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RIFINAH
Rifinah 150 mg + 100 mg compresse rivestite
Una compressa rivestita contiene:
principi attivi: rifampicina 150 mg; isoniazide 100 mg.
Rifinah 300 mg + 150 mg compresse rivestite
Una compressa rivestita contiene:
principi attivi: rifampicina 300 mg; isoniazide 150 mg.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse rivestite.
Tubercolosi polmonare ed extrapolmonare sostenuta da germi sensibili alla associazione. Nel caso di persistenza di colture positive, dovranno essere predisposti nuovi tests di sensibilità al fine di individuare tempestivamente la presenza di ceppi resistenti. Il prodotto non va somministrato a scopo profilattico.
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Adulti
RIFINAH 150 mg + 100 mg: 3 - 4 compresse al giorno (pari a 450-600 mg di rifampicina e 300-400 mg di isoniazide).
RIFINAH 300 mg + 150 mg: 2 compresse al giorno (pari a 600 mg di rifampicina e 300 mg di isoniazide).
Bambini
Rifinah non è raccomandato per uso pediatrico poiché la proporzione di rifampicina ed isoniazide contenuta in Rifinah rende difficile la somministrazione di un dosaggio adatto ai bambini.
Somministrazione
Si suggerisce la somministrazione della dose giornaliera in una sola volta almeno 30 minuti prima dei pasti o 2 ore dopo i pasti.
Si raccomanda la somministrazione concomitante di piridossina (vitamina B6) nei pazienti anziani, malnutriti, con predisposizione alla neuropatia (ad es. pazienti diabetici) e negli adolescenti.
Rifinah è controindicato nei pazienti con ipersensibilità ai principi attivi o a uno qualsiasi degli eccipienti e in caso di ittero.
L’uso di Rifinah è controindicato quando utilizzato in concomitanza con l’associazione saquinavir/ritonavir (vedere paragrafo 4.5).
Avvertenze
Rifinah è un’associazione di due farmaci ciascuno dei quali è stato associato a disfunzioni epatiche.
Rifampicina
Nei pazienti con compromessa funzionalità epatica la rifampicina deve essere somministrata solo in caso di necessità, con cautela e sotto attento controllo medico. In questi pazienti si deve effettuare un attento monitoraggio della funzionalità epatica, particolarmente dei livelli sierici di alanina aminotransferasi (ALT) e aspartato aminotransferasi (AST), prima dell’inizio della terapia e poi ad intervalli di 2-4 settimane. Se si sviluppano segni di danno epatocellulare la rifampicina deve essere sospesa.
In alcuni casi si può verificare iperbilirubinemia all’inizio della terapia, come conseguenza di una competizione tra rifampicina e bilirubina sui processi di escrezione degli epatociti. Un isolato, moderato aumento della bilirubina e/o delle transaminasi non costituisce di per se motivo di sospensione della terapia; la decisione deve essere presa dopo ripetizione dei controlli che confermano la tendenza all’aumento dei valori e prendendo in considerazione la condizione clinica del paziente.
Poiché con schemi terapeutici intermittenti (meno di 2-3 volte alla settimana) vi è la possibilità di reazioni immunologiche, compresa anafilassi (vedere paragrafo 4.8), i pazienti devono essere seguiti attentamente. I pazienti devono essere informati di non interrompere la terapia poiché potrebbero verificarsi questi eventi.
Isoniazide
L’uso di isoniazide deve essere attentamente monitorato nei pazienti con patologie epatiche croniche o grave disfunzione renale.
Si può verificare epatite grave, a volte letale, associata alla terapia con isoniazide che si può sviluppare anche dopo molti mesi dall’inizio della terapia. Il rischio di sviluppare epatite è correlato all’età. I pazienti devono perciò essere seguiti in base ai sintomi prodromici dell’epatite, quali affaticamento, debolezza, malessere, anoressia, nausea o vomito. Se dovessero comparire questi sintomi o segni indicativi di danno epatico l’isoniazide deve essere sospesa velocemente in quanto è stato riportato che l’uso continuato del farmaco in questi pazienti può causare un danno epatico più grave.
Le compresse di Rifinah contengono saccarosio e pertanto non è adatto per i soggetti con intolleranza ereditaria al fruttosio, sindrome da malassorbimento di glucosio/galattosio o deficit di saccarasi-isomaltasi.
Precauzioni
Gli adulti trattati con Rifinah devono avere un controllo iniziale di enzimi epatici, bilirubina, creatinina sierica, emocromo e piastrine. Nei bambini questo controllo iniziale non è necessario se non in presenza di una nota o sospetta condizione che può dare complicazioni.
I pazienti devono essere visti almeno ogni mese e si devono richiedere specifiche informazioni su sintomi correlabili ad effetti indesiderati. Tutti i pazienti con qualunque tipo di dato anomalo devono essere seguiti, anche con controlli di laboratorio, se necessario.
Poiché vi è una frequenza di epatite associata ad isoniazide più elevata nei pazienti al di sopra dei 35 anni, un controllo delle transaminasi deve essere effettuato all’inizio della terapia ed in seguito ogni mese nei pazienti in questa fascia d’età. Altri fattori associati ad un aumentato rischio di epatite comprendono consumo di alcool, patologie epatiche croniche, uso di sostanze per via endovenosa e donne di razza nera o Ispanoamericane.
Rifampicina
La rifampicina ha proprietà di induzione enzimatica e può aumentare il metabolismo di substrati endogeni compresi gli ormoni surrenalici, tiroidei e la vitamina D. Segnalazioni isolate hanno associato l’esacerbazione di porfiria con la somministrazione di rifampicina, come risultato dell’induzione della sintetasi dell’acido delta amino levulinico.
La rifampicina può causare una colorazione rossastra delle urine, del sudore, dell’espettorato e delle lacrime. I pazienti devono essere informati di questa evenienza.
Le lenti a contatto morbide sono state colorate in modo permanente.
Isoniazide
I pazienti anziani o malnutriti devono essere trattati con cautela e possono necessitare di somministrazione di vitamina B6 durante la terapia con isoniazide.
Tenere fuori della portata e della vista dei bambini.
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Cibo
Poiché isoniazide possiede una limitata attività di inibizione delle monoamino ossidasi, si può verificare interazione con cibi contenenti tiramina (formaggio, vino rosso). Può essere inibita anche la diamino ossidasi causando una risposta eccessiva (per es. cefalea, sudorazione, palpitazioni, flushing, ipotensione) ai cibi che contengono istamina (per es. tonno, pesci tropicali). I pazienti in terapia con Rifinah devono evitare cibi contenenti tiramina e istamina.
Rifinah
Interazioni con enzimi del citocromo P-450
Rifampicina causa induzione ed isoniazide inibizione di taluni enzimi del citocromo P-450. Non è conosciuto l’impatto di questi effetti in competizione di rifampicina e isoniazide sul metabolismo dei farmaci che vengono biotrasformati da questi enzimi. Pertanto è necessaria cautela con la somministrazione di Rifinah insieme a farmaci metabolizzati dal citocromo P450. All’inizio del trattamento con Rifinah o alla sua sospensione può rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio dei farmaci metabolizzati da questi enzimi, per mantenerne concentrazioni plasmatiche terapeuticamente ottimali.
Rifampicina
Induzione enzimatica
Esempi di farmaci metabolizzati dagli enzimi del citocromo P-450 sono: anticonvulsivanti (ad es. fenitoina), antiaritmici (ad es. disopiramide, mexiletina, chinidina, propafenone, tocainide), antiestrogeni (ad es. tamoxifene, toremifene), anticoagulanti orali (ad es. warfarin), antidepressivi triciclici (ad es. amitriptilina, nortriptilina), antimicotici (ad es. fluconazolo, antipsicotici (ad es. aloperidolo), itraconazolo, ketoconazolo), farmaci antiretrovirali (per es. zidovudina, saquinavir, indinavir, efavirenz), barbiturici, beta-bloccanti, benzodiazepine (ad es. diazepam), calcio-antagonisti (per es. diltiazem, nifedipina, verapamile), chinina, cloramfenicolo, claritromicina, corticosteroidi, glicosidi cardioattivi, clofibrato, contraccettivi orali, dapsone, doxiciclina, estrogeni, farmaci benzodiazepino-simili (ad es. zopiclone, zolpidem), fluorochinolonici, gestrinone, immunosoppressori (ad es. tacrolimo, ciclosporina), ipoglicemizzanti orali (sulfaniluree), irinotecan, levotiroxina, losartan, analgesici stupefacenti, metadone, praziquantel, progestinici, riluzolo, 5-HT3 antagonisti selettivi (ad es. ondansetron), statine metabolizzate dal CYP 3A4, telitromicina, teofillina, tiazolidindioni (ad es. rosiglitazone). Può rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio di questi farmaci se somministrati in concomitanza con rifampicina.
Le pazienti in terapia con contraccettivi orali devono utilizzare metodi contraccettivi non ormonali durante la terapia con rifampicina.
Altre interazioni
Quando Rifinah viene somministrato in concomitanza con l’associazione saquinavir/ritonavir, aumenta la potenziale epatotossicità. Pertanto l’utilizzo concomitante di Rifinah con saquinavir/ritonavir è controindicato (vedere paragrafo 4.3).
Con la concomitante somministrazione di atovaquone e rifampicina sono state osservate concentrazioni ridotte del primo ed aumentate del secondo.
L’uso concomitante di ketoconazolo e rifampicina ha determinato riduzione dei livelli sierici di entrambi i farmaci.
L’uso concomitante di enalapril e rifampicina ha determinato aumento dei livelli di enalaprilat, il metabolita attivo dell’enalapril. In base alle condizioni cliniche del paziente si devono fare aggiustamenti della dose.
La contemporanea assunzione di antiacidi può ridurre l’assorbimento di rifampicina. La somministrazione quotidiana di rifampicina deve essere fatta almeno 1 ora prima dell’assunzione di antiacidi.
Con la concomitante somministrazione di alotano o isoniazide viene aumentata la potenziale epatotossicità del trattamento. L’uso concomitante di rifampicina e alotano deve essere evitato. I pazienti in terapia con rifampicina e isoniazide devono essere controllati attentamente a causa della possibile epatotossicità del trattamento.
Isoniazide
É stato riportato che isoniazide inibisce il metabolismo di carbamazepina e fenitoina.
Altre interazioni: l’acido para-aminosalicilico può aumentare la concentrazione plasmatica e l’emivita di eliminazione di isoniazide per competizione con gli enzimi acetilanti.
Interferenza con test diagnostici e di laboratorio
È stato dimostrato che livelli terapeutici di rifampicina inibiscono i test microbiologici standard per il dosaggio dei folati e della vitamina B12. Perciò si devono utilizzare test alternativi.
È stato inoltre osservato un aumento transitorio dei livelli sierici di bilirubina (vedere paragrafo 4.4). Rifinah può ridurre l’escrezione biliare dei mezzi di contrasto utilizzati per la visualizzazione della colecisti, per via di una competizione per l’escrezione biliare. Perciò tali test dovrebbero essere effettuati prima dell’assunzione della dose mattutina di Rifinah.
Utilizzando la metodica KIMS (Kinetic Interaction of Microparticles in Solution) sono stati riportati reattività crociata e falsi positivi nei testi urinari per la determinazione degli oppiacei eseguiti in pazienti in terapia con rifampicina. La gascromatografia e la spettrometria di massa, utilizzate come test di conferma, sono in grado di distinguere la rifampicina dagli oppiacei.
Non sono disponibili studi ben controllati sull’uso di Rifinah nelle donne in gravidanza.
Rifampicina
Rifampicina si è dimostrata teratogena nei roditori a dosi elevate.
Anche se la rifampicina attraversa la placenta ed è presente nel sangue del cordone ombelicale, non è conosciuto il suo effetto sul feto, sia da sola sia in associazione ad altri farmaci antitubercolari.
Quando la rifampicina viene somministrata nelle ultime settimane di gravidanza può causare emorragie post-natali nella madre e nel neonato per le quali può essere necessario l’impiego di vitamina K.
Isoniazide
È stato segnalato che nel ratto e nel coniglio isoniazide può esercitare un effetto sullo sviluppo cardiaco dell’embrione se somministrata per via orale durante la gravidanza, anche se non sono state rilevate anomalie congenite negli studi condotti sulla riproduzione nei mammiferi (topo, ratto, coniglio).
Rifinah
Rifinah deve perciò essere usato nelle donne in gravidanza o in età fertile solo se il beneficio potenziale giustifica il potenziale rischio per il feto.
Non vi sono dati sull’effetto a lungo termine sulla fertilità umana.
Allattamento
Rifampicina e isoniazide passano nel latte materno. Perciò Rifinah deve essere usato durante l’allattamento solo se il potenziale beneficio supera il rischio per il neonato.
Non sono note interferenze sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
Rifampicina
Possono verificarsi reazioni cutanee di grado lieve che non sembrano essere di natura allergica. Di solito consistono in flushing e prurito con o senza la comparsa di rash. Si sono verificate orticaria e reazioni cutanee di ipersensibilità più gravi, ma non sono comuni. Raramente sono stati riportati casi di reazione pemfigoide, eritema multiforme, inclusa la sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica e vasculite.
Sono stati riferiti disturbi gastrointestinali quali anoressia, nausea, vomito, disturbi addominali e diarrea. Con rifampicina è stata segnalata colite pseudomembranosa. La rifampicina potrebbe causare epatite e pertanto devono essere eseguiti i test della funzionalità epatica (vedere paragrafo 4.4).
Si può verificare trombocitopenia con o senza porpora, di solito associata alla terapia intermittente, ma è reversibile con la sospensione del trattamento alla comparsa di porpora. Emorragia cerebrale ed eventi fatali sono stati riportati in seguito ad uso continuato o reintroduzione dopo la comparsa di porpora.
Sistema nervoso centrale: raramente è stata riportata psicosi.
Raramente è stata riportata coagulazione intravascolare disseminata.
Eosinofilia, leucopenia, edema, debolezza muscolare e miopatia sono stati segnalati in una piccola percentuale di pazienti in terapia con rifampicina.
Molto raramente è stata riportata agranulocitosi.
Vi sono stati rari casi di insufficienza surrenalica in pazienti con compromissione della funzionalità surrenalica.
Disturbi del ciclo mestruale sono stati riferiti in donne sottoposte a terapia antitubercolare di lunga durata con schemi terapeutici contenenti rifampicina.
Reazioni che di solito si verificano con schemi terapeutici intermittenti, probabilmente di origine immunologica, includono: “sindrome influenzale” con febbre, brividi, cefalea, capogiri e dolore osseo; dispnea e sibili; calo della pressione arteriosa e shock; anafilassi; anemia emolitica acuta; insufficienza renale acuta dovuta a necrosi tubulare acuta o a nefrite interstiziale acuta.
Isoniazide
Reazioni di ipersensibilità: febbre, reazioni anafilattiche.
Sistema nervoso centrale: polinevrite che si presenta con parestesie, debolezza muscolare, perdita dei riflessi tendinei, ecc. L’incidenza è più elevata nei pazienti a bassa acetilazione(“slow acetylators”). Altri effetti neurotossici che sono rari al dosaggio normale comprendono convulsioni (vedere paragrafo 4.9), encefalopatia tossica, neurite e atrofia ottica, disturbi della memoria e psicosi tossica.
Reazioni cutanee: rash, acne, sindrome di Stevens-Johnson, dermatite esfoliativa, pemfigo.
Reazioni ematologiche: eosinofilia, agranulocitosi, trombocitopenia, anemia.
Reazioni gastrointestinali: pancreatite, nausea, vomito, disturbi epigastrici
Reazioni epatiche: epatite grave e a volte letale
Altre: pellagra, sindrome simil-lupus eritematoso sistemico.
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Esperienza nell’uomo: vi sono dati limitati circa l’associazione di isoniazide e rifampicina.
Segni e sintomi
Rifampicina
Entro breve tempo dalla somministrazione acuta possono comparire nausea, vomito, dolore addominale, prurito, cefalea e aumento della letargia; in caso di grave epatopatia si può avere perdita di coscienza. Si possono verificare: aumenti transitori degli enzimi epatici e/o della bilirubina e una colorazione bruno-rossastra o arancione della cute, urine, sudore, saliva, lacrime e feci, la cui intensità è proporzionale alla dose assunta. Nei pazienti pediatrici è stato riportato anche edema facciale o periorbitale. In alcuni casi fatali sono state riportate ipotensione, tachicardia sinusale, aritmie ventricolari, convulsioni ed arresto cardiaco.
Non è nota la dose minima letale o tossica acuta. Comunque sono stati riportati casi di sovradosaggio acuto non letale in adulti che avevano assunto 9-12 g di rifampicina. Sovradosaggi acuti letali sono stati osservati in adulti in seguito all’assunzione di dosi comprese tra i 14 ed i 60 g. In alcuni casi, sia letali che non letali, era presente un’anamnesi di consumo o abuso di alcool.
Sono stati riportati sovradosaggi non letali in pazienti pediatrici di età da 1 a 4 anni trattati con dosi di 100 mg/kg (1 o 2 dosi).
Isoniazide
Un sovradosaggio con isoniazide produce segni e sintomi entro 30 minuti - 3 ore dalla somministrazione. Le manifestazioni precoci comprendono nausea, vomito, capogiri, disturbi nel parlare, visione offuscata ed allucinazioni visive (compresi colori vivaci e forme strane). Con un elevato sovradosaggio ci si possono aspettare disturbi respiratori e depressione del SNC, che progredisce rapidamente da uno stato di torpore al coma profondo, comprese convulsioni gravi e intrattabili. Tipici risultati delle indagini di laboratorio sono grave acidosi metabolica, acetonuria e iperglicemia.
Trattamento
In caso di sovradosaggio con Rifinah una lavanda gastrica deve essere effettuata il più precocemente possibile. Dopo svuotamento del contenuto gastrico l’instillazione di carbone attivo nello stomaco può aiutare l’assorbimento del farmaco residuo nel tratto gastrointestinale. Può rendersi necessaria la somministrazione di terapia antiemetica in caso di grave nausea e vomito.
Si devono instaurare misure di supporto inclusa la pervietà delle vie aeree e trattamento dei sintomi man mano che si verificano. Se si sospetta un sovradosaggio acuto si deve considerare la somministrazione di piridossina (vitamina B6) per via endovenosa anche nei pazienti asintomatici. Nei pazienti con convulsioni non controllate da piridossina si deve praticare una terapia anticonvulsivante. Per il controllo dell’acidosi metabolica somministrare sodio bicarbonato. Nei casi refrattari è consigliabile l’emodialisi; se questa non è possibile si può utilizzare dialisi peritoneale con diuresi forzata.
Categoria farmacoterapeutica: antimicobatterici, associazioni di farmaci per la terapia della tubercolosi; Codice A.T.C.:J04AM02
Rifampicina e isoniazide sono farmaci antitubercolari battericidi. Rifampicina e isoniazide sono particolarmente attivi contro microorganismi extracellulari a rapida crescita e possiedono attività battericida intracellulare.
Rifampicina inibisce l’attività della RNA polimerasi DNA dipendente nelle cellule sensibili. Più specificatamente interagisce con RNA batterico, ma non interferisce con l’enzima nei mammiferi. Resistenza crociata con rifampicina è stata dimostrata solo con altre rifamicine. La rifampicina possiede attività contro M. tuberculosis a crescita lenta e intermittente.
Isoniazide agisce contro i bacilli tubercolari in crescita attiva.
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Studi di farmacocinetica in volontari normali hanno dimostrato che i due farmaci componenti Rifinah possiedono biodisponibilità comparabile se somministrati insieme rispetto alla somministrazione come agente singolo.
Rifampicina
La rifampicina per via orale viene rapidamente assorbita dal tratto gastrointestinale. I livelli plasmatici al picco nell’adulto e nel bambino variano ampiamente da persona a persona. Il picco della concentrazione sierica di circa 10 mcg/ml si verifica da 2 a 4 ore dopo l’assunzione orale, a stomaco vuoto, di una dose di 10 mg/kg peso corporeo. L’assorbimento di rifampicina è ridotto dalla presenza di cibo.
Nei soggetti normali l’emivita biologica nel siero di rifampicina è di circa 3 ore dopo somministrazione di 600 mg ed aumenta a 5,1 ore con una dose di 900 mg. Con somministrazioni ripetute l’emivita diminuisce e raggiunge valori medi di circa 2-3 ore.
Ad un dosaggio di 600 mg/die l’emivita risulta simile nei pazienti con insufficienza renale e perciò non sono necessari aggiustamenti del dosaggio.
Dopo l’assorbimento la rifampicina (orale o e.v.) viene rapidamente eliminata nella bile e si instaura un circolo enteroepatico. Durante questa fase la rifampicina viene progressivamente deacetilata così che quasi tutta la quota nella bile è acetilata nelle 6 ore. Questo metabolita mantiene attività antibatterica.
Il riassorbimento intestinale è ridotto dall’acetilazione e l’eliminazione dunque facilitata. Circa il 30% della dose viene escreto nelle urine di cui la metà circa in forma immodificata. Rifampicina viene ampiamente distribuita nell’organismo. È presente a concentrazioni efficaci in molti organi e liquidi compreso il liquido cerebrospinale.
La rifampicina si lega alle proteine plasmatiche per l’80%. La maggior parte della quota non legata è in forma non ionizzata e perciò si diffonde facilmente ai tessuti.
Isoniazide
Dopo somministrazione orale, isoniazide raggiunge il picco ematico entro 1 o 2 ore e diminuisce al 50% o meno entro 6 ore. L’assunzione di isoniazide con il cibo può ridurne l’assorbimento. Si diffonde rapidamente in tutti i liquidi corporei (cerebrospinale, pleurico ed ascitico), nei tessuti, organi e secrezioni (saliva, espettorato e feci). Il farmaco attraversa la barriera placentare e viene secreto nel latte materno a concentrazioni simili a quelle nel plasma. Dal 50% al 70% della dose somministrata viene escreto nelle urine nelle 24 ore.
L’isoniazide viene metabolizzata principalmente attraverso desacetilazione e deidrazinazione. Il tasso di desacetilazione è determinato geneticamente. Circa il 50% delle persone di colore e degli Europei sono definiti come “inattivatori lenti”, mentre la maggior parte degli Asiatici sono “inattivatori rapidi”.
Cancerogenesi
Rifampicina
Non vi sono dati nell’uomo sul potenziale a lungo termine di cancerogenesi. Vi è stata segnalazione di alcuni casi di peggioramento di carcinomi polmonari presenti nell’uomo, ma non è stata stabilita una relazione causale con il farmaco. È stato osservato un aumento nell’incidenza di epatomi in topi femmine (di un tipo particolarmente sensibile allo sviluppo spontaneo di epatomi) con la somministrazione di rifampicina a dosi da 2 a 10 volte la dose media per l’uomo per 60 settimane, seguite da un periodo di osservazione di 46 settimane. Non vi è stata dimostrazione di cancerogenesi nei maschi di topo della stessa razza o nei ratti in condizioni sperimentali simili.
La rifampicina è stata segnalata possedere potenziale immunosoppressivo nel coniglio, topo, ratto, cavia, linfociti umani in vitro e nell’uomo.
È stata dimostrata attività antitumorale della rifampicina in vitro.
Isoniazide
Isoniazide è stata riportata indurre tumori polmonari in vari tipi di topo.
Mutagenesi
Non vi sono dati nell’uomo di Rifinah sul potenziale a lungo termine per la mutagenesi. Non vi sono state evidenze di mutagenesi di rifampicina nei batteri, Drosophila melanogaster o nel topo. È stato notato un aumento della rottura dei cromatidi quando colture di cellule ematiche umane sono state trattate con rifampicina. È stato osservato in vitro un aumento della frequenza delle aberrazioni cromosomiche nei linfociti ottenuti da pazienti trattati con associazioni di rifampicina, isoniazide e pirazinamide e associazioni di streptomicina, rifampicina, isoniazide e pirazinamide.
RIFINAH 150 mg + 100 mg compresse rivestite
Sodio laurilsolfato, calcio stearato, carmellosa sodica, cellulosa microgranulare, gelatina, saccarosio, talco, magnesio carbonato, titanio diossido (E171), caolino, eritrosina (E127) lacca di alluminio, magnesio stearato, gomma arabica, silice colloidale anidra, povidone.
RIFINAH 300 mg + 150 mg compresse rivestite
Sodio laurilsolfato, calcio stearato, carmellosa sodica, cellulosa microgranulare, gelatina, saccarosio, talco, magnesio carbonato, titanio diossido (E171), caolino, giallo arancio S (E110) lacca di alluminio, magnesio stearato, gomma arabica, silice colloidale anidra, povidone.
Non sono note incompatibilità con altri farmaci.
4 anni.
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
RIFINAH 300 mg + 150 mg
• Scatola da 8 compresse rivestite in blister
• Scatola da 24 compresse rivestite in blister
RIFINAH 150 mg + 100 mg
• Scatola da 8 compresse rivestite in blister
Nessuna istruzione particolare.
Gruppo Lepetit S.r.l. - Viale L. Bodio, 37/B - Milano
RIFINAH 300 mg + 150 mg compresse rivestite, 8 compresse - A.I.C. n. 025377021
RIFINAH 300 mg + 150 mg compresse rivestite, 24 compresse - A.I.C. n. 025377033
RIFINAH 150 mg + 100 mg compresse rivestite, 8 compresse - A.I.C. n. 025377019
RIFINAH 300 mg + 150 mg compresse rivestite, 8 compresse: Maggio 1985/ Maggio 2005
RIFINAH 300 mg + 150 mg compresse rivestite, 24 compresse: Luglio 1989/ Maggio 2005
RIFINAH 150 mg + 100 mg compresse rivestite, 8 compresse: Maggio 1985/ Maggio 2005
Luglio 2008