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RIFATER
Una compressa rivestita contiene:
Principi attivi: isoniazide 50 mg; pirazinamide 300 mg; rifampicina 120 mg.
Per l’elenco competo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse rivestite.
RIFATER è indicato nella fase intensiva iniziale del trattamento abbreviato della tubercolosi polmonare.
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RIFATER deve essere somministrato con continuità quotidiana durante la fase intensiva iniziale del trattamento abbreviato della tubercolosi polmonare, che ha generalmente la durata di due mesi. Se ritenuto utile, è possibile somministrare contemporaneamente altri antitubercolari, quali la streptomicina per via intramuscolare o l'etambutolo. Una volta completata la fase iniziale, il trattamento può essere continuato con la combinazione rifampicina-isoniazide, sempre con regime giornaliero e per almeno 4 mesi. Questo regime della durata totale di 6 mesi, se correttamente attuato, è efficace e presenta una frequenza molto bassa di ricadute. L'esperienza clinica indica che queste si verificano generalmente entro i primi 6 mesi dopo la conclusione del suddetto periodo di trattamento, con bacilli che sono ancora sensibili ai farmaci impiegati, per cui normalmente non sono necessari cambiamenti nello schema terapeutico da utilizzare.
Adulti. Una compressa rivestita di RIFATER contiene rifampicina, isoniazide e pirazinamide in proporzioni tali che la posologia ottimale può essere conseguita nel modo seguente:
Peso del | Numero di |
Soggetto (kg) | compresse rivestite |
< 40 | 3 |
40-49 | 4 |
50-64 | 5 |
> 65 | 6 |
La posologia indicata corrisponde alle seguenti dosi medie di principi attivi in mg/kg:
rifampicina: 9-12 mg/kg
isoniazide: 4- 5 mg/kg
pirazinamide: 23-30 mg/kg
In pratica ciò equivale in media ad una compressa rivestita ogni 10 kg di peso. Le compresse rivestite vanno somministrate in dose singola giornaliera una o due ore prima del pasto.
Bambini. Le dosi fisse dei tre farmaci nel RIFATER possono non essere appropriate per i bambini nelle diverse età, per cui il RIFATER non è adatto all'uso nei pazienti al di sotto dei 12 anni.
Controindicato nei pazienti con anamnesi di ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti e in caso di ittero.
L’uso di Rifater è controindicato quando utilizzato in concomitanza con l’associazione saquinavir/ritonavir (vedere paragrafo 4.5).
Avvertenze
Rifater è un’associazione di tre farmaci ciascuno dei quali è stato associato a disfunzioni epatiche.
Rifampicina
Nei pazienti con compromessa funzionalità epatica la rifampicina deve essere somministrata solo in caso di necessità, con cautela e sotto attento controllo medico. In questi pazienti si deve effettuare un attento monitoraggio della funzionalità epatica, particolarmente dei livelli sierici di alanina aminotransferasi (ALT) e aspartato aminotransferasi (AST), prima dell’inizio della terapia e poi ad intervalli di 2-4 settimane. Se si sviluppano segni di danno epatocellulare la rifampicina deve essere sospesa.
In alcuni casi si può verificare iperbilirubinemia all’inizio della terapia, come conseguenza di una competizione tra rifampicina e bilirubina sui processi di escrezione degli epatociti. Un isolato, moderato aumento della bilirubina e/o delle transaminasi non costituisce di per se motivo di sospensione della terapia; la decisione deve essere presa dopo ripetizione dei controlli che confermano la tendenza all’aumento dei valori e prendendo in considerazione la condizione clinica del paziente.
Poiché con schemi terapeutici intermittenti (meno di 2-3 volte alla settimana) vi è la possibilità di reazioni immunologiche, compresa anafilassi (vedere paragrafo 4.8), i pazienti devono essere seguiti attentamente. I pazienti devono essere informati di non interrompere la terapia poiché potrebbero verificarsi questi eventi.
Isoniazide
L’uso di isoniazide deve essere attentamente monitorato nei pazienti con patologie epatiche croniche o grave disfunzione renale.
Si può verificare epatite grave, a volte letale, associata alla terapia con isoniazide che si può sviluppare anche dopo molti mesi dall’inizio della terapia. Il rischio di sviluppare epatite è correlato all’età. I pazienti devono perciò essere seguiti in base ai sintomi prodromici dell’epatite, quali affaticamento, debolezza, malessere, anoressia, nausea o vomito. Se dovessero comparire questi sintomi o segni indicativi di danno epatico l’isoniazide deve essere sospesa velocemente in quanto è stato riportato che l’uso continuato del farmaco in questi pazienti può causare un danno epatico più grave.
Pirazinamide
Rifater deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con precedenti di gotta. Se si dovesse verificare iperuricemia accompagnata da artrite gottosa acuta, al paziente deve essere somministrato un regime terapeutico privo di pirazinamide.
La possibilità da parte della pirazinamide di interferire sul tempo di sanguinamento e sulla integrità vascolare deve essere tenuta presente in pazienti con emottisi.
Colite pseudomembranosa si è verificata con quasi tutti gli antibiotici a largo spettro; di conseguenza è importante considerare tale diagnosi in pazienti che presentano diarrea in corso di terapia con antibiotici. Tali forme di colite possono essere da lievi a molto gravi. Nelle forme moderate o gravi devono essere adottate appropriate misure terapeutiche.
Le compresse di Rifater contengono saccarosio e pertanto non è adatto per i soggetti con intolleranza ereditaria al fruttosio, sindrome da malassorbimento di glucosio/galattosio o deficit di saccarasi-isomaltasi.
Precauzioni
Rifater
Gli adulti trattati con Rifater devono avere un controllo iniziale di enzimi epatici, bilirubina, creatinina sierica, emocromo e piastrine. Nei bambini questo controllo iniziale non è necessario se non in presenza di una nota o sospetta condizione che può dare complicazioni.
I pazienti devono essere visti almeno ogni mese e si devono richiedere specifiche informazioni su sintomi correlabili ad effetti indesiderati. Tutti i pazienti con qualunque tipo di dato anomalo devono essere seguiti, anche con controlli di laboratorio, se necessario.
Poiché vi è una frequenza di epatite associata ad isoniazide più elevata nei pazienti al di sopra dei 35 anni, un controllo delle transaminasi deve essere effettuato all’inizio della terapia ed in seguito ogni mese nei pazienti in questa fascia d’età. Altri fattori associati ad un aumentato rischio di epatite comprendono consumo di alcool, patologie epatiche croniche, uso di sostanze per via endovenosa e donne di razza nera o Ispanoamericane.
Rifampicina
La rifampicina ha proprietà di induzione enzimatica e può aumentare il metabolismo di substrati endogeni compresi gli ormoni surrenalici, tiroidei e la vitamina D. Segnalazioni isolate hanno associato l’esacerbazione di porfiria con la somministrazione di rifampicina, come risultato dell’induzione della sintetasi dell’acido delta amino levulinico.
La rifampicina può causare una colorazione rossastra delle urine, del sudore, dell’espettorato e delle lacrime. I pazienti devono essere informati di questa evenienza.
Le lenti a contatto morbide sono state colorate in modo permanente.
Isoniazide
I pazienti anziani o malnutriti devono essere trattati con cautela e possono necessitare di somministrazione di piridossina (vitamina B6) durante la terapia con isoniazide.
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Cibo
Poiché isoniazide possiede una limitata attività di inibizione delle monoamino ossidasi, si può verificare interazione con cibi contenenti tiramina (formaggio, vino rosso). Può essere inibita anche la diamino ossidasi causando una risposta eccessiva (per es. cefalea, sudorazione, palpitazioni, flushing, ipotensione) ai cibi che contengono istamina (per es. tonno, pesci tropicali). I pazienti in terapia con Rifater devono evitare cibi contenenti tiramina e istamina.
Rifampicina/isoniazide
Interazioni con enzimi del citocromo P-450
Rifampicina causa induzione ed isoniazide inibizione di taluni enzimi del citocromo P-450. Non è conosciuto l’impatto di questi effetti in competizione di rifampicina e isoniazide sul metabolismo dei farmaci che vengono biotrasformati da questi enzimi. Pertanto è necessaria cautela con la somministrazione di Rifater insieme a farmaci metabolizzati dal citocromo P450. All’inizio del trattamento con Rifater o alla sua sospensione può rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio dei farmaci metabolizzati da questi enzimi, per mantenerne concentrazioni plasmatiche terapeuticamente ottimali.
Rifampicina
Induzione enzimatica
Esempi di farmaci metabolizzati dagli enzimi del citocromo P-450 sono: anticonvulsivanti (ad es. fenitoina), antiaritmici (ad es. disopiramide, mexiletina, chinidina, propafenone, tocainide), antiestrogeni (ad es. tamoxifene, toremifene), anticoagulanti orali (ad es. warfarin), antidepressivi triciclici (ad es. amitriptilina, nortriptilina), antipsicotici (ad es. aloperidolo), antimicotici (ad es. fluconazolo, itraconazolo, ketoconazolo), farmaci antiretrovirali (per es. zidovudina, saquinavir, indinavir, efavirenz), barbiturici, beta-bloccanti, benzodiazepine (ad es. diazepam), calcio-antagonisti (per es. diltiazem, nifedipina, verapamile), chinina, cloramfenicolo, claritromicina, corticosteroidi, glicosidi cardioattivi, clofibrato, contraccettivi orali, dapsone, doxiciclina, estrogeni, farmaci benzodiazepino-simili (ad es. zopiclone, zolpidem), fluorochinolonici, gestrinone, immunosoppressori (ad es. tacrolimo, ciclosporina), ipoglicemizzanti orali (sulfaniluree), irinotecan, levotiroxina, losartan, analgesici stupefacenti, metadone, praziquantel, progestinici, riluzolo, 5-HT3 antagonisti selettivi (ad es. ondansetron), statine metabolizzate dal CYP 3A4, telitromicina, teofillina, tiazolidindioni (ad es. rosiglitazone). Può rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio di questi farmaci se somministrati in concomitanza con rifampicina.
Le pazienti in terapia con contraccettivi orali devono utilizzare metodi contraccettivi non ormonali durante la terapia con rifampicina.
Altre interazioni
Quando Rifater viene somministrato in concomitanza con l’associazione saquinavir/ritonavir, aumenta la potenziale epatotossicità. Pertanto l’utilizzo concomitante di Rifater con saquinavir/ritonavir è controindicato (vedere paragrafo 4.3).
Con la concomitante somministrazione di atovaquone e rifampicina sono state osservate concentrazioni ridotte del primo ed aumentate del secondo.
L’uso concomitante di ketoconazolo e rifampicina ha determinato riduzione dei livelli sierici di entrambi i farmaci.
L’uso concomitante di enalapril e rifampicina ha determinato aumento dei livelli di enalaprilat, il metabolita attivo dell’enalapril. In base alle condizioni cliniche del paziente si devono fare aggiustamenti della dose.
La contemporanea assunzione di antiacidi può ridurre l’assorbimento di rifampicina. La somministrazione quotidiana di rifampicina deve essere fatta almeno 1 ora prima dell’assunzione di antiacidi.
Con la concomitante somministrazione di alotano o isoniazide viene aumentata la potenziale epatotossicità del trattamento. L’uso concomitante di rifampicina e alotano deve essere evitato. I pazienti in terapia con rifampicina e isoniazide devono essere controllati attentamente a causa della possibile epatotossicità del trattamento.
Isoniazide
É stato riportato che isoniazide inibisce il metabolismo di carbamazepina e fenitoina.
Altre interazioni: l’acido para-aminosalicilico può aumentare la concentrazione plasmatica e l’emivita di eliminazione di isoniazide per competizione con gli enzimi acetilanti.
Interferenza con test diagnostici e di laboratorio
È stato dimostrato che livelli terapeutici di rifampicina inibiscono i test microbiologici standard per il dosaggio dei folati e della Vitamina B12. Perciò si devono utilizzare test alternativi.
E’ stato inoltre osservato un aumento transitorio dei livelli sierici di bilirubina (vedere paragrafo 4.4). La rifampicina può ridurre l’escrezione biliare dei mezzi di contrasto utilizzati per la visualizzazione della colecisti, per via di una competizione per l’escrezione biliare. Perciò tali test dovrebbero essere effettuati prima dell’assunzione della dose mattutina di Rifater.
Utilizzando la metodica KIMS (Kinetic Interaction of Microparticles in Solution) sono stati riportati reattività crociata e falsi positivi nei testi urinari per la determinazione degli oppiacei eseguiti in pazienti in terapia con rifampicina. La gascromatografia e la spettrometria di massa, utilizzate come test di conferma, sono in grado di distinguere la rifampicina dagli oppiacei.
Non sono disponibili studi ben controllati sull’uso di Rifater in gravidanza.
Rifampicina
Rifampicina si è dimostrata teratogena nei roditori a dosi elevate.
Anche se la rifampicina attraversa la placenta ed è presente nel sangue del cordone ombelicale, non è conosciuto il suo effetto sul feto, sia da sola sia in associazione ad altri farmaci antitubercolari.
Se somministrata durante le ultime settimane di gravidanza rifampicina può causare emorragie post-natali nella madre e nel neonato e quindi può rendersi necessario un trattamento con vitamina K.
Isoniazide
È stato segnalato che nel ratto e nel coniglio isoniazide può esercitare un effetto sullo sviluppo cardiaco dell’embrione se somministrata per via orale durante la gravidanza, anche se non sono state rilevate anomalie congenite negli studi condotti sulla riproduzione nei mammiferi (topo, ratto, coniglio).
Rifater
Rifater deve perciò essere usato nelle donne in gravidanza o in età fertile solo se il beneficio potenziale giustifica il potenziale rischio per il feto.
Non vi sono dati sull’effetto a lungo termine di Rifater sulla fertilità umana.
Allattamento
Rifampicina, isoniazide e pirazinamide passano nel latte materno. Perciò Rifater deve essere usato durante l’allattamento solo se il potenziale beneficio supera il rischio per il neonato.
Non sono note interferenze sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari.
Rifampicina
Possono verificarsi reazioni cutanee di grado lieve che non sembrano essere di natura allergica. Di solito consistono in flushing e prurito con o senza la comparsa di rash. Si sono verificate orticaria e reazioni cutanee di ipersensibilità più gravi, ma non sono comuni. Raramente sono stati riportati casi di reazione pemfigoide, eritema multiforme, inclusa la sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica e vasculite.
Sono stati riferiti disturbi gastrointestinali quali anoressia, nausea, vomito, disturbi addominali e diarrea. Con rifampicina è stata segnalata colite pseudomembranosa. La rifampicina potrebbe causare epatite e pertanto devono essere eseguiti i test della funzionalità epatica (vedere paragrafo 4.4).
Si può verificare trombocitopenia con o senza porpora, di solito associata alla terapia intermittente, ma è reversibile con la sospensione del trattamento alla comparsa di porpora. Emorragia cerebrale ed eventi fatali sono stati riportati in seguito ad uso continuato o reintroduzione dopo la comparsa di porpora.
Sistema nervoso centrale: raramente è stata riportata psicosi.
Raramente è stata riportata coagulazione intravascolare disseminata.
Eosinofilia, leucopenia, edema, debolezza muscolare e miopatia sono stati segnalati in una piccola percentuale di pazienti in terapia con rifampicina.
Molto raramente è stata riportata agranulocitosi.
Vi sono stati rari casi di insufficienza surrenalica in pazienti con compromissione della funzionalità surrenalica.
Disturbi del ciclo mestruale sono stati riferiti in donne sottoposte a terapia antitubercolare di lunga durata con schemi terapeutici contenenti rifampicina.
Reazioni che di solito si verificano con schemi terapeutici intermittenti, probabilmente di origine immunologica, includono: “sindrome influenzale” con febbre, brividi, cefalea, capogiri e dolore osseo; dispnea e sibili; calo della pressione arteriosa e shock; anafilassi; anemia emolitica acuta; insufficienza renale acuta dovuta a necrosi tubulare acuta o a nefrite interstiziale acuta.
Isoniazide
Reazioni di ipersensibilità: febbre, reazioni anafilattiche.
Sistema nervoso centrale: polinevrite che si presenta con parestesie, debolezza muscolare, perdita dei riflessi tendinei, ecc. L’incidenza è più elevata nei pazienti a bassa acetilazione(“slow acetylators”). Altri effetti neurotossici che sono rari al dosaggio normale comprendono convulsioni (vedere paragrafo 4. 9), encefalopatia tossica, neurite e atrofia ottica, disturbi della memoria e psicosi tossica.
Reazioni cutanee: rash, acne, sindrome di Stevens-Johnson, dermatite esfoliativa, pemfigo.
Reazioni ematologiche: eosinofilia, agranulocitosi, trombocitopenia, anemia.
Reazioni gastrointestinali: pancreatite, nausea, vomito, disturbi epigastrici
Reazioni epatiche: epatite grave e a volte letale
Altre: pellagra, sindrome simil-lupus eritematoso sistemico
Pirazinamide
Epatite, gotta attiva (pirazinamide riduce l’escrezione degli urati), anemia sideroblastica, trombocitopenia con o senza porpora, artralgia, anoressia, nausea, vomito, disuria, malessere, febbre, orticaria, prurito e peggioramento di ulcera peptica. La reazione epatica è l’evento avverso più frequente e varia da una anormalità asintomatica della funzionalità epatica (diagnosticata attraverso valutazione dei parametri di laboratorio) a una lieve sindrome con febbre, malessere e indolenzimento al fegato, fino a reazioni più gravi quali ittero clinico e rari casi di atrofia acuta e morte.
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Vi sono dati limitati circa l’esperienza con rifampicina, isoniazide e pirazinamide in associazione.
Segni e Sintomi
Rifampicina
Entro breve tempo dalla somministrazione acuta possono comparire nausea, vomito, dolore addominale, prurito, cefalea e aumento della letargia; in caso di grave epatopatia si può avere perdita di coscienza. Si possono verificare: aumenti transitori degli enzimi epatici e/o della bilirubina e una colorazione bruno-rossastra o arancione della cute, urine, sudore, saliva, lacrime e feci, la cui intensità è proporzionale alla dose assunta. Nei pazienti pediatrici è stato riportato anche edema facciale o periorbitale. In alcuni casi fatali sono state riportate ipotensione, tachicardia sinusale, aritmie ventricolari, convulsioni ed arresto cardiaco.
Non è nota la dose minima letale o tossica acuta. Comunque sono stati riportati casi di sovradosaggio acuto non letale in adulti che avevano assunto 9 - 12 g di rifampicina. Sovradosaggi acuti letali sono stati osservati in adulti in seguito all’assunzione di dosi comprese tra i 14 ed i 60 g. In alcuni casi, sia letali che non letali, era presente un’anamnesi di consumo o abuso di alcool.
Sono stati riportati sovradosaggi non letali in pazienti pediatrici di età da 1 a 4 anni trattati con dosi di 100 mg/kg (1 o 2 dosi).
Isoniazide
Un sovradosaggio con isoniazide produce segni e sintomi entro 30 minuti – 3 ore dalla somministrazione. Le manifestazioni precoci comprendono nausea, vomito, capogiri, disturbi nel parlare, visione offuscata ed allucinazioni visive (compresi colori vivaci e forme strane). Con un elevato sovradosaggio ci si possono aspettare disturbi respiratori e depressione del SNC, che progredisce rapidamente da uno stato di torpore al coma profondo, comprese convulsioni gravi e intrattabili. Tipici risultati delle indagini di laboratorio sono grave acidosi metabolica, acetonuria e iperglicemia.
Pirazinamide
Vi sono pochi dati circa il sovradosaggio con pirazinamide. Si possono verificare tossicità epatica e iperuricemia.
Trattamento
Rifater
In caso di sovradosaggio con Rifater una lavanda gastrica deve essere effettuata il più precocemente possibile. Dopo svuotamento del contenuto gastrico l’instillazione di carbone attivo nello stomaco può aiutare l’assorbimento del farmaco residuo nel tratto gastrointestinale. Può rendersi necessaria la somministrazione di terapia antiemetica in caso di grave nausea e vomito.
Si devono instaurare misure di supporto inclusa la pervietà delle vie aeree e trattamento dei sintomi man mano che si verificano.
Isoniazide
Se si sospetta un sovradosaggio acuto si deve considerare la somministrazione di piridossina (vitamina B6) per via endovenosa anche nei pazienti asintomatici. Nei pazienti con convulsioni non controllate da piridossina si deve praticare una terapia anticonvulsivante. Per il controllo dell’acidosi metabolica somministrare sodio bicarbonato. Nei casi refrattari è consigliabile l’emodialisi; se questa non è possibile si può utilizzare dialisi peritoneale con diuresi forzata.
Categoria farmacoterapeutica: antimicobatterici, associazioni di farmaci; codice A.T.C.: J04AM05
Attività antibatterica. Rifampicina, isoniazide e pirazinamide sono tutti farmaci battericidi attivi sui micobatteri ed in particolare sul Mycobacterium tuberculosis. La rifampicina e l'isoniazide sono attivi in particolare contro i microrganismi a rapida crescita extracellulare. La pirazinamide è attiva contro i microrganismi intracellulari, soprattutto nell'ambiente a pH acido dei macrofagi. La rifampicina e l'isoniazide hanno anche attività battericida intracellulare. La rifampicina possiede attività per i M. tuberculosis a crescita lenta e intermittente. Pertanto i tre agenti - rifampicina, isoniazide e pirazinamide - esplicano attività contro popolazioni di M. tuberculosis comprendenti cellule in diversa fase di sviluppo.
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Studi di farmacocinetica in volontari normali hanno dimostrato che i tre farmaci componenti Rifater possiedono biodisponibilità comparabile se somministrati insieme rispetto alla somministrazione come agente singolo.
Rifampicina
La rifampicina viene rapidamente assorbita dallo stomaco e dal duodeno. Il picco delle concentrazioni ematiche, dell'ordine di 10 mcg/ml, si raggiunge dopo 2-4 ore dalla somministrazione di una dose di 10 mg/kg a stomaco vuoto. In soggetti normali la emivita biologica della rifampicina nel siero è in media di circa 3 ore dopo una dose di 600 mg e aumenta a 5,1 ore dopo una dose di 900 mg. Con somministrazioni ripetute la emivita si riduce e raggiunge il valore medio di circa 2-3 ore. Questo comportamento non differisce nei pazienti con insufficienza renale e, conseguentemente, non si richiede un aggiustamento dei dosaggi. La emivita della rifampicina può essere accorciata dalla contemporanea somministrazione di isoniazide.
Dopo che è stata assorbita, la rifampicina è rapidamente eliminata nella bile e si inserisce nel circolo enteroepatico. Durante questo processo, la rifampicina subisce una progressiva desacetilazione, di modo che quasi tutto il farmaco presente nella bile assume questa forma nel volgere di 6 ore.
Questo metabolita conserva di fatto una completa attività antibatterica. Il riassorbimento intestinale viene ridotto dalla desacetilazione e quindi la eliminazione è facilitata. Fino al 30% della dose è escreta con le urine e circa la metà di questa percentuale è eliminata in forma immodificata. L'assorbimento della rifampicina è ridotto quando il farmaco viene ingerito con il cibo. La rifampicina si ridistribuisce rapidamente nell'organismo. Essa è presente in concentrazione efficace in molti organi e liquidi del corpo, incluso il liquido cerebrospinale. La rifampicina è per l'80% legata alle proteine. La maggior parte della frazione libera non è ionizzata e quindi diffonde liberamente nei tessuti.
Isoniazide
La isoniazide agisce contro i bacilli tubercolari in crescita attiva. Dopo somministrazione orale si raggiunge entro 1-2 ore il picco di livelli ematici che si riduce al 50% o meno entro 6 ore. Essa diffonde rapidamente nell'organismo e negli escreti (saliva, escreato e feci). Il farmaco inoltre passa attraverso la barriera placentare e nel latte in concentrazioni paragonabili a quelle del plasma. Il 50-70% della dose è escreto nelle urine entro 24 ore.
La isoniazide viene metabolizzata soprattutto attraverso la acetilazione e la deidrazinazione. Una deficienza di piridossina (vitamina B6) viene qualche volta osservata negli adulti in seguito all'assunzione di alte dosi di isoniazide, probabilmente dovuta alla competizione esercitata da questa con il piridoxalfosfato per l'enzima apotriptofanasi.
Pirazinamide
La pirazinamide è ben assorbita dal tratto gastrointestinale e rapidamente distribuita nell'organismo, con il picco dei livelli plasmatici entro 2 ore. Essa viene idrolizzata ad acido pirazinoico e quindi metabolizzata ad acido 5-idrossipirazinoico. La filtrazione glomerulare è la via primaria di escrezione. Essa è battericida in ambiente a pH acido.
Cancerogenesi
Rifampicina
Non vi sono dati nell’uomo sul potenziale a lungo termine di cancerogenesi. Vi è stata segnalazione di alcuni casi di peggioramento di carcinomi polmonari presenti nell’uomo, ma non è stata stabilita una relazione causale con il farmaco. E’ stato osservato un aumento nell’incidenza di epatomi in topi femmine (di un tipo particolarmente sensibile allo sviluppo spontaneo di epatomi) con la somministrazione di rifampicina a dosi da 2 a 10 volte la dose media per l’uomo per 60 settimane, seguite da un periodo di osservazione di 46 settimane. Non vi è stata dimostrazione di cancerogenesi nei maschi di topo della stessa razza o nei ratti in condizioni sperimentali simili.
La rifampicina è stata segnalata possedere potenziale immunosoppressivo nel coniglio, topo, ratto, cavia, linfociti umani in vitro e nell’uomo.
È stata dimostrata attività antitumorale della rifampicina in vitro.
Isoniazide
Isoniazide è stata riportata indurre tumori polmonari in vari tipi di topo.
Pirazinamide
Pirazinamide non è stata cancerogena nel ratto e nel topo maschio e non è stato possibile trarre conclusioni nei topi femmina dato il numero limitato di esemplari di controllo sopravissuti.
Mutagenesi
Rifater
Non vi sono dati nell’uomo di Rifater sul potenziale a lungo termine per la mutagenesi. Non vi sono state evidenze di mutagenesi di rifampicina nei batteri, Drosophila melanogaster o nel topo. E’ stato notato un aumento della rottura dei cromatidi quando colture di cellule ematiche umane sono state trattate con rifampicina. E’ stato osservato in vitro un aumento della frequenza delle aberrazioni cromosomiche nei linfociti ottenuti da pazienti trattati con associazioni di rifampicina, isoniazide e pirazinamide e associazioni di streptomicina, rifampicina, isoniazide e pirazinamide.
Pirazinamide
Pirazinamide non è stata mutagena nel test batterico di Ames.
Carmellosa sodica, sodio laurilsolfato, calcio stearato, saccarosio, gomma arabica, talco, magnesio carbonato, caolino, titanio diossido, povidone, silice precipitata, alluminio ossido idrato, ferro ossido.
Non note.
4 anni.
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
Le compresse rivestite di RIFATER sono confezionate in blister.
RIFATER compresse rivestite: scatola da 40 compresse.
RIFATER compresse rivestite: scatola da 100 compresse.
Nessuna.
GRUPPO LEPETIT S.r.l. - Viale L. Bodio, 37/B –Milano
RIFATER compresse rivestite, 40 compresse: AIC n. 026981011
RIFATER compresse rivestite, 100 compresse: AIC n. 026981023
RIFATER, 40 compresse rivestite:
Prima Autorizzazione: Novembre 1989
Rinnovo dell’Autorizzazione: Maggio 2005
RIFATER 100 compresse rivestite:
Prima Autorizzazione: Ottobre 1995
Rinnovo dell’Autorizzazione: Maggio 2005
Luglio 2008