all'arresto del flusso spontaneo viene
eseguito il giorno successivo all'ultima infusione. Successivamente, il
catetere può essere rimosso.
Figura 3 Illustrazione schematica del sistema di infusione